Era una giornata nuvolosa a Konoha, una brezza spirava leggera facendo ondeggiare dolcemente le foglie degli alberi. La città era in fermento come al solito, persone andavano e venivano, i mercanti pubblicizzavano la loro merce al mercato e i chioschi di ramen erano strapieni di gente. Matsusuke amava il suo villaggio, era ad ammirarlo in cima ad un albero al di fuori dalle mura, come al solito. Era un ragazzo molto particolare Matsusuke, amava divertirsi e giocare con gli altri suoi coetanei, ma non disdegnava alcuni giorni stare da solo, ammirare il suo villaggio, e fantasticare sul quando sarebbe diventato Chunin e  avrebbe messo la sua vita al servizio della sua gente. Immaginare come sua madre sarebbe stata fiera di lui, gli metteva le lacrime agli occhi. Ma ad un tratto qualcosa attirò la sua attenzione, un grande corvo nero si stava librando sopra di lui, lasciando cadere una busta che alzandosi sul ramo acchiappò al volo. Finalmente.disse con tono determinato aprendola. Il contenuto recitava:

Caro studente Matsusuke Senju,
con la presente le comunichiamo che le è stata affidata una missione di recupero. Maggiori informazioni le verranno fornite dal capo team, Youshi Tokugawa, al punto d'incontro. Per tanto la informiamo che dovrà farsi trovare alle ore 04:00 al molo di Kiri in data 26/11/34 dove una nave sarà pronta a salpare.

Post scriptum: nel luogo in cui andrete è previsto un clima molto rigido, munirsi di vestiti adeguati alle temperature ostili.

L'Accademia

Un po' più vicino no eh, dovrò organizzarmi per il viaggio.. Pensò, in effetti Matsusuke avrebbe dovuto partire all'alba l'indomani, arrivare alla costa ed imbarcarsi verso Kiri.Come farò a trovare un battello in tempo, devo chiedere a mamma. Scattò rapidamente giù dall'albero e si avvio verso casa a tutta velocità.
Appena arrivò davanti casa trovò sua madre, intenta adare l'acqua ad un vaso di fiori. Hoshi era una donna dall'aspetto minuto, sui 35 anni. Portava un kimono verde e lunghi capelli neri e lisci che le arrivavano fino a metà schiena proprio come suo figlio. In comune i due avevano anche il colore degli occhi, profondamente verdi. Matsusuke ammirava sua madre, lo ha cresciuto da sola, e lavorava sempre pur di fare avere a suo figlio un piatto dove mangiare.  Ella lo salutò e gli chiese se volesse la cena. Okasan, è arrivata la lettera dell'accademia,domani dovrò partire per una missione la cui partenza è da Kiri ma non so dove prendere un battello, aiutami. I due entrarono in casa, mentre Hoshi preparava da mangiare spiegò a Matsusuke che un vecchio amico di suo babbo gestiva dei battelli che facevano la spola fra Kiri e la costa del Paese, doveva solo proseguire verso est da Konoha. Era un anziano di nome Kodoku, lo avrebbe sicuramente portato a Kiri. Sua madre era molto contenta della lettera, dopo tante fatiche Matsusuke avrebbe finalmente realizzato il suo sogno di partire in missione. era fiera di lui.

Finita la cena Hoshi preparò tutto ciò che serviva a Matsusuke, un lungo mantello grigio per il freddo, il suo equipaggiamento ninja che comprendeva: cinque Shuriken, sei Kunai, un filo di Nylon Rinforzato, un Tanto che apparteneva al padre di Matsusuke e a cui lui era molto legato, sei Spiedi, una gomitiera imbottita ed infine un respiratore; qualche provvista e un paio di guanti in cuoio. Appoggiò il tutto su un tavolo in camera sua. Grazie Okasan, buonanotte. I due si salutarono con un forte abbraccio, sua madre gli ripeté di stare attento e di mettere in pratica tutto ciò che aveva imparato all'accademia, dopodiché andarono a dormire.


Il giorno dopo, alle 5:00 del mattino Matsusuke si svegliò di soprassalto Finalmente si parte.Pensò, un brivido gli corse lungo la schiena, la sua prima missione, sarebbe stata memorabile! Si fece una doccia velocemente, si vestì, si equipaggiò e facendo attenzione a non fare rumore uscì di casa. Il sole si stava alzando sopra Konoha, c'era leggermente freddo e gli uccelli avevano appena iniziato a cantare. Matsusuke si mise in viaggio in direzione est, come gli aveva indicato sua madre, seguendo un sentiero in terra battuta. Youshi Tokugawa pensavaChissà chi sarà il mio capo team. Matsusuke immaginò un uomo grande e grosso, un ninja di tutto rispetto.Non vedo l'ora di vedere le sue tecniche, sicuramente saranno formidabili.. gli farò vedere che so il fatto mio! La curiosità e l'agitazione lo accompagnarono per tutto il giorno, sarebbe stato determinato a dimostrare il suo valore.
Si stava facendo sera, un profumo di salsedine inebriò il suo naso, il rumore delle onde che si infrangevano sulla costa diventava sempre più forte più si avvicinava al mare mentre la foresta man mano si diradava. Arrivato sulla costa trovò subito il molò da dove stavano partendo e rientrando numerose barche di tutti i tipi, c'era un gran chiasso e un uomo anziano stava sbraitando ordini urlando a più non posso. Matsusuke gli si avvicinò, mentre il vecchio si accorse di lui e sbarrò gli occhi, finendo di urlare. Non fece in tempo a parlare che il vecchio lo abbracciò, esterrefatto e gli disse che lui doveva essere sicuramente il figlio di Hoshi, raccontandogli come suo padre fu un suo grande amico e che gli assomigliava come una goccia d'acqua.Sono contento di conoscerla Kodoku-san, mia madre mi ha chiesto di dirle se avesse un passaggio per me fino a Kiri, ho un impegno urgente entro domani devo essere là. Il vecchio annui, gli spiegò che l'ultimo battello sta per partire e arriverà a Kiri domani alle 4:00 in punto. Attraversarono il molo, salirono sul battello e Kodoku lo invitò a prendere posto mostarndogli una cuccetta in coperta, illuminata da una torcia ad olio. Arigatō Kodoku-san. I due si salutarono calorosamente. Prima di addormentarsi Matsusuke ripensò al caloroso saluto che gli riservò Kodoku, suo padre deve essere stato veramente una brava persona. Avrebbe voluto conoscerlo, ma purtroppo non ne ebbe la fortuna. Stanco dal viaggio si addormentò subito, mentre il battello solcava il mare in direzione Kiri.

Alle 4:00 in punto il battello arrivò a destinazione, Matsusuke era già sul ponte pronto a scendere. Era eccitatissimo, finalmente la sua prima missione, non vedeva l'ora di comiciare, chissà il suo capo team che persona sia, chissà chi se c'erano altri studenti, chissà cosa avrebbero incontrato. Queste domande gli balenavano in testa tanto da non fargli sentire il freddo che c'era sul molo di Kiri. Avrebbe voluto fermarsi ad ammirare la città, ma non c'era tempo. Scese dal battello e si avviò sul molo, subito vide due persone. Quella che riconobbe fu quella del Genin, Youshi Tokugawa. Il suo sgardo lo colpì, freddo come il ghiaccio, tanto da fargli pensare se fosse stato troppo in ritardo. Il Ninja teneva calato su un occhio il suo coprifronte. Chissà perché.. Rifletté Matsusuke. Si avvicinò ai due, scoprendo che l'altra persona con il Genin era un Ninja di Kiri, forse un poco più grande di lui e studente. Dopo averci fatto segno ci invitò a salire su un'altra barca, in coperta. C'era un grande tavolo nella stanza illuminata da poche luci ad olio, con sopra una mappa, ci sedemmo intorno a questa. Buongiorno ragazzi, sono Youshi Tokugawa, genin del villaggio della nebbia. Siete stati convocati per una missione di recupero Guardò prima l'altro studente e poi Matsusuke. Ma prima che vi spieghi ciò che dovremo fare, prego, presentatevi . fece una piccola pausa e aggiunse. Questa è la vostra prima missione? Non ci dovrebbero aspettare grossi pericoli, certo se non consideriamo la situazione ambientale molto avversa, però mi servirebbe sapere quali sono i vostri punti di forza, in che situazione vi sentite più a vostro agio in caso di combattimento. Prese subito a parlare l'altro studente, presentandosi. A Matsusuke non piaceva Questi di Kiri sembrano un po' egocentrici.. pensò corrugando la fronte. Appena finì Nuruki inziai a presentarmi con aria determinata, guardando dritto negli occhi il Genin.   Mi chiamo Matsusuke Senju, sono del Villaggio di Konoha e questa è la mia prima missione. feci una breve pausa e continuai Ho 12 anni. I miei punti di forza sono le due tecniche avanzate che per ora conosco, Katon no shita e Marin Jizou. In combattimento preferisco attaccare il nemico di sorpresa, dopo averlo analizzato senza farmi scoprire e ipotizzando i suoi punti deboli. Non ho paura di combattere ma se una situazione può essere risolta senza combattimento, preferisco evitare scontri inutili.