Dunque, sembrava che dopo tutto Masayoshi avesse capito l'antifona: meglio evitare un corpo a corpo troppo prolungato con la piccola Miira ed in generale con animali sotto l'effetto del Kurobi, meglio andare dritti alla radice del problema.
Così, dopo una finta che aveva costretto la piccola manto nero ad abbassarsi, si mosse veloce, lasciando al suricato suo alleato la battaglia con la figlia di Zuma.
Miira, dal canto suo, per quanto arrabbiata da quel piccolo inganno, non poté evitare del tutto lo scontro con Tsuneyo, specie quando quello le si parò davanti attaccandola!
Parò con il piatto di una delle sue wakizashi il primo colpo di coda, era persino pronta a subire il colpo di coda al fianco, vedendo il nemico sbilanciato, quando si rese conto che il suricato non era sbilanciato, ma stava preparandosi a morderla al collo!
Così dovette indietreggiare di qualche passo, evitando il morso ed osservando il Jinchuuriki che, liberamente, colpiva il monile oscuro.
Il pugno fu potente, molto potente, tanto da aprirne diverse crepe e le crepe diventarono sempre più grandi, finché non esplosero in una serie di detriti!
Il kubomi era distrutto!

SI!, esclamò da qualche parte Daikenjin, mentre tutti i manti neri al suolo svenivano del tutto, incapaci di continuare la battaglia.
Solo Miira e l'avversario di Ryugi erano ancora in piedi.
E la prima solo per la sua determinazione, poiché, seppur di gravità minore, la ferita infertale dal ninja di Suna si era riaperta e le sue forze erano andate crollando all'improvviso.
Maledetto UMANO!, ruggì, sbattendo la coda al suolo e scatenando la medesima tecnica usata poco prima da Masayoshi: un terremoto

Smottamento
Villaggio: Suna
Posizioni Magiche: Nessuna (1)
L'utilizzatore, sbattendo un pugno o un calcio a terra, sarà in grado di creare una piccola frana; avanzerà per 12 metri ed avrà una larghezza pari a 6 metri e potrà raggiungere in altezza fino a un metro e mezzo. La Velocità di uscita dal terreno è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore incrementata di 2 tacche. La potenza della tecnica varierà in base al terreno: 50 se roccioso, 40 se compatto, 30 se terreno normale. Terreni paludosi o acquosi negano l'attivazione della tecnica.Tipo: Ninjutsu - Doton
Sottotipo: Emissione
(Consumo: Medioalto)
[Da genin in su]

si sarebbe diretto contro il ninja di Suna, mentre la Manto nero si lanciava su Tsuneyo.
Le wakizashi tentarono un primo fendente al tronco del piccolo suricato, prima che Miira ruotasse su se stessa per provare a falciare le zampe dell'altro con la coda, completando poi la rotazione completa con un tentativo di un doppio fendente ascendente sull'addome del suo nemico.
Era di certo più stanca ed affaticata di prima, ma non per questo meno furiosa.

[...]

E mentre tutto questo avveniva, anche la nostra piccola Nekki stava affrontando il suo avversario.
La risposta del Manto Nero agli attacchi della nostra piccola genin fu tutt'altro che gentile: quando il pelo si issò, Ryugi fu pronta a scattare, spostandosi, subendo solo qualche ferita al braccio sinistro ed alla spalla, poco più che leggere.
Sul colpo di coda alle gambe, mentre l'altro dimostrava il suo disinteresse al ragionamento, Ryugi abbassò il proprio ventaglio, parando così l'attacco avversario e preparandosi poi ad abbassare la testa sul colpo successivo, evitando l'artigliata al volto.
E da quella posizione abbassata e vicina, la piccola Nekki mosse i fili su cui aveva il controllo.
Voi direte: ma il suricato forse se lo sarebbe aspettato?
Era quello in cui sperava Ryugi, che avrebbe sacrificato del tempo perché il filo a cui era legato uno degli uchiha shuriken si dirigesse verso la base del collo, all'altezza delle spalle, del Manto Nero, sicura che la creaturina lo notasse, ma nel momento in cui avrebbe cercato di difendersi, forte di una velocità superiore a quella del filo che lei stessa guidava, Ryugi avrebbe aperto il ventaglio per cercare di sferrare un fendente circolare allo stomaco del Manto Nero, dalla direzione opposta a quella da cui veniva l'uchiha shuriken!
E mentre tutto ciò avveniva, l'altra estremità del filo, senza muovere l'uchiha shuriken alla sua estremità, avrebbe tentato di legarsi di nuovo alle gambe del suricato avversario, per provare a bloccarne i movimenti.

Dunque, continuiamo?
Una premessa, questi suricati erano davvero tipi testardi, non si poteva negare, ma i nostri amici genin lo erano pure loro!

Miira aveva attaccato con furia il piccolo alleato di Masayoshi, il quale diede, appunto, dimostrazione di grande determinazione e prontezza, reggendo agli attacchi dell'altra, per quanto riportò alla fine comunque delle ferite.
L'intervento del Jinchuuriki, comunque, impedì che la battaglia fra i due mammiferi più piccoli continuasse.
Ora, qualsiasi persona sana di testa, davanti ad un umano pressoché fresco ed i suoi alleati, rimasta sola e ferita, probabilmente avrebbe scelto la resa, ma non Miira, lei ringhiò, pronta a continuare la lotta.
Era stremata e ferita, ma decisa a vendere cara la pelle: alla prima stoccata rispose con un veloce movimento, coadiuvato dal chakra, le permise di evitare quel primo colpo, ma aveva chiesto troppo a se stessa e cadde in ginocchio, sanguinando dallo stomaco.
E ben più sanguinò il collo quando, con il colpo successivo, Masayoshi recise la testa dallo stesso, lasciando il cadavere di Miira lì al suolo, vicino a se stesso ed a Tsuneyo.

[...]

E se da una parte il Jinchuuriki del Sei Code aveva avuto ragione della sua avversaria, dall'altra la nostra piccola Nekki stava ancora combattendo un nemico, appunto, determinato, tanto da non curarsi dell'ultimo attacco subito per provare a morderle la gola!
Ryugi reagì il più velocemente possibile, imprimendo del chakra nel collo, per irrigidirlo, ricavandone comunque una ferita, seppur molto superficiale.
Il secondo colpo, per quanto era vicino, quasi nemmeno lo vide, concentrata sul dolore al collo e fu solo il corpetto a permetterle di uscirne con un semplice livido.
Sull'ultimo attacco, poi, Ryugi sfruttò il proprio chakra per portare il suo ventaglio ad ostacolo dell'attacco a spazzata, parandolo.

E subito avrebbe approfittato di quella situazione, aprendo la bocca e rilasciando un'ondata di ventoSlot Tec Avanzata, ma l'attacco non si sarebbe fermato lì: i fili di nylon ancora rispondevano alle sue azioni e così la nostra piccola Ryugi avrebbe cercato di coordinarsi al meglio per piantare, alle spalle del suricato, lo shuriken attaccato alla corda più a sinistra, per piantarlo nella nuca dell'essere qualora si fosse spostato per difendersi, o fosse stato sbalzato via, dal fuuton.
E subito dopo, qualora fosse stato ancora vivo, la nostra piccola Ryugi avrebbe cercato di intrappolare coda e gambe con l'altra corda, per poi piantare il secondo shuriken nello stomaco, appunto.
Sarebbe riuscita a finire quel testardo d'un suricato? Era tutto da vedere, ma era l'ultimo rimasto ancora in piedi, o sulle zampe, se preferite, almeno fra i Manti Neri.

Quindi, amici miei, siamo alla conclusione di quest'avventura: dopo Miira, anche il restante Manto Nero era stato ucciso e gli altri suricati nemici erano ormai sconfitti.
In quella condizione, la nostra piccola Ryugi atterrò poco distante da Alladin, Masayoshi e le varie evocazioni.
Sorrise la Nekki alle parole del Jinchuuriki, accennando un inchino, Gr... gr.. grazie, Masayoshi-san., disse la nostra piccola amica.
Fu poi Daikenjin, riapparendo, a parlare: Ottimo lavoro a tutti e due, vi ringrazio infinitamente per il vostro aiuto, la minaccia dei Kubomi e di Kan non è stata sventata, ma il suo piano per allungare il controllo sugli Eremiti del Deserto, con l'aiuto di Zuma, è stato rallentato quanto meno. Adesso Mushu-dono potrà prendere il proprio Seggio fra i Saggi e l'Anaouroch sarà ancora al sicuro, per ora., osservò pacato l'anziano Fennec, prima di continuare verso Akane: Dì alla tua signora che come sempre è stata imprevedibile, ma siamo grati del tuo aiuto, Akane-san., poi verso i due genin di Suna: Se un giorno vorrete divenire degli Eremiti del Deserto, sapete a chi chiedere, Alladin, qui potrà mettervi in contatto con tutti quanti noi., propose il Fennec, prima di voltarsi, infine, verso Tsuneyo ed il suo piccolo compagno, Koinu: Mushu-dono sarà ben felice, spero, di come sono andati gli eventi e, penso, sia il momento che Masayoshi-san, qui, possa siglare la sua alleanza con voi suricati. Eravamo già d'accordo con lei che, se tutto fosse andato come previsto, il patto che già legava voi Suricati con suo nonno sarebbe continuato in questa nuova generazione. e con quelle semplici parole, Daikenjin avrebbe evocato un rotolo, ne avrebbe guardato l'incisione, che richiamava chiaramente le forme di un suricato, No, non è quello con i Fennec, non vorrei che il Rosso se la prendesse a male..., scherzò un attimo, prima di lasciare al genin di Suna la possibilità di incidere con il sangue il nome, subito sotto quello di suo nonno.

Un nuovo legame era stato stretto quel giorno nel deserto e quella storia era alla fine, ma le trame di Kurobi erano appena all'inizio.

Epilogo 1: Da qualche parte nel Deserto

Dunque, come si è comportata la cuginetta?, una voce musicale, quasi fresca, due grossi occhi nell'ombra, mentre Akane tornava in una grossa sala di roccia, brillante di lanterne, La figlia del Nekki, cui era legata tua madre Sekhmet e della precedente alleata di tuo padre, Byakko, ha dato prova delle sue capacità, ma è ancora acerba., rispose la piccola gatta rossa.
Avrà modo e tempo, un giorno, andremo da lei per legarla al nostro clan. Non sarà un'Eremita del Deserto, ma i felini delle Sabbie avranno la loro alleata umana, parola di Bastet!

Epilogo 2: Da qualche parte nel continente ninja

Una bassa figura passeggiava fra i molteplici monili oscuri che brillavano ad ogni suo movimento, Lo so, miei tesori, lo so, un altro di voi è andato distrutto. Dopo quel inetto di Haruman, anche i Manti Neri ci hanno deluso, ma la prossima volta agirò con maggior ritegno, la prossima volta darò uno di voi a qualcuno di maggior fiducia. Intanto ancora altri tre di voi stanno girando per il mondo. Ad Ame, certo, c'è il nostro bersaglio più importante, ma non sottovalutiamo gli altri. Avremo il potere che desideriamo.
Queste le parole di Kan, il Rinnegato del Deserto, davanti ai monili da lui fabbricati.