DE-CEPTIONFree tra Shu e Ryugi

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    Falce dei Kaguya


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    La triste notizia


    I ricordi continuano



    [Suna, Novembre 0028]

    Il commento del Marionettista sul non voler lasciare le faccende aperte, sul occuparsi dei Kurotenpi non appena "finito lì", portò un pò di ottimismo nella kunoichi del clan Nekki, certo, era ancora all'inizio di quel viaggio nei ricordi, ma chi poteva vietare alla nostra piccola amica di essere un pò ottimista? In fondo, ancora non aveva "conosciuto" Kotei Sasori.

    [Ame, Gennaio 0031]

    Aveva ben poco da dire sull'ultimo commento del Marionettista, durante l'attacco all'Accademia, ancor meno del ricordo della Prigionia, ma fu dopo quei ricordi che i tre, considerando anche Kotei, "arrivarono" al villaggio della Pioggia.

    Fu proprio l'uomo "dalle mani pulite" a raccontare dello strano rituale delle Mura che vigeva ai tempi ad Ame, impedendo un libero accesso a chiunque volesse entrarvi, racconto che fu intervallato con quello di Shu stesso, il ché lasciò comunque in silenzio, per ora, la giovane kunoichi che li ascoltava, leggermente incuriosita, ma di certo non troppo interessata, al fuuinjutsu sulle Mura di Ame.
    Fu la parte successiva del racconto che la scosse: il modo in cui il marionettista aveva risolto il suo primo obiettivo, Rohai.
    Ucciderne la famiglia era stato crudele, ma in fondo nei passati ricordi aveva visto anche cose peggiori fatte da Kotei.
    Fu il particolare di come arrivò al vero bersaglio il problema: i bambini furono tramutati in marionette, non delle bambole che gli somigliavano, no, i veri bambini.
    Il clan degli Akasuna fa anche questo? Ma perché? Non sarebbe bastato creare delle loro copie?, chiese perplessa da quelle informazioni, prima che il racconto continuasse.

    Rohai e la sua famiglia furono solo i primi di tanti individui uccisi dal Marionettista e dai suoi compari, quando a loro si era in fine unito.
    E questo li portò ad un particolare racconto che Kotei voleva condividere.

    [Paese delle Cascate, Febbraio 0032]

    La kunoichi era senza parole: stava osservando la scena, il massacro della scorta e, in particolare, di suo zio.
    Aveva pochi ricordi di Mako Nekki, in fondo, Ryugi non aveva nemmeno 8 anni quando quello era morto, il padre aveva raccontato ancora meno sulle cause della sua morte.
    Aveva mai avuto un'autopsia? I corpi dei ninja di quella missione erano tornati a Suna? Buffo come fossero quelle le domande che si stava ponendo in quel momento, mentre vedeva una marionetta legarsi attorno a Mako fino ad affondare uno shuriken gigante nel suo cuore.
    Le parole di Kotei la raggiunsero quasi da lontano: sapeva di essere nella mente del Marionettista, ma, in qualche modo, in quel momento era come se non fosse nemmeno lì, persa nell'analizzare quei fatti come un membro delle squadre speciali dovrebbe, o almeno come lei riteneva fosse il caso.
    Nessun ninja di Suna abbandona i suoi compagni., fu la prima frase della kunoichi, qualcosa che si era ripetuta, che aveva letto nei libri, che il padre le aveva detto negli anni.
    Forse, se fosse stata lei a controllare quel luogo, non la sabbia, ma delle fiamme, avrebbero introdotto un ricordo della sua infanzia, alle poche immagini sullo zio? O alle lezioni che gli aveva trasmesso il padre? Ma non era suo quello spettacolo, lei era una spalla in quel viaggio, poteva elargire pareri, ma non controllare la scena.
    Ed un parere, in quel momento, avrebbe dato.
    Nessun ninja di Suna ucciderebbe un proprio compagno. Tu, voi, avete fatto cose orribili per questa missione, cose che io, probabilmente, non avrei mai fatto. Avrei dato tutta me stessa pur di non ferire la gente del mio villaggio, ma avrei valutato prima di ferire tutte quelle semplici persone, tutti coloro che sono caduti sotto le vostre marionette.
    Sì, siete un assassino, quello, purtroppo, è vero. Ma come dicevo dall'inizio: fuggire, negare, cancellare tutto questo non è la soluzione, la soluzione è accettare le proprie colpe e portarne il peso.
    , avrebbe ripetuto Ryugi, rivolgendosi più a Shu, che non a Kotei.
    Tu, Kotei Sasori, non sembri sapere cosa sia il peso delle tue azioni, ma Shu Akasuna, al contrario, pare non avere la forza di accettarle: quindi sì, per lui sono pronta a rischiare. Per questa missione ha provocato la morte di mio zio, ma, se usciremo da qui, se avrà il coraggio delle sue azioni, potrà fare la cosa giusta.
    Per entrambi voi.
    , disse, rivolgendosi stavolta al Marionettista dalle "Mani pulite".
    La vendetta non m'interessa, ma la Giustizia sì: che Kotei Sasori non faccia un'ulteriore vittima in Shu Akasuna, ma che anzi sia sotterrato per sempre. E che Shu Akasuna possa aiutare, nel modo corretto, il villaggio della Sabbia, ripagando per ogni ninja e persona che è caduta per questa missione., concluse.

    Fu allora che Shu s'intromise e mostrò la scena in modo diverso: Kotei che intrappolava Mako nei fili delle marionette, ma nessun shuriken gigante piantato nel petto, bensì, la Kurogane cieca, Toph, usò i cavi metallici per stritolare e soffocare il ninja del clan Nekki.
    Fu leggermente sorpresa la nostra giovane amica, Ryugi, soprattutto dalle abilità di quella kunoichi cieca, capace di individuare il tentativo di fuga di suo zio e di prendere il controllo su ciò che già stava controllando l'Akasuna, ma, forse, quella versione dei fatti le parve meno "orribile" da accettare, quindi non obiettò.
    Come non obiettò alla scomparsa di Kotei, un evento che parve positivo, soprattutto per la presa di responsabilità di Shu, sulle sue stesse azioni.

    La domanda successiva, la kunoichi attese in silenzio alcuni istanti prima di replicare: Ciò che ho detto prima, lo penso realmente, Shu-san: sei in parte colpevole della morte di mio zio, ma non desidero vendetta, bensì Giustizia. E la Giustizia è che tu chiuda questo cerchio e che poi tu possa accettare i fatti e tornare ad essere un degno ninja di Suna, che tu sconti i tuoi sensi di colpa proteggendo ancora il villaggio, ma senza sotterfugi così oscuri., concluse la giovane Nekki, lasciando che la sabbia li avvolgesse di nuovo.

    [...]

    Forse Shu avrebbe rivissuto qualche altro momento degli anni ad Ame? Il periodo passato con la banda di Kohaku, il fatto che proprio l'utilizzatore di Kusari-gama fosse diventato un "Principe" di Ame (qualsiasi cosa ciò volesse dire), le varie altre missioni compiute.
    Oppure sarebbe andato avanti, arrivando ai fatti finali, alle notizie che lo raggiunsero quasi un anno dopo l'omicidio di Mako Nekki?

    [Marzo 0033]

    La Primavera, non ché nel villaggio della Pioggia facesse differenza climaticamente, ma fu con la primavera che Kotei Sasori venne a sapere due informazioni che provocarono il suo allontanamento da quel mondo, due informazioni che lo raggiunsero sotto forma di una missiva di Tsubaki, una missiva di un suo "conoscente": Shin Kurogane.

    Caro Kotei Sasori,

    Spero di trovarti in salute.
    Come è il tempo ad Ame? L'autunno è bello come ti ho prospettato anni fa?

    Bando alla ciance, comunque, ti scrivo per informarti di alcuni eventi che, indirettamente, ti riguardano.
    Il nostro, anzi scusa, il mio Kazekage, Gin Chikuma, è gravemente malato.
    Come forse saprai, il suo discepolo prediletto, Hoshikuzu Chikuma, risulta scomparso da due anni, dai tempi di una missione ad Iwa, dove è scomparso anche l'Ottavo Mizukage, l'uomo che sconfisse il tuo amico Kaze.
    Ironico, vero?
    Bé, Gin si è ammalato pochi mesi dopo la scomparsa del suo discepolo ed è ormai in condizioni così gravi che dalla fine dell'anno passato non è più uscito dai confini del quartiere Chikuma.

    Ricordi poi Joel, il jonin capo delle squadre speciali? Pare sia scomparso in una qualche missione anche lui, non è mai stato trovato il corpo, poverino.

    Perché ti sto dicendo tutto questo? E' per informarti che, quando leggerai questa lettera, probabilmente sarò l'unico ancora capace di raccontare di una riunione avvenuta sei anni fa.
    E questo ci porta alla più triste notizia: Agashi Akasuna è venuto a mancare nella seconda metà di Febbraio.

    Spero che tu sappia far buon uso di queste informazioni.

    Shin.


    Sarebbe poi toccato a Shu spiegare come Kotei aveva abbandonato i suoi compari e la vita del marionettista dalle Mani Pulite, per tornare a Suna ed alla sua vera identità.
    E, soprattutto, cosa avrebbe scoperto nel palazzo degli Akasuna. [Nota]Ne ho approfittato per congiungere tutti i punti: considerando che Hoshi per alcuni anni è stato assente e quindi "scomparso" con Gin che è andato in disuso e Joel proprio non s'è più toccato per combinare trama e "realtà" gdr.

    A te descrivere gli eventi per il tuo pg ^^'
     
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    [Ame, Gennaio 31]

    Durante il racconto della morte di Rohai resto in silenzio, temendo il giudizio di Ryugi. La kunoichi rimane in silenzio, fino a quanto Kotei non descrive come ha trasformato i cadaveri dei bambini in marionette.

    Il clan degli Akasuna fa anche questo? Ma perché? Non sarebbe bastato creare delle loro copie?

    Avevo bisogno di ogni vantaggio possibile. In quanto alla loro "trasformazione"... beh, sono delle creazione molto lontane dalle vere "marionette umane". Diciamo solo che ho usato i loro cadaveri come struttura di base per le marionette. Immagina la differenza tra l'osservare una copia di un tuo caro... e vederlo li, pronto a combatterti. La tua mente si distrae, pensando alle torture che deve aver subito...

    Pesto il piede.

    Basta così, ha capito il concetto.

    ***



    Nessun ninja di Suna ucciderebbe un proprio compagno. Tu, voi, avete fatto cose orribili per questa missione, cose che io, probabilmente, non avrei mai fatto. Avrei dato tutta me stessa pur di non ferire la gente del mio villaggio, ma avrei valutato prima di ferire tutte quelle semplici persone, tutti coloro che sono caduti sotto le vostre marionette.
    Sì, siete un assassino, quello, purtroppo, è vero. Ma come dicevo dall'inizio: fuggire, negare, cancellare tutto questo non è la soluzione, la soluzione è accettare le proprie colpe e portarne il peso.


    Ryugi ha ragione. "Shu Akasuna" per troppo tempo è fuggito dalle proprie responsabilità: è ora di cominciare a diventare un vero ninja.

    Hai ragione, Ryugi. Per troppo tempo ho cercato di fuggire dal mio passato, non capendo che così facendo mi sono privato del mio futuro. E' tempo di rimediare. E' ora che il mio nindo diventi sistemare le mie faccende in sospeso.

    Kurotenpi, ed Ame, tra le altre cose. Un brivido mi sale lungo la schiena, e tremo. Sento di essermi dimenticato qualcosa. Possibile. Ma ho deciso anche di essere fermo in questa mia nuova convinzione, indipendentemente da tutto.

    ***



    Ho cancellato Kotei Sasori. Quella parte di me se ne è andata per sempre. Mi volto verso Ryugi, e le sorrido. Un sorriso che nasconde la mia malinconia.

    Sta a te Ryugi. Vuoi terminare con me questo viaggio o preferisci uscire di qui? Ci sono ancora alcune cose che devo chiarire con me stesso, qualche ricordo da rivivere... Mi piacerebbe che tu li condividessi con me, per quanto sbagliato possa sembrarti vivere queste cose con... con uno degli assassini di tuo zio.

    Quest'ultimo evento è stato inaspettato ma sono riuscito a risolvere il problema. Ryugi non saprà mai. Nessuno potrà mai confermarle che effettivamente Kotei Sasori... No, che Shu Akasuna ha ucciso suo zio.

    Una cosa che né "Kotei Sasori" né Ryugi Nekki avevano compreso era che questa è la mia mente. Io sono signore in questo regno. Alterare dei ricordi o delle visioni, o relegare quella parte di me nel profondo è un gioco da ragazzi.
    Mi dispiace aver mentito a Ryugi, ma non ho intenzione di perdere una così preziosa alleata per un errore di gioventù.

    Ciò che ho detto prima, lo penso realmente, Shu-san: sei in parte colpevole della morte di mio zio, ma non desidero vendetta, bensì Giustizia. E la Giustizia è che tu chiuda questo cerchio e che poi tu possa accettare i fatti e tornare ad essere un degno ninja di Suna, che tu sconti i tuoi sensi di colpa proteggendo ancora il villaggio, ma senza sotterfugi così oscuri.

    Chino la testa Ti ringrazio per la tua comprensione. Lo farò. Proteggerò il villaggio di Suna e tutti i nostri compagni. Anche se dovessi usare sotterfugi più oscuri. Sei una creatura della luce, Ryugi e non puoi capire cosa significhi veramente essere un'ombra. Proteggerò Suna dall'ombra. Questo è il mio destino.

    La sabbia ci avvolse di nuovo. E' giunto il momento di affrontare gli ultimi ricordi del Shu Akasuna del passato per consentire a questo nuovo me di risorgere. Lascio che sia il mio inconscio a guidarci e a scegliere il ricordo giusto.

    [Marzo 0033]



    Esteticamente non sembra essere cambiato molto. Siamo sempre nel covo dei banditi di Ame, i miei compagni di scorribande. In mano Kotei Sasori stringe una lettera.

    Ah, si. Ricordo. Questa è la fine del mia avventura ad Ame. Nelle mani stringo una lettera di Shin Kurogane. Scuoto la testa Non mi è mai piaciuto ma in un certo senso devo ringraziarlo. Lui è l'ultima persona vivente, a parte noi due, a sapere del legame tra me e Kotei Sasori. In quella lettera mi informa di questa cosa, ricordandomi che se anche lui fosse venuto a mancare nessuno avrebbe più potuto ricollegarmi al villaggio di Suna. Ma non è per questo che sono tornato.

    La sabbia ci avrebbe avvolto di nuovo e Ryugi avrebbe potuto riconoscere questo nuovo luogo. Era il cimitero di Suna, la porzione monumentale dove venivano sepolti i ninja più valorosi del villaggio.

    Se fosse dipeso da me non sarei mai tornato. Ma in quella lettera Shin mi ha anche informato della morte di mio padre, Agashi Akasuna. Con Agashi morto decisi che era giunto il momento di tornare a casa.

    Se Ryugi avesse chiesto informazioni a riguardo le avrei detto che era stato facile fuggire da Ame. Durante una "missione", se così si poteva chiamare, mi separai dagli altri e feci trovar loro una mia marionetta, camuffata per essere identica a me mentre io, trasformato in uno dei nostri nemici, feci finta di farla esplodere in mille pezzi. Di far esplodere Kotei Sasori. Non fu difficile ingannarli e poi fuggire, trasformandomi in un grosso furetto e lasciando loro sfogarsi con la persona di cui avevo preso le sembianze. Non erano mai stati dei grandi ascoltatori.

    Le sabbie ci avvolsero per l'ultima volta.

    ***



    Siamo di nuovo dentro villa Akasuna. Il laboratorio segreto di Agashi, nei sotterranei. Di fronte a noi si trovano un rotolo da richiamo, un rotolo di progetti segreti (lo riconosco dalla fattura) ed una lettera.

    Il... Il testamento di Agashi.

    Mi avvicino alla lettera e la apro. Inizio a leggerla ad alta voce.

    Figlio mio, se stai leggendo questa missiva il mio piano per farti tornare a Sunagakure ha funzionato.

    Ed io sono morto. Non rammaricarti per la cosa, è stata una mia decisione. Il mio destino si è quasi compiuto, e con il mio anche il tuo.

    Dimmi, figliolo, ti ho mai raccontato del destino degli Akasuna?

    Come ben sai Sasori della sabbia rossa, il primo Akasuna, si è marionettizzato ancora vivo e dopo la morte il suo corpo è stato sfruttato da Kankurou come marionetta. Dopo Sasori anche il secondo Akasuna, suo fratello Kokeshi, fu marionettizzato una volta morto da suo figlio Tsubaki. Ed anche Tsubaki fu marionettizzato da suo figlio Tsubasa. E così via fino a me. E te. Tu sei l'ultimo Aksuna, Shu. Ed il tuo compito, il motivo per cui ti ho fatto imparare tutto sull'arte della costruzione delle marionette, è questo: trasformare Agashi Akasuna nella più potente marionetta della storia!

    Di fronte a te si trova il mio vero corpo, rinchiuso in un rotolo da richiamo. Ho deciso di morire adesso, nel pieno della mia prestanza fisica, per fornirti la miglior base possibile su cui lavorare. Inoltre di fronte a te si trovano gli appunti originali di Sasori sulla costruzione delle marionette umane, integrati dagli appunti di ogni Akasuna che ti ha preceduto. Come tu ben sai ad ogni generazione la nostra arte si fa forza degli studi dei nostri progenitori per divenire sempre migliore.

    Il tuo compito è quello di superare tutti, di rendere il marionettismo il jutsu definitivo! E di usare me per compierlo!

    Non ti aspetta un compito semplice, ma sono sicuro che ce la farai.

    Tuo padre, e tuo futuro compagno di battaglie,
    Agashi Akasuna.


    Richiudo la lettera e la appoggio sul tavolo illusorio. Dunque era questo, ciò che aveva spaventato così tanto Shu Akasuna?

    Ora capisco. Il vecchio me aveva sempre detestato Agashi e la prospettiva di essere stato manipolato da lui per tutta la sua vita per uno scopo così malato lo hanno distrutto. Che ironia, vero?

    Mi avvicino a Ryugi

    Non temere, tutto quello che ho affrontato qui dentro mi ha cambiato e mi ha fatto capire che, alla fine, mi sembra anche giusto aiutare Agashi Akasuna nel suo scopo. Agashi Akasuna diventerà il nuovo guardiano di Sunagakure, simbolo di speranza. Aspetta e vedrai, papà. Renderò Giustizia al tuo sacrificio.

    Sorrido alla ragazza.

    Per quanto mi abbia fatto piacere averti a scorrazzare nella mia mente direi che è giunto il momento di uscirne. Ho troppo tempo da recuperare, e un sacco di lavoro da fare, ma sappi che per te ci sarò sempre. Indipendentemente da quello di cui potresti avere bisogno.

    Se Ryugi non avesse avuto altre obiezioni sarei sparito alla sua vista e si sarebbe risvegliata nel mondo reale... di fronte al mio corpo nudo!

    OT
    A te decidere se e come rispondere ai vari dialoghi prima di concludere. /OT


     
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    La fine del viaggio



    [Marzo 0033]

    La nostra giovane amica Nekki aveva scelto di seguire il Marionettista, aveva scelto di fidarsi di un ninja del suo medesimo villaggio?.
    Aveva fatto bene? Non lo sapremo, né lo saprà lei, di certo nel breve periodo, ma conosciamo il carattere di Ryugi: la lealtà verso il villaggio e la sua gente era qualcosa che difficilmente si sarebbe spezzata, nemmeno dinanzi alle atrocità, non ultima la morte di suo zio, a cui aveva preso parte Shu Akasuna, su ordine di Suna.

    Così, cari lettori, ci ritroviamo agli ultimi ricordi in cui il marionettista guida la giovane Nekki ed ad una lettera in cui il Kurogane diceva di essere l'ultima persona a sapere di Kotei Sasori e Shu Akasuna.
    Ryugi, da appassionata della cultura di Suna, sapeva bene che il Sesto Kazekage, circa 10 anni prima, era stato colpito da qualche male che negli anni successivi, fino alla scelta del suo successore, Hoheneim-sama, lo aveva costretto all'isolamento.
    Allo stesso tempo, ora che si trovava nelle Squadre Speciali sunesi, sapeva che Joel era scomparso durante una missione del villaggio nelle vastità dell'Anarouch, proprio in quelli stessi anni.
    Però la giovane Nekki aveva visto quattro persone presenti alla scelta di Shu: c'erano sì Joel e Gin-sama, c'era il Kurogane, ma c'era anche: E tuo padre, Shu-san?
    La domanda che le sarebbe nata dopo una breve riflessione, anche ricollegandosi a ciò che aveva visto all'inizio di quel viaggio, nella villa Akasuna, ormai dismessa.

    Fu il cambio di scenario a dare voce, tramite il Marionettista, a ciò che la kunoichi suppose da subito: Agashi Akasuna era morto, come la presenza del suo nome nella zona monumentale del cimitero dimostrava.
    Mi dispiace, Shu-san., avrebbe semplicemente detto la kunoichi appena saputo di quel lutto nella vita dell'altro.
    Dai ricordi che il Marionettista aveva condiviso, non c'era grande amore, apparentemente, fra padre e figlio, ma erano pur sempre padre e figlio, non poteva pensare minimamente che Shu non fosse anche solo vagamente triste.

    [...]

    La scena cambiò di nuovo: la villa degli Akasuna, un rotolo da richiamo ed il testamento di Agashi Akasuna.
    Se non vuoi, Shu-san, non serve che tu me lo legga., affermò pacatamente la kunoichi che, per quanto avesse invaso diversi ricordi dell'altro, sentiva che quello doveva essere qualcosa di privato.
    Il marionettista, però, non sembrava pensarla allo stesso modo, tanto che iniziò tranquillamente la lettura.
    E per ogni nuova parola, la giovane Nekki era sempre più perplessa, ascoltando la storia degli Akasuna e di quella stessa arte che anche Kotei aveva accennato: rendere un uomo una marionetta.
    Sembrava che fin dal primo e famoso Sasori Akasuna, era stata una tradizione, quasi, in quel clan, una tradizione folle agli occhi, ed alle orecchie, della giovane kunoichi dei Nekki.
    Come folle era stato l'inizio di quel testamento: Agashi, indirettamente, suggeriva di essere morto volutamente per far tornare al villaggio il figlio ed ora gli aveva lasciato un compito come ultimo Akasuna: creare la marionetta perfetta dal suo corpo.

    Ammetto che non è ironia la parola che userei, ma ho visto alcune delle difficoltà che hai dovuto affrontare Shu-san, forse le più gravi., commentò perplessa e stupita Ryugi, alle prime parole dell'altro, che poi continuò.
    Fu felice, la giovane Nekki, di sapere che l'altro era "cambiato", certo, voler aiutare il cadavere del padre a diventare una marionetta non era il tipo di cambiamento in cui Ryugi sperava, ma la kunoichi sorrise e replicò: Spero tu abbia anche trovato la via per accettare tutto ciò che ti è successo negli anni di Kotei, spero che tu abbia l'autocritica per accettare ed affrontare tutto questo, senza abbandonarti alla sconforto ed ad altre azioni come quella che hai tentato di fare., gli augurò.

    Poi ci fu il commiato e quel mondo di sabbia e ricordi scomparve.

    [Presente: Marzo 0041]

    Ryugi si sarebbe svegliata nel suo corpo reale, si sarebbe guardata attorno, avrebbe aperto la mano, vedendo le vampe accendersi sulla stessa, segno che era tornata nella "realtà", poi studiò chi, effettivamente, c'era lì con lei: forse il Kurogane amico di Shu era ancora nella stanza? Quanto tempo era passato? Ed il Marionettista?
    Di quello fu velocemente sicura, Shu Akasuna era lì, adulto e... nudo.
    La kunoichi si alzò in piedi e si voltò prontamente per evitare di vedere le nudità dell'altro.
    Ssssssi ccccccc cooopppp pppp copra Sssshussssss.... Shu-san.
    Era tornata anche la balbuzia.
     
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    Post Decimo



    Spero tu abbia anche trovato la via per accettare tutto ciò che ti è successo negli anni di Kotei, spero che tu abbia l'autocritica per accettare ed affrontare tutto questo, senza abbandonarti alla sconforto ed ad altre azioni come quella che hai tentato di fare.

    Non è facile. Per niente. Sento di aver superato la maggior parte dei miei problemi ma non sono così ingenuo da pensare che sia tutto risolto. Mi sono successe troppe cose ed ho commesso molte azioni di cui dovermi pentire per accettare e superare il tutto in un colpo solo. Ma spero che, qualora dovessi averne bisogno, io possa contare su di te per darmi ancora una mano.

    Sorrido alla ragazza. Ovviamente sarò ben lieto di ricambiare il favore, qualora tu ne dovessi avere bisogno. Sono solo un genin ma una vecchia cariatide come me ha ancora qualche trucco da poter insegnare.

    E' giunto il momento. Le sabbie ci avvolgono per l'ultima volta.

    ***



    Apro gli occhi. In un certo senso è la prima volta che mi sveglio nel mondo reale. Mi sembrerà strano non poter manipolare la realtà delle cose a mio piacimento. Il pavimento è freddo, chissà quanto tempo il mio corpo è rimasto li fermo.

    Mi metto a sedere. La prima persona che noto è Ryugi, di fianco a lei un uomo dai capelli neri e un'espressione sorridente.

    Shinichi?

    Ryugi scatta in piedi e si volta Ssssssi ccccccc cooopppp pppp copra Sssshussssss.... Shu-san.

    Guardo verso il basso. Sono nudo.

    Ecco perché sentivo così freddo.

    Mi alzo in piedi ed unisco le mani nel sigillo della tigre Henge no Jutsu!

    Mi trasformo in una versione di me con dei lunghi capelli rossi, ed un vestito tradizionale bianco con un kimono rosso anch'esso.

    Che ne dici Ryugi, ti piace il mio nuovo look?



    Dopo una sua eventuale risposta sarebbe intervenuto Shinichi

    Se avessi saputo che saresti diventato ancora più effemminato sarei andato a chiedere aiuto a qualcun altro.

    Rido alla battuta del mio ex-allievo, che ora sembra molto più grande di me

    Evidentemente la presenza di Ryugi nella mia testa deve aver accentuato certe caratteristiche.

    Cerco di dirlo con la massima serietà ma senza riuscirci. Mi guardo attorno e noto che la mia dimora è stata praticamente distrutta.

    Guarda qua che disastro. Mi toccherà cercarmi un nuovo posto in cui vivere. Non è che uno di voi due potrebbe ospitarmi per un po'?

    In caso Ryugi avesse rifiutato ci avrebbe pensato Shinichi ad offrirmi un posto per qualche tempo, a patto di fare da bambinaia ai suoi figli quando lui sarebbe stato in missione.

    Vorresti dirmi che sei riuscito a riprodurti? Congratulazioni!

    Saremmo rimasti a parlare ancora per un po', prima di uscire assieme da quella casa in rovina piena dei ricordi del vecchio me.

    E' giunto il momento per me di cambiare aria, di diventare la persona nuova che avevo promesso sarei diventato.


     
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    Il Risveglio del Marionettista


    Akasuna, Kurogane e Nekki



    Siamo ormai alla fine della nostra storia, amici lettori, e non starò qui a sottolineare che, alla proposta di Shu di ricambiare il favore, la nostra giovane amica scosse la testa gentilmente, nel momento in cui stava abbandonando quel mondo interiore.
    Figurarsi se voleva qualcuno nella sua testa, la piccola Ryugi!

    [...]

    Ammettiamolo, usare la tecnica della Trasformazione per nascondere le proprie nudità, per quanto veloce, è una menzogna: di fatto il Marionettista era ancora nudo.
    Sssss Shusssss Shu-san, sssssa cccchccchcch che è cccccococococococo commmmmm cococococo, si fermò un attimo per ispirare, comunque nnnn nudo?, domandò la ragazza, un pò perplessa, in vero, ma comunque apprezzava il miglioramento della capigliatura dalla corta zazzera di inizio viaggio mentale e, soprattutto, rispetto all'aspetto di Kotei Sasori.

    Rimase poi un attimo in silenzio, sorridendo allo scambio di battute fra il marionettista ed il Kurogane: per ciò che aveva scoperto del primo, era ben lieta di vedere un legame fra quei due individui.
    Quando poi l'Akasuna chiese se qualcuno poteva ospitarlo, la kunoichi scosse la testa: Sppppppppp pppp Spiaaaaaacente, SSSSSSSssss Shu-san, i mmmmmmm miei ggggg gegegegegegegege, piccola ripresa di fiato, genitori noooooon gragragradirebbero., concluse.
    E, comunque, sembrava che nessuno dei due volesse ricordare che la casa di Ryugi era la casa del fratello di Mako Nekki.

    Fortunatamente, Shinichi Kurogane parve avere più spazio per ospitare il Marionettista, che così, dopo essersi a pieno ripreso, e magari vestito realmente, avrebbe lasciato con gli altri due la casa, alla fine di quella breve missione.
     
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