[Accesso] L'entrata di Suna

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    Falce dei Kaguya


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    In cerca del Turbine Rosso - Suna

    [Questa giocata avviene dopo la conclusione di tutte quelle in atto ad Iwa - circa 6 mesi dopo la fine delle Stelle di Iwa]

    Era parecchio tempo che non si trovava dinanzi alle Mura di Suna, anzi, a voler essere più precisi, Feng Gu non era mai stato davanti alle Mura di Suna prima di allora.
    Shiltar Kaguya in tutta la sua vita era stato a Suna quante volte? Due, forse, nemmeno ne era sicuro. Era sicuro di non apprezzare particolarmente il villaggio della Sabbia, gli riportava in mente parecchi brutti ricordi di una vita fa, di molte vite fa, non solo la sua, ma anche quelle di altri shinobi che aveva apprezzato nel tempo... Sasori, Kadiri, Yami Kabane, che lì era stato sepolto, per ciò che ne sapeva.
    E ora c'era Hoshi: l'ultimo suo ricordo era di una statua di pietra con uno di quei maledetti sassi in bocca e doveva sapere cosa ne era stato di quello che era, per l'ormai defunto Mizukage, l'unico ninja di tutta l'Accademia, al di fuori di Kiri, che considerava un suo amico.

    Questa necessità d'informazioni lo aveva spinto, dopo quel periodo passato nel Paese della Terra, a partire per quello del Vento.
    Aveva viaggiato giorni insieme ad una carovana, confondendosi fra loro con i suoi semplici abiti scuri, vestito quasi come un monaco buddista, malgrado la stazza che lasciava intuire la sua natura più che bellica.
    In mezzo a quella carovana, per i giorni necessari ad avvicinarsi al Villaggio della Sabbia, Feng Gu aveva anche pensato a come presentarsi e chiedere in qualche modo di Hoshikuzu Chikuma: fra le tante cose che il suo amico sapeva fare, ce n'era una che sarebbe servita decisamente anche a lui.

    Fu con quel piano in mente che il massiccio uomo pelato si fermò dinanzi alle Mura di Suna, dopo una giornata dall'essersi separato dalla carovana per raggiungere il villaggio ninja.

    zongwuup



    "C'é nessuno? Sono uno shugenin che desidera entrare nel villaggio, mi chiamo Zong Wu."

    Aveva mentito sul proprio nome e non si era presentato come un "ronin", ma bensì come uno shugenin, cioé un monaco ninja (come ne aveva incontrati Shiltar quando ancora era un chunin), un'affermazione che combaciava parecchio con il suo aspetto.
    Ora c'era da vedere chi gli avesse risposto a quelle mura.

    ----------------------------

    OT: Ok, nella speranza che Hoshi ben presto torni attivo (come m'ha detto), intanto il mio buon pg si presenta alle vostre mura per incontrarlo, ergo, sunesi, accoglietemi :ahsi: /OT
     
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    .. GATE DI SUNA..



    Era una giornata come tante altre quella che stava trascorrendo la guardia di Suna al Gate. Le carovane si muovevano dentro e fuori le mura del villaggio denotando una certa vivacità negli scambi commerciali. Dopo un periodo di crisi e stagnazione ora sembrava che le cose stessero migliorando per il villaggio anche se molte cose erano cambiate al suo interno. Era proprio con una di queste carovane che un colosso dalla pelata lucente si era avvicinato in cerca di riparo dalle fatiche del caldo deserto. A guardia del gate quel giorno c’erano dei semplici uomini di servizio, nessun ninja illustre riteneva di dover perdere tempo a fare la guardia, e molti altri semplicemente erano fuori in missione o peggio ancora dati per dispersi da chissà ormai quanto tempo.


    Dal punto di osservazione un uomo dal folto baffo si sarebbe sporto per dare un’occhiata a chi lo aveva invocato dal basso. La guardi tirò subito un sospiro di sollievo nel vedere che l’uomo che lo aveva interrotto dalla sua partita solitario altri non era che un monaco, un monaco guerriero senza alcun dubbio, ma di fatto un monaco e quindi un uomo di pace.

    -Ehi tu!.. monaco dico a te!!!.. resta li ora scendo..-


    L’uomo baffuto aveva alzato la voce per farsi sentire attraverso il trambusto dei carri e la densa polvere sollevata da essi. Nel giro di dieci secondi si era portato vicino al nerboruto monaco dalla pelata sfolgorante, doveva ammettere che era piuttosto inquietante, ma dopotutto chi era lui per giudicare.

    -Zong Wu hai detto?!.. non sei di queste parti vero?.. beh.. che ti porta qui a Suna.. monaco guerriero?.. affari?.. un pellegrinaggio magari?.. se porti con te qualche genere di arma sarò costretto a requisirtela fin tanto che resterai qui al villaggio..-


    Il baffuto faceva la guardia da più di quindici anni ormai, un tempo lunghissimo per quel genere di lavoro. Sapeva fare il suo lavoro e sapeva anche che spesso e volentieri dietro alle normali apparenze esisteva un mondo completamente diverso. Al monaco non restava che rispondere alle domande se voleva passare oltre.


     
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    Falce dei Kaguya


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    Una tranquilla accoglienza - Suna

    Con tutte le volte che Shiltar Kaguya aveva avuto a che fare con Suna, sapeva che quel villaggio aveva dei ninja: c'era la ragazzina sociopatica ed egocentrica allieva di Shaina, c'era quel ninja con spadone ed una mano metallica, eppure ora Feng Gu, o meglio, Zong Wu, veniva accolto da una semplice guardia baffuta, non esattamente quello che si aspettava, ma di certo una fortunata coincidenza.

    "Sì, esatto. Zong Wu, piacere di conoscerla.", esordì cordialmente il mastodontico pelato, "Sono arrivato dal Paese della Terra e sono qui per affari, se vuole, o, più correttamente, per studio ed affari.", rispose con calma, cercando poi fra le tasche, per offrirgli le sacche in cui erano contenuti i suoi coltelli da lancio.
    "Ho giusto questi con me, sa, sono un monaco, ma sono anche un guerriero, quindi vado in giro con poca roba...", cosa più che vera, tralasciando poi che lui era un Kaguya, quindi di armi se ne poteva fabbricare quante voleva già dal proprio corpo.
    "In realtà, se potesse darmi un'indicazione, sarei molto grato.", aggiunse, considerando che voleva vedere se già c'erano notizie di Hoshi che potesse ottenere: "Sono qui perché cerco un buon meccanico, e ho sentito dire che nel vostro villaggio ce ne sono di capaci, ed in più mi servirebbe poter incontrare un vostro ninja maestro nell'uso di Doton degli di nota... sa, vengo dal Paese della Terra, ma molte delle antiche arti ninja sono andate perse, o comunque non vengono facilmente condivise con monaci che vorrebbero utilizzarle anche per sistemare gli edifici.", in realtà, in meccanico non gli serviva a moltissimo, ma unendo i due fattori la sua prossima domanda avrebbe potuto aiutarlo a raggiungere il suo obbiettivo: "Per caso c'é qualche ninja del vostro villaggio disponibile ad incontrarmi e che combaci con ambo queste mie necessità?".

    Sperava non ci fosse molta gente come Hoshi.
     
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    .. GATE DI SUNA..



    Il pelato sembrava sincero mentre parlava inoltre il guardiano non aveva assolutamente voglia di mettersi a battibeccare con un monaco guerriero di quella stazza. Sia chiaro, il baffuto sapeva fare il suo lavoro egregiamente, molto probabilmente anche il monaco avrebbe trovato pane per i suoi denti, ma non era quello il momento e la persona giusta per mettersi a cercare guai. L’uomo prese i coltelli senza dire nulla, era ovvio che il visitatore portasse con se delle armi, nessuno era così folle da spostarsi per il continente senza armi.

    -Studi eh?.. roba da monaci insomma..-


    L’uomo sembrava più concentrato a controllare i coltelli che a sentire quello che aveva da dire il monaco.

    -..umh.. mio nonno veniva dal paese della Terra.. già.. poi e venuto qua per lavoro.. ha conosciuto mia nonna e sai come vanno queste cose!..-


    Ora il baffuto si era rilassato, non aveva trovato nulla di strano sul monaco quindi per quanto gli concerneva quello che aveva davanti non era altri che un semplice uomo in visita al suo villaggio. Quando prese a chiedere di un meccanico il guardiano si accarezzò i baffi con sguardo concentrato, c’era solo una persona a Suna abbastanza abile da soddisfare qualsiasi richiesta di quel genere e soprattutto uno solo che fosse anche in grado di insegnare dei doton di un certo livello.

    -Oh beh.. se stai cercando un meccanico.. e un esperto di Doton.. allora stai cercando la stessa persona!..-


    L’uomo dal lungo baffo non sembrava per niente felice di pronunciare il nome di quella persona, doveva evocargli strani ricordi o forse memorie lontane che lo disturbavano in qualche modo.

    -L’uomo che fa per te è.. Hoshikuzu Chikuma.. anche se più che un uomo.. io lo chiamerei mezzo uomo.. o meglio ancora.. mina vagante portatore di sciagure!..-


    L’uomo doveva averne viste di tutti i colori e in effetti così era. La guardia infatti non solo svolgeva il normale lavoro al gate ma era anche un abile carpentiere addetto alla manutenzione degli edifici di Suna e delle zone limitrofi. Spesso e volentieri si era ritrovato a dover ricostruire o sistemare interi edifici distrutti da qualche misteriosa forza. Tutti edifici soggetti ad attività illecite o altro che i ninja di Suna avevano sventato. Niente di strano se non fosse stato per il fatto che a capo di ogni missione compariva sempre e solo un nome, quello di Hoshikuzu Chikuma meglio noto come Turbine Rosso, almeno per i vicini di casa.

    -Si.. l’unica persona a Suna con queste abilità è il Chikuma dai capelli rossi.. se proprio ci tieni a vederlo lo puoi trovare nella sua abitazione nella zona a nord est del villaggio.. quando sei li chiedi pure a qualche passante.. ti sapranno indirizzare alla casa giusta!.. arrivederci..-


    Il guardiano si sarebbe quindi congedato passando ad un carro che li stava raggiungendo alle spalle. Il pelato era libero di muoversi per i maestoso e caldo villaggio della Sabbia. Certo non poteva immaginare che la sua ricerca si sarebbe dimostrata molto più ardua del previsto.


     
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  5. Shuh
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    Viaggio

    { Post Unico
    Paese del vento }


    OT il tutto accade dopo che Zong Wu se ne è andato dalle mura di Suna /OT

    Ero divenuto Genin da qualche giorno e sapevo che ora avevo il permesso ufficiale per poter viaggiare indisturbato nei 4 villaggi accademici. Non che mi importasse poi molto del permesso dell'accademia ma era comodo, almeno per il momento, restare "affiliato" al villaggio. Un'organizzazione grossa come l'accademia poteva fare molto per proteggermi, direttamente o meno, fino a quando non mi fossi stancato di rimanere fermo in un solo luogo. Sentivo una grossa pulsione a viaggiare, ma non ricordavo nulla del mondo fuori da quei pochi posti che avevo visitato negli ultimi due mesi. Chissà, forse sarei riuscito a trovare qualcosa del mio passato. O forse avrei trovato un futuro migliore.

    Mi diressi alle mura, feci un cenno alla guardia, uno dei molti amici che mi ero fatto a Suna, e gli lasciai un modulo che avevamo compilato assieme la sera prima. Era decisamente comodo avere degli amici tra le guardie delle mura. Potevo uscire praticamente quando volevo.




    OT

    Come scritto nel topic apposito, viaggio verso Oto, come preludio ad uno scontro/giocata /OT
     
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    Falce dei Kaguya


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    Y Danone
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    Entrare a Suna, fatto! - Suna

    Feng Gu, o Zong Wu come s'era presentato, ascoltò con cordialità l'altro che accennava, distratto, ai suoi parenti provenienti dal Paese della Terra... non che gliene fregasse, quanto non fregava a quel guardiano, ma la cortesia era cortesia, ci voleva sempre.
    Ben più interessante fu sapere che come meccanico ed esperto di doton lui cercava una singola persona, il che fece comparire un sorriso sodisfatto sul volto del monaco pelato, "Una vera fortuna!", fu il suo commento.

    Il guardiano non pareva avere grandissimo apprezzamento per Hoshi, defininendolo un portatore di sciagure, ma Feng Gu sapeva bene come fosse scatenato il vecchio amico dell'ormai defunto Mizukage, come i suoi jutsu tendessero a distruggere tutto quello che capitava nella loro traiettoria.
    Ad ogni modo, quel baffuto individuo diede anche qualche indicazione allo "shogenin" che cordialmente ringraziò con un mezzo inchino, "Bene, allora la saluto. Buon lavoro e grazie per le indicazioni, cercherò questo Chikuma dai capelli rossi.", confermò.

    Ed in fondo, se Feng Gu aveva viaggiato fino a Suna era proprio per trovare il Rosso che aveva combattuto con Shiltar Kaguya: aveva tante domande per lui, la prima su tutte, com'era sopravvissuto al diventare una statua.
     
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  7. Jimmy il Rettile II
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    Il Viandante

    Potevano essere passati giorni, settimane, mesi da quando era partito.
    Il lungo viaggio che lo avrebbe portato a Konoha aveva preso un piega inaspettata. Non era mai stato in grado di orientarsi e, quella volta, aveva completamente sbagliato strada trovandosi a vagare nel deserto del Paese del Vento. Durante il viaggio aveva perso tutto: armi, provviste e perfino il coprifronte erano stati perduti tra le sabbie del deserto. Per chi non era abituato a quel clima era davvero facile distrarsi o perdere la testa a causa del sole cocente. Ormai camminava solo per inerzia, lo sguardo vacuo, la gola secca e il suo continuo arrancare lo rendevano più simile ad uno zombie che ad un essere umano. Assetato e stanco sapeva benissimo che la fine era vicina, sarebbe morto per la sete o divorato da qualche scorpione gigante, quelli di cui tutti parlavano; aspettava solo un pretesto per poter tirare le cuoia.




    In lontananza una strana collina nel deserto, solida e immobile.
    Continuando ad arrancare percorse gli ultimi metri che lo separavano da quella che sembrava un insenatura che divideva in due quello strano accumulo di roccia. L'ombra all'interno dell'insenatura sembrò ristorarlo per un attimo, il corpo si raffreddò lievemente iniziando a rigenerare le poche forze che gli erano rimaste. Era arrivato al capolinea, le sue forze lo avevano abbandonato del tutto. La vista si annebbiò di colpo, i muscoli si rilassarono e il malcapitato viaggiatore cadde a terra dinanzi alle mura di Suna. Le guardie delle mura avrebbero visto probabilmente tutta la scena, un individuo indebolito dal viaggio e coi vestiti logori era appena caduto ai piedi delle mura, svenuto forse morto. Di sicuro non era la prima volta che capitava.


     
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  8. Shuh
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    Lo svenuto

    { Post Primo }

    Ero finalmente quasi tornato a casa, finalmente. Me l'ero spassata in quel di oto ma era bello tornare a suna e alla sua afosa atmosfera di quando in quando. Le mie peregrinazioni mi avevano conferito un ottimo senso dell'orientamento e di confidenza nei miei viaggi nel deserto. Davanti a me vedevo che c'era un altro tizio, in lontananza, ma non me ne preoccupai. Alla fine giunsi di fronte alle mura e vidi un tizio svenuto, con il mio vecchio amico Yusuke una guardia in servizio al gate che cercava di farlo rinvenire.

    - Ciao Yusuke, come sta quel tipo?-



    Ciao Ken, bentornato. Questo tipo dev'essere uno dei tanti pazzi che cerca di superare il deserto senza essersi preparato abbastanza... mi ricorda qualcuno.


    - Ahahah, già. Che ne dici se lo prendo in consegna io? Te devi continuare il tuo lavoro e io sono curioso di sapere chi sia questo tipo.-



    Beh, non saprei... potrebbe essere chiunque

    - Allora che ne dici se ti prometto che se c'è qualche problema chiamo qualche pezzo grosso e lo faccio sbattere in galera? -



    Va bene, fammi sapere come finisce questa storia Ken, che ha incuriosito anche me.

    Avrei afferrato il tipo per i vestiti e me lo sarei portato dentro Suna. Non avevo una casa per cui sarei andato nel posto che più somigliava ad una casa per me, a Suna: la taverna del vecchio Ogai.



    OT continua in una giocata apposita /OT
     
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  9. ¬Chris
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    E io, povero stolto, che pensavo di aver preso abbastanza acqua per l'intero tragitto...
    Le alte dune di sabbia si erano ormai imposte sul terreno erboso e verdeggiante che il mio cavallo fendeva, come un cuneo sulla prateria; il passaggio da deserto a prateria fu lungo, prima scomparirono gli alberi facendo spazio a sporadici cespugli e lentamente la sabbia si era sostituita al terreno - di un marrone molto scuro - fertile.
    Intorno al capo tenevo una sciarpa arrotolata per difendermi dal sole cuocente, una benda mi copriva l'occhio che, qualche giorno prima, mi era stato brutalmente danneggiato durante una missione con i miei compagni; la missione, certo, era finita bene: ero riuscito a ritrovare il giocatore di NinjaBall che era stato rapito e avevamo messo fine ai narcotraffici della zona, ma - ahimè - ci avevo rimesso l'occhio durante quella rissa nel bar.
    Ma tornando a noi, ormai erano ore che il mio cavallo avanzava, lento, nel deserto sulla cresta di qualche duna, continuamente controllavo la bussola (la direzione era quella corretta) avrei dovuto continuare ancora per qualche ora, il sole era al suo zenit e mi colpiva violentamente.
    Giunto alle mura di Suna, scesi da cavallo e alzai il braccio in segno di saluto e poi, malgrado la gola terribilmente secca, parlai ad alta voce

    Sono Kenzaru Kurotsuchi, studente del villaggio della foglia... Sono qui perché ho un appuntamento con la dottoressa e ninja della sabbia Tamashii, vorrei, quindi, chiedervi di farmi passare...
    Queste qua sono tutte le armi che possiedo, mentre questi sono i permessi rilasciati dall'Accademia...


    Allungai i documenti e le armi che possiedevo, quindi con voce rauca chiesi un po' di acqua e qualche informazione per giungere all'ospedale. Sorrisi leggermente al guardiano, mentre, con calma feci attraversare al cavallo le mura.
     
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    Dalle Nebbie del Passato...

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    La rottura della monotonia...

    Le guardie di stanza alle mura si erano talmente abituate al quieto vivere, che quando videro apparire nel mezzo del nulla, sotto la calura del deserto, un tizio a cavallo, in un primo istante pensarono ad un miraggio.
    Poi ricordandosi del loro addestramento e della presenza di Akio Senkou, in genere il sostituto in comando quando non era di turno uno dei Sand Scorpions, ripresero un atteggiamento più vigile osservando con attenzione sia lo sconosciuto sia l'ambiente circostante.
    axel_s
    Senkou fu il primo a sporgersi verso il viaggiatore che sembrava reduce da un lungo viaggio.
    Non pareva essere pericoloso ad una prima occhiata, per quanto le apparenze possano trarre in inganno, e Suna ne aveva viste tante per lasciar passare il primo venuto così come se niente fosse.
    Ascoltò dall'alto della barriera rocciosa la presentazione del tizio.
    Era uno studente di Konoha e aveva un appuntamento con un medico del villaggio. Una certa dottoressa Tamashii.

    Attenda un istante che verifichiamo. intimò Akio, mentre faceva cenno ad un paio di ninja di scendere di sotto e farsi consegnare i permessi e le armi. Poi rivolgendosi a bassa voce ad un altro dei suoi collaboratori Dei dottori che conosco c'è il primario Reverie sama, ma di lei si sono perse le tracce da un bel po', poi Sachiko san, la capo infermiera e Hoshi sama quando i suoi doveri non lo richiedono altrove. Non mi pare ci siano altri... a parte la presenza inquietante che si mormora abiti nell'obitorio e il fantasma del primo primario Inshun che sembri vaghi tra le rovine del vecchio ospedale... si interruppe come per un flash Giusto! C'è quel ragazzino inventore che si chiama Tamashii. Non ricordavo fosse anche un medico, ma è l'inico con quel nome al villaggio, probabilmente si sta riferendo a lui. osservò lanciando un'occhiata di sotto.
    Una volta che le guardie ebbero accertato l'identità dello shinobi e la veridicità delle sue parole, Senkou
    segnalò di aprire le porte e di farlo entrare, dando l'ordine di rifornirlo di una borraccia d'acqua con cui dissetarsi e di dargli le indicazioni per raggiungere l'ospedale senza perdersi in giro.
    Potete passare Kurotsuchi san. Le armi le terremo in custodia fino alla vostra partenza. Una volta giunto in Ospedale vi suggerisco di chiedere della receptionist Murasaki san. Sicuramente vi saprà indirizzare dalla dottoressa Tamashii.

    Una volta che il ninja si fu allontanato, una delle guardie attirò l'attenzione del suo superiore con un commento. Senkou sama, ma Tamashii kun non è un ragazzo? Perché non l'avete avvisato dell'equivoco?
    Perché sono curioso di vedere come se la caverà il ragazzino. E' poco più di un bambino e a quell'età con dei lineamenti così delicati sono equivoci che possono capitare. E' meglio che impari da subito a conviverci. osservò l'altro, riprendendo la ronda lungo il perimetro.
     
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    Era giunto il momento di un nuovo viaggio, il che significa uscire per l'ennesima volta dal gate di Suna. Salutai Hiroki, una simpatica vecchia guardia, e gli chiesi dove mi consigliava di andare in quella stagione.

    Perché non vai a Konoha? Dicono che sia magnifica in questa stagione

    Konoha è sempre bella

    Al contrario di questo cesso di posto


    Mi sarei diretto verso l'uscita, sempre che nessuno avesse tentato di fermarmi...
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    - Mura chiuse per mancanza di un Guardiano. E' possibile accedere al villaggio senza sottostare alla sorveglianza delle mura -

     
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  13. Manu ©
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    Ricominciare



    Contnua da qui



    Probabilmente per tutta Suna non esisteva un posto che Hamano poteva definire "casa" quanto le mura del villaggio. Nel suo periodo di massimo splendore come shinobi passava praticamente tutto il suo tempo come guardiano del gate, ed in poco tempo era riuscito a farla diventare la sua principale occupazione per il bene del villaggio.
    Dopo la riunione con gli altri shinobi si era deciso di dividersi in due gruppi, e uno era diretto proprio alle mura, e per quanto la cosa fosse irrazionale e senza motivo, Hamano sentiva la necessità di arrivare lì prima degli altri.
    Si trascinò stancamente all'interno di quello che una volta era il suo ufficio. Un tempo lindo e pulito, con scartoffie ovunque ed un pigro ventilatore mal funzionante, adesso sembrava abitato da fantasmi, con una filtra coltre di polvere sulla sua scrivania e fogli sparsi un po' ovunque. Hamano sospirò a quella vista, ancora più rammaricato di quello che era diventato. Quella situazione fatiscente era anche colpa sua.
    Un tempo c'erano guardie che si occupavano di pattugliare regolarmente le mura sotto la supervisione sua o degli altri, adesso chiunque ne aveva voglia poteva entrare senza alcun controllo, e questo aveva di certo influito sulle condizioni in cui versa attualmente il villaggio della sabbia.
    C'erano tante cose da fare per sistemare la prima linea di difesa del villaggio, tante cose che richiedevano competenze particolari, competenze che però l'Iga non aveva. Lui era solo un tizio senza un braccio che un tempo sapeva agitare decentemente una lama. C'era solo una cosa che poteva fare.
    Con calma si tolse il suo mantello per poi rientrare nel suo ufficio. Solitamente in un angolo un po' nascosto da una libreria teneva una scopa per pulire per terra. Accennò ad un sorriso quando, incredibilmente, la riuscì a trovare praticamente nello stesso posto, e dopo averla ripulita sotto l'acqua, utilizzando il suo unico braccio rimasto, Hamano Iga, ex guardiano delle mura, unico utilizzatore dell'Occhio dell'Annullamento, membro dei Sand Scorpions, cominciò a pulire dalla polvere il suo ufficio, con gesti calmi e calcolati, come se oltre a pulire per terra, stesse cercando di ripulire la grande confusione che aveva in testa.
    Quando gli altri shinobi sarebbero arrivati sopra le mura avrebbero trovato Hamano ancora impegnato a pulire. L'Iga non li avrebbe degnati di uno sguardo, troppo concentrato a cercare di rimettere a posto quel gran casino che era diventata la sua vita.


     
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    Sand Scorpion: Post 1
    Ristrutturare
    Mura di Suna


    Subito dopo essere usciti dalla Loggia dei Sand Scorpion, Hohenheim condusse il ristretto gruppo di ninja che avevano deciso di seguirlo nella ristrutturazione delle mura, diretti verso l'ingresso del Villaggio segreto della Sabbia. Era una strada che aveva percorso mille volte e che conosceva come le sue tasche. Il chunin era decisamente di buon umore ed entusiasta della nuova avventura. La soddisfazione per star facendo qualcosa di buono per il villaggio lo stava letteralmente galvanizzando. L'unico pensiero negativo che aveva era, chiaramente, Hamano. L'iga aveva lasciato la riunione un po' prima del gruppo principale, senza dare alcuna spiegazione. Hohenheim pensava che fosse per qualche ragione sempre legata alla situazione alle mura. Tuttavia era stato criptico quando lo aveva avvertito alla riunione, e questo dava al giovane bombarolo non pochi pensieri. Hamano era cosciente della sua situazione, anche troppo. Alla riunione si era persino scusato pubblicamente, mostrando una mancanza di determinazione che aveva fatto strabuzzare gli occhi all'artista di Suna.Questo non è da lui...Gli Iga in generale erano persone estremamente oneste e giuste, e la loro rettitudine morale era la chiave per la loro forte determinazione. Fin da quando lo aveva conosciuto, Hamano si era sempre mostrato essere la rappresentazione vivente di quei principi. Non più adesso.

    Il gruppo di ninja impiegò poco tempo a raggiungere le mura che si innalzavano così alte da terra da poter nascondere l'intero villaggio, in una protezione di roccia quasi invalicabile. Estendendo le sue percezioni, Hohenheim non ci mise molto a trovare l'aura del suo compagno d'armi nel suo ufficio. Che cosa starà facendo lì dentro? Forse dovrà prendere delle carte per discutere dei piani di miglioramento... Hohenheim guidò il gruppo di sunesi su per un percorso a scalini che, direttamente dall'interno del villaggio, permetteva alle guardie di salire rapidamente fino in cima. La scalinata saliva rapida e praticamente priva di protezioni, ma questo non sarebbe stato un problema per gli shinobi. Una volta saliti in cima, Hohenheim si sarebbe voltato verso il gruppo ed avrebbe detto.Non so se tutti voi siate mai stati qui sopra ,ma quelli di voi che presteranno servizio presso i guardiani impareranno a considerare queste pietre come una seconda casa. Vi lascio qui un secondo a farvi un'idea del lavoro che ci aspetta. Io vado negli uffici delle guardie a recuperare qualche documento utile. Così dicendo avrebbe lasciato tutto il gruppetto lì e si sarebbe avviato verso un'altra strada che invece si apriva direttamente nell'imponente muraglia, e dalla quale si poteva accedere agli uffici degli ufficiali ed alle cuccette per i guardiani impegnate nei turni notturni. Con decisione, Hohenheim prese il corridoio che lo avrebbe condotto fino all'ufficio di Hamano. Entrando discretamente nella stanza, lo avrebbe trovato a pulire, muovendo una scopa con l'unico braccio che gli rimaneva. Nel vedere quella scena, una fitta di dolore si aprì nel cuore del chunin:...Hamano..., per poi essere soppiantata da un misto di rabbia ed incredulità. C'era bisogno di dare un taglio a quella storia. C'era bisogno di mandare un segnale forte a quel'ombra di Hamano Iga che gli si parava davanti. C'era bisogno di qualcuno che gli facesse capire che non era un peso per il villaggio, ma una risorsa se solo lo avesse voluto. Usando il tono più duro di cui il bambino poteva fare avrebbe detto:Smetti. Immediatamente. Si sarebbe avvicinato all'amico e gli avrebbe strappato di mano la scopa:Erano queste le 'cose importanti' che dovevi fare? Eh? Pulire il tuo ufficio...? Hamano io non ti riconosco più! Tu non sei così! Tu sei un guerriero, un comandante, un membro della squadra speciale. Non sei uno sguattero!Con un gesto deciso lanciò la scopa lontano da loro a sbattere contro un muro. Puntando l'indice destro verso l'alto, il chunin avrebbe continuato:Le senti quelle persone che ci stanno aspettando, quegli studenti e genin che si stanno impegnando per rendere questo villaggio un posto migliore? Loro si aspettano che tu esca e comandi, che tu ti faccia avanti e ti comporti da leader!! E come ti farai rispettare con quell'aria da cane bastonato?! Come pensi di governare degli uomini, avere la responsabilità delle loro vite, se non sei in grado di gestire nemmeno te stesso! Hai perso un braccio, e quindi? Troveremo un dottore, o un meccanico, e ti faremo fare una protesi nuova! Hoshi praticamente ormai è in grado di costruire qualsiasi cosa, e quando il laboratorio di cui parlava sarà ultimato, diventeremo un centro di eccellenza. Quindi basta comportarsi come se tu fossi un fallimento o un peso, perchè questo villaggio ha bisogno di te! Detto questo, il chunin si sarebbe voltato ed avrebbe raggiunto la porta rapidamente. Una volta aperta, si sarebbe tuttavia fermato sull'uscio e, con un tono di voce più dolce, avrebbe aggiunto:So che quello che stai passando non è facile, ma io non rimarrò qui a compiangerti...non te lo meriti. Avrebbe chiuso la porta alle sua spalle uscendo e sarebbe tornato dagli altri. Con se non aveva in mano i documenti per i quali era venuto. Poco male, avrebbe fatto senza.
     
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  15. Manu ©
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    Giusto un po' innervosito



    Ciò che Hamano chiedeva in quel momento non era molto. Era appena riuscito ad affrontare quelli che erano i suoi grossi problemi che lo avevano costretto come un infermo fuori dai giochi del villaggio, e adesso stava cercando di recuperare quello che aveva lasciato. Aveva bisogno solo di un po' di tempo e di ancora un po' di calma per riuscire a ritornare quello che era un tempo, almeno in parte. Non gli sembrava una richiesta assurda.
    Proprio non si aspettava che fosse Hohe quello che non aveva capito ciò.
    Non si accorse dell'amico entrato in ufficio solo fino a quando non gli strappò la scopa di mano. La calma e il filone di pensieri che Hamano era riuscito a costruirsi fino a quel punto vennero totalmente cancellati, e di nuovo pensieri di inquietudine e di responsabilità opprimenti cominciarono a fare capolino.
    Hamano ascoltò il discorso dell'artista ma senza guardarlo negli occhi una sola volta. Sapeva benissimo già da sé tutto quello che Hohe gli stava dicendo, eccome se lo sapeva. I primi momenti della sua crisi erano un continuo tormenti di sensi di colpa dati da responsabilità che credeva di doversi portare dietro fino alla morte. Voleva rispondere all'amico, voleva dirgli qualcosa, spiegargli la propria situazione, ma non ci riuscì.
    Guardò il bombarolo uscire dalla stanza e le sue parole gentili dette sull'uscio sembravano fare a pugni con ciò che aveva detto prima, almeno questo è quello che era sembrato ad Hamano.
    Appena la porta venne chiusa però l'Iga cercò di reagire. Non voleva certo che la discussione finisse così, con lui che non aveva spiccicato mezza parola. Voleva raggiungere l'amico, spiegargli un po' come era la sua situazione, dirgli ciò che stava passando e come aveva intenzione di porvi rimedio. Voleva parlargli con calma, come era solito fare prima che tutto ciò accadesse.
    Hamano si avvicinò con calma alla porta, rimuginando sulle parole di Hohe. In fondo sapeva che aveva parlato così per il suo bene.
    Però era stato un po' invasivo.
    Comunque erano tutte parole che servivano ad Hamano per smuoversi dalla sua situazione un po' deprimente.
    Però aveva tratto tutte le sue conclusioni senza neanche sapere come stavano le cose.
    Vabbè, in fondo non voleva certo criticare Hamano per la sua situazione.
    Anche se sembrava così.
    Ma no, era Hamano che stava fraintendendo le parole di Hohe.
    Però tutti quei discorsi sulle sue responsabilità, dei suoi problemi, del suo atteggiamento...
    Ma non era il caso di pensarci, in fondo stava cercando di uscire da una brutta situazione personale. Doveva semplicemente chiarirsi con l'amico.
    Ecco, ora doveva solo aprire la porta, con calma, raggiungere Hohe, con calma, e parlargli, sempre con tanta calma.
    Hamano aprì la porta tirandoci contro il calcio più violento che avesse mai tirato nella sua vita.
    In un boato assurdo parte della porta si frantumò e parte di quel che era rimasto volo per svariati metri lungo le mura, passando sopra la testa di Hohe. Hamano rimase sull'uscio, respirando affannosamente con la schiena piegata. Dopo qualche secondo in quella posizione l'Iga alzò lo sguardo, totalmente opposto a quello di prima. Sembrava quasi irato, ed era forse la prima volta che mostrava un volto del genere.

    NON. È. FACILE.

    Hamano scandì bene le parole con tono fermo e risoluto. Forse in quel momento sembravo almeno in piccola parte a quello che era un tempo.
    Però l'atteggiamento sembrava quello di un delinquente. Schiena composta, camminata assurda, Hamano si avvicinò ad Hohe.

    Responsabilità qui. Gestisci là. Governa da quest'altra parte. Oh, c'è gente che aspetta solo te. Oh, ma c'è da combattere, muoviti, raduna le tue cose e vai a morire per la patria. Graaaaaaaaaaazie davvero.

    Poi fece un piccolo applauso canzonatorio.

    Ricordo di avertelo detto già una volta. Tu ed Hoshi non potete mettere sullo stesso piano voi e tutti gli altri perché non è così. Accettalo, io ho dei limiti, e questi limiti sono ben inferiori ai tuoi. Non sarò mai in grado di comandare, o ancora più difficile, ad insegnare.

    Dentro di sé Hamano non sapeva perché stava dicendo quelle cose, soprattutto con quel tono. Sperava che la voce del buon senso prendesse parola in quel momento, ma stava venendo presa a calci nelle costole dalla voce della frustrazione.

    E non dirmi cose del tipo "Ah ma non puoi dire cose, il villaggio bla bla bla" perché so purtoppo per esperienza che è così.

    Detto questo Hamano sembrò calmarsi per un attimo. Fece qualche passo verso il cornicione delle mura, guardando l'immensa distesa di sabbia.

    Sai, il problema più grande è che io vorrei essere qualcosa di più. Ho come l'ambizione di voler essere il migliore ma con delle capacità mediocri, e ogni volta che la realtà me lo dimostra la cosa mi fa soffrire. Per me è difficile stare al vostro passo come a quello degli altri shinobi. Scommetto che tra loro c'è gente nettamente più talentuosa di me e con una mente più stabile della mia.

    Finito questo piccolo discorso l'Iga cominciò ad incamminarsi verso le mura.

    Senti, io farò un giro per vedere i punti delle mura più a rischio di crolli per capire dove si può iniziare la manutenzione. Se qualcuno degli altri vuole unirsi è grasso che cola, ma ti dico subito che non sarò di grande compagnia.

    Prima di andarsene definitivamente si girò un'ultima volta verso l'amico.
    Era un po' imbarazzato per tutto il discorso che aveva fatto, e ora sembrava essere tornato allo stato iniziale, forse solo un po' meno spennto.

    Senti, mi dispiace. Sono cambiate un po' di cose, e non so se sarà possibile per me tornare come una volta. Ti chiedo solo di pazientare.

    E poi iniziò il suo giro di perlustrazione. Da solo.

     
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