Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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    Test di ammissione: superato


    III




    Yukine aveva reazioni abbastanza prevedibili. Forse il fatto che fosse così giovane avrebbe permesso la Vipera di controllarlo meglio, senza paura che si ribellasse. Poteva davvero essere la scelta giusta. Che bravo ometto. Tieni, prima di partire. Senza spostarsi dalla sua posizione, allungò la mano verso la sua scrivania, estraendo da un cassetto un barattolo colmo di coloratissime caramelle miste. Prendine quante ne vuoi. E finisci il the, ti voglio carico, mh?

    Il bimbetto sembrava pieno di sorprese. L'essere in grado di combattere da lontano gli avrebbe permesso di tornarle utile anche in caso di bestie pericolose, restando nelle retrovie, mentre il rivestimento mimetico si mostrò un'ottima sorpresa per garantirgli un buon nascondiglio. Dopotutto lei era sicura di cavarsela, dopo esser sopravvissuta non solo al bosco, ma ad un sadico Febh durante il suo terribile allenamento. Ma guarda, qualcuno ha fatto i compiti a casa. Saresti in grado di superare il bosco anche da solo. Sorrise. Nonostante stesse mentendo, era sicura che farlo gongolare un po' gli avrebbe dato il coraggio necessario per non fare retromarcia di fronte al primo fiore dentato che avrebbero incontrato. La cosa sembrava funzionare, vista l'eccitazione dimostrata da Yukine. Hebiko ridacchiò soddisfatta, ormai quasi del tutto rassicurata sul suo compagno di missione. Quanta fretta! Va bene, va bene. Mi raccomando, in missione sei un ninja. Mi aspetto che tu ti fida delle mie indicazioni e le esegua senza protestare. Battè le mani un paio di volte, come per riportare l'ordine. Forza, zaino in spalle e in marcia!
     
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    Gli emissari del Kokage


    Guerra e Religione XLI, di Loxion Mikawa


    Fyodor ed Eiatsu non bazzicavano quasi mai il palazzo amministrativo. In verità, in tempi passati, il primo aveva aiutato a posare la prima pietra dell'edificio, sebbene non fosse quello attuale ma l'originale che più volte nel tempo è stato ricostruito parzialmente o totalmente. Era strano vederli insieme perché i due non erano poi così amici; certo, entrambi provavano un amore smodato per i cadaveri ma avevano dei metodi del tutto personali e agli opposti di dimostrarlo...Questa distanza di pensiero nel tempo si era tramutata in un distacco che tuttavia consentiva loto di svolgere i compiti assegnati dal Mikawa, prima ancora che Kokage, senza pestarsi i piedi reciprocamente. In sostanza, c'era molto rispetto ma si facevano ribrezzo a vicenda.

    Quel giorno però avevano un compito importante e Aloysius aveva spinto che lavorassero insieme per mandare avanti la cosa; in realtà se ci fosse stato Omoi avrebbe affidato a lui il comando dell'operazione perché tra tutti i componenti di Shinku Teikoku era certamente il più adatto a mettere in pratica gli ideali del suo fondatore. Ad ogni modo i due si sarebbero presentati alle porte del palazzo all'orario prestabilito, puntuali e precisi come era nella loro indole fare le cose.

    " Fyodor, vedo che ormai usi il bisturi solo per ringiovanirti. A chi hai rubato il volto questa volta? Hai chiuso da cane la cicatrice sotto il mento.."

    " Eiatsu, vedo che non ti fai mai i cavoli tuoi. Mi dicono che l'ospedale è allo sbando, se passassi meno tempo nell'obitorio a pomiciare con i cadaveri.."

    e0be3777433df059be1fe3a234e0360f

    Non erano jonin molto socievoli, questo avrebbe potuto dirlo chiunque li avesse conosciuti per 5 minuti. Lo squarta carogne, così lo aveva ribattezzato il consigliere, aveva comunque più affinità dell'altro tra i corridoi della nuova struttura poiché durante il periodo di isolamento di Diogene aveva dato una mano nella macchina burocratica del villaggio, conoscendone cavilli, punti di forza e debolezza. Proprio per questo motivo avrebbe fatto lui strada, optando per non recarsi direttamente da Febh ma passando prima da colei che sapeva aveva molto più potere all'interno dell'amministrazione. Sperato quello scoglio, avere il beneplacito del quattrocchi sarebbe stato un gioco da ragazzi.

    " E' permesso? "


    Avrebbe detto bussando alle porte dell'ufficio della vipera. Aloysius probabilmente sarebbe entrato e basta, come suo solito, alzando la voce sin da subito e, probabilmente proprio per questo, aveva mandato i suoi due uomini più pacati (ma certamente non empatici) a parlare con Hebiko e Febh, conscio che quella sua mossa avrebbe procurato non poche tensioni o con i suoi "manutentori" di Oto. Una volta entrati, sarebbe stato sempre l'eliminatore a parlare, rivolgendosi alla kunoichi con il tono di chi ha un rango più elevato ma un ruolo inferiore all'interno del villaggio:

    " Hebiko-kun, confido che sia una buona giornata perché il motivo del nostro arrivo non è nulla di associabile alla banalità. Febh è in ufficio? Non che importi ora, di fatto preferiremmo parlare prima con te. Abbiamo una lettera dal Kokage che dovremmo distribuire in tutto il Paese..."

    A quel punto sarebbe stato Fyodor ad estrarre da sotto il mantello un rotolo di medie dimensioni per poi porgerlo tra le mani della ragazza. L'involucro, facilmente apribile, custodiva una pergamena chiusa dal sigillo del clan Mikawa [Sigillo di Sangue, For 1000]. Che Hebiko fosse stata svezzata o meno alle pratiche del suo Kokage, Fyodor avrebbe esplicitato il modo con cui poter accedere al contenuto, cercando di non mettere in difficoltà la consigliera:

    " La lettera è indirizzata solo ad Hebiko Dokujita e Febh Yakushi. Solo loro possono aprirla dichiarando la propria identità tramite un piccolo sacrificio di sangue, da apporre sul sigillo stesso. "

    Il formalismo della cosa ne esplicitava l'importanza...cosa diavolo aveva in mente il folle uomo con la benda?

     
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    I




    Era sempre alienante tornare alla vita normale dopo missioni più che straordinarie. Niente a che fare con le solite faccende nell'eliminare qualche bersaglio scomodo, o prepararsi per un presunto attacco di Cantha. Un viaggio di andata e ritorno dall'aldilà non era da tutti. Anche se, di tanto in tanto, la vita d'ufficio sembrava annoiarla. Era una rara occasione, stakanovista com'era si divertiva durante le giornate di lavoro intense, anche se a guardarla nessuno lo avrebbe mai detto, viste le sfuriate che spesso e volentieri capitavano negli uffici. Le piaceva mettere in ordine, assicurarsi di avere tutto sotto controllo, e qualche volta apprezzava persino le distrazioni date da Febh, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Quel giorno però ancora non le aveva invaso l'ufficio, sempre partendo dal presupposto che fosse presente. Forse, se avesse fatto partire una cassetta di Occhi del Deserto e avesse alzato il volume sarebbe riuscita ad attirarlo.

    Dal bussare della porta capì immediatamente che non poteva essere lo Yakushi. Con uno sbuffo, spense la tv, invitando chiunque fosse ad entrare. Si irrigidì immediatamente alla vista di Eiatsu e Fyodor, pur sforzandosi di mantenere un'espressione neutrale. Oh. Non mi aspettavo una vostra visita. Una vena iniziò subito a pulsare all'udire quel -kun dopo il suo nome. Era certa lo facesse apposta. Eiatsu-chan. Ricambiò il saluto con altrettanta mancanza di rispetto, restando ancora seduta sulla sua poltrona, senza nemmeno invitarli a sedersi. Dopotutto non si aspettava (e nemmeno avrebbe voluto) una lunga permanenza da parte loro. Aggrottò le sopracciglia, alzandosi in piedi per allungarsi e prendere la busta consegnatale. Mi sorprende che il Kokage voglia esplicitamente il nostro parere prima di spedire la lettera. L'ultimo suo viaggio deve averlo fatto maturare. Non si risparmiava nessuna presa in giro nemmeno di fronte ai suoi uomini. L'unico motivo che le impediva di dirgli le cose in faccia era la sua costante assenza. Gonfiò appena il petto nel sentire che, nonostante avrebbero prima o poi voluto il parere di Febh, la loro preferenza esplicita era stata per lei. Certo, a prescindere da quanto lo Yakushi fosse potente, le sue abilità politiche non gli avrebbero nemmeno permesso di fare il capoclasse durante l'intervallo alle scuole primarie, ma si sarebbe aspettata che uno come il Mikawa preferisse l'altro Consigliere a prescindere, anche solo per il rispetto che aveva nei suoi confronti. Rispetto che la Vipera era certa di non avere da parte sua. Forse quella lettera avrebbe dimostrato il contrario.

    Osservò il sigillo, ascoltando le istruzioni di Fyodor su come aprirlo. Arricciò il naso, leggermente infastidita. Capiva il bisogno di proteggere un'informazione top secret, ma si parlava sempre di Diogene. Voglio sperare che non sia uno dei suoi strani Patti di cui si parla tanto. Persino uno come lui non dovrebbe arrivare a voler incastrare i suoi stessi Consiglieri. Beh... Accomodatevi. Prese il suo fedele kaiken, tagliandosi la mano per imprimere il suo sangue nel sigillo. Anticipandone l'apertura con un sospiro, si preparò alla lettura.
     
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    GLi emissari del kokage


    Guerra e Religione XLII, di Loxion Mikawa

    La risposta acida della vipera non infastidì minimamente Eiatsu, il quale, dopotutto, credeva di aver usato il suffisso migliore nei confronti della kunoichi; sebbene avesse ricevuto la nomina di consigliera, ella rimaneva tremendamente inferiore al ninja che per diverso tempo aveva vissuto spalla a spalla col Nidaime.
    Allo stesso modo le frecciatine rivolte a Diogene non turbarono i due jonin, non erano mai stati troppo attenti a queste cose perché entrambi avevano servito in passato padroni ben più strani e malvagi del Mikawa. Non era loro compito proteggere l'immagine dell'uomo che avevano deciso di seguire, anzi, non lo ritenevano proprio necessario.
    Ad ogni modo, la vipera era da sola (e questo giovava secondo l'Eiatsu per la discussione) e predisposta a leggere il contenuto della missiva del Kokage. Certo, aveva qualche remora sull'utilizzo del sangue, ma niente più di una battuta fine a se stessa e che di certo non avrebbe impedito di arrestare la cosa sul nascere. I due quindi presero posto sugli spigoli della scrivania, ai lati della ragazza, senza scomodare le comode sedute predisposte e attesero che aprisse la pergamena per leggerne il contenuto.


    ______________

    Nobilissimo Fudai Daimyō del Paese delle Risaie,
    il Villaggio segreto di Oto, in qualità di capitale militare del Riso, nelle veste del suo Kokage e dell'organo Amministrativo, richiede l'emanazione di un editto bellico con validità immediata per fronteggiare la minaccia Cremisi. Tale ordinanza avrà validità sull'intera estensione territoriale del Paese e attraversa di essa ogni famiglia di ogni villaggio dovrà fornire almeno un esponente da arruolare nell'esercito del Suono. Il villaggio di Oto metterà a disposizione ninja appositi per le fasi di ricerca, valutazione, addestramento, vestizione ed armamento delle nuove risorse; a tal fine verrà allestito un campo di addestramento poco fuori la città di Nakani, a seguito dell'intervento di repressione dei focolai ribelli in essa riscontrati.

    Si richiede, quindi, lo stanziamento di una somma congrua ai preparativi bellici citati di una somma pari a 160000 ryo
    [pari a 10 mensilità della rendita del villaggio] da versare alle casse di Oto in unica istanza oppure con rateizzazione cadenzata. Si informa, inoltre, che sarà necessario predisporre rifornimenti alimentari pari a:
    - 6750 kg di riso
    - 5000 kg di verdura, frutta ed ortaggi
    - 1000 kg di pesce essiccato
    - 250 unità di maiali
    - 500 unità di galline
    L'operazione di trasporto dei viveri avverrà contestualmente all'operazione di reclutamento dai rispettivi villaggi. Insieme ai combattenti, ogni villaggio dovrà fornire un numero di maestranze (cuochi, fabbri, sarti..) proporzionale secondo un rapporto 1 a 10.

    In ultimo, ma non meno importante, si richiede che tale editto venga discusso, promosso ed attuato in segreto, al fine di minimizzare le probabilità di intercettamento da parte di possibili spie nel territorio del Suono. A tal fine, si scoraggia il coinvolgimento di ogni persona non essenziale alla messa in moto della macchina bellica, inclusi delegati, funzionari e nobili Accademici e di altri Paesi alleati.


    Il Sandaime Kokage,
    Aloysius Diogenes Mikawa

    L'Amministrazione di Otogakure no Sato,

    ______________


    Entrambi i ninja diedero qualche istante alla consigliera per digerire il significato di quelle parole. Aloysius si preparava alla guerra e, in sostanza, stava chiedendo al leader del Paese di reclutare forze da ogni villaggio, da Yamashina a quelli di pescatori della Risaia del Golfo, contro lo scomodo vicino. Quello che invece chiedeva all'amministrazione era di appoggiare la sua richiesta per darle forza agli occhi del daimyo:

    " Basterà apporre una firma come dirigente amministrativo in basso, sotto quella del Kokage. C'eri anche tu durante l'incursione dei Cremisi...è passato fin troppo tempo per riscattarci di quell'affronto ma gli anni trascorsi sono stati preziosi per studiare il Fulmine e per sistemare alcuni di problemi interni del Villaggio. La missione denominata "Re Rosso" ci ha fornito molti dettagli.
    Aloysius è tornato, è in forze ed è pronto per guidare un attacco al cuore del nemico."


    Fyodor intanto si era fatto il giro della stanza, spulciando oltre finestre e porte per assicurarsi che non vi fossero uditori inappropriati a quel genere di discorso. Non erano chiacchiere da osteria, come molte se ne sentivano da anni nei vicoli e nelle osterie del villaggio in merito ad una rivincita contro il nord, quella era una richiesta ufficiale da parte del leader militare nei confronti di quello politico. E l'amministrazione avrebbe avallato la cosa, al fine di dare all'esterno un'immagine univoca delle intenzioni della capitale bellica del Suono.

    " Hai sentito anche tu il fermento che c'è e anche il malcontento del popolo per la posizione mite adottata fin'ora..A Nakani si sono formati dei gruppi violenti e razzisti nei bordelli e nelle case da gioco, avrai sentito che qualche settimana fa hanno preso d'assalto il maggior istituto bancario in segno di protesta contro l'inadempienza del Paese. E' il momento di fare qualcosa ed è necessario che lavoriamo insieme questa volta. E' il volere del Sandaime Kokage."



    La freddezza di Eiatsu nel parlare di quegli argomenti era sconcertante ma forse era l'altro emissario il più inquietante: continuando a camminare lentamente si era portato alle spalle di Hebiko e, quando il compagno finì di parlare, con uno scatto improvviso ma innocuo si sarebbe aggrappato alla poltrona sussurrandole all'orecchio:

    " Sarà anche il caso di rivedere i conti degli ultimi cinque anni. Spese, investimenti, tasse ed entrate...Diogene vuole essere informato di tutto quello che avete fatto e, eventualmente, apportare un correttivo hihi "

    Si, qualcosa stava cambiando nel Suono.


     
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    Piccole intromissioni


    Molto piccole



    Oltre quella missioncina, infinita per quanto di poco conto, che il mio coinquilino Saragi fece per l'accademia, c'è un'altra storia che potrebbe interessarvi dei suoi inizi: quando decise, in un lampo di inusuale genio, di presentarsi in amministrazione.

    Saragi, infatti, aveva sentito diversi abitanti parlare di questa struttura centrale del villaggio che comandava sui ninja e gli forniva anche un coprifronte: era parecchio entusiasta, voleva anche lui un coprifronte, considerando ne aveva anche visti alcuni in giro per le strade dei quartieri meno malfamati, quelle volte che era uscito di casa.
    Data tale decisione, quella mattina Saragi pensò bene di andare in amministrazione, portandomi con se, avvinghiato al suo collo: Sì, Haku, vedrai, andiamo in amministrazione e chiediamo un coprifronte, così finalmente potrò essere anch'io un ninja del villaggio. Cosa può andare male?, chiese il giovane con l'eterocromia a me, il suo serpente da compagnia. [Nota]La voce narrante è il serpente che si porta dietro e, semmai ci arriverò, il motivo si spiegherà quando gli faccio prendere la ts ^^'

    Unico problema: né io, né lui sapevamo dove fosse questa amministrazione, così uscimmo all'alba di casa e finimmo per girare e girare fra le strade di Oto.
    Ci vollero diversi tentativi, quattro o cinque, in cui sbagliammo strada, chiedendo ad altrettante persone, finché alla fine non trovammo la direzione corretta per questa amministrazione, entrando nell'edificio.
    Ora, se posso dire, secondo me alcuni dei vostri mobili umani hanno dei problemi: cioè, capisco le porte parecchio alte, ma i tavoli? Saragi, con il suo 1.47 di altezza, arrivava sopra i tavoli si e no con il collo, io stesso avevo qualche difficoltà a sbucare qua e là e guardarmi intorno.
    Ad ogni modo, ci fosse stato un qualcuno che si fosse preoccupato di fermare Saragi! Ogni tanto lui si alzava sulle punte dei piedi in cerca di questi "coprifronte", ma senza trovare niente di niente, o almeno questo immagino, dato che continuammo ad avanzare lungo i corridoi, o almeno questo finché, passando dietro una porta, sentì una voce che parlava di un "Sandaime Kokage" e Saragi ebbe la geniale pensata di bussare.
    C'è nessuno? Mi chiamo Saragi Shi, si può entrare?, avrebbe chiesto in attesa di qualche risposta.
     
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    La Proposta


    II




    Gli occhi dorati si muovevano riga dopo riga, sgranandosi sempre di più. Rivolse uno sguardo disperato ai suoi ospiti, prima di riaffondare il muso nella lettera, rileggendola avidamente. Si poteva vedere l'ansia crescere sul suo volto. Basta una firma, aveva detto Eiatsu. Io... mormorò, con la voce tremante. Si schiarì la voce, esprimendo poi il suo parere, con fermezza nonostante fosse ancora sconvolta.



    Non se ne parla. Non firmerò solamente dopo aver visto questa lettera. Sibilò, richiudendola tra le sue mani. Portò una mano tra i capelli, agitandola mentre cercava di riordinare i suoi pensieri. Non è... Cosa diavolo pensava!? Che noi consiglieri fossimo solo timbrini per rendere più importanti i suoi documenti!? No, no, non ci penso neanche! Eiatsu cercava giustificazioni per spiegare il motivo di tanta fretta, ma la rossa non sembrava bersela. Ancora più agitata di prima, sventolò la mano di fronte a sè, gesticolando. E' proprio perchè c'ero durante l'attacco dei Cremisi che non sono per nulla convinta! Qui non si tratta di una rissa da quartiere qualsiasi! Quello era un attacco mirato, e Kamine è ancora sotto l'influsso di gli dei sanno cosa quale sigillo le hanno imposto! Di certo Diogene doveva avere un piano ben architettato se voleva lanciarsi in una guerra. Piano che era ancora all'oscuro dei due consiglieri.

    Naturalmente ho saputo. E non posso nemmeno dargli torto. Ringhiò. Non si aspettava che Eiatsu mostrasse alcuna espressione, ma non per questo lei si sarebbe trattenuta. Crede che sarà una guerra a riportare l'ordine? Serve la sua PRESENZA, non un attacco che, per quel che ne so, è fatto alla cieca! Se le cose dovessero andar male perderemo mesi di risorse. Il Mikawa ha anche solo pensato a questa eventualità?? Sapeva che la riposta era no. E non sarebbero stati i suoi due scagnozzi a convincerla del contrario. Non ci si può lanciare in una simile impresa senza la certezza di avere successo! E quella certezza non dev'essere intorno al cinquanta per cento!! Lei non avrebbe mai lasciato il destino del villaggio ad un lancio di moneta. Certo, c'era la possibilità che Diogene nascondesse qualcosa. Per quanto lo detestasse, sapeva che era un combattente ed un generale formidabile. Sapeva però altrettanto bene quanto fosse testardo in battaglia, e quanto avesse rischiato, pur riuscendo sempre a cavarsela. La fortuna finisce, prima o poi, e non lascerò che tutto il villaggio ci rimetta a causa sua. Sibilò, con il tono di voce sporcato dalla rabbia.

    Si lasciò scappare un piccolo grido quando Fyodor la prese di spalle, mandandole il cuore a mille. A-ha. I conti. Naturalmente l'unica cosa che gli importa sono le finanze. Fece per avvicinarsi e prendere entrambi, evitando però all'ultimo di toccarli, e indicando ad entrambi di muoversi verso la porta. E sia. Preparerò tutto. Ma voi due ora andate da lui, mandategli una lettera, quello che vi pare, e fate in modo che possa parlargli faccia a faccia. Non accetterò un no come risposta. Prese la maniglia, fissando entrambi con freddezza. Se c'è qualcuno che non può essere convinto nel dare il via ad una guerra, quello è Febh. Se vuole una chance di successo, è meglio che provi a convincere me. E, se sarò soddisfatta, sarà io stessa a convincere lo Yakushi. Ma ricordategli che non ci vuole niente ad impedirglielo. Stavolta avevano i consiglieri la questione in mano. Vista la mole di risorse necessaria, il Mikawa poteva pestare i piedi quanto voleva, ma senza il supporto di tutto il villaggio, non avrebbe ottenuto nulla.

    Sarà tutto pronto in un'ora. Spero lo sarà anche lui. E li avrebbe osservati uscire, a mani incrociate. Era visibilmente tesa all'idea di incontrare il Colosso, ma non poteva fare altrimenti. La posta in gioco era troppo alta, ed entrambi avrebbero dovuto mettere da parte le loro divergenze per il bene del villaggio.
     
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    GLi emissari del kokage


    Guerra e Religione XLIII, di Loxion Mikawa

    Come previsto, Hebiko non avrebbe firmato senza aggiungere una sana dose di farfugliamenti...come se qualunque cosa la genin potesse pensare non fosse già stata vagliata e soppesata dal Kage. Di fatti, per Aloysius la viperella, allo stato attuale, era niente di diverso che un timbro, una persona da ufficio che sfogliava documenti tutto il giorno e metteva in moto la macchina burocratica. Chiaramente il Jonin sapeva benissimo che serviva anche quella componente per mandare avanti un villaggio, c'erano le missioni da prendere in carico, assegnare e pagare, gli stipendi da preparare e spedire, i nodi di un villaggio problematico come Oto da dover districare...ma per Diogene queste erano tutte attività facili, per le quali un impiegato con buoni vuoti a scuola e un po di sale in zucca poteva fare.
    Hebiko, tuttavia, aveva il grande merito di avere influenza su Febh (secondo un rapporto ancor non ben definito dal Colosso e i suoi uomini) e ciò compensava una carriera ninja di certo non brillante come il suo retaggio le richiedeva...


    " Consigliera Hebiko, è il Kokage a non accettare un no come risposta. "


    Sentenziò Eiatsu con la faccia quasi annoiata. La leggerezza con la quale l'erede di Orochimaru parlava del Garth era per lui inaccettabile, paragonabile ai capricci di un bambino nei confronti di una scelta del genitore. Hebiko, semplicemente, non aveva l'esperienza, le conoscenze e l'intelletto congruo a contestare una scelta del suo leader.

    Fyodor invece avrebbe piazzato i piedi dietro la sedia della ragazza, impedendole di muoversi con semplicità e avrebbe aggiunto:


    " Rimarremo qui mentre prepari le scartoffie. Anzi, ti daremo una mano...Ah, forse sottovaluti i sentimenti primordiali alla base delle azioni degli uomini. Febh odia solo il Flagello più dei bastardi che hanno mezzo distrutto il villaggio, tre anni fa. Davvero credi si opporrebbe ad una guerra contro le Lettere con i quali ha un conto in sospeso? C'è un patto che vale più del sangue tra il tuo amato Yakushi e il tuo indesiderato Kage, una promessa di vendetta contro i nostri vicini del Nord che regge l'equilibrio instabile di questo villaggio. Pensi davvero che Febh avesse deciso quel giorno di inchinarsi ad Aloysius? Non credi che avessero già parlato in precedenza della linea da far seguire al villaggio?"


    Il quattrocchi già sapeva tutto, questa lettera era solo l'inizio di quanto annunciatogli dal Mikawa anni prima, il sogno che Aloysius aveva condiviso con il suo compagno e che, in quale misura, quello aveva accettato difronte ad un Palazzo della Vipera distrutto. "Schiacciamo Kumo", così aveva detto al Nord Gate...e così sarebbe stato perché solo su quello entrambi i ninja più potenti del Suono, e non solo, avevano trovato un punto di accordo.

    All'improvviso un rumore di passi fece scattare come una molla il medico mangiacarogne, il quale sfilò uno spiedo dalla manica fondandosi sulla porta, spalancandola prima ancora che l'indesiderato ospite avesse il tempo di bussare. Con forza, afferrò per il collo il nanerottolo, sollevandolo da terra dimostrando di possedere molta più forza di quanto desse a vedere e lo piantò al muro puntandogli l'arma alla tempia:


    " Che tipetto ficcanaso! Vedi di non pisciarti addosso..."





    Bastò un attimo al jonin per valutare l'entità del "pericolo" e smontare la foga della sua reazione, rilassando la presa sul ragazzo. Era strano vedere Fyodor reagire in quel modo, di solito si scaldava solo alla vista del sangue, ma la faccenda era delicata e qualunque intromissione avrebbe potuto mandare a monte l'intera operazione. Eiatsu, invece, rispose all'imprevisto con la sua solita calma metodica, esortando il compagno a maggiore controllo:

    " Fyodor, non vedi che è uno studente? Saragi Shi, sei venuto in obitorio qualche mese fa cercando libri su Orochimaru..ti ricordi di me? Come vedi, la consigliera è impegnata ma se parli svelto magari riusciamo comunque ad esserti di aiuto. Scommetto che è per qualcuna sui serpenti hihi.."

    Da quando Omoi era indisponibile, spettava a lui monitorare tutte le nuove leve del villaggio per contro dell'associazione, quindi conosceva bene la deviazione dell'aspirante ninja per i suoi amati rettili e le origini del Suono. Doleva ammetterlo ma l'esperienza di Harumi lo aveva ammorbidito. Ma nulla era fatto per caso quando si parlava di Eiatsu, la situazione nella stanza iniziava a diventare tesa e forse un cambio di contesto avrebbe aiutato a placare i toni e far trovare la giusta lucidità alla consigliera; come già detto dall'emissario, il Kokage voleva quella firma subito.

     
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    Accoglienza Amministrativa


    Tre tizi particolari



    Ve l'ho detto che Saragi è fortunato? No? Forse potrete capire adesso come mai.
    Il mio basso amico era lì, che stava per bussare alla porta, quando la stessa si spalanca ed un tizio non ben specificato lo prende di peso e lo solleva da terra (cosa non difficile), costringendomi a scivolare via dal collo e portarmi in mezzo ai capelli del mio corto coinquilino.

    Aaaaa..., ebbe appena la forza di mugugnare, prima che la presa si rilassasse sul suo collo ed un secondo umano nella stanza parlasse.
    Saragi confermò con la testa le sue prime parole, seppur andare a cercare libri di storia in un obitorio era un pò follia, per la maggior parte delle persone, ma il mio basso coinquilino aveva effettivamente trovato qualche tomo che aveva studiato a fondo, con informazioni diverse che lo avevano incuriosito, tanto da scarabocchiarsi qualche appunto sulle pareti del nostro piccolo appartamento.

    Sì, scusate, non volevamo disturbare, io e Haku..., biascicò verso i tre, fermandosi un attimo di più sull'ultima persona presente e notando, come poi mi raccontò, con sorpresa, come i suoi occhi fossero dello stesso colore di uno dei due di Saragi stesso.
    Volevo un coprifronte: ho fatto una missione per Oto, c'era anche un genin a guidarci, ma nessuno mi ha dato poi niente. In più, ho letto nei libri, del palazzo del Primo Kokage, il Palazzo del Serpente... volevo vedere quanti serpenti c'erano, di che specie, ma non ne ho ancora visto nemmeno uno qui intorno..., disse, girandosi verso la "consigliera", finora., aggiunse un pò più serio, battendo le palpebre, mentre io sbucavo in mezzo ai capelli di Saragi stesso.
    Dove li tenete qui i serpenti?, chiese infine, sperando in una risposta.
     
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    L'impazienza del Kage


    III




    E allora il Kokage potrebbe imparare a parlare dei suoi piani PRIMA di chiederci una firma! Hebiko esplose, già incredibilmente nervosa per quella situazione. Allontanare la sedia per spostarsi e sentirne il freno di Fyodor non fece che farle ribollire ancor più il sangue. L'ho fatto da sola per anni, posso riuscirci anche adesso. Sibilò, rimarcando la situazione del loro Kage. Il suo commento successivo la fece scattare con più rabbia, puntellandogli un dito al petto, avvicinandosi sempre più con una certa insistenza. E tu pensi che io non voglia staccare la testa ad ogni singolo abitante di quel posto?! Sto solo cercando di usare il cervello, a differenza vostra! Lo scostò in malo modo, spostandosi per prendere i primi documenti necessari per la loro richiesta. Sono entrati nel nostro villaggio nemmeno sappiamo come. Avevano un finto demone da scatenarci contro. Ed hanno più di un Uzumaki alle loro spalle. Ancora non sappiamo cos'hanno fatto a Kamine, e lui crede che attaccarli direttamente possa coglierli impreparati?? Tanto vale scrivere sulla fronte dei nostri jinchuriki "prendetemi ed usatemi contro il nostro stesso esercito"! Ruggì. Era furiosa. Dopotutto è quello l'unico motivo per cui ha preso con sè quella ragazzetta, no? Harumi è solo un contenitore, da usare viva se si rafforza a sufficienza... o da uccidere per creare una perfetta trappola. Sibilò, verso entrambi. Era certa che l'unico motivo per il Mikawa per avere una persona simile nei suoi ranghi non potesse essere altro che fare da esca, o da miccia per qualcosa di ben più grande. Febh non accetterà mai una guerra simile se queste sono le condizioni, e lo sapete anche voi, altrimenti non avreste cercato me. Abbiamo già un piano coordinato con tutta l'Accdemia per avere la nostra vendetta. Se vuole qualcosa di personale, pretendo sia impeccabile.

    Lo scatto di Fyodor la fece sussultare, impreparata. Sembrava che un ragazzetto avesse sorpassato i primi controlli amministrativi, riuscendo ad avvicinarsi al suo ufficio, e forse sentire qualcosa. Il suo sguardo si indurì, era sempre più nervosa. Mettilo giù. Se vuoi prendertela con qualcuno, fallo con gli idioti che l'hanno lasciato scorrazzare liberamente in Amministrazione. Eiatsu prese in mano la situazione con più calma, permettendo così alla rossa di tornare al suo lavoro. Per quanto detestasse l'idea, avrebbe dovuto incontrare il Mikawa, ed assicurarsi che non portasse Oto alla completa rovina. Premette un bottone da un piccolo apparecchio posato sulla scrivania. Dì a Febh che sono alla magione del Mikawa. Non se ne sarebbe di certo andata senza farlo sapere allo Yakushi.

    Ascoltava distratta ciò che aveva da dire il ragazzetto, senza dedicargli troppa attenzione... almeno fino a che non le diede del serpente, voltandosi con aria vagamente confusa. Si indicò, incerta, osservando la sua reazione. Riprese la compostezza, indicando le poltrone nell'ufficio. Beh. Ormai sei qui. Siediti, controllo se c'è qualche informazione sul tuo conto. Fece un cenno a Fyodor. Tu, invece di molestare dei bambini, armati di calcolatrice e vai avanti col lavoro. Frugò nella sezione delle missioni più recenti, alla ricerca del suo nome. Ah. Hmm. Suppongo si possa fare. Per i serpenti... Osservò la bestiola che sbucava dai suoi capelli, perdendo focus per qualche secondo. Uh... Dicevo. Non ne troverai molti in città. Ma se vai in periferia, o nel bosco, avrai che da divertirti. Si spostò nella sua scrivania, frugando nei cassetti, ed estraendo un'agendina, ed un barattolo di caramelle. Aprendola avrebbe visto appunti vari su diverse specie, dove trovarli e le loro abitudini, tutto scritto a mano, e con dei disegni, a volte foto incollate, delle varie specie. Tieni, puoi fotocopiarti i miei appunti. E mangia queste, che ti fanno bene. Sembrava avesse un lato più soft per i più giovani. O forse empatizzava con la sua passione per i rettili. Assottigliò lo sguardo, visibilmente incuriosita, osservando Haku. Io mi chiamo Hebiko, ma spero tu lo sapessi già. E lui? Da dove viene? E'... curioso. Forse i presenti nella stanza non lo immaginavano, ma era una frase importante detta da un'erpetologa. Si era posata sulla sua scrivania, con fare rilassato, decidendo di perdere il tempo necessario perchè Fyodor finisse i calcoli con quel buffo ragazzetto.


    Edited by Waket - 7/9/2021, 13:33
     
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    Gli emissari del Kokage


    Guerra e Religione XLIV, di Loxion Mikawa

    L'Erede era un tipetto difficile, questo era noto a tutti in ambito Accademico, persino i neo genin degli altri paesei avevano sentito parlare di una ragazzetta dai capelli rossi che soleva dare ramanzine e contestare l'operato dei suoi superiori. Tuttavia era proprio per questo motivo che Aloysius aveva deciso di tenerla lì, ad amministrare le cose di Oto, un villaggio complesso, pieno di corruzione, delinquenza e sotto la lente di ingrandimento di un enorme Paese come il Fulmine...In quel momento, però, Eiatsu maledì quella scelta perché se c'era una persona con la testa più dura di Hebiko quella era certamente Diogene e sapeva già quale delle dure si sarebbe spaccata in un confronto diretto.

    " Hebiko, cerca di capire. E' meglio discutere con me di questo argomento, se il Kokage mi ha incaricato di venire qui è proprio per parlare in sua vece ed arrivare ad un punto di incontro..."

    " Io farei come dice lo squartacarogne...ah sì..."

    Fyodor intanto aveva seguito il suggerimento della kunoichi e si era messo a frugare nella contabilità di Oto. Le rendicontazioni erano ben schedate, divise per mese e sottocategorizzate in tipologie di interventi. Per quanto odiasse quell'approccio analogico, tipico in realtà di tutto il territorio se non nel campo della sperimentazione medica, doveva ammettere che non era difficile navigare nella storia recente del villaggio in termini di profitti, spese e quant'altro.

    " Non ci è dato sapere cosa è nella mente del nostro Kage. Qualsiasi giudizio di scelleratezza o errata pianificazione, qualsiasi pensiero ti possa essere fatta sulla funzione dei nostri jinkurichi o su ciò che esiste tra Febh e Aloysius non può che essere errato. È diritto dei maestri nascondere la verità ai propri studenti quando si ha il timore che non possano comprendere, che possano travisare giungendo a conclusioni errate.

    Cosa che tu stai facendo a partire da frammenti di informazioni, nozioni di cui hai visibilità solo in virtù del ruolo formale che ricopri...ma che, bada bene, ti può essere facilmente levato."


    " ...ah sì...non essere presuntuosa Erede della Vipera Bianca, è un errore da pivelli...firma senza far storie, su. Magari ti insegnerò ad usare quella spada."

    Quella spada, non serviva aggiungere altro. Fyodor aveva visto il valore dietro la nuova Vipera, quella di quel tempo, poiché le vicende del laboratorio 11-A erano ancora nitide nella sua mente, e per questo voleva aiutare la piccoletta ad entrare finalmente nel mondo dei grandi. Andare contro il Mikawa non era la scelta giusta per lei ora che finalmente il boss si era liberato dai suoi problemi e poteva dedicarsi ad investire tempo e risorse nella crescita di Oto tutta. Invero, forse non era del tutto chiaro alla consigliera chi fosse Fyodor, da dove provenisse, quanti anni avesse e soprattutto perché sapesse così tanto di Orochimaru,

    Intanto Saragi era ancora lì, mangiando caramelle e guardando disegni su serpenti, ignaro dell'importanza che quella discussione aveva per il suo futuro e quello di Oto. Una presenza che Eiatsu ritenne di non dover incentivare per il bene stesso del ragazzo: gli si avvicinò calmo fino a portargli le mani sulle spalle, avvicinandolo al suo corpo, e far fluire il chakra per attivare una di suoi Hebiton di maggior utilità [Serpe Protettrice]. Lo studente probabilmente non capì nemmeno cosa stesse accadendo poiché, all'ultimo momento, il ninja uscì dalle spire del suo stesso serpente facendo finire solo il povero ragazzino al suo interno. L'enorme serpente vi si avvinghiò all'istante, senza ferirlo, creando una protezione inviolabile che lo stava isolando dalla stanza stessa cui aveva bussato.

    Almeno all'interno di quel bozzolo animato avrebbe avuto la compagnia che stava cercando:



    " mmmm...eterocromia totale...è una caratterissstica più unica che rara. Eiatsssu trova sssempre tipi interessssanti, anche tra voi a ssangue caldo. Chi è il tuo amichetto lì, sulla tua sssspala ? "

    Si, quel serpente stava parlando e sembrava interessato al giovane studente [Ps. ho romanzato un pelo la tecnica di difesa, cerchiamo di capire qualcosa di più su Saragi ;)].

    Intanto, sperando che anche questa volta Hebiko non avesse nulla da ridire riguardo le sue azioni, il jonin eliminatore avrebbe continuato, cercando di far ragionare l'indisponente interlocutrice:

    " Ti sconsiglio vivamente di recarti da Diogene sbraitando come stai facendo con noi. Sebbene tu non lo pensi affatto, al momento è impegnato con faccende di estrema importanza per il villaggio e potrebbe non essere disposto ad ascoltare le tue lagne. Ricorda, ad un capo non bisogna mai comunicare un problema se non si ha anche la soluzione per risolverlo!
    Quindi ti invito a sederti e lasciare che il concetto passi per le tue sinapsi per più tempo del secondo che hai ritenuto sufficiente per sputare sentenze... "


    Forse con quelle parole, la ragazza avrebbe ritrovato la calma o forse no ma questo non avrebbe impedito al gregario di completare quello che aveva da dirle:

    " Parli come se dovessi ricordati chi ha difeso il villaggio dall'attacco dei Cremisi...senza la mia barriera in grado di contenere lo scontro tra Febh, Diogene e il Demone di Sangue ora non ci sarebbe un villaggio da amministrare. Io conosco più di tutti cosa significa agire dietro le quinte, all'ombra di chi è destinato ad essere sotto i riflettori. Ognuno ha il proprio compito Hebiko e il tuo, al momento, è quello di fidarti del tuo Kage...La complessità dei problemi cui sei in grado di gestire è limitato dal livello delle tue esperienze, della tua preparazione, del tuo talento; oppure pensi che la tua vita valga già un biglietto in prima fila insieme ai grandi del palcoscenico mondiale? Io conosco chi sono, quanto valgo, e posso assicurati di comprendere la forza dei Cremisi molto più di quanto tu possa sperare di fare. Tuttavia posso altresì assicurarti di non avere chiara visibilità delle vicende che coinvolgono il mondo dietro al velo di Maya, dove solo pochi individui possono esplorare. Trattasi di un dono, non di mera forza acquisita per eredità o per sacrificio, una vista che nemmeno il tuo amato Yakushi possiede. "

    Un'apertura sincera ma razionale, una visione del mondo empatica ma al tempo stesso militarizzata...ecco Eiatsu nella sua forma più brutale, quella dell'uomo che aveva osservato nei ricordi di centinaia di ninja, discusso viso a viso con gli shinobi del passato rievocati tramite l'Edo Tensei e vissuto le più incredibili delle avventure. Lui che era stato l'allievo del Nidaime e che ora aveva deciso di seguire il ninja che lo aveva sconfitto, lui che aveva orchestrato intrusioni impossibili e terribili attentati, macchiando di crimini indelebili il ricordo dei morti assoggettati con avidità. Ecco chi era il braccio sinistro del Garth.

    " Ecco perché siamo venuti da te, e non da Febh, viperella...ah sì...anche se inizio a pensare che Diogene si sia sbagliato. "


     
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    Falce dei Kaguya


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    Due Domande


    Una Storia



    Era ancora lì che annaspava il mio basso coinquilino, dopo aver spiegato che voleva vedere dei serpenti e la "consigliera" a quel punto, dopo forse un attimo di confusione, si rivelò incredibilmente gentile, invitando Saragi a sedersi.
    Ovviamente, data l'altezza, lo studentello si trovò con i piedi che dondolavano senza arrivare per terra, ma rimase lì, oscillandoli leggermente, mentre la gentile ragazza dai capelli rossi gli dava un libretto pieno di appunti sui serpenti e delle caramelle.
    Grazie!, esclamò sorpreso, iniziando a sfogliare quel piccolo block notes con grandi occhi (bicolore) sbalorditi.
    La gentile consigliera, intanto, si era presentata: Saragi fece un segno affermativo con la testa, non vi so dire se fosse per gentilezza, o perché effettivamente sapesse già il nome, però, fu la domanda successiva a cogliere la mia attenzione, la rossa chiedeva di me.
    Lui è Haku, è il mio coinquilino. Condividiamo casa., fu la prima risposta del giovane Shi.
    Viene da dove vengo io... siamo sempre stati assieme, da quando ero piccolo., ci pensò un attimo su Saragi, Ero più piccolo., puntualizzò.
    Fin da quando sono venuto al mondo in ospedale, qui ad Oto, non ricordo un giorno senza di lui. Anche le infermiere in ospedale me lo hanno sempre ripetuto., continuò.

    Probabilmente, però, stava parlando ad un'interlocutrice di nuovo attenta agli altri due tipi lì dentro: tanto quello gentile, quanto l'altro, che aveva sollevato per il collo Saragi e ora stava rivolgendosi a Hebiko.
    Il mio coinquilino non colse propriamente tutto, alcune parole che aveva letto nei libri, come "Jinchuuriki", o "Kage", sapeva cos'erano, ma non ne aveva mai visto uno, per il resto, il discorso non gli era chiaro, né sembrava interessargli, mentre sfogliava gli appunti datigli, questo finché non sentì dire "Erede della Vipera Bianca" ed i suoi occhi si sgranarono ancora di più.
    Peccato che proprio in quel momento, il tizio gentile, con cui già aveva avuto a che fare all'obitorio, gli si avvicinò: fu tutto troppo improvviso perché io o Saragi ce ne rendessimo conto, se non alla fine, quando ci ritrovammo in un abbraccio, che ci lasciò all'interno di qualcosa che era famigliare.
    Un grosso serpente, ben diverso da me per colore e con degli strani segni sul muso, ci parlò, o meglio, parlò a Saragi, commentando la particolarità dei suoi occhi, prima di chiedere anche lui qualcosa su di me: ero parecchio ricercato quest'oggi!
    Lui è Haku, il mio coinquilino, viviamo assieme, stiamo sempre assieme., ripeté di nuovo lo studente, prima di guardare meglio quel grosso serpente, Tu, invece, chi sei? Come mai hai quei segni sul muso? Eiatsu può evocare serpenti, come Orochimaru, il Fondatore?, domandò alla creatura che avevamo davanti, mentre io scivolavo fra i capelli di Saragi stesso, avvicinandomi a mia volta a quel mio simile così grande, probabilmente io gli apparivo piccolo come il mio coinquilino lo appariva agli altri umani.
     
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    Semplicemente... Ciao


    Intro






    Cosa si prova a ritornare nel luogo, che più di ogni altro, avevo imparato a chiamare “casa”?


    Un flusso di emozioni sommerse il mio animo. Nostalgia, commozione, allegria, senso di pace. Quest'ultimo sentimento, probabilmente, non era in tema con il villaggio, ma non mi importava.
    Se non mi fossi trovata a camminare in una delle vie più trafficate, avrei cominciato a saltellare da un piede all'altro, lasciando che l'euforia si impadronisse dei miei gesti. Sarebbe stato un quadro alquanto pittoresco, avrei attirato l'attenzione più del dovuto, ma...
    Eh, no... Troppi ma! Considerai, fermandomi di scatto.
    Ragazza ninja? Il mio compagno di avventura sollevò il muso nella mia direzione, fissandomi con aria interrogativa. Da quando avevamo lasciato il gate era rimasto accoccolato tra le mie braccia.
    Si era calmato, entrambi ci eravamo riappacificati con il mondo.
    Sai, Keima aveva ragione. Replicai, ripensando allo shinobi. Bisogna vedere la vita sotto un'altra prospettiva. Non importa se sono un tricorno maschio o l'ambasciatrice del pianeta Oscuria.
    Notai lo sguardo del cucciolo, che mi osservava con aria sempre più confusa. Quello che ha veramente valore è che sono ritornata. Non avrei mai dovuto andarmene, ma si fanno tanti sbagli quando si pensa di non avere più nulla per cui lottare. Mormorai a bassa voce.
    Dicevamo Ko? Gli scoccai un'occhiata penetrante. No, non avrebbe gradito. Vola Ko! Esclamai, lanciando il mio minuto amico in aria.
    Solievai le mie braccia verso il cielo, saltellando sul posto. SONO A CASA!!! gridai con quanto fiato avevo in corpo.
    Ragazza ninja, ma cosa... Lo vidi agitare freneticamente le ali per evitare di precipitare al suolo.
    Sono_a_casa

    L'istante successivo mi ricomposi, tentando di darmi un contegno. Dubitavo che sarebbe stato possibile, non dopo la mia esibizione.
    Con molta flemma mi incamminai lungo la strada, cercando di ignorare gli sguardi incuriositi delle persone che incrociavo lungo la strada.
    Per il mio imbarazzante spettacolo avevo scelto proprio una delle vie più trafficate a quell'ora del giorno.
    Non mi sarei stupita se avessi attirato l'attenzione più del dovuto. Non che fosse stata mia intenzione girare tenendo un basso profilo. Non all'interno delle mura. Non sapevo se la voce del mio ritorno si sarebbe sparsa, non sapevo neanche se questo avrebbe avuto una qualche rilevanza. Troppi anni mi separavano da quella che ero stata un tempo, dalle persone che conoscevo, dai miei amici.
    Svoltai in un vicolo per raggiungere una strada secondaria. Ko mi volava accanto, stranamente silenzioso.
    Mi fermai, approfittando di un momento in cui il passaggio delle persone si era diradato.
    Ti starai chiedendo il motivo del mio improvviso sbalzo di umore. Esordì, poggiando la schiena contro il muro e rivolgendo lo sguardo verso il cielo.
    Io lo definirei più un attacco di follia acuta, ragazza ninja. Non mi sfuggì la sfumatura risentita nel tono della sua voce.
    Suppongo tu abbia ragione, se vediamo la cosa dal tuo punto di vista. Considerai, percependo il refolo d'aria proveniente dallo sbattere delle sue ali.
    Perché esiste un altro punto di vista?

    Distolsi lo sguardo da quell'azzurro privo di nuvole, seguendo il suo volo. Lo vidi planare, posarsi sopra un basso muretto a poca distanza da me.
    Valutare la vita da una prospettiva differente, può infondere coraggio, il coraggio di ritornare sui propri passi. Riflettei con una punta di malinconia.
    Avevo perso il conto delle volte che ero fuggita da una realtà che non riuscivo a gestire. Avevo amato, avevo sofferto, avevo rinchiuso le mie emozioni, il cuore si era spezzato in così tanti frammenti, che avevo creduto di non riuscire più a ricomporlo.
    Avevo lottato, avevo seguito il mio credo a dispetto di tutto, avevo cercato di dare un futuro diverso ad un luogo che stava rinascendo dalle proprie ceneri, ma non era quella la strada... Oto non poteva dimenticare la sua identità, non poteva cancellare il sangue da cui era nata la nuova generazione di shinobi. Il villaggio era ombra, eppure io credevo nella sua luce, anche se si fosse trattato di un flebile bagliore.
    E questo contrasto, che non ero più riuscita a gestire, non dopo aver perso troppe persone a me care, mi aveva portato ad abbandonare la lotta, gli ideali, a fuggire da coloro a cui volevo dare una speranza.
    Il coprifronte, che avevo indossato per tanti anni, macchiato del sangue di chi desiderava un futuro, era l'emblema che, alla fine, si era trasformato in polvere.
    Un simbolo non dovrebbe etichettare la nostra personalità... Questo era quello in cui avevo sempre creduto, eppure riflettendo, negli ultimi tempi, mi ero resa conto che un simbolo aveva la forza di unire animi diversi, di donare uno scopo, che andava oltre la propria vita. Un diverso punto di vista... una differente realtà...
    Era il motivo per cui ero ritornata, uno dei motivi. Avevo lasciato troppe cose in sospeso, non avevo voluto vedere attraverso lo sguardo degli altri, ostinandomi a pensare che la mia visione pacifica fosse la più adatta.
    Adatta per chi? Non per uno shinobi, non per gli abitanti di un villaggio dal passato intriso nel sangue e nell'odio.
    La situazione era cambiata durante la mia assenza, non sapevo se in positivo, potevo solo sperarlo.
    Quello che desideravo veramente era proteggere Oto, la sua gente, non desideravo per loro un futuro in catene, una vita da misere cavie di qualche sperimentatore folle. Però...
    Si, c'era un però...
    Adesso ero disposta al compromesso. Potevo essere sia luce sia ombra. Potevo andare incontro ad una differente visione, non avrebbe snaturato il mio essere medico, il mio voler preservare la vita, la mia promessa. Ko ne era la prova. I suoi genitori non me l'avrebbero affidato, se non avessi giurato sul mio essere un guaritore prima che un ninja.
    Rivolsi un sorriso al cucciolo acciambellato, che si stava crogiolando al sole.
    Quando hai finito di perderti nei tuoi pensieri, mi daresti una delle pietre luccicanti che ti porti dietro? Ho fame! La sua era una protesta, accentuata dal brontolio del suo stomaco.
    D'accordo, ma rammenta che stanno per finire. Dopo dovrai accontentarti di piatti meno preziosi. Frugai nella tasca, astraendo una minuscola manciata di pietre semi preziose. Il dono di ringraziamento per aver aiutato degli amici in difficoltà. Gli porsi la mano con i frammenti di gemme.
    La rapidità con cui ingurgitava il cibo, mi lasciava sempre divertita.
    Mi fissò con un'aria speranzosa.
    Scossi la testa.
    No, non ne puoi avere altre. Era un tono di voce che non ammetteva repliche, ma era complicato con un cucciolo che ti teneva il broncio. Ko, sul serio, non posso procurarmi quel tipo di materiale facilmente come fanno i tuoi simili. Non accennava a darmela vinta. Sii ragionevole. Non ho idea se abbiamo ancora una casa o ci toccherà dormire all'addiaccio. Non era facile fare da tutrice ad un cucciolo di drago. Per favore, mi sono bastate le crisi adolescenziali di Ryutsuki, non mettertici anche tu. Per fortuna qualcuno era maturato negli anni, ma non potevo paragonare la sua crescita a quella di Ko. I draghi restavano cuccioli per molto tempo.
    Mai io ho fame... Sei crudele, ragazza ninja.
    No, non era corretto quello che stava facendo. Non poteva farmi sentire in colpa, non ora. Avevo ancora qualcosa da fare, prima di dargliela vinta.
    E quella cosa la stavo procrastinando da quando avevo messo piede all'interno del villaggio.
    Sospirai.
    Non potevo fuggire per sempre da lui.
    Ko, senti, facciamo così. Risolvo una certa questione in bre... nel tempo che servirà e poi andiamo a mangiare in uno dei locali. E visto che ci siamo, invitiamo anche Keima.
    L'espressione stralunata, che si dipinse sul suo muso, mi strappò una risata.
    No, non sono impazzita. Mi affrettai a spiegare. Devi sapere che mi sento in colpa. L'ho trattato molto male al gate. Eppure la prima volta che ci siamo incontrati, avevo fatto di tutto per proteggerlo dai metodi di insegnamento... feb... otesi. Mi corressi al volo.
    Febotesi? Che significa? Non ho mai sentito questo termine.
    Non aveva tutti i torti.
    E adesso che mi invento? Febotesi è un modo di dire che si usa qui ad Oto... Mi scontrai con la sua aria dubbiosa. Il febotese è un tutore per quelle persone che hanno bisogno... di una... guida... per essere inseriti nella società. Questa l'avevo sparata grossa. Febh aveva un concetto tutto suo di “vita sociale”.
    Guarda che a me non sembra sia servito con Keima. Considerò il mio piccolo amico.
    In effetti.
    Non sempre è un metodo funzionale. A volte basta lasciare che la persona segua la propria strada.
    Ko era ancora più scettico.
    Ti sei resa conto che ha versato il sale dietro di noi, dopo averti salutato?
    Ah si? assunsi un'espressione innocente. Non me ne ero accorta. Non ho gli occhi dietro le spalle. E anche se fosse? Alla fine ha mostrato una certa... empatia... Ok, molto distorta, ma non era il caso di puntualizzare. E poi tu come avresti fatto a vederlo?
    Sono un drago. Che voleva dire tutto e niente. Sospettavo che avesse sbirciato, mentre lo tenevo in braccio.
    D'accordo, ne riparleremo più tardi. Ora che ne diresti di andare prima che chiudano l'amministrazione? Esordì, cominciando ad incamminarmi lungo la via.
    Eh? Non starai dando la colpa a me del tuo ritardo, vero?
    Finsi di ignorarlo.
    Ragazza ninja! SHINNY!
    Sentii lo sbattere delle ali e la successiva pressione sulla mia spalla destra, che conoscevo fin troppo bene.
    Hai ragione, ma ho paura... Ko... Ho paura di incontrarlo. Mormorai, fissando la traversa, che avrei dovuto imboccare.
    E perché mai? Non siete amici?
    Un tempo, ora non lo so. Gli ho affidato la gestione del villaggio perché mi fidavo di lui... Mi fido di lui... Perché gli avrei affidato la mia vita... Perché era al mio fianco... Ma ora, dopo tutti questi anni senza dare mie notizie... con che coraggio mi presento davanti a lui? Ammisi.
    L'amicizia si distrugge così facilmente tra voi umani? Non è in grado di superare gli ostacoli?
    Aveva ragione, però...
    Non c'era anche lui quando ti hanno salvata?
    Si, c'era... Il gruppo di Shaina mi aveva trovata per primo, ma lui era venuto a cercarmi.
    Di cosa hai paura Shinny?
    Di cosa ho paura?
    Di perdere qualcuno che avevo dato per scontato. Solo perché lui c'era sempre per me, sin dal nostro primo incontro, perché sapeva strapparmi un sorriso anche quando ero triste, perché non mi aveva abbandonato... Io cosa avevo fatto per meritarmi tutto ciò?
    Avevo tradito la sua fiducia.

    Per quanto cercassi di seguire un percorso tortuoso, per quanto fingessi di non ricordare la sua ubicazione, alla fine mi ritrovai davanti all'edificio. Non era esattamente lo stesso stabile che ricordavo, ma restava pur sempre la sede amministrativa.
    Forse si tratta solo lavori di ammodernamento. Non saltiamo subito a pericolose conclusioni. Se il Kokage l'ha riconfermato, non può essere stato così disastroso. Sapevo di mentire a me stessa.
    Mi avvicinai cautamente, trattenendomi dall'usare qualcuna delle mie abilità.
    Dovevo essere positiva.
    L'edificio sembrava reale, non una qualche facciata di cartone o un'illusione ben realizzata.
    Eh no, non ci provare! zittii la vocina che mi ricordava di agire da ninja.
    Io mi fidavo di Febh. E se volevo recuperare la sua fiducia, dovevo essere io a fare il primo passo.
    A proposito di primi passi. Per qualche motivo faticavo a varcare la soglia. Era come se infinite e pesanti catene mi avessero bloccata suol posto.
    Inspirai profondamente, lasciando andare l'aria tutta d'un fiato.
    Entrai e mi guardai attorno. La planimetria era cambiata, in caso contrario avevo un serio problema di memoria.
    Cercai la prima persona a cui poter chiedere dove potessi trovare l'amministratore Febh.
    Rilassati Shinodari, che cosa potrà mai accadere?




    Edited by Shinodari - 21/9/2021, 10:31
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Colloquio con l'Amministratore

    Tre impiegati sedevano nell'atrio di ingresso, intenti a timbrare, schedare, firmare, copiare e proseguire con quell'incessante attività burocratica che sembrava averli resi schiavi delle loro scrivanie. Dovevano anche agire da portineria e da ufficio informazioni, quindi Shinodari dovette rivolgersi a loro, che pure non erano più gli impiegati che conosceva, dato che il personale era ridotto all'osso perlopiù per congedi, malattie e le ferie con codice FE8H (istituite per necessità dalla Consigliera Dokujita per gli impiegati più vessati, dopo aver scoperto che il 70% degli impiegati aveva sviluppato gravi malattie mentali legate allo stress e non meno di uno su quattro era finito in manicomia. Pare che l'altro consigliere non avesse ancora capito il significato esatto di quel codice). I due Consiglieri sono al piano di sopra ma non mi risulta avessero appuntamenti. Troverà la Consigliera Hebiko Dokujita su per le scale e a sinistra, credo sia libera. Se però fosse stato Febh l'obbiettivo della sua sortita, l'impiegato sarebbe sbiancato, facendo alcuni gesti scaramantici. Ma...ma ne è sicura? Non poteva avere più di trent'anni ma era come se fosse invecchiato di colpo dimostrandone il doppio. Beh...lui è a destra invece che a sinistra... E poi aggiunse con un fil di voce ...buona fortuna...

    Dopo aver preso coraggio e percorso le scale, se Shinodari fosse andata verso la porta dello Yakushi avrebbe sentito un vago rumore dall'altro capo della porta, come se ci fosse una conversazione in corso, ma troppo bassa per capire esattamente cosa dicessero. Se anche avesse bussato non avrebbe avuto risposta, ma il rumore di fondo sarebbe continuato, se non altro la porta non era chiusa. Aprendo si sarebbe trovata davanti a una lucertola non più lunga di un avambraccio che stava stravaccata sulla scrivania a russare saporitamente mentre una radiolina accanto a lei trasmetteva il commento di una partita di dio solo sa quale sport, ma a giudicare da qualche parola qua e là centravano delle scope, dei cammelli e dei violini. Piuttosto che indagare oltre forse era meglio concentrarsi sul foglietto scribacchiato accanto al rettile, che recitava "Sono da Hebiko" senza ulteriori informazioni. A parte questo la camera era meno un disastro del solito, con pile di documenti ordinati sparsi un pò ovunque, quello si, ma almeno le carte con scritto "urgente" e "top secret" erano state seguite e gestite invece che essere usate per giocare a pallacanestro.

    Quello che attendeva Shinodari davanti alla porta dell'altra Consigliera però la avrebbe forse colta di sorpresa. Febh era sicuramente là dentro, dato che sentiva la voce, ma una volta vicino all'uscio avrebbe sentito delle parole scandite con estrema cura e trasporto: Ti ho già detto che non tornerà mai. Lo capisci? Il suo ruolo qui è finito! Se anche tornasse cosa le si potrebbe far fare? Un ripiego? Guarda la situazione con serietà: non è più il suo posto e non è più il suo tempo! Forse Hebiko aveva risposto qualcosa, o forse non era nemmeno nella stanza, magari al telefono, ma lui replicò piccato. E cosa vuoi che me ne freghi a me? Ha perso il suo uomo, non ci sono più amici per lei, e la sua sensei crudele è tornata e non accetterà mai la sua presenza, nessuno la difenderà. E' FINITA. Non tornerà, nessuno la accetterebbe! Chissà quali sarebbero state le sue sensazioni davanti a parole così dure...
     
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    Il Dono del Tiranno


    IV
    Eiatsu, Fyodor, Saragi




    Il ragazzino era curioso, e allo stesso tempo poteva essere pericoloso. Non aveva prove a sufficienza, ma c'era già il piccolo sospetto che potesse essere uno degli innumerevoli esperimenti di Orochimaru, e che di conseguenza possedesse un suo frammento. Poteva anche essere un ribelle quanto lei. Non sapeva nulla di lui, se non che avrebbe voluto tenerlo d'occhio. Divertiti con l'agenda, ma non scarabocchiarla, hm? Se ti fai fare le fotocopie dai miei assistenti puoi colorarle. E' un piacere conoscerti. Avrebbe evitato di dirgli "sei arrivato nel momento sbagliato": sapeva essere più gentile con i bambini, perlomeno con quelli che se lo meritavano. Purtroppo aveva faccende troppo più importanti di cui occuparsi.

    Eiatsu rinchiuse il giovane in una serpe protettiva, mentre la giovane ancora osservava il ragazzetto, pensierosa. Impiegò poco a tornare sui giusti binari. Quella piccola pausa però sembrava averla calmata almeno in parte. E io come faccio a parlarne con te se nemmeno voi sapete i suoi piani?? Non prendetemi in giro, non siete qui per discutere, siete qui per una firma. E io richiedo il diritto di sapere cosa sto approvando. "Una guerra" non è una risposta sufficiente, considerando che, per le mie conoscenze attuali del villaggio, e visto il costo previsto... non possiamo permettercela. Solo partecipare a questa guerra richiede un enorme sacrificio, e gli dei non vogliano dovessimo perderla. Era arrabbiata, ma avendo placato in parte la sua furia, riusciva a spiegare meglio le sue preoccupazioni. Certo, mantenere quella calma era difficile con i due che la punzecchiavano. Sibilò con aggressività alla loro minaccia, puntando un dito contro Eiatsu. Mi stata già togliendo il mio ruolo. Ed io non ve lo sto permettendo.

    Arrossì infastidita alla proposta di Fyodor, puntellando i piedi stizzita, facendo risuonare il suo tacco per la stanza. N-Non mi serve aiuto! Sono solo molto impegnata! Esclamò, in modo molto convincente. Era da tempo che sentiva il peso di quella spada. Era parte della sua eredità, e brandirla con successo sarebbe stata la dimostrazione che sì, era l'Erede del Serpente bianco, e che meritava di scalare al potere. ...Ma se non fosse riuscita a brandirla? Se non fosse stata forte a sufficienza? Non aveva ancora avuto il coraggio di capirne realmente il potere.

    Hebiko incrociò le braccia, osservando il sottoposto di Diogene con un sopracciglio alzato. Non sono stupida. Voi siete al mio livello. Forse a forza non ancora, ma per importanza, la Consigliera non si sentiva nemmeno di un gradino inferiore a loro. So bene che un Kage merita un diverso approccio. Soprattutto uno testardo e... intraprendente come il Mikawa. Dovette sforzarsi per non perdere di nuovo la calma, Eiatsu sembrava lì per quello. Naturalmente. Se non dovessi avere torto e io non avessi una soluzione oltre al non andare in guerra, resterò in silenzio e gli lascerò sacrificare il villaggio. Hmph! Ridacchiò ironica. Non sembrava convinta. Terrò a mente il tuo consiglio.

    Il discorso finale fu un colpo basso. Hebiko non era stata abbastanza forte al momento giusto per essere protagonista dell'attacco Cremisi, e non aveva potuto fare altro che dare una mano dietro le quinte. La cosa le rodeva. Se solo fosse stata più forte. Se solo la riunione fosse andata diversamente. Se solo non fossero arrivati i Cremisi così presto. Fece un sospiro ad occhi chiusi. Il passato era ormai alle spalle, chi ne aveva preso i meriti li aveva ora appesi addosso come una medaglia d'onore, ma questo non implicava che avessero un lasciapassare nel fare ciò che volevano. E' vero. E il villaggio gli deve molto per questo. Tutti vogliamo una vendetta contro i Cremisi. Ma lo vuole anche l'Accademia. Ed io non voglio regalare a Kumo altre delle nostre vite. Vogliamo una vendetta certa, non un lancio di moneta. Sono sicura che il vostro leader formidabile saprà convincermi di quanto il suo piano funzioni senza dover ricorrere alla violenza. La frecciatina di Fyodor la fece stavolta sorridere, approfittando del suo appiglio. Come avete detto voi, un Jonin come Febh non ha avuto il "dono della verità". Ma la mia mente è ancora giovane, inesperta, plasmabile. Che mi dia questo dono. Che mi insegni a vedere. A quel punto, Diogene non guadagnerà solamente il mio consenso, ma anche una preziosa alleata per il futuro. E, se davvero non ho questo dono, saprà di non dover perdere altro tempo con me. Credeva in ciò che diceva? No. Sapeva cosa Diogene aveva fatto in segreto al villaggio, grazie alle informazioni di Raizen. Ma nessuno sapeva che lei stessa aveva quelle informazioni. E scoprire i veri piani del Mikawa senza almeno fare un passo verso di lui sarebbe stato impossibile. Di certo non avrebbe mai ottenuto nulla che potesse compromettere il suo ruolo in quel momento, no. Non era quello che voleva. Le bastava avvicinarsi, dimostrargli che poteva reggere una conversazione alla pari. Dimostrare di essere un tassello fondamentale per il suo piano di conquista, un tassello di cui però doveva guadagnarsi la fiducia. E proprio lì, ottenuta la sua fiducia, attendendo paziente nell'ombra, avrebbe potuto scovare i suoi inganni e rivelare a tutto il villaggio chi era veramente Diogene Mikawa. Allargò le braccia con fare teatrale. Che mi metta alla prova. Un leader dovrebbe essere in grado di convincere anche il più testardo dei suoi oppositori. Era arrivato il momento di sfruttare ciò che aveva imparato da Ogen.
     
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    Semplicemente... Ciao


    Un cuore sanguinante




    Ero entrata. Un passo avanti l'avevo fatto. Non era stato così difficile, giusto? Che problemi avrei potuto avere da ora in poi? A parte cominciare a parlare da sola.
    Mi guardai attorno. Tutto sembrava in regola. D'accordo, gli impiegati non erano quelli che ricordavo. Esistevano i turni, le ferie, la maternità, la paternità, i congedi temporanei, il pensionamento, i trasferimenti, le malattie... le nuove assunzioni. Il mondo andava avanti, non era congelato nel passato.
    Individuai uno degli impiegati, un giovane sulla trentina, anno più anno meno.
    Mi avvicinai a lui con passo tranquillo, volto rilassato. Una semplice turista interessata ad una banale informazione. Ok, i turisti andavano in giro con la katana, ma eravamo pur sempre in tempi pericolosi e una povera ed indifesa fanciulla doveva pur difendersi.
    Sfoderando il mio sorriso più accattivante, mi rivolsi all'uomo in tono educato.
    Salve. Sono Shinodari Kazekumo, desidererei parlare con l'amministratore... l'impiegato mi interruppe.
    Consiglieri? No, non ho un appuntamento. E' piuttosto un'improvvisata, sicuramente... neanche questa volta riuscii a terminare la frase.
    Mi ritrovai ad avere informazioni non richieste sull'ufficio di una certa Consigliera Hebiko Dokujita. La fitta, che percepii al cuore, non mi piacque per niente.
    Pensavo realmente che si sarebbe sobbarcato per sempre il lavoro amministrativo senza dividerlo con nessuno? Non avevo fatto la stessa cosa con Yami? Non era una notizia positiva? Sarei dovuta essere contenta, invece... non lo ero.
    Nel mio pensiero egoistico avevo sperato di mancargli almeno un po'.
    Mi scusi, forse non mi sono spiegata bene. Chiedo perdono se le sto facendo perdere altro tempo, ma io stavo cercando l'ammin... il Consigliere Febh. Febh Yakushi. Mi è stato detto che è ancora in carica.
    Le ultime parole ebbero un effetto che, forse, avrei dovuto prevedere.
    L'uomo parve invecchiare di botto, sembrando il padre di se stesso, anche il nonno se volevamo puntare sul drammatico.
    Pallore improvviso, gesti di scongiuro, balbettio, forse sudorazione anomala...
    Questo tra un po' mi collassa sul posto.
    Shinny!
    Si, lo so. Presi nota di tutte le informazioni, augurio compreso. A Febh avrei pensato in un altro momento. Riconoscevo certi sintomi, li avevo visti anche sul volto di Sato e purtroppo, a volte, la responsabilità era stata mia.
    Non si preoccupi. Sono un medico. Andrà tutto bene. Capisco perfettamente come si sente. Ora respiri. Respiri lenti, profondi. Faccia come faccio io. Si, così... Bravo. Cercai di rassicurarlo. L'ideale sarebbe stato farlo stendere, ma non potevo mandare nel panico anche gli altri due impiegati. A proposito, non è che qualcuno di voi potrebbe preparare del te' con … Lei non è diabetico, vero? … con lo zucchero, tanto zucchero. Sono sicura che una bevanda calda la rimetterà in sesto. Si sarebbe dovuto riposare. C'è qualcun altro che potrebbe sostituirlo per un'oretta?

    La crisi sembrò passare più rapidamente di quanto sarebbe dovuta durare in realtà. L'impiegato mi assicurò, giurò, quasi inginocchiandosi, di essersi ripreso, pregandomi di non riferire l'accaduto al Consigliere. Non ero molto convinta, ma annuii, promettendo di non dire nulla.
    Ko mi lanciò occhiate dubbiose, alle quali replicai con una scrollata di spalle.

    Quello che era accaduto nell'atrio, mi diede da pensare. Quanto bene conoscevo Febh e quanto intenzionalmente volevo ignorare sul suo conto? Lo stesso Mikawa, anni prima, non mi aveva messo in guardia sul riporre fiducia incondizionata in quella persona?
    Cominciai a salire le scale, ma non ero così sicura di voler continuare.
    Come stai? Percepii la stretta di Ko sulle spalle.
    Va tutto bene... gli risposi, accennando ad un sorriso. Ero diventata brava a mentire a me stessa.

    Raggiunto il piano, svoltare a destra... Seguii le indicazioni e mi ritrovai davanti alla porta. Dall'altra parte si udivano dei suoni sommessi. Potevo origliare, ma non sarebbe stato educato. Preferii bussare con le nocche.
    E' permesso? Febh, ci sei? Sono Shino... Shinny. Nessuna risposta.
    Forse è occupato. Ipotizzò il cucciolo di drago.
    Non credo, l'impiegato aveva detto che non avevano impegni al momento. Obiettai.
    Bussai un'altra volta, ottenendo lo stesso risultato. Nulla!
    Poggiai la mano sulla maniglia e lentamente l'abbassai.
    Pensi sia una buona idea?
    Si, alla peggio mi scuserò. Replicai, aprendo la porta e...
    Ciao Febh ti vedo, come dire? Cambiato. Direi scaglioso. Sai, dovresti fare qualcosa per idratare la tua pelle. Sei dimagrito...molto dimagrito... Non mangi abbastanza? Ironizzai, notando una lucertola distesa scompostamente sulla scrivania, che dormiva beatamente, a giudicare dal respiro sonoro. Decisamente stava russando.
    Che è successo a Febh? Ko sembrava sinceramente preoccupato.
    A lui non saprei. Alla sua lucertola, direi che si sta godendo gli agi dell'amministrazione. Considerai.
    Mi voltai verso la radiolina che stava trasmettendo... Non avevo la minima idea... Scope? Cammelli? Violini?
    Cammelli? Forse era sintonizzata su Radio Suna. Era la parte sulla partita, che mi lasciava perplessa. Non riuscivo a trovare il nesso logico.
    Vicino al rettile trovai un foglietto, scoprendo che, la persona in questione, si trovava nell'ufficio dell'altra Consigliera.
    Prima di uscire diedi un'occhiata in giro. C'erano fogli di carta appallottolati. Ne raccolsi uno e sbirciai il contenuto, dopo averlo svolto. Nulla di critico. Le pratiche urgenti e quelle molto private sembravano essere a posto.
    Sospirai.
    Vieni, andiamo nell'altro ufficio.
    Feci uscire il cucciolo per primo e poi lo seguì, chiudendo la porta alle mie spalle.
    Ci incamminammo lungo il corridoio fino a raggiungere l'altro studio.
    Riconobbi la voce di Febh. Mi avvicinai, ma quando stavo per bussare, giunsero alle mie orecchie parole, che mi congelarono sul posto.
    Non sarei mai tornata? Aveva tutte le ragioni a pensarla in quel modo. Mai una lettera, mai una visita, ero semplicemente scomparsa.
    Il mio ruolo qui è terminato. Quella frase mi ferii nel profondo. Lasciai andare il braccio. Dieci anni e non esistevo più per Oto... Per lui?
    Un ripiego... Non era la mia casa, il mio tempo al villaggio era finito... Sentivo il sangue defluire dal viso.
    Vieni via... Scossi la testa. Non riuscivo a smettere di ascoltare. Avrei dovuto tapparmi le orecchie. Maledissi il mio udito perfetto. Volevo andarmene, ma il corpo non rispondeva ai miei comandi.
    Per Febh ero come morta, no... peggio... non esistevo più...
    Era crudele ricordare la morte di Yami... Non me ne ero andata via per quel motivo... Non era stata quella la causa scatenante.
    Non avevo più amici... Non siamo più amici, Febh? Nessuno mi avrebbe difeso... Non mi difenderai più? Mi meritavo ogni singola parola. Faceva così male. Mi costrinsi a non piangere.
    E la mia sensei... Aspetta cosa aveva detto? Era tornata e non avrebbe accettato la mia presenza? Sul serio era qui ad Oto? Un clone? Un figlio segreto che aveva usato come Ryoma ai suoi tempi? No, quest'ultima parte non la credevo possibile. E' vero, mi aveva sempre considerata debole, non adatta ad Oto, ma ero diventata la sua assistente, si fidava di me anche se lo dimostrava in quel suo modo... mh... malato? E poi, riguardo a Yami... non avevo perso il mio compagno. Ci eravamo lasciati. Avevo perso un caro amico.
    Che stava succedendo? Che sta succedendo?
    Mi scrollai di dosso l'autocommiserazione in cui ero sprofondata. Inspirai profondamente e spalancai la porta.
    Shinny... Ciao Febh... si, sono contenta anche io di rivederti... Forse non è il... Lo so, è un po' che non ci vediamo, ma ti pare corretto sparlare alle mie spalle? ...caso. Se hai qualcosa da dirmi, abbi il coraggio di dirmela in faccia! Come vedi sono qui. E poi, mi spieghi cosa c'entra adesso... Non è da... Sayaka? Sarà stata anche crudele, ma era la mia sensei ed io ero, no, sono la sua erede. Non mi caccerebbe mai! Ripresi fiato.
    ...Solo.
    Febh non era da solo?
    Ops!



     
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