La Prova del Nove

Da quando avevo ricevuto questo nuovo potere tutto nella mia vita sembrava spezzarsi, i malori di mia madre erano solo la punta dell'iceberg, tutti in famiglia ora mi guardavano con altri occhi, occhi pieni di paura e preoccupazione. Stare a casa non era più bello come prima, difatti ormai passavo la maggior parte del tempo in giro per il villaggio, facendomi ospitare da Jinka, il proprietario del Robatayaki, forse l'ultimo amico che mi era rimasto. Ne valeva davvero la pena? avevo fatto bene ad accettare quel Kinjutsu da Momin? avevo bisogno di capirlo e mettermi alla prova. Fu così che mi rivolsi alle ultime persone che mi sarei aspettato, la malavita di Kiri. Non volevo certo mettere in pericolo degli accademici solo per testare le potenzialità di quegli strani oggetti che ora potevo creare a mio piacimento, mi serviva qualcuno fuori dal villaggio, magari un mercenario o simili. Riuscii a convincerli a preparare uno scontro con un ninja straniero, un certo Sanada Yukimura che sarebbe stato raggiunto in un modo o nell'altro da un messaggio con data e ora del luogo dove incontrarsi. Loro avrebbero studiato il combattimento, ricevendo delle informazioni sulle nostre abilità e tecniche come compenso per il disturbo e la preparazione dell'incontro.

Il luogo si trovava poco fuori Kiri era un piccolo avamposto che veniva utilizzato per lo stoccaggio delle provviste dei villaggi vicini, ormai in disuso e del tutto abbandonato. Completamente immerso nel verde si poteva ancora notare le pietre che un tempo facevano parte della struttura dove venivano tenute le merci. Si poteva anche vedere una piccola scalinata, sempre in pietra, che portava all'unico punto sopraelevato che, in origine, doveva avere quella struttura. Ormai la natura aveva preso il sopravvento trasformando quel luogo in un rudere in mezzo agli alberi.

Intorno all'arena si trovava invece un bosco fitto e di difficile navigazione, certo che questi geni del crimine sapevano veramente bene come nascondersi nei boschi.

Mi presentai all'ora stabilita un minimo preparato, indossando tutte le varie protezioni che ero solito portarmi, il lungo mantello nero nascondeva gran parte del mio secco corpo e soprattutto avrebbe reso molto più difficile capire con chi, il mio avversario, avrebbe avuto a che fare. Avrei aspettato l'arrivo del mio avversario appoggiato ad uno degli alberi più centrali dell'arena disegnando sul terreno con uno dei rami che si potevano trovare sotto ad ogni chioma rigogliosa.

Benvenuto, il mio nome è Hideo, siamo qui per testare le nostre abilità giusto? non trattenerti perchè io non lo farò! Ammiccai, sotto il cappuccio del mantello, verso lo shinobi appena arrivato. Era il momento di dare il cento per cento, sapevamo tutti e due che un gruppo di shinobi dalle buone conoscenze mediche sarebbero intervenuti in pochi secondi nel caso ce ne fosse stato bisogno, quindi non avremmo dovuto pensare troppo all'entità delle ferite, avrei comunque cercato di non mirare a punti deboli, alla fine non avevo nulla contro di lui, probabilmente avessi chiesto al Mizukage di preparare un incontro mi avrebbe messo davanti a qualcuno di cui voleva la morte, e palesemente mi sarebbe toccato togliere la vita ad un'altro uomo per avere la sua approvazione. Per la prima volta la nostra vita non era messa come ricompensa della vittoria e ciò non faceva altro che spronarmi e dare il massimo.