I Primi Passi InfuocatiCorso alle Basi

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    I Primi passi infuocati


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    Kyojuro mi confidò che non sarebbe stato lui il nostro leader: era solo un accompagnatore, un selezionatore. Una volta terminata questa prima prova il nostro addestramento sarebbe proseguito sotto la guida di un chunin del villaggio.

    Ora iniziavo a capirci di più.
    Konoha, come da antica tradizione, cercava sempre di creare dei team bilanciati in cui gli elementi potessero influenzarsi positivamente così da accrescere, come braci sul fuoco, la potenza della fiamma della nostra anima.
    In effetti una persona come Arahaki avrebbe avuto bisogno di un grande aiuto per diventare una kunoichi con i fiocchi: e chi meglio di Kenji Hyuga per guidarla in questo processo?

    Sicuramente non Kyojuro. Come lui stesso avrebbe dimostrato, di li a breve.

    Tuttavia il poveraccio si stava buttando troppo giù. Doveva aver subito un qualche tipo di trauma.
    I suoi discorsi erano senza senso, così come i suoi esempi.

    Gli avrei sorriso e posato una mano sulla spalla sinistra Purtroppo, Kyojuro, non possiamo permetterci il lusso di farci affogare dal nostro risentimento.

    Sospiro. Siamo ninja di Konoha. Inclino la testa verso destra. Beh… tu lo sei, Kyojuro-san. E un ninja di Konoha sarà sempre parte della foglia. Se un padre perde un figlio, dovrà essere forte per il figlio che ha perso un padre. Se ti ritieni un fallito, Kyojuro-san, lo diventerai.

    Lo supero, lasciandomelo alle spalle. E un fallito non merita di essere la guida di nessuno.
    Voglio provocarlo, spingerlo ad una reazione. È mio dovere come futura guida non lasciare indietro nessuno. Non è questo il nindo di un ninja di Konoha. Non è questo il mio nindo.

    Arahaki e Kyojuro. Già due ninja che hanno bisogno della mia saggia guida. Mi giro verso l’Uchiha. Fino a questo momento Miyori è rimasta in silenzio. Spero che anche lei non sia una ragazzina bisognosa. Certo, è mio dovere aiutare i miei alleati ad esprimersi al meglio ma… temo che risollevare tutti da solo possa essere un compito troppo gravoso per me.

    ***



    Dopo aver bevuto la zuppa di Iro la faccia di Miyori inizia a sciogliersi. Mi guardo attorno e anche gli alberi si squagliano in un fango nerastro. I rami colano a terra, un liquido oscuro avvolge tutto. Mi trovo immerso nella melma. Quel liquido stava influenzando i miei sensi… che si trattasse di una droga? O di un’illusione? Nel secondo caso i miei occhi bianchi avrebbero potuto aiutarmi a comprendere la verità. Se io ne fossi degno.

    Avevo cercato di risollevare Kyojuro ma… forse sarei stato io quello da sollevare. In realtà capisco come si sente.

    Per tutta la vita mi è stato detto che sono perfetto, implacabile, immutabile. Tutti mi avevano sempre mentito.

    Solo il mio venerabile nonno ha avuto il coraggio di dirmi la verità. E mi ha invogliato a confrontarmi con il mondo al di fuori del quartiere Hyuga. Dove chiunque mi stia attorno non mi dice quanto sono forte per poi deridermi dietro le spalle.

    La melma si apre, i miei compagni mi circondano, dietro di loro delle mura di roccia, attorno a noi solo foresta e queste pareti. Dev’essere parte della prova.

    Alla mia destra si trova Miyori. Mi avvicino e, una volta che lei mi avesse visto, mi sarei inchinato al suo cospetto.

    Ti chiedo scusa, Miyori-chan. Mi sono reso conto solo dopo che… ti ho lasciata da sola. Avrei dovuto chiederti cosa volevi fare. Sarei dovuto essere… migliore.

    Sbuffo, più rivolto a me stesso che a lei. Ho ancora molto da imparare ma… sono uno Hyuga. I nostri occhi ci consentono di vedere qualunque cosa, persino i nostri errori. Per quanto minuscoli, per quanto momentanei.
    Si dice che non ripetere i propri errori sia il modo migliore per migliorarsi. Devo imparare a non commetterne più. Forse potrebbe servirmi un quadernetto come quello di Arahaki.
    Più probabilmente mi sarebbe bastato un foglio del suo. Fronte e retro, non sia mai che pecchi di superbia.

    Forse mi sarei persino permesso di chiederglielo se Arahaki non avesse iniziato un siparietto con il nostro “conducente”.
    Strizzo l’occhio all’Uchiha. Di solito lascerei da sola una così bella coppietta ma… vista la situazione non mi sembra il caso. Che dici?
    Avrei atteso la replica della ragazza, come si confà ad un gentileader come il sottoscritto, e dimostrando che ho imparato dal mio errore di prima.
    Sono proprio bravo a migliorare. Se continuo così potrei persino diventare jonin prima della fine dell’anno.

    Io col cazzo che sarei venuta a prenderti. Al diavolo le prove, al diavolo tutto, un Ninja deve usarlo il cervello!... E noi non l'abbiamo usato per pararti il posteriore. A TE!

    Non sono giunto in tempo per impedire ad Arahaki di aggredire Kyojuro ma… forse posso ancora riparare ai danni. Sempre che non ci pensasse il genin a riempirla di mazzate. Il mio venerabile nonno l’avrebbe fatto.
    Lo ha fatto anche con me. Chiaramente, essendo uno Hyuga di stimata abilità, non ha lasciato alcun segno sul mio corpo.
    Poso una mano sulla spalla destra di Arahaki, prima che possa provare a colpire di nuovo Kyojuro.

    Si, so che si tratta di un grande rischio. Ma non si diventa un grande ninja senza correre rischi.
    Hai ragione, Arahaki-san. Avrei tolto la mano, se lei non me l’avesse strappata a forza prima. La mossa di Kyojuro-san è stata avventata e pericolosa. Ma non per questo noi avremmo dovuto abbandonarlo.

    Faccio un passo avanti e mi giro, frapponendomi tra lei e la sua preda.

    Siamo ninja di Konoha. La collaborazione è la nostra linfa vitale, fin dalla fondazione del villaggio. Questi sono i valori del primo hokage, e dei suoi successori. Questo è ciò che significa essere un ninja della foglia. E tu hai già dimostrato di incarnare la volontà del fuoco in te.
    Avrei atteso che Arahaki si fosse calmata, o che si sfogasse su di me. Spero di riuscire a calmarla, ma non ne sono molto sicuro.
    Terminato quel proficuo momento di scambio di opinioni mi sarei diretto verso Iro.

    Benvenuti a casa mia - kia! Benvenuti nella Landa del Fuoco Nascosto - kia!

    Il fuoco nascosto? Interessante. Un nome che si presta a molteplici interpretazioni.
    Ascolto con attenzione la spiegazione di Kyojuro e di Iro. Ancora più interessante.

    Quindi è questa la prova? Dimostrare di possedere le virtù degne della landa del Fuoco Nascosto?

    Un forte vento avrebbe spazzato le mie parole, forse nemmeno i miei compagni sarebbero riusciti a udirle…



    Un bambino, che sulle spalle ne porta un altro, mi attraversa la strada. Sembra quasi uno spettro, una figura dai contorni bianchi che non si cura di noi. Un’altra illusione? Dopo i due bambini vedo quattro lupi inseguirli. Sono magri, affamati. I due bambini non devono aver fatto una bella fine, ma il loro spirito indomito ne ha preservato il ricordo nella landa del fuoco nascosto.

    Una magra consolazione… Scuoto la testa.
    Sento senza ascoltare la spiegazione di Iro, la visione era stata già chiara a sufficienza.

    Seguo la nostra guida lungo il sentiero, scendendo dal pendio fino a giungere ai piedi della parete di roccia. Un fiume scorre placido di fronte a noi, un arco di pietra divide la foresta in due parti. Ci sono delle iscrizioni sulla pietra ma… non riesco a decifrarle. Una lingua che non conosco, propria degli spiriti del Fuoco Nascosto.

    Quindi questo fa parte della prova. Superare le nostre paure e risvegliare le virtù nascoste dentro di noi. Dare nuova linfa a questa terra per permetterle di sopravvivere. Che sia veramente un nobile scopo?
    Nutrire con le nostre anime una terra che non si fa scrupoli a osservare dei bambini venire divorati da quattro lupi spelacchiati? La legge della natura, certo. La tua morte è nutrimento per me ma… Non so se sono in grado di accettarlo.
    Eppure, dovrò farlo. Sono uno shinobi, ormai. Prendere vite è la mia vita.

    Devo sperare che questi miei occhi mi permetteranno di giudicare chi sia degno della vita e chi della morte.
    Ma posso, davvero, prendermi una tale responsabilità?

    Arahaki mi guarda, sembra confusa. Mi distrae dai miei pensieri.

    Che poi. Questa è una illusione no? Se utilizzassimo tutti quanti il Rilascio...?

    Sorrido scuotendo la testa. Farlo significherebbe abbandonare la prova. Affamare ancora di più la landa del fuoco nascosto. Una belva affamata è in grado di compiere atrocità, pur di sopravvivere.
    Incrocio le braccia. Non voglio che, a causa del mio rifiuto, dei viandanti ignari vengano attirati qui con l’inganno. Sottoposti a queste illusioni, a queste torture. E vivere solo come visioni, e ricordi, in questa terra.

    Fisso i miei occhi nei suoi, memore del nostro confronto di prima. Se però questa sarà la decisione tua e di Miyori vi aiuterò. Mi giro verso Iro. Anche se questo volesse dire che dovrò sopportare da solo questo fardello.
    Non sono sicuro di potercela fare, senza il supporto del mio team, ma… devo. Se mi lascio sconfiggere dalla prima difficoltà che mi si para davanti, dal primo sassolino… significa che non sono degno.
    Non sono degno di essere uno shinobi, di essere un genin. Di essere uno Hyuga.
    Non sarei degno di vivere.

    Quello di Arahaki sarebbe stato un dubbio momentaneo, prima di attraversare l’arco di roccia. Eravamo di nuovo io e Miyori.
    Inclino la testa di lato e guardo il viso della piccola Uchiha, cercando di capire qualcosa di lei dalla sua espressione. La mia idea l’ho espressa MIyori-chan ma… prima di gettarmi di nuovo a capofitto dietro Arahaki voglio sapere che ne pensi tu.

    Avrei ascoltato con molta attenzione Miyori, eventualmente rispondendo alle sue perplessità

    Alla fine, tuttavia, sono sicuro che entrambi avremmo attraversato l'arco di pietra.

    Il bosco si fa più fitto. L'oscurità copre quel luogo, ma senza accecarci del tutto. Un'altra evidenza della necessità del Byakugan. Che fosse questa la mia prova? Superare la paura del Byakugan? La paura del fallimento, di non riuscire a ottenere la mia eredità di nascita?

    No. Doveva essere qualcosa di condiviso. Seguire Arahaki sarebbe stato facile, sia per via degli sbuffi che dei rami stracciati. Una fortuna che avesse deciso di andare avanti per prima. Mi ha risparmiato un sacco di fatica.

    La ritroviamo poco dopo, ferma di fronte ad un bivio creato da un'altra di quelle pareti di roccia. Che fosse opera di Iro? Che potesse modificare la disposizione di quelle rocce, o che fosse la terra stessa a muoversi per creare nuove situazioni per noi?

    Rimango fermo. In silenzio. Chiudo gli occhi (che cosa ridicola, per uno Hyuga!) e ascolto. A sinistra... un rumore rassicurante, di un fuoco. Sotto controllo. Un falò. Un rumore caldo, accogliente. Di casa.
    A destra... un rumore di catene. Prigionia. Freddo. Solitudine. Trappola.

    Mentre mi concentro ascolto anche Arahaki. È buffo come, seppur con gli stessi elementi di base, sia giunta a una conclusione opposta.

    Ragioni troppo in modo fisico, Arahaki scuoto la testa.
    In un certo senso sono stupito che non si sia gettata a capofitto verso il falò. Persino lei stava progredendo come ninja.

    Sicuramente merito delle mie sentite parole di prima.
    L'hai detto tu stessa, no? Siamo in una illusione. Questa è una prova. E la prova è superare le nostre paure. Per uscire dalla foresta dobbiamo andare verso la cosa che ci spaventa di più. Affrontare quella paura, e superarla. Dare da "mangiare", passami il termine, a questa landa.

    Mi giro verso Kyojuro, ma avrebbe notato subito che stavo osservando l'esserino sopra la sua testa. Sorrido a Iro.

    Ho ragione o no, Iro-kun?

    Dopo il silenzio dello spirito mi sarei rivolto verso Miyori. Sei l'ago della bilancia, Miyori-chan. La tua decisione influenzerà il nostro destino.

    Faccio un paio di passi verso di lei, pur mantenendomi a una decorosa distanza. Tu cosa ne pensi? allargo la mano destra, per dimostrarle accoglienza, senza accorgermene. Buffo come avessi chiesto l'opinione dell'Uchiha diverse volte. Per certi aspetti era l'opposto di Arahaki, non solo nell'aspetto ma anche nel carattere. Riservata e schiva quanto la prima declamava le sue opinioni urlando.
    Sarebbe stata una perfetta moglie, secondo i canoni del mio venerabile nonno.
    Per fortuna l'idea di accasarmi non gli era ancora venuta. Probabilmente mi avrebbe costretto a sposare una qualche sconosciuta cugina di una qualche casata minore.

    Piuttosto che mettermi con una sconosciuta per motivi politici scapperei ad Oto con Arahaki.

    Ma, adesso, dobbiamo scegliere dove andare.



    Nota: Kenji si attiene alla decisione della maggioranza, in questo caso direi che andiamo dove deciderà Miyori.
     
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