Il Ciliegio che sboccia nel Sangue.[剣術の見習い -Kenjutsu no Minarai]

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  1. Febh
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    Il Maestro di Spada


    Minarai
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    Mi trovavo sul mio letto, nella mia abitazione. Una camera semplice, spartana, senza alcuna necessità di poster, immagini appese, quadri o libri diversi da quelli necessari allo studio. Una finestra sull'esterno da cui avevo spesso osservato la strada davanti casa durante i lunghi addestramenti dell'infanzia e da cui avevo, lo ammetto, sperato di fuggire o buttarmi più di una volta. Ma questo avveniva perchè ero immaturo, perchè era PRIMA che comprendessi la grandezza del mio scopo e della Missione. Ero fortunato: non dovevo lottare per trovare un posto nel mondo, ci ero già nato dentro. Bussarono. Come spesso accadeva mio padre non si disturbò ad aprire, obbligandomi a rispondere di persona, ma non era un qualcosa che mi irritava: conoscevo i miei genitori e sapevo che avevano dedicato ogni attimo libero del loro tempo a me e alla mia formazione, quindi che li ripagassi con piccoli servizi domestici era quantomeno ragionevole. Inoltre, come scoprii, il messaggio giungeva da Kiri ed era rivolto a me.

    Erano stati mesi complicati dopo il ritorno dall'Abete e ancora non mi ero nemmeno diretto ad Ame per discutere con il Sensei. Non sapevo nemmeno se fosse tornato vivo o meno dall'Abete, a conti fatti, ma non c'era stato modo di uscire dal villaggio dopo che per le mie azioni nel Paese del Mare avevo guadagnato l'accesso ai corsi e alle risorse dei Chunin, per quanto ancora non fosse stata del tutto ufficializzata la promozione, mancava giusto una firma. Se non altro avevo iniziato a migliorare le arti mediche e approfondire l'uso di armi a cui non avevo precedentemente accesso, così come per alcune tecniche illusorie che mi vennero passate da uno degli Zii...non un vero parente ma certo un membro della stessa organizzazione cui appartenevano i miei genitori. La lettera che era arrivata era qualcosa che attendevo ardentemente da molto, molto tempo: poche e semplici parole che, per quanto cercassi di contenermi, mi fecero sorridere in maniera incontrollabile. Era arrivato! Il momento di iniziare il mio addestramento!

    In almeno due occasioni mi ero recato a Kiri con il permesso della Foglia per scopi di studio, nello specifico per approfondire l'arte della spada e trovare un istruttore. Nella prima occasione ero stato rapito da dei pirati assieme a diversi civili e ninja della Nebbia. Nella seconda occasione avevo accompagnato il Sensei ad Azumaido assieme al Kazekage e a colui che effettivamente sarebbe diventato il mio Maestro di Spada. Non fu difficile ottenere un terzo permesso.

    Il viaggio verso Kiri non ebbe particolari eventi. Pochi disturbavano un ninja della foglia con un coprifronte e un fagotto sulla schiena che evidentemente conteneva una katana. Inoltre nella peggiore delle ipotesi avrei potuto usare il mio alter ego della Pioggia per scansare i malintenzionati, ma non si presentarono occasioni di farlo, fortunatamente. Imbarcatomi nel Paese del The raggiunsi Kiri dopo alcune ore di navigazione, sbarcando senza troppi problemi grazie al permesso Accademico, ma trovando poi un gradito ostacolo un pò prima delle effettive mura del villaggio. L'aria era umida, come sempre, ma fortunatamente la nebbia non troppo fitta, quindi localizzai il grande pipistrello albino senza essere colto di sorpresa. Era da tenere a mente che verosimilmente lui non aveva intenzione di nascondersi. Kyofu-san. Sono onorato di incontrarti nuovamente. Dissi esibendomi in un inchino: l'evocazione del Mizukage ci aveva accompagnato e supportato nella difficile missione alle Grotte del Silenzio, dove ancora una volta avevo sottolineato la mia ingenuità e debolezza a paragone con alcuni dei ninja più potenti del continente.Non mi era sfuggito il modo in cui mi aveva chiamato. Apprendista dell'Arte della Spada. Un titolo o un nome in codice? Lo mandai a memoria, poteva essere importante.

    Quando mi pose la maschera la guardai attentamente, poi piegando appena le labbra in un sorriso per l'ironia della faccenda: avevo lasciato la Maschera del Cinghiale al sicuro a Konoha e ora ne trovavo una seconda ad attendermi. Evidentemente il Mizukage non voleva far sapere in giro che il suo apprendista era della Foglia. O forse voleva far sapere in giro che aveva un apprendista che vestiva allo stesso modo, quasi fosse un ordine monastico o qualcosa del genere. Forse entrambe le cose. Compendo, Kyofu-san. Dissi, riponendo il coprifronte e posando sugli occhi la maschera. Bloccava un poco la visione periferica ma non tanto da essere disturbante, ed era stranamente confortevole nonostante la durezza del materiale. Era liscia, e solo un accenno dei miei occhi dal colore brillante si intravedeva oltre le fessure. Non potevo immaginare al momento che la avrei indossata a lungo.

    In volo su Kyofu superai le mura senza che ci fosse alcun bisogno di presentare documenti o permessi, mentre tutti i possibili segni di riconoscimento stavano nelle mie sacche. Non avevo domande per l'albino: sapevo che era là solo per scortarmi fino a destinazione e dopo qualche minuto per le vie della Nebbia, assai diverse viste dall'alto rispetto alla pur minima conoscenza diretta, capii che ci stavamo recando in una zona che non avevo precedentemente visitato. Forse la zona dei clan, similmente ai quartieri Uchiha e Senju a Konoha. Scorsi il Kensei abbastanza facilmente e quando atterrammo ringraziai il pipistrello con un inchino, prima di rivolgermi verso il Mizukage, che mi dava le spalle. Anche lui si rivolse a me come Minarai. Compresi che quel titolo sarebbe stata la mia identità per tutta la permanenza. Maestro. lo salutai con un inchino decisamente più profondo di quello mostrato poco prima al pipistrello, mentre questi mi tendeva degli abiti, voltandosi. Tesi le mani per accettarli. Come comandate, Maestro. Avevo inteso che Kensei amava la formalità e l'ordine. Non potevo dire di essere in disaccordo: era un Kage nettamente migliore di quel chiassoso e irruento Hokage dalle nostre parti, almeno per il mio punto di vista. Non che questo cambiasse. Anche il mio migliore amico, se fosse stato Hokage, sarebbe stato un Bersaglio.

    I suoi complimenti mi fecero arrossire anche se poco dopo il ricordo della mia debolezza tramutò quell'imbarazzo in disprezzo verso me stesso, al punto da ringraziare la maschera che portavo. Non sono che un apprendista inesperto, indegno di queste lodi. Dissi, posando gli abiti e cambiandomi là davanti a lui. L'umidità sulla pelle era strana e ben diversa dal sole e dalla brezza di Konoha, ma non era certo un problema, così come non era un problema restare in mutande là, per il tempo necessario a indossare la nuova uniforme. Nessuna remora nel posare e nascondere i miei abiti, il mio coprifronte e di fatto la mia identità: il Maestro era una strada per la Missione e dunque era prioritario. Sono addestrato nell'uso della Wakizashi, ma per molto tempo ho usato un Bokken di dimensioni paragonabili a quelle di una Katana. Non ho ancora sfruttato quella che mi è stata donata alle Grotte del Silenzio, ma dopo alcuni recenti episodi di cui forse avrete sentito ho ottenuto una promozione di grado e iniziato il mio addestramento con le armi ad esso associate, in attesa dell'ufficializzazione. Spiegai, scoprendo il Lato Oscuro del Ciliegio, la Katana che mi era stata data in dono, davanti a Kensei. Era evidente che ne avessi curato la manutenzione, ma non mi ero allenato con essa, non sapevo bene nemmeno io il motivo.

    Con la lama tenuta in orizzontale e poggiata tra le mani feci un inchino, prima di sfoderarla e quindi impugnarla, lasciando che il manico decorato cadesse a terra. Tenevo le mani ben distanti tra loro, una a ridosso della guardia e una all'estremità dell'impugnatura, così da facilitare cambi di posizione con il minimo sforzo per i polsi e la massima velocità, quindi assunsi una posa simile a quella che usavo con il Bokken, piedi ravvicinati, il peso leggermente in avanti, una guardia in attesa. Il peso è simile a quello della Katana da addestramento. Saggiai un fendente verticale, molto semplice. Il suono non era perfetto, ottenevo di meglio con la wakizashi, inoltre miravo a usare una sola mano, in futuro. Credo sia più affilata però. E il bilanciamento è differente. Il Maestro mi salutò con un elegante movimento della sua arma, cui feci eco con un movimento del capo, prima di partire all'attacco!

    Accorciando le distanze con pochi passi sferrai un colpo discendente che mirava alla testa dell'altro, come nel più classico Kendo [Azione 1]Statistiche: Velocità Blu +3 tacche, Forza Blu, Potenza 40

    Base +1 Vel
    Impasto ½ Basso +2 Vel
    , salvo poi cimentarmi in un attacco analogo, lungo la stessa traiettoria ma nettamente più rapido [Azione 1]
    Statistiche: Velocità Blu + 5 tacche, Forza Blu, Potenza 40

    Base +1 Vel
    Impasto MedioBasso+4 Vel
    . Immediatamente dopo cercai un attacco orizzontale all'altezza del torace, da sinistra verso destra dal mio punto di vista [Azione 1]
    Statistiche: Velocità Blu +3 tacche, Forza Blu +2 tacche, Potenza 40

    Base +1 Vel
    Impasto Mediobasso+2 For, +2 Vel
    , cui avrebbe fatto seguito un piccolo balzo indietro con la lama che saettava in un colpo ascendente obliquo dal destra a sinistra, che poteva sembrare fuori bersaglio ma che avrebbe in realtà sollevato una sottile e affilata corrente d'aria nel tentativo di tagliare a distanza mentre contemporaneamente mi portavo a tre metri circa, a distanza di sicurezza [Tecnica 1]
    Statistiche: Velocità Blu +1 tacca, Forza Blu, Potenza 40

    Base +1 Vel
    Taglio dell'Aria Estende il fendente di 4,5 metri
    . e nuovamente in guardia.

     
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