DE-CEPTIONFree tra Shu e Ryugi

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  1. -Shu
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    DE-CEPTION


    Post Quarto



    Mi sono perso nel mio mondo, per un attimo. Perso in quella discussione senza senso con la "mia" Ryugi. Mi sarebbe piaciuto insegnare alla vera Ryugi quei rudimenti dell'arte del marionettismo, anche solo per puro e semplice divertimento, ma lei non sembra interessata.

    Io so fare cose diverse, con i fili.

    La osservo mentre manovra un filo di nylon a formare un nodo e delle forme. Non rimango molto impressionato, ma non voglio ferire i suoi sentimenti.

    Visto? mi chiede lei, quasi a cercare la mia approvazione (o almeno così credo)

    Complimenti, Ryugi! le rispondo mentre faccio battere le mani alla marionetta Un bellissimo esempio di Ito-Jutsu

    Forse incuriosita dai miei accenni agli albori del marionettismo, Ryugi mi chiede ulteriori informazioni A proposito, Shu-san, ma chi sono Monzaemon ed i karakuri? Ammetto di non averli mai sentiti nominare.

    Sorrido Non me ne stupisco. Monzaemon Chikamatsu è stato il primo marionettista, ma è stato più famoso come commediografo ed attore che come ninja. Anche se si dice che grazie ai suoi dieci tesori fosse in grado di conquistare un castello nel giro di una sola notte. Il riferimento ai "castelli" avrebbe potuto far capire a Ryugi quanto antica fosse quella arte, che precedeva persino la fondazione del villaggio di Suna. Dopotutto, una volta che i ninja iniziarono a diffondersi nel continente, cosa potevano fare delle mura di pietra contro il potere del chakra?

    Come da tradizione, tuttavia, la storia di Chikamatsu Monzaemon non può essere raccontata... dico, mentre la sabbia inizia a formare un piccolo teatro di burattini tra me e Ryugi e della musica tipica di queste rappresentazioni teatrali inizia a riecheggiare nell'aria.



    I miei vestiti iniziano a modificarsi, i vestiti si dissolvono in sabbia mentre vengono sostituiti da un kimono classico e variopinto di mille colori, decorato da una carpa disegnata con linee nere sulla schiena. I capelli vengono raccolti in alto, a formare un'acconciatura da samurai, mentre delle sopracciglia finte di colore nero adornano i miei occhi chiari messi in risalto dal trucco completamente bianco.

    Mi giro verso Ryugi e mi metto in posa con entrambe le gambe aperte e leggermente piegate, la mano sinistra rivolta a lato, mentre la destra aperta a palmo è rivolta verso di lei.

    ...Ma solo recitata! Hey! Mi muovo, enfatizzando i movimenti mentre mi porto dietro al teatro e due pupazzi si animano. Se Ryugi lo avesse desiderato una comoda poltrona si sarebbe materializzata per farla sedere.

    Il primo pupazzo era chiaramente quello di una donna vestita di bianco, l'altro era quello di un uomo, anch'esso vestito di bianco.

    Inconsciamente dei fili di chakra partono dalle mie dita, sopra il palcoscenico del piccolo teatrino, ed animano i due pupazzi che si inchinano verso Ryugi mentre con la mia voce, modificata per l'occasione, do loro voce.

    Lo spettacolo sarebbe sembrato a Ryugi quasi come un sogno. La tradizione prevedeva che lo spettacolo durasse diverse ore, ma a lei non sarebbe pesato per nulla, complice il diverso senso del tempo dei sogni e della mente.

    La prima scena prevedeva questa promessa d'amore tra Monzaemon e Shizuka, ma di come questo amore fosse ostacolato dal padre di lei, un ricco mercante. La rappresentazione sarebbe proseguita mostrando Monzaemon al lavoro come creatore di Karakuri, dei pupazzi meccanici capaci di movimenti autonomi e ripetitivi, ma senza una vera vita. Questi lavori vengono usati da lui nelle sue rappresentazioni teatrali, ottenendo un grande successo ed il favore del daimyo locale, che lo accoglie alla sua corte. Non potendo rifiutarsi Monzaemon Chikamatsu abbandona Shizuka ed i due si scambiano una nuova promessa di eterno amore, rifiutando di impegnarsi fino a quando non potranno di nuovo stare insieme.

    Il secondo atto si apre con Chikamatsu che apprende i segreti del chakra da un viandante locale, un discepolo del credo dell'eremita dei sei sentieri, e di come questo potere potesse donare una vera vita alle sue creazioni. E' talmente innamorato di tale potere che fa un giuramento solenne: mai avrebbe usato il chakra per scopi violenti, ma solo per intrattenere e divertire. Chikamatsu crea quindi le prime marionette ed insegna i rudimenti del chakra alla sua troupe, creando nuovi ed incredibili spettacoli, mai visti prima. Ma con la celebrità arriva anche l'invidia della gente. L'uso del chakra inizia a diffondersi come arma e temendo che Chikamatsu potesse attentare alla vita del daimyo, lui e la sua troupe vengono cacciati, concludendo il secondo atto.

    Il terzo atto, che inizia dopo qualche anno, vede Chikamatsu raccontare di anni di peregrinazioni e sofferenze, mentre rafforza e potenzia la sua arte sia come attore e commediografo sia come manipolatore di marionette, oltre che nella loro costruzione. Un giorno, mentre si esibisce nell'ennesimo paesino, riconosce Shizuka. I due si riabbracciano e riallacciano la loro storia d'amore mentre lei gli racconta di come abbia abbandonato la propria casa per amore di lui e di come si sia data all'arte del canto e della danza, sperando di divenire famosa quanto lui e di poter entrare anche lei nelle grazie di un daimyo. Entrare anche lei nel mondo degli artisti avrebbe inoltre permesso ai due di sposarsi secondo la legge, che prevedeva che i teatranti fossero una vera e propria casta relegata ai margini della società. Purtroppo Shizuka non ebbe successo e si dovette guadagnare da vivere prostituendosi, oltre che esibendosi.

    Nonostante il grave colpo al proprio onore Monzaemon decide di sposarla, ed il quarto atto si apre con la loro cerimonia di nozze, un lussuoso e meraviglioso spettacolo orchestrato dai due con le marionette del Chikamatsu che danzano al suono del canto di lei. I due sono felici, e lavorano ed amano assieme e l'arte di Monzaemon Chikamatsu raggiunge il proprio picco. E' in questo momento che i suoi karakuri raggiungono la massima maturità e diventano finalmente kugutsu, le marionette che conosciamo anche oggi, seppur prive di armi. Ciò avverrà solo alla fine del quarto atto, quando un altro daimyo incantato dalla bellezza di Shizuka la fa rapire per renderla una sua concubina. Per salvarla Monzaemon Chikamatsu rompe il giuramento fatto al discepolo dei sei sentieri, anni prima, e crea le prime marionette da guerra. I dieci tesori di Monzaemon Chikamatsu.

    Tutto il quinto atto è il celebre assalto al castello di Himbe, che dura un'intera notte, nel quale Monzaemon Chikamatsu da solo, assieme ai propri tesori, sbaraglia completamente la milizia del daimyo. Diverse scene molto crude si susseguono, con morti e mutilazioni, mentre piano piano, uccisione dopo uccisione, il marionettista ne esce trasfigurato (anche nella forma del proprio pupazzo). Diviene un vero e proprio demone, punito per aver infranto il proprio giuramento e, nella sua follia, uccide non solo il daimyo ma anche Shizuka, costretta a giacere con lui.

    L'ultima scena vede Monzaemon Chikamatsu creare un'ultima tremenda arma da guerra: una marionetta con le sembianze della defunta moglie, che possa accompagnarlo in battaglia di li in avanti trasformandolo in un vero e proprio signore della guerra.

    La musica pervade la performance teatrale ed il sudore e la fatica nel manovrare numerose marionette, cosa che faccio rigorosamente sfruttando la tecnica segreta del mio clan, mi prova. Ma questo è il modo in cui la storia di Monzaemon Chikamatsu è sempre stata raccontata. Ed è così che anch'io la racconto a Ryugi.

    Alla fine il teatrino si dissolve e faccio un ultimo inchino assieme alle marionette di Monzaemon Chikamatsu e di Shizuka, attendendo la risposta del mio pubblico. Per poi sedermi a terra, provato da quella fatica.

    Scusa Ryugi, ma credo di aver bisogno di un po' di riposo.

    [... Nota: scusa per la lunga rappresentazione, ma mi hai ispirato ...]



    Dopo essermi ripreso Ryugi mi invoglia a seguirla, a fare un giro per quella rappresentazione di Suna. La rappresentazione teatrale mi ha fatto capire di trovarmi dentro un altro, gigantesco, teatro. Anche se ancora non capisco cosa ci faccio qui, e perché.

    Ricordo anch'io l'amministrazione, dico a Ryugi. Ma quella che creo con la sabbia è un'amministrazione diversa da quella che ricorda lei. Molto diversa. Da prima del famoso attentato che la rase al suolo.

    Che nome ricordi come amministratore, Shu-san? Io conobbi Daichi-sama quando ero ancora una studentessa, in seguito incontrai anche il nobile Kazekage.

    Mi gratto la testa Mai sentito nominare. Ma ammetto di non aver mai prestato particolare attenzione a queste cose.

    Camminammo fin dentro l'antica amministrazione, nella sala in cui erano conservate le statue dei Kazekage. Ben diversa dalla situazione attuale del luogo.

    All'interno sono presenti sei statue.

    Il Primo Kazekage si chiamava Reto, veniva dal deserto, da una delle tante tribù nomadi e riuscì ad unire le popolazioni beduine. Mia madre dice sempre di ricordare le origini di Suna ed il fatto che siamo riuniti è grazie ad un nomade che scelse l'unità all'isolazionismo. Insieme, Suna è sempre più forte. Tu cosa ne pensi?

    Mi volto verso di lei, sorridendo: Ovviamente sono d'accordo. Questa filosofia è anche alla base della fondazione dell'Accademia Ninja e dell'alleanza tra i nostri villaggi. Sin dalle origini i miei antenati e precedenti marionettisti hanno lavorato alla difesa di Suna e del nostro villaggio. E io ho intenzione di continuare questa tradizione. Un po' come lui le dico sorridendo indicando la statua del secondo Kazekage.

    Il Secondo Kazekage, Shamon, so che era un esperto Marionettista, tu hai sentito parlare di lui, Shu-san?

    Sollevo il sopracciglio destro Ovviamente le rispondo sorridendo Non tutti sanno che è stato Shamon, e non Monzaemon, ad iniziare la tradizione del clan di pitturarsi il viso. Oltre a creare le tecniche kuro higi, che influenzano ancora oggi lo stile di combattimento del nostro clan. Avrei potuto parlare di Shamon per ore, nonostante le poche informazioni che erano giunte a noi su questo leggendario ninja.

    Il Terzo Kazekage era un Kurogane, come il tuo amico Shinichi, ancora non ti ricordi di lui?

    Non ho nessuna intenzione di parlare di Sandaime Kazekage. Era un argomento delicato per noi Akasuna. Per ovvi motivi. E se Ryugi avesse capito il mio umore avrebbe fatto bene ad iniziare a parlare di Rasa.

    Il Quarto Kazekage era della stessa famiglia, si chiamava Rasa, manipolava l'oro, ne hai sentito parlare?

    Incrocio le braccia. Vagamente. Non sono solito frequentare i membri del clan Kurogane. Diciamo che non corrono buoni rapporti tra noi e loro. Mi stupisco che tu non conosca la storia. E non ho nessuna intenzione di parlare di Gaara. Si, li conosco, si me li ricordo.

    In un certo senso si poteva dire che Sasori Akasuna, il mio diretto antenato, fosse stato responsabile diretto o indiretto della morte di tre kazekage del clan Kurogane (qualcuno diceva che Gaara non contava, ma non avevo mai visto un Kurogane lasciar correre la cosa).

    Questa è una storia un pò più recente... io sono nata un pò più di venti anni dopo la fine della Guerra. Tu?

    Strizzo gli occhi, non capisco Vent'anni dopo la fine della guerra? Che cacchio dici? Dovresti avere... quanto? Cinque anni? Per quanto riguarda questo Hoshicoso non l'ho mai sentito nominare. Chi dovrebbe essere, il prossimo Kazekage se Gin Chikuma tira le cuoia? Il mio linguaggio, molto più informale, tradisce il mio nervosismo. C'è qualcosa che non capisco, che mi sfugge. Mi concentro un attimo, cercando di ricordare.

    Se tu sei nata vent'anni dopo la fine della guerra, ed hai circa una quindicina d'anni... questo significa... che io dovrei averne quasi trenta. Eppure i miei ultimi ricordi... sono un po' confuso. Dunque, l'ultimo evento degno di nota è stato quello scontro con quel ninja di kiri. Una discussione su chi avesse diritto di vita e di morte su un prigioniero. Poi una volta tornato a Suna... sono stato convocato per una missione.

    Cammino avanti ed indietro. Ma ho quindici anni. Ricordo perfettamente di avere quindici anni. Ma la matematica non torna. Mi porto la mano al mento Però in effetti ho perso dei ricordi. Tu stessa me l'hai detto. Hai nominato più volte questo "Shinichi" ma io non ho presente chi sia. E questo "Hoshikuzu", che io non ho idea di chi sia.

    Ne consegue solo una, logica, e semplice spiegazione Qualcuno si è fregato quasi quindici anni della mia vita. E fin qui ci siamo. Ma perché? Tu ne sai niente, Ryugi?

    Se ci trovavamo in quella situazione sicuramente doveva esserci un motivo, qualcosa che aveva spinto Ryugi a contattarmi. E, ora che iniziavo a notarlo, gli edifici erano troppo "perfetti". Tutto è esattamente come me l'aspetto. Nessuna novità od imperfezione che mi stupisca. E non c'è nessuno in giro. E che fine ha fatto il cielo? Sono stato così concentrato su me stesso da non accorgermi di quello che c'è attorno a me.

    Dove siamo, Ryugi? Mi volto verso di lei, non nascondendo una certa preoccupazione. Avvolgo la marionetta con i fili di chakra, ricordando la familiare sensazione di controllare le marionette in battaglia. Forse sarei stato un po' arrugginito, ma avrei venduto cara la pelle se fosse stato necessario. Non avrei comunque attaccato per primo, dando alla ragazza la possibilità di spiegarsi.

    Sono spaventato, ma so che la paura può far commettere degli errori grossolani. Controllo le mie emozioni, ed attendo. All'erta e pronto a scattare.

    Ti prego, non darmi motivo di dubitare di te, Ryugi.


     
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