[Accesso] L'entrata di Suna

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  1. Shiraki_Hyuga
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    Farewell

    * Un vento secco, caldo e soffocante accompagnava l'avanzata dello Shinobi nonostante l'ora mattutina. Non ricordava l'imponenza delle mura di Suna... come poteva, non ricordava neanche di esserci entrato.

    Il passaggio di pietra era stretto e l'altezza della parete lo rendeva più soffocante del clima. Giunse così dall'altra parte, dove degli uomini stavano all'apparenza dialogando. Chi fossero... a Shiraki non era dato saperlo e sinceramente non gli interessava.

    Decise che era meglio passare inosservato, i suoi occhi erano un biglietto di sola andata per una fonte di guai, dunque Shiraki optò per un nuovo aspetto. Impastò 1/2 Basso andando quindi a utilizzare...

    CITAZIONE
    Tecnica della Trasformazione – Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: 1

    Il ninja che pratica questa tecnica è capace di cambiare il proprio aspetto. Se la sua scelta ricade su qualcosa di diverso da un altro essere umano - un oggetto, un animale - questo può essere maggiorato o diminuito al massimo del 50% rispetto al proprio volume. La trasformazione in oggetti permetterà di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Non è possibile trasformarsi in oggetti con potenzialità superiore le armi del grado inferiore; non è possibile ottenere una protezione fisica; non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È necessario un consumo di mantenimento pari a ¼ Basso ogni due round di scontro oppure ogni ora, se in situazioni di calma.
    È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ed entrambi dovranno pagare il costo di attivazione e mantenimento.


    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 6 / Consumo: 1/2 Basso attivazione - 1/4 Basso Mantenimento)

    Assunse le sembianze della prima persona che gli venne in mente, Reeverie, il medico dell'ospedale in via ufficiale, detective in incognito in via ufficiosa. Con maggiore precauzione passò lontano da quei ninja e si mosse di corsa verso Est, in direzione di Konoha, andando velocemente l'avrebbe raggiunta in due giorni.

    Non avrebbe più messo piede la dentro, niente lo avrebbe fatto tornare in quei luoghi, niente più lo legava a quel villaggio, doveva tornare a casa. *


    - Addio Shaina... -
     
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    La figlia del Vento

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    dal cielo e dal mare...

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    *Due figure incappucciate osservavano dall'alto delle mura la falsa Reverie che si allontanava nel deserto, immobili tranne che per i loro mantelli che si agitavano al vento. La più piccola delle due, seduta sul bordo, distolse lo sguardo e si alzò, cominciando a dirigersi verso l'interno.*

    Allora, vuoi lasciarlo andare?

    *disse la figura più alta. L'altra si fermò, e mormorò qualche parola che solo l'udito sviluppato della sua compagna avrebbe potuto percepire.*

    Ho scelta?

    Potresti fermarlo, se volessi.

    *La figura più piccola scosse la testa.*

    L'ho già fatto una volta. Ma sono stanca di corrergli dietro, e ormai non ha più importanza. Sono successe troppe cose, e non solo tra noi due. L'unica cosa che spero, è che non ceda al demone chiamato Vendetta, come è successo a me.

    *Reverie tirò indietro il cappuccio, esponendo i lunghi capelli biondo miele al sole e al vento del deserto. Il suo sguardo era triste e solenne.*

    Che un mio paziente possa tornare sano e salvo a casa non puo' che farmi piacere, ma davvero vuoi lasciare che finisca così?

    *Shaina si voltò verso di lei, tirando indietro il cappuccio del mantello a sua volta, e la guardò negli occhi.*

    Io...amerò per sempre lo Shiraki Hyuga che ho conosciuto, ma è evidente che quello non è lui. E se mai dovesse tornare indietro sarebbe troppo tardi. Ora, vorrei solo che quello Hyuga che sta varcando il cancello sparisse dalla mia vita, visto che per quanto mi riguarda lui è quello che ha ucciso il mio Shiraki.

    *Nonostante l'aria calda del deserto, Shaina cominciò a tremare. Eppure, pensava di essersi preparata a sufficienza per il giorno in cui gli avrebbe detto addio, ma non pensava che si sarebbe ridotto tutto a guardarlo andare via come un ladro prendendo le sembianze dell'unica persona che sapeva benissimo dove si trovava.*

    *Reverie si avvicinò, e la abbracciò forte. In quel punto delle mura c'erano solo loro due, quindi Shaina si lasciò stringere, appoggiando la fronte sulla spalla della donna. Era strano, non si sentiva triste, piuttosto era arrabbiata, tanto che gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime.*

    Maledizione, Reverie! Perché non scendo da queste mura e non lo ammazzo lì dove si trova? Io lo amavo...io...io...Io lo ammazzerò, gli taglierò la gola a lui e a quella puttanella Hyuga!

    *D'improvviso, il suo corpo si irrigidì e il timbro della sua voce divenne più basso, quasi maschile. Sollevò la testa, e i suoi occhi incontrarono quelli della Dottoressa. Quello che vi lesse non le piacque affatto. Erano diventati gialli, con la pupilla a forma di Shuriken, e la parte bianca stava cominciando a colorarsi di nero.*

    Lasciami...lasciami andare Reverie...io devo...devo...

    *Le unghie di Shaina affondarono nelle braccia di Reverie, lasciandole dei segni profondi, ma in qualche strano modo sembrava che non stesse cercando davvero di divincolarsi dalla stretta dell'amica, segno che per quanto il demone stesse cercando di prendere il sopravvento, lei non voleva che succedesse.*

    *La donna sospirò, chiuse un attimo gli occhi, poi li riaprì e colpì rapidamente un punto di pressione sul collo di Shaina, mandandola nel mondo dei sogni. La sollevò in braccio, lanciando un ultimo sguardo verso l'orizzonte del deserto.*

    §Addio, ragazzo. Spero di non dovermi scontrare con te in futuro.§

    *Poi corse a riportarla a casa. Quando si fosse ripresa avrebbero avuto tutto il tempo per fare due chiacchiere.*
     
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    " Da quanto sei nella squadra eliminatrice?"

    Viaggiamo da ormai due giorni. Abbiamo mantenuto un andamento costante e sostenuto limitandoci alle sole pause realmente necessarie, per riprendere fiato e per mangiare qualcosa. La prima notte l'abbiamo trascorsa in una zona vicino Konoha che già avevo avuto modo di visitare, mentre per la seconda eravamo oramai vicini a Suna. Arriviamo a vedere in lontanaza il monumentale ingresso del villaggio della Sabbia che il sole ancora non è allo zenit...è sempre affascinante ripensare a come l'azione della natura e dell'uomo si siano fuse perfettamente per la creazione di un tale sbarramento. Il problema di questo popolo non è l'ubicazione sul territorio, la natura è stata madre benigna nei confronti dei Sunesi, ma riside nella loro stessa mentalità.
    I ricordi affiorano numerosi alla mia mente: quanti allenamenti fatti su queste dune sabbiose, con in spalla pesanti sacche d'acqua...

    " Jotaro è stato un ninja davvero imprevedibile e da un tipo come lui è doveroso aspettarsi di tutto in qualunque azione lo coinvolga direttamente...figuriamoci riguardo la sua morte. So per certo che le uniche informazioni concrete sono qui a Suna e che un certo Brando sia in possesso di parte del corpo di Jotaro. In teoria basta costringere Brando a ridarci il corpo di propietà Otese...ma sai come possono andare queste cose. Inoltre c'è una remota possibilità che questo ninja sia già morto."

    L'otese non ha ancora la mia piena fiducia; dopottto non lo conosco minimamente...fa solo il suo lavoro. Perchè avrei dovuto dirgli dell'anima tripartita di Amanimaru? Per il momento gli è sufficiente sapere che Brando è la chiave di tutto.

    " Non nego che si possa arrivare ad un confronto poco pacifico. Oltre che tagliare cadaveri sai anche usare una katana?
    Comunque è bene fare un passo per volta...vediamo prima come entarre inosservati a Suna Gakure; presentarci con i nostri veri aspetti non è nè vantaggioso nè saggio, vista la mia natura di traditore. Io ho qualche idea in proposito...tu che dici?"



     
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    “Praticamente lo faccio da quando ero piccolo, anche se la formalizzazione del tutto c’è stata quando sono diventato chunin..”

    Rispose Eiatsu per poi lasciar cadere l’argomento. Dare altre informazioni avrebbe potuto far scoprire la sua vera identità e questo non lo poteva assolutamente permettere. In primis per una questione di professionalità, ma anche perché ormai c’era quasi legato all’anonimato.
    Insieme al colosso de Mikawa attraversarono parte del continente da nord a sud, e si avvicinarono solo a Konoha per poi virare verso le calde terre di Suna.Fino all’ultimo Eiatsu trattenne i suoi dubbi, sperando che la meta non fosse esattamente il villaggio ninja,ma più andava avanti più la cosa diventava certa.
    Al di là di queste preoccupazioni, Eiatsu si ritrovò affascinato dal deserto che non aveva mai visto se non attraverso i ricordi delle anime che aveva tra le sue fila. Ovviamente stare li era tutta un’altra cosa: la sensazione della sabbia tra le mani,il caldo, quella parvenza di essere sospesi che poche volte aveva provato e mai sul mondo terreno ma solo in quello degli spiriti e per brevissimi istanti alla ricerca delle anime dei defunti.
    Anche Diogenes era ammaliato dal paesaggio e Eiatsu ebbe l’intuizione[interpretazione] che tutto quello scatenasse molti ricordi nell’oscura mente del chunin.Dopotutto quella era stata la sua prima casa, i suoi primi allenamenti, i suoi primi insegnanti...in verità Eiatsu si ritrovò molto curioso:

    “Ti vedo immerso nei ricordi Colosso.A cosa pensi?”

    Chissà cosa gli avrebbe risposto..?
    Ben presto le alte mura dell’entrata di Suna incominciarono a far capolino sulla linea del’orizzonte. Eiatsu sapeva tutto su quelle mura, perché Hohenheim in vita era stato capo dei guardiani di quell’entrata e, sotto i suoi comandi, gli aveva rivelato di tutto, dalle trappole, alle procedure per entrare eccetera eccetera. Adorava il suo potere proprio per questo: poteva conoscere tutto quello che in una vita si può accumulare come memoria semplicemente chiedendo.
    Solo allora Diogenes incominciò a parlare della missione. Brando .Ecco il nome del loro bersaglio. Purtroppo Diogenes era convinto che avesse prelevato lui il corpo dell’otese , ma paradossalmente poteva essere morto a quest’ora.

    “E’ evidente che mi nasconde qualcosa”


    C’erano troppi punti oscuri e Diogenes sembrava averne chiari molti di più rispetto all’eliminatore di cadaveri. Ma questo per Eiatsu aveva poca importanza.L’unica cosa che gli interessava era quel corpo.

    “Le maniere forti non mi spaventano...ah mi chiedevo quando avrebbe voluto trattare di questo argomento. Lei è un traditore... ma fortunatamente come ha sottolineato so usare il bisturi.”


    Così si fermarono in un posto riparato dal sole ancora non alla massima altezza.

    “Resti immobile. Il procedimento è lungo e può darle qualche fastidio...”


    Iniettato un blando anestetico sottocutaneo, il chunin del suono avrebbe preso il suo bisturi affilato e avrebbe incominciato il suo lavoro[chirurgia facciale].

    [...]

    Un’ora dopo, quando l’effetto della medicina sarebbe svanito, Diogenes aveva un nuovo volto.

    image

    “Sai ora sei anche più bello. Se vuoi ascoltare il mio parere: lasciati questo come viso.”

    Scherzò permettendosi di dargli del tu. Inoltre si tolse anche la sua maschera rivelando un volto dai lineamenti delicati.

    image


    “Non ti fare strane idee: questo volto è artefatto come il tuo ... ora ascolta: anche se il tuo volto è diverso la tua voce non è stata mutata quindi se non sei in grado di artefarla come faccio io ti conviene non parlare proprio.”


    Durante quell’ora Eiatsu aveva parlato dell’eventualità di un attacco e di come si sarebbero dovuti organizzare. Di tutto quel discorso , il succo era:

    “Principalmente sono un ninja da supporto, cura e illusioni. Se vogliamo combattere al meglio insieme osserva sempre la mia mano destra, se ti farò segno con quella mano sappi che il nostro avversario, o chi sto guardando in quel momento è praticamente indifeso e puoi massacrarlo quanto ti pare. Le tue abilità invece mi sono ben note...”

    Infatti lo spirito di Hohenheim gli aveva spiattellato un sacco di cose sul guardiano. Ah, ovviamente gli aveva taciuto la sua abilità più grande e potente...

    “Bene, adesso andiamo!”


    Si sarebbero così portati all’entrata di Suna, entrambi con volti scoperti e vestiti anonimi. Il copri fronte del suono era ben in vista e avrebbero giustificato in questa maniera alle guardie la loro presenza:

    “Buon giorno, siamo ninja di Oto in viaggio di piacere qua a Suna.Rimarremo qualche giorno al massimo. Non si preoccupi, conosciamo la procedura e, almeno per quanto mi riguarda, non sono in possesso di armi se non un kit medico e dei rotoli.Sa non si sa mai!”

    Usando le sue abilità interpretative non pensava di avere problemi.

     
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    Visitatori.




    Signor Iga! Signor Iga!

    La voce era quella di una guardia delle mura che stava chiamando Hamano messo di forza a guardiano del gate.
    Era stato un periodo dove all'entrata del villaggio si erano presentati parecchi loschi figuri che avevano messo a repentaglio la sicurezza di Suna, e Hamano, in virtù del suo titolo ma più per le sue abilità era stato incaricato di tenere d'occhio tutti quelli che volevano entrare al villaggio, e ancora di più i ninja degli altri paesi.
    L'Iga si sentiva in dovere di proteggere il proprio villaggio in una tale situazione perciò non si era rifiutato all'incarico, anche se questo consisteva a volte a passare delle intere giornate senza fare niente in solitudine, dato che le guardie lo guardavano come fosse un estraneo all'ambiente.
    Hamano si voltò verso la guardia che lo chiamava.


    Ci sono due viaggiatori che si stanno avvicinando, la prassi...

    Conosco la prassi, andiamo.

    Hamano aveva poca voglia di discutere. Nonostante tutta la buona volontà era un lavoro snervante e noioso e perciò Hamano era diventato sempre più simpatico quanto una vecchia zitella.
    Si diresse sopra le mura per poi scendere da lì utilizzando il chakra adesivo, ritrovandosi due shinobi di Oto che stavano sopraggiungendo.
    Aveva memorizzato il nome e il volto di tutte le persone considerate sgradite per il villaggio e su tutte spiccava quella di colui che aveva attaccato le mura non molto tempo fa.
    I due arrivarono e subito uno dal volto da bravo ragazzo gli disse di essere solo di passaggio e chiese il permesso di entrare.
    Hamano guardava di sbieco i visitatori. Non si fidava particolarmente, quello che aveva attaccato le mura era di Oto ma non poteva certo fare di tutta l'erba un fascio.


    Un attimo signori, devo prima controllare una cosa.

    Immediatamente attivò la sua tecnica speciale riempiendo così i suoi occhi di luce propria. Visionò i due alla ricerca di una qualche tecnica che stavano mantenendo che come spesso accade è quella della trasformazione. Aveva l'ordine di uccidere nel caso l'avesse avvistata.
    Comunque i due sembravano puliti perciò il ragazzo disattivò la tecnica.


    Bene, sembrate a posto

    Fece cenno alle guardie appostate sulle mura ordinatamente disposte nel caso di un eventuale attacco, e una di quelle andò ad azionare il meccanismo per aprire il portone.
    Con un cigolio meccanico dietro Hamano si aprivano le porte di Suna, accogliendo così di fatto i due visitatori.


    Benissimo potete entrare. Siete obbligati ad andare in amministrazione per firmare un foglio dove inserire i vostri dati personali e il motivo della visita per poi far analizzare il vostro equipaggiamento dagli operatori. Non fare questo entro due ore alla vostra entrata nel villaggio significa dichiarasi nemici. Chiaro?

    Il ragazzo rimase qualche secondo a fissare intensamente i due per notare qualche particolare che potesse interessarlo.
    Sembravano veramente puliti.

    Godetevi il soggiorno

    Detto questo con un gesto della mano li invitò ad entrare anche se lo sguardo era tutt'altro che amichevole. Non presagiva nulla di buono con quei due nei paraggi.



     
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    " Ho passato diversi anni della mia vita in questo posto. Qui ho fatto i miei primi passi da ninja; ho iniziato a conoscere personalità degne di nota come Asuka, il mio primo sensei ora deceduto...da lui ho imparato moltissimo. Associo il periodo della fanciullezza al momento più bello della vita di qualunque uomo: la ragione ancora non prende il sopravvento e non ti riesci a rendere conto dello schifo che ti circonda. Penso che quella gioia di vivere non possa essere ritrovata in età adulta..."

    Non so fino a che punto l'otese potesse comprendere queste mie parole ma sicuramente avrebbe capito che si celava ben altro dietro la dura scorza del mio terrificante espetto.

    Segue il discorso sul "come entrare". Ma sì...vediamo cosa sa fare il ragazzo. Mantenere la trasformazione per tutto il tempo sarebbe stato oltremodo fastidioso ed entrare di nascosto avrebbe significato mantenere uno stato di allerta e un livelo di segretezza tale da non consentirci alcun tipo di errore.
    Ho sentito di particolari abilità degli eliminatori di cadaveri ma mai ho avuto modo di vedere il loro modus operandi nè tantomento di provare sulla mia stessa pelle le potenzialità del loro bisturi.

    Dunque mentre l'eliminatore esegue il suo lavoro inizio a sciogliermi le decine di creste della mia elaborata capigliatura che sicuramente rappresente uno dei miei marchi inconfondibili. Questo procedimento non durò meno dell'attività del mio compagno sia per la mia inettitudine in queste cose che l'effettiva "difficoltà" dell'impresa.
    Dopo un'ora di ininterotto lavoro sono una persona del tutto diversa. Con l'apprezzamento di un bambino cerco di intravedere il mio nuovo aspetto sfruttando la lucentezza della mia katana.

    " Davvero impressionante...sembro ringiovanito di almeno trent'anni. Solo un occhio raffinatissimo, spendendo diverso tempo nell'analisi, potrebbe scorgere l'artificio.
    Per quanto riguarda la voce
    PeNSi dAVVERO cHE NOn RiescA IN unA coSA Così BAnaLE?
    Parlando di cose serie: immagino che tu abbia dei rotoli di richiamo con te. Ecco, prendi la mia spada e tienila nascosta in uno di essi...perdila e stai ben certo che nulla potrà salvarti da morte certa.
    Inoltre, nel caso in cui ci imporranno di lasciare i nostri nominativi o saremo costretti a presentarci a qualcuno, ricorda che il mio nome sarà Zack Mirroi mentre tu ti chiamerai Sosuke Aizen. Una volta all'interno cercheremo informazioni dagli stessi abitanti per trovare il nostro bersaglio; dovrebbe essere un ninja "comune" quindi in possesso di una regolare abitazione. Non sappiamo di che tipo di abilità sia in possesso quindi massima attenzione...in ogni casi non attaccare se non sono io a prendere l'iniziativa.


    Sembra essere tutto.

    ::: Al Gate :::

    Difronte al guardiano non proferisco parola. Un ragazzo (come Hohenheim prima di lui dopotutto) forse privo dell'esperienza necessaria per gestire un incarico ostico come difendere le mura di un villaggio. Nonostante questo rimango catturato dal suo sguardo quando ci scruta con quegli occhi brillanti di luce propria...cosa sta facendo?
    Quando termina esordisce con un "Sembrate a posto" che mi da qualche informazione riguardo la sua abilità. E' in grado di vedere qualcosa...forse le fonti di chakra, forse le illusioni o le tecniche in generale. MOLTO INTERESSANTE.

    " Guardiano, è possibile sapere il suo nome? "

    Comunque in definitiva ci sarebbe toccata la solita prucedura per la quale avremmo dovuto lasciare l'equipaggiamento alle mura e passare in amministrazione per far schedare il nostro arrivo e decretare la nostra permanenza...tutto regolare. Ci allontaniamo dall'entrata senza problemi in quanto io non porto nessun tipo di arma, boma o qualsivoglia oggetto offenisvo addosso e lo stesso vale per il mio compagno.

    ::: Dentro il villaggio :::

    ...

     
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  7. Manu ©
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    Nominativi.



    Sembrava che uno dei ninja di Oto fosse interessato al suo nome. Hamano non aveva problemi di rivelare la propria identità o cose simili.
    Poter enunciare a tutti il proprio nome, il proprio clan era fonte di orgoglio che non poteva essere sminuiti da motivi di sicurezza.
    All'udire della richiesta si puntò il pollice contro e si sporse in avanti verso l'otese.


    Hamano Iga, Sand Scorpion del villaggio.

    L'onore prima di tutto. Morire per il proprio nome e per il proprio clan.



     
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    *La sagoma scura di un grosso rapace si avvicinò dall'alto alle Mura del villaggio, ma questa volta veniva dall'interno. Una volta arrivato quasi perpendicolarmente al di sopra di esse, il suo volo disegnò un cerchio nel cielo, e l'animale si andò a posare sul tetto di una delle costruzioni vicine.*

    *A terra, una minuta figura femminile aprì una porta alla base delle mura e salì rapidamente le scale. Arrivata in cima, Shaina si guardò attorno. Cercava uno dei guardiani.*
     
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    Annoiato ma attento Hamano osservava il deserto implacabile che infinito si stagliava davanti a lui. Per quanto fosse importante il ruolo di guardiano delle mura era anche uno dei più noiosi, e spesso il ragazzo avvertiva la sensazione di essere lì soltanto come tappabuchi.
    Di solo i suoi uomini non si poteva fidare dato che quasi la totalità non erano altro che guardie che conoscevano giusto un paio di tecniche di combattimento e niente di più. A suon di grida e urla era riuscito a portare un po' di disciplina in quel gruppo che da quando era mancato il precedente guardiano aveva pensato che alle mura non si facesse niente. Nulla di più sbagliato.
    Preso dai suoi soliti pensieri però avvertì comunque il rumore dell'aprirsi di una porta, probabilmente doveva essere il cambio della guardia, anche se sembrava fosse in anticipo.
    Il ragazzo si alzò dalla sua postazione.


    Mi raccomando, non battete la fiacca o ci penso io a farvi lavorare.

    Si voltò per vedere chi lo avrebbe sostituito ma quando si girò rimase di colpo.
    Davanti a lui non c'era nessuno delle guardie sotto il suo comando, ma niente di meno che l'amministratrice di Suna in persona, Shaina Otori.
    Conscio di avere fatto una gaffe enorme il ragazzo si precipitò davanti all'amministratrice per mettersi velocemente in ginocchio davanti a lei, sollevando un enorme polverone.
    Se il clan lo avesse visto rivolgersi a quella maniera ad una delle cariche più importanti del villaggio lo avrebbero punito immediatamente. Solo l'idea di averla trattata alla pari di una di quelle guardie sfaticate gli faceva scendere il sudore freddo. Senza alzare lo sguardo, da inginocchiato cominciò a parlare con un tono decisamente scosso.

    Signorina amministratrice, non pensavo fosse lei, perdoni la mia impertinenza. Sono terribilmente dispiaciuto.

    Si accorse che in effetti la sua reazione era piuttosto esagerata, e solo in quel momento alzò lo sguardo.

    Cosa la porta alle mura?




     
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    *Il benvenuto che ricevette non fu esattamente quello che si aspettava.*

    CITAZIONE

    Mi raccomando, non battete la fiacca o ci penso io a farvi lavorare.


    *Guardò incuriosita il ragazzo seduto alla postazione di guardia, reprimendo una risata alla faccia che fece quando si accorse con chi stava parlando. Poi, con crescente agitazione, il Sand Scorpion corse a inginocchiarsi di fronte a lei. Shaina arrossì leggermente. Per quanto fossero passati un po' di anni da quando era diventata l'amministratrice di Suna, certe esagerate dimostrazioni di rispetto la mettevano sempre un po' in imbarazzo.*

    CITAZIONE

    Signorina amministratrice, non pensavo fosse lei, perdoni la mia impertinenza. Sono terribilmente dispiaciuto.


    *Le labbra di Shaina si incresparono in un leggero sorriso, nonostante gli occhi verdi rimanessero inespressivi.*

    Non c'è bisogno di fare tante cerimonie, Hamano. Alzati per favore.

    CITAZIONE

    Cosa la porta alle mura?


    *Shaina si guardò intorno, per verificare che non ci fossero troppe orecchie indiscrete, poi si rivolse al ragazzo in tono calmo.*

    Ecco, si tratta di una questione un po' delicata...in effetti, speravo di trovare te qui, non mi sarei sentita molto tranquilla a dover affidare l'incarico a qualcuna delle guardie semplici. *prese un respiro, e si appoggiò coi gomiti sul parapetto.* Mi è arrivata una lettera dall'Amministratrice di Oto, Shinodari Kazekumo. Sono accaduti dei fatti particolari che hanno richiesto una riunione diplomatica tra loro e Kiri, e hanno deciso di usare Suna come luogo d'incontro in quanto paese neutrale. Non sono molto sicura del motivo, fatto sta che due delegazioni, una per ciascun villaggio, stanno arrivando qui, e direi che questa è anche una buona occasione per ottenere informazioni sugli ultimi avvenimenti. *si staccò dal muro, avvicinandosi al Sand Scorpion.* So per certo che saranno presenti il Mizukage Shiltar Kaguya e l'Amministratrice di Oto, immagino con le rispettive scorte. Quando arriveranno, manda qualcuno di cui ti fidi ad accompagnarli in Amministrazione, e forse è meglio che ci arrivino separatamente, non vorrei che qualcuno desse in escandescenze prima del tempo.

    *aggiunse con espressione vagamente pensierosa.*
     
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    Hamano tirò un sospiro di sollievo nel sapere che l'amministratrice non se l'era presa per la mancanza di rispetto, seppur frutto di abbaglio.
    Quando le chiese il motivo della sua presenza si sorprese a vederla guardarsi attorno circospetta, e ancora di più quando parlo con un tono di voce che non voleva farsi sentire da nessun altro tranne che Hamano.
    La notizia dell'arrivo al villaggio di importantissimi esponenti dei villaggi di Kiri e Oto diede da pensare al ragazzo, completamente all'oscuro degli avvenimenti diplomatici che intercorrono tra i villaggi. Se c'era la necessità di incontrarsi a Suna come luogo neutrale doveva esserci stato qualche incidente diplomatico di gran rilievo.
    L'amministratrice gli affidò il compito di inviare in amministrazione le varie delegazioni, ma a quel punto si permise di intromettersi.


    Signorina amministratrice, le consiglierei però di presentarsi anche lei con una scorta personale. Le consiglierei Hoshikuzu essendo anche a capo dei Sand Scorpions, ma al momento della riunione sarebbe importante, oltre che per la sua sicurezza, anche per l'immagine di Suna avere una autorità del villaggio come guardia personale.

    Si alzò finalmente dalla sua posizione inginocchiata.

    Comunque le assicurò che svolgerò i miei doveri. Farò risistemare le mura dalle varie guardie in modo da fargli fare finalmente qualcosa di utile e farò in modo che al ricevimento delle due delegazioni qui sia tutto perfetto per far figurare bene il nostro villaggio.

    Il ragazzo si animò di ardore per far sì che l'onore del villaggio fosse ammirato anche dagli estranei.
    La sua espressione si fece davvero seria a quelle parole.


    Lo giuro sul mio onore.



     
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    *Le sembrò che Hamano rimanesse sorpreso di vederla agire con tanta circospezione, ma non era bene che troppa gente fosse al corrente dell'arrivo di delegazioni straniere, e alla fine del suo discorso si preoccupò anche della sua scorta.*

    CITAZIONE

    Signorina amministratrice, le consiglierei però di presentarsi anche lei con una scorta personale. Le consiglierei Hoshikuzu essendo anche a capo dei Sand Scorpions, ma al momento della riunione sarebbe importante, oltre che per la sua sicurezza, anche per l'immagine di Suna avere una autorità del villaggio come guardia personale.


    *Shaina annuì.*

    Si, stavo pensando proprio a lui effettivamente. Lo manderò a chiamare appena possibile, anzi, sarà meglio che ci vada personalmente.

    *Solo in quel momento il ragazzo si alzò, nonostante lei stessa gli avesse detto di farlo praticamente appena si era inginocchiato, Hamano era fin troppo rispettoso.*

    CITAZIONE

    Comunque le assicuro che svolgerò i miei doveri. Farò risistemare le mura dalle varie guardie in modo da fargli fare finalmente qualcosa di utile e farò in modo che al ricevimento delle due delegazioni qui sia tutto perfetto per far figurare bene il nostro villaggio.

    Lo giuro sul mio onore.


    *Shaina ricambiò lo sguardo deciso del Sand Scorpion con l'ombra di un sorriso sulle labbra color pesca.*

    Ti ringrazio, Hamano. Allora qui lascio tutto nelle tue mani.

    *Lo salutò con un cenno del capo, poi si diresse verso la porta da cui era entrata, scese le scale e tornò verso l'interno del villaggio, seguendo l'ombra fedele di Tatsumaru.*
     
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    Falce dei Kaguya


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    Il viaggio via mare era durato due giorni, come prospettato, il che aveva dato ai tre ben due giorni per arrivare a piedi dai confini meridionali del Paese del Vento fino al villaggio di Suna, un largo margine di tempo per farsela con comoda.

    Shiltar non sapeva precisamente come i suoi compagni di viaggio stessero vivendo quella "gita", ma per lui c'erano diversi motivi per non gradirla e fra tutti trionfava l'aspetto climatico: il Mizukage mal gradiva il caldo, ma, ancora di più, odiava la sabbia sotto i piedi, tant'é che, appena giunto ai margini del deserto di Suna, penso bene di generare degli stivali d'ossa che potesse far respirare i piedi, ma, arrivando ben oltre l'altezza della caviglia, evitassero la possibilità che qualche minuscolo granello di sabbia vi passasse attraverso.

    In ogni modo, i tre kiriani riuscirono ad arrivare alle Mura di Suna nel lasso di tempo calcolato e dinanzi a quelle Mura, Shiltar si fermò in attesa, voltandosi verso "Fujiko" ed Itai: "Secondo voi ci aspettano, o avvisiamo che siamo arrivati? Di certo non dovremmo passare inosservati.", commentò, specie perché non voleva farsi notare come l'ultima volta a Konoha, ma, in fondo, già essere in tre, con lui che portava la Falce di Luna a tracollo dietro la schiena, doveva essere un fattore che permetteva di notarli.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Giungemmo nell’arido deserto di Suna dopo qualche giorno di viaggio in nave e di viaggio a piedi. Ben presto dall’umidità e dal gelo di Kiri passammo al calore insopportabile di Suna. Alla prima sosta utile quindi mi cambiai d’abito, lasciandomi alle spalle tutte le varie maglie e persino la mia amata maglia d’acciaio che mi proteggeva il busto, indossando solamente una veste lunga, blu e i pantaloni. Di sabbia nelle scarpe ne avevo, ma il fastidio era relativo.

    Il viaggio non fu lungo e fu per lo più silenzioso. O meglio, io non volevo scambiare una parola con nessuno dei due lì presenti, decisamente non mi mettevano nessuno dei due dell’umore giusto a farlo. Giunti vicino le mura di Suna, dunque, notammo che non sembrava esserci nessuno. Incrociai le braccia al petto e socchiusi gli occhi, sospirando.

    « Non vorrei dover usare i botti in cielo per annunciare la nostra presenza, sarebbe alquanto sconveniente. »



    Dissi, poi, senza chiedere il parere di nessuno agii parlando alle guardie che non avevano né aperto la porta (comprensibile anzi giusto) e né avevano chiesto la nostra identità.

    « Ehi voi! Siamo la delegazione di Kiri, penso che siate stati informati del nostro arrivo! »



    Urlai quindi. Se ci avevano notati non sarebbe cambiato nulla, se non ci avevano notati, ora ci avrebbero almeno accolti. Altrimenti sarei passato ai botti di capodanno leggermente in anticipo con i tempi.

     
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    È colpa tua. Ratty

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    Ed ecco infine profilarsi agli occhi dei viaggiatori quell'enorme fessura tra le rocce che, dopo una lunga camminata li avrebbe portati davanti alle porta del villaggio di Suna.

    Mi sembra un secolo che sono passato di qua... Borbottò lo Yakushi, ricordando lo strano avvenimento che aveva fatto impazzire una delle sue lucertole, fino a trascinarlo forzatamente fino al villaggio.

    Sono io, o c'è qualcuno più avanti? Verosimilmente sono Donnole vorticanti del terzo anello di Giove...hanno una base da queste parti Commentò Keima, bendato per non cadere in estasi davanti a Kaworu. Ma piantala tu!

    In effetti le figure, o almeno due di esse sembravano abbastanza familiari...forse troppo. Guarda te che coincidenza.. commentò con scarso entusiasmo. Pooh? Fece con fare interrogativo la kunoichi monofaccia. Lascia perdere, non li conosci...

    EHI DI SUNA! Urlò, mettendo le mani a coppa davanti alla bocca. CI SONO OSPITI QUI!

    E anche qualche verme..aggiunse, ma a voce bassissima, mentre guardava male il Mizukage. ancora pochi passi e i due gruppi si sarebbero incontrati.

    Febh non salutò nessuno.
     
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