L'avventura del carbonchio azzurro[Chakra adesivo per Hotene]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ~Sekiro~
        Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    162
    Reputation
    +51
    Location
    Roma

    Status
    Offline


    L'Avventura del Carbonchio Azzurro


    ~III~



    Dansei Otoko, Dansei Otoko e... Dansei Otoko?



    Il Lupo, nonostante avesse imparato finemente i segreti delle tecniche shinobi, sotto la guida del Gufo e della Falena, allenandosi nella Foresta di Usui, non era mai stato un esperto nell'arte della dissimulazione: la capacità, cioè, di nascondere le proprie intenzioni, ingannare le prede, far credere alle vittime di essere qualcos'altro. Ad Ashina, quando e se decideva di palesarsi agli occhi di un passante, non ci voleva molto perchè questo capisse che il Lupo fosse in realtà uno shinobi solitario, anche se il ninja rimaneva a bocca chiusa.
    Tale mancanza si rivelò ancora in quel di Azumaido, nella bettola che forniva ristoro agli avventori del porto dell'isola. I marinai percepirono subito che le domande del Lupo non erano genuine e liquidarono il ninja indirizzandolo ad una specie di ricettatore con un nome che stava lentamente diventando una maledizione per i due genin di Kiri: Dansei Otoko. Dansei Otoko, come l'uomo che il locandiere chiese ai due ninja, poco dopo, di ricercare e Dansei Otoko, come l'Alto Sciamano che presiedeva ai riti delle tradizioni dei nativi dell'isola tramite il Carbonchio Azzurro, la pietra magica in cui risiedeva, probabilmente, la fonte dei sortilegi degli stregoni di Azumaido.
    In sintesi, fu questa la sostanza del briefing col Mizukage, appena fuori dalla taverna. Per inciso, il Ninja di Ferro aveva laconicamente risposto alle domande del Lupo: essenzialmente quella era stata una prova a cui la ragazza dagli occhi blu, la Nitai, era stata sottoposta... fallendo.
    Il Mizukage suggerì poi che, forse, dietro quelle tre persone dall'identico nome, potesse celarsi in realtà lo stesso individuo per almeno due di essi.

    Abbiamo troppe poche informazioni sull'uomo che ha accettato la sfida mentre sappiamo sia dove trovare il ricettatore che l'Alto Sciamano. Credo che la cosa migliore sia dividersi e andare ad interrogare questi due uomini. La strada per raggiungere l'accampamento del ricettatore è parzialmente in comune con quella che porta al Villaggio, possiamo fare un pezzo di strada insieme.

    Il Lupo era rimasto in silenzio, inginocchiato, ad ascoltare, per tutto il tempo. A tale riverenza era stato abituato da suo Padre... la stessa che aveva usato, in giorni ormai andati, per l'Erede Divino.
    Il ninja d'Ashina fece per alzarsi in piedi, quando la Pantera prospettò la possibilità di rintracciare il Carbonchio Azzurro tramite un qualche tipo di abilità di identificazione del chakra. Il Lupo non conosceva queste capacità e non aggiunse altro. Era passato ancora troppo poco dalla sua venuta a Kiri e c'era ancora molto che doveva imparare. Nishimura continuò proponendosi per andare a investigare sul ricettatore al mercato.

    A questo punto, Signore, col vostro permesso, io vorrei indagare ancora un po' qui al porto: voglio capire se qualcuno ha visto o sentito qualcosa dell'uomo che ha abbandonato l'oca ed il bastone.

    Una volta ottenuta l'autorizzazione dal suo Signore, il Lupo si sarebbe quindi distaccato dal gruppo, dirigendosi verso la zona più interna del porto, dove sembrava avvenisse un vivace movimento di merci, sotto forma di baratto, tra gli autoctoni e gli abitanti della zona limitrofa al porto stesso. Il Lupo avrebbe riposto tutto l'equipaggiamento visibile, che avrebbe potuto tradire il fatto che fosse un ninja, nelle tasche, tranne, ovviamente, ciò che fosse stato troppo ingombrante, in modo che le persone, con un po' di fortuna, avessero potuto scambiarlo per un povero pellegrino. Il coprifronte non sarebbe stato un problema: il Lupo, banalmente, non lo indossava. In effetti, nonostante la già citata scarsa propensione dello shinobi a fingere di essere ciò che non era, i suoi vestiti logori e la mancanza di un braccio, probabilmente, avrebbero potuto facilitarlo nello scopo. Infatti il ninja si sarebbe avvicinato ai primi locali che avesse incontrato, intenti a trafficare con utensili appena ottenuti da chissà chi, fingendo di zoppicare e trascinandosi come se, oltre che monco, fosse stato anche zoppo. Si sarebbe rivolto ad essi con voce strozzata, bassa e rauca, che aveva l'intento di trasmettere un'impressione di sofferenza e stanchezza. Certo, non era un bravo attore, ma il freddo intenso che dominava il paesaggio gli avrebbe davvero infuso uno stato di spossatezza, seppur minima, quindi, quella scena non sarebbe stata una completa finzione. Almeno questo era come il Lupo cercava apparire ai loro occhi... se ci fosse riuscito, sarebbe stato tutto un altro paio di maniche.

    Salve, buon uomini, e scusate il disturbo. Ho fatto un lungo viaggio, nelle mie condizioni, provenendo da Kiri. Ho sentito parlare delle incredibili capacità curative che alcuni eletti, tra le persone dell'isola, possiedono. Come vedete, il mio corpo ha molto da farsi curare... sapreste indicarmi se, qui al porto, c'è uno Sciamano o qualcuno di simile per un consulto? Vorrei evitare di inoltrarmi più all'interno dell'isola, dato il mio stato di salute e ho sentito che di recente, proprio qui al porto, è stato visto un tizio vestito da sciamano in modo alquanto sgargiante...

    […]



    Passarono due ore. Il Lupo e la Pantera si ritrovarono davanti alla taverna dove era ad attenderli il loro Signore. Dopo aver riferito al Mizukage qualsiasi cosa avessero scoperto durante le loro indagini in solitaria, i tre s'incamminarono in un lungo percorso verso nord-est. Adesso che lo osservava meglio, l'Ōkami notava che il Mizukage possedeva degli arti artificiali. Anche a lui, molto prima, era stata impiantata una protesi shinobi in sostituzione del braccio sinistro, mozzato di netto dalla lama di Genichiro Ashina. Era stato lo Scultore, un tempo noto come Sekijo, a donargli la sua, che era stata appositamente fabbricata per l'Orango da Dogen in persona, il formidabile, quasi leggendario, Cerusico di Ashina. Doveva saperne di più: poteva esserci la possibilità di acquisire una nuova “zanna”?

    Signore, se posso... vorrei chiederle... come ha ottenuto le sue protesi? Sa, una volta, nella mia terra, anche io ne possedevo una... ed era diventata il mio asso nella manica...

    Mentre procedevano la rudezza e la povertà dell'ambiente naturale che circondava il porto, dominato solamente da neve perenne e distese di ghiaccio, sfumavano gradualmente in un mondo vegetale sempre più rigoglioso nonostante le avversità climatiche del posto... mondo vegetale che ben presto prese le sembianze di un vero e proprio bosco, fitto ed intricato, i cui rami, foglie, cespugli, radici, grovigli, funghi, nonchè il terreno stesso, ombroso e cosparso, saltuariamente, dei resti di pigne, aghi e frutta caduti dai picchi frondosi, erano ricoperti da una fine patina di brina rappresa che cristallizzava, in un abbraccio immortale, il verde sempiterno. Sui monti, ad Ashina, i fiori di Ciliegio, anziché esser, come è normale, creature effimere perduranti una settimana appena, erano rigogliosi tutto l'anno, così come la Non-Morte e la sua Stagnazione che avevano invaso il paese... gli effetti della presenza del Drago Divino. Là, ad Azumaido, un altro tipo di divinità, un Dio del Freddo, doveva celarsi dietro quell'ambiente spettacolare, congelato nel tempo e nello spazio dal Gelo. La natura nascondeva la sua fragilità sotto un'armatura ghiacciata che le conferiva una resistenza unica, non meno sorprendente dalla resistenza dei Ciliegi Sempreinfiore di Ashina.
    Fu pensando a tutto questo che accadde. All'improvviso un'intensa luce pervase l'oscurità del sottobosco, accecando il Lupo e la Pantera, mentre delle gabbie di ghiaccio venivano calate sopra i tre shinobi. A questo seguì una risata, proveniente da qualche parte tra gli arbusti, che si perdeva nel fitto della foresta, venendone, da essa, amplificata. Il Mizukage, dal canto suo, come c'era da aspettarsi, non si fece sorprendere da un trucchetto del genere e reagì prontamente, evitando che l'abbaglio potesse impedirgli di usare la vista e distruggendo, in un sol colpo, la prigione che lo aveva circondato.

    Usate il chakra distruttivo, se non riuscite ad uscire da quella gabbia.

    Chakra Distruttivo? Non ne aveva mai sentito parlare... conosceva il Chakra Adesivo e quello Repulsivo, ma questa nuova tipologia era la prima volta che la sentiva nominare [Nota]Non possiedo ancora il Chakra Adesivo e Repulsivo, in quanto le relative giocate non sono terminate. Tuttavia, essendo precedenti alla nostra giocata, le sfrutto come pretesto per innescare i ragionamenti che fa il mio pg.. Il Mizukage si doveva essere reso conto del dubbio che aveva attraversato le menti dei suoi sottoposti, perchè si affrettò a spiegare grossolanamente come replicare ciò che lui aveva eseguito: concentrare il chakra in un denso agglomerato nella parte più esterna dell'arto per poi farlo esplodere all'esterno come un fiume in piena. Ecco che, per l'ennesima volta, il controllo del chakra si insinuava prepotente nella buona riuscita di una missione. Il Lupo chiuse gli occhi e cercò di ricordare quando, imparando il controllo del Chakra Adesivo, aveva clamorosamente sbagliato accumulando troppo chakra sotto la pianta dei piedi con il risultato che il suo arto, anzichè aderire alla superficie su cui si stava allenando, la perforò, facendolo affondare nel legno secco e poi, perdendo la presa, rovinare miseramente a terra. Il ninja pensò che fosse sufficiente commettere di nuovo, stavolta intenzionalmente, l'errore che aveva fatto allora. Perciò iniziò a far fluire il proprio chakra dal tantien verso l'alto e all'esterno, alla spalla, al gomito, al polso per arrivare, infine, al palmo della mano, dove cercò di arrestare di colpo il flusso, come una diga posizionata da un giorno all'altro lungo il corso di un torrente impetuoso. Percepiva che il chakra si fosse in qualche modo arrestato sulla sua mano, ma non in modo perfetto, perchè, tra le crepe del blocco che aveva cercato di creare, il chakra stesso continuava ad inserirsi, ritornando indietro da dove era venuto. Ciò lo costrinse a rimanere fermo, immobile, in assoluta contemplazione, per diversi, eccessivi minuti, in modo che l'accumulo di chakra potesse ugualmente costituirsi, sebbene più lentamente del previsto data lo scarso controllo che aveva nella creazione di quel punto d'arresto imperfetto. Quando sentì il palmo della mano ribollire di energia, il Lupo colpì le sbarre di ghiaccio che lo imprigionavano, rilasciando in un colpo solo la barriera che aveva imposto al ritorno del suo chakra dalla mano. L'energia uscì violentemente ma la compressione, anziché mantenersi densa e compatta, prima di colpire il ghiaccio, si disperse in scie di chakra bluastre che si diluirono nell'aria circostante, non sortendo alcun effetto utile.
    Non fu sorpreso. Come gli aveva spiegato il Corvo, solo i ninja più esperti riescono nella difficile arte del controllo del chakra in tutte le sue forme, come creta nelle mani di un esperto vasaio. Lui, ed anche la Pantera, che non si trovava di certo in una migliore posizione, al momento erano solo dei timidi apprendisti appena entrati nella bottega di scultori capaci di plasmare a piacimento la forma di un marmo del tutto particolare.
    Il problema era forse stato che l'accumulo di chakra era avvenuto in un punto troppo ampio, come il palmo della mano, per il suo livello? Era possibile che la dispersione di chakra per tutto il palmo aveva impedito il trasferimento di questo, in forma condensata, dalla sua mano alla superficie da distruggere? L'unico modo per scoprirlo era fare un altro tentativo provando una diversa strategia... stavolta l'arresto al flusso del chakra e la sua successiva concentrazione sarebbero avvenuti nelle nocche del secondo e del terzo dito. Il Lupo così chiuse la sua mano a pugno e si focalizzò di nuovo sul proprio sistema circolatorio del chakra. Sentiva il flusso arrivare alla base delle falangi prossimali, a livello delle articolazioni metacarpo-falangee.

    Ecco, ora!

    Uno spesso cancello fu calato allo scorrere di quella speciale energia interna in modo che non potesse refluire dalle nocche. Il punto d'accumulo era decisamente più piccolo ed il chakra non poteva che essere, quindi, più concentrato. Parallelamente, però, anche la sua capacità di accumulo diminuiva e poteva sentire il chakra desideroso e bramante di rompere il blocco che aveva costituito, come un tappo di lava rappresa e solidificata che chiude il cratere ed il camino di un vulcano in procinto di esplodere. Tutto il braccio tremava. Il flusso di chakra di ritorno dalla mano era aumentato a dismisura, straripando a forza dalla superficie dell'arto. Era una situazione insostenibile, tant'è che, quando il Lupo colpì la prigione di ghiaccio, aveva perso il blocco instaurato a livello delle nocche, letteralmente divelto dalla forza e dall'impeto con cui il flusso del chakra cercava di ritornare alla normalità.
    Se in una superficie ampia la condensazione si disperdeva nel momento della sua fuoriuscita, mentre in una superficie ristretta l'accumulo era eccessivo e veniva annullato prima ancora che il chakra potesse venir fatto esplodere all'esterno, forse il segreto per padroneggiare il Chakra Distruttivo risiedeva nel bilanciamento delle dosi? Avrebbe fatto un ultimo tentativo, accumulando meno chakra, ma sempre a livello delle nocche, e cercando però stavolta di controllare il flusso di ritorno in modo che fosse meno impetuoso. Tuttavia, prima voleva ascoltare quello che il Mizukage aveva da dire in proposito, in risposta alle difficoltà che aveva appena esternato, proprio a lui, la Pantera. Era lo stesso problema pratico che aveva incontrato il Lupo quando aveva accumulato il chakra nel palmo della mano... [Nota]Consumi
    I tentativo: 1 basso su tutto il palmo
    II tentativo: 2 bassi sulle nocche del secondo e terzo dito


     
    .
18 replies since 29/6/2020, 15:04   443 views
  Share  
.