[Accesso] L'entrata di Suna

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    Il viaggio verso Suna proseguì miracolosamente senza intoppi. Kaworu era riuscito a non far interagire Megami e McNinja tra di loro o con il gruppo di Oto. In effetti, il viaggio fu molto silenzioso, quasi teso. Meglio così in fondo, meno Kaworu e Shinodari interagivano in pubblico, meno spiegazioni avrebbero dovuto dare, nonostante la smania di entrare in situazioni più intime che uno dei due (o entrambi) avrebbero potuto provare.

    Arrivati in vista del villaggio, con la temperatura che cresceva a costantemente e il sole che sembrava sempre più grande, il Sennin si rivolse ai suoi due sottoposti.


    -Ci conviene indossare i coprifronte, non vorrei che qualcuno ci accusasse di voler introdurre ninja non riconoscibili in un villaggio estero...è sempre una possibilità.-

    Detto ciò, Kaworu estrasse dalla tasca il suo coprifronte, che indossò, per poi voltarsi verso Megami e Mac.

    La kunoichi tirò fuori il proprio coprifronte, un po' logoro in effetti, che legò con aria svogliata tra la collana di perle e il reggiseno, in verticale, a dividerle la scollatura già in bella mostra. Kaworu volle evitare discussioni inutili davanti ai ninja di Oto e decise di lasciar correre per il momento.

    McNinja invece, estrasse dal taschino una placchetta metallica che sarà stata larga al massimo una decina di centimetri, con una clip sul retro, che il dottore appuntò sul taschino del camice bianco che indossava. Sulla lamina c'era la Foglia simbolo del villaggio. Il Sennin sgranò gli occhi. Questo era troppo.


    -Mac...cosa...dove...perchè...dov'è il tuo coprifronte? E cos'è quella roba?-

    Mc assunse per un attimo un'aria sorpresa, poi disse bonariamente.

    -Cosa? Oh, questa...sai, ho pensato che il coprifronte mi sta male in testa e poi mi da fastidio portarlo in altre zone...così ho riadattato la placchetta metallica come se fosse un tesserino, mi da un'aria più professionale.-

    -Io direi più stupida.-

    -Ehi!-

    Kaworu aveva la mano destra a coprirgli il volto, la testa china. Disse sommessamente:

    -Voi mi farete venire un ulcera...-

    -Beh dai, se ti vien-

    Kaworu puntò il dito contro McNinja, intimandogli di stare in silenzio, gli occhi ancora sgranati.

    -Non...dire...una...parola. Adesso andiamo prima che esca fuori di testa.-

    Il gruppo proseguì verso le porte del Villaggio, tenendosi comunque arretrati di qualche metro rispetto al gruppo di Oto.

    Arrivati alle mura, poterono scorgere tre figure in attesa, tra le quali Kaworu riconobbe Shiltar, il Mizukage, suo allievo per un breve periodo di tanti anni fa. Qualora i due fossero venuti in contatto, il Sennin avrebbe semplicemente chinato il capo in segno di saluto, pronunciando solo:


    -Mizukage...è un piacere.-

    Non avrebbe rivelato i motivi che lo portavano a Suna in quel momento se non gli fosse stato espressamente richiesto...e ovviamente non avrebbe rivelato tutto.

    Kaworu si avvicinò a Shinodari, parlandole a bassa voce con tono calmo ma senza incrociarne lo sguardo.


    -Spero abbiate avvisato l'amministrazione di Suna anche della mia presenza...o no?-

    Legenda
    -Parlato-
    §Pensato§
    Narrato.
    -Parlato Dr McNinja-
    -Parlato Megami-
     
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    Y Danone
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    Non seppi mai se si trattò di un misterioso intervento divino, o di un Kami annoiato di passaggio, o della dea della fortuna che si era sbendata per un atto di pura pietà nei nostri confronti o solo del caldo del deserto che incombeva sul gruppo; fatto sta che riuscimmo a raggiungere le mura di Suna senza incorrere in "incidenti" più o meno casuali.
    Certo il prezzo da pagare per questa situazione fin troppo "pacifica" fu una sorta di silenzio misto a tensione che aleggiò sopra di noi come la tipica nuvoletta nera presagio di tempesta.
    Camminavamo separati, Oto e Konoha divisi da una sorta di kekkai inesistente ma presente al tempo stesso. Un tacito accordo per evitare situazioni compromettenti.
    Kaworu...
    Sospirai rassegnata al pensiero della freddezza del sennin.
    Così vicini eppure così lontani per il sempolice esistere degli altri membri del gruppo.
    Avremmo mai trovato un momento per poter restare da soli?
    E come se non bastasse i due shinobi che lo accompagnavano mi inquietavano non poco, anche se non lo diedi a vedere.
    Il primo sembrava gradire fin troppo l'abbigliamento indossato o per essere più esatti il suo contenuto, e la seconda aveva avuto nei miei confronti un comportamento che mi suonava sospetto.
    Per cui feci "ciao ciao con la manina ai bei sogni tranquilli" rimanendo nelle ore di sonno, in un continuo dormiveglia.


    Poco prima di giungere in vista del villaggio della sabbia, considerai l'idea di un nuovo look.
    Adducendo la scusa che non potevo presentarmi a Suna con dei semplici abiti da viaggio e offrendo volontaria Pooh come mia accompagnatrice anti intrusi, andai alla ricerca di un luogo dove poter sistemare il mio aspetto.
    Ritornammo qualche tempo dopo, tempo non ben precisato in termini di ore e minuti.
    Come fossi riuscita a trovare un posto dove cambiarmi in santa pace in quel mare di sabbia rimase per tutti un segreto... ad eccezione di Pooh...

    image
    Quando tornai sembravo quasi un'altra persona.
    Probabilmente non era l'abito adatto all'amministratrice di Oto.
    Di sicuro non indossavo le vesti di un diplomatico.
    Non mi interessava.
    Trovavo divertente per una volta uscire dagli schemi.
    Non più shinobi.
    Non più medico.
    Semplicemente io.
    Quello che portavo era il vestito adatto all'erede dei Kazekumo.
    Assumendo un'aria serafica ripresi il viaggio assieme ai mie compagni.


    Non fummo i soli ad aver raggiunto le mura di Suna.
    Quando si dice essere incappati in strane congiunzioni spazi temporali!
    Ecco quella che avevamo davanti i nostri occhi era un perfetto esempio di tempismo sballato.
    Riconobbi solo due degli shinobi che componevano il terzetto, il Mizukage e mio cugino Itai; la giovane che li accompagnava mi era sconosciuta.
    Mi mossi con passo tranquillo verso i Kiriani, accorciando attimo dopo attimo la distanza che mi separava da loro.
    Lasciai che pochi metri ci separassero prima di fermarmi e di rivolgere loro un aggraziato inchino, mentre i miei capelli scivolarono lungo il viso, celando parzialmente il mio sguardo che non perse mai di vista nessuno dei tre.


    -Mizukage sama, Itai...-

    li salutai con un timbro di voce cortese, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

    -Signora, non credo ci siamo mai presentate... Mi chiamo Shinodari Kazekumo, sono l'amministratrice del villaggio di Oto. Con chi ho il piacere di parlare?-

    le chiesi educatamente.

    Kaworu si avvicinò a me parlandomi con un tono di voce basso, senza incrociare il mio sguardo.


    CITAZIONE
    -Spero abbiate avvisato l'amministrazione di Suna anche della mia presenza...o no?-

    Assunsi un'espressione angelica.

    -Ovviamente no... Kaworu dono...-

    replicai con un sussurro.

    Sulle mie labbra per un istante apparve l'ombra di un sorriso enigmatico.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Erano lì da qualche minuto sotto il sole cocente di Suna, senza nessun guardiano che si fosse mosso per controllare chi c'era alle Mura, il che, quanto meno, dimostrava come Kiri non fosse, forse, il villaggio con minor numero di guardiani, o almeno con la peggiore organizzazione, fra tutti.

    In ogni caso, il caldo di certo non permetteva al Mizukage di rincuorarsi di questa speranza, specie quando notò un gruppo piuttosto variopinto avvicinarsi, un gruppo che, ad una prima impressione, sembrò quasi un piccolo circo al Kaguya, notando una serie di strane figure, fra cui: un individuo con la testa fasciata in un passamontagna, una specie di bambino troppo cresciuto, un ragazzino bendato e quella che sembrava una persona dal volto bloccato in una singola smorfia.
    Peccato che, continuando ad osservare il gruppetto, si rivelò non essere un circo, giacché, oltre ad un'ignota ragazza dallo scarso vestiario, Shiltar riconobbe Febh, Shinodari e, cosa che lo sorprese, Kaworu Uchiha.

    Il Mizukage fu un pò preso alla sprovvista dalla presenza del Sennin della Foglia, una cosa che, in effetti, non si aspettava, tant'é ci mise qualche istante a rispondere al suo saluto: "Kaworu-sama, piacere mio rivederla, anche se ne sono sorpreso.", per poi rispondere al saluto di Shinodari con un laconico "Amministratrice Jaku." ed aggiungere verso il suo ex allievo, "Piacere di vederti, Febh.", mentre avrebbe lasciato a "Fujiko", la libertà di presentarsi da se, se voleva.

    Dopo per qualche secondo Shiltar si guardò intorno notando che l'altra kunoichi dal "povero" vestiario ed il tipo con il passamontagna avevano dei coprifronti della Foglia, quindi dovevano essere con l'Uchiha, che, nel frattempo, s'era avvicinato all'amministratrice di Oto, scambiando qualche parola con lei. Per quanto non ne capisse le ragioni, sembrava che il Sennin della Foglia fosse con Shinodari.

    Malgrado non ne capisse le ragioni, comunque, il Kaguya non perse l'occasione per sottolineare il diverso numero di gente che avevano dietro all'otese, tant'é che s'avvicinò a lei e Kaworu.
    "Mi era parso di capire, amministratrice Jaku, che sì, si sarebbe potuto portare degli accompagnatori, se ricordo come lei li ha definiti nella sua missiva, ma certo non credevo che lei se ne sarebbe portati così tanti.", esordì volgendosi verso Febh ed iniziando: "Uno", per poi continuare verso i tre tipi più singolari del gruppo, "Due, Tre, Quattro."
    "Cinque e Sei", puntando ai due di Konoha che non conosceva, "Sette.", continuò volgendo lo sguardo verso Kaworu, "Ed Otto.", concluse, indicando Itai.

    "Io ho giusto invitato la nuova amministratrice di Kiri ad unirsi a questa riunione, così che potesse capire meglio come vanno le cose fra i villaggi... non che avessi qualche ninja in più da poter portare.", osservò laconico il Kaguya, il che era vero, in effetti, parola per parola.
    In fondo "Fujiko" aveva proposto di dare modo a Shinodari di parlare perché potesse studiarla meglio, ma di certo Shiltar non avrebbe fatto alcun complimento al vestiario per introdurre un dialogo, meglio essere sinceri.
     
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  4. Fujiko M.
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    Una volta sbarcati percorsero un tratto di regione non troppo impegnativo. Fu l'avvicinarsi a Suna che causò un piccolo rallentamento. Fujiko aveva chiesto di fermarsi per cambiarsi d'abito e sopperire al caldo che iniziava a farsi insopportabile. Ne uscì cambiata di vestiti. Ora indossava una maglietta e un paio di pantaloni leggeri color sabbia. Sopra teneva un mantello fatto arrivare giorni prima dalla famiglia Kinu, abili tessitori di Kiri.
    In testa portava un leggero turbante per coprirsi dai raggi solari.

    Giunti a Suna, per Fujiko fu la prima volta. Mai era stata nemmeno nell'altro corpo. Questo villaggio si trovava all'interno di confini naturali isolato dal resto del paese. Era difficile, ad una prima occhiata, passare inosservati. Se lo fissò bene in testa per eventuali viaggi futuri.

    Di fronte al portone, non vedendo nessuno, Shiltar giustamente domandò al gruppo qualcosa. Fujiko stava pure per rispondere di lasciar stare ma Itai volle attirare l'attenzione. Storse il naso a quell'eccesso ma non si preoccupò d'altro.
    Mentre attendevano notizie da Suna, si stava avvicinando da direzione simile un altro gruppo. Probabilmente abitanti o mercanti di Suna. Semplicemente aguzzò maggiormente la vista [Vista Sviluppata] quando essi furono in un raggio d'azione consentito.

    « Abbiamo visite...da Oto » avvertì gli altri. « Ben otto persone, tre donne e cinque uomini. »

    Fujiko si avvicinò a Shiltar « Cosa ci fa il Sennin di Konoha quaggiù? » gli sussurrò con mano alla bocca.

    Non disse altro a Shiltar. Di quelli che poteva riconoscere vi erano solo tre persone. Sulla nave ne avevano ipotizzate ben altre. C'era lavoro per tutti...
    Quando il gruppo si unì a loro gli unici a presentarsi e a salutare furono Shinodari e poi Kaworu.

    Fujiko, Godsan, immancabilmente ebbe un grosso peso sullo stomaco nel vedere Shinodari. L'aveva lasciata senza più sue notizie dalla finta impiccagione. A ragione ovviamente, ma quella condizione non era certo la migliore. Si sforzò di abbandonare la persona che era per compiere appieno il suo lavoro. Il tempo, sperava, avrebbe spiegato e messo a posto le cose.

    Per quanto riguardava Kaworu fu sorpresa nel vederlo. L'aveva visto giusto una volta per poco tempo a Konoha il giorno stesso in cui Shiltar era tornato a prenderlo. Quindi, da un lato, lui sapeva com'erano andate veramente le cose. Non capiva la sua presenza e sperava vivamente non cedesse in fallo.

    « Signora? » rispose a Shinodari sorridendo quando le si avvicinò per presentarsi « Signorina grazie. » allungò la mano per stringere l'altra. Un saluto volutamente più formale. « Mi chiamo Fujiko »

    Shinodari aveva salutato il trio cordialmente senza lasciar trasparire qualche sorta di emotività. Fujiko era sicura sarebbe durato poco. Conosceva Shinodari e sapeva che era una ragazza molto sensibile. Ben presto sarebbe affiorata la verità.

    Kaworu da canto suo, salutato Shiltar con il quale sicuramente nutriva un certo tipo di rapporto, si avvicinò all'otese per parlarle.
    I due erano arrivati insieme ed erano d'accordo. Era facile per Fujiko intuirlo, anche dall'espressione di lui, molto pacata e controllata. Sembrava quasi non volesse farsi scappare qualche cosa d'importante.
    Non colse il dialogo ma di certo mise un nuovo tassello al mosaico. Oto e Konoha, o quanto meno i presenti, avevano qualcosa in comune.

    Fu poi Shiltar a spezzare gli indugi. E non di certo nel modo che Fujiko sperava. Non potevano aspettarsi di trovarsi tutti insieme in quel momento ma era quanto meno una zona neutrale dove difficilmente avrebbero parlato di politica o di villaggi. O almeno non direttamente correlati al vero motivo per cui si trovavano a Suna.

    L'osservazione di Shiltar era decisamente giusta. Pareva che Oto si preoccupasse di come potevano degenerare le cose con Kiri. Forse, i veri provocatori erano loro. Ma il modo di condurre quelle frasi diede a Fujiko modo di grattarsi la fronte. Doveva restare calma e non causare casini. Era lì solo per capire, non per intervenire o provocare, non in quel frangente.
    Shiltar era stato diretto. La sua era una palese provocazione. Doveva sfruttare questa cosa per studiare i presenti. Chi non conosceva Shiltar poteva essere sorpreso o indifferente. Chi avesse preso troppo sul serio quella frase, seppur reale, si sarebbe risentito provando un contrasto nei confronti del Mizukage.
    Infine, poteva accadere che ridessero a tale affermazione. In ogni caso, il contatto sarebbe stato stabilito nella sua prima parte. Le servivano altre informazioni sui presenti.
     
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    Il Mizukage rimase sorpreso, com'era prevedibile, della presenza del Sennin in quel luogo, perdipiù ad accompagnare l'amministratrice di Oto. Nel frattempo, Shinodari rispose a Kaworu circa l'annuncio o meno della sua presenza.
    CITAZIONE
    -Ovviamente no... Kaworu dono...-

    Il tono della ragazza, insieme alla sua espressione e al cambio di abbigliamento, generarono dentro Kaworu una strana sensazione...non era rabbia o eccitazione di tipo fisico, era un qualcosa di più profondo...incrociando il suo sguardo, si stava perdendo nei suoi occhi, ma fortunatamente dovette distoglierlo per prestare attenzione al Mizukage.

    Questi, con un artificio linguistico, fece intendere che tutti i ninja arrivati in gruppo in quel momento (tra i quali, stranamente, inserì anche uno dei due ninja di Kiri presenti insieme a lui) fossero lì per accompagnare, leggi sostenere militarmente, l'amministratrice di Oto. Non che Shiltar fosse poi lontano dalla verità, ma le sue erano solo supposizioni non supportate da prove, per il momento.

    Mentre la kunoichi di Kiri, che Kaworu capì si chiamasse Fujiko, si presentava a Shinodari, il Sennin si rivolse a Shiltar, con tono calmo.


    -Capisco che le apparenze possano trarre in inganno in questo caso, Mizukage-sama, ma posso assicurare che le cose sono ben differenti...-

    Fece una pausa per voltarsi completamente verso Shiltar.

    -In questo momento sono qui come Sennin, non come rappresentante ufficiale di Konoha, qui solo per assicurarmi che l'incontro tra le due, o per meglio dire, tre, amministrazioni dei villaggi non giungano a situazioni che potrebbero minare ulteriormente l'equilibrio dell'accademia. La situazione è particolare e dobbiamo raccogliere ed elaborare quanti più elementi possibili prima di giungere a...conclusioni affrettate.-

    Mise particolare enfasi nell'ultima espressione, forse riferendosi a qualche caso precedente. Continuò poi:

    -Il fatto di essere arrivati come un unico gruppo è stata solo questione di comodità, poichè sono stato avvisato dello svolgersi di questa riunione solo pochi giorni fa e ho pensato che viaggiare con uno dei gruppi coinvolti potesse far diminuire le possibilità di cadere in un'imboscata o chissà che altro. E poi, quello di Oto era l'unico gruppo del quale conoscevo la posizione in quel momento.-

    Non raccontò tutta la verità, com'era ovvio, e forse alterò qualche parte del racconto, ma uno dei motivi che lo portavano a trovarsi a Suna era proprio quello, impedire che ci fossero altre morti tra le amministrazioni dei villaggi.

    -Spero di non creare comunque altre tensioni oltre quelle già presenti...-

    Sostenne lo sguardo di Shiltar, contemporaneamente spostandosi in modo da poter osservare sia lui che Shinodari, pronto ad intervenire in caso uno dei due si fosse messo in testa di creare un incidente diplomatico ancora prima di entrare a Suna.

    Legenda
    -Parlato-
    §Pensato§
    Narrato.
    -Parlato Dr McNinja-
    -Parlato Megami-
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Prima che potesse accadere qualsiasi altra cosa avvertii alle spalle un rumore di passi rapidi in avvicinamento. Le figure si fecero sempre più vicine e un contingente abbastanza numeroso, fatto di ben sette persone, si avvicinarono. Riconobbi subito Shinodari e Febh, poi la figura pelata del giovane ninja affianco a Shinodari la ricollegai a Yari Yakushi (che non vedevo da tempo), poi due figure strane che seguivano Febh e altre due che seguivano niente di meno Kaworu Uchiha.

    Mentalmente iniziai a imprecare, chiedendomi che ci facesse lì l’unica persona che temessi in tutto il mondo, o che tutto il mondo temeva insomma. Potevo aver raggiunto persino il Mizukage, ma un Uchiha delle forza leggendaria che magari non era proprio felice del mio antico tradimento non era l’ideale. Tuttavia, mi sarebbe bastato non pronunciare il mio cognome e soprattutto, ero certo che il Sennin non avrebbe voluto causare altri incidenti diplomatici oltre la situazione disastrosa.

    « Shinodari, Febh, Yari… Kaworu-sama. »


    Chinai il capo in segno di rispettoso saluto e poi feci un passo indietro. Gli altri non li conoscevo e sinceramente, in questo momento, avevo altro a cui pensare che a fare conoscenza. Tuttavia non ero preoccupato perché, almeno dai presupposti, quella doveva essere una riunione pacifica.
     
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    CITAZIONE
    « Signora? »

    Le labbra della sconosciuta si schiusero in un sorriso.

    CITAZIONE
    « Signorina grazie. »

    Mi tese la mano in segno di saluto.

    CITAZIONE
    « Mi chiamo Fujiko »

    Gli strinsi la mano.

    Fujiko san aveva accompagnato Shiltar sama in veste di nuova amministratrice, come scoprii in seguito.


    Dopo quel primo scambio di convenevoli, il Mizukage si avvicinò a me e al sennin, non mancando di sottolineare con un mal celato tono ironico quello che sembrava un notevole disequilibrio di forze in campo tra la delegazione otese e quella kiriana.
    Mentre Kaworu prendeva la parola spiegando l'arcano circa la sua presenza alquanto inattesa, io restai in silenzio ad ascoltare la conversazione che si svolgeva tra i due.

    Il sennin era stato chiaro riguardo la sua presenza un quel contesto.
    Mantenere l'incontro su toni pacati, impedendo l'accendersi delle ostilità.

    Sospirai tra me.


    Per me andava bene, in fondo quello che desideravo era conoscere la verità, avere un chiarimento che non si riducesse ad una sterile lettera, ma il Mizukage sembrava pensarla diversamente visto come era partito con le sue frecciatine.
    Coda di paglia?
    Stava nascondendo qualcosa?
    Semplice paranoia?
    Che pensasse quello che voleva, tanto la realtà dei fatti era ben diversa.
    Ma per amor di giustizia decisi di non lasciarlo crogiolare in quelle false accuse.


    -Nobile Shiltar, comprendo che il nostro arrivo così numeroso vi abbia sorpreso, e devo ammettere che a suo tempo abbia stupito anche me.-

    mentre parlavo, sulle mie labbra affiorò l'ombra di un sorriso al ricordo del mio primo incontro con Keima e Pooh.

    -I miei accompagnatori sono solo gli shinobi Febh e Yari. I due ragazzi in più vi assicuro che non fanno parte di nessun piano per metterla in inferiorità numerica; non erano previsti, ma non potevano essere lasciati a casa. Se ne volete sapere di più, potete tranquillamente chiedere a Febh.-

    Il mio sguardo poi si diresse verso Itai.

    -Ora forse ho compreso male le vostre parole, ma da quel che sapevo Itai è un Kiriano, non vedo in lui nessun coprifronte di Oto. E per quanto riguarda il sennin credo che vi abbia spiegato il motivo della sua presenza tra noi.-

    conclusi, rivolgendo nuovamente la mia attenzione sul Mizukage.
     
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    Kaworu fu il primo a parlare, dicendo che era lì come Sennin accademico, più che come rappresentante di Konoha e facendo tutto un discorso sul voler salvare gli equilibri politici dei villaggi, peccato che dal punto di vista di Shiltar, lui era l'unico che non aveva mai agito per primo per rovinare l'equilibrio, ma solo quello che aveva avuto l'ultima parola, o l'ultima accusa nei casi di Yami e della falsa guerra con la Foglia.
    Un discorso pacato e cordiale che, però, lasciava un dubbio su come Kaworu avesse saputo dell'incontro, anche se lui stesso aveva mandato una missiva all'amministratore Nara per informarlo di quello e altre cose (fatto che comunque non avrebbe detto per primo, considerando che con Konoha erano in guerra...), specie considerando che il Sennin sembrava sottintendere che lui sapeva dove incontrare gli otesi per fare assieme il viaggio e "evitare imboscate".

    "No, non si preoccupi, non penso che sia possibile aumentare oltre la tensione che c'é con l'amministratrice Jaku.", disse cordialmente il Mizukage, "Però, per curiosità, Kaworu-sama, chi l'ha informata della riunione?", avrebbe aggiunto.

    Shinodari, poi, avrebbe detto le sue, spiegando che solo Febh e Yari (che era, verosimilmente, uno dei tre anonimi tizi residui otesi) avrebbero dovuto accompagnarla e gli altri, semplicemente, non potevano essere lasciati a casa... una frase dal significato un pò troppo vago forse.
    Il Kaguya comunque passò oltre su tutta la discussione, tranne che sul fattore Itai: "Bé, amministratrice Jaku, lui l'ha definita sua cugina, c'é una sorta di parentela con lei, per quanto Itai sia uno shinobi del mio villaggio, ma di certo fra i due si preoccuperebbe più per lei.", avrebbe sottolineato, usando spesso la parola "lei".
    E giusto per non sollevare nuove tensioni non avrebbe accennato al fatto che sembrava, dalle parole di Kaworu, che lui avesse saputo proprio dal gruppo di Oto della riunione e che, sulla carta, Kiri era in guerra con Konoha e portarsi il ninja più forte della Foglia dietro non era esattamente un gesto distensivo.
    Ma per amor di pace Shiltar non avrebbe detto tutto questo, attendendo intanto che qualcuno aprisse.
     
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    Riunione pacifica?
    Come sospettare anche della propria ombra porta solo guai.



    Maledetto Kaguya, non teneva mai a freno la lingua quando doveva. Certo che svelare il mio grado di parentela con Shinodari, ex-ninja di Konoha come me, davanti a Kaworu significava rivelargli che per il cinquanta per cento delle possibilità io ero di Konoha. Rimasi tutto sommato calmo, ma come tante altre cose, preferii dire la mia e finirla con una farsa che stava durando decisamente troppo.



    La tua fiducia nei miei confronti mi commuove, Mizukage. In qualsiasi caso, preferirei non doverla fare una scelta del genere, ma adesso non ce ne sarà bisogno.
    Non siamo qui per farci la guerra ed io vorrei tornare a casa e rimanerci dopo questa riunione.


    Dissi e socchiusi gli occhi, incrociando le braccia al petto. I guardiani dov’erano finiti o c’era davvero la necessità di qualche botto di capodanno per farsi riconoscere all’ingresso? Da quella breve visita a Suna dopo tanto tempo mi pareva di capire che le cose in quel villaggio erano quasi più disastrose che a Kiri.



     
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  10. Fujiko M.
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    Dunque, si poteva pensare, i presenti fossero giustificati della loro numerosa presenza.

    Kaworu si trovava, per spiegazioni, immischiato in una riunione dove non era stato invitato su accordo tra le parti. Ne era però stato informato. Da chi? Oto probabilmente. Sicuramente data la sua ammissione della posizione del gruppo otese. Non vi erano altri informatori tanto svelti e capaci tra Konoha ed Oto per capire che quello era il gruppo diretto a Suna con a capo l'amministratrice. O forse gli informatori di Kaworu erano molto ben informati. Dubitava di molte cose. L'informatore poteva essere la persona che le stava più vicino, in quel frangente, e con la quale aveva più confidenza, a vedere. Shinodari.
    Essendo una persona non invitata da Kiri, questo portava una carta favorevole per il gruppo nebbioso.

    Shinodari. Il suo tono pacato e quel lieve gesto incontrollato (?) tradivano per alcuni aspetti le sue stesse parole. Poteva essere stupita felicemente? E quindi non stupita negativamente? Era un mistero da svelare seppur di poco conto. Tutto quello che riguardava quell'episodio era passato e non era molto utile ai fini, non quelli che Fujiko riteneva importanti.

    Itai era il collegamento tra Oto e Kiri. Non ricordava di un legame tra il kiriano e la ragazza otese. Ma come Shiltar sapeva qualcosa pure Fujiko aveva visto bene. Era un'altra pedina da analizzare. Se ne stava in disparte se non chiamato in causa. Il suo modo di chiudersi agli altri, con le braccia incrociate a protezione, il suo distaccarsi dal gruppo erano chiari riferimenti a quanto l'amministratrice di Kiri pensava.
    A quella riunione erano almeno tre le persone da controllare.

    Shiltar da canto suo continuava a provocare i presenti. Fujiko non ricordava quando gliel'avesse chiesto.

    { Che ne dici di far ridere un po' i presenti, Shiltar? } si domandò.

    Fujiko guardò verso le mura sperando qualcuno venisse a interrompere quella situazione.

    « Oh, sembra che ci sia qualcuno là » disse ai presenti con voce canzonatoria senza sapere se effettivamente vi era davvero una guardia o altri nella zona delle mura.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Questi due non contano, sono troppo tonti... Commentò piatto lo Yakushi nel vedere come si stesse montando la faccenda del "mamma mamma, lui ha la scorta più numerosa della mia, uffa!" E anche su Yari ho qualche dubbio.. Aggiunse poi, insultando gratuitamente il cugino con un'aria fintamente pensierosa.

    Tanto per cambiare, Pooh si limitò a dire: Poooh? Con aria interrogativa, come se chiedesse chi fossero quelle persone. Keima invece la prese un pò più sul personale. Stupido? Come osi tu, schiavo di un'ambasciatrice di Obscuria! Perchè prendi la parola di fronte a questa palese assemblea di Dominatori, soprattutto? Dovresti solo tacere e goderti le radiazioni cosmiche che, pian piano, aprono la mente trasmettendo immagini di luoghi remoti e perfetti! Come quella donna, sicuramente proveniente da B-six nella nube di Oort...o il sublime acceleratore subspaziale che il nobile Ovosiano Indicava Shiltar porta con sè..per non parlare di...

    Keima venne interrotto bruscamente da un calcione cosmico che, sfruttando il massimo impasto di chakra possibile, lo scagliò all'altra estremità del canyon nella roccia. Torna quando ti sarai calmato!! Gli gridò Febh, prima di incappare nel verosimilmente accusatorio sguardo dell'amministratrice. Che c'è? Disse, col tono di un bambino colto sul fatto subito dopo aver rotto un vaso. Ha cominciato lui. E poi gli farà bene... Febh mise il broncio.

    Keima e Pooh. Li presentò. ignorateli. Ne andrà della vostra salute mentale. E annuendo con fervore, la rotonda kunoichi gli diede ragione Pooh! La sua faccia restava però sempre uguale.

    Febh comunque non salutò Shiltar, e si limitò a un cenno del capo in risposta a Itai. Sembrava avere tutta l'intenzione di ignorare l'ex sensei. Ed intanto cominciava a pensare che nel giro di qualche tempo, non appena i guardiani delle mura si fossero fatti vedere, i suoi problemi sarebbero solo aumentati.

    Dannate sette segrete... Sussurrò fra i denti, dopo essersi messo un pò in disparte, per andare a recuperare Keima.
     
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  12. Manu ©
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    Hamano, come tutte le guardie delle mura, stavano attendendo l'arrivo delle due delegazioni con trepidante attesa. Il primo perchè era il suo dovere come guardiano delle mura, oltre a dover eseguire un diretto ordine dell'amministratrice, i restanti perchè prima fossero arrivati gli ospiti del villaggio, prima sarebbero tornati a fare quello che volevano. Infatti il ragazzo, conoscendo lo stato delle mura, aveva ordinato a tutti gli uomini a sua disposizione di tirare a lucido tutto il gate, dando una passata di stucco nelle zone crepate, cancellando scritte oscene lasciate da piccoli vandali, ripulendo l'equipaggiamento dei guardiani.
    Quel gruppo di uomini non era certo abituato a tutto quel movimento dato che il villaggio non era certo famoso per essere un'ambita meta turistica, e molti di loro si erano anche rifiutati di compiere il proprio dovere, ma in quel caso conobbero il lato più violento di Hamano, che con le buone, ma soprattutto con le cattive, era riuscito a far si che tutti i suoi uomini si adoperassero al meglio in quella serie di compiti, in un clima di completa dittatura da parte dell'Iga.
    Il ragazzo non avrebbe mai permesso di far sfigurare il villaggio davanti ai rappresentanti di Oto e Kiri, e quindi costrinse anche sé stesso a lavorare come un mulo per far sì che le mura si presentassero come un baluardo della difesa del villaggio.
    Giunto il giorno dell'arrivo programmato delle due delegazioni il ragazzo fece disporre i suoi uomini in fila sulle mura, assicurandosi che tutti avessero un aspetto impeccabile e che tutto l'equipaggiamento fosse lindo e splendente come mai lo era stato.
    Soddisfatto del suo operato il ragazzo attese tutta la giornata, binocolo alla mano, ad osservare la distesa sabbiosa senza notare movimenti di nessun tipo che potessero far presagire l'arrivo di qualcuno.
    Si tolse l'oggetto dagli occhi per farli riposare, ma in quei minuti una delle guardie addette all'osservazione segnalò l'arrivo di qualcuno.


    Signor Iga, vedo un uomo col cappello da mizukage col suo seguito. Probabilmente la delegazione di Kiri.

    Rapidamente il ragazzo riprese a scrutare il deserto, osservando che effettivamente ciò che aveva detto la guardia corrispondeva al vero.
    Il mizukage sembrava a disagio nel deserto, ma nonostante tutto emanava una certa aura di potenza, avvertibile anche dalla grande arma che si portava dietro. Insieme a lui la sua scorta, composta da un biondino a cui forse il deserto gli stava molto sulle scatole ed una donna che al contrario degli altri due si era adattata più che bene al clima, cosa confermata anche dai vari commenti delle guardie sulle gambe della donna e su altre parti del corpo più volgari, ma bastò un'occhiata dell'Iga per metterli tutti a tacere e per farli riprendere il loro atteggiamento di serie guardie.


    Dobbiamo aprire il portone, signor Iga?

    Dopo le parole urlate dal biondino alcune guardie stavano cominciando le operazioni per l'apertura del portone, ma Hamano li fermò.


    No, non c'è nessuna fretta, aspettiamo pure un po'.

    Il ragazzo voleva osservare al meglio le persone che sarebbero dovute entrare nel villaggio, e poi farle cuocere un po' di tempo al sole del deserto le avrebbe rese più ragionevoli.
    I minuti trascorsero, e quando il ragazzo fu sul punto di ordinare di aprire il gate di nuovo lo raggiunse la voce della guardia.


    Signore, sta arrivando altra gente.

    Udite queste parole il ragazzo si armò velocemente del binocolo per vedere chi stesse sopraggiungendo, e dopo qualche secondo si stagliarono numerose figure. Troppe, per essere una riunione di due piccole delegazioni.
    Gli erano state fornite notizie sull'aspetto di chi doveva arrivare, e riconobbe senza problemi la figura dell'amministratrice di Oto, la signorina Kazekumo, dove insieme alla sua comparsa ricominciarono i commenti da scaricatori di porto delle guardie sulla nuova figura femminile, ma il regolamento prevedeva solo due accompagnatori per delegazione, mentre lui ne contava molti di più.
    La cosa non gli piaceva per niente.
    Mentre attendeva il momento giusto per aprire osservò come le due delegazioni interagirono tra di loro. C'era dell'astio abbastanza ovvio, ma sembrava che tutti fossero venuti con intenzioni pacifiche. Poté notare che erano presenti anche membri di Konoha, e quella cosa lo preoccupava maggiormente, ma a meno che la foglia non era intenzionata a scatenare una guerra, quei ninja non sembravano costituire una minaccia.
    Quando vide uno degli otesi, ovvero Febh, scagliare qualcuno lontano, capì che era ora di far entrare tutti per evitare che il caldo desse loro alla testa.


    Aprite il portone, e uno venga a sostituirmi qui a fare la vedetta, io vado incontro ai nostri ospiti.

    Le guardie obbedirono all'ordine, e rapidamente il ragazzo si trovò davanti al gate che si stava pian piano aprendo.
    Hamano, prima di farli entrare, aveva il bisogno di chiarire un paio di cose.
    Nel momenti in cui tutti si sarebbero avvicinati a lui avrebbe iniziato a parlare.


    Buongiorno a tutti voi, sono Hamano Iga, guardiano delle mura.

    Osservò che tutti lo stessero ascoltando.

    Per questa riunione erano previste le delegazioni di Kiri e Oto, composte da un rappresentante più due membri come scorta, e se noto che il villaggio della nebbia ha rispettato questa clausola lo stesso non posso dire di Oto, che ha portato con sé molti più membri del dovuto.
    Vorrei che mi fosse spiegata la situazione. Inoltre...


    E si voltò ad osservare i ninja della foglia, e più precisamente Kaworu. Se avesse saputo che si trattava di un sennin sarebbe stato sicuramente meno impudente di quello che era ora.

    Questo incontro è riservato esclusivamente ad Oto e Kiri, quindi cosa ci fanno membri della foglia in mezzo a questi gruppi? Non è assolutamente una minaccia, ma voglio che la cosa mi sia chiarita.

    Il ragazzo avrebbe atteso pazientemente tutte le spiegazioni per poi farsi da parte per fare entrare tutti.

    Benissimo. Coloro che devono presenziare alla riunione sono attesi in amministrazione dalla signorina Otori, tutti gli altri possono girare liberamente per il villaggio. Vi prego di non arrecarci inutili disturbi.

    Detto questo permise a tutti di entrare nel villaggio della sabbia.






     
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    Shiltar fu lesto a trovare l'anello debole delle spiegazioni di Kaworu, la fonte delle sue informazioni.

    CITAZIONE
    "No, non si preoccupi, non penso che sia possibile aumentare oltre la tensione che c'é con l'amministratrice Jaku."
    "Però, per curiosità, Kaworu-sama, chi l'ha informata della riunione?"

    Così, dopo che uno dei kiriani rivolse un rispettoso quanto apparentemente timido saluto al Sennin e dopo che Shinodari diede la sua parte di spiegazioni, venne nuovamente il turno di Kaworu.

    -Beh, non sarebbe un comportamento consono ad un ninja rivelare le proprie fonti. Inoltre..-

    Assunse un'aria più rilassata, quasi facendo spallucce.

    -Se mi informano su qualcosa che ben tre villaggi vogliono tenere più o meno segreta, sarebbe un peccato far saltare la loro segretezza. Poi...Se le mura di Suna vengono tirate a lucido, il Mizukage esce dal villaggio e l'amministrazione di Oto si prende una vacanza...so ancora fare due più due seppur la mia carriera ninja sarebbe già ampiamente da pensionamento...-

    Un mezzo sorriso, anche vagamente sarcastico, apparve sulle labbra del Sennin.

    Nella discussione, Kaworu potè anche sentire una parola che lo mise in allarme...il kiriano chiamato Itai era cugino di Shinodari. E questo per il Sennin poteva significare due cose: la prima, era che egli era un traditore di Konoha e come tale andava tenuto d'occhio...ovviamente, non come teneva d'occhio la cugina, sia chiaro. La seconda, e questo era forse anche peggio, era che Itai non fosse di Konoha, ma fosse un Kazekumo...e quando mesi prima Shinodari mostrò la propria abilità innata, data dalla discendenza Kazekumo, beh...era qualcosa di pericoloso, e molto. Scoccò un'occhiataccia ad Itai, mentre il gate di Suna, finalmente, si apriva...

    Il guardiano, tale Hamano Iga, un ragazzo intorno alla ventina, si presentò, anche con una certa autorevolezza, chiedendo però spiegazioni sia sulla presenza del gruppo di Konoha, che sull'eccessivo numero dei membri di quello di Oto.

    Avrebbe per cavalleria lasciato che fosse Shinodari per prima a parlare, per poi dire la sua.


    -Chiedo venia per l'improvviso arrivo di tre abitanti di Konoha non annunciati, tuttavia io e il mio gruppo siamo qui come arbitri, per così dire...sempre che vogliate condere ad un Sennin la possibilità di assistere ad un incontro tra villaggi.-

    Si era quasi inchinato alla guardia, come se stesse salutando un superiore, tuttavia la voce del Sennin tradiva una certa accondiscendenza, cosa rafforzata dallo sguardo, fisso ad incrociare quello di Hamano.

    -Se le cose vi creano in qualche modo problemi, allora permettemi di chiedere l'ingresso a Suna per me ed i miei compagni come semplici visitatori...Ovviamente, in entrambi i casi la nostra presenza non graverà sull'amministrazione di Suna, pagheremo da noi tutte le spese...-

    L'ultima frase fece apparire sul volto di McNinja (o meglio, sui suoi occhi, l'unica parte del volto visibile) un velo di sconcerto, mentre fissava la schiena di Kaworu...Megami si limitava a guardare i presenti, annoiata dall'intera faccenda.

    Quando fosse stato possibile quindi, i tre di Konoha sarebbero entrati dentro Suna, al seguito del resto di quel grosso gruppo di stranieri.



    Legenda
    -Parlato-
    §Pensato§
    Narrato.
    -Parlato Dr McNinja-
    -Parlato Megami-
     
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    Dopo che ebbe abbandonato il giovane Jotaro si diresse senza troppi indugi al più vicino chiosco di ramen, era da un po’ che non mangiava qualcosa di decente, e a ben pensarci tutte quelle inutili discussioni a notte fonda gli avevano messo una certa fame.

    Inutili e stupide discussioni con stupide persone.

    Si appoggiò sul bancone del piccolo chiosco facendo lamentare le assi di legno sotto il suo peso.
    Si sostenne la testa con le mani mentre aspettava che il vecchio signore gli si avvicinasse per prendere la sua ordinazione.

    Ufffff, mi chiedo perché gli imbecilli debbano capitare tutti a me.
    Gli dai quello che vogliono e si rifiutano perché quei due tristi neuroni che hanno non riescono a fare una sinapsi decente.


    Imprecò qualche altro secondo prima di venir distratto dal piccolo vecchino che gli domandava cosa desiderasse.

    Mmm fammi due ciotole del tuo ramen migliore, mettici dentro tutto il possibile.

    L’anziano ristoratore lo guardò qualche secondo con faccia dubbiosa.

    Beh, ragazzo, non mi sembri un tipo a cui due ciotole, per quanto piene e condite possano bastare.
    Non credo sarà troppo proficuo per i miei affari proporti la sfida della giornata, ma se riesci a mangiare 10 ciotole di ramen sono tutte gratis, quelle più tutto ciò che riesci a mangiare dopo.


    Raizen si raddrizzò sullo sgabello, interessato come un roditore che sente baccano fuori dalla sua tana.

    No, credo che oggi la tua generosità non ti porterà nulla di buono.

    Sorrise.

    Non in questa vita almeno.


    Si schioccò rumorosamente le dita non facendo caso ad uno dei suoi commensali che lo guardava in cagnesco per lo sgradevole suono.
    Prese a mangiare le prime ciotole con una voracità degna di un animale selvaggio a digiuno da più giorni. Le ultime ciotole invece vennero gustate con una lentezza e una calma quasi spirituale, non era la fame a farglielo dire, quel ramen era veramente buono, nulla da invidiare a quello più popolare di Ichiraku.
    Si alzò dal bancone appena giunse all’undicesima ciotola.

    Basta! Conservala per la prossima volta quella!
    Beh, non avrò avuto una madre, ma questo ramen era veramente buono, complimenti!


    Si alzò sazio e sorridente dopo aver lasciato affianco alle scodelle il denaro necessario a pagare due ciotole di ramen, non perché fosse grato al vecchino, semplicemente perché non era così povero da non potersele permettersele, però le altre beh, quelle erano un regalo, e i regali non si rifiutano mai.

    Quella schiappa di Ichiraku ha perso un cliente!

    Uscì dal villaggio e con passo sereno si incamminò verso Suna, lo aspettavano svariate ore di cammino, parte delle quali in mezzo ad uno schifosissimo e polveroso deserto, se non sarebbe partito subito probabilmente la poca voglia di avventurarsi in mezzo ad esso avrebbe preso il sopravvento.

    [...]

    Sabbia, sabbia ovunque, probabilmente sin dentro le mutande, quel deserto era dannatamente noioso, non sapeva come diavolo facessero ad averci costruito un villaggio in mezzo.

    Roba da matti, sti idioti!
    Ma si fossero trovati un posto più accogliente!
    Chissà che diavolo si mangiano!


    Giunse dinnanzi alle mura che il sole gli batteva senza la minima pietà sui capelli, la tuta se non fosse stata traspirante probabilmente l’avrebbe fatto schiattare a breve.

    Chi è il culo secco che sta di guardia a queste mura?

    Urlò senza il minimo contegno aspettando che qualcuno gli rispondesse mentre si avvicinava.
    Ottenuta la sua risposta avrebbe proseguito.

    Oh, scusa per il complimento, devo entrare nel tuo villaggio.

    Indicò il coprifronte.

    Sono un konohaniano, devo vedere un mio sensei, non dovrebbero esserci problemi, no?

    Aspettò la sua autorizzazione lievemente scocciato da tutto quel caldo.


    [Raizen giunge alle mura dopo il gruppo di kawo & co.]
     
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  15. Fujiko M.
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    E se Shinodari era stata più neutrale nelle risposte, lo stesso non si poteva dire di Kaworu che nell'ultima spiegazione era stato evasivo. Fujiko si avvicinò a Shiltar per parlargli sottovoce vicino all'orecchio.

    « Hai notato? Non ha risposto alla tua domanda dando tutt'altra risposta. E poi ha tirato in ballo eventi successivi alla saputa dell'incontro: le mura, la tua presenza...e poi ha avuto dei segni rivelatori. Sicuramente nasconde qualcosa. »

    Nel mentre che si consumava un siparietto assurdo e allo stesso tempo ironico all'interno del gruppo di Oto, le porte di Suna vennero aperte e un ragazzo, probabilmente una guardia, andò incontro loro.
    Si chiamava Hamano Iga; egli notò subito la sproporzione numerica dei presenti e non perse tempo a chiedere spiegazioni. Cosa che sicuramente voleva pure la delegazione kiriana.

    Se Suna avesse acconsentito a presenziare alla riunione al sennin allora Fujiko avrebbe preso la parola molto seccata.

    « Se a Suna non crea problemi, li crea a noi di Kiri. Pertanto, non intendo proseguire oltre finchè Konoha non verrà esclusa dalla riunione. »

    Il resto dei kiriani poteva opporsi liberamente, Fujiko non avrebbe partecipato. E se Shiltar aveva bisogno di lei/lui, doveva scendere a compromessi.

    Diversamente, non ci sarebbero stati problemi se Suna avesse rifiutato la presenza del Sennin o se ciò era un problema anche per Shiltar oltre che per Fujiko.
    Era una riunione, non un atto bellico; erano a Suna, non in un posto sperduto; erano in tre, non in otto. E dei presenti, forse, alla riunione avrebbero partecipato a malapena la metà.
     
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