Il primo Ashura e l'ultimo AkasunaIntroduzione per Denji

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    Il primo Ashura e l'ultimo Akasuna


    Primo Post - Denji, il primo Ashura



    Non avrò dedicato la mia vita alle arti investigative come Shinichi, ma almeno un appostamento base sono ancora in grado di farlo.

    Mi ci sono voluti mesi ma finalmente ho individuato il mio obiettivo: un laboratorio segreto dei cugini, gli Ashura.

    Le attività fervono di notte per cui scelgo un orario insolito, il mezzogiorno, per la mia infiltrazione. Faccio entrare dentro la finestra una piccola sfera di ferro e legno, una marionetta basilare il cui design ho rubato ai miei fratelli Musashi.

    Mi aspetto chissà cosa, invece è solo una piccola stanza. L'unico dettaglio inusuale è il tappeto ricamato, troppo consunto rispetto al resto della scarsa mobilia. Un entrata per un laboratorio sotterraneo.

    Sorrido: è proprio vero che Ashura e Akasuna sono fatti della stessa pasta.

    Aspetto il momento del pranzo, quando tutti gli abitanti dei dintorni sono impegnati a mangiare e fare schiamazzi, per entrare dentro quella finestra. Non ho mai visto un Ashura nano in questi mesi per cui è meglio non utilizzare la trasformazione per rimpicciolirmi. Ma non voglio neanche diventare un energumeno enorme come molti fanno. In tanto usano la tecnologia Ashura per potenziare il proprio corpo, un ragionamento che condivido appieno, ma esistono altre cose nella vita che essere grossi, gonfi e picchiare molto.

    Alla fine decido di mantenere un aspetto simile al mio come corporatura, con braccia e volti accessori. Grazie ai miei trascorsi con Kaze sono un esperto dell'anatomia Ashura, anche se credo che negli anni ci siano state molte modifiche e si siano sviluppare diverse "scuole di pensiero"Un mio modo di giustificare le diverse versioni della tecnica speciale (a 4 e 3 volti, a 4 e 6 braccia, con e senza coda, oltre alle diverse "lore" passate, dai monaci transumanisti con le manie religiose al clan "cugino" dei marionettisti, eccetera eccetera) all'interno del clan e di chi possiede quella tecnologia.

    Cambio il mio volto ed il colore di capelli, mischiando i tratti di alcuni ragazzi del quartiere. Con questo stratagemma spero che io risulti inconsciamente familiare a eventuali persone che mi troverò a incontrare e che quindi non si facciano troppe domande. Mi copro con un mantello e tolgo il tappeto. Una botola, proprio come pensavo.

    Sono sicuro che gli Ashura possiedano parte dei segreti di Sasori. Documenti, progetti, la sua ricerca sull'immortalità. Il fatto che, dalle storie e dai documenti, risulti che lui si sia modificato fisicamente fino ad ottenere un corpo completamente artificiale e che un altro membro dell'Akatsuki, Pain, possedesse una tecnologia simile è molto sospetto.

    Che gli Ashura abbiano sfruttato quella tecnologia, proprio a Suna patria del marionettismo, mi porta a pensare che ci debba essere un legame.

    E quel legame è Akasuna no Sasori.

    Ed è mio dovere, come ultimo Akasuna, porre rimedio ai danni che il mio antenato ha causato.

    *** Dai documenti segreti del clan Ashura ***



    Mi piacciono i poker del giovedì. Riusciamo sempre a trovare qualcuno così fesso da giocare con noi. Potremmo semplicemente rapire delle persone da sottoporre a questi esperimenti ma Kakuzu sostiene che così uniamo anche l'utile al dilettevole, raccogliendo fondi per l'organizzazione. Il nostro boss sono sicuro che si diverta a godere della trasmutazione delle espressioni delle nostre vittime.
    Io? Mi diletto nel calcolo delle probabilità. Senza contare che la cosa fa incazzare come una bestia Deidara.
    Restare fermo un'intera notte? Una tortura per il manipolatore d'argilla.

    Hidan invece ne approfitta per pregare quel suo "dio del massacro". Bazzecole. Secondo me è solo stato sottoposto ad un qualche tipo di esperimento da un biologo/medico che ha sfruttato la religione per crearsi dei fidi sottoposti.

    Questo devo appuntarmelo.

    Valutare la creazione di una religione per raccogliere seguaci da sottoporre ad esperimenti



    Al tavolo siamo io, Kakuzu, il capo e la nostra vittima designata per questa sera. Un ragazzo giovane, bell'aspetto, corpo abbastanza ben tenuto. Un'ottima cavia.

    Da dentro la mia marionetta ho facile manovrabilità e ampio spazio per cui, durante le mani, riesco a sfruttare un calcolatore per valutare le mie probabilità di vittoria. Ovviamente segno anche le carte che sono passate. Tra una mano e l'altra, specie quando tocca a me maneggiare le carte, riesco con i fili di chakra a spostare le carte sul tavolo mentre la vittima viene distratta dal capo o da Kakuzu.

    Lui, invece, ha un vero talento nel contare le carte e nel comprendere l'emotività dei suoi avversari. "Merito del suo cuore" dice sempre. Non penso sia un caso che l'abbiano cacciato da ogni sala scommesse del suo paese d'origine.

    Il boss, dal canto suo, viene sempre scortato dai suoi loschi figuri dagli occhi viola. Si piazzano tutto attorno al tavolo. All'inizio pensavo fossero solo sicurezza, o un modo per impedire alle vittime di scappare, ma il modo in cui tengono lo sguardo fisso e la preveggenza che sembrano avere riguardo le carte... rendono il tutto sospetto.

    -----------------------------------



    *** in un tempo successivo ***



    Questo frammento di documento si interrompe qui.

    Quello che è stato fatto a questo ragazzo è tremendo. Se queste parole sono vere questa "vittima" dovrebbe avere oltre un secolo di vita. Forse due.

    Eseguo i sigilli per la tecnicaKokohi no Jutsu - Percezione Falsata
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Drago, Cavallo, Cinghiale (5)
    L'illusione si attiva senza medium: l'utilizzatore modificherà l'aspetto esteriore di un oggetto grande fino a 4 unità per grado ninja, senza cambiare la dimensione. La vittima non vedrà l'aspetto reale dell'oggetto ma l'inganno dell'utilizzatore, subendo l'illusione osservandolo. L'illusione è permanente finché non rilasciata. E' possibile aggiungere degli automazioni e piccole azioni ripetitive. L'efficacia è pari a 20.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    Sottotipo: Dispercettivo
    (Consumo: Mediobasso)
    [Da studente in su]
    e tocco il suo corpo.

    Riesco a conferirgli un aspetto umano, ad eccezione di una cordicella che gli spunta dal torace.

    Sospiro. Non sarà per niente facile. È così che ci si sente a diventare padre?

    Premo il meccanismo sulla bara meccanica, interrompendo la somministrazione dei potenti farmaci che per molte vite hanno tenuto il ragazzo ">sedato.

    Al contrario del mio antenato non sono un esperto di sostante venefiche anche se tutti i suoi documenti a riguardo mi affascinano e un giorno potrei intraprendere quella via. Sarebbe uno spreco non sfruttare tutto quel potenziale.

    Anche la droga che ha tenuto il ragazzo addormentato così a lungo è una sua invenzione. Non credo che gli Ashura ci capissero molto più di me, ma le istruzioni erano abbastanza dettagliate da permettere di replicare la produzione di quella sostanza.
    Un vero peccato che questa formulazione non sia adatta al combattimento.

    Gli occhi sbattono. Si sta svegliando.
     
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    Il primo Ashura e l'ultimo Akasuna


    Post primo - il risveglio




    [Prima del risveglio]

    Ha scelto l'orario giusto, il giovane marionettista.
    L'edificio sembrava sguarnito di guardie al momento della sua infiltrazione. Forzare la porta fu un gioco da ragazzi, la serratura era debole, quasi come se non servisse, quasi come se si trattasse di una provocazione.
    Come aveva avuto modo di vedere nella sua precedente ricognizione si trovò dentro ad una piccola es angusta stanza, illuminata solo sa un raggio di sole che, obliquo, filtrava attraverso una piccola finestra alle sue spalle.
    per terra l'inusuale tappeto: troppo consunto rispetto al resto della stanza per essere un caso.
    Rimuoverlo avrebbe permesso al ragazzo di vedere una botola proprio come da lui sospettato; la fattezza della stessa, però, non aveva a che fare con quella della porta precedentemente "affrontata": legno massiccio, difficile (ma non impossibile) sa sfondare; una serratura complessa con sopra un piccolo pannello con quattro pulsanti rappresentanti i quattro elementi: acqua, fuoco, terra ed aria.
    Un occhio attentoSe posseduto Occhio di Falco avrebbe permesso al giovane di individuare, tra le scanalature, di percepire la presenza di una trappola. Non avrebbe potuto capire la natura della stessa, ma dedurre che si trattasse di un meccanismo difensivo per contrastare chiunque avesse provate a forzare la botola era tutt'altro che difficile.
    Guardandosi attorno, il rosso avrebbe potuto notare solo pochi oggetti che facevano al caso suo: una sbarra di ferro, lunga circa un metro e ricoperta da uno spesso strato di polvere, stretta abbastanza per insinuarsi negli spazi tra la botola ed il pavimento ma decisamente forte abbastanza da non rompersi o piegarsi nel tentativo di forzareNecessaria Forza Blu + 4 la suddetta; una libreria dall'aspetto dimenticato, ripiena di fogli e lirbi all'apparenza inutili che però, se il ragazzo si fosse rivelato abbastanza attentoIntuito Blu + 4 o Occhio di Falco avrebbe rivelato un tomo interessante. Si trattava di un diariosi tratta dei documenti che citi nel tuo post contenente le avventure dei primi membri dell'Akatsuki; sulla prima pagina, disegnato con un inchiostro secco chissà da quanti anni, tre scarabocchi in sequenza: il primo rappresentava un vulcano in eruzione, piccole frecce erano disegnate intorno ad esso indicandone il magma che ne fuoriusciva,; il secondo era una macchina a vapore, una specie di ragno meccanico che emanava grandi quantità di vapore acqueo, proprio questo era evidenziato dalle frecce; infine uno spettacolo decisamente noto a Suna, una tempesta di sabbia.
    Il giovane era da solo, ma il tempo scorreva inesorabile e presto i guardiani di quel posto sarebbero tornat, cosa avrebbe fatto?

    [Denji]

    ...ERTA'! Il biondo urlò, convinto di poter ancora fuggire dalla sfortunata serata al poker. Purtroppo però le sue speranze erano vane da tempo e l'impeto di entusiasmo che aveva accompagnato il sonoro grido lo spinse in avanti, facendo dislocare e rompere i vari cavi che lo tenevano appeso al soffitto e facendo sì che questo cadesse in avanti, scontrandosi sonoramente contro il duro pavimento di pietra. Ouch! Gemette lo sfortunato, istintivamente, portandosi entrambe le mani sul ginocchio sinistro, che per primo aveva impattato contro il terreno. Poi, lentamente, la consapevolezza: non aveva provato dolore.
    Gli occhi, inizialmente serrati, si rilasciarono e le mani si allontanarono dall'articolazioni, sorprese. Ah, mi deve essere andata bene. Sussurrò, ancora ignaro.
    La sorpresa per il piccolo e , da lui ritenuto fortuito, avvenimento, lasciò ben presto spazio alla ben più grande sorpresa per il luogo in cui si era appena risvegliato. Ma che cazzo! Scattò in piedi, guardandosi attorno, confuso. Do... dove mi trovo? Poi il suo sguardo si posò sul ragazzo di fianco a lui. E tu chi cazzo sei? Dove cazzo sono? Come cazzo sono finito qui? Che cazzo sta succedendo? Comprensibilmente confuso e parzialmente alterato, il biondo continuava a guardarsi attorno, nella speranza di riuscire a comprendere le circostanze del suo risveglio, ma ben presto la sua indole sopraffece la suo confusione, e fu costì attirato dalla miriade di misteriosi oggetti che lo circondavano; sembravano preziosi. Ehy, quanto dici che valgono? Chiese al misterioso compagno, cominciato a curiosare e tocchignare uno strano meccanismo sul polveroso tavolo che aveva davanti.
     
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    Il primo Ashura e l'ultimo Akasuna


    Primo Secondo - Le basi della vita



    L'infiltrazione



    Rimuovo il tappeto e, come mi aspettavo, trovo una botola. Tocco il legno. Sembra solido. Molto più dei muri di questa capanna. Sposto lo sguardo sulla serratura. Una struttura composta da dei pulsanti. Dovrebbero sbloccare la serratura se premuti nel giusto ordine. Fuoco, vento, acqua e terra.

    Questi si son dimenticati dell'elemento fulmine.

    Mi guardo attorno, nella stanza c'è solo una libreria e una sbarra di ferro. Ma sono seri? C'è veramente gente così scema nella loro setta che hanno messo una sbarra? Così che qualche cretino possa sfondare la porta quando si scorda il codice?

    Faccio un respiro profondo. Mai sottovalutare l'avversario.

    Guardo la libreria. Magari han messo li la risposta della serratura. Inutile sforzarsi quando magari saranno loro ad aiutarmi, anche perché non ho il tempo di provare tutte le combinazioni possibili. Potrei provare a scassinarla con i fili di chakra ma non conoscendo quel meccanismo preferisco evitare. Rischierei di far partire un allarme o una trappola.

    Io di sicuro ci avrei collegato una bomba. Addio entrata, ma addio anche all'intruso. Poi basta mettere una seconda botola più resistente e il gioco è fatto.

    Certo, la mia passione per trappole di questo tipo è anche il motivo per cui ora mi ritrovo senza una casa ma... le vecchie abitudini sono dure a morire.

    Controlliamo un po'. Esploro le scanalature della botola con i fili di chakra. Oh. Un meccanismo. Ma allora sono sono così cretini. Quella sbarra è una trappola.

    Meno male.

    Mi avvicino alla libreria coperta di polvere. Ottimo. Se ci fosse qualcosa di interessante dovrei riuscire a capirlo dalla mancanza di polvere. Che scarso senso dell'igiene.

    Di questi solo un libro è privo di polvere. Lo apro. Tre scarabocchi. Una montagna, un ragno, della sabbia. Inizio a sfogliarlo.

    "Esperimento numero 23", "Oggi mi è stato assegnato un nuovo compagno", "La ricerca per conto del capo"... Sembrano un misto tra un diario personale e degli appunti di ricerca. Non ho tempo per leggerlo ora ma potrebbe essere interessante.

    Riapro la prima pagina. Dunque. Una montagna che sputa qualcosa. Lava? Un ragno che emette del vapore... avevo sentito che nel paese del ferro volessero fare qualcosa del genere. Usare il vapore come fonte di energia. E, infine... non è sabbia, ma una tempesta.

    Potrebbe essere un indizio sul codice. Ma sul serio lo hanno messo così?

    Dunque, magma, e quindi terra e fuoco. Poi vapore, quindi acqua e fuoco. E infine una tempesta di sabbia. Vento e terra, suppongo.

    Spero solo che il meccanismo non si inneschi se sbaglio a premere uno dei pulsanti. Mhh... meglio prima disinnescare quella trappola.
    Fortunatamente, conoscendone i meccanismi, dovrei essere in grado di sabotarla. [Nota: non è regolamentato il disinnesco di trappole ma considero, avendo sia occhio di falco che conoscenza delle trappole, che la cosa sia fattibile]

    Mi porto a distanza e sfrutto i miei fili di chakra, chiudendo gli occhi per concentrarmi al meglio sulle sensazioni che mi da il meccanismo al tatto. Sembra meno complesso del preventivato, e riesco a bloccarlo. Nel frattempo, con un'altra parte del cervello, studio la sequenza di simboli. Non credo sia una cosa difficile da decifrare, per cui vediamo un po' se riesco ad azzeccarci.

    Collego un filo di chakra ad un kunai che uso, sempre restando ai limiti della stanza, per premere i vari pulsanti. Qui si che mi sarebbe stata utile la vista.

    Un vulcano che erutta magma.

    Premo il pulsante della terra e quello del fuoco. Sembra tutto ok.

    Il ragno metallico che emette vapore. Se il pulsante del fuoco fosse rimasto bloccato dopo la prima pressione sarebbe significato che bisogna sempre cambiare simbolo, e quindi sarei stato più fiducioso nel premere prima acqua e poi di nuovo fuoco.

    Tempesta di sabbia. Decido di premere prima vento, e solo poi terra. Temporalmente prima c'è il vento e poi la sabbia, la terra, che viene sollevata.

    Spero di aver compreso come funziona la botola. Se fossi riuscito ad aprirla avrei fatto due cose. Per prima cosa avrei staccato la copertina del diario dal resto del documento e lo avrei poi riposato dove lo avevo preso. Spero che se entri qualcuno non si soffermi sulla libreria. In ogni caso collego un filo di chakra alla copertina, così da sapere se qualcuno l'avesse rimossa.

    Poi mi sarei infilato dentro la botola e avrei ricollegato il meccanismo che fa funzionare la trappola, ma collegandolo con un filo di nylon o un innesco dei miei al pulsante del fuoco. Poi avrei collegato questo innesco ad uno dei miei fili di chakra, così da consentirmi di poterlo controllare a distanza.

    Se qualcuno avesse preso il libro dalla libreria, me ne sarei potuto accorgere. Se qualcuno avesse premuto il pulsante del fuoco, la trappola sarebbe scattata. Se qualcuno poi avesse fatto scattare la trappola, lo avrei saputo. Avrei potuto persino innescare io la trappola, se così avessi desiderato.

    Certo, finché fossi rimasto nel raggio dei miei due fili di chakra che collegavano le varie trappole e oggetti. [Conoscenza trappole, tecnica dei fili di chakra, inneschi trappole come equip. Intuito Viola.]

    Ora che tutto era pronto, e non ci avrei messo molto tempo a impostare quella mia trappola, posso addentrarmi nei cunicoli del laboratorio segreto degli Ashura.

    *** Il risveglio di Denji. Officina di Shu Akasuna ***



    Siediti. C'è un lungo discorso da fare. E non ti preoccupare di questa robaccia, non ha un gran valore.

    La cosa è vera tra l'altro. L'unica cosa di valore in quella situazione era lui stesso. Sasori non ne riporta il nome nel suo diario per cui mi sarei dovuto muovere con cautela.
    Dopotutto è un ragazzo non solo fuori dal mondo, ma anche dal suo tempo.

    Lo avrei fatto accomodare dall'altra parte della scrivania. Ci troviamo nella mia officina, che funziona anche da mia residenza. L'odore dell'olio sarebbe penetrato nelle narici del ragazzo, assieme a quello del metallo e della polvere del legno. L'unica cosa interessante, oltre ai vari strumenti del mio lavoro ingegneristico, sarebbe stata una parete mobile di carta, che nasconde un letto singolo.

    Gradisci del the?

    Ho solo un fornellino da campo, ma fa il suo dovere. Mi siedo, mentre l'acqua si scalda.

    Il mio nome è Shu Akasuna. Ti trovi nella mia officina, nel villaggio della sabbia. Come ti chiami?

    Meglio andare per gradi, e con calma. So per esperienza personale cosa vuol dire ritrovarsi spaesati in un mondo sconosciuto. Io ho avuto Ryugi e, in misura minore, Shinichi ad aiutarmi. Questo ragazzo ha solo me.

    Quasi mi dispiace per lui.

    Avrei iniziato, con calma, a introdurre il discorso. Dalla sua fisionomia e dalle sottolineature dei miei "cugini" Ashura l'ho identificato come il soggetto 23. Il primo con cui Sasori ha avuto successo nella sua costruzione del Mondo Ashura per conto del leader dell'Akatsuki. Certo, è un prototipo, chiaramente una versione inferiore della costruzione marionettistica che avrebbe poi sviluppato in seguito ma... è già qualcosa. La mia curiosità sulla sua ricerca però deve aspettare.

    Ho deciso di prendermi la responsabilità, come ultimo degli Akasuna, di tutti gli errori commessi dal mio antenato e dalla sua ricerca. E a questo ragazzo va restituita la vita. O una parvenza tale.

    Una volta identificatolo avrei potuto iniziare a parlare con lui.

    Suppongo che tu sia molto confuso, il che è comprensibile. Lascia allora che ti spieghi tutto, un passo alla volta, partendo da una cosa fondamentale: quella notte tu non sei riuscito a fuggire.

    L'acqua sta bollendo. Spengo il fuoco e preparo la tazza di the per Denji.

    Sei stato catturato e hanno usato il tuo corpo per degli esperimenti. La tua fortuna è che sei stato un... successo. Dal loro punto di vista.

    Parlo con calma, pesando ogni parola. Dai testi di Sasori il movimento dei volti dell'Ashura è stata legata alle concentrazioni di adrenalina. Alle emozioni del portatore. Per ora la mia illusione regge ma se dovesse alterarsi troppo...

    Sei ancora vivo, il che è già qualcosa suppongo, ma il tuo corpo è stato... modificato. Alterato. Potenziato, in certi aspetti.

    Se ancora non fosse scattato avrei continuato con la spiegazione, omettendo i dettagli più scabrosi. Il fatto che era stato modificato. Il fatto che era più macchina che uomo. La consapevolezza che tutti i suoi carcerieri ormai erano morti.

    E, infine, il fatto che aveva dormito per molto, molto tempo.

    Sono riuscito a ritrovarti in un laboratorio segreto, e ti ho liberato. In un certo senso mi sento in debito nei tuoi confronti, Denji. Sei stato catturato dal mio bis-bis-bis-bisnonno, o qualcosa del genere. Sono passati duecento anni, Denji.

    Tengo la tazza di the caldo in mano e guardo per terra. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. In un modo o nell'altro in quel momento sarebbe sicuramente esploso.

    [So che non devi tecnicamente "apprendere" la tecnica speciale, ma essendo questa una giocata introduttiva mi sembra interessante andarne ad esplorare alcuni elementi pertanto... dato che Gioia mi sembra fuori luogo, vedi tu se attivare il volto Ira o quello Tristezza, facendo scoprire definitivamente a Denji la sua natura artificiale. Nota: vedi questo non come un'attivazione della ts ma semplicemente come la rottura dell'illusione di Shu e quindi la rivelazione del vero aspetto di Denji, con i tre volti dell'ashura e le due braccia addizionali. Poi, chiaramente, vedi tu come la vuoi ruolare la cosa io ti do solo degli spunti ;)]





     
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    Il primo Ashura e l'ultimo Akasuna


    Post secondo - Bene, ma non benissimo








    [Prima del Risveglio]

    Notare la trappola era un conto, ma disattivarla, beh, quella era tutta un'altra storia.
    Non si trattava di un'incapacità da parte dell'Akasuna, che vedeva nel suo ingegno la sua carta vincente, o almeno non solo; gran parte del problema sulla disattivazione risiedeva infatti principalmente nell'antichità del meccanismo, la cui usura rendeva, per assurdo, assai difficile la sua manipolazione dall'esterno, ed anche per la sua estrema peculiarità, ma questo lo avrebbe potuto vedere successivamente.
    Tuttavia, l'incapacità di disattivazione della trappola non si rivelò un problema, in quanto l'intuizione del ninja si rivelò corretta e la botola sì aprì ai suoi piedi, permettendogli di accedere al sottosuolo segreto.
    Entrando nella cupa botola lo shinobi si sarebbe trovato davanti ad un angusto tunnel scavato nella roccia, debolmente illuminato da un impianto elettrico e sostenuto da un susseguirsi di antichi pali di legno che a fatica tolleravano il peso della terra e del tempo. Era evidente: quel luogo, per quanto prezioso, non veniva visitato da moltissimo tempo, ma perché tutte quelle precauzioni per un luogo praticamente abbandonato?
    In un secondo momento, Shu avrebbe potuto finalmente vedere cosa nascondesse il meccanismo; una volta sceso, infatti, se si fosse voltato, avrebbe potuto notare niente meno che due braccia appese ai lati della botola!
    Gli arti, inizialmente dall'apparenza normale (per quanto normale possa essere la visione di due braccia mozzate appese al muro), si trovavano a destra e sinistra della botola, fissati al muro da una miriade di cavi neri che si intricavano in un caotico gomitolo per poi insinuarsi in parte nelle pareti ed in parte nel sistema elettrico del cunicolo , che rilasciava nell'anfratto una flebile luce.
    Toccandole, le braccia avrebbero rilevato la loro vera natura: come un fiore al mattino sarebbero sbocciate, aprendosi in diversi pezzi e lanciando vero la parete opposta una miriade di armi, tra le più varie. Chiunque fosse passato attraverso la botola senza la giusta combinazione, non avrebbe di certo fatto una bella fine.
    Davanti a Shu, adesso, si prospettava un succulento bottino, due braccia Ashura, anche se non certo di un modello recente, erano lì pronte per essere prese ed esaminate, ma tutto ha un prezzo.
    Per quanto attento fosse stato, infatti, nel prendere le braccia meccaniche, una volta distaccate dalle pareti queste avrebbero causato una profonda crepa nelle stesse ed il successivo dissesto e distaccamento di due differenti pilastri di legno! Il tunnel sarebbe cominciato presto a crollare se il furbo marionettista non avesse fatto qualcosa, ma cosa? [Nota]Una scelta semplice, proseguire tranquillo per il tunnel o provarsi ad accaparrare due pezzi interessanti. Interpreta pure il crollo come vuoi e sii autoconclusivo sulla risoluzione, se scegli quella possibilità.

    Avrebbe camminato per pochi minuti, il sunese, progredendo nel cunicolo, prima di giungere a quello che il sottosuolo nascondeva: una singola e cupa stanza, con al centro una bara trasparente.
    A differenza del corridoio precedente, questa era illuminata non elettricamente, ma da gruppi di bianche candele radunati in vari spazi. Non avrebbe avuto difficoltà, guardando la cera per terra e quella che colava dal corpo delle candele, a capire che queste venivano cambiate giornalmente, si trattava chiaramente di un luogo di culto.
    Avvicinandosi alla tetra bara il ninja avrebbe visto un giovane, o quello che ne rimaneva, al suo interno. Il suo corpo era stato alterato in quasi la sua totalità , sostituendone i pezzi con meccanismi ed armi; si trattava di un Ashura, ma non era come gli altri, le sue fattezze, per quanto accurate, ricordavano un tempo passato, antico. Non ci avrebbe messo molto, l'intuitivo shinobi, a capire che quello avanti ai suoi occhi era il capostipite dei suoi avversari: il primo Ashura. Il progetto di cui aveva appena letto si trovava davanti ai suoi occhi, in carne meccanismi ed ossa, ma c'era di più: era vivo! Sedato, in un profondo sonno lungo secoli, giaceva immobile, memento della nascita di un clan.
    Come reagì l'Akasuna, oramai, lo sapete già, ma le azioni che il rosso effettuò quel giorno, il furto di cui osò macchiarsi... beh, diciamo che le loro conseguenze sono ancora ben lontane dall'essere scoperte.


    [All'officina]

    Peccato... Sbuffò il biondo, nonostante la situazione era stranamente calmo. Il triste motivo per questo stato d'animo era che non era la prima volta che si trovava in una situazione, quando perdi così spesso al gioco d'azzardo, svegliarsi in luoghi che non conosci dopo che ti hanno massacrato di botte è abbastanza normale; tuttavia, ben presto avrebbe avuto modo di capire che quella volta era ben diversa da quelle che aveva precedentemente sperimentato.
    Ma... a gratis vero? Chiese guardingo, una volta che gli fu proposto il thè. Beh allora cazzo sì! Ahhhh, mi sento la bocca secchissima, sembra quasi che non beva da una vita. Rispose, una volta che il rosso gli fece un cenno positivo alla sua domanda.
    Piacere Shu! Mi chiamo Denji! Suna dici eh? Questa volta è andata bene dai... due o tre volte mi sono ritrovato in mezzo al deserto! Ahahahaahha! Confuso? beh sì, ma sorpreso? Quello no, come ti dicevo non è la prima volta che mi capita di.... in che senso esperimenti? D'un tratto, il clima di calma e rilassatezza che fino ad allora era stato proprio di Denji, scomparse. Il ragazzo si ammutolì, ascoltando le parole dell'uomo che aveva davanti. Come se un peso fosse posto sulle sue spalle, si incurvò in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia e sostenendo la testa con le mani. Ma... non è possibile! Scattò in piedi. Il mio corpo.. io... sono normale, come sempre! Guardò in basso, esaminandosi attentamente; tutto pareva normale, tutto meno un curioso filo che fuoriusciva dal suo petto, in fondo ad esso, un piccolo anello. Che.. cazzo... Quella presa di coscienza cominciò a far scemare gli effetti della tecnica di Shu, in breve l'illusione cominciò a svanire , lasciando che il biondo potesse vedere il suo nuovo, incredibile e terribile corpo.
    Incredulo, cominciò a palparsi, sfruttando le mani che poteva muovere; tra le altre cose, infatti, erano compare anche un paio di braccia all'altezza dei fianchi, inermi. Le toccò delicatamente e, come un lampo, la sua mente fu abbagliata da una miriade di frammenti di ricordi: dolore, odore del sangue della carne che brucia, il rumore delle sue stesse urla, la visione delle sue membra che venivano strappate buttate e sostituite con il freddo metallo. Capisco. Disse quindi, gelido. Sono un esperimento, vivo nel futuro e non posso nemmeno vendicarmi nemmeno di chi mi ha causato tutto questo perché , ovviamente, sono belli che andati. Corretto? Delicatamente, con estrema calma, si appoggiò ad un tavolo che aveva affianco. Molto bene.

    *CLICK*



    Con uno scatto, la testa del giovane ruotò di novanta gradi ed il suo volto fu sostituto da uno nuovo, uno a cui, dall'espressione, in realtà questa cosa non è che andasse poi tanto bene. MOLTO BENE UN CAZZOOOOOOOOOOOOOO! Con un grido, in realtà molto più simile ad un ruggito, il ragazzo portò la mano al petto e, d'istinto, tirò la corda che aveva sul petto, nel tentativo di strapparla, come se quello potesse porre fine a tutta quella follia. Non appena la cordicella fu tirata le due braccia accessorie si attivarono e sbatterono con forza sul tavolo, mandandolo in frantumi. Tutte le cianfrusaglie sparse su esso vennero lanciate in aria e ricaddero sul furente Denji, ma, non appena toccarono il suo corpo, vennero istantaneamente assorbite! AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH! CAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOO! La testa del giovane si aprì così a metà, da essa fuoriuscì un piccolo cannone che, puntando verso il soffitto, sparò un potente colpo. Tutte le cianfrusaglie erano state agglomerate in un singolo e potente costrutto metalliche che sfrecciò verso il soffitto, sfondandolo. In un attimo il cannone fu riassorbito e la testa del ninja tornò al suo posto. OK QUESTO ERA FIGO PERO' CAZZOOOOOOOOOOOOOO!
     
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    Il primo Ashura e l'ultimo Akasuna


    Post Terzo - L'ira di Denji



    L'infiltrazione



    Il meccanismo è antico. Lo percepisco attraverso i fili, quasi come se fossero un’estensione delle mie mani. La loro dimensione e sensibilità non ha eguali e riesco tramite di essi a svolgere molteplici operazioni con ineguagliata precisione. Non capisco per quale motivo i miei colleghi di clan non si siano mai adoperati a esplorarne tutti gli utilizzi. Sento troppa resistenza per provare a disinnescarlo. Dovrò correre il rischio di attivare la serratura senza aver disattivato la trappola.

    Nonostante questo problema riesco ad aprire la botola senza grossi problemi. Lo stridio degli ingranaggi mi fa rabbrividire la schiena. Una lampadina si accende al terzo tentativo. La botola si apre in un pozzo, senza scale o gradini. Un cunicolo adatto ai ninja.

    Entro nel cunicolo, grande a malapena per farmi passare, rimanendo adeso alle pareti grazie al chakra adesivo. Scivolo verso il basso e mi volto indietro per controllare che non ci siano sorprese. Due braccia fuoriescono da delle rientranze nelle pareti, subito sotto la botola. Il cunicolo dev’essere a forma di imbuto. Gli arti sono fissati alle mura da un groviglio di fili neri bloccati da degli anelli metallici.

    Si tratta di arti artificiali che, anche se costruiti per passare da umani, non possono ingannare il mio occhio esperto. È tutta la vita che costruisco marionette, non saranno due antichi arti Ashura a ingannarmi.

    Potrebbe essere interessante recuperarli, tuttavia. Quei meccanismi potrebbero aiutarmi in questo periodo di mancanza di ispirazione.

    Mi faccio scivolare ancora più in basso. Il pozzo continua per diversi metri. Penso sbuchi in un corridoio di cunicoli sotterranei, simili a quelli che si trovavano al di sotto di Villa Akasuna. Curioso come più io abbia a che fare con i cugini Ashura più mi rendo conto che il nostro modo di ragionare sia simile.

    Allungo le braccia in alto e genero degli altri fili di chakra, per un totale di 6, tre per braccio. Avvolgo gli arti con il mio chakra, trovo il punto in cui sono collegati all’impianto elettrico e...

    Stoc!


    Un meccanismo scatta e dalle braccia vengono sparati diversi dardi addosso al muro di fronte. Altri vengono sparati verso l’alto. La trappola che non sono riuscito a disattivare prima.

    Si, anch’io avrei impostato la cosa così.

    Stacco gli arti che iniziano a volare verso di me… assieme a dei pezzi di roccia!

    Cazzo! Disattivo il chakra adesivo, inizio a cadere verso il basso. Stacco quattro fili, lasciandone solo uno per braccio. Infilo il braccio destro dietro la schiena e irroro di chakra la fune di canapa che si indurisce al contatto. [Tecnica delle corde]

    La faccio arrotolare su se stessa sopra di me, mentre continuo a scendere per effetto della gravità e grazie al chakra della tecnica faccio aderire un capo della corda al cunicolo e la faccio come rimbalzare tra le pareti, creando una specie di ragnatela irregolare



    Non è di certo il massimo ma riesco perlomeno ad evitare di venire schiacciato da un masso grosso quanto la mia testa.
    Attacco i quattro fili di chakra alla parete di roccia e inizio ad accorciarli in modo che riescano a fare da tiranti e rallentare la mia caduta senza strapparmi le braccia. Accorcio anche i fili attaccati alle braccia Ashura, più che altro perché tra questi e la corda sopra di me non riesco a pensare ad accorciare i fili di chakra in misura diversa, e mi ritrovo a stringerle nelle mie mani.
    Cado al suolo, piego le ginocchia per attutire l’impatto, mi piego in avanti e uso il chakra repulsivo per tuffarmi. Cado a terra nel cunicolo polveroso mentre dietro di me si conclude la frana.

    Di sicuro non potrò tornare in superficie da li ma, se gli Ashura sono intelligenti anche solo la metà degli Akasuna, di certo avranno pensato a diversi pozzi di apertura.

    Anche questo cunicolo è illuminato dalla luce elettrica per cui di certo non ho rovinato l’impianto principale. Anzi, questo è abbastanza alto da consentirmi di stare in piedi. Prendo un rotolo da richiamo dalla schiena e ci infilo dentro le due braccia Ashura. Sarebbe troppo una rottura di scatole trascinarmele dietro. Spero solo che abbiano una qualche utilità pratica e non siano solo un cimelio storico.

    Non ho molto altro da fare se non proseguire. Non mi ci vuole molto prima di raggiungere l’unica stanza a cui conduce quel corridoio. È più buia rispetto al corridoio. Entro dentro e mi accorgo perché: per qualche strano motivo i cugini hanno deciso di utilizzare le candele invece delle lampadine.

    Ce ne sono diverse, disposte a gruppi. Ricordano… un tempio? Strano, che possono venerare gli Ashura? Ci metto un paio di minuti ad adattarmi a quella luce fioca ma vedo una specie di cassa trasparente al centro della stanza. Mi ci avvicino, quasi con riverenza.

    Prendo una delle candele e la appoggio sopra la scatola di vetro. Guardo all’interno. È… un ragazzo.

    Non è una scatola… è una bara!

    Ma che cazzo?!

    Dei cavi elettrici escono dalla bara, sono collegati a una piccola stazione elettrica. Vedo dei numeri e un tracciato. Parametri vitali? Che sia… ancora vivo?

    Gli Ashura stanno tenendo prigioniero questo ragazzo? La cera cola dalla candela sopra la bara di vetro. Si consuma in fretta. Il che significa, visto il numero di candele, che queste vengono cambiate spesso. Devo muovermi.

    Il lato positivo è che grazie alle candele posso orientarmi nei cunicoli alla ricerca di un’entrata.
    Il lato negativo è che dovrò portarmi dietro la bara di vetro.
    Non posso risvegliarlo qui dentro. Sarebbe un’incognita troppo grossa ma… devo salvarlo. Chissà da quanto tempo lo hanno tenuto qui sotto.
    Riapro il rotolo ed evoco una marionetta. Dovrei riuscire a controllarla con una mano sola e dovrebbe essere abbastanza forte da potersi trascinare dietro la bara. Mentre io posso andare avanti e cercare una via d’uscita.
    Non è il massimo, ma a volte i piani più semplici sono quelli che riescono meglio…

    L'ira di Denji



    Strano, questo ragazzo. Si direbbe che non abbia memoria del suo passato, e degli esperimenti a cui lo ha sottoposto Sasori. Forse è meglio così. Se i rapporti del mio antenato corrispondono al vero... beh, lo ha trattato peggio di un pezzo di carne. Le uniche parti che si possono considerare veramente "Denji" sono i suoi organi interni.
    Muscoli, ossa, tessuti molli, occhi. Tutto artificiale.
    Ho avuto modo di toccare il corpo del ragazzo e, al contatto, sembra quasi vero. Certo, per me che ho avuto modo di lavorare su un modello più avanzato come Kaze, seppur privo di quell'ingegnosità artistica propria di Denji le differenze con un vero corpo umano sono evidenti ma... potrebbe ingannare quasi chiunque.

    Cerco di restare calmo e impassibile di fronte alla realizzazione di Denji. Provo per un secondo a immaginare la mia reazione, al posto suo. Probabilmente reagirei con ferocia.

    Sono un esperimento, vivo nel futuro e non posso nemmeno vendicarmi nemmeno di chi mi ha causato tutto questo perché , ovviamente, sono belli che andati. Corretto?

    Annuisco, e bevo un sorso di the. Sembra che la stia prendendo piuttosto bene.

    La testa del ragazzo ruota, il volto d'Ira si manifesta in tutta la sua furia.

    MOLTO BENE UN CAZZOOOOOOOOOOOOOO!

    Denji tira la cordicella che ha sul petto (quasi quasi lo avrei invogliato a farlo, incuriosito dalla cosa) e sfascia il tavolo. Allungo la mano sinistra e avvolgo con i fili di chakra la teiera mantenendola sospesa in aria. Mi spingo indietro con il piede destro per evitare la furia del ragazzo.

    Fortunatamente non sembra ancora in grado di controllare appieno la sua natura artificiale. La sua testa si apre a metà, e da dentro il collo sbuca un cannone che spara diverse posate contro il soffitto, sfasciandolo a metà.

    OK QUESTO ERA FIGO PERO' CAZZOOOOOOOOOOOOOO!

    Sospiro. Devo mantenere la calma. Se mi arrabbio anch'io rischio veramente che la cosa finisca male.

    Saresti pregato di non distruggere la mia officina, Denji.

    La teiera si sposta e rabbocca di liquido scuro la tazza che impugno sulla destra. Ne bevo un sorso.

    Ora che la tua nuova natura ti è chiara mi sembra giusto chiarirti in breve quella che è la tua posizione. Sia chiaro, non è per niente facile, e avresti molti, molti altri motivi per incazzarti. C'è però un vantaggio nel modo in cui sei stato... progettato.

    La teiera rimane sospesa in aria, e viene affiancata dalla tazza mentre raddrizzo una sedia e mi ci accomodo.

    Come ben saprai un essere umano può essere spesso preda delle proprie emozioni. Alcune positive, come il coraggio, altre più... negative. Come l'ira, ad esempio, o la tristezza. Chi ha progettato il tuo corpo ha cercato di liberarsi delle emozioni. Voleva creare un essere perfettamente meccanicizzato, indipendente.

    Una marionetta. Non l'avrei detto però a Denji.

    Nel tuo caso sembra esserci riuscito solo parzialmente. In realtà sembra essere riuscito a invertire il normale processo emotivo. Non è che tu non provi emozioni, Denji, è che... tu puoi controllarle, se lo desideri. Concentrati su un'emozione, ricorda quella sensazione e scopriti in grado di evocarla.

    Indico il soffitto.

    Magari qualcosa come la "calma", o la "gratitudine".

    Non sarebbe stato troppo difficile per Denji riuscirci. O almeno credevo. Doveva solo crederci. La funzionalità c'era. [Nota: mia interpretazione del sistema dei volti, sentiti libero di sviluppare o ignorare questa cosa in base al tuo gusto.]

    Una volta che ci fosse riuscito lo avrei invitato a sedersi.

    Parliamo di quello che è il tuo... ruolo culturale. Tu sei il primo della tua stirpe. Il primo "esperimento" di successo. In seguito a te ne sono seguiti molti, molti altri. Queste persone hanno sfruttato le loro potenzialità per diventare ninja e si sono aggregate in un clan di nome Ashura. Per loro tu sei una specie di reliquia o, perlomeno, lo eri. Sono stati loro a tenerti addormentato per oltre duecento anni.

    Mi gratto il mento. Non so se fargliene una colpa però. Non so se abbiano voluto e desiderato fare questa cosa, o se semplicemente non si sentissero in grado di risvegliarti. Per riuscirci ho dovuto utilizzare una parte della ricerca del mio antenato a loro sconosciuta. Anzi, a dire il vero, nessuno sapeva che ti tenessero prigioniero.

    Sospiro. Non so neanche se tu sia l'unico "prigioniero", a dire il vero. In ogni caso, per quel che posso, ti offro il mio aiuto e la mia ospitalità. La mia officina non sarà questo granchè ma un letto in più lo posso ricavare e... io ho la conoscenza per aiutarti a mantenerti in sesto. Specie se non desideri riconsegnarti agli Ashura.

    Mi alzo in piedi, e comincio a camminare avanti e indietro. Il tuo corpo è per la maggior parte artificiale, Denji. Hai bisogno di qualcuno che possa aiutarti a sopravvivere, e magari a integrarti nel mondo. Io posso essere questa persona.

    Di sicuro un ragazzo come lui mi avrebbe potuto chiedere cosa me ne veniva in cambio.

    Diverse cose, in realtà. Innanzitutto mi daresti modo di studiare la tua tecnologia, che poi è quella del mio antenato. La stessa tecnologia che utilizzo per il mio ninjutsu. Le Aka Higi, le marionette rosse della famiglia Akasuna. Aiutarti mi consentirà di progredire come Shinobi.

    Alzo l'indice. In secondo luogo mi consentirà di proseguire in quello che è il mio scopo nella vita: terminare per sempre la discendenza Akasuna. Recuperare tutta la ricerca di Sasori della sabbia rossa, e impedire che altre cose come quelle che sono successe a te possano ripetersi.

    Schiocco le dita. A questo proposito... che ne diresti di diventare uno shinobi della sabbia? Potrei mettere qualche buona parola per te. Saresti protetto dall'amministrazione di villaggio e gli Ashura non potrebbero toccarti ma, cosa più importante... si guadagna bene.

    Certo, un genin non poteva di certo divenire ricco o ritirarsi dopo un paio d'anni di servizio ma... si lavorava relativamente poco e si guadagnava più di un lavoratore medio.

    Un fato avverso ti ha reso ciò che sei Denji. Perché non sfruttarlo al meglio?
     
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    Post terzo - 






    SaReStI pReGaTo Di nOn DiStRuGgErE lA mIa OfFiCiNa, DeNjI. Ripeté il furente biondo, con tono di scherno. COME CAZZO TI ASPETTAVI CHE REAGISSI? Urlò, colpendo con forza il muro con entrambe le mani destre. Anche quel semplice gesto, guidato dalla furia, si rivelò significativo per Denji, che distaccò lentamente la mani dal muro e le avvicinò al volto, incuriosito.
    Le mosse lentamente, esaminandone sia il palmo che il dorso, nonostante il forte colpo sulla parete, non aveva sentito il minimo dolore.
    La voce di Shu riempiva la stanza, ma per il biondo era poco più che un rumore di sottofondo, un rumore bianco che sfiorava le sue orecchie mentre la sua mente era affollata da una miriade di pensieri. Controllarle? Quella parte del discorso del rosso aveva riportalo la sua coscienza alla realtà. CONTROLLARLE? DICI CHE SE MI CONCENTRO SEMPLICEMENTE SU UN'EMOZIONE COME LA CALMA POSSO DIVENTARE CALMO? "OOOOOH, GUARDATEMI! PENSO INTENSAMENTE ALLA CAL...


    *CLICK*



    Una rotazione di novanta gradi, e la testa di Denji tornò alla posizione orginale. Ah... ha funzionato, ma pensa. Si chinò per raccogliere il tavolo e riporlo nella posizione originale emettendo un paio di colpi di tosse imbarazzati, quasi come a voler cancellare con quelli le urla imperversate fino a pochi istanti prima. Ehehe.. scusa. Sorrise imbarazzato mentre due delle quattro mani grattavano il retro della sua nuca e le altre due si appoggiavano sui fianchi. Si sedette, quindi, ad ascoltare il resto del discorso di Shu. Sembra che ti debba più di un favore, dunque. Sai, scoprire di essere stato trasformato in una macchina e di essere duecento anni nel futuro non è semplice, ma , se devo essere sincero... è un bene che sia capitato a me. Voglio dire... non è che avessi qualcosa o qualcuno nel mio tempo, altrimenti probabilmente non sarei nemmeno finito in questa situazione hahahahaha. Una risata amara. Sì, credo che restare qui sia l'idea migliore, e se posso aiutarti lo farò. La sua espressione divenne particolarmente seria, all'accenno che Shu fece sul guadagno di un ninja. Interessante! Molto interessante a dir poco! Ai miei tempi non erà così, una piacevole sorpresa se non altro. Si osservò, ancora una volta, ammirando i marchingegni che lo componevano. Beh, direi che me lo merito, no? La sua fronte poi si corrugò, come se fosse appena stato preso da un dubbio. Hai detto che ero... cioè sono, una reliquia per loro, ma è raro che le reliquie vengano conservate tutte in un unico posto, o almeno così era ai miei tempi.... non è che questi bastardi mi hanno sparpagliato a giro? Un dubbio legittimo che apriva le porte ad un obiettivo ben preciso: se chi gli aveva fatto quello aveva ancora parti del suo corpo, di certo non gliele avrebbe lasciate tenere.
     
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    Hai detto che ero... cioè sono, una reliquia per loro, ma è raro che le reliquie vengano conservate tutte in un unico posto, o almeno così era ai miei tempi.... non è che questi bastardi mi hanno sparpagliato a giro?

    Sollevo lo sguardo verso il soffitto. Un'interessante proposta. Non ci avevo pensato. Aspetta un secondo, c'era qualcosa a riguardo che... vado verso la libreria e prendo il volume contenente gli appunti di Sasori. Nota personale: trascrivere gli appunti per preservare il manoscritto originale.

    Sfoglio il volume. Sostanze per l'assopimento, no. Meccanismi da integrare con il sistema scheletrico, no. Sostituzione e rimozione degli organi. Eccolo! Punto il dito, leggo qualche riga e...

    Ecco qua, Denji!

    Gli indico la pagina in modo che potesse leggere, porgendogli il libro ma tenendolo tra le mani.

    CITAZIONE

    Idealmente il processo richiede la rimozione totale degli organi interni, per sostituirli con apparecchi meccanici che possano replicarne le funzioni. Ciò ci consentirebbe non solo di creare un corpo dalle funzionalità trans-umane ma anche di poter recuperare e incrementare l'efficienza di soldati feriti in battaglia.
    Al momento l'encefalo risulta l'organo non replicabile ma ciò sarà un problema solo per il capo. Per quanto mi riguarda, una volta trovato un sistema per mantenere in funzione il corpo potrei lesionare il midollo spinare e sostituire le funzioni nervose con i fili di chakra.
    Purtroppo con l'uscita di Orochimaru da Akatsuki non ho più nessuno con l'esperienza in campo medico da sfruttare per i miei scopi, anche se forse potrei riuscire a convincere qualcuno ad aiutarmi...


    La data dell'appunto è successiva alla tua... stavo per dire "creazione" ma forse è meglio utilizzare un termine meno estremo trasformazione.

    Chiudo il libro. Tuttavia la rimozione di parti del corpo del soggetto rientra all'interno del modus operandi di chi ha ideato questa operazione. Purtroppo, al momento, non sono in grado di dire quanta parte di te sia naturale e quanto meccanica ma, anche se è presto per dirlo, è possibile come dici tu che se parti del tuo corpo naturale siano state rimosse dalla tua forma attuale esse possano essere state custodite da qualche membro del clan Ashura.

    Ripongo il libro al suo posto e mi volto verso Denji. Per come la vedo io dobbiamo sottoporti a tutta una serie di test fisici prima che qualche medico della sabbia ti metta le mani addosso. Abbiamo quindi due opzioni: entrare nell'ospedale di Suna e sottoporti a questi test oppure cercare una qualche base Ashura. E' cosa nota che i membri di quel clan non si presentano mai all'ospedale pertanto è probabile che abbiano delle cliniche/officine di clan. E anche se non ne trovassimo una potremmo comunque reperire ulteriori informazioni in merito.

    Mi verso un'altra tazza di tè. La scelta sta a te, Denji, ma sappi che dovremo infiltrarci comunque senza farci scoprire. Dovremo essere cauti, circospetti e furtivi.

    Tutte cose che secondo me ti riusciranno malissimo.


    OT
    Non sapendo se e quanto tu voglia riprendere le idee passate che avevi per il tuo personaggio le ho lasciate in dubbio ma mettendoci la possibilità di indagare e scoprire la situazione di Denji. /OT
     
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    Ora che la calma era tornata nel corpo del giovane, poteva finalmente analizzare il nuovo corpo che possedeva: era disgustoso.
    Certo, i diari che Shu gli stava leggendo sembravano promettere un'efficacia in battaglia unica, ed anche il fatto di essere niente meno che il primo della sua "specie" suscitava in Denji un piccolo moto d'orgoglio nel suo animo; tuttavia questo era presto e pesantemente obnubilato dalla coscienza della perdita che aveva subito. I suoi difetti, vizi, peccati, Denji era forse il più umano tra gli uomini, ed ora sembrava aver perso tutto. Quella che poteva essere un'opportunità , era per lui stata un'imposizione: non aveva scelto quell'aspetto, quel potere, quella trasformazione e, osservando le braccia aggiuntive che si muovevano sotto il suo controllo, non pareva ci fosse il modo di tornare indietro. Voglio sapere cosa è rimasto.. beh, di me. Disse, quassi sussurrando le ultime parole.
    Seppur folle, l'idea di capire cosa di lui fosse veramente rimasto, donava al ragazzo l'ingenua concezione di un punto di partenza; qualcosa a cui aggrapparsi nella speranza di ritrovare queste fantomatiche e disperse parti di sé, che forse neanche esistevano.
    La speranza, infatti, era il più grande pregio e difetto del biondo; che fosse quella di un futuro migliore o invece quella di un'ottima mano al poker (mai arrivata), questa fastidiosa speranza non lo aveva mai abbandonato, ed anche ora che tutto pareva perduto, lo spingeva a cercare una soluzione. Non ho deciso di essere così, è vero. Sospirò. Ma oramai non pare che abbia scelta, quindi tanto vale cercare accettare la questione e trarre il meglio dalla situazione. Prima cosa: i soldi. Visto il corpo che ho adesso credo che accetterò la tua proposta di unirmi alle forze di Suna; secondo, direi che il primo passo dovrebbe essere l'ospedale, dopodiché vedremo di capire se davvero c'è da qualche parte di me sparsa a giro per le tane di quei maledetti Asura. Ma prima... Con un rapido gesto portò la mano alla cintura e tirò in avanti tanto quanto bastava per allontanare i pantaloni dal ventre ed intravedere quello che c'era, o almeno avrebbe dovuto esserci, sotto.
    Tirò un sospiro di sollievo quando vide che, effettivamente, i pezzi c'erano proprio tutti. Se non altro avevano fatto un lavoro di fino. Notò anche con piacere che avevano sostituto persino il testicolo che aveva dovuto vendere per ripagare una scommessa persa circa 200 anni fa: un piccolo dettaglio positivo nella tempesta di merda che era stata quella giornata.
    Bene, qual è il piano? Nel mentre mi farebbe comodo anche un piccolo aggiornamento sul breve periodo di buco di questi ultimi anni, se possibile. Accennò un sorriso, mentre la cordicella che aveva estratto dal torace ritornava al suo interno e le braccia aggiuntive smettevano di muoversi.




     
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