Quella situazione le stava facendo sudare sette camice e, anche se non era esattamente il tipico pensiero da fare durante un combattimento, verità era una:
Mi sono rotta di questo qua.Eppure non pareva voler cedere, anzi. Dallo sguardo infuocato avrebbe scommesso qualsiasi cosa che non sarebbe andato via molto facilmente.
Guardò il nemico partire come un toro scatenato nella sua direzione mentre brandiva un pugnale contro di lei.
Si guardò intorno freneticamente fermando i suoi occhi paglierini sulla figura di Hideo che continuava a fissarla.
Avrebbe tanto voluto inveirgli contro, dargli dell'idiota stoccafisso e - perché no? - tiragli un pugno in testa.
Nel frattempo, però, il suo nemico continuava ad avanzare.
Le sembrava di vivere in slow motion, il cuore che le batteva all'impazzata nel petto, le orecchie tappate facevano si che si sentisse in una bolla sotto diecimila piedi. Sentiva il tonfo provocato dai passi pesanti del nemico.
Cosa avrebbe potuto fare? Quel combattimento l'aveva stancata, e la cosa peggiore era che aveva quasi terminato le sue riserve di chakra.
Sbagliare adesso significava perdere lo scontro, nei peggiori dei casi perdere la vita, uno scenario che lei non aveva il lusso di permettersi. Hideo sarebbe sopravvissuto, come da manuale, ma lei già si vedeva riversa in un pozza del suo stesso sangue con un arma piantata nella gola.
Sangue... sussurrò flebilmente mentre i suoi occhi si accesero di uno strano bagliore. Una fiamma ardeva nei suoi due topazi.
Questa è la tua fine Konohaniana!Respirò profondamente
incanalandoimpasto: 1 tacca alla resistenza.
resistenza=125
potenza del colpo= 10-5=5
dannoo= mezza leggera nella sua mano sinistra.
Non sapeva se stava per fare la cosa giusta. Sicuro era quella più insensata e masochista.
Respira, aspetta il momento giusto e...Sgranò gli occhi spostando il baricentro e posizionandosi meglio sulla traiettoria nemica e, nell'esatto momento in cui estrasse il pugnale e lo diresse verso la sua gola lei si mosse, ponendo tra la sua gola e il pugnale un divario: la sua mano sinistra. La lama la trapassò giusto la centro.
TIC.TIC.TIC.
Il sangue gocciolava sulle travi di legno, mischiandosi all'olio viscido presente a terra. Lo sentiva scorrere sulla mano e sul braccio: era una strana sensazione. Era caldo, denso, e riusciva a percepire il tipico odore pungente di ferro del sangue.
Quella non era la prima volta ne vedeva così tanto.
Nella sua mente ripercorse la scena che vide da bambina, quando nella selva dietro casa potette ammirare una volpe che stringeva tra le proprie fauci un coniglio. Lo stringeva dalla testa.
E nonostante era lei quella che sanguinava, lei si rivedeva nella volpe.
Strinse le dita della sua mano sinistra introno le nocche della mano che impugnava l'arma, cercando di tenerlo quanto più saldo possibile a lei. Non le sarebbe scappato.
Con un gesto fulmineo estrasse, con la mano destra, il
Kaiken che aveva legato intorno alla sua coscia destra.
Cercò di
convogliareimpasto chakra: due tacche
Forza= 125
Velcoità=125
Potenza:15 le ultime energie per sferrare il suo ultimo colpo, sperando di andare a segno.
Ne sei sicuro? e con un colpo deciso cercò di colpire il suo nemico, precisamente quella parte "molliccia" che si trovava tra la clavicola e l'acromion.
Poi scattò all'indietro, sfilandosi dall'arma in cui era si era incagliata.
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