Una promessa dal passato

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Febh
        +4   Like  
     
    .
    Avatar

    È colpa tua. Ratty

    Group
    Staff GdR
    Posts
    15,700
    Reputation
    +1,592
    Location
    Top Secret...

    Status
    Offline
    2
    Disco Inferno

    Il mondo sotterraneo (per quanto non fosse tecnicamente sotto il suolo, certamente lo si poteva definire un "sotto") non era statico e definito come quello dei vivi. Come già detto ogni pensiero, azione o sentimento poteva influenzarne la natura e la presentazione, quasi come se l'osservatore fosse al contempo creatore. L'apparizione di Febh era stata una sorpresa, e la sorpresa genera confusione. E la confusione è un grande nemico nell'oltretomba, perchè è come una nebbia che disperde i viandanti. Anche se aveva Tamashii, Akira Hozuki perse la concentrazione per un secondo, e in quel secondo fu altrove. Sarebbe tornato? Difficile dirlo, ma l'arrivo dello Yakushi era stato invece un elemento che aiutò Jotaro a focalizzare la sua mente: aveva incontrato Febh e dunque era assieme a lui, su quel brullo altopiano dai colori brulli e sfumati, in quel dipinto decadente che era il mondo intorno a loro.

    Febh? Io...si...io sono Febh. Disse l'uomo ferito, palesemente confuso e appena sfuggito a chissà quale grande tribolazione. Aveva riconosciuto Jotaro? O lo aveva guardato come se non sapesse chi fosse. Io...io non capisco nulla. Non so bene...dove siamo? Si prese la testa tra le mani mentre gli occhi saettavano tutto intorno...era spaventato come se qualcosa lo inseguisse, ed era qualcosa che lo aveva ferito nel profondo della sua anima. Io...lei. E' stata Hebiko. Mi ha...mi ha mandato qui...non... Sollevò lo sguardo verso Jotaro. Ti prego, portami via da qui! Ma quell'opzione, almeno fino al ritorno di Akira, era fuori questione.

    In quel momento si levò un grido dalla cima della collina. Erano alla base, su quel sentiero che pareva salire ma che poteva diventare un precipizio in un istante. Un grido che era umano e terribile al contempo. Una voce che poteva essere solo quella di Mataza, che non sentiva da così tanti anni. Stava forse subendo le peggiori torture dell'inferno? Febh iniziò a tremare. No...non so cosa sia ma voglio andare via da qui! Ma senza la Lanterna che altra scelta avevano a parte salire e vedere cosa stesse accadendo? Tuttavia al solo intraprendere un passo, lontano dalla luce dell'artefatto, fu la sola volontà di raggiungere la cima della collina a guidarli, senza che dovessero effettivamente fare la strada (o la avevano fatta e non ci avevano badato, come nei sogni?). Quello che si trovarono davanti era uno sparuto gruppo di alberi nella notte, alla luce della luna. Al centro di essi un relitto d'uomo era crocifisso a una serie di lance intrecciate a creare un rozzo patibolo tenuto assieme dallo spago e dal sangue. Era magro, sporco e consumato...respirava a malapena. Era stato certamente lui a gridare, considerando la ferita aperta nel fianco e il kunai che vi sporgeva.

    Davanti a lui un uomo che Jotaro conosceva bene. Chi è quello? Chiese Febh, che non aveva idea di chi fosse. Perchè ci siamo avvicinati?

    f6027921a1c133d1089e646ac710e32b--shinobi-foi


    So che siete qui. Avvicinatevi. Disse quell'individuo con voce monotona e quasi stanca. Mataza, amico mio, non pensavo aspettassi altri ospiti. Si voltò. Quanto tempo...ironico trovarsi qui, no? Uno che non può uscire...uno che è entrato e uscito innumerevoli volte, e uno che sta lavorando per non entrarci mai. Siamo un bel trio. Poi indicò Febh. Quello non è il ragazzino che era stato addestrato da Shiltar? Non sembrava affatto imponente, ma era come se una mano gelida li stringesse mentre lui li guardava soltanto. Non pareva forte ma al contempo avevano la quasi certezza di non poterlo battere.

    Io sono Hayate.

    Sorrise.
    Non era un bel sorriso.

     
    .
25 replies since 5/11/2019, 23:12   600 views
  Share  
.