Compleanno in Mezzo al MareChakra Repulsivo per Yato Senju

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  1. Shiltar Kaguya
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    Secondo Giorno di Navigazione


    Terza Lezione



    Non stesi tanto a parlare degli Hayate, né cercai di farmi bello con il mio titolo di Guardiano della Valle, o il mio uso del chakra naturale-gravitazionale: sapevo di non essere ancora un esperto così elevato nell'uso di quelle tecniche, se no non le avrei prese così tanto e così spesso nelle mie passate missioni.
    Prefereii concentrarmi sull'allenamento in corso assieme a Yato-san.

    E durante già il primo allenamento, quello di salto ed atterraggio, bé, qualcosa successe: non ero riuscito a sfruttare le mie capacità di chakra attrattivo, con la manipolazione, per atterrare più delicatamente, ma ad un tratto mi ritrovai quasi a scivolare verso terra, come se qualcosa stesse rallentando i miei movimenti, una sorta di membrana, forse la possiamo chiamare così? Yato parlò di melassa nell'area, e sì, forse quello era un modo di definire la cosa migliore.
    Interessante! Ho fatto un piccolo passo avanti, Yato-san, grazie!, gli dissi, effettivamente grato per la descrizione di melassa rilasciata nell'ambiente... era qualcosa su cui potevo lavorare.
    Ed il Senju era così abile nel prendersi le responsabilità delle sue azioni, che non accettò nemmeno il mio aiuto nel riparare l'albero maestro, anzi, disse di anticiparlo per pranzo e se ne occupò da solo.
    Va bene, Yato-san, come vuoi. Non sono tanti i ninja che si prendono a pieno la responsabilità delle loro azioni, complimenti davvero., gli dissi sincero.
    Il pranzo fu frugale, mi preoccupavo più di appuntare su un foglio quello che avevo appena sperimentato con il mio chakra divenuto una melassa nella zona circostante, c'era da capire se questa cosa poteva essere replicabile ulteriormente.
    Intanto, ci aspettava l'allenamento pomeridiano con Yato-san.

    Il Senju fu così gentile da chiedermi se volevo fare da bersaglio, io sorrisi: Yato-san, questo è tanto un allenamento per te, quanto lo è per me, quindi ovvio che sì, che ti voglio fare da bersaglio., lo rassicurai, preparandomi a vedere di cosa fosse capace.
    I tiri di Yato non andavano esattamente al meglio, ma nemmeno i miei tentativi di usare i capelli con la mia spinta gravitazionale ci andavano poi così tanto, finché il Senju non mi suggerì di usare un metodo a mò di imbuto per poi spararli tutti in un colpo solo.
    Idea niente male, Yato-san, vediamo se riesco a fare qualcosa del genere., confermai ed a quel punto mi concentrai ancora di più.
    Yato andava avanti con i suoi tiri, io focalizzai il chakra nella mano, niente capelli in quel momento, niente spinte gravitazionali, solo chakra adesivo rimodulato con piccole repulsioni, per quanto possibile, mescolare le due capacità per provare a creare una sorta di scudo, no, cercai proprio di immaginarmi un vero e proprio carapace davanti a me: un guscio di tartaruga.
    Avrei mosso la mano attorno a me per prendere i diversi proiettili, seguendo quella forma del carapace, certo di una piccola tartaruga, provando a riportare i sassolini tutti nel punto centrale.
    Chissà se ci sarei riuscito.

    [...]

    Quella sera, mentre stavo ricapitolando su alcuni rotoli quanto avevo provato a fare quel giorno, cercando di farmi un piano su come effettivamente migliorare quei usi strambi del chakra, ecco che sento bussare.
    Avanti,è aperto., avrei detto e Yato, entrando, mi avrebbe visto seduto al tavolino presente nella stanza con tutta una serie di rotoli sullo stesso, forse avrebbe potuto anche notare cuscino e coperta per terra, anziché sul letto, ma se lui non chiedeva, io non avrei spiegato.
    Invece, mi chiese di parlare di qualcos'altro, nello specifico di una voce che diceva che la pesca sarebbe stato il momento perfetto per catturarla. Al femminile.
    Ci pensai un pò, poi mi rivolsi a Yato con un unico suggerimento: Strano è strano, ma potrebbe non essere niente. Intanto parlavano al femminile e noi siamo qui per una missione di supporto medico per il nipote di un daimyo, quindi un maschio... poi il discorso riguardava la pesca, se siamo fortunati, magari parlavano di qualche pesce particolare..., il mio tono non era però molto convinto, lo sapevo, Se non lo siamo, potrebbero voler rapire qualcun altro, forse una delle ospiti., per ora aspettiamo, eventualmente domani parlerò con il capitano della nave.
    E così concludemmo il nostro primo giorno di viaggio.

    [...]

    La mattina dopo mi sarei fatto trovare pronto con Yato per la nuova prova: due segni fatti sui lati del ponte rispetto alla posizione di una tinozza vuota che si trovava proprio al centro del ponte stesso. Avevo anche un sacchetto degli stessi sassi del giorno prima, in mano.
    Quando il Senju fosse arrivato, gli avrei spiegato il mio proposito: Yato-san, sarà un giochetto divertente. Dovrai correre da una parte all'altra della nave. Al primo segnale spicchi un salto potenziato con il chakra, durante il salto, devi sparare, senza fare un vero lancio, un sassolino nel contenitore, poi atterrare sul secondo simbolo, continuare la corsa fino all'altro estremo del ponte e poi di nuovo, salto, lancio, atterraggio, corsa, ritorni e via così.
    Hai venti sassi, vediamo quanti riesci a piazzare nella tinozza.
    , proposi sorridendo all'altro: considerando che la tinozza poteva contenere due persone ed i sassi erano grandi un dito, non ci sarebbero state difficoltà oltre quelle relative all'uso del chakra repulsivo di per se.
    Dal canto mio, bé, avrei provato a fare una cosa un pò diversa: non avrei corso assieme a Yato, bensì, rimanendo immobile con cinque sassi intorno a me, mi sarei occupato di cercare di pilotare il mio chakra gravitazionale-naturale verso il sasso centrale, perché attirasse a se gli altri quattro, volevo creare una sorta di trappola per i miei avversari senza doverli nemmeno toccare. Una stretta gravitazionale, se volete, senza contatto vero e proprio stavolta.
    Ci sarei riuscito? Bella domanda.

    [...]

    Finito l'addestramento mattutino, avrei proposto al Senju di parlare assieme con il capitano della nave, in privato.
    E se lui avesse acconsentito, gli avremmo spiegato assieme i fatti.
    La risposta di Dake-san fu prima di tutto uno sguardo verso entrambi, poi una mano sulle tempie, quindi parlò: Non è una piacevole notizia quella che mi date, anche se, se parlavano al femminile, non è il nostro riccastro il problema, ma forse una delle oche che s'è portato dietro. Mi sono informato su tutti loro, escluso quel tipo muscoloso sempre senza maglietta, sono tutti dei ricconi figli di altrettanti nobili del Paese del Thé. Chiunque di loro potrebbe valere un riscatto. Ma magari è come dici tu, Fudoh-san, stanno parlando di prendere qualcosa durante la pesca... se siamo molto fortunati. In ogni caso, parlerò sia con la guardia del corpo di Ushitaro, sia con il mio secondo al comando, per ogni buon conto. Dovremmo arrivare alla zona di pesca nel giro di un'ora, quindi basta con i vostri allenamenti strambi: riposatevi un pò e preparatevi per aiutare nel caso di incidenti!, concluse poco dopo, lasciandoci soli e liberi di andare a pranzo.

    E, a meno di un nuovo parere da parte di Yato sui fatti, era quello che avrei fatto: nel peggiore dei casi a breve avremmo avuto la nostra nuova pesca con feriti, nel migliore, si trattava solo di fare la guardia ai ricconi per qualche ora e poi per i giorni a venire.
     
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