L'isola dei felini[Contratto e Eremita livello I per Yasuke Muramasa]

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  1. Shinodari
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    L'isola dei felini


    Riunione

    I



    Narrato Parlato PensatoParlato nel linguaggio natio

    Da qualche tempo Tamashii soggiornava in casa di Yasuke e del suo tutore, sempre che l'anziano uomo si potesse definire tale e non un datore di lavoro. Il giovane Chikuma, non volevendo più gravare sulle spalle del nonno e vivere in locanda fino a quando non fosse stato accettato formalmente nel clan, aveva preferito optare per questa soluzione. Il ragazzino per pagare l'affitto svolgeva alcuni compiti più o meno gravosi a seconda delle necessità del momento. Aveva sistemato le sue cose nella soffitta, dove avrebbe dimorato. Per lui non era un problema la sistemazione, la vita da nomade gli aveva insegnato a sapersi adattare. L'importante era avere accanto a sé Koryukaze, la sua lucertola alata, l'attrezzatura per costruire e riparare marchingegni, i suoi immancabili goggles ed i cappelli. Un animo semplice in definitiva.
    Quella mattina avrebbe dovuto assolvere a due compiti. Preparare la tavola per la colazione non richiese molto tempo. Recuperò una tovaglia da uno dei cassetti e la stese sopra il tavolo, facendo attenzione a spianarla per bene. Poi fu il turno dei piatti, bicchieri e posate sistemati con scrupolosa attenzione. Da quando il ragazzino viveva con loro, aveva cercato di dare un ordine agli oggetti di uso comune. Un'abitudine appresa per non perdere le cose quando il clan si spostava nel deserto.
    Fatto! Avrebbe esclamato con una certa soddisfazione nel tono della voce, raggiungendo la cucina e lanciando un'occhiata incuriosita a Yasuke che stava armeggiando con utensili ed ingredienti vari. Per la sua incolumità evitò di fare commenti sul grembiule blu che stava indossando. Non ci stava male, ma forse non era il caso di farglielo notare.
    Il secondo compito era quello più gravoso. Recuperata la sacca con l'attrezzatura e le parti di ricambio, era ritornato nella stanza precedente. La camera aveva una duplice funzione di salotto e di sala da pranzo. Si mise ad osservare con un certo disappunto l'orologio .
    Ci credo che non funziona. Considerò fissando il kunai conficcato negli ingranaggi. Qualcuno ha dei seri problemi con il tempo. Rifletté con un sospiro.
    Si infilò i guanti da lavoro, sufficientemente sottili da non avere ingombro nelle opreazioni di precisione. Indossò gli occhiali di sua invenzione su cui aveva montato una serie di lenti a vari ingrandimenti che ruotavano attraverso una piccola ghiera. Lateralmente la strana montatura aveva una piccola lampadina in caso gli servisse più luminosità durante il lavoro.
    Prese un cacciavite e svitò la parte dell'orologio danneggiata, dopo aver estratto con la massima attenzione il kunai. Meglio evitare altri danni “accidentali”.
    Alcuni ingranaggi dovevano essere sostituiti, difficile raddrizzarli con le pinze. Il Chikuma frugò nella sacca e ne recuperò una manciata che potevano fare al caso suo. Aiutandosi con gli strumenti di precisione ricostruì il delicato meccanismo. La parte esterna era quella maggiormente danneggiata. Il vetro era in frantumi e una delle lancette irrimediabilmente distorta. Sostituire il vetro non sarebbe stato possibile a meno di non recarsi da un vetraio o da un orologiaio. Al momento poteva procedere ad una riparazione di emergenza. Saggiò la stabilità dei frammenti di vetro rimasti attaccati. Ne estrasse un paio conservandoli in una scatoletta. Chissà, in futuro sarebbero potuti tornare utili. Il meccanismo che si attivava ad ogni ora era purtroppo compromesso. Le geishe in miniatura che sarebbero dovute fuoriuscire durante i rintocchi, erano state tra le prime vittime del kunai. Lavorandoci sopra avrebbe potuto restaurarle, ma, anche in questo caso, gli sarebbero serviti materiali che non aveva sottomano. Per il momento poteva inserire una struttura di ingranaggi a coprire il danno. Per la lancetta aveva avuto un'idea un po' creativa: storcere anche l'altra. Il risultato era una coppia di lancette dalla geometria non lineare. Il ragazzino aveva sincronizzato in modo che le punte segnassero l'ora giusta.
    Quando Yasuke fece il suo ingresso con le crepes, Tamashii aveva rimesso in funzione l'orologio. Certo mancava ancora il diaframma che si richiudeva allo scoccare dell'ora, realizzando uno schermo protettivo anti kunai. Forse poteva dotarlo di ruote e farlo muovere erraticamente per la stanza ad ogni ora, per farlo sopravvivere almeno ad un paio di armi da lancio.
    Mi lavo le mani e arrivo! Esclamò scomparendo dal salotto e ricomparendo pochi istanti dopo.
    Buona colazione anche a te. Si mise seduto osservando il collega che sembrava avere un'espressione gentile. Avvolse il dolce in un tovagliolo di carta e diede un morso, cercando di assaggiare anche il ripieno. I suoi occhi si illuminarono. E' buono! Crepes, hai detto? Non le avevo mai assaggiate. E il ripieno, cos'è? Mi piace. Commentò mentre mangiava con gusto.
    Un rumore di ali e Koryukaze si avventò sulla crepes strappandone un morso. Piace anche a te, vero? Sorrise al Coelurosauravus dividendo il dolce a metà.

    La colazione era praticamente terminata quando un sibilo avvisò dell'arrivo di due oggetti volanti, armi?!, che si conficcarono nella parete.
    Il giovane Chikuma si voltò di scatto preoccupato più dell'eventuale danno arrecato alle cose che alle persone.
    Strabuzzo gli occhi notando che si trattava di lettere.
    Messo donna? Che donna? Yasuke, a Suna si usa così consegnare le missive? Chiese pensieroso, mentre recuperava l'altra lettera a suo nome.
    Non aveva terminato di leggere che Muramasa gli ordinò di preparare l'occorrente nel giro di cinque minuti.
    Aspetta, ma almeno potevi farmi finire di leggere? Cinque minuti? Rivolse lo sguardo verso gli oggetti sparsi sul pavimento. D'accordo. Sospirò con rassegnazione.
    In strada un'altra sorpresa aspettava il Chikuma.
    Che vuoi fare? No, aspetta. L'istante dopo si ritrovò issato di peso sulle spalle.
    Guarda che so camminare da solo. Mi vuoi far scendere! Non sono un bambino! Ci stanno guardando tutti! Ehi, Yasuke! Ma mi senti! Il giovane nomade cercava di attirare l'attenzione dell'altro shinobi, peccato che per l'agitazione avesse ripreso a parlare nella sua lingua natia.
    Yasuke si ricordò di rimetterlo a terra solo dopo che si ritrovarono davanti la stanza dell'appuntamento. Rosso in volto, visibilmente imbarazzato, seguì il collega all'interno.
    Il Chikuma si guardò intorno. La sua attenzione venne attratta da un ragazzino all'incirca della sua età. Aveva un taglio di capelli davvero particolare. L'altro ospite presente era un gatto inizialmente addormentato sul tavolo centrale. Sentì Koryukaze scomparire sotto il suo cappello. Scena alquanto comica considerando la coda che sbucava da un'estremità del berretto e il muso affilato dall'altra.
    Sulla lavagna un disegno di un giovane in armatura. Guardando bene sembrava somigliante all'autore.
    Ascoltò i consigli di Muramasa rivolti al disegno, restando leggermente in disparte. Si stava ancora riprendendo dalla figuraccia.
    Quando il gatto sembrò attirare l'attenzione miagolando, il giovane sconosciuto si presentò.
    Piacere Yugi, sono Tamashii Chikuma. Si presentò a sua volta. Scoccò un'occhiata interrogativa a Yasuke. Quel gatto era davvero un'evocazione? A lui era sembrato solo un gatto. Eh si, aveva ancora molto da imparare.


     
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