Il Ciliegio che sboccia nel Sangue.[剣術の見習い -Kenjutsu no Minarai]

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  1. Yato Senju
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    Il Maestro di Spada


    Minarai 6

    Non colsi appieno le parole del Maestro nel suo primo esempio, forse a causa del mio obbiettivo celato, ma tuttavia non tremai davanti alla sua dimostrazione di forza e aggressività: non era nemmeno lontanamente nelle mie intenzioni provare a sostituirmi a lui, quindi non esserne capace non mi scombussolava nè turbava affatto. L'addestramento comunque continuò, fino al mio ultimo, disperato tentativo di abbattere l'attacco che ebbe successo, anche se in modo che il Maestro stesso non si aspettava, a giudicare dal suo commento. Mentre affaticato mi appoggiavo alla spada annuii quando mi chiese di seguirlo. Si...Maestro...anf... Impiegai più di un tentativo per rinfoderare il Lato Oscuro del Ciliegio, ma ero troppo stanco persino per sentire la frustrazione: mi trascina dietro Kensei usando tutto ciò che restava della mia forza di volontà, fino a una casa dall'aria abbandonata.

    Non sapevo se quello era il luogo in cui sarei dovuto risiedere per il periodo dell'addestramento, ma non era un problema: avevo trascorso più di un anno in una cella durante l'infanzia per forgiare la mia mente e al confronto quella era una reggia. Mi accomodai sulla sedia non appena ne ebbi licenza, apprezzandola come fosse il più comodo tra gli scranni, quasi abbandonandomici, quasi sul punto di levare la maschera per il caldo, per quanto l'ambiente fosse tutt'altro che tiepido. Fu solo dopo un lungo sospiro e qualche istante di riposo che il Maestro mi rivolgesse la parola. Vi ringrazio dei complimenti, Maestro Kensei. Dissi facendo un cenno con il capo. E sono consapevole che questo sia solo l'inizio. Gli porsi la spada come richiesto. Conobbi il Sensei durante una missione nei mari di Kiri. Dovevo scortare un Cacciatore che intendeva studiare delle fenici...disgraziatamente ho perso parte di quei ricordi in una recente disavventura, ma resta saldo il fatto che chiesi al Sensei di prendermi sotto la sua ala. Da allora mi è stato vicino per gran parte della mia formazione. Risposi schiettamente, non era un segreto che Feng Gu fosse il mio Sensei, almeno per il kiriano che avevo davanti, e non avevo nulla da guadagnare con la menzona.

    A quel punto parlò dell'Hokage e dei rapporti tra Konoha e Kiri. Ancora una volta ringraziai la maschera: non sapevo ancora controllare un lieve moto di irritazione al menzionare quell'uomo. Ho conosciuto Sho Saitama durante l'attacco di Cantha. Venne catturato ma fu merito suo se limitammo i danni. Senza di lui forse non avrei raggiunto l'Hokage in tempo e ora sarebbe morto. Mormorai, con una vena di rammarico che certo l'altro non avrebbe mancato di notare. Promisi a suo fratello Oda che gli avrei dato tutto il mio supporto per trovare Sho, ma fortunatamente tornò a Konoha da solo, almeno a quanto ne so. Istintivamente sorrisi quando Kensei condivise le sue opinioni su Raizen, ma per quel poco che conoscevo il Maestro, credo che essere disprezzati da lui fosse un evento abbastanza comune: l'Hokage era una persona a lui indigesta, ma non era un Bersaglio. Mi chiese di mantenere il segreto, ponendola quale condizione per continuare il nostro rapporto. Tacqui qualche istante, meditando il giusto modo di parlare. Che Raizen Ikigami sia la persona meno adatta al suo ruolo è indiscusso. Personalmente trovo disgustosi i suoi atteggiamenti e barbariche le sue scelte su come rapportarsi con i ninja della foglia. Dissi senza mezzi termini: che detestassi l'Hokage attuale era abbastanza noto a Konoha, e avendo ormai perso l'occasione di ritrattare avevo deciso di usare il disprezzo come maschera per la mia Missione. Detesto quell'uomo con ogni respiro. Ma è il mio Kage, e per il Kage e Konoha darei la vita. Essi SONO la mia vita, in effetti.

    Attesi qualche altro istante, riprendendo fiato. Ed è esattamente per questo che mi sono allontanato da loro per cercare potere e per studiare. Konoha è in ultima analisi il mio obiettivo. Non sono una persona che aspira a diventare Hokage, ma sono una persona che aspira a restare costantemente nell'ombra vicino a lui. Sia che io lo apprezzi sia che io lo detesti, questo è del tutto irrilevante. Mi fermai, non volevo che parlando a ruota libera finissi per rivelare più del dovuto. Intendo avere la forza di agire. Le tue condizioni sono anche più leggere di quanto mi aspettassi e di quanto fossi pronto ad accettare, Maestro. Il nostro rapporto sarà assolutamente un segreto. Konoha è a conoscenza del fatto che mi sono recato a Kiri per approfondire l'arte della spada. Questo è quanto si saprà. Il mio tono non era probabilmente quello che l'altro si aspettava: era freddo e calcolatore, era una chiara dichiarazione dei miei intenti di usarlo, concedendogli di usarmi nel mentre, ma era anche espressione di un qualcosa di assai solido e inattaccabile nel nucleo delle mie condizioni. Certo, avevo evitato di specificare che il bene di Konoha era l'uccisione del Kage, reiterata, ma questo al Maestro non doveva interessare. A nessuno doveva interessare se non a me.

    Anche se non mi ero ancora ripreso mi alzai dalla sedia, inginocchiandomi in un dogeza fino a posare la fronte a terra. Maestro, insegnatemi. La mia dedizione alla causa è la priorità della mia vita. Apprenderò da voi in segreto e vi servirò, se questo mi avvicinerà al mio obiettivo. Non rivelerò nulla all'Hokage, che servirò pur detestandolo, nella speranza che in futuro un nuovo Kage più degno indossi quel copricapo.


     
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