Nonostante avesse fatto intendere di non avere molto interesse nel parlare, ad Akuraguri non dispiaceva la presenza e la compagnia del chunin, che nonostante fosse evidentemente disturbato, aveva evidentemente le stesse aspirazioni o condivideva alcuni dei valore del giovane kiriano. Alle sue domande Akuraguri rispose così, velocemente:
Oh, non l'ho conosciuto approfonditamente, ma mi sembra un tipo forte, la stessa impressione che mi dai tu.
Arrivati al porto, i due si nascosero velocemente all'ombra, giusto in tempo per osservare e carpire una conversazione fra uno scagnozzo ed il famoso Karagetsu. Nonostante stesse ormai in tensione e pronto a praticamente qualsiasi situazione gli si parasse davanti, Akuraguri non riuscì a nascondere la sua sorpresa nello scoprire che il famigerato Karagetsu era bensì una ragazza, con lunghi capelli rossi. Nonostante fosse sorpreso, il suo stupore dovette durare poco dato che la pirata diede ad uno dei suoi scagnozzi un ordine ben preciso, ovvero quello di andare a controllare cosa fosse successo ai suoi sottoposti, velocemente fatti fuori dai due ninja.
In quel momento il chunin decise di passare, momentaneamente, il comando al ragazzo, chidendogli cosa dovessero fare, se seguire l'uomo od assaltare direttamente il covo. Il ragazzo ci pensò un momento e poi comunicò velocemente al chunin la sua decisione, sussurrando:
Se facessimo fuori questo scagnozzo, avremmo più tempo per decidere come e quando attaccare il covo. Inoltre, avremmo più informazioni e ci sarebbe certamente più semplice infiltrarci.
L'accademico avrebbe quindi consigliato al ragazzo di agire in proprio e di sottomettere o neutralizzare il nemico. Akuraguri non se lo fece ripetere due volte e con passò felpato iniziò il suo inseguimento, tenendosi a qualche metro di distanza in maniera tale da non essere scoperto. Nel momento in cui il pirata si sarebbe finalmente avviato all'interno della piazza per comprendere meglio la situazione, il giovane avrebbe teso un filo di nylon attraverso la piccola strada che il bandito aveva appena passato, pronto all'azione e tenendo in una mano il filo, pronto a tirarlo per far cadere il nemico e nell'altra il suo fedele Kaiken.
Non appena il pirata, preoccupato, fosse tornato verso la strada dalla quale era provenuto e si fosse incamminato verso il covo, Akuraguri avrebbe tirato il filo, cercando di trattenersi fino all'ultimo momento, per sfruttare al massimo l'effetto sorpresa. Se fosse risucito a destabilizzarlo in qualsiasi maniera o anche a farlo cadere, egli si sarebbe avventato su di lui e, sfruttando lo stupore dell'avversario, gli avrebbe posizionato il kaiken sulla gola ed una mano sulla bocca, intimandogli il silenzio, pena la morte. Avrebbe poi cercato un angolo buio dove trascinare il suo nemico, per continuare il processo di interrogazione. Avrebbe anche spogliato il nemico di tutte le armi, ma solo in caso fosse in compagnia del chunin. Non voleva dare allo scagnozzo nessuna opportunità di liberarsi.
