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Un team? storco la bocca dubbioso.
Kenichi annuisce e allarga le braccia. Il Kazekage è stato chiaro: devi presentarti in amministrazione domattina e unirti al team ninja che ti è stato assegnato. Un certo... guarda la lettera, si è già dimenticato i nomi: Yasuke Muramasa, mai sentito prima, e Tamashii. Niente cognome. La cosa più strana però è che non vi è stato assegnato un sensei o una guida. Bah. Questo non sarebbe mai successo-
Con un Kurogane al comando, si.
Sempre la solita tiritera.
Preparo quel poco di equipaggiamento ninja che mi passa l'orfanotrofio (i primi guadagni delle missioni dovranno andare sul prendere dell'equipaggiamento migliore, dopo aver preso dei pastelli colorati decenti, ovviamente).
Sto per andarmene quando mi torna in mente una delle lezioni di Hohenheim-sensei.
Un artista porta sempre con se gli strumenti della propria arte
Prendo il mio quaderno, una penna e un altro quaderno stracciato che uso per fare gli esercizi che mi ha dato Ukita per diventare più bravo a piegare i fogli. Quella scena con il caleidoscopio che ha fatto alla gilda degli artisti è stata molto figa. Se coloro la carta prima di piegarla poi, posso ottenere effetti fighissimi!
E scommetto che se imparo bene a piegarla e la disegno in modo particolare potrò creare delle sculture di carta! Così unirò i miei disegni alle arti degli origami di Ukita-sensei e alle sculture di Hohenheim-sensei!
Kuro scende dal letto a castello, si stiracchia e si avvicina. Mi fa le fuse attorno le gambe.
Vuoi venire anche tu?
Sbadiglia Mao, ma certo. Chi credi che abbia chiesto al Kazekage di farti conoscere l'altro Candidato di Sunagakure?
Spalanco la bocca.
Maooo, ma come, non lo sapevi?
Scuoto la testa.
Kuro si lecca la zampa sinistra Si vede che il Kazekage ha voluto farti una sorpresa.*** all'amministrazione di Suna ***
Yasuke e Tamashii, cognome ignoto, avrebbero ricevuto una lettera simile a quella di Yugi Mutou: erano entrambi assegnati allo stesso team ninja e si sarebbero dovuti dirigere in amministrazione per conoscere il terzo membro, Yugi Mutou e per ricevere il loro primo incarico. Non sarebbe stato specificato né il coinvolgimento del Kazekage, né la presenza del gatto ninja.
Una volta giunti sarebbero stati condotti in una classica stanza dei briefing tra ninja. Un largo tavolo al centro circondato da sedie, una lavagna sullo sfondo dove un ragazzino dai capelli improponibili stava dando loro le spalle.
La lavagna che normalmente avrebbe ospitato una mappa era stata... "macchiata" dalla figura di un guerriero in armatura armato di lancia. I capelli lo avrebbero subito identificato come il ragazzo che stava dando gli ultimi ritocchi.
Sul tavolo centrale un gatto nero se ne sta accoccolato a dormire.
Non appena Yasuke sarebbe entrato nella stanza il gatto si sarebbe stiracchiato, alzato in piedi, iniziato la sua toeletta mattutina e solo poi, dopo circa un paio di minuti, se non fosse successo niente avrebbe miagolato, richiamando l'attenzione dell'artista/vandalo che si sarebbe voltato. Una macchia di colore rosso sulla guancia sinistra e un pennello tenuto in mezzo ai denti.
Mi chiamo Yugi. Piacere.
Solo dopo essersi presentato si sarebbe tolto il pennello dalla bocca.
OT La giocata è ambientata temporalmente dopo "Il kage e l?orfano". Si apre prima della sua conclusione in modo da poter dar modo a Yasuke di avere potenzialmente la ts e il contratto per la guerra di Kusa. La giocata inizia a Suna (questo post è ambientato li) ma si evolverà rapidamente in una diversa location per questo è stato inserito qui il post./OT. -
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Narrato Parlato PensatoParlato nel linguaggio natio
Da qualche tempo Tamashii soggiornava in casa di Yasuke e del suo tutore, sempre che l'anziano uomo si potesse definire tale e non un datore di lavoro. Il giovane Chikuma, non volevendo più gravare sulle spalle del nonno e vivere in locanda fino a quando non fosse stato accettato formalmente nel clan, aveva preferito optare per questa soluzione. Il ragazzino per pagare l'affitto svolgeva alcuni compiti più o meno gravosi a seconda delle necessità del momento. Aveva sistemato le sue cose nella soffitta, dove avrebbe dimorato. Per lui non era un problema la sistemazione, la vita da nomade gli aveva insegnato a sapersi adattare. L'importante era avere accanto a sé Koryukaze, la sua lucertola alata, l'attrezzatura per costruire e riparare marchingegni, i suoi immancabili goggles ed i cappelli. Un animo semplice in definitiva.
Quella mattina avrebbe dovuto assolvere a due compiti. Preparare la tavola per la colazione non richiese molto tempo. Recuperò una tovaglia da uno dei cassetti e la stese sopra il tavolo, facendo attenzione a spianarla per bene. Poi fu il turno dei piatti, bicchieri e posate sistemati con scrupolosa attenzione. Da quando il ragazzino viveva con loro, aveva cercato di dare un ordine agli oggetti di uso comune. Un'abitudine appresa per non perdere le cose quando il clan si spostava nel deserto.
Fatto! Avrebbe esclamato con una certa soddisfazione nel tono della voce, raggiungendo la cucina e lanciando un'occhiata incuriosita a Yasuke che stava armeggiando con utensili ed ingredienti vari. Per la sua incolumità evitò di fare commenti sul grembiule blu che stava indossando. Non ci stava male, ma forse non era il caso di farglielo notare.
Il secondo compito era quello più gravoso. Recuperata la sacca con l'attrezzatura e le parti di ricambio, era ritornato nella stanza precedente. La camera aveva una duplice funzione di salotto e di sala da pranzo. Si mise ad osservare con un certo disappunto l'orologio .
Ci credo che non funziona. Considerò fissando il kunai conficcato negli ingranaggi. Qualcuno ha dei seri problemi con il tempo. Rifletté con un sospiro.
Si infilò i guanti da lavoro, sufficientemente sottili da non avere ingombro nelle opreazioni di precisione. Indossò gli occhiali di sua invenzione su cui aveva montato una serie di lenti a vari ingrandimenti che ruotavano attraverso una piccola ghiera. Lateralmente la strana montatura aveva una piccola lampadina in caso gli servisse più luminosità durante il lavoro.
Prese un cacciavite e svitò la parte dell'orologio danneggiata, dopo aver estratto con la massima attenzione il kunai. Meglio evitare altri danni “accidentali”.
Alcuni ingranaggi dovevano essere sostituiti, difficile raddrizzarli con le pinze. Il Chikuma frugò nella sacca e ne recuperò una manciata che potevano fare al caso suo. Aiutandosi con gli strumenti di precisione ricostruì il delicato meccanismo. La parte esterna era quella maggiormente danneggiata. Il vetro era in frantumi e una delle lancette irrimediabilmente distorta. Sostituire il vetro non sarebbe stato possibile a meno di non recarsi da un vetraio o da un orologiaio. Al momento poteva procedere ad una riparazione di emergenza. Saggiò la stabilità dei frammenti di vetro rimasti attaccati. Ne estrasse un paio conservandoli in una scatoletta. Chissà, in futuro sarebbero potuti tornare utili. Il meccanismo che si attivava ad ogni ora era purtroppo compromesso. Le geishe in miniatura che sarebbero dovute fuoriuscire durante i rintocchi, erano state tra le prime vittime del kunai. Lavorandoci sopra avrebbe potuto restaurarle, ma, anche in questo caso, gli sarebbero serviti materiali che non aveva sottomano. Per il momento poteva inserire una struttura di ingranaggi a coprire il danno. Per la lancetta aveva avuto un'idea un po' creativa: storcere anche l'altra. Il risultato era una coppia di lancette dalla geometria non lineare. Il ragazzino aveva sincronizzato in modo che le punte segnassero l'ora giusta.
Quando Yasuke fece il suo ingresso con le crepes, Tamashii aveva rimesso in funzione l'orologio. Certo mancava ancora il diaframma che si richiudeva allo scoccare dell'ora, realizzando uno schermo protettivo anti kunai. Forse poteva dotarlo di ruote e farlo muovere erraticamente per la stanza ad ogni ora, per farlo sopravvivere almeno ad un paio di armi da lancio.
Mi lavo le mani e arrivo! Esclamò scomparendo dal salotto e ricomparendo pochi istanti dopo.
Buona colazione anche a te. Si mise seduto osservando il collega che sembrava avere un'espressione gentile. Avvolse il dolce in un tovagliolo di carta e diede un morso, cercando di assaggiare anche il ripieno. I suoi occhi si illuminarono. E' buono! Crepes, hai detto? Non le avevo mai assaggiate. E il ripieno, cos'è? Mi piace. Commentò mentre mangiava con gusto.
Un rumore di ali e Koryukaze si avventò sulla crepes strappandone un morso. Piace anche a te, vero? Sorrise al Coelurosauravus dividendo il dolce a metà.
La colazione era praticamente terminata quando un sibilo avvisò dell'arrivo di due oggetti volanti, armi?!, che si conficcarono nella parete.
Il giovane Chikuma si voltò di scatto preoccupato più dell'eventuale danno arrecato alle cose che alle persone.
Strabuzzo gli occhi notando che si trattava di lettere.
Messo donna? Che donna? Yasuke, a Suna si usa così consegnare le missive? Chiese pensieroso, mentre recuperava l'altra lettera a suo nome.
Non aveva terminato di leggere che Muramasa gli ordinò di preparare l'occorrente nel giro di cinque minuti.
Aspetta, ma almeno potevi farmi finire di leggere? Cinque minuti? Rivolse lo sguardo verso gli oggetti sparsi sul pavimento. D'accordo. Sospirò con rassegnazione.
In strada un'altra sorpresa aspettava il Chikuma.
Che vuoi fare? No, aspetta. L'istante dopo si ritrovò issato di peso sulle spalle.
Guarda che so camminare da solo. Mi vuoi far scendere! Non sono un bambino! Ci stanno guardando tutti! Ehi, Yasuke! Ma mi senti! Il giovane nomade cercava di attirare l'attenzione dell'altro shinobi, peccato che per l'agitazione avesse ripreso a parlare nella sua lingua natia.
Yasuke si ricordò di rimetterlo a terra solo dopo che si ritrovarono davanti la stanza dell'appuntamento. Rosso in volto, visibilmente imbarazzato, seguì il collega all'interno.
Il Chikuma si guardò intorno. La sua attenzione venne attratta da un ragazzino all'incirca della sua età. Aveva un taglio di capelli davvero particolare. L'altro ospite presente era un gatto inizialmente addormentato sul tavolo centrale. Sentì Koryukaze scomparire sotto il suo cappello. Scena alquanto comica considerando la coda che sbucava da un'estremità del berretto e il muso affilato dall'altra.
Sulla lavagna un disegno di un giovane in armatura. Guardando bene sembrava somigliante all'autore.
Ascoltò i consigli di Muramasa rivolti al disegno, restando leggermente in disparte. Si stava ancora riprendendo dalla figuraccia.
Quando il gatto sembrò attirare l'attenzione miagolando, il giovane sconosciuto si presentò.
Piacere Yugi, sono Tamashii Chikuma. Si presentò a sua volta. Scoccò un'occhiata interrogativa a Yasuke. Quel gatto era davvero un'evocazione? A lui era sembrato solo un gatto. Eh si, aveva ancora molto da imparare.. -
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Si si veramente bello, sei piuttosto bravo. Però la lancia dovrebbe essere più lunga e l'armatura con qualche particolare in più. Comunque chi sei tu?
Il ragazzo dai capelli variopinti si volta e fissa lo sguardo in quello del suo interlocutore.
Mi chiamo Yugi. Piacere.
Terminiamo le presentazioni.
Sentendosi chiamato in causa Kuro si stiracchia. Esatto, Yasuke Muramasa. Io mi chiamo Kuro, e sono un gatto ninja. Non mi stupisco che tu sia riuscito a riconoscermi, dopotutto sei uno dei Candidati.
Se incalzato dagli altri ragazzi avrebbe loro spiegato che cosa significava:
Vengo dall'isola dei Felini e sono uno degli inviati della nostra colonia. Siamo gatti inviati in tutto il continente ninja alla ricerca di Shinobi con le giuste qualità per poter stringere un patto con noi. Io sono stato inviato a Suna e ho individuato te, Yasuke Muramasa, come Candidato. Sei quindi ufficialmente invitato a venire all'isola dei Felini, assieme a Yugi e Tamashii, ovviamente.
Avrebbe inoltre chiarito che quella era la loro missione, il motivo per cui era stato formato quel team.
Una volta che Yasuke e Tamashii avessero deciso di seguirlo (la presenza di Yugi era scontata) Kuro avrebbe miagolato di gioia ed avrebbe invitato i ragazzi a seguirlo.
Sarebbero usciti dall'amministrazione di Suna e si sarebbero diretti verso una delle zone più povere della città, nel quartiere (o forse sarebbe più indicato definirlo "accampamento" dei Soshi). Si sarebbe posizionato vicino ad un piccolissimo spazio tra due edifici.
Seguitemi.
Subito dopo Kuro sarebbe entrato Yugi. Persino lui, che era abbastanza magro, si sarebbe messo di profilo per riuscire a passare. Lo spazio era molto stretto e la vicinanza tra gli edifici avrebbe presto oscurato il cielo. Non sarebbero più riusciti a vedere nulla né alle loro spalle né di fronte a loro. Un pungente odore di urina avrebbe colpito l'attenzione dei ragazzi.
Dopo un paio di minuti di camminata strisciando tra i muri Yugi avrebbe parlato: Riesco a vedere la luce!
Un altro minuto di trascinamento e le mura avrebbero cambiato consistenza, non erano i mattoni di argilla bianca di cui erano composti gli edifici di Sunagakure ma pietra. Si sarebbero bagnati la schiena per via dell'umidità e l'odore di urina sarebbe stato sostituito da quello della salsedine. Yugi non avrebbe riconosciuto l'odore ma avrebbe proseguito. Il terreno si sarebbe fatto più morbido, sabbioso. Una sensazione comune per un abitante di Suna, anche se non nelle zone più interne e abitate.
Dopo un altro minuto abbondante i ragazzi sarebbero usciti da quel cunicolo.
La luce del sole li avrebbe abbagliati. Il cielo era terso, limpido e il mare si estendeva davanti a loro, preceduto da una ventina di metri di spiaggia.
Uao! Quindi è questa l'isola dei felini?! Figata!
Fino a poche settimane prima non sarebbe riuscito ad esprimersi così, ma la frequentazione della gilda degli artisti e del Kazekage hanno addolcito il carattere di Yugi, nascondendone almeno parzialmente i lati più oscuri.
Alla loro destra, ad una cinquantina di metri di distanza, si trova un molo di legno. Kuro avrebbe richiamato la loro attenzione, spingendoli a seguirlo in quella direzione.
Forza, gli altri ci stanno aspettando!
Si sarebbe poi voltato verso Tamashii... Beh, almeno stanno aspettando loro due.
Arrivati al molo avrebbero potuto notare come alla loro destra, verso l'entroterra dell'isola, c'erano diversi edifici tradizionali in legno che si allungavano verso una piccola collina che era al centro dell'isola. Diverse piante si trovano in mezzo alla strada e anche il molo necessitava di essere manutenuto. Se non fossero stati attenti il legno marcio si sarebbe rotto sotto i loro piedi.
Anche le case, ad un'analisi più attenta, si sarebbero rivelate manchevoli di diversi elementi. Mura rotte, tetti bucati, piante che avevano riconquistato uno spazio un tempo pensato per gli esseri umani.
Un rantolo avrebbe potuto richiamare la loro attenzione, oltre il molo e verso la parte ovest dell'isola. Si trattava di un enorme gatto grigio, talmente grande che sembrava più una statua che un felino. Era grosso quanto un dodicenne obeso e fino ad allora si era mimetizzato, immobile sopra una panchina di pietra.
Il gatto sputa per terra una palla di pelo delle dimensioni di un neonato che rotola, spinta dal vento, lontano dai ragazzi.
Kuro si avvicina al gatto obeso e si siede di fronte a lui.
Nobile Komachi... come da tue istruzioni ho portato qui i Candidati.
Da dietro il proprio corpo Komachi prende una lunga pipa di legno, se la porta alla bocca e prende un lungo soffio.
Il giovane Yugi non è ancora pronto, ma essendo un Candidato possiamo pure accettare che sia venuto fin qui prima del tempo ma...
Allunga la pipa verso Tamashii: Quello chi sarebbe?
Kuro si volta verso il Chikuma e poi di nuovo verso Komachi: Ecco, vede, nobile Komachi...
La pipa si abbatte sulla testa di Kuro. Non fa rumore, segno che più di tanto non deve avergli fatto male.
Io vado a preparare il rituale per Yasuke Muramasa, tu porta tutti e tre dove sai. Sarà lei a decidere la tua punizione. E sappi, che essendo Yugi, Tamashii e il terzo incomodo tuoi ospiti sarai tu, Kuro, ad essere diretto responsabile delle loro azioni.
Komachi scende dalla panchina, quasi spalmandosi al suolo come fosse liquido. Si avvicina ai ragazzi e li supera, per poi svoltare verso il villaggio.
Ti aspetto a mezzogiorno nella valle del veggente, Yasuke Muramasa, e vedremo se Kuro ci ha visto giusto sul tuo conto..