Ufficio Amministrativo

[Amministrativo]

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    Spirali Burocratiche
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    Quindi il tuo desiderio più grande è diventare un mezzo per avere uno scopo? Ripetè, quasi ironico anche se proprio lui non si sarebbe certo messo a sindacare sulle motivazioni altrui. O meglio era il tipo da sputare sentenze ad ogni dove, ma solo quando aveva a che fare con chi non gli andava a genio. Beh, crescerai, e come ho detto apprenderai ciò che desideri realmente. L'alternativa è giacere per sempre nella mediocrità, in fondo. Fece spalucce, con un sorriso che bonariamente irrideva l'ingenuità della Kunoichi, ma intanto la conversazione andava avanti e Harumi ricevette il suo primo incarico, che ben presto la avrebbe portata a qualcosa che probabilmente non si aspettava, come dover scegliere tra sè stessa e l'obbedire all'Amministratore. Un bel modo di cominciare a testare la filosofia che lo Yakushi se aveva calato addosso senza mezzi termini, no?
    Non appena la ragazza si levò di torno Febh scese dalla scrivania cominciando a stiracchiarsi e sbadigliare. Si sentiva come quei sapienti giocatori di Shogi che intrappolano lentamente il nemico con mosse poco appariscenti solo per guidarlo lungo una strada con la convinzione di avere la libertà di scegliere. Va detto che il fesso in altre circostanze sapeva dimostrare una mente strategica capace di questo e altro...ma sfortunatamente era raro che mantenesse tanto a lungo la concentrazione...tralasciando che ben presto l'intera faccenda gli si sarebe rivolta contro.

    Prese posto sulla poltrona da Amministratore, foderata in pelle di serpente con tanto chakra da autoripararsi in caso di danni o incendi (alla fine era risultato meno costoso un oggetto simile, pur dal prezzo proibitivo, piuttosto che comprare tre sedie imbottite a settimana) appoggiandosi allo schienale con un sorrisetto soddisfatto, in attesa che i pezzi che aveva manovrato gli dessero la vittoria senza dover fare altro. Peccato che avesse del tutto frainteso le regole del gioco, visto che dopo qualche minuto la porta si spalancò con un calcio facendolo trasalire. EHI! Iniziò a irritarsi. Non si era detto di stare attenti con le porte? E se fossi stato là? Ma il tono di Hebiko non lasciava molto spazio alle lamentele, mentre avanzava con calma misurata. Febh borbottò una qualche risposta poco convincente: Oh, ehm, questioni burocratiche avanzate, nulla che ti debba disturbare di leggere, davvero...e... Accusò il colpo quando lei rivelò che sapeva esattamente di cosa si trattava, cercando di abbozzare un sorriso sbilenco mentre il sudore cominciava a imperlargli la fronte.

    jpg



    Il pugno sbattuto sul tavolo spezzò ogni speranza di parlamentare, mentre lo Yakushi si ritraeva nella sedia, sempre più piccolo e miserevole. N-no...è una forma di Aspettativa, ecco. Non vacanza...un'assenza giustificata...ecco... La voce diventava via via filiforme mentre imbastiva quella debole difesa che crollò definitivamente quando la ragazza balzò sul tavolo portando il livello di minaccia a mille. Non...non è che...cioè...è Aspettativa...cioè... Deglutì, annaspando alla ricerca di una qualche risposta sensata ma non trovò nulla che non fosse immediatamente lesivo per la sua posizione. Solo alla fine trovò la forza per accampare una scusa che comunque non era nemmeno lontanamente vicina al motivo per cui voleva quel modulo (ossia le vacanze permanenti). Ecco...mi serve tempo perchè...uhm...perchè devo preparare una Riunione di Villaggio. Fra un pò...riguarda un...aggiornamento. Il Kokage è...c'è stata qualche novità e volevo...uhm...prepararmi. La mente di uno Yakushi deconcentrato può pronunciare cose che potrebbero far rovesciare un villaggio su sè stesso, è evidente.

    [...]

    Se Harumi si fosse messa a ripulire e sistemare esattamente come aveva detto Hebiko (contravvenendo quindi agli ordini di Febh), dopo circa mezz'ora di ingrato lavoro avrebbe avuto modo di sentire un forte rumore nel corridoio proprio oltre la porta di ingresso dell'archivio. Gli era stato detto di non uscire, vero, ma se per caso avesse aperto la porta si sarebbe trovata di fronte a un ometto alto poco più di un metro e mezzo, avanti negli anni e con lineamenti che lo facevano decisamente rassomigliare a un topo

    nezu_akira_2245

    . L'uomo aveva con sè un voluminoso mazzo di grimaldelli, un sacco pieno di "qualcosa" dietro la schiena e un coprifronte di Oto rigato, segno che doveva essere un Nukenin, anche se probabilmente Harumi non aveva ancora questa conoscenza. Vedendola il "topo" sarebbe sbiancato, guardandosi rapidamente intorno. Le stava a forse sei metri di distanza in un corridoio largo tre, cupo e poco illuminato. La porta dell'Archivio si apriva esattamente a metà corridoio con le scale sulla sinistra e una curva sulla destra, entrambe a una decina di metri e l'uomo veniva da dietro la curva. Cosa avrebbe fatto l'aspirante kunoichi otese? Combattere? Scappare? Farsi i fatti propri? La scelta era solo sua, ma quell'uomo poteva essere chiunque, forse anche molto più potente di lei.


    Se invece fosse uscita prima non avrebbe certo fatto brutti incontri, ma sarebbe incorsa nelle ire della Segretaria (e forse di Febh visto il brutto quarto d'ora che Hebiko gli stava facendo passare) e dunque avrebbe dovuto inventarsi qualcosa per uscire dall'Amministrazione indenne.
     
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    Harumi si lasciò sfuggire un gridolino spaventato all'impatto di legno contro legno. La segretaria, senza apparente difficoltà aveva scagliato nella sua direzione un'intera libreria, seppur svuotata del suo contenuto. La ragazza deglutì, domandandosi se non fosse il caso di scappare, ma le sue gambe non sembravano volerle concedere tale opzione. Mi...mi scusi. Chinò ripetutamente capo e spalle invocando clemenza. Hebiko, in tutta risposta, continuò a minacciarla, puntandole un dito contro la fronte. Sebbene la sensazione fosse fastidiosa, Harumi si costrinse a non lamentarsi. Io...sistemerò tutto, certo! Tra sé e sé pensò che comunque, visto che tornava in ufficio, ci avrebbe pensato la donna a dare notizie del rotolo al suo superiore. Nonostante il disordine fosse tale da farle credere che non avrebbe mai finito, riflettè che qualsiasi mestiere avesse scelto sarebbe dovuta partire dal basso facendo gavetta con compiti del genere, quindi non poteva lamentarsi. Non troppo almeno. Osservò la Vipera allontanarsi, notando al contempo che tutti gli impiegati avevano tagliato la corda senza troppe remore, affidando a quella nuova il compito di riportare l'ordine in quel caos. Sospirò e si tirò su le maniche, guardandosi intorno per decidere da dove iniziare.

    Harumi era sempre stata una persona ordinata a aveva proceduto con metodo. Visto che i documenti erano già completamente mescolati, li aveva accumulati tutti da un lato, risistemando prima schedari, librerie, sedie ed altri supporti. A quel punto, si era presa dieci minuti buoni per girare tra le zone dell'archivio scampate alla distruzione, consultando gli indici, e assimilando il metodo di catalogazione utilizzato. Solo dopo essersi fatta un'idea vaga delle consuetudini seguite dall'amministrazione del suolo era tornata in mezzo alle carte, iniziando a dividerle per tipologia. Era a circa metà della terza colonna, quella dei rendiconti fiscali, quando udì distintamente un rumore alle sue spalle poco distante da lei. Si voltò, chiedendosi se la segretaria o il consigliere fossero scesi a controllare che fine avesse fatto. Visto che però non si fece avanti nessuno, dopo aver riposto i faldoni che ancora aveva in mano, si avvicinò verso la fonte del rumore, incuriosita. Aprendo la porta che portava sul corridoio, vide di fronte a sé un uomo che le ricordava per qualche motivo i ratti di montagna che solitamente vagavano furtivi nelle dispense del suo villaggio. Rimasero in silenzio alcuni istanti, guardandosi reciprocamente. Alla giovane quell'individuo sembrava sospetto, ma era solo una sensazione a pelle. Non conosceva ancora l'esistenza dei nukenin e, sebbene trovasse strano quel coprifronte rigato quasi quanto il mazzo di grimaldelli che l'individuo portava con sé, non aveva nessun buon motivo per ritenerlo fuori posto. Per quanto ne sapeva lei poteva benissimo trattarsi di un dipendente. D'altro canto, non pensò neppure di chiedergli se gli servisse qualcosa o avesse bisogno di una mano, perché non conosceva per nulla il locale dell'amministrazione essendo appena arrivata, né il suo funzionamento interno. Assumendo un'espressione imbarazzata, si limitò ad un vago sorriso. Ehm... Buongiorno... Probabilmente l'uomo, se si fosse fermato un istante a riflettere, avrebbe notato l'assenza di un coprifronte addosso alla giovane, così come il suo atteggiamento per lo meno fuori luogo. Harumi, lasciando quindi la porta aperta nel caso lo sconosciuto avesse bisogno di entrare, tornò lestamente al suo lavoro. Non aveva tempo da perdere, voleva portare al termine il suo incarico per poi completare le formalità necessarie a diventare una vera kunoichi di Oto. In ogni caso il suo sesto senso le suggerì di tenere la guardia alta. Ma, in ffin dei conti, era poi così strano per una ragazzina vicino ad un uomo di mezz'età dall'aria poco raccomandabile che non conosceva?
     
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    VI - Minuziosa organizzazione




    Febh sudava freddo, impietrito, consapevole del fatto che la Vipera era venuta a conoscenza di tutto. Riuscì a sputacchiare qualche frase in extremis, che l’avrebbe sicuramente distratta temporaneamente, ma a seconda dell’argomento, avrebbe potuto peggiorare le cose.

    ...Riunione?

    Hebiko si bloccò per un momento, fissandolo sorpresa. No, non aveva improvvisamente creduto al fatto che la sua pausa lavorativa potesse avere una qualsiasi giustificazione importante, ma che ci fosse in progetto l’organizzare una riunione, per una faccenda con il Kokage…

    E perché diavolo io non ne so niente?! Cos’è, l’hai deciso stamattina?! O volevi organizzarla TU, da solo??

    Dopo una breve pausa, Hebiko si riaccese, gridando nuovamente contro lo Yakushi e facendolo sprofondare del tutto nella sua poltrona. Saltò giù dalla scrivania, iniziando a camminare in tondo, pensierosa.

    Una riunione. Con il Kokage!! Ha deciso di muovere il culo finalmente. Cosa diavolo avrà avuto di così importante da fare nella sua stupida villa dal lasciare il villaggio in mano tua. ...Senza offesa. Tu stesso, in fondo hai detto che…

    Gesticolava, animatamente, parlando più tra sé che con l’Amministratore, ma finita l’ultima frase, si voltò verso di lui, fissandolo incuriosita. Un dubbio le era sorto, un dubbio che portava sin dal loro incontro, ma che aveva lasciato perdere fino a questo momento.

    ...Perchè non vuoi fare l’Amministratore?

    Gli si avvicinò di nuovo, stavolta con fare innocuo ed estremamente incuriosito. In parte poteva rispondersi già da sola: quel ruolo, per uno come lui, portava a troppe responsabilità, che lui stesso aveva dimostrato di non riuscire a mantenere, se non il minimo indispensabile per le cose più importanti, come il giorno del furto dei sigilli. Non sembrava nemmeno un tipo ambizioso, cosa che aveva lasciato intuire quando, sempre al loro primo incontro, aveva confessato lui stesso di essere stato trascinato in quella situazione contro la sua volontà. Avrebbe comunque aspettato una risposta, magari aggiungendo qualche domanda, prima di partire con un argomento più importante.

    Beh, sappiamo entrambi che non puoi organizzarla da solo. Quindi forza, parlami di queste novità, e poi vedremo come organizzarci. E se mi dirai tutto senza storie, potrei anche decidere di darti delle… “meritate” vacanze.

    Un piccolo premio, non gli avrebbe permesso di poltrire per più di due giorni, ma era un buon prezzo da pagare per farsi dire ciò che voleva. E forse ciò che meritava di sapere, o almeno lo pretendeva.
    Iniziò a domandarsi che fine avesse fatto la ragazzina. Sapeva bene la mole di lavoro che la aspettava, ed in parte temeva potesse combinare qualche disastro. Accudendo per mesi uno come Febh, faticava a fidarsi a prima vista di persone visibilmente insicure, per quanto la neo-ninja sembrasse decisamente più innocua del jonin. Forse troppo.
     
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    Uuuh, eh, no, in realtà mi frullava in testa da un pò... Rispose con tono evasivo, mentre cercava di ridarsi un contegno. Possibile che la ragazza ci avesse creduto? Il problema però era che per salvarsi le chiappe da una sacrosanta punizione era andato a spiattellare qualcosa che conduceva su un pericoloso percorso di fatti e idee che portava fino agli eventi dell'anno prima. A ben pensarci era quasi incredibile che avesse tenuto il segreto per un anno intero, se non qualcosa di più...probabilmente perchè nonostante tutto sapeva che si trattava di una cosa realmente importante e non poteva trattarla come tutto il resto, un pò come la posizione dei demoni che Oto ospitava o qualche altro segretuccio che era bene non diffondere troppo facilmente. Ma stavolta forse aveva aperto una porta che avrebbe avuto serie difficoltà a richiudere.

    Diciamo che non c'è ancora stata l'occasione giusta, ma ora penso che sia possibile, si. Annuì, cercando con quelle vaghe informazioni di deviare quanto più possibile l'attenzione dal fatto che per poco non era arrivato ad avere l'autorizzazione burocratica per andare in ferie a vita. E comunque non è che me lo abbia lasciato lui l'incarico, è stata Shinodari, l'Amministratrice prima di me. Sbuffò, ricordando come si fosse fatto infinocchiare da un sorriso e due parole buttate là senza che avesse la possibilità di pensarci bene.

    Alla domanda sul perchè non volesse fare l'Amministratore lui sgranò gli occhi. Come sarebbe "perchè"? Conosci qualcuno tanto idiota o autolesionista da VOLERLO fare? Presentamelo nel caso che gli lascio tutto subito! Io voglio solo farmi gli affari miei, non me ne frega niente di questo inferno di burocrazia e scemenze! Meno potere ho in mano e meglio sto! Il che era, tristemente, la pura verità. Voglio dire, quando Ogen ha cercato di farmi diventare Kokage mettendo in mezzo il Daimyo ho dovuto combattere con la mia vita in gioco perchè cambiasse idea! Tecnicamente avevano combattuto alla morte perchè lui aveva chiesto un briciolo di rispetto extra e la possibilità di non essere più trattato come schiavo da tutti i membri del clan (cosa che aveva ottenuto) e solo DOPO aver visto quel che sapeva fare la vecchia cappoclan gli aveva proposto la "promozione", certo per averlo in pugno come una comoda marionetta...ma non era il caso di fare troppi approfondimenti.

    Le...novità? Il discorso era tornato fin troppo rapidamente su un sentiero pericoloso, e lo Yakushi cercò palesemente di inventarsi una risposta credibile. Sono...questioni ancora top secret. Non serve saperlo per organizzare la cosa. Dobbiamo pensare a trovare un posto, garantire la sicurezza...vedere se invitare stranieri o fare un secondo evento dopo... Stava andando a memoria ricordando quel che avevano fatto Yami e Shinodari anni prima, pur non avendo la più vaga idea di come organizzare la cosa. E magari delle decorazioni...e...e...e diplomi. Anzi, no targhe! Ecco, magari ci sarà qualche nomina e serviranno targhe e medaglie e...non so. Mandare in lavanderia l'abito del Kage? E...fare un mini-appalto pr una ditta di pulizie, o magari fare la cosa a chiamata diretta? A ben pensarci sono probabilmente più bravo io a farlo. Potrei autonominarmi e darmi un pagamento? Alluvionare gli altri di domande e proposte era sempre un buon modo per cambiare rapidamente argomento.

    [...]

    L'uomo topo impiegò qualche secondo per riaversi dopo il saluto della ragazza e sembrava intento a scrutare l'ambiente circostante facendo guizzare qua e là quegli occhietti neri e poco espressivi tanto simili a quelli del roditore, e certamente Harumi non venne escluso da quella frenetica analisi in cerca di vie di fuga. Ragazzina...questa è...sei una delle impiegate? la sua voce era nervosa e acuta, non troppo dissimile da uno squittìo (o magari l'aspetto traeva in inganno e la faceva sembrare più simile al verso dell'animale). Probabilmente aveva valutato che la ragazza senza coprifronte non poteva che essere una civile e l'aria innocua non sembrava proprio quella di una Kunoichi, anche se non poteva esserne sicuro. Come mai sei qui? Oggi doveva esserci solo una persona qui dentro, al piano di sopra...beh, non importa. Io sono in...missione per Oto. Mi fingo un Nukenin e stavo facendo un sopralluogo. Dimentica di avermi visto o passeremo entrambi un bel guaio. Non c'è nessuno di sopra, si? Dico nella sala centrale... Quale che fosse la risposta si sarebbe allontanato, dirigendosi verso le scale, anche se nel farlo avrebbe incespicato, mostrando per una frazione di secondo il contenuto del grosso sacco sulle spalle: una specie di grosso Cotton-Fioc metallico, assieme ad una marea di rotoli sigillati con il Kanji per "Proibito" sopra.

    Se non avesse fatto nulla, l'uomo sarebbe presto scomparso oltre le scale, lasciandola sola.
     
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    Post vii ~ Deduzione



    'hm? Intenta a spostare uno scatolone mezzo vuoto, Harumi inquadrò l'uomo con la coda dell'occhio, non sapendo bene che rispondere a quella domanda. Non poteva certo considerarsi un'impiegata, non ancora almeno, ma stava svolgendo quel compito. Sarebbe bastato dire che la mandava la segretaria dell'amministratore, ma poi si sarebbe presumibilmente dovuta dilungare in una serie di inutili spiegazioni. Decise quindi di optare per un compromesso. Sì, più o meno. Cioè credo... La ragazza si soffermò a riflettere, dopo aver messo lo scatolone nel posto che aveva deciso era il più consono per quelle scartoffie, che quel tipo gli ricordava decisamente un topolino, ma non uno di quelli simpatici. Quando riprese a parlare non potè fare a meno di paragonare la sua voce ad uno squittio, e represse le risa. Tuttavia qualcosa nel suo discorso non quadrava. Da quello che aveva visto erano presenti ben tre impiegati, sebbene fossero stati rapiti e si fossero volatilizzati in seguito all'intervento di Vipera. Cos'era un nukenin poi? Di certo chiedendolo avrebbe fatto una figuraccia, per cui si limitò ad annuire. Avrebbe voluto ignorare l'intera questione proprio come lo sconosciuto suggeriva, ma la sua mente si era già messa in moto, elaborando le informazioni in suo possesso. Si fermò, con le braccia incrociate, guardandolo dritto negli occhi. Non c'era ancora arrivata, ma qualcosa decisamente non andava con quel tipo. Prese tempo, tenendosi sul vago. Di sopra? Boh, non ci ho fatto caso quando sono scesa a... A riordinare no, non si vede? Mosse una mano aperta per indicare il disordine ancora parzialmente presente nella stanza. Portando un dito sullo zigomo assunse un'aria meditabonda, come se cercasse di ricordare. C'era qualcuno? Mi sembra di no... Anzi forse sì... Mmm... Nonostante la sua titubanza quello si voltò, pronto a salire le scale, dando le spalle alla giovane e mostrando involontariamente parte del contenuto del suo zaino. Un lampo e nel suo cervello si accese la famosa lampadina, che se avesse avuto un colore in quel caso sarebbe stato rosso. E ciò poteva significare una cosa sola: guai!

    Simili a pezzi di un puzzle che lentamente erano andati al loro posto, tutti i piccoli indizi raccolti in modo più o meno cosciente da Harumi si erano uniti per formare un'ipotesi, di cui però doveva provare ancora la veridicità. I segni erano tanti: l'aria poco raccomandabile, gli arnesi da scasso, i rotoli proibiti, il diverso numero di impiegati, la sua premura di non essere scoperto, la debole scusa del sopralluogo visto il carico che si portava dietro, la sua agitazione e i modi guardinghi tipici di chi non ha la coscienza apposto e, per ultimo, quel coprifronte rigato che di certo non era normale. Tra le soluzioni logiche che aveva elaborato quella che reggeva meglio e di fatto prevaleva è che fosse un ladro. Certo, poteva sbagliarsi, ma era meglio fermare un innocente, con cui sarebbe bastato in seguito scusarsi, che lasciar scappare il colpevole in quel caso. Ora però rimaneva da capire come evitare che la facesse franca. Di affrontarlo direttamente non se ne parlava. Aveva imparato a manipolare il chakra meno di quarantotto ore prima, mentre il sospetto era per lo meno uno ninja. Socchiuse appena gli occhi, visualizzando un'immagine mentale della stanza. L'aveva studiata approfonditamente prima di iniziare a riordinare, memorizzandone i dettagli. Ci doveva essere qualcosa che faceva al caso suo. Un istante dopo riaprì gli occhi di scatto e sorrise. Trovata.

    Si avvicinò piano, coprendo i suoi passi con le parole. Sa, ora che ci penso sopra doveva esserci qualcuno... Però era solo di passaggio, magari è uscito o forse... Non ebbe bisogno di aggiungere altro. Giunta a pochi passi dal muro, mentre l'uomo non era neppure a mezza scala, finse di scivolare e, con tutta la nonchalance del mondo, si appoggiò di peso sull'allarme antincedio dell'archivio. Era logico che ve ne fosse uno in mezzo a tutta quella carta e con il suo colore rosso le era saltato all'occhio. Per un istante non accadde nulla, e la ragazza sospettò che fosse guasto, ma all'improvviso un suono roboante attraversò l'intero palazzo dell'amministrazione, raggiungendo presumibilmente anche l'ufficio dell'amministratore. Fortunatamente non si attivò il sistema di spegnimento delle fiamme, legato invece ai rilevatori di fumo posizionati sul soffitto. Arretrò lentamente, scusandosi con le mani. Ops, che sbadata! A quel punto non restava che sperare che Hebiko o Febh si muovessero a raggiungerla, altrimenti per lei si sarebbe potuta mettere molto male.


     
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    VII - Il topino e la Vipera



    Febh borbottava qualche motivazione, restando sul vago riguardo alla sua fantomatica riunione. Hebiko gli puntò addosso un piccolo broncio, rimandando l’argomento a dopo la sua curiosità, della quale fu stupita della reazione. Rimase a bocca aperta per qualche secondo, indecisa sul cosa rispondere, ma era chiaro come sembrasse non condividere la sua decisione.

    Ma… Sì, d’accordo, non hai certo l’atteggiamento di un capo. Potevi cercare qualcuno di affidabile che facesse la maggior parte del lavoro per te! Sei tu il pazzo a combattere alla morte per non avere il ruolo, ti sarebbe bastato prendere qualcuno sotto la tua ala e addestrarlo a dovere per far sì che diventasse il tuo sostituto!! Pensavo che dal mio arrivo avessi iniziato a capire i vantaggi del far fare il lavoro ad altri e godersi solamente il potere assoluto!

    Certo, forse non aveva considerato che dal suo arrivo, lui era stato costretto a lavorare, nonostante avesse ridotto al minimo il lavoro medio di un Kage, lo aveva comunque costretto a fare qualcosa. Si mostrò leggermente più turbata, riflettendo tra sé: non gli andava di chiedergli se avesse già trovato un sostituto, poteva rischiare di dargli un’idea che non aveva ancora avuto, e l’unico altro otese che, per sentito dire, sapeva fosse forte quanto lui e ipoteticamente adatto a quel ruolo poteva essere Diogene. E dopo ciò che le aveva detto Raizen, avrebbe sicuramente fatto di tutto per evitare che accadesse.

    Devo ancora trovare il modo di dirgli tutto… Senza che scopra che sono stata io.

    Temeva una reazione negativa da parte sua, ma non era il momento di pensarci. Quando lo incalzò, insistendo sulle motivazioni della riunione, si rifece vago, mentre lo sguardo della Vipera si assottigliava, capendo quale fosse l’argomento sul quale doveva insistere.

    Febh… Sono la tua assistente. Non c’è top secret per me. Come potrei svolgere il lavoro al meglio, senza costringerti a passare ORE ad organizzare il tutto, se non mi dici nulla? Certo, se hai voglia di passare le tue vacanze col mio fiato sul collo, mentre controllo se stai effettivamente lavorando o meno, fai pure… Altrimenti, sputa il rospo, e lascia che me ne occupi io, mh?

    Se era vero che aveva combattuto a morte piuttosto di fare l’Amministratore, qualcosa di semplice ma per lui terribile, come negargli le sue agognate ferie, poteva scioglierlo e far sì che rivelasse qualcosa. Tutto andava bene… Fino a che un tremendo allarme non rimbombò per tutta l’Amministrazione, proveniente dritto dall’archivio. Si mise le mani nei capelli, realizzando il suo errore.

    AH! L’archivio… Ho lasciato lì la nuova!!

    Hebiko si bloccò per qualche istante, guardando prima Febh e poi la porta, mordicchiandosi il labbro. Stava perdendo l’occasione di ottenere preziose informazioni, forse per colpa di una sua leggerezza. Cosa poteva aver combinato la ragazzina per aver fatto scattare l’allarme antincendio?

    ...Vado a controllare! Tu resta QUI, non abbiamo ancora finito!

    Non aveva nemmeno pensato a portarsi dietro lo Yakushi, era convintissima che lui avrebbe sfruttato quella situazione per sfuggire alla Vipera e rimandare la cosa a chissà quando, ma potenzialmente il problema nell’archivio poteva essere troppo pericoloso da lasciar perdere, continuando l’interrogatorio.

    Giuro che la strangolo! Spero che abbia avuto un ottimo motivo, altrimenti…!

    Corse fuori dall’ufficio, scattando verso l’archivio. A metà strada però, dato che non c'erano altre vie, se il topo non fosse stato sufficientemente rapido nel trovare un nascondiglio, i due si sarebbero sicuramente incrociati, ed Hebiko non sarebbe rimasta con le mani in mano di fronte ad un nukenin.
    Sarebbe bastato un veloce sguardo al coprifronte, per farla bloccare all’improvviso dalla corsa verso l’archivio e farla sibilare aggressiva. Silenziosa e letale, non avrebbe aspettato un solo secondo per agire, consapevole di non volerlo ancora uccidere, senza sapere chi fosse e cosa ci facesse lì.
    Si lanciò in avanti, annullando le distanze[Slot gratuito] tra i due, attivando contemporaneamente la sua innata e avvolgendo il braccio attorno al suo collo, soffocandolo senza però rendere la stretta mortale, almeno non ancora. Se fosse riuscita a prenderlo, e avesse notato che fosse più debole di lei, lo avrebbe spinto a terra, tenendolo fermo con un piede sullo stomaco, mantenendo comunque la presa ben salda, facendogli mancare parzialmente l’aria. Si sarebbe poi chinata minacciosa verso di lui, sibilandogli vicinissimo all’orecchio.

    Sarà meglio che tu abbia un’ottima scusa per giustificare la tua presenza qui. I topi dovrebbero stare alla larga dalla tana della Vipera…

    Se fosse stato sufficientemente abile dall’evitare la presa della ragazza, quest’ultima non si sarebbe tirata indietro, ma avrebbe proseguito la sua offensiva, estraendo la sua lamaKaiken [Mischia]
    Il Kaiken era un'arma definita tale per le proprie fatture e facilità d'uso. Usata preferibilmente dalle Ninja donna, ovvero dalle Kunoichi, aveva la stessa funzione e dimensioni del Tanto. Poteva essere nascosto tra le vesti, era un'affilata lama da taglio.
    Tipo: Lama-Taglio
    Dimensione: Mediopiccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 15 | Durezza: 2 | Crediti: 25)
    preferita, tentando di infilzargliela nel fianco sinistro, proseguendo con una spazzata data ad arco livello degli stinchi. da sinistra a destra, cercando di farlo cadere sul fianco, in modo da effettuare la stessa presa tentata in precedenza, cercando di portarvisi nella stessa posizione pensata, sibilandogli il suo pungente commento.
     
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    VII
    Scacco al Ratto


    Febh non era stato troppo a pensare a ciò che stava dicendo, anche perchè gli eventi con Ogen erano avvenuti ben prima del colpo di stato segreto, ma cercò di tirarsi nuovamente in carreggiata. Macchè potere assoluto! Sarei stato schiavo di cerimonie e rituali e boiate. Mai nella vita, senza contare che probabilmente mi avrebbero voluto usare a mò di fantoccio. E comunque la Capoclan avrebbe dovuto usare chissà quali intrighi per spostare temporaneamente Orochimaru, quindi meglio lasciar tutto come sta. Quello doveva bastare a chiudere gli spiragli su un possibile cambio di Kage, almeno per un pò, anche se gli si rizzarono i capelli al pensiero di doversi tenere la segretaria addosso per tutto il tempo delle vacanze, costringendolo a fare DAVVERO una riunione e non a sfruttare la cosa come una banale scusa (nella sua testa contava di organizzare una riunione tranquilla intorno a un tavolo con qualche pacchetto di patatine, uno di noccioline che tanto avanzano sempre e magari qualche bibita...roba da fare nel giro di mezza giornata col passaparola...non era esattamente il miglior Amministratore che si potesse immaginare, ecco.)

    Oh, no, no, non preoccuparti, davvero. Posso sistemare le cose facilmente e poi... Annaspò alla ricerca di qualcosa che potesse giustificare il segreto senza che si desse nuovamente la zappa sui piedi, per poi rammentare una delle tante lezioni di vita dategli dal suo vecchio Sensei (quello che gli aveva trasmesso l'ideale del "se puoi agire da carogna, fallo", per intenderci) riguardo alle donne. Il vecchio Homura era uno sciovinista e un dongiovanni con più storielle di un marinaio e tipicamente un gran numero di rotture di cuore e di cinquine sulla guancia, quindi dall'alto della sua assoluta instabilità sentimentale era stato un pessimo esempio per l'allievo, specie quando si dava ai consigli sul gentil sesso. Nello specifico una volta disse "Se vuoi che una donna smetta di farti domandee, dille che quello che nascondi riguarda il futuro. Inizierà a pensare solo a quello e si dimenticherà del resto". Vero o meno che fosse questo consiglio stereotipato, Febh lo colse appieno dal flusso dei suoi ricordi, applicandolo però con una certa sbadataggine. E poi...no, ecco. Non posso dirtelo. Perchè è una cosa molto...uhm...molto seria che riguarda il futuro. Il futuro di entrambi, ecco...uhm... Non era uscita esattamente come la aveva pensata, ed era ad alto tasso di fraintendimento.

    Stava per correggersi quando venne letteralmente salvato dalla campanella, per così dire. Uh...perchè sei così agitata? L'allarme suona SEMPRE quando io vado negli archivi. Chiese con candida innocenza, senza preoccuparsi troppo dell'effettivo significato di quelle parole o della convenzione col servizio di vigili del fuoco di Oto. Anche se in effetti ora NON sono negli archivi. Si accigliò, pensando se aveva inavvertitamente lasciato qualche candelotto esplosivo acceso (a volte li accendeva per gioco, ma capitava che si dimenticasse di spegnerli), ma almeno fra loro due Hebiko dimostrò un minimo di buonsenso (non che ci volesse molto a eclissare lo Yakushi nel suo stato normale in quel campo...bastava un bambino di otto anni) e si precipitò di sotto, intimandogli di restare dove stava. Febh posò le mani sulla scrivania, come un cucciolo obbediente, senza alcuna intenzione di alzarsi.

    Almeno finchè lei fosse stata a portata di orecchio.

    [...]

    Ehi, cosa ti avvicini a fare, ragazzina? Continua col tuo lavoro. Lo squittìo irritato dell'uomo servì a poco contro la ragazza in avvicinamento, mentre anche da là lei poteva sentire le rotelle nel cervello del ladro che si avvicendavano nel cercare di capire quanto potessero essere attendibili le informazioni riguardo alla gente al piano di sopra, quando lei "inciampò" finendo per premere il bottone. All'omino si rizzarono i pochi capelli che aveva in testa, mentre arricciava il naso quasi fosse un topo vero e proprio, sorpreso dall'allarme improvviso. Razza di...! Colto dal panico cominciò a guardarsi intorno alla disperata ricerca di una via di fuga che non fosse la scala da cui sicuramente sarebbero accorsi eventuali soccorsi!

    Alla comparsa di Hebiko ebbe un secondo sussulto, mettendo mano a un Kunai con urgenza, pronto a vendere cara la pelle anche se in realtà il suo sguardo stava evidentemente cercando ogni possibile via di fuga. Oh nononono! Stupida imbranata! Sbottò verso Harumi, squittendo ancora più forte e poi ritrovandosi col braccio di Hebiko che si estendeva ben oltre i limiti articolari, cogliendolo di sorpresa. Non potè fare altro che sfruttare una delle arti ninja di base per sostituirsi con un ciocco di legno che la serpentina kunoichi sbattè a terra, estraendo poi la sua arma ma trovandosi troppo distante per effettuare delle reali offensive [Difesa Totale - Tecnica della Sostituzione]. Il tizio riapparve a una manciata di metri dietro Harumi, puntando il suo misero e tremante Kunai nella direzione della ragazza che credeva essere solo un'impiegata. Non un passo o la ragazza muore! Guarda che lo faccio, eh! Lo faccio! Era a forse due metri da lei, ma a più di otto da Hebiko, ancora sulla scala, e dalla sua sacca erano cadute una manciata di chincaglierie ninja con tanto di targhetta che le identificava come oggetti segreti di proprietà del villaggio. Il cotton-fioc metallico gigante era ancora al suo posto. Non doveva esserci nessuno oggi, maledizione! Il piano era perfetto! Avevo anche mandato quella nota all'Amministratore per fargli sapere che c'era un modo per andare in ferie per sempre... Si lamentò, rivelandosi come il primo motore di tutta quella faccenda...anche se era da vedere chi diavolo fosse e se avesse agito da solo, ovviamente.
     
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    Post viii ~ Fearless



    A quanto pareva la sua deduzione era accurata al cento per cento. L'ometto non era uno shinobi di Oto, non più almeno. Harumi osservò gli arti di Hebiko allungarsi come avevano fatto in precedenza nella stanza dell'amministratore, ma questa volta con intenti ben più pericolosi. L'intruso, tuttavia, non si lasciò intrappolare come la segretaria aveva immaginato, ma utilizzando un jutsu sconosciuto alla ragazza si portò ben lontano dalla minaccia. Con voce malferma, pugnale ninja alla mano, si rivolse verso la giovane che, non del tutto a torto, poteva essere ritenuta la responsabile della sua attuale situazione. Maneggiando con una certa dose d'incertezza il kunai, cercò di intimidire le due donne. Harumi, che si era voltata per seguire la figura, lo squadrò, con una calma fuori luogo considerando che il nemico gli puntava addosso un'arma dichiarandosi pronto a farla fuori. C'era però da comprendere che la giovane si era rassegnata a morire alcuni giorni prima, preparandosi psicologicamente alla propria dipartita ed accettando il suo fato. Grazie all'intervento di due kunoichi della Foglia era riuscita a salvarsi, ma il trattamento subito l'aveva segnata. In una situazione così incerta non riusciva a provare paura, ma solo lucida concentrazione. Fece un passo verso l'uomo, osservandolo con attenzione. Non era abbastanza forte da affrontare la Vipera, questo era chiaro. Forse era solo poco più esperto della stessa ragazza che stava minacciando. Tuttavia Harumi non avrebbe certo cercato un confronto diretto con l'uomo: nonostante le basi dell'arte ninja insegnateli da Kairi e Ayuuki, infatti, il massimo che poteva fare era difendersi da un eventuale attacco. Eppure, se la sua analisi era corretta, il traditore non l'avrebbe avuto il coraggio di farlo. Il suo era un'estremo tentativo di mettersi in salvo, tirando in mezzo lei quale ostaggio. Peccato che per la segretaria, probabilmente, il suo valore era nullo se paragonato agli oggetti di cui il nukenin si stava cercando di impadronire. Ponderò tutti i dati a sua disposizione in un paio di istanti poi, risoluta, Harumi prese la sua decisione. Con la schiena ben eretta e le mani chiuse a pugno lungo i fianchi, parlò con tono risoluto. Hebiko-sama, non si preoccupi per me e lo fermi. Il comando era pacato e, sebbene quasi impercettibile, quello era il tono non di un permesso, ma di un ordine, e da eseguire immediatamente per giunta. Non un filo di esitazione, né un tentennamento. Il vero carattere della giovane era stato forgiato nelle fiamme che avevano lambito il suo corpo ed ora che la sua vita era nuovamente a rischio emergeva, fiero e coraggioso. Non sarebbe mai più stata in balia delle decisioni altrui, mai più. L'aveva promessa e se stessa quando il fato aveva deciso di donarle una nuova possibilità di ricominciare.


     
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    Hai fatto cosa...?

    VIII



    La Vipera strinse la presa sul ciocco, spezzandolo: la irritava non poco che il nukenin le fosse sfuggito con tanta facilità, e dove diamine aveva trovato quel ciocco al quale sostituirsi?

    La donna delle pulizie dovrà spiegarmi PARECCHIE cose.

    Minacciosa, rimase ferma per un attimo, ascoltando cosa avesse da dirgli quella sorta di topo umanoide, ora che aveva preso in ostaggio la neo-kunoichi. Hebiko sbuffò all’ascoltare le sue minacce, lasciandosi sfuggire un commento:

    Come se mi importasse.

    Non era del tutto vero, perlomeno non di norma, in quel momento era sufficientemente accecata dalla rabbia dall'ignorare il suo senso di protezione dato dalla sua posizione nel villaggio. Aveva sufficientemente a cuore il voler proteggere gli abitanti del proprio villaggio, aveva anche approvato le idee di Shinken riguardo nuove protezioni per esso; ci teneva, voleva che tutti gli shinobi sapessero di poter crescere in un ambiente sicuro, dove l’unico pericolo era quello di infrangere le regole e trovarsi faccia a faccia con la Vipera. Ma nukenin che superavano la sorveglianza, soprattutto apparentemente deboli come quello che si ritrovava davanti, indicavano due possibili cose: il villaggio non era sufficientemente protetto, o c’era qualcuno col potere di far entrare elementi simili senza difficoltà. Qualcuno che poteva trovarsi ancora all’interno del villaggio.
    Tremante, a stento riusciva a tenere il suo kunai in posizione, in un vano tentativo di minaccia. La Vipera stava per tentare un approccio più discorsivo, ma prima che potesse aprir bocca, il topo si fece sfuggire troppi dettagli riguardanti il suo piano.
    A stento riuscì a finire la frase. Hebiko lanciò un kunai verso il polso armato del nemico, scattando contemporaneamente in avanti in modo da accorciare in maniera sostanziosa le distanze. Che il nemico si fosse allontanato o meno, sarebbe comunque scattata più vicino possibile, carica di elettricità da testa ai piedi, ed avrebbe allungato il braccio passando sopra la testa del nukenin, in modo da evitare che usasse la ragazzina come scudo, e scaricandogli tutti i volt accumulati sulla nuca. Da quella posizione, avrebbe lasciato che il braccio si avvolgesse sul suo collo, trascinandolo verso di sé con violenza colpendolo con una poderosa testata. Se la ragazzina fosse stata ferita (e lo Yakushi avesse davvero mantenuto la promessa di starsene al suo posto), avrebbe pensato dopo a lei, a meno che la situazione non fosse stata grave. Ci avrebbe pensato dopo però.
    I suoi giallissimi occhi furiosi erano puntati verso il nukenin, con il suo braccio che a stento gli lasciava aria per rispondere alle sue domande.

    Sei ancora in vita solamente perché ho fermato il tuo “geniale” piano in tempo. Chi sei, perché sei qui, chi ti manda.

    Sventolò la sua lingua vicinissima al topo, con tutta l’aria di volerselo mangiare. Minacciosa, indicò con un cenno della testa la sua enorme sacca.

    Cosa c’è lì dentro?

    Se per qualsiasi motivo non fosse riuscita ad accanirsi su di lui, ed Harumi fosse stata ancora tra le sue grinfie, avrebbe reagito con un sibilìo piuttosto aggressivo.

    Se la uccidi, ci sarà una persona in meno a sistemare le cianfrusaglie in archivio. E io ODIO dovermi occupare dei compiti altrui. E tu non vuoi farmi arrabbiare. O giuro che quando uscirai da qui l’unica appendice che sarà rimasta attaccata al tuo corpo sarà la testa.
     
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    VIII
    Odore di Pioggia


    Il topo d'appartamento (mai termine fu più adeguato) rimase un secondo spiazzato quando la ragazza che minacciava si voltò con un'espressione vacua ed al contempo stoica, annunciando che non aveva alcun interesse per la sua stessa vita, anche se in termini diversi. Cos...cosa? Ma sei matta? Guarda che finisci con un coltello in... Non fece in tempo a finire la frase perchè Hebiko, in uno scatto di nervi al sentire il piano dell'altro partì immediatamente alla carica mentre un Kunai apriva la sua offensiva. Un guizzo di mano permise al ladro di deviare il colpo con l'arma che impugnava senza essere ferito, ma la differenza di forza finì per disarmarlo, suo malgrado, proprio mentre le distanze si accorciavano a velocità che lui non poteva sognarsi di raggiungere, cosa che pensò bene di sottolineare con uno strilletto tutt'altro che virile mentre sollevava le braccia per difendere il volto.

    Peccato che il colpo mirasse alla nuca, complici le arti flessibili della Kunoichi. Pochi istanti dopo il poveraccio era stato ridotto all'impotenza da una scarica elettrica violenta e da una testata che aveva poco di delicato, mentre la giovane Harumi, rimasta immobile e determinata, se la cavò senza un singolo graffio. Stretto al collo e ormai prigioniero, il Topo non potè certo impedire che la Kunoichi frugasse il sacco della refurtiva, magari con l'aiuto dell'altra ragazza presente, anche se verosimilmente quel bizzarro manufatto avrebbe evocato più domande che altro. Ci-ci sono solo delle-delle cose che volevo rivendere. Non so nemmeno cosa siano ma sembravano di valore, alcune erano in una cassaforte nascosta! Lo giuro! Confessò una volta riavutosi dallo stordimento, mentre gli occhietti da roditore guizzavano qua e là alla ricerca di una via di fuga che purtroppo non era a portata di mano. So-sono solo un pesce piccolo...lasciatemi andare, vi prego! Non lo farò più, lo giuro!

    Non...non mi manda nessuno! Mi hanno solo suggerito un piano per distrarre l'Amministratore. Un...sono solo voci che girano, lo giuro! Era disperato e non sembrava proprio una persona abile a mentire, ma le apparenze spesso ingannano, no? Volevo rivendere tutto a Ame...là si fa di tutto per soldi, e i soldi ti fanno avere tutto! Possibile che fosse così semplice? Io sono un-un bravo scassinatore. So aprire ogni serratura e...e niente, ho pensato di fare soldi facili qui. Aveva un coprifronte rigato di Oto, ricordiamo, quindi forse possedeva informazioni di prima mano. La storia poteva anche reggere, ma cosa avrebbero fatto le due ragazze?
     
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    Post ix ~ Interrogatorio



    Le due ragazze erano riuscite a mettere al tappeto il ladro ormai conclamato. Più Hebiko a dire la verità, perché Harumi aveva contribuito semplicemente non intralciando la segretaria. Certo, senza di lei e le sue deduzioni lo scassinatore se la sarebbe probabilmente svignata indisturbato, e l'atteggiamento incurante del pericolo che aveva assunto nei pochi istanti in cui era stata suo ostaggio, o presunto tale, aveva minato la sicurezza dell'uomo, rendendolo ancora più arrendevole di quanto già non fosse per natura. In ogni caso, ora, la Vipera e l'aspirante kunoichi, dovevano cercare di ottenere risposte dall'omuncolo. Non bastava aver sventato il furto: bisognava capire chi c'era eventualmente dietro, al fine che tale rischio non si ripresentasse prendendo le dovute contromisure.
    Secondo logica, per iniziare Harumi raccolse indizi, frugando con attenzione tra il materiale sottratto dall'intruso. Ad incuriosirla fu soprattutto un bizzarro strumento, simile ad un cotton-fioc di metallo. La giovane se lo rigirò tra le mani, chiedendo lumi anche ad Hebiko. Io sono solo agli inizi, quindi non me ne intendo molto. Cosa sono questi rotoli? E questo...coso? Nonostante la sua notevole proprietà linguistica, concessale da un'incredibile memoria nutrita da montagne di libri, unici compagni nella sua solitaria infanzia, non riuscì a trovare un termine adeguato per descrivere l'oggetto. Anche alle affermazioni del prigioniero, pungolato dalla violenta ninja di Oto, Harumi non potè fare altro che sollevare un sopracciglio. Era strano che gli oggetti di valore fossero custoditi in cassaforte? Non lo credeva, sebbene forse la sua compagna avrebbe potuto dirle di più a proposito. Tuttavia, nelle sue parole c'erano delle incroguenze, o per lo meno delle increspature sulla superficie, lievi ed incerte. Mordicchiandosi appena il labbro, un vezzo che emergeva a volte quando la ragazza era sovrapensiero, mormorò tra sé e sé, ma sufficientemente forte perché gli altri potessero udirla. Ti definisci un pesce piccolo, come se facessi parte di un'organizzazione più estesa, ma poi affermi che non ti manda nessuno. E non sai cosa stai rubando, ma sai esattamente dove si trova la cassaforte nascosta in cui sono riposti oggetti top secret. Bizzarro... Il suo cervello stava macinando ipotesi su ipotesi, cercando la quadratura del cerchio. Fare deduzioni le piaceva, le veniva naturale. Non era mai arrischiata però, e tendeva a raccogliere tutti gli elementi disponibili prima di esprimersi. Scelse di indagare più a fondo partendo dalle confessioni dell'uomo, ponendo che fossero vere col beneficio del dubbio. Dimmi. Il tono di voce sarebbe stato calmo, basso, e proprio per quello probabilmente di maggior effetto rispetto al gridare irato dell'altra kunoichi. Chi ti avrebbe suggerito il piano per distrarre l'amministratore? Harumi piantò i propri occhioni su quelli dell'interpellato, fissandolo con l'aria di chi si aspetta una risposta, sincera e alla svelta. La giovane non aveva mai udito parlare di Ame, quindi, per non mostrare tale ignoranza di fronte all'uomo, avrebbe lasciato che a trattare tale argomento fosse la Vipera. Sul fatto che fosse un bravo scassinatore poteva anche crederci, in fin dei conti era arrivato fin lì, recuperando tutti quegli oggetti, senza che un singolo allarme suonasse. Che stesse agendo da solo, in quel frangente, era ugualmente possibile, altrimenti si sarebbero già ritrovati ad affrontare i suoi alleati. Che l'idea fosse stata partorita completamente dal suo cervello, però, non ne era molto certa, anzi. Poteva essere più furbo o coraggioso di quanto dava a vedere, ma in ogni caso un ladro da solo non avrebbe scelto come obiettivo l'amministrazione di uno dei più potenti villaggi ninja del continente. Non con l'idea di fare soldi facili, per lo meno. Iniziando a girare intorno a Hebiko e al ladruncolo, con le mani unite dietro la schiena, riprese a mordicchiarsi il labbro, distratta. Le stava sfuggendo qualcosa. E se avesse veramente detto la verità, ma non fosse consapevole di essere stato usato per qualche altro scopo? Un furto su commissione forse, senza che il committente si arrischiasse a confidare alla bassa manovalanza cosa stesse realmente sottraendo. Oppure un diversivo per qualcosa di più grosso che stava accadendo altrove? In quel caso non potevano farci niente, ne sarebbero comunque venuti presto a conoscenza. Tornando sui suoi passi, decise di spremerlo un altro po', formulando delle prime congetture. Piantandosi nuovamente di fronte a lui, alzò le spalle, portò le mani chiuse a pugno sul bacino e assunse un'aria minacciosa. Parliamoci chiaro, per noi sarebbe semplice, oserei dire quasi conveniente, farti sparire. Nessuno si farebbe delle domande, saresti dimenticato e basta, come se non fossi mai esistito. Sei un pesce piccolo in fin dei conti, l'hai detto tu stesso. Si chinò leggermente, incombendo su di lui pur mantenendosi a distanza. Se ti dimostrerai utile, tuttavia, potremmo prendere in considerazione l'idea di sprecare un po' del nostro tempo e trovarti una sistemazione più comoda rispetto a un'anonima fossa comune. Sospirò. Il poveretto dovette credere che quello sbuffo fosse per la fatica di pensare ad una soluzione che non fosse la sua morte. In realtà, la ragazza si stava chiedendo da dove le nascesse tutta quella sicurezza. Mai prima di allora aveva minacciato di morte qualcuno, e anche fingere come in quel frangente la metteva a disagio. Strinse comunque i denti, e proseguì, portando l'affondo finale. Dimmi, ha senso proteggere qualcuno che ti tratta come spazzatura? Per loro sei solamente una pedina sacrificabile e facilmente rimpiazzabile, un anonimo ingranaggio nelle loro macchinazione da sostituire una volta rotto. Non avrebbe aggiunto alto, limitandosi a indietreggiare lanciando uno sguardo alla segretaria, cercando di farle intendere che bisognava lasciare il tempo affinché le sue parole facessero effetto sulla mente del prigioniero. Non lo avrebbe forzato ulteriormente, aveva sentito tutto ciò che c'era da sentire. Se ora voleva dir loro tutto ciò che sapeva, sperando di salvarsi così la vita, spettava a lui deciderlo, e a nessun altro.


     
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    Interrogazione

    IX



    La rossa ghignò non appena capì che la presa aveva avuto successo, agitando la sua preda come un sonaglio, lasciandolo penzoloni in aria. Nel mentre, Harumi frugava nel suo sacco come avesse appena ricevuto inaspettati regali di Natale, iniziando a fare domande sulla natura dei vari oggetti. Hebiko mantenne il suo interesse verso la vittima, sibilandogli contro minacciosa, rispondendo distrattamente alla neo-ninja:

    Quelli sono rotoli proibiti. Quel coso non ne ho idea, un’arma probabilmente. E questo è un nukenin, un traditore.

    Lasciò che Harumi lo interrogasse a modo suo, agitandolo di tanto in tanto, soprattutto in caso di risposta muta. Il contenuto del sacco le sarebbe interessato dopo, prima c’era un’unica domanda che voleva porre al povero topino strangolato:

    Hai coraggio da vendere, o sei terribilmente stupido. Un nukenin di Oto… che ruba in Amministrazione ad Oto?? Davvero pensavi di cavartela? Che nessuno avrebbe fiatato?

    Lo avvicinò al suo viso, sibilando:

    Nessuno di voi sporchi ratti traditori può pensare di sfuggirmi una volta che si infila nel MIO territorio.

    Sì, perché che fosse stata davvero la padrona o meno li dentro (e se non lo era ufficialmente, lo sembrava per parecchie persone), quella era la sua area di lavoro, e suo territorio. E mai avrebbe permesso che qualcosa andasse storto; detestava gli imprevisti, soprattutto quelli che gli dava Febh, ma ancora di più imprevisti suggeriti da fonti esterne.

    Prendi tutto. Un ordine secco, rivolto alla giovane di fianco a lei. Rimetti tutto nel sacco. E andiamo da Febh. Sarà meglio per lui che abbia ascoltato i miei ordini.

    Con il topo ben saldo tra la sua stretta, si incamminò verso l’ufficio, trascinandoselo dietro con poca grazia, facendolo strisciare sul pavimento alle sue spalle. Aprì la porta dell’ufficio con un movimento brusco, osservandone l’interno, prima di parlare con l’eventuale ancora presente Amministratore:

    Febh. Abbiamo trovato questo. Alzò il nukenin, esibendolo come un trofeo di pesca. E aveva preso quella roba. PERCHE’ non è scattato nessun allarme, fino a che la nuova arrivata non ci ha avvisati?

    Se Febh non fosse stato presente, la Vipera avrebbe sfogato la sua frustrazione sbattendo la sua vittima a terra, pur mantenendone la presa.

    Io gli avevo detto “resta qui!” “Non ti muovere!” Perchè è così difficile da capire!?

    Prese il topo, tirandoselo vicinissimo al volto, quasi a volerselo mangiare:

    Lo sai che per colpa TUA ho dovuto posticipare un importantissimo discorso?? Hai idea di cosa ti succederà se non riuscirò più ad estorcergli quelle informazioni, facendo sì che agisca di testa sua e combini chissà quali casini??

    Lo sbattè di nuovo a terra, lamentandosi con sé stessa:

    Ha parlato di futuro di entrambi!! Non ho idea di cosa intendesse, ed ora se non lo riprendo sarà libero di agire di testa sua combinando chissà cosa!!
     
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    Io...io...no, mi fraintendete...io... Le osservazioni di Harumi lo avevano inchiodato colpendo nel vivo, dato che la mente del povero roditore, complice la pressione legata alla cattura, gli impediva di trovare qualche scusa decente per cavarsi d'impiccio. Io...me lo ha detto un tale...nei vicoli. Un...un'Ascia. Si. Una delle Asce. Uno dall'aria normale...niente segni di riconoscimento, si. Uno che non lascia il segno, non so se saprei riconoscerlo e... Le minacce di Hebiko lo fecero ammutolire, tremante mentre la segretaria cominciava a muoversi per tornare al piano di sopra. Harumi intanto proseguiva con la sua filippica, specificando senza mezzi termini che per il topo d'appartamento l'unica via di fuga era la fossa, se fosse rimasto in silenzio. E questo lo fece sbiancare fin quasi ad avere le lacrime agli occhi. La menzione dell'Amministratore poi fu la mazzata finale, tanto che prese a farfugliare, piagnucolando per avere salva la vita mentre il taglio della bocca e le smorfie erano l'incarnazione stessa dell'impotenza e della paura.



    Spalancata la porta dell'ufficio di Febh, due piani sopra, Hebiko e Harumi si sarebbero trovate davanti a una finestra aperta, con tanto di tende che oscillavano al vento, e con Ssalar sulla scrivania che sembrava intento a impacchettare degli snack...segno che il fattaccio era avvenuto da poco. Si poteva facilmente leggere "beccato" sul muso da rettile, che rimase come impietrito. Oh...uhm...Febh è...andato a...una cosSsa di pochi minuti. Ebbe uno scarto quando la segretaria sbattè con forza il Ratto a terra. Ok...è sSscappato appena ha visSsto l'occasSSsione! Io ho provato a dirgli di non farlo, ma lui non asSscolta mai e... Bell'amico, il lucertolone, ma il rapporto con il suo evocatore in fondo era di amore/odio, e poi nulla lo terrorizzava più di essere lasciato a quella maniaca di Hebiko con le sue passioni per i vestitini. Il topo piagnucolava ancora più forte, e fu in quel momento che la lucertola realizzò due cose: la prima era il gigantesco cotton-fioc; mentre la seconda era la peculiare stretta con cui era stato catturato il prigioniero.

    Uhm..eh...maaa...da quando fai quella cosSsa col braccio? Febh ancora non lo sapeva e sarebbe stato certo meglio per tutti se la faccenda fosse rimasta segreta...anche se di lì a pochi giorni la comparsa di serpenti fuori controllo avrebbe precipitato il tutto. E poi...ops! Ma quella è la Chiave del...ehm..Dove la ha presSsa questo tizio? Deglutì, seriamente scosso...e per scosso si intende quel genere di inquietudine che passa per chi ha a che fare con un leone addormentato che sta per svegliarsi. SSse Febh sSscopre che qualcuno la ha presSsa è capacisSSsimo di radere al suolo mezzo villaggio pur di trovare un colpevole! BisSsogna rimetterla sSsubito a posSsto! Davvero quesSsto tizio la sSstava rubando? Ma nesSSuno dovrebbe sSsapere nemmeno che esSsiste a parte il Chikuma! E' roba grosSSsa! Il ratto prese a tremare dopo l'ennesima botta e quelle parole, guardando prima Harumi e poi Hebiko,prima di sciogliersi infine.

    Io...io non lo sapevo! Mi avevano detto che sarei entrato a Ame se avessi rubato quella roba! Mi hanno dato tutte le informazioni...tutte, mi dispiace moltissimo, vi prego! Non uccidetemi...non lasciatemi con quell'Amministratore, vi prego! Non pensavo fose una cosa così preziosa! Ame? E come fa Ame a sSsapere della Chiave? Si intromise Ssalar. Non lo so...mi hanno solo chiesto di rubarla e già che c'ero ho preso qualche altro rotolo, per arrotondare. Il mio contatto ha detto che ha corrotto uno degli impiegati, non so chi...vi prego...dovevo solo portare questa roba a Ame e mi sarei sistemato... Sembrava realmente che non sapesse nulla di più, ma la corruzione di un impiegato era qualcosa di grosso, che certo sarebbe stato da verificare in futuro. Comunque, anche se interrogato con mezzi più raffinati non avrebbero cavato molte altre informazioni dal roditore.

    Dovevano solo decidere che fine fargli fare...e come comportarsi con quella Chiave la cui presenza sembrava spaventare tanto Ssalar, segno che la reazione di Febh non sarebbe stata qualcosa di facile da placare se la avesse trovata fuori posto.
     
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    Post x ~ Nuove domande



    Harumi annuì alle confessioni del sospetto, continuando a guardarlo di sottecchi. Da una parte voleva fargli intendere che gli credeva, rassicurandolo quel tanto che bastava da farlo aprire ulteriormente. Dall'altra, cercava di evitare di trasmettere l'insicurezza che provava: stava capendo meno della metà di quello che ascoltava, per lei le asce erano solo degli attrezzi, delle armi al massimo, ed Ame niente più che una località lontana. Capisco capisco... Avrebbe tuttavia lasciato che Hebiko lo strattonasse a dovere, dopo aver deciso di recarsi dal grande capo per avere la sua assistenza su quello strano caso. Il quale aveva però deciso di tagliare la corda, una volta sottrattosi alla sorveglianza della zelante segretaria.

    La giovane spalancò la bocca di fronte alla lucertola parlante. Da dove veniva lei gli animali se ne stavano generalmente ben muti davanti agli umani. Ripresasi nel tempo di un battito di ciglia dalla sorpresa, eseguì un inchino come se si fosse trovata davanti ad un superiore nella scala gerarchica non scritta che le persone educate seguono da tempo immemore, presentandosi. Piacere di conoscerla, signora Lucertola. Io sono Harumi, aspirante kunoichi. Aveva ormai preso la sua decisione ed era decisa ad attenervisi strettamente. Osservò in disparte lo scambio di battute tra il rettile e la Vipera, senza perdere d'occhio il prigioniero. Voltò la testa a fissare la creatura quando questa si lasciò quasi sfuggire la reale essenza dell'oggetto che più di ogni altra cosa aveva attirato la loro attenzione. Chiave? Le frasi sconnesse che seguirono, intervallate da lunghi sibili serpentini, non fecero che accrescere la curiosità della giovane. Ulteriori confessioni seguirono, senza che nessuna sconvolgente verità fosse però rivelata. Rimuginò per qualche secondo sui frammenti di informazioni ricevuti, cercandovi un filo conduttore. Quando fu pronta, approfittando di un momento di silenzio, espose a voce alta le sue conclusioni. Penso... Ottenuta l'attenzione degli astanti, ricacciò la timidezza ed alzò il tono di voce per renderlo più sicuro. Non so se sia davvero il caso di non informare l'amministratore di una falla del genere nella sicurezza. Credo tuttavia saggio individuare una nuova locazione per la chiave... Per qualsiasi cosa celi, completò mentalmente la ragazza ...visto che quella vecchia è ormai compromessa. Di sicuro altri ne sono a conoscenza, a parte il ladro che abbiamo acciuffato. Lanciò un'occhiataccia all'omuncolo. In realtà, se davvero si trattava di un artefatto tanto prezioso, dovevano ringraziare che avessero mandato una persona tanto inetta a recuperarlo, la quale si era fatta beccare, permettendo loro di migliorare la sorveglianza. Tenne però questa considerazione per sé e concluse il ragionamento. Hebiko-sama. Si voltò, rivolgendosi direttamente alla donna e guardandola negli occhi. Ritiene di riuscire a gestire la situazione da sola? In ogni caso, una volta riposta la chiave, sarà necessario informare l'amministratore del nuovo nascondiglio. E bisogna cercare anche l'impiegato corrotto, trovarlo potrebbe fornirci qualche altra informazione utile sui nostri avversari, oltre che a tappare la falla nella sicurezza si intende. Avrebbe proferito l'intero discorso con deferenza, ma al contempo con fermezza. Per il momento decise di sollevare la segretaria da ogni sospetto di connivenza, in base alle sue reazioni, sebbene con riserva. Incrociò le braccia, attendendo che la lucertola parlante o la Vipera di Oto reagissero in qualche modo alle sue proposte. La sua prima giornata nel Villaggio del Suono si stava rivelando ben più complicata di quanto avesse messo in conto quando si era alzata quella mattina.


     
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    Come ci si poteva aspettare, Febh se l’era filata non appena la Vipera aveva messo piede fuori dall’ufficio. E forse, per una volta, la kunoichi era stata fortunata, dato che la bizzarra “arma” che il topo aveva con sé era qualcosa di ben più pericoloso di quello che si potesse immaginare.
    A quanto pare il ladro era stato mandato lì dalle Asce. Hebiko ghignò, avendo finalmente in mano la scusa perfetta per liberarsi delle Asce una volta per tutte: non avevano rispettato il patto, avevano messo il naso dove non dovevano, e ne avrebbero pagato care le conseguenze.
    La furia della ragazza venne bruscamente interrotta dal primo commento di Ssalar riguardo la sua stretta. Sobbalzò, rilasciando per un istante il prigioniero, prima di riacchiapparlo come avrebbe fatto chiunque altro, legandogli mani e piedi con una corda per tenerlo buono senza sforzi.

    Ehm. Uhm. E’ un… L’ho scoperto da un po’. L-lo dirò a Febh prima o poi, non temere.

    E sarebbe stato un grosso errore. Ma in quel momento qualcosa di più importante attirò l’attenzione di tutti. Hebiko si voltò verso Ssalar, comprendendo il suo stato d’animo irrequieto.

    ...Chiave di cosa, esattamente? E perché il Chikuma ne è a conoscenza ed IO no?!

    La cosa iniziava ad irritarla, ma riuscì comunque a ragionarci sopra: per quanto ritenesse stupido Hoshi, era chiaro che fosse un ninja di tutto rispetto, probabilmente un pezzo grosso di Suna. Ed in qualche modo era a conoscenza della chiave e del suo scopo. Non le andava giù non saperne nulla, avrebbe dovuto lamentarsene più tardi, sapere che Febh alla sola vista sarebbe potuto esplodere di rabbia la fece rabbrividire. Ancora non sapeva del suo reale potenziale, tuttavia era sufficientemente cauta da voler evitare di scoprirlo, almeno per il momento.
    Irritata e confusa, ascoltò i discorsi di tutti più o meno attentamente, mentre rimuginava pensando ad una soluzione, venendo infine distratta dal tono di voce della ragazzina, un po’ troppo deciso per i suoi gusti. Ci fu un momento di silenzio, prima che Hebiko le rispondesse:

    ...Mi stai dando degli ordini, per caso?

    Fissava la ragazzina, puntandola come sua nuova preda, avvicinandosi lentamente a lei, pronta a scattare e strozzarla al suo primo movimento. L’avrebbe alzata da terra, tenendole il collo con una mano, con espressione sufficientemente seria da lasciar intuire cosa avrebbe potuto farle se avesse esagerato.

    Non so se ti è ben chiaro, ma qui comando io. E l’unico che può darmi ordini è Febh in persona. Nessun altro. Sono stata chiara?

    La lasciò cadere, era sufficientemente in basso da non farsi male, ma abbastanza in alto da perdere l’equilibrio una volta toccata terra. Non avrebbe proseguito, tornando svelta sulle cose più importanti: doveva trovare il modo di far sapere a Febh che la chiave era a rischio, ma limitando le sue reazioni al minimo.
    Passò un minuto buono dove stette in estremo silenzio. Avrebbe ammutolito con un gesto chiunque avesse osato parlare (con un calcio il topo), per poi prendere parola, fissando la vittima:

    ...Tu vuoi restare in vita. Io voglio che Febh sappia che c’è un problema. Sarai tu a dirglielo.

    Attese qualche istante, ragionando nuovamente sulla sua idea, annuendo a se stessa convinta del piano.

    Dovrai restartene nelle prigioni per un po’. Non troppo, e ti metterò in una cella singola in modo che non ti sia fatto del male. SE ubbidirai ai miei ordini. Quando ti darò il segnale, ti porterò davanti a Febh stesso. Dovrai dirgli che offrirai alcune preziose informazioni che hai in cambio della tua libertà. Gli dirai che lavoravi per le Asce, che eri stato catturato per un furtarello qualsiasi finito male, e che mentre ti trovavi con loro, li avevi sentiti parlare del furto di una “chiave” in Amministrazione.

    Attese la risposta del topo, prima di voltarsi verso Ssalar ed Harumi.

    Io mi occuperò di sistemare la chiave. Tu sarai la responsabile dell’allarme: inventati quello che vuoi, ma che sia credibile. Io metterò la chiave al sicuro, e se Febh domanderà qualcosa, saprò come rispondere. Non è una novità che tendo a riordinare anche cose che non dovrei, soprattutto se non sono a conoscenza della loro importanza.

    Osservò la lucertola durante la sua ultima frase, quasi a cercare un cenno di assenso e valutare se la sua idea fosse effettivamente valida o meno.
     
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