DE-CEPTIONFree tra Shu e Ryugi

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Nella mente del Marionettista


    Il Bambino di Suna



    Ryugi ascoltò quel piccolo bambino nudo in quello spazio buio, o per meglio dire, lo osservò.
    Le parole della Nekki sembravano non scalfire con reazioni, esclusa una: la mano portata dietro la nuca ed attorcigliare i capelli, per ben due volte, quando citò Shinichi, la kunoichi si rese conto che quella fu la prima reazione del suo "interlocutore", prima di riuscire a provocare una vera reazione con il coprifronte.
    Suna, ecco qualcosa che provocò una vera reazione nel Marionettista: ricordava la sua casa.
    La nostra giovane amica osserva il bambino affidarsi all'olfatto ed al gusto, seppur in un mondo mentale esistono veramente il gusto e l'olfatto? Bella domanda, che subito passò per la mente di Ryugi, mentre l'altro gli diceva che il coprifronte faceva buon odore.
    E' l'odore di casa., fu la risposta della Nekki, che cercava di rassicurare, di risvegliare dei ricordi nella mente dell'altro.

    Qualcosa, in effetti, si risvegliò: la sabbia.
    La sabbia riempì quello spazio e li circondò, li sollevò e trasportò.
    Stava quasi per urlare Ryugi, finché non si rese conto che la sabbia non stava facendo loro del male, semplicemente stava riempiendo l'ambiente.
    Un ambiente che ben presto si ridisegnò nelle mura esterne di Suna, ma senza il cielo tipico del loro paese.
    Fu un attimo confusa, dobbiamo ammetterlo, la nostra Ryugi, nel vedere il bambino nudo che correva verso le mura, desideroso di oltrepassarle: non poteva essere così semplice, Shu aveva progettato il suo suicidio, voleva dimenticare se stesso, giusto?
    Non ebbe però molto per rifletterci la kunoichi, perché le urla del bambino attirarono di nuovo la sua attenzione: le porte non si aprivano, erano fuori dalle Mura e lei doveva aiutarlo.
    In effetti era lì per quel motivo.

    Aspetta, Shu., disse Ryugi, avvicinandosi al ragazzo ed alle porte, Come ti ho detto: hai avuto un incidente..., iniziò a spiegare la ragazza, prima di fermarsi.
    Fu lì che due idee passarono per la mente della Nekki, la prima: l'ambiente reagiva con le emozioni e percezioni di Shu, ma forse anche con Ryugi? Oppure, essendo nella mente del Marionettista era lui a dettare le regole? Non volle rischiare con delle modifiche eccessive alla scena, ma avrebbe agito, se possibile.

    La seconda idea era legata alla lettera: voleva cancellare "anni di brutti ricordi", da quella idea era nata la più malsana pensata di cancellare ogni ricordo.
    Ma se c'erano "anni di brutti ricordi" ne doveva avere anche di buoni, come tutti.
    L'incidente ti ha fatto dimenticare un pò di cose: non ricordi più, ma per entrare a casa, dobbiamo essere invitati, oppure dobbiamo avere il nostro coprifronte., ancora una volta, Ryugi si tolse il proprio e glielo mostrò, Anche tu ne hai uno, concentrati: sai che Suna è casa tua, riesci a vederti con questo addosso? Ricordi di averlo indossato? Ti vedi a casa?.
    Ricordava il suo nome, ricordava il villaggio, ora Ryugi voleva fargli fare il primo passo: ricordare il suo legame con il villaggio, ricordare di essere parte della Sabbia.

    Ora, amici lettori, capite il modo di ragionare della nostra giovane protagonista: lei si riconosceva nella sua patria e nel suo clan, Ryugi Nekki, genin di Suna, queste erano le prime parole con cui si definiva a chiunque.

    Fu per questo che SE Shu fosse riuscito a risvegliare il ricordo del coprifronte, fosse riuscito ad attraversare il varco, allora Ryugi avrebbe cercato di forzare la scena.
    Quando dentro i confini di Suna, la Nekki avrebbe approssimato uno scenario a lei noto: il mercato centrale del villaggio, lì dove sua madre lavorava, commerciando per il clan e per la Sabbia, tanto con i beduini del Paese del Vento, quanto, mediante intermediari, con il resto dei paesi vicini.
    Il mercato, però, in quel luogo sarebbe stato vuoto: solo gli edifici, i chioschi, le strutture, sotto il cielo ancora vuoto che la mente di Shu proiettava.
    Ma in mezzo a quel mercato c'era un oggetto.
    Ti ricordi il villaggio, Shu? Ricordi le sue strade?, chiese all'altro, invitandolo a seguirlo fino all'oggetto, Ricordi le marionette? Ricordi come renderle più belle?, domandò ancora, davanti ad una marionetta che era anonima, spoglia, come una delle due vicino al corpo di Shu.
    Era un pò un azzardo, ma la nostra giovane amica non poteva credere che solo dei brutti ricordi fossero legati alle marionette, quindi decise di provare.

    Ora c'era da vedere la reazione del suo interlocutore.
     
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