I Primi Passi InfuocatiCorso alle Basi

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  1. Shinodari
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    Y Danone
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    I Primi Passi Infuocati


    Onore

    IV



    Narrato Pensato Parlato di Miyori Uchiha


    MEIYO
    Onore

    I guerrieri
    hanno solo un giudice
    che valuti il loro onore
    e il loro carattere,
    se stessi.
    Le decisioni che prendono
    e come sono portate a termine
    sono un riflesso
    di chi sono veramente.

    Non ti puoi nascondere
    da te stesso.



    Ci fu un ultimo scambio di parole, un'ultima replica da parte di Kenji. Miyori non lo riteneva responsabile di averla lasciata al suo destino, eppure lo Huyga aveva ancora qualcosa da aggiungere al riguardo.
    Non è questione di ripensamenti o rimpianti. Ne faccio più una questione di... educazione. Mi sono gettato in avanti, mettendoti in una condizione spiacevole. Paghiamo sempre le conseguenze delle nostre azioni, in questa vita o nella prossima.
    Non poteva dargli torto.
    Un giorno dovrò pagare io stessa il debito contratto in questa vita. rifletté mentalmente.
    La gentilezza di un estraneo era, però, un comportamento cui non era abituata. L'educazione la poteva capire, ma non sempre le era stata riservata per una questione di riguardo.
    Ma ti ringrazio di non farmi pesare la mia irruenza.
    Sono io che... si interruppe, ancora si sentiva a disagio ad interloquire con qualcuno che non conosceva. E l'averla chiamata “Miyori chan” continuava a metterla disagio. ...Grazie per le vostre parole, Kenji san.

    Kyojuro sembrava avere sotto controllo la situazione. L'irruenza di Arahaki non destava preoccupazione per il genin. Lo stesso Kenji aveva cercato di fare da pacere.
    Il giovane caposquadra aveva successivamente cercato di tranquillizzare i ragazzi, mantenendo un sorriso che Miyori cominciava a sospettare nascondesse qualcosa di più. Una maschera? Una barriera? Possibile che fosse così rilassato?
    Ascoltò quello che aveva da dire.
    Kyojuro san, voi conoscevate già Iro sama? Lo strano liquido che abbiamo bevuto era al sapore di latte di cocco... Cos'è il latte di cocco? E... osservando il genin ...Per caso avete male alla lingua? domandò con una punta di preoccupazione, mal interpretando il gesto del giovane rivolto all'altra kunoichi.

    Le parole che Iro sama rivolse ai tre studenti erano molto sentite. Probabilmente i dubbi palesati dai ragazzi avevano maldisposto la creatura.
    La landa non era un'illusione, la landa era la sua casa. I Kami e i loro messaggeri vivevano in un luogo di confine, cui si poteva accedere dietro invito. Era un onore e loro avevano sminuito questo gesto.
    Vi porgo le mie scuse Iro sama, se in qualche modo vi ho offeso. Esordì la fanciulla. Lei più di tutti era cresciuta nel rispetto dei Kami.
    La parte del discorso che la turbò, fu l'affermazione dell'essere lattiginoso sulla loro presenza nella sua dimora.
    Com'era possibile? Lei era sempre vissuta a Suiren. Quando era entrata in contatto con la landa?

    La minuta Uchiha era stato l'ago della bilancia. Le sue parole, il suo agire avevano portato l'intero gruppo verso il suono delle catene.
    Prima di andare Kenji si era complimentato con la ragazzina.
    Brava, Miyori-chan. Hai parlato come una vera ninja di Konoha. Un ottimo discorso.
    A quelle parole accompagnate da un sorriso e dagli applausi, la piccola Uchiha avvampò per l'imbarazzo.
    Non era stato facile esprimersi ed ora si sentiva un po' troppo al centro dell'attenzione per i suoi gusti.
    Una ninja di Konoha? Lo sono davvero? Io non... Kenji san, io ho semplicemente parlato con il cuore. Non ho... fatto nulla... di speciale... Continuare a chiamarla “Miyori chan” non l'aiutava affatto. Distolse lo sguardo dai suoi compagni per il disagio.

    Proseguirono lungo la strada scelta. La ragazzina camminava in silenzio, cercando di comprendere il significato di quel luogo. Perché quel rumore di catene che passo dopo passo acquisiva sempre più sonorità? E gli alberi sferzati da... cosa? Sapeva che la sua decisione avrebbe condizionato il destino dei suoi compagni, ma non esistevano ripensamenti. Avrebbe dovuto perseguire la sua scelta fino in fondo.
    Fu Kenji a distoglierla dai suoi pensieri.
    Ti chiedo scusa, Miyori-chan, ma non ho fatto a meno di notare qualcosa di strano che hai detto prima... come se tu non fossi cresciuta nel villaggio della foglia. Come se... venissi da un altro luogo. Capirò in caso tu non ne voglia parlare ma... penso sia utile per affiatarci come team, no? Se vuoi in cambio risponderò a una qualunque tua domanda.
    Affiatarci come team... si, aveva senso il suo discorso, posto da questo punto di vista.
    Diresse lo sguardo verso lo Hyuga, sforzandosi di non arrossire per… cominciava a perdere il conto.
    Kenji san, io non sono nativa di Konoha. Provengo da un altro luogo. Sono cresciuta con... altri insegnamenti, un'altra visione del mondo. Mi è stato insegnato una via diversa da quella degli shinobi... La via del samurai... La vostra visione è l'eredità che mi ha lasciato mio padre. E' mio dovere conoscere i valori con cui è cresciuto ed onorarli. Ho promesso che avrei cercato di capirli. L'essere kunoichi è il solo legame con il mio ...defunto... genitore... le ultime parole non furono facili da pronunciare, lasciando trasparire una vibrazione nel tono della voce.
    Inspirò profondamente prima di continuare. Se la mia risposta vi ha soddisfatto, vorrei porvi un quesito. Una curiosità, invero, la mia. Kenji san perchè vi appellate a me usando il “chan”? Non comprendo le vostre intenzioni. Dalle mie parti è... molto intimo... Non viene mai pronunciato da uno sconosciuto. Sottolineò, leggermente in imbarazzo. Spero di non avervi offeso con le mie indelicate parole. Aggiunse. Socializzare era qualcosa che le risultava complicato da gestire.

    Una radura si palesò ai loro occhi.
    Quello che videro sembrava uno spettacolo di barbaria gratuita.
    Non aveva alcun senso, la violenza non aveva senso.
    Tre uomini di età diverse erano incatenati ad altrettanti alberi. Le loro vesti ridotte ad un paio di pantaloni stazzonati dal tempo. I loro corpi marchiati da lesioni ancora vive sulla carne, cicatrici non ancora rimarginate.
    Perché quell'agonia? Quale colpa potevano aver mai commesso?
    Miyori fissò la scena sforzandosi di non assumere un'aria inorridita.
    Se quelle persone si erano macchiate di un gesto efferato non dovevano essere giudicate per assegnare loro la giusta punizione? Perchè condannarle alla tortura?
    L'attenzione della ragazzina fu attratta dalla persona sulla destra. Stava combattendo contro il suo fato, cercando di sfuggire a quelle catene che lo imprigionavano attraverso i polsi al tronco dell'albero.
    Miyori leggi i nomi... Un sussurro mentale. Era la sua voce o apparteneva a qualcun altro?
    Si guardò attorno per un istante, leggermente confusa, poi il suo sguardo si diresse verso quei tatuaggi incisi sulla carne, cancellati uno ad uno da vivide croci color del fuoco. Si dovette concentrare per seguire i movimenti della schiena. Un nome, una croce.
    Eichi Arata... Aki Masamichi... Naomi Kohei... Ryushin U...chi...ha... Padre? E' il nome di mio padre... Sentì il sangue defluirle dalle guance. Un brivido gelido percorse la schiena. Si rese conto di stare tremando. Si sforzò di non farlo, ma era difficile. La mente era in subbuglio.
    Suo padre era morto quel giorno per proteggere la sua famiglia, quella bambina che non avrebbe mai visto nascere e crescere... Nessuno le aveva mai rivelato l'identità del suo assassino.
    La landa ricordava...
    Era reale quello che stava vedendo? Quell'uomo che cercava di sfuggire al suo fato era colui che aveva tolto la vita a suo padre? Che le aveva impedito di conoscerlo? Che aveva spezzato il cuore di sua madre? Fece un passo nella sua direzione, la mano destra che scivolava istintivamente verso l'impugnatura del dadao.
    Sarebbe stato così facile recidere quella vita. Giustiziare l'assassino, ottenere vendetta, ma... Non era quello che le era stato insegnato. Il suo cuore doveva restare limpido. La vendetta non avrebbe riportato in vita nessuno. Sarebbe stata un'onta sulla sua anima per sempre. Uccidere qualcuno, per di più inerme, avrebbe disonorato lei stessa, i suoi genitori e le persone che l'avevano protetta a costo di grandi sacrifici. La vendetta non doveva essere la sua via.
    Un altro passo...
    Inspirò, trattenendo il fiato per poi rilasciarlo tutto insieme. Doveva calmarsi.
    Quell'uomo stava subendo un'atroce punizione. Dalle sue labbra non usciva una sola parola di aiuto. La sua era una mura richiesta, un grido che nessuno avrebbe potuto udire. Le sue carni all'altezza dei polsi bruciavano come fossero arse da fiamme. Le catene?
    Ancora un passo...
    Non era giusto infliggere altra sofferenza. Una morte pietosa? O il perdono? Cancellare per sempre la sua storia o ricordare? Capire...
    Il dilemma venne interrotto da una figura che si parò davanti al prigioniero.
    Una per ognuno dei tre. Erano ammantate di oscurità eppure la fisionomia non lasciava adito ad incertezze.
    Lo sconosciuto che si trovava difronte alla ragazzina era la sua controparte ombrosa, una Miyori oscura.
    La vide assumere la posizione di guardia che le era stata insegnata di recente, da quando aveva intrapreso la via del ninja.
    Era paradossale, era come se la sua essenza fosse stata strappata a metà: la principessa samurai e la kunoichi.

    La sua controparte prese l'iniziativa e le lanciò addosso una coppia di kunai intessuti di tenebra che miravano alla sua fronte.
    Memore del suo addestramento marziale la ragazzina estrasse il dadao dal fodero con la destra seguita dalla sinistra per tenere saldamente l'elsa [Azione Gratuita]. Impugnandola con entrambe le mani, per sostenere l'impatto, deviò la coppia di kunai con il piatto della lama, facendoli cadere a terra, restando illesa. [Slot Difesa I]Riflessi (energia bianca): 100;
    Miyori è posizionata sulla destra

    Tutto qui? osservò mentalmente.
    Con la con la coda dell'occhio percepì qualcosa muoversi. Voltandosi notò un kunai lanciato contro l'avversario di Arahaki. Chi era stato dei due? Valutò rapidamente la traiettoria. Se la controparte oscura dell'altra studentessa avesse scelto di schivare, cosa sarebbe successo al prigioniero legato? Sarebbe stato colpito? Non aveva tempo per rimuginare ulteriormente. Afferrò con la mano libera una coppia di shuriken dalla custodia posizionata sul fianco. Li lanciò assieme con traiettoria simile, imprimendogli un movimento semi circolare diretti nello spazio tra il prigioniero e l'Arahaki oscura, temporizzando con il kunai [Slot Azione I]Velocità e Forza pari a 100 (energia bianca),
    potenza shuriken: 5
    . Il suo scopo era quello di cercare di bloccare il proseguimento del kunai verso il prigioniero se l'Arahaki oscura avesse schivato l'arma. Non era sua intenzione interrompere l'attacco alleato, sebbene fosse convinta che qualcosa sfuggisse loro.
    Non poteva fare altro, il suo avversario era davanti a sé. Non poteva permettersi il lusso di ignorarlo ancora. Tutta l'attenzione era, ora, dedicata alla sua controparte oscura.
    Impugnando il dadao solo con la destra, l'Uchiha, muovendosi di corsa, azzerrò le distanze con la sua avversaria [Slot Azione II]movimento pari ad un'energia bianca; suppongo sia entro sei metri, non essendo stato specificato diversamente. Lo sguardo fisso verso la Miyori di tenebra. Brandendo il dadao eseguì un attacco dal basso verso l'alto con lo scopo di recidere la gola all'altezza della giugulare dell'avversaria [Slot Azione III]Forza e Velocità pari a 100 (energia bianca),
    potenza dadao: 15
    . Se avesse avuto successo, all'ultimo istante avrebbe trattenuto il colpo, lasciando che il filo della lama si poggiasse sulla gola senza provocare lesioni. In ogni caso sarebbe rimasta vigile in attesa di una possibile controffensiva, assumendo una posizione di guardia.
    Iro sama, se è vero che la landa si nutre delle virtù delle persone, che senso ha insanguinarla con uno scontro? E' davvero necessario combattere le nostre nemesi per abbracciare l'oscurità del nostro animo? Sarebbe questa la memoria che dovremmo offrire alla landa? Osservò, seria. Attaccherò solo per difendere il mio team e le persone inermi. Non sarò io a recidere una vita, anche se si trattasse solo di un ricordo.


    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: Parata [dadao]
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Coppia di shuriken, protezione prigioniero [ipotetica]
    2: Movimento
    3:  Attacco [dadao]
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Dadao × 1 estratto
    • Tonico di Ripristino Minimo × 1
    • Kunai × 2
    • Shuriken × 6 [4 rimasti]
    • Tonico Coagulante Minimo × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Respiratore × 1
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Accendino × 1
    • Occhiali × 1
    • Guanto in Cuoio × 1

    Note L'attacco con il dadao non lo considero una finta perchè il colpo viene trattenuto, non interrotto. In caso di successo la lama si poggia senza ferire.




     
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