Gocce di sangue e petali di Ciliegio[Add TS per Sekiro&Hideo]

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  1. ~Sekiro~
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    Gocce di sangue e petali di Ciliegio


    ~III~



    La Spada degli Hirata



    Il fiocco di neve cadde lento e sinuoso, posandosi delicatamente sul palmo della mano. Era perfetto. Una forma abbastanza stabile da rimanere compatto, ma allo stesso tempo così fragile ed effimero da sciogliersi dopo pochi istanti dal contatto col calore emanato dalla pelle. Un petalo di ciliegio...
    Lo shinobi da un braccio solo alzò gli occhi. Una morbida pioggia di batuffoli aveva iniziato a calare dal cielo sul paesaggio imbiancato di Azumaido. Lì davanti, a pochi passi, un altro shinobi, completamente protetto da una corazza impenetrabile, avanzava impassibile senza mai voltarsi indietro. Avvolta dai candidi cristalli bianchi, spinti dal vento in ogni direzione, nascosta dal nero mantello e dall'elmo oscuro, quella figura pareva quasi un fantasma del Freddo; uno spirito dei ghiacci, solitario, opacato e annebbiato, che si confondeva nella tempesta, in perenne ricerca di sfortunati dispersi da portare via.
    Un'inquietudine nuova adombrava i pensieri del Lupo. C'era un'atmosfera pesante nell'aria. Un elefante era stato fatto entrare in uno sgabuzzino. Il Mizukage emanava un'agitazione interna che si diffondeva alla velocità del pensiero. Tale turbamento infettò il Lupo, sulla scia del Ninja di Ferro.
    Il suo destino era stato irrimediabilmente compromesso dal karma negativo, che s'era accumulato in seguito alle scelte che aveva fatto nel compito di proteggere il suo Signore. Karma è una parola che deriva dal sanscrito, traducibile come azione... e le azioni hanno sempre delle conseguenze, che ricadranno inevitabilmente, come debito karmico, su colui che, di fronte ad un bivio, decise di prendere una strada piuttosto che un'altra. Era stato il karma negativo dello Scultore a divorarlo nelle Fiamme dell'Odio, trasformandolo in uno shura. Era stato il karma negativo di Isshin Ashina a far cadere, alla fine, il feudo che portava il suo nome. Ed era stato il karma negativo attirato dal Lupo e da Kuro, prima con la donazione del Sangue di Drago che drenava energia vitale dagli innocenti abitanti di Ashina per rendere immortale un solo uomo, poi con le continue uccisioni perpetrate dallo shinobi per adempiere al volere del suo Signore, a determinare la loro triste fine: il Servo disperso e solo, privato quasi del tutto delle sue capacità, il Padrone morto nel rimpianto e nel dolore, ucciso proprio da colui che aveva giurato di proteggerlo. Un doppio sacrificio: Kuro era morto per liberare definitivamente l'umanità dalla maledizione del Sangue del Drago; il Lupo aveva acconsentito alla morte del giovane in modo da spostare il peso del debito karmico di questi interamente su di lui. Era così che le anime si disperdevano nel Samsara.
    Consapevole di esser divenuto una calamità per la cattiva sorte, il ninja sventurato si domandava ancora se accettare la nuova zanna promessagli sarebbe stata la via giusta, la via che avrebbe cambiato il suo karma. Quella voglia di sangue inoltre non voleva assolutamente abbandonarlo e sospettava già il perchè: coloro che continuano ad uccidere, a prescindere dalle loro motivazioni, alla fine si perdono nel desiderio del sangue. Si stava forse anche lui lentamente tramutando in uno shura?

    Raccontami di te, Sekiro. Raccontami del tuo passato e di... Ashina. È questo il nome del posto da cui provieni, giusto?

    L'aria fredda e carica di elettricità d'un tratto si fece leggera. La pesantezza della situazione, come un fulmine che si scarica a terra, se n'era andata. Ci sarebbe voluta un'intera giornata per rispondere a quella domanda. Mentre continuavano il loro cammino, le parole iniziarono ad uscire.

    Signore, Ashina... è una terra lontana, un feudo isolato di un paese dimenticato. È... o meglio, era governata da un vecchio e formidabile spadaccino, Isshin-sama, che io stesso ho ucciso.

    Il Lupo fece una pausa. L'immagine di Genichiro che si taglia la parte laterale del collo con la Lama Mortale Nera, la spada capace di donare la vita, e da cui, allargando pian piano la ferita, rinasce un Isshin corrotto, imbattibile e nel fiore degli anni, invase la mente dello shinobi come un cancro metastatico. Elmo da samurai Ashina, vesti di leggera seta blu, la raffinatezza della spada nella destra, la violenza di una delle Sette Lance nella sinistra, la spietatezza di una pistola nascosta nelle maniche. Il profumo delicato del bianco prato fiorito dietro l'uscita segreta del Castello di Ashina ancora nelle narici...

    Così finisce la lunga notte di Ashina...

    Per quanto riguarda me, Signore, io sono solo un orfano. Venni adottato, bambino, da mio Padre: lo shinobi detto Gufo. Egli mi crebbe sotto la rigida dottrina del Codice di Ferro.

    Altra pausa. La voce del Lupo divenne quasi robotica e, fissando il vuoto con occhi vitrei, prese a recitare quelle che sembravano regole scolpite a fuoco nella sua anima.

    Primo: il Padre è ASSOLUTO. La sua volontà dev'essere perseguita. Secondo: il Signore è ASSOLUTO. Darai la tua vita per proteggerlo e lo porterai indietro ad ogni costo. Terzo: la Paura è ASSOLUTA. Non c'è vergogna nel perdere una battaglia, ma dovrai vendicarti con ogni mezzo necessario.

    Il Lupo scosse la testa. Si riprese. Continuò il suo racconto come nulla fosse.

    Arrivò il giorno, però, in cui dovetti fare una scelta: seguire il Codice di Ferro e tradire il mio Signore, Kuro-sama, o rimanergli fedele, perseguendo la volontà di eliminare la maledizione del Sangue di Drago dalla nostra terra. Decisi per la seconda via e questo, com'era naturale, mi portò ad affrontare mio Padre... e ad ucciderlo.

    Lo shinobi da un braccio solo si fermò. Il cielo del mattino era coperto dalla leggera foschia prodotta dalla neve. Il vapore tiepido che proveniva dal suo respiro saliva rapido verso il cielo in una nuvoletta che veniva quasi subito spezzata dal freddo pungente. I boschi attorno facevano da spettatori silenziosi, curiosi, forse, quanto il Mizukage di ascoltare la storia dell'orfano.

    Signore, la volontà del mio precedente padrone... non credo sia stata portata a termine. Deve sapere che ad Ashina, moltissimi anni fa, mise radici un drago proveniente da Occidente. Presto il culto di questo drago prese il posto di quello delle divinità locali. Il Drago Divino. L'influsso di quest'essere faceva in modo che, raramente, una generazione venisse benedetta con la nascita di un bambino capace di donare l'immortalità: il Retaggio del Sangue di Drago. Ma questa benedizione si trasformò in una maledizione. La brama per l'Immortalità corrompe il debole cuore degli uomini.

    Il Tempio Senpou era l'esempio di ciò che stava dicendo lo shinobi. Un tempo luogo di meditazione e preghiera, di aiuto e conforto, sotto la guida degli insegnamenti del Buddha, dopo la venuta del drago era diventato invece un centro di ricerca per l'ottenimento dell'immortalità: la creazione cioè di un Falso Retaggio di Drago all'interno di un Erede Divino artificiale. Per far ciò, quei monaci corrotti avevano sacrificato un numero indicibile di bambini. Le loro tombe erano sparse per tutto il Monte Kongo. Solo uno di questi, il fiore bianco e puro tra i tanti fiori bianchi e rossi, era sopravvissuto agli esperimenti, diventando la Fanciulla delle Acque del Ristoro.
    Il Lupo chiuse gli occhi ed una smorfia di rabbia e risentimento gli deformò il volto. Strinse le dita contro il suo palmo, talmente forte da ferirsi. Gocce di sangue scesero come pioggia cremisi che sporcò la neve sottostante di liquido scintillante. Sangue e Neve...

    Il Drago Divino è ancora là. Saldamente radicato nella terra di Ashina. Prima o poi, nascerà un nuovo Erede Divino e la maledizione ricomincerà. Io... io devo tornare tra i monti da cui provengo e scacciare il Drago. Farlo tornare nel suo luogo d'origine. È l'unico modo per spezzare il ciclo. È l'unico modo perchè Kuro-sama non sia morto invano.

    Il Lupo si inchinò a terra, evidentemente dispiaciuto per lo sfogo che il Mizukage era stato costretto ad ascoltare.

    Vogliate scusarmi, Signore. È stata una debolezza imperdonabile. Se potete, fate come se non abbia detto niente.

    […]



    Lo sguardo vagava indagatore su quella piccola struttura, persa in uno sconfinato labirinto di neve. Se qualcuno non avesse saputo esattamente la strada per arrivarci, difficilmente avrebbe mai potuto trovare quel luogo: esso sembrava in tutto e per tutto un santuario. Uno strato di ghiaccio copriva completamente la dura pietra che lo componeva. Un blocco cristallino ed isolato nascosto agli occhi del mondo. Strani simboli, simili a quelli che una volta il Lupo aveva visto tracciare per l'aria al Mizukage, marchiavano la roccia. Essi trasparivano da sotto il ghiaccio più vitali che mai: vene ectasiche ripiene di sangue, rigonfie e pulsanti, di solide pareti consacrate agli antichi. Dov'era l'ingresso?

    Per di qua.

    Il Ninja di Ferrò sfiorò una lastra nuda, incredibilmente liscia e levigata, nonostante l'esposizione alla rudezza del tempo. Questa scivolò da una parte all'istante, come se si fosse mossa su dei rulli invisibili, liberando la via alla vera entrata. Uno stretto corridoio, scarsamente illuminato, scendeva giù, nel cuore del suolo. L'intensa luce del mattino riverberata dal manto innevato del terreno penetrava nella caverna formando raggi, singoli o a piccoli gruppi, che proiettavano le ombre dei due shinobi contro i muri interni, facendole sembrare, ad ogni movimento, bizzarre, strane, cangianti. Si capiva che là sotto nessuno scendeva da chissà quanto tempo, ciononostante l'aria era fresca e confortevole e stemperava contemporaneamente la rudezza del vento che imperversava all'esterno. Vento che emanava fischi ed ululati che all'interno invece si espandevano in sinistri rantoli che scendevano, anticipandoli, le scale dello stretto corridoio.
    I due arrivarono infine in una stanza rettangolare, la cui lunghezza dominava sulla larghezza, formata da pareti ricoperte da torce che donavano una luce calda all'ambiente. Quel luogo sorprese il Lupo. Per terra c'erano tantissime spade in ogni condizione possibile. Rotte, corrose, non più taglienti o semplicemente anonime e senza alcuna attrattiva.

    Quando venni qui per la prima volta non compresi ciò che vidi.

    La mano del Mizukage all'improvvisò scattò gettando contro il muro più lontano dall'ingresso una piccola ampolla. Essa si ruppe in mille frammenti di vetro che si sparsero sul pavimento, al di sopra di tutti quei cadaveri di acciaio. La parete invece si sporcò di sangue, che era contenuto nella boccetta. Il liquido però non si dispose casualmente, seguendo la rigidità della Seconda legge della Termodinamica imposta dall'entropia. Al contrario, in una specie di movimento all'indietro, il liquido formò delle lettere che si unirono in parole sino a comporre delle frasi... frasi che vennero lette ad alta voce dal ninja corazzato.

    Ho preso queste anime. Le ho riportate alla Spada del Primo. Non c'è Profanazione. Le meritevoli diverranno uno. Questa tomba non è stata profanata. Questa tomba fu il frutto di tradizioni perse e dimenticate. Fu il frutto della Diaspora, della morte del primo figlio di Kenkichi Mikawa e della secondogenita del fondatore, Midorinaka Kenkichi.

    Poi questi in uno scatto repentino e fulmineo allungò il braccio puntando l'impugnatura di una spada alla gola del Lupo. Il movimento fu velocissimo, quasi impossibile da vedere. Contemporaneamente, con la stessa rapidità, dall'elsa fuoriuscì una lama fatta completamente di sangue, leggermente incurvata. Tale era la potenza della massima autorità di Kiri? E poi, quale stregoneria nascondeva quella spada?

    Concentrati. Cerca un legame con quello che resta in questo luogo. Se anche la tua storia fa parte di ciò che è stato dimenticato con la Diaspora qui potrai ritrovare le tue radici. Cerca il pezzo di te che è Acciaio e Sangue.

    Quella scena... era identica a qualcosa che il Lupo aveva già vissuto molto tempo prima...

    […]



    Un bambino che non temeva la morte giaceva solo ed abbandonato in un campo di battaglia costellato di cadaveri. Un maestro shinobi vagava per quel cimitero di guerrieri e, notando il bambino, si avvicinò, procurandogli un leggero taglio sanguinante allo zigomo sinistro con la sua lunga lama. Il bambino non si mosse né accennò ad alcun segno di timore.

    Ehi Randagio, non hai più niente da perdere?

    Il Randagio allungò una mano e strinse tra le dita la lama dello shinobi, guardandolo negli occhi..

    Oh... intrigante. Vieni con me, Lupo affamato?

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    Un giovane lupo fu raccolto sul campo di battaglia. Egli si allenò senza sosta e a sua volta diventò un maestro shinobi. Anni dopo lo ritroviamo alla tenuta Hirata, inginocchiato ai piedi di suo Padre, il Gufo.

    Non scordare mai il Codice degli Shinobi. Seguirai sempre la mia parola di Padre... e poi seguirai quella del tuo Signore. Da oggi il tuo Signore sarà lui. Difendilo con la vita. Se dovesse mai essere preso, riportalo indietro ad ogni costo.

    Un ragazzo fine e dai lunghi capelli neri a caschetto, che arrivavano poco sopra alle spalle, coperto da un leggero kimono bruno con decorazioni dorate. Era questo il suo nuovo Signore. Kuro-sama.

    Capisci... vero, Lupo?


    […]



    Lupo fedele, sono qui. Non riesci a vedermi?

    La voce di Kuro-sama all'improvviso pervase il silenzio del santuario Kenkichi. Era reale o stava succedendo nella sua testa?

    Dove guardi? Sono qui. Possibile che tu mi abbia scordato?

    ll suono sembrava provenire dal pavimento, alquanto ovattato, disperso in mezzo alla montagna di spade dimenticate. Il Lupo cercò con lo sguardo la fonte di quella voce quand'ecco che uno scintillio familiare attirò la sua attenzione. Sepolto sotto una marea di lame c'era qualcosa di incredibilmente importante per lui. In un istante il ninja d'Ashina si gettò a terra ed iniziò letteralmente a scavare nell'acciaio, spostando e gettando spade a destra e sinistra. Finalmente la trovò. Kusabimaru. La Spada che il suo Signore gli aveva donato nella Torre della Luna. La sua Spada.

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    Si trattava di una katana di lunghezza media, trenta centimetri di impugnatura ed un metro di lama. L'elsa, di colore verde scuro traslucido, era formata da piccole tessere che ricordavano quasi delle squame di carpa. Inoltre essa era rinforzata da uno strato ulteriore foggiato come due linee intrecciate a spirale per tutta la lunghezza dell'elsa. La lama d'acciaio brillante emanava scintilli grigiastri. La katana era dotata di diverse particolarità.
    Innanzitutto una scanalatura lungo il bordo interno della lama, il Bo-hi, che ne riduceva il peso senza sacrificarne la durabilità. Il Bo-hi inoltre spostava il punto d'equilibrio lungo l'impugnatura, rendendo più veloce il suo utilizzo. Infine questa caratteristica amplificava il suono che la spada produceva tagliando l'aria, il cosiddetto Tachi-Kaze. Lo svantaggio della presenza del Bo-hi tuttavia era la sensibile riduzione della potenza di taglio, in favore di maneggevolezza e precisione.
    Priva di Hamon, a differenza del resto delle spade di Ashina, presentava lo Tsuba (la guardia della spada) e l'Habaki (il perno alla base dello Tusba per ancorare la lama al fodero) composti dallo Shibuchi, una lega rame-argento che poteva variare dal nero all'argentato-rameico nell'aspetto. Gli Tsuba, specialmente sulle spade cimelio come Kusabimaru, erano spesso realizzati in Shakudo (una lega rame-oro trattata chimicamente per scurire il colore dei metalli che la compongono).

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    Miko-sama, siete proprio voi?

    Il Lupo liberò la spada dall'abbraccio delle altre lame dimenticate e la posò a terra, con riverenza ed attenzione, sotto la luce di una torcia. Dopodichè si inginocchiò immediatamente a terra davanti al cimelio. Ora che la guardava bene, la spada era del tutto priva dell'affilatura e la punta era smussata. In quelle condizioni era inutilizzabile.

    Già, sono io, Lupo. Grazie del tuo sacrificio, grazie di aver attirato il mio karma negativo su di te. Questo mi ha permesso di reincarnarmi proprio nella spada che è cimelio della mia famiglia.

    Il Lupo non capiva. La famiglia del suo Signore erano gli Hirata e gli Ashina. Cosa c'entravano i Kenkichi?

    So cosa ti sta passando per la testa. Sei confuso. Ma lascia che ti spieghi. Caro Lupo, a quanto pare gli Hirata e gli Ashina provengono dal clan venerato in questo santuario. Siamo noi che abbiamo portato il culto del Drago Divino ad Ashina, e che lo abbiamo diffuso quando Isshin-sama ne ha conquistato la reggenza. Siamo noi che abbiamo portato l'eresia nella nostra terra.

    Ora si spiegava l'astio che il Governo Centrale provava per gli Ashina. Erano essenzialmente stranieri. E quel paese lontano dell'Est lo sapeva ed aveva programmato così la loro cacciata.

    Lupo, respira. Ricordi il mantra che questa stessa spada manifesta?

    Sussurri. Sussurri che fuoriuscirono dalla bocca dello shinobi.

    Uno shinobi ha il compito di uccidere, senza abbandonare la pietà.

    Il Lupo si alzò in piedi e, sconvolto, si rivolse al Mizukage. Non poteva essere vero. Non capiva, mancava qualcosa. Era tutto troppo strano. Era forse impazzito?

    Mizuakge, Signore, cosa sta succedendo? Ha sentito anche lei tutto questo?

     
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