Il Liceo di Genosha

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  1. Filira
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    Mother of dragons

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    Kamuy Nomi


    IV - Menoko



    Ne valeva realmente la pena?
    L'aveva pensato spesso, in quella polverosa manciata di minuti trascorsi da quando l'uomo con la benda aveva dato il via a quello che Hotene considerava non più di uno spettacolo pietoso. L'aveva pensato mentre riprendeva i sensi dopo il suo rapimento, e poi quando erano comparsi i due energumeni. Lo pensava anche in quel momento, mentre i suoi colpi andavano a segno ma non con l'efficiacia che avrebbe voluto e che si era aspettata. Quello sisam, un avanzo di galera dalle dimensioni di un orso bruno, era decisamente attaccato alla propria vita e libertà. Ma, d'altronde, poteva forse biasimarlo? Combatteva con la ferocia dell'animale chiuso in gabbia, a cui finalmente si presenta la possibilità di spalancare la porta della propria gabbia e fuggire nella natura incontaminata. Eppure qualcosa si frapponeva tra l'uomo e la libertà. E quella cosa era proprio lei, Hotene di Azumaido.

    Aveva appena terminato la sua offensiva, quando l'uomo si prodigò nel regalarle l'ennesimo pugno diretto alla mascella, con una velocitò di risposta alla sua offensiva col martello che rese impossibile alla ragazza difendersi, vista la breve distanza spaziale e temporale. Avvertì la vista sfocare appena mentre il gancio dell'uomo impattava con il suo viso piccolo e tondo, andando a colpire in pieno lo zigomo sinistro sinistro. Ne sarebbe uscita con il volto completamente tumefatto, ne era cosciente, soprattutto ora che poteva sentire il dolore pulsare sotto la pelle bianco latte. Il pugno, tuttavia, suonò come una sveglia per la giovane di Azumaido, facendo correre l'adrenalina e il chakra, irrorandone i muscoli e migliorandone la percezione del pericolo a cui andava incontro.

    Scartò in rapida sequenza i successivi tre pugni dell'uomo, contando che la velocità dello stesso pareva rallentare, e i suoi ganci seguivano uno schema fisso, alternando braccio sinisto e destro, terminando il quarto attacco con un'offensiva a vuoto dalla sinistra. I due erano ingaggiati in un corpo a corpo estenuante, con l'uomo piegato sulla ragazzina del Gelo, intento a sferrare attacchi che la potessero raggiungere all'altezza del viso. Così facendo, la distanza di centimetri che li separava era grandemente ridotta, permettendo a Hotene di scorgere il volto dell'uomo e, ancor più importante, di trovare a portata di mano la sua giugulare. Con la coda dell'occhio vide l'ennesimo pugno dell'uomo dirigersi verso di lei, stavolta da destra. In un millesimo di secondo, decise di lasciare che il suo avambraccio sinistro soffrisse le conseguenze di quel montante, andando ad assorbirne l'impatto. Fu sorpresa nel sentire una scossa percorrerle il braccio destro, rendolo immediatamente intorpidito, tuttavia aveva poco tempo per piangere l'arto momentaneamente perduto.

    Mi dispiace, ma sono mancina.

    Sentenziò, mentre già la sua mano - dopo aver afferrato l'ultimo spiedo d'acciaio rimastole - correva veloce verso l'occhio sinistro dell'uomo. Il suo obbiettivo era superare il tenero bulbo oculare dell'energumeno, puntando direttamente alle delicate cervella sottostanti. Qualora non fosse bastato - o sfruttando il momento di dolore e confusione dell'uomo - Hotene avrebbe poi afferrato velocemente un kunai ben affilato, esibendosi in un rapido fendente da sinistra a destra mirando alla giugulare dell'uomo, cercando di tagliargli la gola di netto. Quel tipo di taglio le ricordava la macellazione degli animali, il cui sangue versato dalla carotide rappresentava un oggetto di culto fondamentale. Alcuni sciamani usavano perfino bagnarsi del sangue delle vittime sacrificali, credendo che ciò regalasse loro poteri oltre il divino.
    Forse, ne avrebbe presto scoperto gli effetti benefici lei stessa.

    Dietro di loro, nel frattempo, l'uomo di Kiri passeggiava sentenziando nell'ombra. Si interrogava sulle loro volontà assassine, e su quelle degli avversari che stavano affrontando. Parlava della decisione di entrare in forza a Kiri quasi la considerasse una scelta accettata di buon grado dai due ragazzi che si stavano battendo in quel campo invaso dalle nebbie. Hotene non aveva idea di cosa muovesse il ninja che stava battagliando con la galeotta, tuttavia era ben certa che lei, membro di uno dei più antichi villaggi di Azumaido, non aveva alcun legame di fedeltà che la legasse a Kirigakure. Un vecchio compromesso siglato da anziani oramai periti la obbligava a prestare un giuramento che ogni fibra del suo essere rigiutava grandemente. Era sempre stata conscia che la vita militare l'avrebbe potuta strappare in qualsiasi momento alla sua tranquilla esistenza fra neve e ghiacci, o che essa stessa invadesse il suo ambiente in Azumaido: l'aveva visto succedere a sua sorella Ipokash, ma la storia non si sarebbe ripetuta.
    Potevano costringerla a combattere fino alla morte, buttarla in arena come un cane allevato da sempre per combattere fino allo stremo, quello sì. Ma non l'avrebbero mai privata della sua indigena identità.
    Lei era Hotene Nitai di Azumaido, ora e sempre.


    Chakra: 1.25/10
    Vitalità: 4.5/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: Schivata
    2: Schivata
    3: Schivata
    Slot Azione
    1: Colpo Spiedo
    2: Colpo Kunai
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Fionda × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Biglie Metallo × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Hanbo × 1
    • Kunai × 5
    • Pietrame per Fionde × 1
    • Spiedi Potenziati × 5

    Note
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18 replies since 27/3/2020, 21:10   377 views
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