Il Dolore delle StelleAffari di Famiglia e Nebbia

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    È colpa tua. Ratty

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    Storie del Lucchetto

    ---Kiri---

    Rapire una Guardia Notturna è difficile, sanno essere sfuggenti, ma farò del mio meglio. Dovremo attendere che calino le tenebre però, o non ce ne saranno in giro. E di notte ci sono anche gli Akaijin. Nessuna sensazione a partire dal gioiello-teschio che il Mizukage aveva preso con sè. Ma faremo del nostro meglio. Sorrise, Byakuei, congedandosi. Mi raccomando, la casa accanto alla biblioteca dal tetto rosso è quella a destra. Nel Quartiere del Sole.

    Con i pipistrelli che svolazzavano, sparsi e dunque poco utili ai fini di uno scontro, ma buoni per dare un'occhiata, il Mizukage dall'aspetto appena un pò alterato si muoveva in mezzo alle strade del Lucchetto senza attirare più di tanto l'attenzione, anche se certo qualcuno avrebbe ricordato il passaggio di un tizio con un casco...esattamente come avrebbe ricordato la strana donna dai capelli azzurri che si sollevavano contro ogni gravità in una sorta di cespuglio. Certo nessuno lo avrebbe notato mentre seguiva la donna dai capelli verdi e con i segni sul volto, e apparentemente lei stessa non si sarebbe accorta di aver attirato l'attenzione. Dal ciondolo solo una lieve vibrazione di assenso, mentre lo stormo compiva la sua opera. Certo, anche se sparsi un gruppo di pipistrelli che svolazza in pieno giorno avrebbe prima o poi attirato l'attenzione, per quanto silenziosi erano comunque numerosi e neri contro lo sfondo azzurro del cielo, ma per il momento tutto sembrava andare liscio.

    E' bene qui descrivere due diverse comunicazioni che, quasi in parallelo, giunsero al Mizukage di Kiri. Il teschio vibrava, e quella vibrazione si propagava al corpo formando quasi delle parole all'interno della testa. Comunicazione tramite la via uditiva ossea, forse? Purtroppo l'uso dell'arto meccanico la rendeva un pò confusionaria a tratti, ma il concetto era comunque comprensibile a grandi linee (poteva comunque tenerlo nella mano vera e farsi ripetere il tutto, ovviamente, ma questo implicava toccare quell'oggetto).
    Midorinaka...con Julia-kagi nella...teca. Il ninja di Kono...nvinta ad accedere e sono dentro da alcun...nessuna notizia al mome...Kenichi ha scoperto dove alloggia...vicino ma non credo sia...pericolo. Credo che Mido...mplice in citt...sto indag...upporto possa aver ricev...
    Quasi in contemporanea Kakuresata stava descrivendo a parole sue ciò che accadeva nella casa.

    La donna dai capelli verdi ha portato una sacca di erbe e delle polveri e le ha messe su un tavolo. Ha gettato un'occhiata verso la finestra ma non penso mi abbia notato. L'altra donna avrà settant'anni, capelli corti, degli strani oggetti sul naso, forse di vetro. [Nota]

    granny

    . L'anziana sembra poco presente, guarda l'altra solo a tratti che le sta chiedendo come sia andata la sua giornata. Non sembrano chiacchiere interessanti. Ora quella giovane ha detto: "Allora, kaa-san, hai ricordato qualche altra storiella di quando eri piccola?" E l'altra ha risposto "Oh, ma che ragazza deliziosa che sei. Mi piacerebbe tanto presentarti mio figlio Keiji. E' un caro ragazzo, sai? Giovane e forte". L'altra ha sorriso, sembra un sorriso condiscendente, e ha detto "Oh, lo conosco molto bene, ma volevo sapere qualcosa di più su suo bisnonno Kenzo" e la vecchia: "Nonno Kenzo! Pensa che quando mi sono sposata ha obbligato mio marito a prendere il suo cognome. ohohoh! Ma cara, perchè non prepari un the? Più ti guardo e più penso che dovrei farti conoscere mio figlio Keiji. Una vecchia signora vuole dei nipotini, sai?". Kensei Hito, credo sia solo una nuora che assiste un'anziana che comincia a perdere la lucidità, perchè siamo qui?

    Avrebbe continuato a origliare se comandato in tal senso, ovviamente. L'anziana avrebbe più volte menzionato gli stessi argomenti, ripetitivi, mentre la giovane, pur con pazienza e cordialità, avrebbe spesso cercato di riportare l'argomento su Kenzo Kagome, bisnonno della vecchia, o così sembrava, ma senza chiari risultati. Poi mentre la giovane si spostava per preparare del The l'anziana, non vista, si sarebbe alzata eludendo la sorveglianza e aprendo la porta. Guadagnato l'esterno Ahri si sarebbe certo accorta nel giro di un secondo che era sparita, ma prima che potesse intervenire la vecchia, dopo pochi passi, sarebbe inciampata rovinosamente, cadendo a terra e portando una mano all'anca...che si fosse fratturata il femore? Oooh...oooh..aiuuuto...aiuto...io...Keiji? Keiji, dove sei? Aiutami! Era confusa e in estrema difficoltà. Ed era vicina...e sembrava assai più anziana dell'ultima volta che lui la aveva vista, a Taki.
    Quale sarebbe stata la reazione del Mizukage? Certo Ahri sarebbe accorsa nel giro di poco, ma lui era molto, molto vicino. E di fatto lei stava chiamando qualcuno che ancora viveva, dentro di lui.

    ---Konoha---
    Ecco, bravo, NekoNeko, obbediscimi e andrà tutto bene. Certamente Midorinaka aveva la forza per difendere la sua arroganza, ma questo forse la esponeva a essere poco cauta, tanto da non approfondire il nome di Sho, creandosi volontariamente una sorta di scotoma cognitivo. Mpfh...sono stata una Jinchuuriki per un periodo. Era un potere inutile per il mio talento e me ne sono liberata. Un peccato che quelle bestie si riformino anche dopo essere state uccise. Mi ha dato l'impressione di avere una lama smussa! Dichiarò sprezzante, salvo poi trovarsi nuovamente a scrutare la maschera della tigre, pericolosamente interessata. Sangue Kenkichi? Attento a ciò che dici, NekoNeko, stai molto attento. Gli unici veri membri del clan sono coloro che IO ho scelto e addestrato. Pochi possono fregiarsi di appartenervi. La voce si fece un sussurro. Dimmi, a quale nome leghi il tuo sangue? Julia-Kagi ancora accusava il colpo e sicuramente sarebbe stata meno bendisposta verso Sho dopo quel piccolo tradimento: non sarebbe intervenuta. Ma poteva cavarsela con un gioco di parole come con il suo nome? O Midorikawa avrebbe insistito fino a sapere di chi stesse parlando?

    In ogni caso dopo la breve camminata raggiunsero l'antica biblioteca. In un attimo di calma il ninja di Konoha cercò di ricucire il rapporto con la leader del villaggio, trovando però solo una fredda comprensione. Il perdono non è che l'inizio di un lungo cammino. Posso comprendere le intenzioni, ma non mi sento di approvarne il risultato, per ora. Queste le semplici parole con cui lo congedò, restando ferma e composta all'ingresso di quell'ala della biblioteca, osservandoli altera. Midorinaka intanto sfogliava l'indice sbuffando, soffermandosi solo ogni tanto su qualche volume. Robaccia inutile e ciarpame. Se non sapessi che ci sono fuuinjutsu fastidiosi sfonderei le pareti per vedere gli altri livelli...ma persino io impiegherei un pò di tempo e fin troppa fatica. Stava in realtà commentando tra sè e sè, e quando Sho gli si avvicinò lo guardò come se uno scarafaggio avesse attraversato la sua strada e stesse chiedendosi se schiacciarlo o meno. NekoNeko, fai bene a dire di essere in debito con me. Per ogni tuo respiro da quando mi hai incontrata. Ma se vuoi farmi da schiavo sei bene accetto...è fin troppo tempo che una come me non ha servitori adeguati al suo rango. Certo, dubito tu sia qualificato, ma cercherò di adeguarmi.

    La simpatia dilagava nel suo tono e nei suoi modi di fare, abbondante quanto le fiamme sul fondo dell'oceano, ma almeno aveva accettato. Il Simbolo del Sangue Perduto non è un fuuinjutsu qualunque. Ne esiste solo uno ed è la Chiave dei Simboli Antichi del Lucchetto, i sei tesori di questo posto, creati usandolo a modello. Dopo la mia morte uno dei miei seguaci lo portò qui e divenne uno dei fondatori. Poi un suo discendente lo trafugò per portarlo a Kiri, dal ramo dei Kenkichi superstiti, assieme agli altri Simboli. Per una serie di vicissitudini sono convinta che sia tornato qui. Non lo riesco a percepire, ma questi fattucchieri di terz'ordine sanno tracciare bene le loro barriere, quindi devo cercarlo. Per quanto ne so potrebbe essere su un rotolo, o su un foglio in mezzo a un libro qualsiasi. Sbuffò. E forse quella mezza tacca di Julia non sa realmente dove si trova. Diciamo che le sto dando il beneficio del dubbio. Ma sfogliare tutti i libri di quella singola sezione poteva richiedere anni...figuriamoci l'intera biblioteca, se mai avesse avuto accesso! Il piano di Midorinaka non era sicuramente quello: o forse sperava che passando più tempo all'interno avrebbe pian piano superato i blocchi alle sue percezioni. Si allontanò dal libro mastro. Cerca pure, io ho già visto i libri che voglio consultare...c'è anche un certo tipo di tecnica che mi è appena venuta in mente e che potrebbe tornare utile: con quelli potrei perfezionarla. Aveva appena inventato una tecnica solo leggendo dei titoli su un indice?

    Raccolse una decina di tomi e rotoli, poggiandoli su un tavolo e cominciando a leggerli con aria svogliata. A Sho non restava che consultare i volumi presenti. Dopo un buon quarto d'ora a sfogliare i titoli e le brevi descrizioni dei volumi aveva identificato solo tre testi che potevano avere informazioni utili. Il tempo era limitato, non poteva fare di meglio con quello che aveva a disposizione.

    Il primo volume era una breve e tutt'altro che esaustiva storia della fondazione del Villaggio del Lucchetto, avvenuta orientativamente duecento anni prima o poco più, anche se in realtà esisteva un complesso precedente: la fondazione effettiva risaliva ai tempi della Diaspora dei Kenkichi. Uniti dal talento nei Fuuinjutsu, quattro fondatori e le loro famiglie formarono il primo nucleo del Villaggio del Lucchetto: Raoh Suzaku, del clan del Sole, Yuna Miyamoto, del clan della Luna, Daigoro Kenkichi, proveniente dalla Rosa d'Acciaio dopo la Diaspora, e per finire un vagabondo che pur privo di clan e famiglia fu determinante per garantire l'unione del villaggio. Il suo nome era Kenzo Kagome.
    Poche le informazioni sulle effettive azioni e capacità di costoro, anche se forse avrebbe potuto trovare altri libri al riguardo avendo più tempo. Un passo interessante del testo recitava
    Raoh contribuì con la potenza crescente delle sue creazioni, Yuna con la loro estrema flessibilità e capacità di variare, Kenzo aveva il dono della sintesi e dell'unione mentre Daigoro andava in profondità, alle radici del tutto. Dalla loro opera nacquero i Simboli Antichi, e con essi il Lucchetto.

    Il secondo volume era una favola per bambini che parlava di due fratelli, uno appartenente alla Guardia Diurna e uno alla Guardia Notturna. Il primo era forte e vigoroso come la luce del giorno, capace di abbattere mostri e nemici grandi come orsi senza paura, scagliandoli via con pugni violenti, ma di notte era il fratello, più gracile e meno prestante, a fargli da scudo contro gli incubi della notte. Quando però venne un grande nemico che con una sola mossa cancellò sia il sole che la luna entrambi i fratelli ebbero estreme difficoltà e stavano per perdere, quando realizzarono che nel cielo l'unica presenza realmente costante erano le stelle, e che esse li univano sempre, che fossero visibili o meno. Fu solo lottando assieme, guardando alle stelle, che distrussero il grande nemico e permisero al sole e alla luna di continuare il loro eterno ciclo.
    Non c'era un vero motivo per cui Sho lo aveva selezionato, più una sorta di presentimento.

    Il terzo e ultimo volume invece parlava della Diaspora dei Kenkichi [Link] e citava la storia di Midorinaka fino alla sua morte. Nessuna menzione però del Simbolo del Sangue Perduto ma una nota aggiunta a mano nell'ultima pagina raccontava un breve racconto:
    CITAZIONE
    Il Sangue Perduto
    Il rimpianto del padre che non volle sacrificarsi
    Era una fredda notte d'inverno, e la famiglia nella casa in cima alla montagna si teneva stretta attorno a un piccolo fuoco. Avevano lavorato molto quell'anno, e messo da parte molte provviste per sostentarsi in quel periodo crudele dell'anno. Il padre teneva stretta la moglie e i due amati figli, gettando di tanto in tanto un ciocco di legno tra le fiamme, per alimentarle.

    Il tepore era tale da tenerli al sicuro, e il suo scoppiettare copriva in parte il ritmico suono del vento e della neve fuori dalla finestra...tanto che non si accorsero in tempo del suono che andava affievolendosi al di fuori delle mura. Si erano ormai appisolati, e il fuoco stava per spegnersi, quando finalmente si resero conto di essere immersi nel più completo silenzio. Aprendo la porta o le finestre trovarono solo un muro di neve ad aspettarli. L'intera casa era stata seppellita, e nemmeno con tutti i loro sforzi riuscirono a superare quell'ostacolo.

    La madre cercò di portarsi all'esterno risalendo lungo il camino, ma ben presto rimase bloccata...e dopo alcune ore smise di parlare o di farsi sentire...per sempre. I bambini avevano freddo e fame, la loro madre era morta, e temevano di non farcela a loro volta. Anche il cibo scarseggiava, perchè ne tenevano la maggior parte in una dispensa all'esterno della casa, affinchè il freddo aiutasse a preservarla.

    Forse bruciando i mobili avrebbero sofferto meno il freddo, ma senza cibo, ben presto arrivarono a patire i morsi della fame. I bambini si fecero sempre più deboli, e nel sonno invocavano cibo, ma non c'era nulla, da mangiare. Il padre vide il suo coltello, compagno di tanti anni di vita, e in esso una possibilità. Il suo sangue, e la sua carne, potevano essere il cibo di cui i bambini avevano bisogno. Ma era pronto a un simile sacrificio per i suoi figli? Ne era in grado? Il dubbio lo avvolgeva, paralizzandolo per tutta la notte.

    Al mattino seguente i bambini non si lamentavano più. Erano morti di fame. Morti, perchè lui non aveva voluto sacrificarsi. Lui lo sapeva, e si disperò.
    Ma la sua angoscia non durò a lungo. Quella sera stessa il suo cuore spezzato smise di battere.

    Erano passate diverse ore dal loro ingresso, e Julia-kagi era rimasta immobile nella sua posizione per tutto quel tempo, ma suonando un piccolo campanello si sarebbe fatta avanti. Si sta facendo tardi. Gli Akaijin potrebbero attaccare, forse sarebbe il caso di andarcene. Midorinaka le gettò una lunga occhiata, e poi guardò Sho, prima di un sorriso sghembo. NekoNeko, a quanto pare è ora di andare a dormire per il coprifuoco. Come mio schiavo dormirai ai piedi del mio letto, vero? E poi nuovamente a Julia. Pensavo che la biblioteca fosse sicura, posso tranquillamente passare la notte qui. La leader però scosse il capo. So che potete battere facilmente gli Akaijin, ma essi sono attirati dal chakra ed è già capitato di trovarne nella biblioteca, entrati eludendo alcune delle protezioni di questo posto. Per preservare l'ambiente e i tesori conservati all'interno vi chiederei di uscire. Poi deglutì. Potrete tornare domani a mezzogiorno, naturalmente. Parole che le erano costate, ma che Midorinaka accolse con un sorriso vincente. Bene, vedo che iniziamo a ragionare. E sia. Si sarebbe alzata dalla sua panca stiracchiandosi come un gatto, prima di avviarsi verso l'uscita.

    Tornati sui loro passi, si congedarono da Julia-kagi che rimase indietro per chiudere la porta, mentre Midorinaka fece cenno a Sho di seguirlo. Ho una casa nel Quartiere del Sole. Vieni con me, NekoNeko. E non sognarti di scappare dalle mie mani. La camminata non fu complicata, ma la ragazza non pareva avere intenzione di parlare. Raggiunto il Quartiere, dopo pochi vicoli si trovarono davanti a una piccola biblioteca dal tetto rosso. La casa è quella sulla sinistra. Disse, indicandola. Ma se Sho si fosse incamminato in quella direzione si sarebbe trovato con la spada (ancora nel fodero) puntata al collo. Piano. Cosa hai scoperto, o cosa pensi di aver scoperto, NekoNeko? E soprattutto...come mai un ex-Jinchuuriki della Foglia è qui? Forse non sono aggiornata sulle faccende degli ultimi anni, ma ho chi mi informa. Quindi parla.

    Edited by Febh - 7/4/2020, 06:05
     
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    Mezze verità


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    Potere? Chiesi alla pericolosa ragazza. Se sapere che qualcuno era stato un portatore e poi si era disfatto del demone mi avrebbe potuto stupire, il proprietario di quelle parole di cero lenì l'effetto: se qualcuno al mondo poteva fare una cosa del genere era decisamente Midorinaka, una donna decisamente da temere. Le sembro uno che insegue il potere? Ci sono delle cose per cui sono disposto a morire, ma il cieco obiettivo del potere non è tra queste. Poi la sua attenzione si rivolse alle mie parole sul sangue Kenkichi, avrei potuto rivelare il nome di mio padre, ma sentivo che in qualche modo avrebbe potuto esporlo a dei rischi che certo non volevo causargli, quindi optai per una mezza verità. Vorrei poterle rispondere. Risi. Ma non posso. Non perché non voglia, ma perché sono un figlio bastardo. Cresciuto senza padre, solo ascoltando le leggende delle lame di sangue narrate da mia madre. Magari il suo fino olfatto non lo ha notato perché erano tutte bugie, chissà, non do più peso alla questione da tempo oramai.

    Non mi aspettavo una risposta diversa, aveva ragione: il perdono è una strada da percorrere non un obiettivo da raggiungere. Lei è una donna saggia quanto bella Julia-san, ma ritengo che il fine di tenerci la testa attaccata al collo sia una motivazione appropriata. Non mi fraintenda, non mi esimo dal percorrere la strada che mi porrà davanti, anzi le sarò grado anche solo se vorrà farlo. Mi congedai quindi per andare a cercare i libri con Midorinaka.
    Lo sguardo, le parole, anche il suo modo di respirare, tutto di lei emanava arroganza e superiorità, ma quello che mi mancava in forza, per fortuna, lo avevo in pazienza e tutto stava andando nella direzione che speravo.

    Ovviamente MIdorinaka era morta e risorta ed aveva un'età superiore ai duecento anni, quasi stupido da parte mia non pensare ad una banalità del genere. Oltre a quella, però, furono molteplici le informazioni che ricevetti dal breve discorso di quella che ero sempre più convinto si trattasse di una semi divinità. Sei tesori? Ma i sigilli del Lucchetto non sono solo tre: luna, sole e stella? E poi perché la stella sembra così diversa dagli altri? Una domanda fondamentale, buttata come se fosse un dubbio insignificante. Midorinaka si allontanò dal libro mastro dopo aver dato l'idea di aver ideato una nuova tecnica ninja solo leggendone l'indice. Forse semi divinità non è adatto. Direi più divinità e fine. Non sapevo se rimanere stupito oramai, quindi nel dubbio decisi di dedicarmi solo alle mie ricerche.

    Dopo una boriosa ricerca ridussi i manuali interessanti a tre:

    Il primo parlava della nascita del lucchetto, la storia mancava di molti dettagli ma il racconto sui fondatori era decisamente importante. Daigoro deve essere l'allievo di cui parlava prima ma... Kenzo Kagome? Si tratta del cognome di mio padre, il cognome del mio sangue! Non può essere una coincidenza, quindi anche Keiji è coinvolto in tutto questo?!
    Raoh contribuì con la potenza crescente delle sue creazioni, Yuna con la loro estrema flessibilità e capacità di variare, Kenzo aveva il dono della sintesi e dell'unione mentre Daigoro andava in profondità, alle radici del tutto. Dalla loro opera nacquero i Simboli Antichi, e con essi il Lucchetto. Ripetei iù volte , come una cantilena, quelle parole sembravano una chiave di lettura dei simboli in qualche maniera, come se in esse ci fosse un indizio su come effettivamente i simboli erano stati creati.

    Il secondo volume sembrava solo una storiella, eppure avevo sentito il bisogno di dedicarvi maggiore attenzione, alla fine parlava proprio del simbolo della stella. Due fratelli che hanno trovato la forza di combattere in ciò che li accomunava piuttosto che in quello che li rendeva diversi. Alla fine l'unione fa la forza, no? E siamo tutti sotto lo stesso cielo stellato.

    Il terzo libro, infine, raccontava della diaspora dei Kenkichi, di come Midorinaka avesse sterminato il suo stesso clan e fosse stata cacciata fino ad essere uccisa, solo per divenire una pozza di sangue ed essere assorbita dal terreno. Sembra venire dal cuore dell'inferno, perché avrebbe dovuto uccidere i suoi stessi fratelli? Tracce del simbolo del sangue perduto non ve ne erano , ma fui attirato da una nota a piè di pagina. Un padre non aveva voluto compiere l'ultimo sacrificio per la sopravvivenza dei propri figli, il sangue che non fu mai versato. Il sangue perduto... che sia proprio quello di Midorinaka? Magari la storia racconta le cose come vuole, se MIdorinaka fosse stata un sacrificio? Cosa rappresenta davvero questa storia? Uno storming di idee che poteva benissimo non avere né capo né coda.

    Ascoltai il dialogo tra le due donne senza intervenire né rispondere alle provocazioni di Midorinaka, ma solo salutando educatamente Julia per poi seguire il diavolo, probabilmente all'inferno, ma alla fine c'ero già stato.

    Perché dovrei scappare? Non ne avevo motivo alcuno, starle accanto mi avrebbe garantito l'ingresso alla biblioteca anche il giorno seguente. Durante il tragitto Midorinaka fu taciturna e decisi di non interrompere il silenzio che evidentemente ricercava, inoltre stare qualche minuti senza insulti non mi dispiaceva.
    Fu quando mi diressi vero la casa che mi aveva indicato che le cose cambiarono: in una frazione di secondo la sua spada, per fortuna ancora nel fodero, fu sul mio collo e tutto d'un tratto mi trovavo sotto interrogatorio. Ex-Jinchuuriki, lo usa come se avesse qualche significato, ma una sacra urna, se vuota, è solo un vaso. Sono il consigliere del villaggio della foglia ed agisco come tale, non come passato portatore. Sono qui per imparare e sicuramente la sua ricerca mi sta insegnando più di quello che pensavo. Presi una piccola pausa premendo più forte il collo contro il fodero. Ho scoperto quello che dicono i libri, niente di più. La descrivono come un mostro assetato di sangue e forse in parte è vero, ma la storia la scrivono i vincitori e penso che dopo la diaspora nessuno avesse voglia di passare come un assassino di bambine. La nota a piè di pagina, che sono sicuro abbia visto anche lei, parla di un sacrificio che non è mai stato fatto, ma non è tutto , vero? Il sangue è stato versato alla fine, ne sono convinto. Un'ulteriore pausa per riprendere fiato, cercavo di essere sicuro nelle mie parole, ma il cuore batteva all'impazzata. Infine perché è interessata a cosa ho scoperto io? Un leone come lei non si dovrebbe preoccupare di quello che pensa una pecora come me, no? Non ho intenzione di rovinare i suoi piani se è questo ad interessarle e, anche se volessi, ho l'impressione che non ne sarei in grado. Espirai con forza, come se volessi esorcizzare la tensione. E comunque il taglio della testa è un'esperienza che preferirei non ripetere, l'ultima volta non l'ho gradito.
     
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    Il Dolore delle Scelte


    Capitolo Secondo


    Atto VI
    Un legame col Passato †



    Non riuscivo ad essere lucido. Non riuscivo a rimanere concentrato. In quel vicolo, al buio, nascosto alla luce del sole, al riparo dentro la gentile ombra delle case, sentivo la mia anima come scrutata sotto una luminosissima torcia: vedere Ahri era stato un colpo abbastanza grande, un colpo che avevo gestito con difficoltà e che aveva fatto vacillare e tremare fino alle fondamenta il mio mondo interiore. Qualcosa scalpitava dentro di me, un legame col passato che non avrei potuto sciogliere, un filo che mi collegava a doppio nodo con chi credevo di aver ucciso. I miei poteri, la mia persona, le mie capacità, la mia vita artificiale erano frutto di quell'odio: l'odio per me stesso, per le scelte del passato, per la mia incapacità di tenermi stretto ciò cui più tenevo; l'odio che, concentrato su altro, mi plasmava.
    Ahri era il simbolo del mio fallimento: lei rappresentava la mia miopia e debolezza, i miei limiti e la mia inadeguatezza. Mia madre, invece, era il simbolo di ciò che avevo perso: fu sotto suo amorevole consiglio che scelsi di unirmi al gruppo di Munsu, fu su suo sprono che lasciai la mia casa, i miei affetti, la mia via, per divenire lo spadaccino che sono; questo però mi allontanò da lei, recise ogni contatto con la mia famiglia.
    Non ero lucido. Le parole del Cardinale, che mi giungevano a tratti, forse per un malfunzionamento dell'oggetto che mi aveva fornito, forse per qualche altra motivazione per il momento a me ignota, furono ascoltate con superficialità. Non ero convinto neanche di essere riuscito a comprendere del tutto il suo messaggio ma non mi importava. Kakuresata stava descrivendo ciò che vedeva. La mia risposta all'Uomo dei Teschi fu piuttosto rapida ma ponderata. Riesci a sentirmi bene? Io ho qualche problema, parlerò lentamente in ogni caso, in modo tu possa comprendere. Feci una breve pausa, prima di ripartire. Quindi Midorinaka dialoga direttamente con i Kaji di questo posto? Interessante. Continua sulla tua pista. Ripeti la posizione dell'alloggio di Midorinaka. Me ne occuperò io. Le comunicazioni sono disturbate, ho bisogno che la prossima volta tu mi comunichi una sola informazione alla volta, lentamente, aspettando una mia risposta. Tornai dunque a concentrarmi sulle parole del Pipistrello. Quando iniziò a riportare parola per parola il dialogo tra le due, sentii qualcosa nel mio corpo cedere. Sembrava una amorevole conversazione tra una suocera malata e sua nuora, dove la seconda si prendeva amorevolmente cura della prima. Il braccio sinistro cadde morto lungo il fianco, non più sotto il giogo delle mie volontà e le gambe, d'un tratto, iniziarono a tremare come la fiamma di una candela contro un flebile vento. Gridare, soffrire, piangere, scalpitare nel profondo della mia anima. Sentivo amore e gioia frammiste a speranza: il volto di mia madre e lo sguardo in cui, per anni mi ero perso, avevano dato nuova vita a qualcosa che avevo ucciso con le mie mani e che volevo che restasse per sempre morto. Mi feci forza reggendomi al muro col braccio destro, continuando ad ascoltare le conversazioni le due donne. Mia madre soffriva evidentemente di qualche disturbo mentale dovuto alla vecchiaia e parlare con lei sembrava difficile. Ahri mostrava dolcezza e tatto con la donna ma qualcosa colse la mia attenzione: insisteva nel porre domande di cui io non capivo il senso. Era evidente che la stesse fruttando in qualche modo per delle informazioni e considerando quanto erano state meschine le sue azioni in passato, non potevo escludere che stesse nuovamente agendo per gli interessi del suo villaggio. Kakuresata poi si interruppe, esprimendo un suo pensiero. Non mi pare di averti chiesto un parere. Continua a riferire ciò che vedi. Dissi, freddo. Il pipistrello, dopo un attimo di incertezza, tornò a descrivere quanto accadeva davanti ai suoi occhi. Stavo ancora riflettendo su quanto avesse detto mia madre: non sapevo che il bisnonno di mia madre costrinse mio padre a prendere il suo cognome. Ricostruendo rapidamente un albero genealogico della mia famiglia in testa mi venne spontaneo rendermi conto che doveva essere stato il padre della madre di mia madre a costringere mio padre ad assumere il suo cognome - altrimenti avrei avuto lo stesso cognome di mia madre. Ma perché questo? E perché interessava così tanto ad Ahri scoprirlo?
    Kakuresata poi mi disse che la donna si stava alzando e che stava per uscire. E dove diavolo sta andando? Chiesi, quasi come se stessi parlando con me stesso. Pochi istanti dopo, la donna aprì la porta di casa e cadde a terra, dolorante, chiamandomi per nome. Un'occasione che non potevo non sfruttare. Convergete tutti qui, veloci! Preparatevi ad occultarvi! Concentrando tutto il chakra che potevo scattai rapidissimo, liberandomi anche dal vincolo dei blocchi dell'armatura che limitavano le mie azioni e, silenzioso e furtivo come la notte stessa, corsi in direzione della donna, cercando di sollevarla rapidamente da terra senza troppe difficoltà grazie alla mia disumana forza e, in un istante, saltando in alto verso il cielo, dove avrei trovato lo stormo di pipistrelli ad attendermi ed inglobarmi, sarei scomparso nel nulla. Avrei dovuto agire con la più grande delicatezza possibile, ed avrei chiesto ai Pipistrelli di fare lo stesso. Se mia madre era ferita in qualche modo, tutta quel movimento avrebbe potuto costarle molto dolore. [Azioni][SA I] Movimento e Salto.
    Furtività: 9.
    Velocità: 700 + 150 (Impasto Medio) = 850.
    Ferita Leggera alla Vitalità.

    [ST]
    Pipistrelli - Signori della Notte [Evocazioni]

    Furtività (Base)
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +3 alla Furtività.[Da genin in su]

    Volo nelle Tenebre - Kage Tobu no Jutsu
    Villaggio: Pipistrelli
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può occultare sé stesso mentre vola riproducendo quasi perfettamente l'ambiente occupato, diventando invisibile. Viene occultato anche il suono creato dalle ali durante il volo. Se l'utilizzatore compie una manovra offensiva o difensiva, la tecnica si disattiva. Se disattivata la tecnica entro 6 metri da una fonte di chakra, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina dopo l'eventuale fase difensiva. Tipo: Ninjutsu - Kageton
    Sottotipo:
    (Consumo: Basso / Mantenimento: Metà del costo di attivazione)
    [Da genin in su]

    Lo stormo mi sostiene da sotto e mi ingloba. Dovrei essere occultato anche io, pur non direttamente. Sciolgo ovviamente la trasformazione.

    [SA II] + Azione Rapida per il movimento dei Pipistrelli.

    Non mi fidavo di Ahri. Non sapevo ciò che voleva da mia madre ma le sue domande ed il girarci continuamente intorno mi sembravano troppo sospette. Non sapevo neanche cosa ci facessero qui, né la Yamanaka né mia madre. Dovevano essere rispettivamente a Konoha e Taki. Come ho già detto, Ahri si era ritirata dalla vita ninja, per lo meno secondo quanto mi aveva riferito Sho, quindi non poteva essere lì ufficialmente con la delegazione della Foglia. Inoltre, osservando bene mia madre, mi sembrava anche estremamente più vecchia di quanto non ricordassi, benché fossero anni che mancavo da Taki. Signora, sta bene? Avrei chiesto. Si ricorda cosa è successo? Avrei continuato. Dovevo portarla in un posto sicuro, sperando che Ahri Yamanaka non riuscisse a seguirmi. Per questo volai abbastanza in alto, sempre molto furtivo assieme ai miei pipistrelli, e tenendo la nostra presenza di chakra il più possibile dietro di noi. Con un rapido collegamento attraverso il pendente, avrei ancora parlato al Cardinale. Forse, dopotutto, avevo una pista anche io. Mi sto dirigendo alla casa che ci ha suggerito Kenichi. Ho un'ospite. Quando hai finto, ti aspetto qua. Se tutto fosse andato come volevo, una volta giunto nella casa che mi aveva indicato il Collezionista di Teschi, quella alla destra della biblioteca dal tetto rosso nel quartiere del Sole, avrei lasciato il pipistrello occultato fuori dalla casa di pattuglia, abbastanza in alto da osservare l'ambiente circostante ma non abbastanza dal non poter avere il chakra occultato dal sottoscritto. A quel punto avrei poggiato la donna su un letto, impedendole di muoversi con delle tenere raccomandazioni, ed infine, utilizzando nuovamente la tecnica della trasformazione mentre ero di spalle, dopo essermi tolto l'elmo, avrei mutato il mio volto in ciò che la donna avrebbe voluto vedere: il volto del suo defunto figlio, Keiji Kagome.



    Sono io, madre, sono tornato.






    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note



    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku






    Edited by Ade Geist - 30/3/2020, 21:36
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Le Stelle che Uniscono

    ---Kiri---

    La comunicazione con il Cardinale era sempre frammentaria per colpa del braccio metallico, ma il suo messaggio giunse sufficientemente chiaro: Ricevut.... Avevano poco tempo per una comunicazione lenta e precisa in quel momento, ma avrebbero potuto continuare in seguito. L'improvvisa caduta della signora Kagome catalizzò interamente l'attenzione del Mizukage, che si precipitò su di lei ordinando alla sua creatura di raccoglierlo e trasportarlo via, per quanto una sfera di pipistrelli in pieno giorno potesse dare nell'occhio. La vecchia signora si lamentò per gli scossoni, ma al momento non c'era alternativa, ma voltandosi indietro potè vedere che Ahri era uscita dalla porta e aveva fatto in tempo a vedere qualcosa...era una Yamanaka dopotutto.

    Guardava nella direzione in cui Kensei e Kakuresata, pur occultati, si allontanavano, e il suo viso aveva occhi da predatore. Quelli non erano gli occhi di qualcuno che avrebbe lasciato perdere la sua preda senza lottare per essa. Il Cardinale come da istruzioni precedenti rispose con una sola parola alla volta mentre il Mizukage si dirigeva alla casa sicura approntata da Kenichi. Ricevuto. Arriverò. Appena. Possibile.
    Una volta al sicuro nella casa, con lo stormo di pipistrelli di guardia, il Mizukage depose la madre in uno dei letti. La gamba sinistra aveva il piede che guardava verso l'esterno, piegato innaturalmente anche se la gamba sembrava dritta...se solo Kensei fosse stato un ninja medico avrebbe saputo che verosimilmente la donna aveva un femore rotto. Quello che però sapeva era che la donna, complici gli scossoni, era in preda ad atroci dolori e un pò farneticava. Fortunatamente c'erano dei tonici approntati per ogni evenienza da Kenichi nella casa, e avrebbe potuto controllare facilmente i dolori della vecchia, se solo fosse riuscito a convincerla ad assumerli.

    Ebbe una buona idea nell'assumere il suo aspetto precedente...ma quanto avrebbe rafforzato ciò che restava di Keiji quel gesto? La volontà dell'Inquisitore era potente, ma l'aspetto evoca i ricordi, e i ricordi sono un'erba cattiva e difficile da debellare. Se non altro fu utile per placare un pò la donna (e magari approfittarne per darle qualche medicamento). Keiji! Oh, cielo ragazzo mio dove sei stato? Ho tanti dolori...tantissimi dolori! Oooh, la mia anca... Avrebbe mormorato toccando il punto dove l'osso era stato divelto. Keiji caro, c'è una ragazza deliziosa che devo presentarti e... Poi si rabbuiò guardandosi intorno, e iniziò a tremare. Oh...ma dove sono? Dove siamo? Nonno...nonno aiutami...dove siamo? Keiji, aiutami! All'evocare il nonno, una strana sensazione di calore avrebbe sfiorato Kensei, non tanto nell'animo che ardeva di emozioni negative, quanto piuttosto sulla pelle. Là dove nonostante le ustioni un frammento di pelle era rimasto integro, con la voglia che aveva involontariamente tramandato alla sua discendenza. Oh, Keiji... Sua madre iniziò a piagnucolare, con una mano sollevata non più a toccare la gamba fratturata quanto invece la spalla sinistra...che avesse anche lei quel medesimo simbolo? (a controllare, in effetti, sarebbe stato là)

    Io voglio tornare a casa...a casa mia. La signorina aveva detto che mi avrebbe aiutato a capire e a usare l'eredità del Nonno, ma io mi sento sempre più confusa...sempre più vecchia e stupida. Ma cosa mi sta succedendo, Keiji? Il Simbolo della Stella doveva riunirci tutti, no? E farci tornare tutti a casa ma non funziona come pensavo...non funziona affatto oppure forse sono troppo...stanca...e... Lo sguardo si fece vacuo, lasciandola in uno stato catatonico per qualche minuto. Quando si riprese (a nulla sarebbero serviti scossoni o grida) si sarebbe guardata attorno. Ma dove sono? E tu chi sei? Conosci mica mio figlio Keiji? Anche la signorina ha detto che lo vorrebbe conoscere. Dov'è il Nonno?

    In quel momento i pipistrelli avrebbero avvisato che, con il tramonto in procinto di cominciare, due persone, una ragazzina e un tizio con una maschera da tigre si stavano avvicinando nel vicolo...e che poi lei avrebbe puntato una spada al collo di lui. In qualche modo Kakuresata aveva l'impressione che la ragazza, che non poteva avere più di quattordici anni, lo stesse fissando...ma questo era impossibile, no?

    ---Konoha---
    Un bastardo senza lame? Lei avrebbe immediatamente ritirato la sua aggressività, sbuffando di delusione. Anelava al sangue e allo scontro, era evidente, ma era anche abbastanza intelligente da non venirne travolta, se poteva evitarlo. Che delusione, NekoNeko. Speravo di avere la scusa per strapparti le budella e bagnarmi nel tuo sangue. Aggirata la crisi con una sapiente scelta dei termini, e abbozzato un tentativo di riconciliazione con Julia-kagi, la mattina e gran parte del pomeriggio proseguirono, fino al tramonto.

    Durante lo studio nella biblioteca Sho tentò un azzardo, chiedendo delucidazioni sui Simboli a Midorinaka, adducendo un'incomprensione come scusa, o perlomeno gettando la rete per vedere cosa avrebbe raccolto. Che la ragazza avesse colto o meno le sue intenzioni, pur sotto lo sguardo divenuto più ostile di Julia-kagi, il ninja della Foglia ottene un altro piccolo frammento di quella storia. Devi essere un pò tardo o forse non sai scegliere i libri giusti. O fare le domande giuste alle guardie. Sogghignò, guardando Julia-kagi quasi con aria di sfida. I Sei Simboli antichi sono i Tesori, un pò come quella barzelletta delle Spade di Kiri di cui ho sentito parlare. Cielo Nero, Acqua Stagnante, Corrente Impetuosa, Abisso Profondo e Aurora Boreale. Il sesto è il Sangue Perduto, che però è precedente ad essi ed è il modello su cui sono stati basati. Il mio discepolo portò il Sangue Perduto qui. E usandolo come base, unendo Sole, Luna e Stella, i Fuuinjutsu dei Fondatori, generarono gli altri cinque. Il Simbolo del Sole è solo uno scarabocchio che se aggiunto ad altri Fuuinjutsu ne aumenta la potenza. Il Simbolo della Luna se aggiunto ad altri Fuuinjutsu ne altera le caratteristiche. Ma non si possono applicare entrambi o il Fuuinjutsu diventa instabile e pericoloso. A meno che non si usi anche la Stella. Il Simbolo della Stella è il potere della sintesi e dell'unione, consente di armonizzare anche gli opposti. Con questi tre come base, imitando il Sangue Perduto hanno creato i loro giocattoli. Questi sono segreti del villaggio, Midorinaka-sama. La voce di Julia-kagi arrivava severa e a labbra tese, ma alla ragazzina non importava. Segreti che conosce ogni studente del vostro villaggio...non sopravvalutatevi, basta poco per sapere di queste cose. Disse annoiata prima di tornare sui libri. Sembrava volesse aggiungere qualcosa, solo per il gusto di infastidire Julia-kagi, ma poi cambiò idea, forse la donna la aveva annoiata.

    Tempo dopo erano sulla strada del ritorno, vicino a una piccola biblioteca dal tetto rosso mentre il crepuscolo cominciava ad abbracciare il pomeriggio inoltrato. E lei aveva una spada puntata al collo di lui, per quanto dentro il fodero. Un jinchuuriki una sacra urna? Tks! Vedo che col passare del tempo avete imparato a farvi strane idee sulle armi e sui loro foderi. Un Cercoterio è una spada. Un Jinchuuriki un fodero. Nulla di più. Sentenziò con tono sprezzante, ma ascoltò attentamente ciò che Sho aveva da dire.

    Hai studiato me invece di quello che volevo trovare. Disse con voce carica di minaccia, salvo poi alleggerire notevolmente il tono. Bene, non mi servono schiavi stupidi. E' bene che tu sappia con chi hai a che fare. Alla nota sul sacrificio che non era stato compiuto corrugò appena le labbra, soddisfatta. Buona osservazione. Ma parti dal presupposto sbagliato: i vincitori fanno la storia, e cercano di demonizzare i loro avversari per sentirsi giustificati...ma nel mio caso è stato il terrore a far cambiare ciò che era accaduto, a edulcorarlo. Io sono molto peggio e molto più di quanto non affermi qualunque testo. Sarei dovuta essere sovrana, Garth, Riida e Prima Lama...e invece mi hanno tradito. Per invidia e paura. Il mio talento è il più grande che sia mai esistito sin dai tempi di Indra. La mia mente non ha pari, per questo concepii il piano di fortificare entrambi i clan estirpando i deboli e salvando solo i meritevoli. Lo feci per il loro bene, per risparmiar loro una vita di mediocrità...e lo chiamarono massacro. Notte di sangue. Sputò per terra. Deboli e infami. Hai ragione, un sacrificio era necessario e venne negato...è per questo che sono qui. Ma a una pecora con la maschera da gatto non serve sapere di più.

    Mise via la spada, dando un'occhiata di sbieco all'abitazione dove dovevano recarsi. Ora...non so se sia un caso, ma sento puzza di topo volante...e un vago, fastidioso odore antico e disgustoso provenire dalla casa dal lato opposto alla mia. E' una puzza che mi terrà sveglia...quindi voglio che sparisca. Puntò la spada verso la casa alla destra della biblioteca dal tetto rosso. Vai e uccidi chi sta in quella casa, schiavo. O se non hai il fegato catturali e portali da me.
     
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    Midorinaka non era stupida, affatto, ma ero riuscito ad illuderla di non conoscere il nome della mia famiglia, scelta che si sarebbe rivelata saggia, visto il nome di uno dei fondatori del Lucchetto nominare "Kagome" poteva non essere adatto.

    Ascoltai con attenzione le parole della Kenkichi, mi rivelò informazioni preziose che assorbii come una spugna, ma comportandomi come se fossero cose superflue; da una parte per non rivelare il vero interesse che avevo verso quello che avevo chiesto e dall'altra per passare per più idiota di quanto già non pensasse, ma non per Midorinaka, bensì per Julia!
    La donna non gradiva che il prodigio dei Mikawa mi parlasse dei simboli, ma se davvero queste erano informazioni basilari come sosteneva la finta giovane, perché tutti quei segreti nei miei confronti? A meno che non pensasse che potessi capire qualche segreto che si celava sotto di essi. In ogni caso, sembrare sciocco nei suoi confronti sembrava la difesa migliore.

    Mi trovai quindi con il fodero di una spada puntato al collo e, benché non fosse la prima volta che ero in pericolo, fu veramente la prima in cui un brivido freddo percorse la mia schiena nella sua interezza. Neppure il tepore derivante dal rosso sole calante sembrava poter lenire quel brivido freddo che da dentro scuoteva le mie ossa, non so neanche io dove trovai la freddezza e la lucidità per proferire parola, eppure parvero funzionare.
    Dopo un primo attimo, in cui vidi chiaramente tutta la mia vita scorrermi davanti agli occhi, il tono di Midorinaka si fece più calmo: sembrava apprezzare l'acume che avevo rivelato.     Edulcorare... Di quali crimini è capace dunque questa donna? Sempre che di donna si possa parlare...
    Espirai, come se potesse servirmi smaltire tutta la paura. Non chiedo di conoscere altro, infatti. Ma fu la successiva richiesta a mettermi in crisi: uccidere a sangue freddo. Midorinaka-sama, farò il possibile per rimuovere l'odore sgradevole che sente, ma non ucciderò chi vive al suo interno. Lei può amare la violenza, ma non è l'unica forza presente nel mondo, farò quello che mi chiede a modo mio e, se non le andrà bene, allora di vita le darò la mia.
    Non ero un assassino, non uccidevo a sangue freddo senza motivazione e non lo avrei mai fatto, nemmeno se avessi dovuto pagare con la mia stessa vita.
    Mi congedai quindi dalla pericolosissima ragazza e mi diressi alla casa da lei indicata per bussare delicatamente alla porta, mentre nella mente si generavano migliaia di pensieri: chi c'era in quella casa? Perché una come Midorinaka doveva scomodarsi a farli fuori? Topi volanti? Sarebbero pipistrelli? Che sia.... In un attimo mi tornarono in mente le informazioni raccolta nella giornata, di come anche mio padre potesse essere legato a quel luogo tanto quanto me, se non di più, lo stesso padre che evocava i pipistrelli. Ma come potevano essere pensieri validi? Perché Kensei avrebbe dovuto essere lì proprio in quel momento? Non aveva senso, probabilmente stavo cercando a tutti i costi di forzare una soluzione, una speranza che mi potesse permettere di uscire vivo da quella situazione ben più che critica. La porta cominciò ad aprirsi, il mio destino dietro di essa.

     
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    Il Dolore delle Scelte


    Capitolo Secondo


    Atto VII
    Condividere e Coordinare †



    Non fui abbastanza veloce. I mille occhi di Kakuresata mi avvertirono immediatamente che Ahri era uscita e stava puntanto il suo sguardo verso di noi. Nonostante l'occultamento del chakra e l'occultamento visivo, la donna sembrava riuscire a vederci o, per lo meno, ad avere idea di dove fossimo. Questo non era rassicurante, per niente, ed avrei dovuto trovare una soluzione, e alla svelta.
    Il Cardinale ricevette i miei messaggi e grazie al metodo, pur macchinoso, della comunicazione telegrafica riuscivo a comprendere messaggi semplici. Avremmo dovuto affrontare la questione non appena si fosse palesato.
    Quando tolsi l'elmo, mostrando la faccia di un uomo che non esisteva più, il mio corpo, ancora una volta, tremò, vittima degli spasmi e del dolore dell'anima straziata del Kagome che si rivoltava dentro di me. Tutta quella situazione era complessa, assurdmente difficile da maneggiare per me che, benché fossi assai potente nella Via dell'Odio, ancora non avevo padroneggiato i segreti di tale tecnica proibita, convivendo quindi con gli spiacevoli effetti collaterali di un'anima soggiogata ma non ancora del tutto annientata. La presa sul mondo era quindi poco salda ma la forza di volontà doveva spingermi a fare di meglio. Ciò che era certo è che non avrei potuto continuare a lungo con quel teatrino. Dovevo trovare il modo di risolvere anche quella questione alla svelta. Iniziavano ad essere troppi i problemi.
    Mia madre si contorceva dal dolore dovuto al volo dalla sua casa nella nuova dimora, pensai dunque di cercare qualche modicamento o di fornirle qualche tonico in mio possesso per eventualmente lenire quei fastidi. La gamba che si toccava appriva dritta ma il piede alla fine di essa era innaturalmente rivolto verso l'esterno. Pur non avendo conoscenze mediche di alcun tipo non mi fu difficile immaginarmi che si fosse rotta qualcosa e che quel piede non stesse facendo ciò che è anatomicamente designato di fare. Keiji! Oh, cielo ragazzo mio dove sei stato? Ho tanti dolori...tantissimi dolori! Oooh, la mia anca... Mi disse, toccandosi l'anca. Mamma, sta' tranquilla, ci sono io qui, non può succederti nulla. Sei caduta, ti sei fatta male ma sistemeremo la cosa in un attimo. Tu, intanto, prendi queste pasticche, masticale bene sotto i denti e lascia che facciano effetto. Starai meglio nel giro di pochi minuti. Risposi calmo, mentre le porgevo i tonici necessari a placare i dolori e un bicchiere d'acqua, invitandola a bere ed insistendo dolcemente fin quando non l'avesse fatto. Keiji caro, c'è una ragazza deliziosa che devo presentarti e... Oh...ma dove sono? Dove siamo? Nonno...nonno aiutami...dove siamo? Keiji, aiutami! Le carezzai il viso, come a volerla tranquillizzare. Mamma, siamo a casa mia, non preoccuparti. Non ci sei mai stata, lo so, ma sai anche quanto è impegnativa la vita ninja. Avete faticato tanto per darmi la possibilità di realizzarmi ed è solo grazie ai vostri sforzi ed al signor Maeda che oggi sono quello che sono. Non potrò mai dimostrarvi abbastanza la mia gratitudine. Avrei provato ancora a tranquillizzarla, continuando a sfiorarle il viso con la mano destra. La ragazza che mi vorresti presentare è la stessa che era poco fa con te a casa? Chi è, Mamma? Perché è sempre con te? Ma quando mia madre evocò il nome di mio nonno, qualcosa si fece spazio tra la pelle bruciata ed il risentimento, accendendo come una viva fiamma sul mio corpo, all'altezza del trapezio, sulla destra. Era là dove avevo il simbolo della stella. Portai la fredda mano metallica al collo, come a cercare di freddare la porzione di epidermide che sentivo bruciare e vidi mia madre fare lo stesso. Che c'è, madre, ti fa male il collo? Fammi vedere. Le dissi, spostandole delicatamente la mano e notando lo stesso simbolo che io - ed anche mio figlio - avevamo. Il legame con quel luogo iniziava a farsi più evidente ma fino a quanto in fondo le radici della mia famiglia erano intrecciate col Lucchetto? Io voglio tornare a casa...a casa mia. La signorina aveva detto che mi avrebbe aiutato a capire e a usare l'eredità del Nonno, ma io mi sento sempre più confusa...sempre più vecchia e stupida. Ma cosa mi sta succedendo, Keiji? Il Simbolo della Stella doveva riunirci tutti, no? E farci tornare tutti a casa ma non funziona come pensavo...non funziona affatto oppure forse sono troppo...stanca...e... L'Eredità del Nonno? Quale eredità? Chiesi, evidentemente confuso, mentre mia madre iniziava a sbarrare gli occhi ed a fissare un punto nel vuoto. Lascia che gli le medicine facciano effetto e vedrai che tra poco starai meglio. Dissi, accorgendomi, evidentemente che la donna non mi stava rispondendo né ascoltando. Mamma? Mamma? Chiesi, ma non ebbi risposta. Portai la mano destra sotto il suo naso e sentivo che respirava ancora. Era anziana, è vero, ma non così anziana da non poter sopportare una caduta. Almeno per l'età che aveva, anche se il suo aspetto sembrava suggerirmi che fosse più anziana di quanto non apparisse.
    Vedere mia madre che soffriva in quel modo mi fece perdere per un attimo completamente il controllo su me stesso: in un istante fui trascinato nell'umido e gelido mio mondo interiore. La Yakusoku stava erta sopra il corpo sempre più deperito e stanco del Kagome, il quale aveva legate mani e piedi e la testa oscurata da un cappuccio nero. Non riesco più a contenerlo. Disse la Promessa, indicando come i lacci apparissero erosi e consunti. E non so per quanto riusciròa contenerlo. Una risata roca e terrificante giunse dal fondo dell'infinità di quel mondo oscuro. Potrei darti una mano io ... al costo di qualche cosa. Tuonò il terrificante drago d'odio che aveva trovato nel mio corpo ricettacolo di avversione la sua migliore dimora. Si avvicinò poi sghignazzando al mio volto con le sue orrende fauci grondanti di sangue. Lo guardai qualche istante, prima di voltarmi nuovamente verso la Yakusoku. Fa' del tuo meglio. Dissi semplicemente, mentre mi lasciavo cadere all'indietro nell'acqua, tornando nel mondo dei vivi. Kensei, qualcuno si sta avvicinando alla porta ... Disse il frammento di Kakuresata che era dentro la stanza. ... è tuo figlio, Sho. Le cose si stavano per fare divertenti. Scesi alla porta, andandogli ad aprire. Nella stanza di sopra qualcuno ha bisogno del tuo aiuto. Tua nonna. Non c'era sorpresa nelle mie parole mentre, probabilmente, avrei notato stupore nei suoi occhi. Io sapevo della sua presenza lui poteva dire lo stesso di me?




    Chakra:
    Vitalità:
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    Intuito: 700
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    1:
    2:
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    Slot Azione
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    2:
    3:
    Slot Tecnica
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    Riunione di famiglia


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    La porta di aprì e, dietro di essa, vi era Kensei.
    Rimasi immobile, senza parlare, non sapevo se ero più o meno confuso di quanto non fossi prima, ma sentivo chiaramente il peso dello sguardo di Midorinaka alle mie spalle, quindi l'unica cosa che feci fu entrare, in silenzio.
    Nella mia mente, intanto, esplodevano miriadi di pensieri, un susseguirsi di idee ed ipotesi su cosa stesse accadendo che sviluppavano tanto veloce quanto poi scomparivano, troppe informazioni per poter ragionare correttamente, dovevo calmarmi. Cosa ci fai tu qui? E' per la stella? Presi fiato. Ok non abbiamo molto tempo ti devo dir... hai detto nonna? Come una piccola epifania, elaborai finalmente le parole di mio padre.
    Senza perder tempo lasciai che mi conducesse dall'anziana donna, se davvero stava male la mia priorità era quella di curarla. Ha il femore rotto. Dissi con calma mentre mi levavo la maschera e mi calavo verso di lei con l'espressione pi gentile possibile. Osservai il suo corpo, le sue movenze. Sembra che ci siano altre piccole fratture, che le è accaduto? Chiesi rivolto a mio padre prima di far affluire il charka curativoMani Curative, posso curare fino a 8 Leggere nei palmi delle mani e chinarmi di nuovo, lentamente verso la donna. Questo la farà stare meglio, andrà tutto bene, ci sono qua io. Mi rivolsi quindi nuovamente a mio padre. Kensei, quanti anni ha questa donna? Il suo volto sembrava dimostrarne più di ottanta, ma, se non ricordavo male, Kensei doveva averne meno di cinquanta.

    Siamo nei guai, padre. Avrei quindi detto all'inquisitore, dopo aver terminato di curare a donna. Midorinaka mi ha chiesto di eliminare chiunque fosse in questa casa o portarlo al suo cospetto. Immagino tu sappia chi lei sia. Presi una pausa, dovevo fornire tutte le informazioni possibile per capire cosa stesse succedendo. Sono qui per via del simbolo sulla mia schiena, un assassino misterioso stava per perforarmi un polmone, ma quando lo ha visto si è interrotto ed ha farfugliato qualcosa sul Lucchetto, quindi sono venuto ad indagare. Ho incontrato uno dei Kagi e, purtroppo, Midorinaka. Sono riuscito a trarre vantaggio dalla tensione che si è creata tra le due ed ho raccolto informazioni sul villaggio ed i simboli. Sembra che tutti nascano dal sigillo del sangue perduto, legato al tuo clan, e che ora Midorinaka sta cercando. Da esso sono nati i sei tesori del villaggio ed i simboli di Sole, che potenzia i fuuinjutsu, Luna, che ne modifica le caratteristiche, e Stella, che permette la sintesi dei due e la loro unione stabile. Uno dei fondatori, Kenzo Kagome, aveva appunto il dono della sintesi, questo mi fa supporre che la stella sia stata una sua creazione e, visto il simbolo che portiamo sulla pelle ed il tuo cognome, immagino che sia legato a noi in qualche modo. Inoltre il simbolo della stella sembra ben più segreto degli altri due, ma non ne ho ancora compreso il motivo. Penso sia evidente che ci sia sotto qualcosa di importante, questo posto non mi convince, ma mi mancano ancora dei tasselli per capire per bene. Ti prego, dammi tutte le informazioni di cui sei al corrente, sia sul Luccheto, che sui simboli, che Midorinaka ed il vostro clan. Qualunque cosa che possa aiutarci ad uscire da questa situazione, non penso avremo molto tempo.
     
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    Il Dolore delle Scelte


    Capitolo Secondo


    Atto VII - bis
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    Sho fu sorpreso ma non come mi aspettavo. Taciturno, entrò nella stanza e subito gli feci strada verso il piano di sopra, dove avevo lasciato a riposare mia madre. Era evidentemente confuso, potevo leggergli in faccia le mille domande che albergavano nella sua testa, tormentando ogni singola fibra del suo corpo perché venissero a capo di un puzzle apparentemente assurdo e privo di senso alcuno. Sembrava intenzionato ad andare dritto al punto di qualcosa e sembrava che ritenesse che non avessimo molto tempo. Hai detto nonna? disse però, bloccandosi tuttavia a metà frase. Un tuffo al cuore fu tutto ciò che provai: cuore che era già stato trafitto sia da spade illusorie che da spade vere eppure niente aveva avuto quell'effetto.
    Pensa alla vita che avremmo potuto avere insieme: a Taki, felici, con la mia famiglia, con mia madre. Avremmo potuto dedicarci alla pesca, come tradizionalmente avevano fatto i miei - per lo meno da quello che sapessi -, oppure divenire chi volevamo. Potevamo allenarci insieme se la via dei ninja fosse stato ciò che avessimo ritenuto più giusto. Avremmo potuto condividere una vita felice, priva di dolori, rabbia, odio, fastidiose protesi orticanti e desideri di vendetta e morte. Potevamo essere normali, sentirci amati ed amare, io, lui e ... sua madre. Se quei pensieri idilliaci, quel fantasma di una vita migliore aveva quasi del tutto spezzato le catene che soggiogavano Keiji nella profondità del mio vuoto interiore, l'accendersi del ricordo di Ahri risvegliò Koutsu e il più ardente degli asti. Quella donna - anzi, la donna che avevo visto a casa di mia madre quella stessa mattina - mi pungolava l'animo come la freccia nel costato di quella divinità occidentale morta crocefissa.
    Fu l'ultima domanda di Sho a destarmi da quel sogno ad occhi aperti. Vedevo il suo fare gentile e premuroso come si assiste, distanti, ad un evento che sembra irreale. Kensei, quanti anni ha questa donna? Ci misi un secondo prima di rispondere. Dovevo fare un calcolo, semplice, ma non immediato. Sessantott'anni. risposi. Effettivamente sembrava molto più vecchia - come già mi ero accorto ma pronunciandone l'età la cosa acquisto un'altro aspetto. Il Jonin di Konoha poi iniziò a spiegarmi perché si trovasse lì. Io avevo una spiegazione metafisica non certo una reale sequenza di motivazioni, per quanto predestinate. Midorinaka mi ha chiesto di eliminare chiunque fosse in questa casa o portarlo al suo cospetto. Immagino tu sappia chi lei sia. Sorrisi sotto l'elmo. La avevo fermata una volta, non sarebbe stato impossibile replicare tale intento. Ascoltai poi tutta la storia di Sho, carpendo dei dettagli che non potevo conoscere e approfondendo questioni vagamente note. Kenzo Kagome?! Un fondatore del Lucchetto? Dissi, in un sussulto. Capii. Compresi. Anche se non sapevo cosa avrebbe significato o, per lo meno, cosa avrebbe comportato. Non parlai, però, anzi, tacqui. Tacqui per dei lunghi istanti. Forse, sentendo il nome di suo bisnonno che anche in precedenza mi aveva nominato e di cui sembrava conoscere qualcosa di vitale, mia mamma avrebbe nuovamente parlato, dicendoci qualcosa di utile. Mi girai verso di lei, osservando il suo comportamento, spronandola in caso avesse cercato di dire qualcosa. Chi doveva riunire nonno Kenzo, mamma? E a cosa serve il simbolo della stella? Guardai Sho, annuendo. Ce l'ha anche lei. Non potevo aspettarmi molto da mia madre, date le sue condizioni, forse poter scrutare i suoi ricordi ci avrebbe dato informazioni che lei non era in grado di fornirci ma non avrei permesso a nessuno di toccarla con la possibilità di farle del male: la mente, specialmente la sua, è qualcosa di assai delicato. So come entrare nella biblioteca senza che nessuno possa impedirlo. Ma prima ho bisogno di raccontarti tutta la storia.
    Poco dopo infilai la mano dentro l'armatura, estranedo un piccolo filatterio e concentrandoci del chakra. Lessi i ricordi della prima conversazione col Collezionista di Teschi per averne la certezza. Sono giunto dopo il tuo arrivo ma sapevo che ti avrei trovato qua. Ho eluso i sistemi di rilevazione delle mura, abbassati per dare il benvenuto alla delegazione di Konoha, e, celato agli occhi ed al chakra, sono riuscito ad entrare di nascosto nella città. Sapevo che Midorinaka voleva parlare con i Kagi e che questi temevano incredibilmente la sua presanza nel loro Villaggio, quindi volevo risolvere il problema di Midorinaka per il Lucchetto di modo da poter poi chiedere di conoscere i segreti del Sigillo del Sangue Perduto e della Stella. A quanto pare abbiamo trovato un modo alternativo: secondo le tradizioni di questo villaggio è permesso studiare i sigilli solo agli abitanti oppure ai loro parenti. Chi meglio dei discendenti di uno dei fondatori? Feci una pausa, soddisfatto. Aver cercato informazioni negli archivi di Kiri si rivelò fruttuoso. Ti chiedi come sono venuto a conoscenza di tutto questo? Grazie ad una terza persona che sta per venire qui. Si fa chiamare Collezionista di Teschi o Cardinale. Si è presentato in amministrazione a Kiri con una pergamena recante una profezia che mi hai appena dato la possibilità, probabilmente, di decifrare nella quasi sua interezza. Recitava le seguenti parole. Mi schiarii la voce, leggendo dal filatterio. "Davanti all'antico Segno il sangue della Stella legherà nuovamente il loro destino. La stirpe dei servitori imbraccerà la speranza nello scontro finale. La Traditrice delle Lame di Sangue emergerà nella sua ricerca frenetica, e contro di lei l'Ombra dell'Acqua, nata da coloro che furono traditi. In una mano una Promessa, nell'altra un'anguilla, sarà affiancato dal suo passato recante la Stella, sotto l'occhio attento dell'uomo dai molti teschi. Il futuro o la morte. Tutti dovranno scegliere." Attesi, prima di trarre la mia conclusione. Parla di noi, e forse della nostra famiglia tutta. Andiamo con ordine. "Il sangue della Stella" si riferisce alla stirpe di Kenzo Kagome, a questo punto, inventore della Stella, quindi a me, a te ed a mia madre. Inoltre la mia attuale descrizione è abbastanza approfondita. La Promessa e Unagi sono le mie spade mentre l'Ombra dell'Acqua è evidentemente il mio titolo. L'uomo che ti ho detto avermi contattato e che mi sta aiutando è il Collezionista di teschi, e quindi sarà il suo l'occhio attento sotto cui combatteremo, con tutto ciò che questo possa implicare. Non era il caso di parlare della dubbia natura della figura di quell'uomo a Sho, almeno in quel momento. Tu, e forse anche tua nonna, sei "il passato recante la Stella". È il nostro destino che sarà riunito davanti al Sangue Perduto, dato che per anni siamo stati lontani. La Traditrice delle Lame di Sangue è Midorinaka. Tacqui. Mi rimane una sola frase che mi lascia dubbioso. La stirpe dei servitori imbraccerà la speranza nello scontro finale. Ripetei. La Stirpe dei Servitori? Servitori di cosa? E quale speranza imbracceremo? Cosa spereremo? Mentre rimuginavo su tutto questo, mi resi conto che forse Sho sapeva molto poco su Midorinaka. Almeno, non la conosceva quanto la conoscevo io. Com'è Midorinaka? Chiesi, all'improvviso, quasi a cambiare discorso. L'ho già sconfitta una volta. Ma non ero da solo. È una storia lunga. Ho paura che potrebbe riconoscermi e per questo voglio ritardare il suo incontro il più possibile. Ah, a proposito ... rallentai, come avoler sottolineare la stranezza della frase che stavo per pronunciare ... c'è un'altra persona sulle nostre tracce. Tua madre. Non so perché sia qui, così come non so perché mia madre si trovi qui anziché a Taki, e non sono neanche convinto che si trattasse davvero di Ahri Yamanaka ma oggi, quando ho soccorso tua nonna che, uscendo di casa, è caduta e si è fatta quello che hai tentato di curare, Ahri era con lei e le poneva domande sul suo bisnonno, dunque su Kenzo. Credo che anche lei stesse cercando il modo per poter accedere alla Biblioteca. Estrassi il ciondolo del cardinale, concenntrandoci una minima quantità di chakra. Carinale. La. Guardia. Non. Serve. Più. So. Come. Entrare. Biblioteca. Venga. Palazzo. Kagi. Mandai il messaggio al limite del telegrafico al Cardinale. Se Midorinaka è nella casa accanto e ti ha chiesto la mia testa, io non posso stare qui. Incontrarla non è saggio, potrebbe riconoscermi. Ci siamo già incrociati in passato e le ho rovinato i piani. Rimani con lei e fa' finta di nulla. Puoi usare un frammento di Kakuresata, se ti servisse. e così dicendo, un solo pipistrello dello stormo si avvinò, posandosi sulla mia mano sinistra aperta, in direzione di mio figlio, porgendogli il piccolo chirottero. Adesso devo andare. Devo parlare con uno dei Kagi. So che eri con Julia oggi, cercherò di rivolgermi proprio a lei. Mi voltai verso mia madre, sperando che fosse ancora incosciente. E devo riportare lei a casa. Magari durante il tragitto riesco a farmi dire qualcosa di più su Kenzo. Mi avvicinai al tavolino con i tonici e raccolsi tutto ciò che mi sarebbe potuto tornare comodo. Avevo un piano ma c'erano molte lacune di cui ero purtroppo al corrente. Dovevo chiedere aiuto ai Kagi affinché mi donassero un posto dove stare durante la notte. E non solo. Ma diamo tempo al tempo. Buona fortuna per la notte con Midorinaka. Ci vedremo sicuramente domani. Non possiamo evitarlo, è il nostro destino. E dicendo quelle parole avrei raccolto mia madre per poi congedarmi senza troppi convenevoli. Kakuresata nel frattempo, sempre occultato, stava girando intorno alla casa per permettermi di uscire da una finestra sul lato più distante dell'abitazione rispetto alla posizione di Midorinaka. Continuavo ad occultare il mio chakra lontano da quella posizione.

    Se fossi riuscito a volare indisturbato avrei portato mia madre nell'abitazione in cui l'avevo trovata la mattina di quel giorno. Come stai, mamma? È passato il dolore? Hai visto come è stato bravo quel medico che ho chiamato apposta per te? È mio figlio, quindi tuo nipote. Se vorrai domani potrai parlarci ancora un po'. Che ne dici se, mentre non arriviamo a casa, mi racconti di nonno Kenzo? Qual è l'eridità che mi dicevi che avresti voluto usare? Una volta giunto in quella abitazione avrei dapprima controllato che la casa fosse vuota girando intorno all'isolato. Se non ci fosse stato nessuno e nessuno fosse stato di pattuglia, sarei entrato ed avrei posato la donna nel suo letto per poi cercare indizi di manomissione o comunque, qualcosa che mi potesse indicare che qualcuno aveva cercato in mobili, cassetti o piazzato qualche sigillo particolare per ascoltare conversazioni o addirittura vedere attraverso il chakra. I miei dubbi su Ahri continuavano ad essere la mia più grande preoccupazione, più grande ancora della stessa Midorinaka. Era l'amore della mia vita e dovevo capire perché si comportava in quel modo, perché continuava a sfruttare me, il mio sangue ed adesso, anche suo figlio.
    In ogni caso, se la situazione fosse stata sicura avrei lasciato la donna lì, spendendo qualche parola di raccomandazione e conforto, per poi uscire e dirigermi, sempre occultato insieme a Kakuresata, verso l'Amministrazione del Lucchetto. Davanti all'ingresso avrei sciolto il mio occultamento, apparendo da uno stormo di pipistrelli, come dal nulla, che poi in un istante sarebbero stati pareggiati. Chiunque avessi trovato davanti avrebbe sentito queste semplici parole. Devo parlare con Julia-kagi immediatamente. Il Collezionista di teschi doveva sbrigarsi o l'avrei lasciato indietro.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note



    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku




     
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    Sessantotto? Dalle condizioni del suo corpo dire almeno venti di più, anche venticinque! Che le è successo? Ero stupido da quell'informazione, poi il sangue mi si gelò. Scattai verso Kensei. Da quanto tempo è qui? Da quanto non la vedi? Ha sempre dimostrato un'età più avanzata del normale ed uno stato mentale instabile? Se Kensei mi avesse chiesto il motivo delle mie domande e del mio stato agitazione, avrei risposto con la verità. Ho paura che la stiano prosciugando. Non capisci? Julia non voleva che si parlasse del simbolo della stella, quello che mi ha detto Midorinaka è che la stessa unisce gli altri due! Diosanto sembro un pazzo, vero? Sospirai, cercando di calmarmi. Ho paura che qualcosa di orribile stia succedendo in questo posto. Temo che stiano cercando di fondere i simboli di sole e luna utilizzando il potere della stella. La storia della sua nascita spiegava che il simbolo della stessa è nato quando due fratelli, uno portatore del sole ed uno della luna, dovettero affrontare un nemico apparentemente imbattibile. Potrebbero star cercando di unire i simboli per sconfiggere gli Akaijin. O forse gli stessi mostri sono la conseguenza di qualcosa che stanno facendo, perché altrimenti non chiedere l'aiuto dell foglia, un villaggio a loro alleato e militarmente più forte? No... qui c'è qualcosa sotto, qualcosa di terribile.

    Ascoltai le parole di mio padre, capendo il come ed il perché si trovasse in quel posto. Questa è un'ottima idea, certo, ma se i miei presentimenti sono veri devi stare molto attento. Risposi alla sua idea di andare alla biblioteca, poggiando la mia mano destra sulla sua spalla sinistra per un attimo, come a comunicargli la mia preoccupazione anche col linguaggio del corpo, prima di ascoltare ancora le sue parole. La tua interpretazione della profezia è molto accurata, sembra che dobbiamo impedire a Midorinaka di ottenere il simbolo del sangue perduto. Ma è davvero lei la traditrice dei Kenkichi? Ho letto della diaspora del clan e immagino che la tua interpretazione sia di certo la migliore, ma non escluderei dei risvolti a cui non abbiamo pensato, si tratta comunque di un messaggio criptico. Presumo che la stirpe dei servitori siamo noi; uno dei fondatori del villaggio era un servo di Midorinaka, sono stati i suoi discendenti a prendere il simbolo del sangue perduto e portarlo via dal Lucchetto. Ora, ponendo che il servo di Midorinaka fosse Daigoro Kenkichi, la stirpe dei servitori sarebbe quella a cui tu appartieni e, di conseguenza, anche io. Ma è solo una supposizione. Per quanto la speranza non so aiutarti, per ora.

    Midorinaka è terribilmente potente... e crudele, non so come tu l'abbia sconfitta ma ho l'impressione che replicare tale impresa non sarà facile, inoltre una parte di me mi porta a pensare che non sia davvero lei il nemico, ma non capisco perché. Fui estremamente colpito di sapere che mia madre si trovava in quel luogo. Mia madre?! Cercai di rifarmi ai miei ricordi per capire se l'avevo vistaFebh, lascio a te la parola a riguardo a Konoha prima di partire, poteva non essere davvero lei? Ma perché, in quel caso, replicarla? E se fosse stata davvero lei, perché mai era lì? E perché non ne sapevo niente?

    Accettai di buon grado l'idea di separarci, per il momento, ma rifiutai il suo dono. Non posso, Midorinaka ha fiutato il tuo odore a decine di metri da qui, lo sentirebbe subito. Buona fortuna a te, padre. Tratta bene la nonna. Così dicendo ci separammo. Avevo avuto riposte, ma ero uscito con molte più domande.
    Mi diressi quindi verso la casa in cui avrei dovuto soggiornare la notte ed avrei bussato, prima di entrare. Midorinaka-sama, gli ospiti indesiderati non sono più un problema, come da lei richiesto. Spero che gradisca. Avrei quindi accettato di coricarmi dove mi avesse indicato, tuttavia, prima di tentare di dormire, avrei provato a fare una domanda semplice alla ragazza. Midorinaka-sama, pensa che coloro che non l'hanno seguita la definirebbero una "traditrice"? Per quanto mi pare abbastanza ovvio che, dal suo punto di vista, i traditori solo coloro che non hanno voluto un clan di soli guerrieri degni. Non avrei comunque insistito se non mi avesse risposto e mi sarei scusato se la domanda l'avesse fatta arrabbiare, il mio obiettivo in quel momento era arrivare vivo al giorno successivo.


     
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    È colpa tua. Ratty

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    ---Kiri e Konoha---

    Oh, quindi mi sfidi, NekoNeko? Disse la fanciulla sanguinaria,sporgendosi in avanti ed appoggiandosi alla spada ancora dentro il fodero, così da sostenersi. Non ami uccidere? Eppure puzzi di sangue versato. Ora mi tirerai fuori la solita manfrina di aver ucciso solo quando strettamente necessario, vero? Beh...se ti giochi la tua vita allora vai. E se farai sparire i topi volanti allora potrei perdonarti. Ti aspetto in casa, NekoNeko. Sorrise con aria terribilmente minacciosa prima di allontanarsi. E parleremo di disciplina. Si chiuse la porta alle spalle con una risata sbarazzina che riprendeva molto il suo aspetto ma suonava terribilmente sinistra se considerata nel complesso. Se non altro Sho aveva guadagnato un pò di libertà d'azione. Tutto per trovarsi davanti a suo padre, la cui presenza venne spiegata dalla complessa profezia, e sua nonna, con tutte le stranezze del caso.

    Le medicine fornite da Kensei poco prima avevano calmato un pò il dolore, ma la donna restava debole e disorientata. La ragazza? Che ragazza, Keiji? Ah, dici la signorina Ahri? Sai che mi ha accompagnato lei qui? Per vedere le terre di origine del nonno. Non era proprio di qui ma ci è arrivato da ragazzo, sai? Ho dei disegni, era proprio bello, almeno quanto te, Keiji. Sorrise, un pò obnubilata. La signorina Ahri secondo me sarebbe un buon partito per te. E poi è così buona con me. Quasi fosse una nuora amorevole. Dovresti pensare a sistemarti prima o poi, no, Keiji? Parole che risvegliavano ricordi ed emozioni sopite, parole che facevano sfarfallare la Yakusoku nel suo tentativo di tenere a bada il Keiji interiore. Per quanto Kensei insistesse, l'arma cui era legato poteva agire solo in minima misura nei confronti della mente prigioniera e incapacitata: la Promessa era legata al Sangue, e Kensei e Keiji da quel punto di vista erano assolutamente la stessa persona, rendendo molto complesso per lo spirito dell'arma del primo Kenkichi trovare le differenze. Se comprendesse di essere tuo pari. Se guadagnasse sufficiente forza di volontà, io sarei parte di lui esattamente come lo sono di te. Queste le sue parole, mentre il rombo distante del drago nero sussurrava lusinghe e promesse terribili. Quell'entità ti distruggerà un giorno, Carne e Sangue di Saruhyondo. Devi trovare un modo per liberartene senza compromettere il tuo potere. Erano ovvietà, naturalmente, ma la Yakusoku sottintendeva che quando Kensei avesse voluto sfidare Koutsu, lei ci sarebbe stata.

    La vista di Sho aveva dato nuova forza a Keiji nel profondo, tanto che per una frazione di secondo, senza che lo volesse, il braccio di Kensei, quello ancora umano, si sarebbe posato sulla spalla del figlio. Entrambi avrebbero sentito un forte calore là dove il simbolo della stella marchiava le loro carni, ma se la sensazione si limitò a questo per Kensei, ben altro sarebbe accaduto a Sho, che per una frazione di secondo avrebbe chiaramente udito una richiesta di aiuto provenire dal padre, una voce debole e fragile che tuttavia risuonò nella sua mente. Ma la priorità a quel momento era l'anziana signora Kagome, che pur non curabile con le semplici Mani Curative, poteva certo essere stabilizzata e rimessa in sesto, guadagnando tempo. Avrebbe comunque avuto bisogno di un ospedale: quel semplice jutsu non era in grado di rinsaldare le ossa, ma almeno le permise di riguadagnare un briciolo di lucidità. Keiji...chi è questo giovane? Un tuo amico? Poi alla citazione del fondatore del lucchetto sorrise, stralunata. Eh si, nonno Kenzo! Lui era una specie di vagabondo ma poi si stabilì qui. Era nato con un dono, sapete? Andava daccordo con tutti, lui! Forse per i farmaci o per la demenza incipiente, la donna iniziò a canticchiare una nenia molto semplice, forse una vecchia ninna nanna (Keiji forse la ricordava inconsciamente, e prese ad agitarsi con fervore). C'è anche la sua vecchia casa qui, ci sono passata con Ahri, è tanto ben tenuta. Ma scommetto che nessuno sa del suo nascondiglio segreto in cantina. Mi ci portava da piccola...tre a destra accese e due a destra spente, e al centro si rovescia. HiHiHiHi...adorava fare marchigegni strani. Ad Ahri però non lo ho detto, è un segreto di famiglia. Poi si bloccò, guardandosi intorno. Keiji? Ma dove sono? E chi è questo giovane? Un tuo amico? Ahri? Dove sei Ahri? La signora ha detto che devi starmi sempre vicina, Ahri! AHRI!!! Iniziò a gridare più forte, spaesata. Impossibile parlarci oltre.

    Facendo mente locale il jonin di Konoha avrebbe realizzato che dall'ultima volta che aveva visto sua madre erano passati diversi mesi, e che in effetti la aveva sentita nominare solo quando aveva firmato un permesso di viaggio per lei, per una vacanza nelle zone termali del paese delle Cascate, circa un mese e mezzo prima. Decisero comunque di collaborare, con Kensei che avrebbe portato i pipistrelli lontano, restituendo la madre ad Ahri, mentre Sho si sarebbe occupato di Midorinaka.


    ---Kiri---
    Durante il volo, certo meno precipitoso e dunque meno lesivo, la donna si era un pò calmata anche se restava molto spaesata. Il favore delle tenebre poi metteva anche Kakuresata più a suo agio. Keiji...tuo figlio? Oh, ma sei ancora così giovane...ma non mi serve più l'eredità del nonno se siamo tutti assieme. Non serve più, possiamo restare uniti. Sorrise, un pò sdentata. Volevo tanto che tornassimo a stare uniti...nonno Kenzo diceva sempre che la sua Eredità era il potere di unire anche le cose più lontante. Ma io non sono mai stata brava con il chakra e le cose da ninja...però la Signora si è offerta di aiutarmi, mi ha dato il potere di fare tutto...poi Ahri mi ha accompagnato qui e le cose sono diventate tutte così fumose. Mi sento così stanca, però sono felice di vederti. E c'è una ragazza che vorrei presentarti, sai? Se avesse indagato sulla Signora, le risposte sarebbero state assai frammentarie. Si, la Signora, quella che aiuta la gente. Molto bella, capelli neri e lunghi. La signora Orihara, no? Quella che gira sempre con quello spadaccino distinto vestito di azzurro. Io credo ci sia del tenero. Ma non avrebbe fornito nulla di più concreto. Se invece la avesse pressata sulla natura dell'Eredità, la vecchia si sarebbe sfiorata una spalla. La abbiamo tutti sul corpo, anche tu, Keiji, è l'Eredità della nostra famiglia. E' uno di quei simboli che usano i ninja, ma è anche qualcosa di più profondo, dipende da come lo si usa. Non era una kunoichi, non era materialmente in grado di dire nulla di più chiaro di quanto non avesse narrato fino a quel momento.

    Atterrati davanti alla casa, che sembrava deserta e chiusa, poggiato piede a terra Kensei si congedò con qualche parola di conforto. Tornerai a trovarmi, vero Keiji? Quelle parole furono un temporale all'interno del corpo del Kiriano: il suo io interiore si ribellò al punto da ridurre drasticamente la funzione del braccio meccanico, e con esso della sua capacità di inibire il chakra per qualche istante. Ma quell'istante fu più che sufficiente: il terreno ai suoi piedi si accese di una luce dorata e terribilmente opprimente, tale che persino Kakuresata fu costretto a condensare lo stormo in una singola figura e atterrare. Il peso non era tale da impacciare i movimenti, ma il Mizukage avrebbe percepito chiaramente che uscire da quel circolo sarebbe stata un'impresa non da poco. Oh cielo, Keiji...che succede? La cosa più strana però era il Fuuinjutsu-trappola stesso, su cui campeggiavano tre simboli molto evidenti: il sole, la luna e, al centro, armonizzando il tutto, la Stella, mentre un gran numero di ideogrammi e linee tracciavano altri elementi di potere.

    La porta della casa si aprì mentre Ahri avanzava di qualche passo, guardando con superiorità il Kiriano. Immaginavo che saresti tornato. O per meglio dire lo sapevo per certo. Uno strano lampo luminoso nel suo occhio sinistro, subito celato. Ma non so per quale motivo hai rapito e portato via la signora Kagome. Alle spalle di Ahri dalla porta uscì una seconda persona: un uomo alto e ben piazzato, dal viso sereno e lunghi capelli bianchi [Immagine]

    . Portava una chiave al collo. Sono Toki-Kagi. Uno dei leader del villaggio. Scappare è improbabile, ninja alleato dei pipistrelli. E rapire una discendente di uno dei nostri illustri fondatori non è qualcosa che accettiamo di buon grado. Entrambi erano nel circolo, e se la donna si avvicinò alla signora Kagome per vedere come stava, lui invece avanzò fino a portarsi a tre metri circa da Kensei. Non amo combattere, ma se necessario lo farò. Spero di poter risolvere le cose con pace e pazienza. Ahri cara, come mai questa luce? Se mi aiuti ad alzarmi voglio presentarti mio figlio Keiji, eccolo là. La Yamanaka parve confusa, sollevando lo sguardo sul Mizukage il cui volto era coperto dall'elmo. Keiji? Qui? Signora Kagome, deve essersi confusa. Keiji è a Kiri, lontano da qui. Ma no, è lui, ti dico.

    Ho nascosto la nostra presenza con un Fuuinjutsu e preparato la trappola, caricandola con la forza di tutti e tre i Simboli del Lucchetto, che solo noi Kagi siamo autorizzati a usare in contemporanea. Il dispiegamento di forze è notevole, ma per un istante prima ho percepito il tuo chakra e capisco che sei pericoloso. Questo è un momento di grande fragilità per il Lucchetto. Membri della guardia notturna tengono a bada gli Akaijin qui vicino ma potrebbero comunque arrivare e non è sicuro stare all'aperto. Contemporaneamente un mostro emerso dal passato, Midorinaka, ci invade pretendendo di avere accesso a ogni segreto del villaggio, e sono certo che potrebbe davvero distruggerci se lo volesse. Jagi-Kagi ultimamente è sempre più strano e assente, nemmeno fosse l'ombra di sè stesso e ora, mentre cerchiamo una soluzione agli Akaijin indagando sui poteri degli antenati con l'aiuto dell'ultima discendente a noi nota...ecco che appari tu per rapirla. Puoi ben capire che mi aspetto una spiegazione, shinobi mascherato. E magari un nome.

    Nella sua mente intanto il teschio del Cardinale avrebbe trasmesso un messaggio. Giunto. Problemi. Un Kagi. In caccia. Di intrusi. Sono nascosto. Devo raggiungerti? Percepisco. Tua Posizione.


    ---Konoha---
    Sho trovò Midorinaka con indosso poco più di una canotta e delle mutande, seduta di malagrazia su un divano con la spada sempre a portata di mano. Lo guardò e arricciò il naso. Ora puzzi tu di pipistrello, ma quelli sono andati via. Mi verrebbe quasi da chiedermi cosa ci faccia un Kuei qui, ma sono talmente inferiori da essermi indifferenti. Spogliati e lavati, poi torna qui, in questo momento mi disgusti. Se non trovi vestiti resta nudo, non mi interessa. E quando arrivi, porta del sakè e da mangiare. Lo trattava assolutamente come un servo, con atteggiamenti da principessa viziata e assolutamente ignara delle buone maniere. O forse era cresciuta con l'idea che la forza vincesse su tutto e fosse l'unica cosa importante al mondo. Nella casa comunque c'erano abiti che stavano al giovane, per fortuna.

    Quando Sho fosse tornato lei lo avrebbe squadrato senza particolare interesse. Cosa c'è? Ti imbarazza una ragazza che sta comoda? Sono a casa mia, posso fare quello che voglio. Ora servimi da bere e facci cadere dentro qualche goccia del tuo sangue. Lo voglio assaggiare. Non era una richiesta. Dopo aver assaggiato la bevanda si fece pensierosa, prima di chiederne una seconda tazza. Quindi non li hai uccisi, vero? Pisciasotto. E come mai puzzi di vecchia? Prima le ragazzine e poi le vecchie? Devo forse disciplinarti, NekoNeko? Poi ebbe come un'illuminazione. Ah, giusto! Devo ancora insegnarti un pò di disciplina. Mettiti a quattro zampe: fammi da poggiapiedi. Che accettasse o meno quell'umiliazione lei si sarebbe disinteressata della cosa dopo pochi secondi.

    Domani dovrai distrarre Julia-kagi mentre io taglio qualche fuuinjutsu con la spada. Dovrei aver perfezionato la tecnica, ormai. Bevve quella che forse era ormai la terza tazza di sakè. E poi venne il momento della domanda di Sho, alla quale lo guardò di sbieco per qualche secondo, come se stesse valutando da che parte iniziare a tagliarlo. La storia la fanno i vincitori. Quarta tazza. Riempi. Anche se era solo una battaglia e non certo la guerra. Io sono tornata, anche più forte di prima. Non ho la mia spada, ma posso procurarmene altre. E non stare a lisciarmi, non sono stupida. Mi segui solo per paura, e questo va benissimo, ma non ti allargare.

    Quinta tazza. Riempi. Hai ragione quando dici che il Simbolo del Sangue Perduto ha a che fare con me. Ero forte, il futuro del clan, benedetta dagli dei del Caos, ognuno dei quali mi fece dono di un talento. Appresi rapidamente le arti di mio padre al punto da essere sua pari ad appena otto anni. E contemporaneamente ero un prodigio nel manipolare il sangue come lo era stato mio fratello prima di essere ucciso dai Mikawa traditori. Raccolsi seguaci, ottenni peso nelle decisioni del clan. Avanzai la mia proposta di selezionare solo i degni, che non venne bene accolta. Lo accettai all'inizio, pensando di addestrare tutti più duramente così che gli indegni si eliminassero da soli, abbandonandoci...ma non bastava mai. Sesta tazza. Riempi.

    Troppi indegni, con il loro puzzo. Erano insopportabili, ma a mio padre andavano sempre bene. Avevo undici anni quando vedendo quegli incapaci scimmiottare le nostre arti persi il controllo e ne uccisi tre. Erano patetici e non sarebbero mancati a nessuno. I miei seguaci mi spalleggiavano e giustificavano la mia scelta...erano cresciuti in numero e bravura, non li si poteva ignorare. Ma due dei morti erano figli di sacerdoti dei grandi dei del Caos...chiesero che mi sacrificassi agli dei come punizione.
    Settima tazza. Riempi. Non lo accettai, quasi nessuno nel clan lo accettò. Allora i sacerdoti dissero che potevo essere risparmiata...se mio padre avesse sacrificato sè stesso. Ottava tazza. Nona tazza.

    Lui lo avrebbe anche fatto, ma sai come funziona la politica, no? Pressioni, manipolazioni, forse qualche genjutsu. Forse la paura che io sarei stata una leader troppo rigida. Non lo so. Fatto sta che non accettò la proposta. Quella notte cercarono di catturarmi per portarmi all'altare. Mi ribellai e con me i miei seguaci. Sorrise, un pò brilla, assolutamente con occhi entusiasti e sanguinari. Fu la notte migliore della mia vita. Sangue e massacro ovunque, sentivo la forza degli Dei in me. Mio padre, persino mio padre dovette ricorrere a trucchi e alleati per battermi: in uno scontro singolo gli ero superiore! Mi sconfissero con l'inganno, e mentre ero ferita e senza più la mia spada offrii tutto quello che avevo agli Dei del Caos. Ed essi risposero, accentuando i miei talenti, i miei doni. Decima tazza. Riempi.

    Ferii a morte mio padre e uccisi molti altri. E poi mi dissolsi nel sangue, consapevole che prima o poi sarebbero riusciti a riportarmi indietro. I doni degli Dei disciolti nel mio sangue e in quello dei miei nemici si concretizzarono sul mio corpo e infine rimasero là a terra. Nel Simbolo del Sangue Perduto. Mio padre lo prese per sè, ma un mio discepolo poi glielo sottrasse. Esso incarna il potere del Controllo, oltre a essere il mio sangue originario, di cui ho bisogno per tornare al pieno delle mie forze.
    Undicesima tazza.

    E ora vediamo se hai fatto i compiti. I quattro simboli del Lucchetto. Sole, Luna, Stella e Sangue. Cosa rappresentano...e secondo te cosa rappresentano se messi tutti assieme? Tese la tazza. Riempi. Ma il sakè era finito. Avuta la sua risposta, quale che essa fosse, Midorinaka avrebbe riso e poi si sarebbe alzata. Con la spada in mano sarebbe andata a dormire. Non avrebbe dato ulteriori indicazioni a Sho...cosa avrebbe fatto il Jonin?

    Intanto nella notte, strani rumori e sagome allertavano continuamente i suoi sensi. Qualcosa si muoveva là intorno...ma cosa? Valeva la pena controllare o sarebbe rimasto là fino al mattino?
     
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    Esplorazioni notturne


    Post ottavo ( X )




    Andava d'accordo con tutti eh? Allora forse qualcosa in comunque con questa famiglia, oltre al sangue ce l'ho. Dietro le parole della nonna, però, si rivelava ben altro: un ulteriore indizio sul potere della stella, poter unire anche gli animi. Almeno questo è quello che dedussi.
    Avevo lenito le ferite della donna, ma doveva comunque essere trasportata in ospedale per ulteriori cure, cosa che comunicai a Kensei prima che le nostre strade si separassero. Gli confermai inoltre che quella che aveva incontrato poteva davvero essere mia madre, che non vedevo da mesi e per la quale avevo firmato un permesso di viaggio qualche tempo prima. Le tempistiche col trasferimento dell'anziana donna tornavano, ma cosa stava facendo mia madre? E perché in segreto?

    Il ritorno da Midorinaka fu meno problematico del previsto, considerando che tenni la testa attaccata al collo. Non feci caso al vestiario della ragazza, mi sarei invece stupito se avesse assunto un atteggiamento diverso da quello con cui mi aveva accolto. Senza obiettare mi andai a fare una doccia, dopo quella giornata ne avevo bisogno: sarei potuto stare solo coi miei pensieri, mentre la calda acqua scorreva sul mio corpo e mi aiutava a rilassare i nervi tesi. Esaminai tutti i dati che avevo recepito quel giorno, erano veramente tanti; come pezzi di un puzzle dovevo cercare di metterli al loro posto, senza essere traviato dall'aspetto del singolo ma guardandoli solo nel contesto in cui si inserivano.
    Mi asciugai e mi vestii una una specie di abito da note che trovai in un armadio, non mi vergognavo di rimanere nudo, ma di certo non volevo che Midorinaka vedesse il simbolo della stella alla base del mio collo, non ancora almeno.
    Portai il sake, come richiesto dalla ragazza, e ci versai delle gocce del mio sangue, ma mi opposi alla sua imposizione. Non sono un cane. Dissi fissandola negli occhi , per la prima volta anche lei poteva vedere il mio volto avendo io lasciato la maschera con il resto del mio equipaggiamento nella camera da letto. Per fortuna la questione si esaurì istantaneamente, Midorinaka era più interessata a bere che non a disciplinarmi.
    Ascoltai le sue parole, mentre le riempivo la tazza ad ogni sua richiesta. Lisciarla? Mi fermai un attimo. Lei non ha capito niente di me, vero? Non nego che la sua presenza mi faccia salire un brivido lungo la schiena, ma non è la paura a guidare le mie parole o le mie azioni, altrimenti cosa mi avrebbe impedito di non tornare affatto adesso? Glielo ripeto: Io. Non sono. Un cane. Se dico certe cose è perché lo so benissimo che la storia la fanno i vincitori e che non esiste mai una sola verità, il fatto che lei si comporti da demone, da diavolo crudele, non vuol dire automaticamente che lei non possa aver avuto le sue ragioni, non vuol dire che io possa non ascoltare il suo punto di vista; e questo non perché ho paura, ma perché sono fatto così. Per domani vedrò di fare il possibile per aiutarla, ma ancora una volta non sarà la paura nei suoi confronti a guidare le mie azioni, bensì l'interesse che oramai ho per questa faccenda. Ripresi a versarle da bere mentre con attenzione recepivo le informazioni che, forse in un attimo di offuscamento dato da tutto il bere, mi stava rivelando. Mi dispiace. Dissi semplicemente quelle due parole, fissando Midorinaka negli occhi con sguardo gentile. Poteva essere il demone che lei professava, ma questo non nega il fatto che si trattava comunque di una bambina che il padre aveva deciso di sacrificare invece di dare la propria vita per difenderla, mi dedicai quindi a rispondere alla sua domanda, dopo essermi accorto che il sake era finito. Potenza, capacità di adattamento, potere si sintesi e unione ed infine controllo. I simboli rappresentano quello che si potrebbe definire il guerriero perfetto, ma manca qualcosa.... qualcosa di fondamentale: la morale. Senza di essa non parliamo di un guerriero, ma solo di un'arma ed una spada, per quanto affilata, senza qualcuno che la impugna che effetto può avere sul nostro mondo? Un vero guerriero cambia il mondo anche con la sua lama nel fodero, legata al suo fianco, e questo di certo non solo grazie al suo puro potere.
    Lasciai che la ragazza si coricasse. Midorinaka sama....buonanotte. Se per molti la storia che mi aveva raccontato avrebbe fatto nascere repulsione e paura nei suoi confronti, a me aveva invece dato una profonda tristezza.

    I rumori nella notte continuavano a tenermi sull'attenti, assieme ai pensieri sulla mia famiglia, misteriosamente coinvolta in quella vicenda. Mi vestii col mio equipaggiamento e mi fermai davanti alla porta, morsi quindi delicatamente il mio pollice, così che una piccola goccia di sangue ne sgorgasse fuori, ed in un attimo evocai davanti a me uno degli spiriti lupo Tecnica del Richiamo - Kuchiyose no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora (5)
    L'utilizzatore è in grado di richiamare oggetti o creature attraverso un varco spazio temporale. Creature: È necessario che il ninja abbia stretto un patto di sangue con una razza di creature. Richiamare in battaglia le creature è necessario una goccia di sangue e un consumo di chakra pari alla metà della riserva dell'evocazione, non è possibile ridurre il costo di chakra in nessun modo. È possibile invocare solo esseri di parienergia o inferiore. È possibile Pareggiare gratuitamente e senza la spesa di Slot le proprie creature, facendole ritornare al proprio luogo d'origine. Evocare una creatura richiede slot tecnica avanzato. Oggetti: È possibile liberare il contenuto iscritto all'interno di specifici rotoli spendendo ¼ Basso. Questo uso non richiede slot tecnica ma azione gratuita veloce. Inoltre consente, in condizioni di calma, di stipare oggetti solidi incustoditi nei rotoli; l'operazione che richiede un minuto ogni 100 crediti. Richiedono 1 Slot Tecnica ognuno. Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Variabile )
    [Da genin in su]

    Jaro - L'infiltrato [Evocazioni]

    Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica. Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Basso)
    [Da genin in su]

    Ricetrasmittente [Vario]
    Coppia di auricolari che permette ci comunicare liberamente tra chi li indossa fino a 10 km di distanza.Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 1 | Durezza: 2)
    [Da genin in su]

    Jaro
    Speciale: L'utilizzatore può richiamare tramite la tecnica del richiamo la creatura Jaro. Jaro è un grosso lupo nero dagli occhi rossi, le sue abilità lo hanno reso gli occhi del branco e per questo ricopre il ruolo di esploratore. Si tratta di un tipo silenzioso e riflessivo, anche se in realtà ama la compagnia dei suoi alleati.

    Jaro ha accesso alle competenze Figli dell'ombra e Figli del branco.

    ([Energia Blu: Vitalità 9 leggere | Riserva 12 bassi | Unità 5])
    [Da chunin in su]

    D-Visor [Vario]
    Un visore applicabile all'occhio con visione notturna e una lente capace di ingrandimenti fino a 2.5x. Permette di calcolare la distanza dal bersaglio scattare foto. Può causare Ado.Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 1 | Durezza: 2)
    [Da chunin in su]

    Trasmettitore di immagini [Vario]
    Coppia di piccoli sensori d'immagine. Composto da un trasmittente ed un ricevente: Il ricevente vede quello che è nel campo visivo del trasmittente ma non viceversa. Funzionano entro 10 km.Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 1 | Durezza: 2)
    [Da jonin in su]
    . Jaro, ho bisogno che esplori i dintorni, devo sapere cosa sono questi rumori. Il lupo nero, sempre taciturno, si limitò ad accennare un movimento del capo per comunicarmi di aver capito. Presi così la ricetrasmittente ed il trasmettitore di immagini, indossandoli mentre la loro controparte rimaneva su Jaro, che intanto attivò di D-visor. Mi raccomando sta attento, ci sono demoni che girano la notte in questo posto. Non sono un cucciolo. Stavolta rispose. Ma sei mio amico.
    Lasciai quindi che uscisse, l'equipaggiamento speciale di cui eravamo dotati mi permetteva di vedere coi suoi occhi e comunicare liberamente con lui, avrei quindi guidato il lupo verso ciò che avesse colto il mio interesse, sempre preoccupandomi della sua sicurezzaIn caso di percepito pericolo Jaro usa Mimetismo + Tecnica economica con risparmio 50%.



    Chakra: 74/80
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 3
    • Tonico di Recupero Superiore × 2
    • Tonico di Ripristino Superiore × 2
    • Zanbato × 1
    • Cartabomba III × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Maschera del Lupo × 1

    Note
    ///


    Edited by S h o ! - 17/4/2020, 17:09
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Il Dolore delle Scelte


    Capitolo Secondo


    Atto VIII
    Il passato che torna †



    La piccola riunione di famiglia che si era tenuta in quella modesta casa aveva dato qualche frutto, oltre ad avermi lentamente privato di molti appigli al mondo. Ero stanco, spossato, distrutto. Ancora non avevo estratto una singola spada eppure il mio corpo sembrava aver combattuto mille battaglie. I poteri che mi erano propri sembravano essere spariti e su di me giaceva solo il macigno di una vita che non esisteva più. Cercai di scacciare quei pensieri come potevo cercando di concentrarmi su mia madre. Un'idea più controproducente che altro ma anche l'unica che avevo sul momento.
    Avevo scoperto che avrei potuto visitare la vecchia casa del mio trisnonno, se avessi voluto e, soprattutto se ne avessi avuta la possibilità ma prima dovevo sistemare quella faccenda e portare mia mamma laddove doveva stare: a casa sua, al sicuro. Almeno per il momento. Mi limitai ad incidere su un filatterio i ricordi di quelle istruzioni, per poi nasconderle dentro la mia armatura.
    Durante il volo mia madre continuò a parlare prima riempiendo il mio cuore di una sesazione di calore terribile e che mi metteva a disagio, poi accennando a dei particolari che, per fortuna, richiamarono completamente la mia attenzione. La Signora? Chiesi dubbioso. Non ti stai riferendo ad Ahri, giusto? Continuai. Riuscì a darmi qualche indicazione ulteriore. Si, la Signora, quella che aiuta la gente. Molto bella, capelli neri e lunghi. La signora Orihara, no? Quella che gira sempre con quello spadaccino distinto vestito di azzurro. Io credo ci sia del tenero. Ma queste parole, per me, furono del tutto insignificanti. Certo, mia madre aveva parlato di questa donna come di colei che le aveva dato la possibilità di fare tutto e mi aveva fatto capire che questo era accaduto a Taki. Ahri, quindi, la aveva sottrata da un'altra donna che la stava sfruttando solo per potersene approfittare lei? Strinsi i denti sotto l'Elmo, rabbioso, incapace di districare il nodo che teneva insieme il lunghissimo filo di quella matassa. La Stella che avevo sul corpo, quindi, era un simbolo ninja, probabilmente un sigillo se aveva a che fare con il Lucchetto.
    Quando riuscii finalmente ad arrivare all'abitazione di mia madre, quella strana sensazione di calore intorno al cuore mi colse nuovamente interferendo in modo netto e preoccupante con le mie capacità. Tornerai a trovarmi, vero Keiji? chiese la donna, con aria dolce e sognante. Sì, madre, te lo prometto. Risposi immediatamente, senza aver controllo sulle parole che uscivano dalla mia bocca: era come se avessi voluto pronunciarle ma ero sicuro di non averlo fatto e, tuttavia, quelle parole erano uscite comunque. Il controllo sul ninja che mi aveva creato era garantito da catene sempre più usurate.
    E mentre pronunciavo quelle parole, un sigillo luminoso emanante luce dorata si accese sotto ai miei piedi, costringendomi sul posto e limitandomi i movimenti. Appena Kakuresata fu costretto ad atterrare accanto a me, condensandosi nella sua figura abbozzata di pipistrello gigante, sollevai la mano congedandolo, affinché non potesse capitargli niente di violento. Non era fatto per il combattimento. Ero stato attento prima di atterrare, avevo preso tutte le accortezze del caso: eppure l'instabilità della mia natura mi aveva fatto scoprire, illuminandomi come un cerino nel pieno della notte. Sta' tranquilla, madre. Dissi alla donna che iniziava ad agitarsi. Ci sono io qui, non potrà succederti nulla. Contemporaneamente qualcuno usciva dalla porta di casa di mia madre: era Ahri, o almeno, qualcuno che le rassomigliava molto. Immaginavo che saresti tornato. O per meglio dire lo sapevo per certo. La guardai da sotto l'elmo, mentre mi parve di vedere qualcosa dentro il suo occhio sinistro. Una qualche arte oculare? Sapevo che la donna era una Yamanaka ma non avevo idea di eventuali sue doujutsu. Ma non so per quale motivo hai rapito e portato via la signora Kagome. Chiese, ingenuamente, non rendendosi conto di chi aveva dinnanzi. Perché è difficile fidarsi due volte di una spia. Replicai duro, con dell'evidente astio, mentre alle sue spalle compariva un uomo con una chiave al collo, evidentemente uno dei Kagi. Non una donna, quindi, indubitabilmente non colei con cui Sho aveva passato la giornata. Sono Toki-Kagi. Uno dei leader del villaggio. Scappare è improbabile, ninja alleato dei pipistrelli. E rapire una discendente di uno dei nostri illustri fondatori non è qualcosa che accettiamo di buon grado. La sua presentazione immediatamente mi fece saltare in testa una domanda: conosceva i Kyuketsu Komori? Non amo combattere, ma se necessario lo farò. Spero di poter risolvere le cose con pace e pazienza. L'elmo inespressivo tuonò immediatamente poco prima che mia madre parlasse a Ahri. Non siamo dello stesso avviso Toki-Kagi ma neanche io sono qui per combattere. Cercavo proprio un di voi tre regnanti. Mia madre poi mi fece eco, rivolgendosi alla presunta Yamanaka. Ahri cara, come mai questa luce? Se mi aiuti ad alzarmi voglio presentarti mio figlio Keiji, eccolo là. Disse, indicandomi. Potei constatare dalla sua espressione come quella informazione non tornasse alla donna e le sue parole me lo confermarono poco dopo. Mi limitai a chiarire la mia posizione senza tuttavia ammettere che, in qualche modo, ero ancora collegabile a Keiji Kagome. Con quale nome la gente mi chiami non è importante. Anche perché quale che fosse il nome che avrei dato, avrebbe portato con sé numerosi problemi: da una parte, la presenza scomoda di un ninja dal passato ingombrante, dall'altra invece, il Mizukage in persona. Lasciai che La Chiave finisse il suo discorso prima di avanzare le mie urgenti richieste. Ho nascosto la nostra presenza con un Fuuinjutsu e preparato la trappola, caricandola con la forza di tutti e tre i Simboli del Lucchetto, che solo noi Kagi siamo autorizzati a usare in contemporanea. Il dispiegamento di forze è notevole, ma per un istante prima ho percepito il tuo chakra e capisco che sei pericoloso. Questo è un momento di grande fragilità per il Lucchetto. Membri della guardia notturna tengono a bada gli Akaijin qui vicino ma potrebbero comunque arrivare e non è sicuro stare all'aperto. Contemporaneamente un mostro emerso dal passato, Midorinaka, ci invade pretendendo di avere accesso a ogni segreto del villaggio, e sono certo che potrebbe davvero distruggerci se lo volesse. Jagi-Kagi ultimamente è sempre più strano e assente, nemmeno fosse l'ombra di sè stesso e ora, mentre cerchiamo una soluzione agli Akaijin indagando sui poteri degli antenati con l'aiuto dell'ultima discendente a noi nota...ecco che appari tu per rapirla. Puoi ben capire che mi aspetto una spiegazione, shinobi mascherato. E magari un nome. Raccolsi un attimo tutte le informazioni che avevo. Cosa avrei potuto far sapere loro? Cosa avrei dovuto celare? Potevo fidarmi di Ahri Yamanaka, ponendo che si trattasse davvero di lei? E mentre quei pensieri si rincorrevano nella mia mente, la voce del Collezionista di Teschi mi si insinuò nella testa, comunicandomi qualcosa cui non potevo rispondere. Il rischio che venisse scoperto e che le mie intenzioni fossero malinterpretate era troppo alto per provare a comunicare con lui attraverso il chakra. Ciò che aveva appena detto, però, confermare in parte quanto mi stava dicendo il Kagi che avevo davanti. Potevo forse sfruttare la situazione a mio vantaggio. Potete chiamarmi Ken. Una presetazione d'effetto. E sbagliate a considerare questa donna l'ultimo discendente di Kenzo Kagome: anche io lo sono. Anche io ho la Stella. Sorvolai su come questo fosse possibile. Ahri avrebbe potuto credere quello che voleva, dopotutto mia madre aveva dato un grande indizio. Mossi leggermente il mantello e l'armatura, voltandomi leggermente, cercando quindi di mostrare il Simbolo intatto tra la pelle gravemente ustionata. Midorinaka è un problema comune tra me e voi, ero qui per indagare su di lei ma ho scoperto le origini del vostro villaggio ed il collegamento col mio avo grazie a questa donna. Ed è proprio in onore di questa discendenza che so che mi lascerete studiare i segreti del vostro Villaggio all'interno della Biblioteca. Sono la vostra unica speranza contro Midorinaka. L'inespressivo elmo studiava le reazioni del Kagi. Dobbiamo agire adesso e guadagnarci il nostro vantaggio. Ho bisogno che apriate la Biblioteca adesso e che lo facciate nel modo più discreto possibile, non dobbiamo essere scoperti. Pensai infine al Cardinale. Voglio essere accompagnato da tutti e tre i Kagi di questo villaggio. Una pretesa importante: se però avessero accettato, sarei riuscito a togliere dalle calcagna del Collezionista di Teschi il Kagi che lo stava insenguendo.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note



    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku




     
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    È colpa tua. Ratty

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    ---Kiri---

    Una spia? Detto da un uomo mascherato che rapisce le vecchie? Ahri cercava di tener calma la vecchia signora che si stava impuntando nel non vedersi riconosciuta la capacità di riconoscere suo figlio, ma le lamentele passavano rapidamente in secondo piano rispetto alla discussione tra il Mizukage e il Kagi. Ken, allora. Che certo non è il tuo nome, ma almeno mi permette di identificarti. E ora...per quale motivo sei...? La rivelazione di essere un portatore del Simbolo della Stella fece sgranare gli occhi al leader del Lucchetto. COSA? E ancora una volta sbottò quando Kensei mostrò la pelle integra e marchiata contornata da orribili cicatrici. Sembra...autentico. Un mero tatuaggio non può replicare il Simbolo della Stella...ma allora... Portò una mano alla chiave che teneva attorno al collo, guardando Ahri che era sbiancata. E' impossibile! Kenzo Kagome ha una sola linea di discendenza! Una sola figlia, che ha avuto una figlia, che ha avuto un figlio che... Te lo ho detto che è Keiji Puntualizzò la vecchia, pur dolorante. Ma allora... Ahri lasciò il fianco della suocera, avvicinandosi all'uomo mascherato. Allora sei per forza tu... La sua espressione era un misto di sorpresa e indignazione, con un briciolo di disgusto, ma nel vedere le cicatrici ci fu un accenno, durato appena un istante, di genuina preoccupazione per qualcuno che comunque aveva condiviso una parte della vita con lei. Non puoi essere Sho...quindi sei davvero Keiji. Portò una mano al volto mentre Toki-Kagi alternava lo sguardo tra la Yamanaka e il Kenkichi. Keiji Kagome. Ti davamo per disperso o avremmo provato a contattarti invece di cercare la signora Kagome. Inaspettatamente lo spadaccino si trovò davanti a un saluto formale e a un inchino, mentre il Fuuinjutsu si disattivava. Ogni discendente del fondatore è sempre bene accetto nel nostro Villaggio Ahri intanto lo incalzò. Allora non hai rapito tua madre...immagino volessi sapere cosa ci faceva qui e come mai era in queste condizioni, vero?

    Se Midorinaka è un tuo nemico allora abbiamo un nemico comune. Disse Toki-Kagi portando una mano al mento ornato da una corta barba. E hai diritto ad accedere alla biblioteca, naturalmente, ma esistono delle regole e dei vincoli. Puoi studiare ciò che desideri, ma portare via solo una singola conoscenza, tutte le altre resteranno all'interno, sigillate nella tua mente se uscirai dall'edificio, inoltre potrai entrare, nella sezione più profonda, solo alla porzione privata del tuo antenato Sollevò quindi un dito. Tuttavia capisci bene che prima di concedere a un estraneo, anche se discendente del fondatore, la presenza di tutti i Kagi mentre Midorinaka imperversa, avrei bisogno di maggiori rassicurazioni. Già nel recente passato un discendente dei fondatori è tornato, ed è solo colpa sua se il Villaggio è in pericolo. Di cosa hai bisogno e come intendi affrontare quella donna maledetta? Dovrai condividere i tuoi piani se vorrai il nostro aiuto.

    Se avesse interrogato Ahri sulle condizioni della madre avrebbe ottenuto solo un'espressione seria e una bocca chiusa. Era evidente che non si fidava affatto della presenza di Kensei. Toki-Kagi invece avrebbe approfondito quanto detto fino a quel momento. Ken Kagome, posso chiamarti così se lo preferisci anche se mi pare che la tua identità sia stata svelata. Al momento Jagi-Kagi è impegnato nella ricerca di una persona sospetta vicino al nostro palazzo amministrativo. Julia-Kagi invece è già alla biblioteca per rafforzare i sigilli: teme che Midorinaka domani provi a forzarci la mano per raggiungere i livelli più profondi della Biblioteca ora che ha avuto l'accesso. Sollevò una mano a indicare l'edificio che certo troneggiava su tutto il Villaggio. Lei ritiene di poter trovare il Simbolo del Sangue Perduto nella Biblioteca, ma questo è impossibile. Gli Akaijin sono apparsi esattamente perchè il simbolo NON è presente. Un discendente di Daigoro Kenkichi lo trafugò assieme agli altri Sigilli Antichi, le armi segrete del Villaggio, e li portò a Kiri per fondare una sorta di rivoluzione. Perdettero e il discendente tornò qui in incognito ma SENZA il Simbolo e senza cercare di restituirlo, attivando il meccanismo d'allarme che i nostri predecessori avevano della generazione precedente di Kagi avevano progettato: gli Akaijin. Il problema è che poi è scomparso, si nasconde nel Villaggio da qualche parte e quindi gli Akaijin sono andati fuori controllo. Fortunatamente la Guardia Notturna riesce a tenerli a bada, a patto che la gente eviti di andare in giro dopo il tramonto. Credo che qualcosa sia andato storto, e l'arrivo di Midorinaka non ha fatto altro che peggiorare le cose.

    Un nuovo messaggio del Cardinale poi giunse al Mizukage. Choji. Arrivato. Missioni. Per lui? Io Nascosto. Ancora. Mi cerca.

    ---Konoha---
    No, infatti sei un gattino, NekoNeko. Disse Midorinaka tra un bicchiere e l'altro. Paura, interesse, a me non importa. Mi pare evidente chi sia il dominante tra noi due. Disse con un sorriso che celava una certa tristezza, forse quella di chi si trova sul podio senza poi volerlo fino in fondo, e sceglie di arrendersi al proprio talento. Ti dispiace? E di cosa? Quelli sono morti tutti. E io sono viva. Alla salute! Questo il suo brindisi, tra un racconto e l'altro. Alla sua risposta su cosa comportasse unire i quattro simboli Midorinaka rise, ma avrebbe riso quale che fosse la risposta, prima di congedarsi per la notte.

    Sho rimase sveglio un pò più a lungo, forse per mettere ordine in quella lunga giornata, e sentendo dei rumori sospetti decise di inviare una delle sue fidate evocazioni in esplorazione, con l'ordine di non rischiare e di mantenersi il più lontano possibile dai guai. Aperta la porta il lupo sgattaiolò (e qui si chiede perdono per il gioco di parole) all'esterno, con il favore delle tenebre e della scarsa illuminazione stradale di quel quartiere (a ben guardare del Villaggio tutto). Segni di artigliate erano presenti sui muri di alcune delle case circostanti, artigliate fresche, che però sembravano in fase di riparazione automatica, nemmeno gli edifici fossero esseri viventi. I rumori si erano allontanati in una direzione precisa, e fu nel seguirli che il lupo udì chiaramente dei passetti rapidi in fuga e un respiro affannoso. Voltato un angolo mantenendosi al sicuro nelle tenebre, percorso un vicolo e raggiunta una delle vie principali, avrebbe chiaramente scorto un piccoletto

    vestito da ninja che correva di gran carriera (essendo alto poco meno di Youkai questo spiegava il gran numero di passetti), senza gridare perchè troppo impegnato a conservare il fiato, con uno zaino più grande di lui, mentre tre orride creature bianche piene di segni rossi e grondanti sangue lo inseguivano!

    In qualche modo, nonostante le doti furtive di Jaro, il piccolo ninja in fuga sembrò percepirlo e guardò nella sua direzione con occhi sgranati e imploranti...in effetti correva proprio nella sua direzione! AIUTOOO!!! Disse, ma al fare rumore i tre mostruosi inseguitori, grandi ognuno almeno il doppio del lupo [Nota]Grandi 10 Unità, al pari di un Chunin, Energia Blu, +2 a Velocità nella corsa, accelerarono come se galvanizzati dal suono! IIIIHHH!! Ti prego dammi una mano, sono al servizio del Mizukage! Aiutami!

    Se effettivamente Jaro avesse messo in atto una strategia vincente per mettere in salvo il piccoletto (o avesse chiamato Sho), questi si sarebbe esibito in ringraziamenti profusi con tentativi di abbraccio, doni di dolciumi e carne secca e qualche balletto di contentezza! Mi chiamo Choji Omiai...mi manda il Mizukage e devo cercare suo figlio, ho un messaggio per lui! Oddio...tu non sei della Guardia Notturna, vero? Non devo farmi scoprire da quelli del Lucchetto... Posto che tutto andasse bene...cosa farne del tappetto molesto?
     
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    Post nono ( XI )




    Rise, Midorinaka, ascoltando la mia risposta. Non mi stupii, qualunque cosa avessi detto probabilmente avrebbe scatenato quella reazione. Vedevamo il mondo in maniera completamente diversa, non avrei mai potuto rispondere a quella domanda con un'idea che condividesse e, se avevo capito qualcosa nel lunghissimo ed estenuante giorno che avevo trascorso con lei, era che trovasse sbagliate tutte le opinioni che differissero dalle sue anche di poco. Per quanto fosse un essere umano abominevole, sempre ammesso che si potesse ancora definire essere umano, una parte di me provava quasi pena per lei. Una vita nella rabbia e nell'odio non potevano che generare una creatura del genere. Pensa che la sua forza immane possa darle quello che cerca, ma è vittima di un triste destino come tutti noi.

    Seguivo attentamente gli spostamenti di Jaro, mentre con un sacro silenzio cercavo di non distrarlo da eventuali pericoli. Le strade erano deserte, silenziose e buie. Strano, non vedo nessuna guardia notturna. Sussurrai all'orecchio del lupo, che continuava a guardarsi attorno. Sui muri vi erano quelli che interpretai come segni di passaggio degli Akaijin, profondi squarci apparentemente freschi. Osservando meglio le grandi incisioni, attraverso la visione di Jaro, notai che gli edifici stavano andando incontro ad un processo di autoriparazione, quasi come se stessero guarendo. Questo spiega perché quest'oggi non ho notato segni simili nel villaggio. Che si tratti di uno dei particolari fuuinjutsu che custodiscono i Kagi?
    Il percorso dell lupo nero proseguì finché la sua attenzione, e la mia, non furono attirate da un piccolo uomo che fuggiva proprio dai demoni che la notte lambivano quelle terre! Come diavolo ha fatto a vederti?! Il Mizukage? Jaro, se riesci portalo da me Pianificazione [0]
    Speciale: L'utilizzatore può assegnare un incarico ad un alleato impartendogli delle direttive specifiche. Ogni azione intrapresa dall’alleato è incrementata di 2 tacche in una statistica scelta dall’utilizzatore. L’alleato deve ubbidire all’incarico impartito dall’utilizzatore il potenziamento non è applicabile per eventi collaterali la missione e non strettamente collegati.[Da chunin in su]

    Potenzio di 2 tacche la velocità
    .


    Se la situazione lo avesse permesso una distanza tra Jaro e gli Akaijin, dopo che ha recuperato Choji, superiore ai 9 metri. Jaro si sarebbe reso trasparenteTecnica del Mimetismo
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può rendersi impercettibile alla vista o all'udito o all'olfatto, alla scelta all'attivazione. Annulla rispettivamente gli effetti delle abilità Vista Perfetta, Udito Perfetto o Olfatto Perfetto avversarie oppure riduce la loro percezione di 3. Concede un occultamento naturale parziale, rendendosi trasparente; l'occultamento è inefficace entro 1,5 metri da una fonte di chakra. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica avanzato.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Alto / Mantenimento: ½ Basso ogni azione)
    [Da jonin in su]

    Annullo udito perfetto
    e sarebbe scattato verso il piccoletto, afferrandolo per lo zaino con le potenti zanne, per poi scartare verso un vicolo buio alla sua sinistra. Lì il lupo, favorito dalle tenebre e le sue abilitàFurtività (Intermedia)
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +6 alla Furtività, anziché +3.(Richiede Furtività (Base))
    [Da chunin in su]

    Movimenti Invisibili
    Maestria: L'utilizzatore annulla la vista perfetta avversaria se presente, altrimenti ottiene un bonus +3 alla Furtività. Il bonus alla Furtività non è cumulabile con quello concesso da "Movimenti Silenziosi" o "Movimenti Inodore". [Da chunin in su]

    + Mimetismo con annullamento dell'udito perfetto
    , avrebbe girato nuovamente alla sua sinistra e poi a sinistra ancora una volta, questo per tornare sulla precedente strada e dirigersi quindi verso il punto di origine, ma tentando di creare confusione agli Akaijin. [Nota]Jaro Impasta Mediobasso e si muove a velocità Viola + 2 . La precisazione di prima era per evitare un ado da allontanamento.

    Jaro, portalo alla casa di fianco a quella dove eravamo. Non volevo che entrasse in un edificio con Midorinaka, ancora non sapevo se potevo fidarmi di quel piccolissimo tipo ma, almeno per ora, preferivo che avesse la testa attaccata al collo. Uscii silenziosamente Movimenti Silenziosi [2]
    Maestria: L'utilizzatore annulla l'udito perfetto avversario se presente, altrimenti ottiene un bonus +3 alla Furtività. Il bonus alla Furtività non è cumulabile con quello concesso da "Movimenti Invisibili" o "Movimenti Inodore". [Da chunin in su]
    dalla casa, dirigendomi a quella con cui mi ero incontrato con mio padre e che, grazie ai sensi di Midorinaka, sapevo essere vuota. Giunto all'uscio avrei provato ad aprire la porta e , se si fosse rivelato necessario, avrei forzato la serratura.

    Una volta arrivato il lupo con il nostro ospite lasciai che Jaro lo depositasse all'interno dell'abitazione prima di farlo uscire. Assumi le mie sembianze e recati nella casa dove ero, in caso te lo comunicassi sveglia la ragazza che si trova lì e dille di venire qui, poi torna al Monte Argenteo. Non approcciarla in nessun altro caso. Ottimo lavoro. Il lupo , in un istante, si tramutò Tecnica della trasformazione in me e si recò nella casa con Midorinaka, io , d'altro canto, entrai per fare compagnia al nostro minuscolo e misterioso ospite.
    Accennai un inchino per rispondere ai ringraziamenti. Ho la fortuna di avere amici estremamente abili, non è merito mio. Non faccio parte della guardia notturna, come può evincere dal mio aspetto, Choji-san. Il mizukage, da quello che so, è entrato qui di nascosto e con un alleato che non corrisponde alla sua descrizione. Devo inoltre sottolineare che il fatto che abbia un figlio sia un segreto conosciuto da pochi. Quindi lei come lo sa? Qual è il suo messaggio? E perché non dovrei avvertire le autorità del Lucchetto ? Non volevo ancora rivelare di essere io l'uomo che cercava, ma gli avevo dato abbastanza informazioni per fargli capire di essere coinvolto nella vicenda nella speranza che quello, più il fatto di avergli salvato la vita, si sarebbe rivelato sufficiente ed essere degno della sua fiducia.

    Se invece Jaro avesse rischiato troppo a salvare il piccoletto, gli avrei intimatosempre + 2 a vel per pianificazione di attirare le bestie verso la casa in cui risiedevo. Intanto sarei uscito ed al mio fianco avrei evocatoTecnica del richiamo, STA il grande Okami. Fratello, stiamo per combattere, sei pronto? Rise il lupo, rivelando le enormi zanne, scintillanti per il riflesso lunare. Sono sempre pronto. Svegliare Midorinaka avrebbe voluto dire eliminare in un istante i demoni, ma poteva significare anche perdere un messaggero di mio padre.
     
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    Il Dolore delle Scelte


    Capitolo Secondo


    Atto IX
    Discendenze maledette



    Era pressoché impossibile riuscire a mantenere il controllo in quella situazione: le due donne più importanti della mia vita erano lì davanti e chiamavano il mio nome a gran voce. Non potei fare altro che socchiudere per un istante gli occhi ed immergermi nel mio mondo interiore. Non trovai niente, solo il solito sottile strato d'acqua che rendeva quel posto fastidiosamente umido e disagevole. C'era però una sensazione palpabile di rivincita, come se due occhi, piegati e deformati da un largo sorriso, mi stessero scrutando e denigrando. Koutsu. Dissi, chiamando l'unico che poteva essere responsabile di tutto ciò. Ho bisogno del tuo aiuto. E se arrivavo a pronunciare quelle parole col Drago Nero, forse, avevo realmente bisogno d'aiuto. Il Drago mi mostrò il sorriso che mi ero immaginato poco prima. Bene. Disse semplicemente. Ci penso io, Kensei. E, così dicendo scomparve scattando rapido tra le sue spire, sinistro. E fu in quel momento che capii che quella decisione fu necessaria ma terribile perché il Drago riuscì a cacciarmi dal mio mondo interiore senza il mio consenso. [Note]Volevo giocare questa cosa. Koutsu fa qualcosa al prezzo di qualcos'altro. Ti lascio tranquillamente decidere cosa, Febh, coerentemente con la quest, se può tornarti comodo. Almeno magari poi riesco a dare un senso a 'sto serpente poco simpatico. COSA? Urlò Toki-Kagi mentre riaprivo gli occhi. Sembra...autentico. Un mero tatuaggio non può replicare il Simbolo della Stella...ma allora... Seguì uno scambio di sguardi con la Yamanaka ed altre frasi d'incredilità cui diedi poco peso fino a quando Ahri disse qualcosa che colse la mia attenzione. Non puoi essere Sho...quindi sei davvero Keiji. Il mio sguardo si spostò dalla Chiave a lei, fissandola tetramente. Quella frase voleva dire soltanto una cosa: se, dato che avevo mostrato la Stella, non potevo essere Sho ma soltanto suo padre, allora sapeva che Sho aveva la Stella. Dunque perché scomodarsi nell'avere a che fare con mia madre quando, evidentemente, poteva usare suo figlio? Forse perché c'era qualche pericolo che non voleva fargli correre? Keiji Kagome. Ti davamo per disperso o avremmo provato a contattarti invece di cercare la signora Kagome. Tornai con gli occhi sul Kagi. Ogni discendente del fondatore è sempre bene accetto nel nostro Villaggio. Ricambiai l'inchino mentre lasciavo cadere nel vuoto le parole della kunoichi della foglia. Quel nome non ha più significato per me. Potete chiamarmi come preferite. Temevo che fornire il mio nome avrebbe potuto ricondurmi alla figura del Mizukage e data la disciplina ed il rigore con cui Toki-kagi si era rivolto a me, temevo sue rimostranze per non essermi fatto annunciare.. Non so quanto lontano si spandessero le notizie e quindi se potessero sapere della scomparsa di Itai e della nuova reggenza, dunque preferii mantenere un certo distacco. Cos'ha a che fare con voi questa donna? Chiesi alla Chiave, senza mezzi termini, poi, voltandomi e guardando Ahri avrei pronunciato le seguenti parole: E chi è la Signora Orihara?
    Toki passò poi ad esporre sia la situazione sia le sue richieste siale sue analisi. Al momento Jagi-Kagi è impegnato nella ricerca di una persona sospetta vicino al nostro palazzo amministrativo. Feci un cenno con la mano. Sospetta di cosa? Ho bisogno di tutti i dettagli. Chiesi. Dipendentemente dalla risposta, se fosse stata troppo severa o pericolosa avrei evitato di espormi, avrei liberato il mio alleato da quel mastino. L'uomo è con me. Non avete niente da temere da lui. Smettete di dargli la caccia. Non ero affatto certo di quella frase ma non potevo privarmi di un alleato prezioso come il Cardinale in quel momento. ulia-Kagi invece è già alla biblioteca per rafforzare i sigilli: teme che Midorinaka domani provi a forzarci la mano per raggiungere i livelli più profondi della Biblioteca ora che ha avuto l'accesso. Annuii. Fa bene. Sono convinto che Midorinaka non esiterà a farsi largo con la sua spada appena ne avrà l'occasione. Questo è il motivo per cui vi ho chiesto di anticiparla e farmi avere accesso alla biblioteca stanotte stessa, nel massimo della discrezione. Ma le parole che proseguirono fecero crollare tutti i miei piani. Lei ritiene di poter trovare il Simbolo del Sangue Perduto nella Biblioteca, ma questo è impossibile. Gli Akaijin sono apparsi esattamente perchè il simbolo NON è presente. Un discendente di Daigoro Kenkichi lo trafugò assieme agli altri Sigilli Antichi, le armi segrete del Villaggio, e li portò a Kiri per fondare una sorta di rivoluzione. A sentir pronunciare queste frasi, un'eco sinistra iniziò a risuonare nella mia testa. Una rivoluzione? Perdettero e il discendente tornò qui in incognito ma SENZA il Simbolo e senza cercare di restituirlo, attivando il meccanismo d'allarme che i nostri predecessori avevano progettato: gli Akaijin. Lo interruppi un istante. Cosa sono esattamente questi Akaijin? chiesi. Le mie informazioni li definivano poco più che mostri. E questo non era certo sufficiente per rendersi conto di ciò che avremmo dovuto affrontare. Il problema è che poi è scomparso, si nasconde nel Villaggio da qualche parte e quindi gli Akaijin sono andati fuori controllo. Fortunatamente la Guardia Notturna riesce a tenerli a bada, a patto che la gente eviti di andare in giro dopo il tramonto. Credo che qualcosa sia andato storto, e l'arrivo di Midorinaka non ha fatto altro che peggiorare le cose. Attesi un secondo prima di incalzare con le mie osservazioni. Che aspetto aveva l'uomo che ha trafugato il sigillo? Il gruppo di rivoluzionari di cui faceva parte si faceva chiamare la Nuova Nebbia di Sangue, per caso? Contemporaneamente la voce del Cardinale rimbombò nella mia testa. Il messaggio telegrafico fu criptico e necessitai di qualche istante per comprenderlo. Choji. Arrivato. Missioni. Per lui? Io Nascosto. Ancora. Mi cerca. Choji? Il Chunin che lo aveva accompagnato? E cosa ci faceva al Lucchetto? Perché chiedeva se avevo delle missioni per lui? Cosa diavolo stava succedendo? Non possiamo far passare la notte. Non dobbiamo cedere terreno a Midorinaka. Dobbiamo agire adesso anche se la città è invasa da quelle ... cose. Ho bisogno di voi Kagi per scortarmi in una vostra vecchia abitazione: quella del mio antenato, Kenzo Kagome. La kunoichi qui presente non è ben accetta. Tagliai corto, gelido. Midorinaka vuole il Sigillo del Sangue Perduto e se non è presente nella biblioteca questo non significa che ella non possa comunque attingere a tutte le altre conoscenze per radere al suolo questo posto e stanare ovunque si sia rifugiato il trafugatore. Muoviamoci quindi in questo modo.
    Avrei detto, serio e freddo. Non era un tono imperante il mio ma lasciava ben poco spazio alle interpretazioni e, probabilmente, alle controproposte. Su un singolo argomento ero particolarmente intransigente: Ahri non doveva avvicinarsi. Senza questo prerequisito fondamentale non mi sarei mosso dalla mia posizione e, anzi, avrei agito da solo.
    In ogni caso, se la copertura del Cardinale non fosse stata compromessa avrei chiamato l'uomo attraverso il pendente e gli avrei comunicato di raggiungermi al più presto, senza ovviamente nascondergli che ero in presenza di uno dei Kagi.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note



    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku




     
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69 replies since 18/12/2019, 16:16   1539 views
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