Una gelida... Lezione.Free

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  1. ~Cube
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    Una Gelida... Lezione


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    - Sì sì sì. Ti rispondo s-s-subito! – nello sguardo del bandito si poteva benissimo intravedere il terrore. A differenza dell’approccio con Akaraguri la sensazione di trovarsi puntato al collo una lama gelida e affilata cambiava di molto la prospettiva e la propensione verso gli altri – Siamo in sei. Io e il mio compagno… - e l’uomo con mano tremante andò ad indicare il primo che avevo atterrato, il quale nel frattempo si stava contorcendo su se stesso, gridando al cielo e ai Kami, dal dolore – stavamo trattando con l’altro tipo – per esclusione stava parlando del tizio che non avrebbe mai più mangiato cibo solido – per vendere una partita di armi. Sono spade, coltellacci… armi di seconda mano ma utili per gentaglia come noi – attese qualche secondo, giusto il tempo per riprendere fiato – Lavoriamo in proprio! Siamo in sei, e il nostro capo si chiama Karagetsu. Siamo al molo, non troppo distante da qui. Il resto del carico è ancora là! Ti prego, non so dirti altro! Lo giuro! Sono un bastardo… lo so. Ma non merito di morire! –

    Il Kunai rimase nella sua posizione, per qualche istante, quasi come se il tempo si fosse fermato. E poi con uno scatto felino mi allontanai con un balzo dall’uomo. Voltando lo sguardo verso Akaraguri mi limitai a pronunciare poche parole: - Mi ha convinto. E tu mi hai soddisfatto. Ora lascio a te la decisione di cosa farne di lui. Non mi intrometterò. – e così sarebbe effettivamente stato. Ucciderlo, stordirlo, lasciarlo andare come niente fosse… questa scelta sarebbe ricaduta sul Kiriano.

    Distrussi il carico, applicando una cartabomba esplosiva, e osservando soddisfatto l’esplosione dell’intera partita d’armi aggiunsi qualche parola verso il Kiriano: - Ci siamo disfatti di questa parte, ma manca il grosso. Dobbiamo fermare questi contrabbandieri e distruggere la parte restante delle armi. Questo Karagetsu non mi dice nulla, ma ho la sensazione che non sia da sottovalutare. Forza, seguimi. Dirigiamoci verso il posto indicato. – E così avrei effettivamente fatto. Prima di raggiungere la meta avrei aggiunto giusto qualche discorso: - Comunque nel trambusto non mi sono nemmeno presentato... Mi chiamo Kato Yotsuki, Chunin di Oto. Molto piacere di conoscerti! IhIhIhIh – aspettando un secondo – Raccontami un po' di te… Io sono molto esperto nei Taijustu. Adoro combattere corpo a corpo e incrociare la lama e lo sguardo con l’avversario. Quali sono le tue peculiarità? Poi il tuo nome così singolare… Akaraguri. Non hai nessun cognome? Non appartieni a nessuna famiglia nobile di Kiri? Hai avuto modo di conscere qualche altro Ninja oltre a me? – una sfilza di domande certo, ciascuna delle quali meritava una risposta. Infondo conoscere il proprio compagno di Team era uno dei passi fondamentali del buon Ninja… Accademico o meno.



     
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