Jou Satoshi Vs Youshi Tokugawa

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  1. Youshi2
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    Il Tempo della Rivalsa


    I

    Richiusi lentamente la porta dell'ufficio del Mizukage, lasciandomi alle spalle la sala spartana in cima al palazzo amministrativo di Kiri. Il viso, mantenuto fino a quel momento impassibile alle parole del capo villaggio, si sciolse in un'espressione delusa e di preoccupazione. Con la mano mi scossi i capelli, sospirai e mi allontanai mantenendo lo sguardo verso il pavimento del corridoio.
    Ero stato convocato nel suo ufficio il giorno precedente, avevo seguito le indicazioni riportatemi e presentatomi in orario all'appuntamento. Con il suo solito modo di fare secco e privo di fronzoli mi comunicò ciò che dovevo sapere: Suna aveva chiesto la disponibilità ai villaggi accademici di fornire un genin, appartenente ad una delle squadre speciali, per uno scontro contro un aspirante genin del villaggio della sabbia al medesimo ruolo. Kensei-sama aveva prontamente fornito il mio nome, non solo perché riteneva importante che la sua Mano Sinistra accumulasse esperienza, ma anche per lavare l'onta dello scontro nel Bosco dei Sussurri e perfezionare il mio stile di combattimento. Non si lasciò andare in molte altre parole, il silenzio che cadde nella sala fu sufficientemente esplicito; era inevitabile che anche lui avesse imparato a conoscermi, sapeva che ogni errore, ogni fiducia mal riposta, la portavo in petto come una ferita sanguinante e lì sarebbe rimasta finché non sanata con la rivalsa.

    Quando partii dal porto del villaggio tenevo alzato il cappuccio del mantello a proteggermi dalla leggera brezza dell'alba, in lontananza - tra le nuvole - il sole esplodeva sorgendo oltre l'orizzonte sancito dal mare.
    Quella notte avevo controllato il mio equipaggiamento che, già in quel momento, giaceva armato sotto il mantello scuro riportante il simbolo della Mano Nera. Celati tra le maniche dell'uniforme della squadra c'erano i meccanismi lancia spiedi, oliati e con i proiettili avvelenati, da una parte con il veleno debilitante, dall'altra con il veleno che il chunin della sabbia - Shunsui Abura, mio maestro - aveva creato durante una mia visita a Suna; a coprire gli arti superiori dei parabraccia in cuoio; disseminati tra le tasche delle veste: due ulteriori spiedi, due coltelli da lancio, un tonico e una bomba gelo, oltre le ulteriori dosi di veleno che portavo con me.

    Il viaggio fu breve e senza alcun tipo di preoccupazione, giunto nel continente, un uomo assoldato dall'Accademia mi attendeva con un carro con cui mi portò - arrivando il giorno seguente - nell'arena selezionata per il combattimento.
    Aveva forma circolare ed era più piccola rispetto a quella situata nel Bosco dei Sussurri, a differenza di quest'ultima aveva diversi punti d'ombra sanciti da labili fiamme di quattro bracieri. Dello stesso numero erano le zolle di terra battuta, delimitate da acqua paludosa e unite da piccoli ponti in legno.
    Il mio avversario mi stava attendendo seduto vicino ad uno di quei punti luce, sicuramente mi aveva notato entrare nell'arena dal lato opposto al suo, lentamente mi avvicinai fino a giungere affianco al braciere dirimpettaio al suo e posizionandomi di fronte ad un ponticello che univa le due zone di terra.

    Aveva la pelle di colore scuro come gli abitanti di Kumo, una folta chiome di capelli neri trattenuti dal coprifronte del suo villaggio, da quando avevo messo piede nell'arena mi fissava senza dire una parola. Risposi allo stesso modo al suo silenzio, ponendomi dunque a circa sei metri da lui e non troppo vicino al braciere, rimanendo di conseguenza solo per metà illuminato dalle fiamme rossastre. A quel punto calai il cappuccio, lasciando che il coprifronte di Kiri - calato sul capo a coprire l'occhio mancante - venisse illuminato, quindi parlai con voce asciutta Youshi Tokugawa, ninja di Kiri. Sono qui per combattere contro Jou Satoshi per volere di Suna e di Kiri
    Non avevo altro da aggiungere mi dedicai piuttosto a studiare il mio avversario, aveva decisamente qualche anno più di me e anche diversi centimetri d'altezza. Non possedendo un mantello che potesse celare il suo equipaggiamento potei notare alcune cose: la presenza di una wakizashi, si doveva trattare dunque di uno spadaccino; diversi manici di coltelli che, essendo riposti nelle loro fodere, non potevo dire se fossero da lancio o meno; una leggera cotta di maglia a proteggergli il busto.
    Quando vuoi, ninja di Suna dissi dando dunque via al combattimento.

    In quel istante uno stormo di corvi, famigli dei KarasuTengu, si posarono sugli spalti dell'arena. Erano a centinaia, spettatori del combattimento che da lì a poco sarebbe iniziato, li guardai lasciandomi scappare un lieve sorriso. A quanto pare mio nonno, Ossuri-sama, era curioso di vedere i miei miglioramenti nel combattimento, quello stormo era sotto il controllo delle sue creature, alcuni di questi gracchiarono altri batterono il becco prima di richiudersi tutti in un solenne silenzio.


    Edited by Youshi2 - 1/6/2020, 14:59
     
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