Merce Misteriosa

Basi per Nuraku Uchiha & Yuki Moriko

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Byakko_
        +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    14
    Reputation
    +7

    Status
    Offline
    Yuki Moriko

    black-and-white-anime-girl-gif-10




    Parlato- Pensato -Nonna

    Konoha, pensò, era sempre stata lo smeraldo verde della terra del fuoco. Non ricordava un giorno in cui gli alberi non risplendessero sotto la luce del sole cocente, oscillando di tanto in tanto grazie alla brezza calda arrivata fin lì dal paese delle terme.
    Quello spettacolo, poi, le si presentava ogni giorno davanti ai suoi occhi ogni qual volta scendeva giù dal suo letto di legno un po’ usurato. Quella, per Yuki, era uno dei mille lati positivi del vivere in una casa lontana dal centro cittadino, al confine con il bosco. Ah, se solo pensava a tutte le urla del centro che aveva evitato tirava un sospiro di sollievo.
    La casa in cui viveva, e che tra l’altro condivideva con sua nonna paterna, a quanto pareva era una sorta di cimelio, passata di generazione in generazione, da padre in figlio, fino ad arrivare a lei. Beh, a sua nonna. Non sarebbe stata sua finché la vecchia non fosse schiattata, anche se ce ne voleva del tempo. Quella vecchiaccia aveva la pellaccia dura e non gliel’avrebbe data vinta così facilmente.
    Era da quando ne aveva memoria che sua nonna si mostrava sempre allo stesso modo: incredibilmente bassa, capelli bianchi e rughe a non finire. In pratica era da quasi quindici anni che mostrava sempre ottant’anni. Ottant’anni di pure leggi conservative e dogmi retrogradi che cercava in tutti i modi di inculcarle ma con pessimo risultato. E probabilmente la odiava. Non si sarebbe dovuto dire ma, si, probabilmente la odiava.
    Per lei Yuki rappresentava tutto ciò che una ragazza non avrebbe dovuto essere: libera, autonoma, forte… in pratica corrotta. Lei sapeva che con quel carattere che aveva sarebbe andata incontro ad una morte prematura o peggio: nessuno l’avrebbe mai sposata.
    Si, perché se c’era qualcosa peggiore della morte, secondo sua nonna, era restare zitelle. E lei non poteva assolutamente accettarlo. Aveva bisogno che si accasasse il prima possibile, così che qualcun altro si prendesse cura di lei.
    Ma chi diavolo se la sarebbe sposata, quella buona a nulla? Non sapeva rassettare una casa, non sapeva preparare un pranzo decente, non sapeva fare niente di niente se non fingere di essere un ninja, proprio come il padre.
    Ah, il padre, questo era un tasto dolente: nessuno sapeva che fine avesse fatto.
    Era stato un grande ninja per Konoha: aveva combattuto valorosamente per il suo paese, vinto numerose missioni, portato a casa grandi risultati… ed era poi sparito. Così, nel nulla, senza lasciare tracce.
    E anche se già era passato qualche anno, il dolore era ancora vivido in loro: la perdita di un figlio e di un padre è sempre una cosa dura da accettare.
    E quindi Yuki era dovuta crescere senza nessuna figura di riferimento, in balia della vecchia megera.
    Si stiracchiò allungando le braccia verso l’altro, dando uno sguardo alla lettera aperta sul comò ricevuta qualche giorno prima:

    CITAZIONE
    A Yuki Morko
    Con la presente è tenuto a partecipare ad una missione di villaggio di grado D. Dovrà presentarsi il 31 Marzo alle 9 in punto al Magazzino 51 del distretto dell'Onsen, Le informazioni del caso verranno consegnate direttamente sul posto
    La missione prevede un viaggio che terminerà a Kiri, il villaggio della nebbia, si prepari di conseguenza.

    Sogghignò leggermente, pensando a tutto il casino che ebbe dovuto fare affinché non finisse nelle mani di sua nonna.
    Ricorda che dovette intercettare il postino sull’uscio prima che quest’ultimo bussasse e sbandierare le sue faccende private ad orecchie indiscrete.
    Lei sapeva l’astio che provava sua nonna verso il mondo ninja e tutto ciò che lo riguardava, per questo ogni volta cercava di tenerla allo scuro dei fatti, sparendo anche per giorni per poi ritornare.
    Certo, spesso e volentieri si beccava dei colpi ben assestati da parte sua, e poi finiva lì con entrambe le parti che preferivano tacere sull’accaduto: mentre una preferiva non parlare e l’altra non voleva sapere.
    Ed era andata sempre così, e quel giorno non sarebbe stato diverso dagli altri.
    L’orologio in camera segnava esattamente le ore otto e un quarto, il sole era già sorto da un po’ e lei aveva appena terminato tutti i preparativi: l’equipaggiamento era pronto, aveva appena finito di vestirsi e prima di uscire si diede un ultima occhiata allo specchio.
    I capelli argentati le incorniciavano il viso candido adornato da due occhi ambrati. Aveva scelto dei vestiti da indossare che le fasciavano le forme ancora un po’ acerbe ma che comunque davano nell’occhio ed indossato una maschera, la quale le copriva metà viso, lasciando che i due topazi che aveva al posto degli occhi facessero scena. I capelli, invece, li aveva legati in una lunga coda, lasciando qualche ciuffetto sbarazzino fuori, affinché non le dessero troppo intralcio.
    Perfetto, pensò, sono pronta. Possiamo andare annuì con vigore ammirandosi prima di caricarsi la borsa in spalla, afferrare il documento, ed uscire in punta di piedi dalla sua camera.
    E fu lì che tutto ciò che sentì fu un grosso bruciore alla testa. Qualcosa l’aveva colpita.
    Dannazione! Esclamò, portandosi una mano alla testa
    Si può sapere dove diavolo pensi di andare? La vecchia strega stava lì a guardarla, tenendo tra le mani il bastone con il quale usava sorreggersi e, a quanto pare, anche colpire.
    Yuki la guardò in cagnesco, arricciando le labbra per il dolore.
    Sto uscendo, bofonchiò, non aspettarmi disse stizzita marciando verso l’uscita e incamminandosi verso il luogo di incontro
    Mi farà ammattire!

    **

    8:56.
    Era quello l’orario in cui era riuscita ad arrivare al luogo prestabilito. Era mancato poco che facesse ritardo e Kamisama solo sapeva come avrebbe reagito se solo le fosse stata preclusa l’opportunità di partecipare alla sua prima missione. Sicuro avrebbe strangolato la vecchia nel sonno, poco ma sicuro.
    La struttura di un magazzino in costruzione si ergeva davanti ai suoi occhi e man mano che si avvicinava vedeva diventare più nitide le figure lì davanti.
    Ad attenderla, probabilmente era lei quella in ritardo, due ragazzi di cui di uno riconobbe la sua discendenza Konohiana soltanto dallo stemma che portava: il ventaglio.
    Quello è un Uchiha pensò facendo cadere il suo sguardo sul ragazzo. Ne aveva tanto sentito parlare, insomma una chicca nelle terre del fuoco come quella era impossibile non conoscerla. Tutti, o almeno quasi, erano a conoscenza delle abilità oculari di quella famiglia e di quanto fossero ambiti i loro occhi.
    Lo salutò con un breve cenno del capi, infondo erano compaesani
    L’altro, invece, avrebbe scommesso che non fosse di Konoha. Lo percepiva, era troppo… diverso.
    Era tutto incappucciato, avvolto in vestiti e mantello nero e le dava l’impressione di tutto fuorché persona accogliente.
    Buongiorno disse secca, tirando fuori dalla tasca il proprio invito per quella missione. Non era una gran chiacchierona, preferiva di gran lunga parlare poco.
    Ma soprattutto: non si fidava degli sconosciuti.




    CHI VIVE DAVVERO NON MUORE MAI
     
    .
16 replies since 31/3/2021, 18:14   532 views
  Share  
.