[Accesso] L'entrata di Suna

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  1. Manu ©
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    Quel gran buontempone di Hoshi

    Per quanto in tutta Suna ci fosse una bella giornata di sole (d'altronde siamo nel deserto) all'interno dell'ufficio di Hamano veleggiava un'aria gelida e spettrale, almeno per i malcapitati presenti.
    Appena ritornati a Kiri l'Iga aveva scoperto con una leggerissima nota di disappunto che i suoi sottoposti ne avevano approfittato per poltrire e bere alcolici durante i turni.
    Dentro all'ufficio c'erano i quattro guardiani più anziani, quelli che avevano il compito di supervisionare gli altri e ovviamente sapevano che per Hamano un tale comportamento sul luogo di lavoro era passabile come pena capitale. Però sembrava che il ragazzo fosse tranquillo. Aveva un'espressione così calma. Ed era quello a terrorizzare i quattro uomini vissuti.
    Hamano li fissava tutti e quattro con il mento appoggiato sulle mani, comodamente seduto sulla sua poltrona, mentre i quattro stavano in piedi. Rimase così qualche secondo poi tirò su la testa e cominciò a parlare.

    Per caso vi diverte lavorare?

    Una domanda che in sé non aveva alcun senso e che lasciò spiazzati i suoi sottoposti. Nessuno azzardava una risposta ma non ce n'era bisogno perché Hamano continuò a parlare, sempre con quel suo rassicurante sorriso.

    Perché, sapete, da quel che ho avuto modo di sapere quando io non c'ero sembrava che venire al lavoro vi divertiva molto, tutti lì a ridere e scherzare mentre facevate il vostro dovere

    L'ultima parola era stata detta con un tono di voce decisamente più alto ed il suo sorriso, da rassicurante e pacifico, era diventato inquietante e perverso.
    Con una lentezza estenuante Hamano si alzò in piedi e afferrò il bordo del suo tavolo. Una piccola vena era apparsa sulla fronte del ragazzo. I quattro poveretti in quel mentre stavano recitando tutte le preghiere di loro conoscenza per poter tornare a casa tutti interi.

    Oh, aspettate un attimino.

    Il sorriso diventava sempre più un ghigno feroce la presa sul tavolo si faceva sempre più salda, la tempia più grossa.

    Voi... non... stavate... facendo... il vostro...

    Era arrivato al limite della sopportazione ed oramai non c'era più niente da fare. Solo sperare che non li ammazzasse tutti.

    DOVERE!!!!!!!!

    Il tavolo venne scaraventato in aria con talmente tanta foga che si andò a sfracellare sul soffitto dell'ufficio, e mentre fogli svolazzanti e schegge cadevano su di loro Hamano sfoderò la sua nodachi e la puntò contro i presenti con un volto che er la pura espressione di furia, una rabbia talmente genuina da far gara coi demoni stessi. Quando entrava di mezzo l'onore Hamano diventava qualcosa di mostruoso, alla pari della Deidara più furiosa di sempre.

    SAPPIATE CHE DA ORA IN POI SARETE COSTRETTI A TRIPLI TURN...

    Era nel pieno della sua sfuriata quando una voce giunse al suo udito. Si fermò di colpo mentre i suoi sottoposti, in preda al terrore più puro tremavano relegati nell'angolo più polveroso dell'ufficio come se potesse offrir loro un riparo dalla furia del chunin. Era parecchio incacchiato perciò alcuni frammenti del discorso non gli furono chiari ma gli bastarono poche parole per dimenticare improvvisamente la condotta dei suoi uomini.
    Villaggio... Attacco... Nukenin...
    Il chunin si indirizzò verso l'uscita ma davanti a sé si parò un altro dei suoi sottoposti, probabilmente allarmato anche lui dalle grida udite.

    Signor Hamano, una ragazza deve entrare nel villaggio.

    Il ragazzo non disse niente e scostò il guardiano precipitandosi all'esterno. Questa volta avrebbe fatto le cose come si deve.
    Hamano sarebbe sceso dalle mura con il chakra adesivo per raggiungere la malcapitata che doveva entrare.
    La ragazza si sarebbe vista arrivare addosso un ragazzo dalla chioma azzurra con un braccio metallico fermarsi davanti a lei distante pochi centimetri.

    Scusa, non c'è tempo per spiegarti.

    Utilizzò il suo braccio metallico per caricarsela sulla spalla facendo valere tutta la sua potenza superiore rispetto alla sfortunata viaggiatrice.
    Senza tante cerimonie l'avrebbe scarrozzata a tutta velocità nuovamente sulle mura per poi ripiombare dall'altra parte, all'interno del villaggio.
    Caso volle che lì si trovavano anche Deidara ed Hoshi.
    Ora una persona normale che conosceva il rosso avrebbe già fatto due più due e capire il malinteso che si era creato. Ma non Hamano. Lui era una persona genuinamente ingenua e credeva a praticamente tutto. Quindi per lui il villaggio era sotto attacco. Lasciò la ragazza che era in questo modo entrato nel villaggio nel modo più originale da dieci anni e questa parte e partì a razzo in mezzo ai suoi due compagni di squadra, afferrandoli entrambi per il colletto dei vestiti.

    Andiamo ragazzi, stanno attaccando il villaggio, è richiesto il nostro aiuto!

    E se nessuno lo avesse fermato se ne sarebbe andato per il villaggio trascinandosi dietro i due, lasciando da soli i studenti, facendo la figura del più grande idiota della storia.

     
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    i lombi di mia madre

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    Mhhh... EH?!



    Stava succedendo tutto troppo velocemente e nel modo più strano possibile, inoltre il mio cervello era in uno stato confusionale a causa di una strana voce che mi ronzava in testa.
    Ancora sporco di dentifricio ero arrivato alla porta di Suna e a quanto pareva, a causa di Hoshi, era scoppiato il panico tra la gente...
    "...Perchè mai dovrei leccargli l'occhio..." sussurai a bassa voce sperando che nessuno avesse sentito, quella voce continuava ad insidiare la mia mente.


    Nel frattempo la folla era in delirio ed un ragazzo dai capelli azzurri ed un braccio di ferro portava in spalla una ragazza dai capelli rossi... perchè... non ci capivo veramente nulla.
    Il ragazzo meccanico, dopo aver posato la rossa, prese Hoshi e Deidara per il colletto incitandoli a prendere parte alla presunta azione difensiva mentre io venivo sballottato a destra e a manca come una mosca in un barattolo nelle mani di un bambino dispettoso.


    "vi prego ditemi che non lo ha detto davvero... Hoshi ora dovrai dargli una spiegazione immagino... Hahahahaha."
    Mi accesi una sigaretta offrendone una ai presenti e mi pulii la faccia dal dentifricio.

     
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  3. Weasel
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    Continua da qui


    Svariati giorni dopo il passaggio di Hoshi e dei nuovi Sunesi alle mura.

    Notizie infauste ~ 2



    Ame arrivò alle mura con gli occhi rossi e gonfi per il pianto e la lettera dell'avvocato, che le comunicava la morte dello zio e l'obbligo quindi di presenziare alla lettura del testamento da li a tre giorni, stretta nella mano. Ame non aveva idea di come funzionassero gli spostamenti fuori dal villaggio non regolarizzati dalle missioni accademiche, ma in quel momento non le passò nemmeno per l'anticamera del cervello di preoccuparsene. La lettura delle ultime volontà dell'unica persona che le aveva voluto bene sarebbe stata da li a tre giorni, e per raggiungere la locanda (nonchè casa di suo zio Kazuo) in cui aveva passato tutti gli anni dell'adolescenza le sarebbero serviti esattamente... beh, tre giorni! O almeno così ricordava dal suo primo viaggio... quello che l'aveva portata a Suna.

    Se la ragazza si fosse fermata a pensarci, in un momento diverso, e con la mente meno sconvolta, avrebbe realizzato come il cerchio si stesse chiudendo perfettamente. Quando era arrivata a Suna la prima volta, partendo dalla locanda dello zio, aveva soccorso un uomo, lo stesso che stava per chiamare in quel momento, momento in cui stava per andare via, per la prima volta non per una missione, per tornare da dove era venuta. La casa di Kazuo.

    « Hamano! Hamano! Ho bisogno di te! Devo uscire... per una cosa. Puoi scendere? non voglio urlartelo da quaggiù... »


    Ame sperava che Hamano sarebbe sceso evitandole di dovergli leggere la lettera tramite grida da dove si trovava, se il samurai l'avesse raggiunta Ame gli avrebbe porto la lettera perchè la leggesse, aggiungendo « Era mio zio... è stato lui a crescermi e indirizzarmi qui per diventare una kunoichi. È stato un ninja di Suna finchè gli è stato possibile e ora ho tre giorni per raggiungere casa sua e per partecipare alla lettura del testamento e il tempo è poco per un viaggio così lungo. L'ultima cosa che voglio però è che quegli sciacalli dei miei parenti si spartiscano la sua roba senza nemmeno ricordarsi di chi fosse... Onorare la sua memoria è l'unica cosa che posso fare e gliela devo. Aiutami...»

    Se, come Ame sperava, Hamano avesse acconsentito a lasciarla andare, la ragazza, in uno slancio quasi impensabile, l'avrebbe abbracciato. « Grazie... » Poi, rimessa la lettera, ormai stropicciata, in una profonda tasca della casacca, sarebbe partita con lo sguardo fisso sul deserto.




    Continua qui

    Edited by Weasel - 17/4/2012, 00:00
     
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  4. Manu ©
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    Un altro ennesimo turno di guardia per Hamano che oramai viveva praticamente lì. Il dover trovare i soldi per il suo braccio lo stava costringendo ad una vita dedicata esclusivamente al lavoro ma non aveva nessunissima intenzione di portarsi avanti quel debito per molto tempo. Ovviamente il suo fisico ne risentiva e oramai da tempo aveva una costante espressione assonata, anche se cercava di nasconderlo attraverso sorrisoni e pacatezza.
    Nonostante tutto riusciva sempre ad incutere un certo timore nei suoi sottoposti senza bisogno di far nulla. Nelle loro menti era ancora ben impressa la sua furia di quando aveva scoperto che avevano bighellonato durante il suo periodo a Kiri, perciò per ora lavoravano di buona lena spontaneamente senza bisogno di stare troppo a controllarli. Una buona cosa dato che le energie del ragazzo in quel periodo erano davvero limitate.
    Passeggiava sulle mura osservando il deserto, con un passo lento e cadenzato, immerso nei suoi pensieri e nei suoi turbamenti economici, quando si sentì chiamare.
    La voce la riconosceva bene, in fondo aveva promesso a sé stesso che un giorno avrebbe ripagato il suo (altro) debito con lei, perciò in un nanosecondo Ame si sarebbe vista piombare Hamano davanti a lei in un turbine di polvere, l'espressione stanca completamente svanita dal volto.

    Dimmi pure... Devi uscire?

    In risposta si beccò una lettera dove c'era scritto che un parente di Ame era morto, come confermò la ragazza. Immediatamente Hamano fece un leggerissimo inchino con il volto addolorato per la perdita della ragazza.

    Condoglianze. Mi dispiace davvero tanto.

    La ragazza, presa dall'emoziono, lo investì di informazioni sul perché e su come doveva andare alla lettura del testamento fino a che Hamano le mise una mano aperta a pochi centimetri dal volto per farla smettere.

    Tranquilla, non dire nient'altro. Penserò io ai documenti per la tua uscita, tu vai pure, è il minimo che ti devo.

    Il ragazzo parlò nella sua solita espressione bonaria ma improvvisamente si ritrovò Ame abbracciata a lui e in quel momento il viso di Hamano era diventato di un rosso peperone, senza che il ragazzo sapesse bene dove mettere le mani. Per fortuna il contatto non durò molto e velocemente la ragazza si diresse verso il deserto verso i suoi affari.
    Ritornato di un colorito normale ma ancora scioccato per l'atteggiamento di Ame Hamano tornò al suo turno di guardia.
    Nessuno doveva venire a sapere della sua reazione all'abbraccio della ragazza. Nessuno.

     
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  5. Aki Chikuma
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    Covo di Pazzi
    Se il buongiorno si vede dal mattino...




    Ma dove diavolo sono capitata...
    Un pensiero alquanto coerente, quello, visto cosa successe non appena mi resi conto di non essere affatto sola.
    Dapprima un urlo squarciò quel silenzio tombale, l'annuncio di un attacco seguito da un qualcosa di decisamente troppo rapido affinché potessi accorgermene. La mia percezione del mondo cambiò decisamente e dal vedere la linea dell'orizzonte davanti a me i miei occhi finirono per osservare la sabbia del deserto. Un ragazzo, un ragazzo dai capelli blu (come se quella dai capelli rossi potesse lamentarsi) mi stava trascinando di forza nel villaggio e sopratutto rapidamente.
    LASCIAMI!!
    Gli urlai battendo (inutilmente) i miei deboli pugni contro la sua schiena, ritrovandomi a terra subito dopo, dentro il villaggio. C'erano altri ninja lì con me: un ragazzo dai miei stessi capelli rossi, un altro povero spettatore di quella scena e altri.


    iW2I

    COME TI SALTA IN MENTE QUALCOSA DEL GENERE!
    Ovviamente il mio urlo si perse nel vuoto. Quel tale che mi aveva trascinata lì dentro senza alcun ritegno per me e per la gonna che svolazzò per aria aveva la mente ad altre faccende. Trascinarmi nel villaggio evidentemente era stata la cosa più veloce.
    Non appena torna lo distruggo... lo distruggo... lo distruggo!
    Speravo solo che almeno avesse evitato di sventolarmi con le gambe rivolte verso il villaggio. Non avevo la benché minima intenzione di dare spettacolo a tutti quanti. E per questo, rossa di imbarazzo (il che fece un tutt'uno alquanto singolare con i miei capelli) non osai alzare lo sguardo verso gli altri, temendo ciò che avrebbero potuto vedere per colpa del guardiano troppo rapido nel suo lavoro.
    Guardiano che ben presto avrebbe perso un altro braccio se le cose erano andate male.




    Mi permetto di inserire qualche elemento comico!
    Diciamo che Aki non ha capito se per colpa di Hamano gli ehm... avventori hanno goduto di spettacoli imprevisti ù///ù. Lascio decidere a voi, sappiate che da questo dipende l'altro braccio del guardiano ù///ù.
     
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  6. Manifest
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    Caos alle mura !



    In men che non si dica ci ritrovammo alle mura. Stare dietro ad Hoshi era molto complicato, parlava, si agitava, gridava e si agitava di nuovo. Un vero e proprio tornado. Deidara invece era una ragazza alquanto interessante, peccato per il vizio di volerci vedere morti o quantomeno in lotta gli uni contro gli altri. Celia invece mi metteva i brividi. Sbuffai. Dovevamo scroccare la colazione a qualcuno, non so chi. Hoshi si avvicinò alla postazione, e con la noncuranza di chi lo fa d’abitudine ordinò la colazione ad un vecchio ambulante. Ed eccolo che, senza fermarsi un secondo, cominciò a gridare, cercando un certo Hamano. Hamano, Hamano... dove avevo già sentito questo nome? Stavo rimestando i miei pensieri quando all’improvviso il rosso cominciò a gridare come un ossesso.

    -AIUTOOOOOO!!!! IL VILLAGGIO E’ SOTTO ATTACCO!!!.. DEI NUKENIN CI STANNO ATTACCANDO!!!.. MORIREMO TUTTIIIII!!!!..-

    Hoshi. Ma come gli era venuto in mente di sparare una panzana così grossa. La gente cominciò a correre a destra e a manca senza una meta precisa, farcendo la già terrificante calca con urla, sentenze e bestemmie. Maledetto rosso.

    « MA COME DIAVOLO TI E’ VENUTO IN MENTE DI GRIDARE UNA COSA DEL GENERE ?!? »

    Dissi cercando di colpirlo con un coppino a mano aperta. Aveva esagerato, non si scherza con gli abitanti di Suna. Nel complesso però la scena risultava tragicomica. La fiumana di disperati cominciò a defluire verso il centro del villaggio, probabilmente per correre a casa o per rintanarsi da qualche parte e degli individui apparentemente calmi rimanevano impassibili sfidando la folla stessa. Se non fossi stata adirata col rosso di sicuro avrei sorriso. Ma non ero l’unica ad essere così adirata. Una ragazza stava urlando dietro un individuo alquanto originale il quale poteva sfregiarsi di un braccio meccanico. L’individuo, dopo aver posato a terra la ragazza partì a razzo in direzione di Deidara e Hoshi, convinto della calamità abbattutasi su Suna. Hamano con un braccio meccanico. Ma dove cavolo l'avevo sentita questa? Di solito i maschi non mi facevano una buona prima impressione. E nemmeno una seconda. Per intenderci Hoshi era l’esempio calzante di quanto mi stessero simpatici. Ma quel ragazzo mi fece davvero un’impressione positiva. Forse per l’aria buffa da eroe impacciato che con una ragazza in spalla penetra nel villaggio pronto a difenderlo non sapendo che non vi è nessun attacco. Solo un ragazzino insolente.

    « HOSHIIIIII! »

     
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  7. Weasel
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    Link di riferimento da leggere prima di questo post: I, II, III

    Morta e sepolta?



    Erano passati circa due mesi da quando Ame aveva lasciato il villaggio della Sabbia, uscendo dalle mura, con tanto di benedizione di Hamano, per dare un ultimo saluto al suo zio ormai defunto e... non era più tornata. Nessuno nel villaggio l'aveva più vista o ne aveva avuto notizia. Il suo avvocato, un omino piccolo e con una grande barba che si occupava di esercitare la sua professione fuori Suna, in uno dei piccolissimi villaggi del paese del vento, ricevette come Ame gli aveva promesso, una lettera da inoltrare all'Amministrazione di Suna circa due mesi dopo il loro ultimo incontro. L'uomo la lesse velocemente per poi spostarne il contenuto in una nuova busta e risigillarla, così che sembrasse originale. Quella ragazza, gli era chiaro, non voleva lasciare tracce dietro di se, questa era l'impressione che ne aveva avuto l'ultima volta che l'aveva vista e quella lettera lo confermava, per cui affidò il documento ad uno dei suoi corrieri e gli ordinò di recapitarla ancora così com'era, sigillata e intatta, all'amministrazione di Suna.

    Il giovane corriere arrivò alle Mura di Suna due giorni dopo l'arrivo della lettera presso il suo principale, tutto sudato e di fretta. A metà del percorso un'altro corriere l'aveva raggiunto per avvisarlo che a sua moglie erano iniziate le doglie. Arrivato quindi alle mura intendeva mollare la lettera al primo dei ninja che gli fosse passato sotto gli occhi per tornare di corsa a casa dalla sua famiglia.

    « Hei!! Del villaggio! Ho una lettera da recapitare all'Amministrazione! Mi manda Huemura, l'avvocato! Mi ha detto di farvela avere ma non so cosa sia, quindi a chi posso affidarla perchè la consegni? Io devo partire subito! Mia moglie ha iniziato ieri a partorire!! »



    Il giovane Hen, così si chiamava il corriere, era davvero di fretta e preoccupato. Non intendeva mancare alla nascita del suo primo figlio e sperava moltissimo di riuscire a liberarsi di quella lettera per tornare a casa il prima possibile. Se qualcuna delle guardie della mura avesse accettato di prendere la lettera in carico per lasciarlo partire se ne sarebbe andato subito, ben di corsa, con lo zaino in spalla.

    Se chi avesse ricevuto la lettera invece che consegnarla subito in Amministrazione avesse deciso di leggerla avrebbe trovato al suo interno un foglio di carta non in ottime condizioni e un coprifronte di Suna, rovinato e strappato. Sul foglio avrebbe trovato le seguenti parole:

    CITAZIONE
    All'attenzione dell'amministrazione di Suna.

    Stamani, 27 Marzo le nostre guardie, durante una ricognizione delle piste commerciali hanno trovato il corpo di una ragazza in avanzato stato di decomposizione semisommerso dalla sabbia. La causa di morte che abbiamo ipotizzato è stato un dardo di balestra che le ha perforato un polmone e che abbiamo rinvenuto ancora infisso nel corpo. Portava un coprifronte di Suna in una delle tasche. Alta circa un metro e sessantasette cm, capelli corti scuri, magra. Era equipaggiata con pochi armamenti: sette kunai e due pugnali. Tra i suoi effetti personali, trovati nella sacca legata alla cintura abbiamo trovato alcuni documenti e tre lettere private. Dalle lettere e dai documenti la ragazza risulta essere Ame Warashi. Le lettere sono risultate tutte di tipo legale e firmate da Demyo Huemura, che è risultato essere l'avvocato della ragazza, che abbiamo contattato e tramite il quale vi facciamo pervenire questa lettera.

    Abbiamo cremato i resti dopo averli trovati per evitare che fossero ulteriormente divorati dagli animali del deserto.

    Vi porgiamo le nostre condoglianze per quella che probabilmente era una ninja al vostro servizio.


    Takeo Monotori,
    Rappresentante della Fratellanza dei Mercanti del Vento

    La lettera era un falso, ovviamente, scritta da Ame stessa e inoltrata al suo avvocato come d'accordo. Ma come avrebbe potuto scoprirlo l'Amministrazione di Suna? L'avvocato avrebbe confermato tutta la storia, e la fratellanza dei Mercanti del Vento esisteva davvero nel territorio di Suna. Cosa sarebbe successo? Ame sarebbe riuscita finalmente ad essere libera?

     
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  8. Manu ©
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    Fulmine a ciel sereno

    Quella giornata raggiungeva un livello di noiosità di venti Iga, una nuova unità di misura creata da Hamano stesso e che solo lui conosceva. In sostanza non sapeva cosa fare e si era inventato la sua personale grandezza. Non che i giorni precedenti fossero stati migliori (si aggiravano sui diciotto-diciannove Iga) però quella giornata Hamano la sentiva terribilmente lunga.
    Come sempre stava facendo un turno di guardia extra per raccattare qualche soldino in più ma oramai il suo fisico stava per abbandonarlo dopo mesi e mesi di strenua resistenza.
    Nonostante tutto però Hamano continuava a marciare e a marciare sotto il sole lungo le mura dando di tanto in tanto una lunga occhiata al sempre solito deserto. Diciamo anche ventuno Iga.
    La mortale monotonia del ragazzo venne però interrotta quando in lontananza vide una figura avvicinarsi al villaggio anche con una certa lena.
    Immediatamente si portò sul bordo delle mura in attesa, felice che qualcuno fosse giunto pronto a liberarlo dalla solita noiosa giornata di guardia extra per il villaggio.

    Lo straniero si rivelò essere una specie di postino che aveva da consegnare una lettera all'amministrazione, solo che aveva un impellente bisogno di tornare indietro dato che stava per diventare padre. Non ci volle molto che Hamano scese dalle mura per atterrare davanti al corriere con un grande sorriso stampato in faccia.
    Afferrò la lettera, se la rigirò un attimo tra le mani e poi afferrò saldamente la mano del postino.

    Non si preoccupi, ci penso io, torni pure da sua moglie, e congratulazioni.

    Di certo Hamano non aveva nessuna voglia di far ritardare il neo-papà perciò si assunse l'incarico della missiva.
    Dopo essersi di nuovo congratulato con l'uomo Hamano tornò sulle mura ed aprì la busta.
    Non aveva nessuna voglia di andare in amministrazione perciò decise che se era qualcosa che poteva attendere l'avrebbe portata alla fine del turno di guardia. Lui voleva solo che quella giornata di lavoro giungesse al termine e non aveva nessuna voglia di andare a finire in mezzo a qualche roba burocratica noiosa.

    Lesse la lettera. Un'altra volta. Una terza ancora. Improvvisamente si sentì gelare. Ame era morta trovata in un qualche vicolo. Gli sembrava ieri quando la ragazza gli chiese di uscire velocemente per andare alla lettura del testamento di suo zio. Non poteva crederci.
    Non poteva essere vero.
    Forse non era la più potente kunoichi del mondo ma era comunque una genin del villaggio di Suna, di certo non poteva essere fatta fuori facilmente.
    Un nukenin? Un traditore in cerca di vendetta? Una banda di mercenari? Chi poteva essersi macchiato dell'omicidio della ragazza?
    Doveva agire subito, doveva partire immediatamente alla ricerca di risposte e nell'eventualità trovare, catturare e costringere il colpevole a parlare.
    Doveva assolutamente andare alla Fratellanza dei Mercanti del Vento per avere i dettagli di tutto, ma doveva anche trovare l'avvocato e parlare con lui.
    Solo che non c'era scritto l'indirizzo dell'avvocato sulla lettera, nemmeno un indirizzo o un modo per contattarlo.
    Velocemente Hamano osservò l'orizzonte e vide la figura del postino che si stava allontanando dal villaggio. Prese la sua decisione.

    Probabilmente il corriere stava andando veloce pur di assistere alla nascita di suo figlio ma Hamano non era intenzionato a lasciarselo scappare. Nella lettera c'era scritto che il mittente era l'avvocato di Ame, quindi il postino poteva essere stato contattato da qualche collega dell'uomo, oppure nel caso più fortunato era stato lui a dare la lettera al postino.
    Con tutta probabilità questo era uno dei momenti in cui la stupida ingenuità di Hamano raggiungeva i suoi apici. Il mittente con tutta probabilità era sulla busta della lettera che Hamano aveva ignorato, in caso contrario poteva cercare l'indirizzo dell'uomo ricercando nell'albo degli avvocati del paese del Vento, oppure poteva contattare la Fratellanza dei Mercanti per sapere a chi avevano inoltrato la lettera.
    Poteva farlo ma l'Iga in quel momento aveva ben altro per la testa e quella gli era sembrata l'idea più facilmente attuabile: inseguire il corriere a farsi dire chi lo aveva mandato.
    Di certo il chunin non aveva nessuna intenzione di farsi battere in velocità da un postino, però optò all'inizio per le maniera buone per fermare l'uomo.
    Appena si fosse avvicinato abbastanza da essere udito Hamano avrebbe dato fiato ai polmoni.

    LA PREGO, SI FERMI, E' TERRIBILMENTE URGENTE!

    Sperava solo che l'uomo non fosse troppo preso dall'idea di diventare papà da non sentirlo perché altrimenti ad Hamano non sarebbero rimaste molte soluzioni.
    Se l'uomo non si fosse fermato alle sue richieste Hamano avrebbe semplicemente accelerato fino ad arrivare a distanza di braccio, o meglio, a distanza di braccio meccanico con rampino incorporato.
    Ad una distanza di dieci metri quindi Hamano, puntandolo alle gambe dell'uomo avrebbe sparato la sua mano per afferrarlo sulla caviglia sinistra e fermarlo.
    Se si fosse fermato in quel modo Hamano non avrebbe atteso certo che si rialzasse e si sarebbe portato sopra il postino caduto con un volto che era il completo opposto di quando gli aveva fatto le congratulazioni.

    Ora mi dici l'indirizzo dell'avvocato che ti ha mandato qui. Se non lo sai dimmi il nome della città o paese da cui sei partito. Subito.

    Hamano avrebbe atteso a braccia conserte in attesa di una risposta. Dopo averla avuto avrebbe bofonchiato un grazie per poi tornare alle mura, e più precisamente in amministrazione per ottenere un permesso per fare luce sulla morte di Ame.

     
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    No... non era successo veramente. Il Rosso non si era messo davvero a strepitare di un fantasioso attacco al villaggio, scatenando il panico nei guardiani e l'intervento dell'unico essere al mondo deficiente quanto il Chikuma stesso: Hamano Iga, sfortunatamente un sand scorpions e aspirante boy scout. Fra quest'ultimo e Deidara non scorreva esattamente un rapporto di reciproco odio, però i loro caratteri erano del tutto incompatibili e peggio ancora Deidara lo considerava adatto al massimo a recuperare gatti sugli alberi ed aiutare le vecchiette ad attraversare la strada, mentre l'inflessibile Iga aveva delle difficoltà ad accettare "l'estro" della bionda compagna. Mettici anche un Hoshizuku di passaggio e la miscela era dinamite pura, in cui uno era la fiamma e l'altra il materiale esplosivo.
    Problema numero due: Hamano non aveva mai visto Celia. Bella forza: quel giorno doveva essere un po' il debutto dell'averla nella vita mondana di Suna, fino a quel momento erano in tre a conoscere la sua esistenza: Shay di Konoha, Shaina e Deidara stessa! Il risultato fu che Hamano, nella fretta, complice la statura ridotta della diretta interessata non vide la compagna -che era rimasta più indietro fra gli studenti impegnatissima a spalmarsi una mano aperta sulla faccia come conseguenza dell'infelice uscita di Hoshi- e ghermì la gemella della biondina in luogo di Deidara stessa.

    Cattura-88

    « Prima o poi li ammazzerò entrambi, quei due...»
    Si lamentò la neo-diciottenne Deidara Yagi, rimasta nel gruppo di studenti mentre Hamano portava via Hoshi e Celia.
    « ... ma temo che di questo passo ci penserà quella là.»

     
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    Suna
    ..Schersetto!..
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    Lo scherzetto di Hoshi aveva gettato il gate di Suna nel panico più totale, il rosso se la stava ridendo di gusto mentre osservava le guardie e Hamano correre come dei folli, sembrava che anche il vecchietto della bancarella avesse apprezzato la cosa dato che stava a guardare ridendo come un pazzo e con le lacrime agli occhi. Anche le nuove reclute sembravano aver apprezzato a modo loro lo scherzetto di Hoshi, Geki sembrava divertito della cosa tanto che si era messo a ridere di gusto, un po’ meno contenta sembrava suzue che sganciò un coppino al rosso che per poco non lo scaraventò a terra mentre continuava a ridere. Certo il rosso non poteva immaginare che le sue azioni avrebbero dato vita ad uno dei più meravigliosi spettacoli della sua vita.


    Dall’alto del gate di Suna un incredibile Hamano Iga stava piombando verso il basso oscurando la luce del sole, sembrava quasi un gigante in procinto di schiantarsi a terra come una meteora, ma non era lui ad aver colto l’attenzione del rosso. No erano loro, le mutandine di quella ragazza che il potente ninja stava portando sulle sue spalle. Ora, Hoshi conosceva la maggior parte delle mutandine indossate dalle ragazze più carine di Suna, ma quelle proprio non le riconosceva, dovevano per forza essere di una nuova del villaggio o di un’esterna.

    -Wooooow.. meravigliose!..-


    Quando poi l’Iga gli si fiondò addosso il rosso non reagì nemmeno lasciandosi trascinare via dall’impeto dell’uomo della verità, non riusciva a smettere di ridere. Il rosso lo avrebbe lasciato correre per un po’ prima di abbozzare una scusa ancora sconnessa dalle risate.

    -Wahahahah!!!.. Hei Hamano fermati!!! WAHAHAHAH!!!.. E’ UNO SCHERZO!!!.. NON C’E’ NESSUN ATTACCO!!!.. WAHAHAHAHA!!!..-


    Il rosso si era messo a ridere come un pazzo, come poteva ridere dopo aver causato tutto quel caos, robe da matti. E non era finita li, Hamano infatti aveva rapito anche Deidi durante la sua corsa eroica per salvare il mondo, o meglio aveva rapito Celia la strana gemella della bionda, non ne aveva azzeccata una quella mattina e la cosa non faceva altro che alimentare la risata del rosso ormai in preda ad un pianto spietato.

    -WAHAHAHAH!!! FERMATI HAMANO!!!.. WAHAHAHAH!!!.. ehi guarda che quella non è Deidi.. è una sua amica praticamente identica.. o quasi!!!..-


    Se l’Iga si fosse fermato, avrebbe notato quasi subito che quella che tratteneva non era Deidi, niente sguardo assassino, niente scarpette volanti, niente lame affilate volanti. No non era lei. Prima che potesse succedere l’irreparabile il rosso avrebbe preso il collo dell’Iga sotto braccio mimando una mossa di sottomissione cominciando a ridere come uno scemo.

    -Scherzetto!!!.. WAHHAHAHAHA!!!..-


    Cavolo il Chikuma non aveva proprio quello che si poteva chiamare buon senso. La folla impaurita si era calmata e i pochi rimasti avevano ormai capito che si trattava solo di uno scherzo, in fin dei conti a lanciare l’allarme era stato il Chikuma e tutti ormai a Suna erano abituati ai suoi scherzetti, a parte Hamano ovviamente. Prima che l’amico potesse esplodere in qualche scenata furiosa il rosso lo avrebbe interrotto sovrastandolo nel parlato, cosa che gli riusciva bene.

    -AH ASPETTA!!!.. prima di arrabbiarti.. sono venuto qui per presentarti delle nuove reclute che vogliono diventare dei potenti shinobi!..-


    Il rosso si sarebbe quindi avvicinato all’orecchio del nerboruto Iga per sussurrargli qualcosa, che comunque avrebbero sentito tutti.

    -Ho detto loro che avresti offerto la colazione!!!..-


    Il rosso quindi avrebbe indicato la bancarella del vecchietto che intanto aveva preparato roba da mangiare per un esercito, tutta roba buona e di ottima qualità che di certo non avrebbe lasciato indifferenti. Quello era uno dei posti preferito dal rosso e lui se ne intendeva di roba da mangiare. Il rosso quindi senza tanti complimenti avrebbe invitato tutti a servirsi compresa la ragazza che l’Iga aveva tanto gentilmente portato giù dal gate. Alzando le mani al cielo per cogliere la sua attenzione il rosso avrebbe rivolto un grido alla rossa dalla mutanda sconosciuta per invitarla ad unirsi al bizzarro gruppo.

    -EHI TU!!!.. SE VUOI ABBIAMO PRESO LA COLAZIONE ANCHE PER TE!!!-


    Un ottimo modo per fare amicizia e fare nuove conoscenze.



     
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  11. Rinnen Raikawa
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    [ Temporalmente Dopo gli Eventi Delle giocate Precedenti ]

    La Grande Sabbia.
    Suna.


    Tenendo Kopi sulle spalle, come si fa con i bambini piccoli, ero arrivata quasi in vista del Villaggio della Sabbia. Quello era uno spettacolo che pochi potevano comprendere, il desiderio di libertà che offrivano le vaste distese desertiche era qualcosa di introvabile in altri luoghi, persino nel boschetto dei Sussurri non c'era tanta pace come in quel nulla assoluto e sereno che circondava la fiorente Suna. Il Viaggio era stato abbastanza tranquillo, non avevo avuto alcun problema di sorta, anche perché stavo viaggiando comodamente seduta sul tetto di una carovana, osservando il paesaggio e discutendo con Kopi di ciò che vedevamo e ciò che ci interessava fare una volta giunti a destinazione.

    - Hey, bastarda, non puoi sudare di meno? Stare qua non è bello se ti suda la testa.. - Gli Pizzicai una zampa di pezza, tirandolo leggermente verso il basso. - Se tu non fossi fatto di Poliestere, magari, potrei traspirare e riuscire a non sudare come una iena impazzita. - Sospirai. - Guarda, siamo quasi arrivati, fai il signorino e non disturbarmi quando parlo con gli altri, sai che la gente si prende a male a vedere un pupazzo di pezza che agisce in modo indipendente cercando il propio posto nel Mondo.. - Kopì non pareva felice di quella cosa, anzi, s'appoggiò completamente sulla mia testa mettendosi a riposare e osservando il paesaggio tutto attorno. La mia cute era in fiamme vista la calura, ma nonostante tutto non volevo starmene all'ombra, mi volevo godere ogni istante di quella meravigliosa libertà.

    Nei pressi del villaggio la carovana su cui viaggiavamo cambiò direzione, dirigendosi verso una stazione secondaria e lasciandomi proprio davanti alle porte della Sabbia. Mi ero vestita il meno possibile, ma soffrivo comunque molto la calura ed il solleone che si stava sfracellando sulla mia carnagione pallida. Arrivata abbastanza vicino da essere notata attesi che qualcuno venisse ad accogliermi o si interessasse a me, in modo tale da poter esporre in modo chiaro quali erano le mie intenzioni: Non volevo creare problemi, specie con la pessima nomea che aveva Oto in giro per il Mondo. - Salve.. io Sono Rinnen Yotsuki di Oto e questo è Kopì, il mio orso di Pezza. - Mi sarei presentata al guardiano di turno, mentre Kopi avrebbe salutato alzando una zampa di pezza e agitandola in modo compulsivo. - Vorrei chiedere alcune cose prima di entrare, se possibile.. -

     
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  12. Mio Akiyama
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    Utilizzo questo account in modo da poter rispondere a Shay e non fare confusione con la giocata con Hoshi e gli altri ^^

    Niente di nuovo al fronte sunese. Caldo asfissiante, ben poco da fare, nessuna novità e nessun problema di sorta, anche perché non erano previste carovane dal deserto se non nei giorni successivi. E non era un caso che quel turno relativamente tranquillo fosse toccato a Deidara Yagi, concedendo riposo al povero Hamano Iga che -com'è ben noto- è costretto a lavorare a tappe forzate con straordinari di sedici ore allo scopo di ripagare l'Amministrazione di Sunagakure del suo costosissimo braccio bionico di fabbricazione Otese. A dire il vero quasi tutte le vacanze frutto del duro lavoro dell'Iga se le prendeva Deidara, che di fatto lavorava un giorno si e dieci no limitandosi a parassitare casa di Shaina Otori dando nuove ed entusiasmanti definizioni alla parola stessa "apatia". Ed il fatto che fossero dei normali inservienti, e non Deidara stessa, a rispondere in un primo momento alla nuova giunta sottolineava quanto la biondina fosse ligia al suo dovere, motivo per cui non a caso Shaina preferiva affidare la guardia sulle mura al ben più ligio al dovere Hamano Iga.

    « Ehm... »
    Un terzetto di guardiani, sottoposti dei Sand Scorpions, si guardarono l'un l'altro preoccupati dalla richiesta della straniera. Già il solo fatto che si fosse presentata era un problema. Dovevano mandare a chiamare il guardiano di turno per permetterle l'ingresso, e nessuno voleva avere a che fare con la Yagi. Sbalzi di umore erano assai frequenti, nella biondina.
    « Ma è proprio... sicura di voler chiedere alcune cose? »
    Disse uno di loro, titubante.
    « Nel senso... » -riprese un secondo- « Può dirlo a noi, no?? »
    Infine l'ultimo dei tre centrò il punto:
    « Cioè, dobbiamo mandare a chiamare il Guardiano?? No, perché... »
    Dovevano farlo eccome. Ahimé, la prassi imponeva che serviva il permesso del Guardiano per permettere l'accesso oltre il gate, quindi dopo un po' di titubanza e quel timido tentativo di dissuadere Rinnen dai suoi intenti, finalmente si giocarono alla morra cinese l'onere ed il dubbio onore di fare da parafulmine alle ire della Yagi, mandandola a chiamare.

    Furono fortunati, in un certo senso. Deidara stava beatamente dormendo su di una sedia della guardiola, ma il caldo le impediva di prendere sonno e comunque dover dormire su di una sedia era terribilmente scomodo. Dopo un iniziare "chissenefrega se qualcuno stressa per entrare, fatela passare", l'esitante insistenza della guardia ed un mezzo timore alquanto infondato di una qualche rappresaglia futura per la sua inadempienza sul lavoro la convinsero a muovere le proprie apatiche membra in direzione dei cancelli, ed ordinare alle guardie di aprire con uno sbadiglio piuttosto plateale accompagnato da un altrettanto plateale manina davanti alla bocca spalancata.

    « Senti... »
    Era assonnata, e disgraziatamente non faceva niente per dissimularlo.
    « Diciamo che sintetizzi quello che hai da dire, okkey?? Cos'è che sei, una recluta? »
    Guardò meglio, notando il peluche che la ragazza si portava dietro.
    « ... E quello cos'è, un pupazzo...? »

     
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  13. Rinnen Raikawa
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    La Grande Sabbia.
    Suna.


    Chissà perchè opporre tanta reticenza per uan semplice domanda.. non avrei certamente fatto del male a nessuno chiedendo un paio di cose prima di buttarmi a cavolo dentro la città cercando qualcosa di concreto per realizzare i miei scopi. - Si ho bisogno di parlare con il guardiano.. mi servono un paio di informazioni, non posso farne a meno.. - Aggiunsi per evitare che mi facessero passare senza spiegarmi per bene cosa e dove sarei potuta andare per sistemare al meglio il mio viaggio. Quella che arrivò al Gate, tuttavia, non aveva propriamente l'aspetto di una guardiana di Suna, pareva più una danzatrice di Nightclub Otesi o qualcosa del genere, parlando in modo schietto sembrava relativamente infantile per il ruolo che ricopriva, anche se a giudicare dalla barbarie della sua risposta era peggio di un carovaniere ubriaco.

    - Ehm.. Si.. Io vengo da Oto e sono interessata ad apprendere i rudimenti della meccanica perchè mi piacerebbe esprimere il mio potenziale con qualche creazione fantasiosa.. all'Accademia han parlato bene dei meccanici di questa regione, e mi chiedevo a chi potevo chiedere per ricevere qualche informazione aggiuntiva.. e se ci sono permessi o menate varie da sbrigare. - Kopì nel suo essere pacato e tranquillo, si agitava come un diavolo in cerca dei dannati, sbracciandosi verso la Guardiana per attirare la sua attenzione. - Si Lui è il mio Orsetto di Pezza, non è propriamente un pupazzo.. credo sia realizzato con un Fungiutsu.. - La creatura mi colpì ferocemente con la zampa di pezza. - Fuijutsu, ignorante caprona. Io sono Kopì, leggiadra Hime della sabbia, molto onorato di fare la vostra conoscenza. - Si alzò in piedi dalle mie spalle, proferendosi in un piccolo ma sincero inchino sopra la mia testa, tutto per Deidara.

    Se non altro era stato educato. - Detto questo.. queste sono le mie armi.. o meglio quel poco che ho dietro adesso.. - Depositai un sacchettino con Kunai e alcuni tonici per terra. - .. E.. boh, non so, potreste rispondermi? -
     
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  14. Mio Akiyama
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    CITAZIONE

    - Ehm.. Si.. Io vengo da Oto e sono interessata ad apprendere i rudimenti della meccanica perchè mi piacerebbe esprimere il mio potenziale con qualche creazione fantasiosa.. all'Accademia han parlato bene dei meccanici di questa regione, e mi chiedevo a chi potevo chiedere per ricevere qualche informazione aggiuntiva.. e se ci sono permessi o menate varie da sbrigare. -


    « ... »
    Davvero a Suna c'erano meccanici? Oh, beh, non c'era da stupirsi se Deidara era piuttosto sprovveduta dal punto di vista delle conoscenze del suo stesso villaggio, d'altra parte non le interessava. Fino a qualche mese fa neanche sapeva che all'erboristeria si potevano richiedere anche dei veleni, oltre ai cosmetici. Il problema era che la tipa non era una recluta, come aveva inizialmente pensato, ma bensì una kunoichi di un altro villaggio. Oto, per giunta, patria di quel tipo di cui non ricordava mai il nome, dai modi bifolchi e sgraziati con cui aveva un paio di conti in sospeso. Era tentatissima di buttarla fuori per rispedirla al villaggio del suono con una lettera piena di insulti rivolta la suo Amministratore, però immaginò che non era il caso di far pagare a quella poveretta la disgrazia di un Amministratore incompetente. Al che ci pensò su, arricciò il nasino e sbuffò impercettibilmente, mentre cercava una via di scampo dall'onere di doverla accompagnare qua e là per evitare problemi e non dover sbrigare tutte quelle pratiche fastidiosissime.

    CITAZIONE

    - Si Lui è il mio Orsetto di Pezza, non è propriamente un pupazzo.. credo sia realizzato con un Fungiutsu.. - La creatura mi colpì ferocemente con la zampa di pezza. - - Fuijutsu, ignorante caprona. Io sono Kopì, leggiadra Hime della sabbia, molto onorato di fare la vostra conoscenza. -


    « ... »
    Leggiadra? Hime...?
    Una ventriloqua?
    Ommioddio.

    CITAZIONE

    - Detto questo.. queste sono le mie armi.. o meglio quel poco che ho dietro adesso .. E.. boh, non so, potreste rispondermi? -


    « ... Ah. »
    Oh. Sì, in effetti ad un certo punto rispondere alle persone è buona educazione.
    Deidara indicò stancamente il sacchetto dove la diligente kunoichi di Oto aveva già raccolto i suoi effetti per facilitarle la perquisizione, poi con un sospiro sconsolato le spiegò la situazione:
    « Ci sono tonnellate di scartoffie da firmare. Le perquisizioni ed i test. »
    E no, Deidara non era il tipo di persona che riusciva a soffrire cose tediose come la burocrazia.
    « ... ma piuttosto che mettermi a combattere contro quelle pile di fogliacci da macero preferisco accompagnarti personalmente. »
    Tirò indietro una mano, stiracchiandosi fino a tendere la spina dorsale come la corda di un violino, come i gatti.
    « Tieni pure quella roba. » Accennò al sacchetto con le armi « non mi serve disarmarti, se sei qui per fare quello che dici allora non c'è bisogno di toglierti le tue armi; se invece sei un infiltrato con intenzioni ostili ti ammazzo e basta prima ancora che ci metti mano, motivo per cui non ha senso togliertele nemmeno in quel caso. »
    Avete appena assistito ad una ideale giornata di lavoro di Deidara Yagi, quella che probabilmente prima o poi riuscirà a ricevere l'ambito riconoscimento di miglior guardiana dei Gate di un villaggio ninja dell'anno... a patto che esista una regola che impedisce allo stesso shinobi di vincere due volte il suddetto riconoscimento e a patto che tutti gli altri guardiani di tutti gli altri villaggi ninja di tutti i mondi e le dimensioni alternative oltre a questo ne abbiano già avuto uno.

     
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  15. Rinnen Raikawa
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    La Grande Sabbia.
    Suna.


    - Posso tenere la mia roba?.. - Domandai, lievemente perplessa, trattenendo quel poco che mi ero portata dietro. - .. D'accordo, non credo di voler scatenare una guerra entrando dalle porte di Suna e facendo fesserie.. - Kopi sembrava essere tranquillo e si agitava osservando tutt'altro attorno a noi, focalizzandosi di quando in quando sul nostro discorso per annuire o osservare impunemente la giovane guardiana senza che ella sospettasse niente. - Beh.. se ha tempo a disposizione una guida non sarebbe male, è la prima volta che vengo qua e vorrei tornare indietro, togliendo il disturbo, il prima possibile poiché ci sono svariate decine di compiti che mi attendono una volta tornata al mio Villaggio.. - Sorrisi, lasciando che la ragazza mi facesse strada verso l'interno seguendola in religioso silenzio.

    Non mi aspettavo accoglienze del genere per noi Otesi, popolo di mentecatti dall'indole stupida, ma evidentemente a Suna le cose erano andate bene e nessuno di noi aveva creato troppi problemi da far si che tutti diventassero sospettosi nei miei confronti. Non sapevo se fosse un bene o un male per la "Cultura" di Oto.. ma era sicuramente un bene per me e per quello che potevo fare senza essere disturbata da niente e da nessuno. Accidenti, dopo tutto stavo per visitare un villaggio straniero, cosa c'era di meglio di un cicerone ad Hoc? ...
     
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674 replies since 9/5/2006, 20:29   18801 views
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