La Maschera del Dio del Caos

E Sangue! Sangue per il Dio del Sangue!

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  1. leopolis
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    Il Volto del Tennin


    Post 2 - La Maschera del Dio del Caos



    Quando Hideo raggiunse Kairi ai piedi della torre, quest’ultima probabilmente si sorprese, ma nulla di tutto ciò avrebbe potuto influire in qualche modo sulla difficoltà dinnanzi a cui si trovavano ora entrambi: c’era una torre da scalare. Il premio, - se tale si poteva definire l’oggetto in cima, - li aspettava sul punto più alto della scalata. Spettava ora a Kairi decidere se accettare la compagnia del genin di Kiri oppure farne a meno, a seconda di quel che avrebbe desiderato. Di certo, avere un compagno durante quel nemmeno tanto breve viaggio sarebbe potuto essere utile… Oppure no. A seconda dei punti di vista. D’altronde, le infiltrazioni venivano sempre fatte nel minor numero possibile, perché in quel modo si diminuiva la probabilità di venire scoperti e quindi di mandare a monte tutta la missione.

    In quel caso, tuttavia, si poteva davvero parlare di un’infiltrazione? O era, magari, qualcosa di più combattivo?

    Comunque fosse, i due ninja sarebbero partiti insieme iniziando a scalare la parete esterna della torre laddove Kairi aveva percepito la minor quantità di energie. Mossa astuta e logica, - avrebbe detto qualche saggio, - che diede i propri frutti. Tant’è che fino al terzo piano non avrebbero incontrato nessun genere di ostacolo. Non vi sarebbe stata una sola energia a disturbarli. E nemmeno una trappola.



    Da lì in poi, tuttavia, la presenza di energie presenti nella torre si sarebbe fatta decisamente più diffusa e presente. Non solo: giunti fino al terzo livello, si sarebbero ritrovati dinnanzi a una piccola piazzola. Per continuare la scalata dovevano per forza giungere all’altra parte della piazzola, - una corsa di circa 25 metri, - in modo tale da poter raggiungere la parete mediamente interna della torre e continuare la loro scalata in quella zona.

    Ed ecco qui che si presentava il primo problema: sulla piazzola che separava i due ragazzi dall’altra parte della parete loro avrebbero visto… degli esseri spettrali. Trasparenti. Senza volto e forse senza anima, ma sicuramente con del chakra. Li avrebbero visti vagare qui e lì, quasi come se non avessero una meta e uno scopo, freddi e glaciali come la notte stessa. Soffermandosi a guardarli dal lato della parete, i due shinobi avrebbero contato circa 12-13 spettri di quel genere.



    Concentrandosi nuovamente, Kairi non avrebbe percepito affatto delle differenze rispetto a ciò che aveva sentito prima, ma data la breve distanza avrebbe sentito chiaramente che quelle figure dinnanzi non avevano un tantien e la quantità di chakra che possedevano era un misto di 30 e 40 bassi. Il chakra, invece di essere concentrato in un solo punto, sembrava “diffuso” un po’ ovunque nella figura spettrale.

    Fintanto che la parete da scalare era ormai bella che terminata, continuare a scalare sarebbe stato impossibile. Tuttavia, come si addiceva a qualsiasi torre, essa non aveva unicamente un “esterno”, bensì anche un “interno”, il quale sarebbe potuto facilmente essere raggiunto dagli shinobi attraverso delle finestre situate sulla torre stessa, ma conveniva farlo? Del resto, le energie che prima Kairi aveva percepito non erano mica relative unicamente all’esterno, bensì anche a tutta la zona interna.

    Le strade, insomma, erano due. Una esterna, ricolma di figure spettrali. Una interna, piena di segreti.

    Su quale fare i primi passi? Dove andare?

    [...]



    E mentre i due poveri accademici si divertivano a modo loro, io avevo le mie difficoltà su cui riflettere. Una di queste era l’assetto del mondo in cui portare il Caos nella sua forma più pura. Le mie riflessioni, tuttavia, vennero interrotte in una maniera piuttosto brusca quando qualcuno bussò alla porta del mio covo costringendomi ad alzarmi e dirigermi verso la porta.



    “Uhm?” - Mi chiesi alzandomi dalla sedia, - non prima aver mosso una figura sulla scacchiera presente sul tavolo, - per poi arrivare nei pressi del muro. Non sapevo mica chi si era permesso di bussare così fortemente alla porta, - persino in quel modo, - ma non che avevo una grande capacità di scelta.

    Quando aprii la porta, mi trovai dinnanzi a un armadio che mi fissava dall’alto in basso con aria di superiorità. Resistii per non tapparmi il naso quando sentii l’odore di fumo, ma alla fine mi ricordai di cosa fossero gli umani: animali con un po’ di coscienza in più. Non potevo mica pretendere da un gruppo di mammiferi troppo, no?

    - Tua madre non ti ha detto che l’aspetto inganna? - Chiesi alzando un sopracciglio e capendo che, forse, sarebbe stato persino troppo semplice battere uno così. Comunque decisi di non fare nulla e provare a capire dove mi avrebbe portato quello strano dialogo.

    - Lavoretto? - Chiesi. Volli chiedergli il solito “ma sai chi sono”, ma alla fine decisi che tanto gli animali non avrebbero capito. I mammiferi non si erano ancora sviluppati abbastanza per comprendere questa sorta di ragionamenti complessi. - Va bene, - risposi. - Tanto sempre meglio che annoiarmi qui.

     Alla fine, lo scimmione disse com’è che si chiamava e come potessi chiamarlo, facendomi un cenno per seguirlo.

    - Non mi interessa nulla di quale sia il tuo nome reale, - risposi. - Tienitelo. Non è di certo il tuo nome che mi serve. -

    “Chissà in che zoo mi trovo” - pensai seguendo l’Uomo-Armadio mentre camminavamo tra le tanti torri di Ame e su una di queste si stava sviluppando ciò che si poteva a tutti gli effetti considerare un vero e proprio putiferio.

    - Tenere in mano un’arma? - Domandai. - Non mi piacciono le armi. Non tutte, almeno. Ma, per esempio, le balestre le so tenere in mano abbastanza bene, - risposi tirando fuori da sotto il mantello la mia balestra, già bella carica con i vari dardi, per poi puntarla in direzione del busto di quell’uomo.



    A distanza ravvicinata i 4 proiettili avrebbero potuto schiantarsi contro il suo petto rompendoglielo del tutto, ma ne sarebbe valsa la pena? Sarebbe stato uno spreco di dardi… quello. Semplicemente li avrei consumati per uccidere un altro paio di animali. Niente di fruttuoso.

    - Allora? Che tipo di lavoro devo fare oggi? - Chiesi. - Oppure desideri che io schiacci sul tasto? - A quel punto il mio sguardo, come per caso, si abbassò, fino a indicare il mio dito pronto ad abbassare il tasto che avrebbe fatto scattare i proiettili in direzione del petto nemico.

     
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