Schiavi della Sete

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  1. - Hohenheim -
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    Schiavi della Sete


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    Ne era passato di tempo da quando Ryugi era stata a colloquio con il Kazekage. Quel primo incontro non era andato proprio nel migliore dei modi. Ryugi era indecisa, insicura ed immatura...del resto, aveva appena iniziato la sua carriera. Hohenheim era stato molto duro con lei in quella circostanza, certamente la ragazza non l’aveva dimenticato. Ma quello era prima. Prima dell’attacco della canzone a Suna, per esempio. Prima di così tante cose. Ora Ryugi era un genin esperto, membro della squadra speciale, portatrice del Kiseki Nero e, chissà, forse prossima a diventare un chunin? Hohenheim non si era davvero posto questo quesito quando l’aveva convocata. In effetti, quella storia non aveva nulla a che fare con il passato della ragazza, quanto con le sue capacità.

    Hohenheim l’avrebbe attesa sulla sommità del palazzo dell’Amministrazione. Il giovane Kage indossava un lungo kimono, color panna e celeste, come sempre faceva. Il vento gli muoveva i capelli perennemente confusi, mentre il suo sguardo si perdeva sulle case di terra e sabbia del suo villaggio. Notando la presenza della ragazza, Hohenheim si sarebbe voltato salutandola.

    Ciao Ryugi, grazie per essere venuta.

    Si sarebbe alzato, parandosi davanti la ragazza. I due erano pressappoco della stessa altezza.

    Ti ho fatto chiamare perchè c’è una missione nella quale vorrei che mi accompagnassi. Hai fatto passi da gigante dall’ultima volta che abbiamo parlato, ed ho deciso di darti la possibilità di metterti alla prova con una missione dall’alto profilo.

    Un rotolo sarebbe comparso nella mano destra del jonin, che avrebbe lanciato alla ragazza.

    Ci sono arrivate strane voci dalle Polveriere del Nord Nome che indicava una delle grandi regioni in cui era diviso il Paese del Vento. Le regioni erano per la maggior parte desertiche, e quelle nel settentrione non facevano differenza. Come sai nella zona ci sono le più importanti industrie di esplosivi del Paese. I complessi industriali sono sparsi per tutta la regione, e diversi villaggi sono nati nei pressi delle cave dei materiali base, La pirite, dove poi sono state costruite le fabbriche. Parliamo di villaggi di 100 fino a 300 persone, di cui il 70% è legato alle attività produttive.

    Dal villaggio di Karai abbiamo sentito che delle attività illecite sono forse in corso. Karai è in quella parte più secca delle Polveriere: letteralmente piove uno o due volte l’anno, se va bene. La bassa umidità dell’aria favorisce una produzione di bombe dalla notevole qualità. Le voci dicono che la compagnia che lì opera stia in qualche modo schiavizzando i suoi dipendenti. Non sappiamo esattamente come e dobbiamo indagare. Come Kage, mi hanno permesso di fare una visita agli impianti, anche per rassicurare i Daymio locali che tutto è fatto a regola d’arte. Voglio che tu mi segua, in via ufficiosa, che ti infiltri nell’azienda e scopra cosa stia succedendo per davvero.

    Nella pergamena troverai delle informazioni che ti aiuteranno nell’infiltrazione. Anche se non potremo avere molti contatti durante la missione, io rimarrò nei paraggi. Ogni sera stabiliremo un punto di ritrovo perchè tu possa comunicarmi le informazioni che hai scoperto. Se hai domante, questo è il momento di farle.


    Il documento che aveva in mano comunicava alla ragazza la sua nuova identità, Rai Masarumi. Il suo nome era già stato comunicato ad alcuni dirigenti interni dell’azienda per avere un posto da apprendista nella fabbrica. Questo sarebbe stato il suo lasciapassare.

    [...]

    Avrebbero raggiunto Karai entro tre giorni. Per un tratto i due avrebbero viaggiato insieme, ma si sarebbero divisi ben prima di raggiungere la città. Karai ricordava molto Suna. Lo stile delle abitazioni aveva molti aspetti in comune, e le persone erano bruciate dal sole tanto quanto lo erano i Sunesi. Tuttavia, a differenza della capitale miliatare del paese del Vento, Karai era molto più secca! La vegetazione era ridotta all’osso: solo pochi cactus spuntavano tristi in qualche angolo delle vie cittadine, le quali erano crepate per l’assenza di umidità. L’aria era secca, e spaccava la pelle delle persone rapidamente, aiutata dal vento sferzante e carico di sabbia. La ragazza avrebbe notato infatti che molte persone usavano ampi veli per coprirsi, o degli unguenti secchi per idratare la pelle e, al tempo stesso, non far appiccicare la sabbia trasportata dal vento.

    Rispetto a quanto indicato dal documento per presentarsi in fabbrica, la kunoichi sarebbe arrivata al villaggio con un giorno di anticipo. Una volta arrivati i miei movimenti saranno tracciati, ma tu dovresti passare inosservata.. Cioè poteva iniziar ad investigare.

    Arrivando al mattino c’erano davvero tanti posti da cui la giovane poteva iniziare. Diversi negozi si aprivano lungo la strada maestra, vendendo rose del deserto ed altri gioielli economici, negozi di artigiani e di vestiti essenziali. Non molto distante, si sentiva il suono di un mercato nel vivo dell’azione. Oppure si poteva recare più a nord, dove c’era la fabbrica di esplosivi (La sua meta finale), o ancora oltre verso la cava. Dai documenti sapeva che la cava aveva un’estensione molto ampia, e diversi cunicoli erano stati scavati per trasportare il materiale esplosivo, la pirite, dalla cava fino alla fabbrica passando sottoterra.

    Una cosa colpì, ad ogni modo, subito la ragazza. La città non aveva osterie, bar o ristoranti. Gli unici punti dove si poteva mangiare qualcosa erano piccoli stand ambulanti. Essi servivano solo cibo: non c’erano alcolici, nè bevande alla frutta. Lo stesso mercato non vendeva nessun articolo edibile che non fosse solido.

    Nella città non c’era acqua.
     
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