Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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    Quando la fiction diventa realtà


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    M-Ma era troppo importante... Non pensi alle conseguenze che- Una voce femminile, dal tono sconvolto, rispondeva a Febh, che rincarava la dose, costringendola a mugolare in risposta, sconfitta. Shinodari forse non se ne sarebbe nemmeno accorta, colpita com'era dalle parole dello Yakushi. Lo shock di quelle parole aveva chiaramente scosso l'ex Amministratrice nel profondo. Altri, al suo posto, sarebbero spariti senza lasciare traccia, sapendo com'era la situazione. Ma lei si fece coraggio. Se anche quella fosse stata la sua ultima apparizione in quel di Oto, cascasse il mondo avrebbe parlato con Febh, forse il suo unico appiglio rimasto. E spalancò la porta, vomitando le sue emozioni, lasciando andare tutto.

    Una volta entrata, probabilmente dopo aver finito il suo discorso, distratta com'era da quel forte sentimento, avrebbe notato un paio di sguardi confusi puntati su di lei. Uno che conosceva benissimo, l'altra doveva essere la Consigliera che avevano citato al piano di sotto. La sua figura era parzialmente coperta da una piccola televisione posata sulla scrivania, che immobile fissava la sconosciuta di fronte a lei. Il pallore del suo viso, unito agli occhi da rettile, le avrebbe immediatamente permesso di capire di chi era discendente. Il carattere però sembrava molto più focoso di quello del fondatore. E tu chi diavolo dovresti essere??

    Premette un bottone da un piccolo telecomando, spegnendo la televisione. Si alzò in piedi, gonfiando il petto e cercando di ristabilire la gerarchia lì dentro. Non so come tu sia abituata dalle tue parti, ma qui ad Oto rispettiamo gli appuntamenti, e non mi risulta... Quello è il simbolo di Oto?? Mentre la squadrava dall'alto al basso, incrociò la nota appesa a mò di gingillo, non dissimile dalla sua spilla applicata sulla sua camicetta. Perse parte della sua compostezza, voltandosi verso lo Yakushi, visibilmente confusa. Febh?? Una spiegazione??


    Sarebbe bastato poco per farle capire chi avesse davanti. Oh dei, è proprio come Josei...Borbottò a bassa voce, un commento che solo Febh avrebbe capito in quella stanza, a meno di una spiegazione più completa (ma la piccola tivù dava già gli indizi necessari). Dopotutto aveva letto più di una volta dell'ex Amministratrice. Colei che aveva lasciato il villaggio quasi in rovina, consegnandolo forse al più irresponsabile degli shinobi di tutto il villaggio. La rossa era combattuta: c'era un misto di rispetto e di delusione in quel poco che sapeva realmente di quella persona. E, come suo solito, la prima reazione fu diffidenza. Continuava a guardarla dall'alto al basso, con sguardo duro, nonostante le rivelazioni. Suppongo tu ci debba diverse spiegazioni. Sarebbe toccato anche a lei, prima o poi, spiegare chi fosse. Portò una mano al petto, con fare teatrale. Io sono la Consigliera Dokujita. Se l'Amministrazione ha un ordine e la follia è perlopiù racchiusa nell'ufficio di Febh, è merito mio. Non avrebbe mai finto modestia per quel traguardo. Follia che, se ho capito bene, è iniziata proprio dopo la tua dipartita. Pronunciò, con fare accusatorio. Incrociando lo sguardo con il rettile, invece, arrossì appena, mordendosi le labbra. Non poteva certo perdere tempo a studiarlo proprio in quel momento, ma come erpetologa la curiosità era alta. I draghi erano già creature rare di per sè, vederne uno così corto e munito di ali non faceva che aumentare il suo interesse. Avrebbe nascosto goffamente quella sua tentazione, sforzandosi di mantenere lo sguardo su Shinodari, a braccia incrociate, in attesa delle sue risposte.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    In Amministrazione


    Informazioni Top Secret?

    Come prevedibile l'improvvisa apertura della porta colse sia Febh che Hebiko di sorpresa, facendoli voltare verso la porta con l'ombra della colpevolezza sul viso, come se fossero stati beccati a fare qualcosa di vietato...e a conti fatti non erano alla scrivania ma stravaccati sulle poltroncine dello studio della consigliera a guardare un televisore di quelli più moderni, col tubo catodico con copertura in plastica e persino il telecomando, su cui un paesaggio desertico veniva ripreso a tempo di musica mentre due occhi hyuga apparivano in sovraimpressione prima di andare in dissolvenza.

    Febh era rimasto pietrificato, ancora più di Hebiko, come se l'improvvisa comparsa di Shinodari fosse l'ultima cosa che si sarebbe mai potuto aspettare. Aveva i suoi soliti occhiali finti senza lenti, la sua classica felpa da due soldi con la nota di oto ricamata sul petto e dei normali pantaloni. E ovviamente aveva anche la bocca aperta, gli occhi sgranati e probabilmente svariati loop elettrici nel cervello al momento. Shinodari parlò rapidamente, come se nemmeno stesse guardando ciò che aveva davanti, e quando finì, e con lei in drago, prima ancora che Hebiko prendesse la parola, dalla televisione giunse una voce molto ovattata (tenevano il volume basso, ma perfettamente udibile ai loro sensi, per evitare che fuori dalla porta sentissero cosa stavano guardando) che recitava "Tornerà Soledad Chikuma ora che il suo Miguel Abara è stato ucciso? Non ha più amici nè supporto, è stata sconfitta e la perfida Doña Ramona, sua maestra, controlla l'Accademia per giovani talenti sunesi. Ma allora cosa diceva la lettera per S.C. che la Hyuga scrisse prima di essere sigillata nella montagna? Le risposte a queste domande nella puntata di domani di...OCCHI DEL DESER..." In quel momento Hebiko spense il televisore.

    Ci fu qualche istante di silenzio imbarazzato, prima della reazione stizzita di Hebiko.

    Eeeh...ah...ehm... Reso evidentemente cerebroleso dall'improvvisa apparizione, Febh impiegò qualche istante a rimettere in ordine i suoi pensieri mentre le due donne erano a confronto, e sembrava che entrambe volessero sapere qualcosa da lui. Aahh...ahm...ehm...io... Il suo sguardo iniziò a dardeggiare tra la porta e la finestra valutando le possibili vie di fuga, ma in qualche modo aveva la sensazione che non sarebbe stata una buona idea. Sempre seduto sulla poltrona, ma non certo stravaccato e anzi più simile a un gatto pronto a scattare, deglutì guardando la vecchia, vecchissima amica. Shi...shinodari? Sei...davvero tu?

    Ci fu qualche secondo in cui Hebiko processò le informazioni, che Febh, senza avvicinarsi, uso per rimettere ordine nella sua testa. Sei...ehm...stai molto bene. Quello è Ko, giusto? Balbettò, mentre cercava nelle tasche. Ho le caramelle gusto mosca che piacciono alle lucertole, ne vuoi una? Le disse, tendendole la mano mentre si alzava. P-per il ramarro volante là, intendo! Non per te. Stava iniziando a sudare ed era evidentemente nervoso, scena molto rara da vedere. Ehm...sono felice che tu sia qui... Ci fu un attimo di serietà nei suoi occhi. E' successo qualcosa? Di nuovo i Chuda? O Grimdad? Poi di nuovo smarrimento, mentre si avvicinava. Io...uhm...perchè dicevi di Sayaka? Non...onestamente non mi aspettavo davvero che saresti tornata...sono successe...molte cose nel mentre. Aveva ucciso Orochimaru, aveva fatto salire Gene al potere rinunciando al ruolo di Amministratore, solo per essere poi scelto come Consigliere. Ma come spiegare tutto in poche parole? Io...sono contento che tu sia qui, davvero. Le tese timidamente una mano, evidentemente incerto su come comportarsi (per Hebiko doveva essere una vista molto strana)

    Ehi, guarda che ho sentito! Scattò poi verso la Dokujita. Follia un corno! Io faccio sempre del mio meglio! Era evidente un certo grado di familiarità in quel tono. Dopotutto Hebiko era stata la sua segretaria e poi collega pari-ruolo per diversi anni.
     
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    Gli emissari del Kokage


    Guerra e Religione XLV, di Loxion Mikawa

    Niente, la Quarta Serpe di Oto non voleva saperne. Voleva che tutto le fosse spiegato, che facesse parte di quel tavolo cui nemmeno Fyodor ed Eiatsu erano stato invitati; un desiderio inattuabile perché nessuno, nemmeno i recentissimi alleati di statura mondiale, erano a conoscenza dell'intero dentro la mente inaccessibile del Garth. Figurarsi se Aloysius avesse intenzione di spifferare della sua alleanza con Kiri o Jeral alla fidanzatina di quel caprone dell'Hokage, forse l'unica persona vivente più testarda della kunoichi dai capelli rossi stessa.

    Fyodor provò un'ultima volta, cercando di evitare rogne a tutti: la ragazza le piaceva, aveva visto le registrazioni del laboratorio 11-A, c'era del potenziale nell'Erede della Serpe Bianca, ma mettersi contro Aloysius in questa fase del suo piano era per lei un passo decisamente più lungo della gamba. E, a dirla tutta, il Colosso non avrebbe apprezzato minimamente il loro fallimento se fossero tornati da lui senza quella firma.

    " Hebiko, sì ragionevole...presentarci ora a Villa Mikawa con domande al posto che risposte ad Aloysius ci causerà solo una marea di guai. La tua carriera ninja è da poco sbocciata, davvero vuoi metterti contro un uomo come il Colosso?
    Per cosa poi, sapere di una guerra inevitabile che il mondo stesso si aspetta da anni? Questa cosa partirà con o senza la tua approvazione, vedi l'inclusione dell'amministrazione come un dorayaki per addolcire la pillola al Daymio e sborsare con più celerità il denaro. La corsa alle armi è urgente, sono anni che Diogene raschia il fondo del barile, i suoi stessi soldi, oltre che il suo stipendio da Kage parliamo dell'eredità Mikawa per le operazioni di spionaggio, raccolta informazioni, mazzetta, scouting di combattenti e quant'altro... "


    " Forse nemmeno lo sai ma circa quattro anni fa, Aloysius stava pensando di vendere l'intera proprietà ad Asuma Kurogane per continuare a finanziare i suoi progetti. A villa Mikawa, che ti ricordo ospita e conta più di 20 abitanti, un paio di settimane si è mangiato pane e latte per limitare le spese. Diogene era tornato mezzo morto dalla Rosa d'Acciaio, affetto da un male al tempo ritenuto incurabile, e nessuno era più in grado di seguire gli investimenti che aveva fatto in giro e in segreto...Nemmeno a dirlo, senza il gatto, i topi hanno ballato per mesi, rosicchiando le commissioni, scordandosi delle scadenze sui libri paga e vendendo informazioni e merci al miglior offerente. "

    Intervenne Eiatsu. Perché le stavano dicendo quelle cose? Forse conoscere l'umanità celata dietro l'immagine del Generale Cremisi poteva far cambiare idea alla consigliera?

    " Devi fidarti di noi. Verrai sollevata dal tuo incarico seduta stante se gli metterai i bastoni tra i piedi ora. Eiatsu prenderà il tuo posto e a quel punto non avrai più nemmeno quel poco di controllo e visibilità che hai ora sulle cose del villaggio.
    Non sarebbe più saggio per te rimanere sulla barca e cercare di capire cosa sta succedendo dall'interno? Ragiona. Ci vorranno mesi per armare un esercito, avrai tutto il tempo per informarti e dire la tua al Kage fino ad allora. Magari ti rederà in faccia, magari di ignorerà...ma, forse, qualche parola riuscirà ad arrivare alle sue orecchie e allora potrai dire di aver preservato ciò che reputi importante per la sopravvivenza dell tuo villaggio."



    ::: Intanto tra le spire del Serpente :::

    Saragi sembrava abbastanza a suo agio in quella situazione tutt'altro che "comoda" ma probabilmente il fatto stesso di essere così vicino ad un serpente di grossa taglia era per lui come un bel sogno. Di fatto anche Wasureta aveva sin da subito intuito una buona empatia son il nanerottolo, dunque continuò a parlargli interessato:

    " Seeempre insieme dici! ssasssa saaasssasshasha Chiamo a lui ssse quessto è vero, no ? "

    Rise come se avesse intuito qualcosa, una verità di cui l'acerbo shinobi non sembrava ancora a conoscenza ma che alla specie legata per contratto alle vicende di Oto sembrava alquanto lampante. Il "Dimenticato" poi, aveva anche combattutto fianco a fianco proprio di quel talentuoso shinobi, appartenente al quartetto del Suono originario.

    " Io ssssono Wasureta. Eiatsu mi usssa quando ssssi tratta di combattere...a lui non piace molto venire alle mani con i vivi. Anche con noi sserpenti a dirla tutta, di fatti non ha mai ssstretto un legame di ssangue con noi! "

    Non sembrava indispettito, per essere una specie di solito scontrosa e guardinga il grosso rettile non era avido di parole; anzi, sembrava come avere una gran voglia di parlare con qualcuno...

    " Sssono stato cacciato dalla Caverna dei Draghi tempo fa, Manda mi ha impedito di esssssere evocato dagli umani quindi ora servo ssssolo le Hebiton di Eiatsu. Lui mi ha trovato nel Bosssco dei Sssussssurri e ha trovato il modo di legarmi al sssuo tentien. Non mi lamento eh, ma le sssenzazioni che si povano quando sssi viene vocati ssssono un'altra cosa ssasssasa asshashhsa. "

    Una risata beffarda che nascondeva in verità una tristezza non da poco. Tutti concetti un po troppo complessi per un bambino appena entrato nel mondo dei ninja eppure il Dimenticato sentiva che quella poteva essere l'occasione giusta per tornare in scena, a calcare palcoscenici da co-protagonista:

    " Dimmi, vuoi vivere un'avventura?! Recati nel vicolo della sssserpe, a mezzanotte in punto! C'è una casa apparentemente abbanondata, busssssa due volte e fai il mio nome. Lì ci abita un vecchio sserpente, ha lui il rotolo originario, quello bandito ssassahha shhsashhs, che si usava per i contratti dei sssserpenti! Prendilo, in qualssssiasi modo, e poi convinci Eiatsssu a rievocarmi. Vedrai, ci divertremo!! "


    Il film nella testa del rettile era già partito.

    :::

    Difficile credere che la discussione avesse assunto questi toni. All'inizio i due emissari del Mikawa erano stati dei veri stronzi, giocando sul filo del rasoio, ma ora Fyodor in particolar modo sembrava come voler aiutare la ragazza nel prendere una decisione giusta. Una consulenza gratuita da parte di un ninja che aveva vissuto svariate vite, alcune delle quali anche al seguito del leggendario Sennin del villaggio; un uomo di infinita conoscenza e spiccato senso di sopravvivenza...se c'era una persona ad Oto cui la konoichi poteva imparare le sottigliezze degli "intrighi di corte" quello era proprio il mangiacarogne.

    " Ho scelto di seguire il Colosso perchè in lui vedo lo spirito del mondo. Non la smielata che racconta lui di un mondo senza guerre, a quello di credono i ragazzini e i folli, ma la capacità di avere la forza di cambiare le cose, quella sì. In meglio o in peggio chi potrà dirlo...ma solo accontentarti del presente più frenarti dal tentare una via alternativa. Ti sei contenta della direzione che ha preso il mondo oggi, Hebiko?
    Ti dico questo perché la stessa scelta l'ho fatta una vita fa puntando su Orochimaru e, nonostante come è andata a finire, non c'è giorno che non vada fiero di aver scritto quella storia."


    Envy-envy-the-first-humonculi-10577067-816-544

    Era un pensiero profondo, fatto da un anziano con l'aspetto di un ragazzo, un uomo complesso ma che conosceva bene le difficoltà di voler vivere da protagonista la storia di Oto.

    I due quindi si alzarono in piedi, fissando la consigliera in volto con lo stesso sguardo dei primi minuti, come se quella piccola parentesi di umanità si fosse appena chiusa, inaspettatamente così come si era aperta. Parlò infine Eiatsu:

    " Formalmente, Hebiko. Hai intenzione di apporre la tua firma sulla lettera oppure vuoi essere scortata dal Kokage? "

    Il destino dell'Erede era nelle sue mani.



    Edited by DioGeNe - 28/10/2021, 17:29
     
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    Semplicemente... Ciao


    Mi sei mancato



    Febh non era da solo.
    L'avvertimento di Ko arrivò troppo tardi.
    Per carità il cucciolo aveva provato ad avvisarmi, cercando di interrompere il flusso di parole dirette verso Febh, ma non avevo prestato la giusta attenzione.
    Mentre osservavo le due persone presenti nella stanza, di cui una, andando per esclusione, doveva essere la Consigliera Dokujita, alle mie orecchie giunse la voce di una terza presenza. Proveniva dal televisore.
    "Tornerà Soledad Chikuma ora che il suo Miguel Abara è stato ucciso? Non ha più amici nè supporto, è stata sconfitta e la perfida Doña Ramona, sua maestra, controlla l'Accademia per giovani talenti sunesi. Ma allora cosa diceva la lettera per S.C. che la Hyuga scrisse prima di essere sigillata nella montagna? Le risposte a queste domande nella puntata di domani di...OCCHI DEL DESER..."
    Il clik, sentenziò che almeno uno dei due si era ripreso dall'iniziale stato stuporoso in cui era caduto. Febh sembrava come... congelato?
    Non ebbi tempo di riflettere sulla questione perché avevo probabilmente assunto tutte le possibili sfumature che andavano dal mio normale incarnato al rosso, rosso pompeiano, rosso scarlatto, rosso abbagliante fino a raggiungere l'infrarosso. Una deduzione dovuta alle guance che erano diventate bollenti.
    Ero così in imbarazzo che, all'inizio, non mi resi conto della particolare fisionomia della Consigliera.
    Le iridi, l'incarnato, probabilmente era come Kodachi... Preferii non pensare ad altre implicazioni. Non avevo mai giurato fedeltà a quella persona. Mi focalizzai sulle sue parole.
    Chi ero e perché non avessi un appuntamento. Domanda lecita.
    Mi sforzai di far defluire il sangue, cercando di assumere un aspetto dignitoso.
    Perdonate la mia maleducazione. Sono Shinodari Jaku Nara Kazekumo, suppongo non serva aggiungere i miei precedenti incarichi. Mi presentai, evitando ancora una volta di partire con una serie di ex qualcosa abbastanza deprimenti. Riguardo l'appuntamento... mi era stato detto... Volevo davvero mettere nei guai gli impiegati? Non pensavo servisse un appuntamento per salutarti, Febh. Cambiai discorso, volgendo lo sguardo verso la statua di... sale. Eh si, sono proprio io.
    Ma Shinny avevano detto che erano lib... afferrai il cucciolo di drago, chiudendo con entrambe le mani il muso prima di rendere la situazione più complicata di quanto non fosse.
    Sorvolai sul modo con cui mi stava guardando la Consigliera. Ero pur sempre piombata nel suo ufficio senza dare un minimo di spiegazioni. O forse ne avevo date troppe non necessarie.
    La lasciai parlare, fino a quando non se ne uscì con la storia della follia che era cominciata dopo la mia partenza da Oto.
    Liberai Ko dalla stretta.
    Mfh... sbuffò, arrampicandosi sulla mia schiena. Sentii il suo muso poggiarsi sopra la spalla destra.
    Questa poi! Socchiusi gli occhi ricambiando lo sguardo della Consigliera. A tutto c'era un limite.
    Follia dite? Dopo la mia partenza per giunta. Scoppiai a ridere. Febh era la scelta più sensata, la persona di cui mi fidavo di più. La persona che è sempre stata al mio fianco. A cui avevo affidato la mia vita. Non mi ha mai tradito. Ha un modo di fare un po' particolare, lo ammetto, ma c'è sempre stato nei momenti importanti. Non reputo folle aver affidato a lui l'amministrazione di Oto. E non me ne pento. Se tornassi indietro riconfermerei la nomina. Ero mortalmente seria. La follia non è insita in Febh. Se vogliamo essere più corretti, tutta Oto è intrisa di insania. O mi sbaglio? Se vi lamentate solo del vostro collega, allora vuol dire che il villaggio sta migliorando. Che c'è speranza. Perché quando sono arrivata io, l'allora Kage considerava i suoi abitanti solo strumenti, cavie per i suoi esperimenti. Godeva nel vedere i suoi sottoposti rischiare la vita per ottenere un contentino. Su, non siamo così catastrofisti. L'amministrazione è in piedi, un po' diversa da come me la ricordavo, ma sono passati pur sempre degli anni. Il villaggio è ancora in piedi, qualche novità alle mura... mi voltai nuovamente verso Febh Ho incrociato Keima al mio arrivo al gate occidentale. E' stato... creativo come suo solito... Volevo parlargli dopo che finiva il turno alle mura, ma mi sono resa conto di non sapere dove abiti... Mi sentii premere la spalla da Ko ...Si, mi dispiace, stavo divagando. Dicevamo? Se veramente il vostro collega è fonte di tale imbarazzo, perché si trovava nel vostro ufficio a vedere... Com'era? mi picchiettai l'indice sinistro sulle labbra ...Occhi nel deser...to? Si, giusto! Sembra interessante... quasi la storia della mia vita. Considerai, con una sfumatura ironica nel tono della voce. Torniamo a questioni più serie. La fissai dritta negli occhi. Volete che mi scusi per qualcosa che non è mia responsabilità. D'accordo, mi scuso. Volete che vi spieghi perché ho abbandonato il villaggio? No, mi spiace, sono fatti personali. Volete sapere perché sono tornata? Semplice. Perché nonostante tutto io sono molto legata a questo dannato villaggio. E viste le ultime novità, potrei dire: “Chiedete al Kokage uno dei motivi per cui sono tornata!” Avevo fatto una promessa al Mikawa e l'avrei mantenuta. Ma proprio non resistetti a stuzzicarla.
    Febh aveva ripreso il dono della favella, ma il suo modo di rivolgersi a me era così strano. Perché balbettava, perché la mia vista lo metteva così in imbarazzo? Io ero la solita Shinny, ma lui?
    Distolsi lo sguardo, per evitare che notassero la sfumatura di oscurità sulle mie iridi. Non potevo farci niente: era il dono materno.
    Si, sono io ragazzo ninja. Prese la parola Ko. Però non sono un ramarro. Ricordi? Sono un drago dei ghiacci. D_R_A_G_O. Non è difficile. Le caramelle alle mosche non mi piacciono, se invece aveste qualche gemma, magari degli zaffiri, quelli li accetterei volentierissimo. Ko era Ko, almeno lui non era cambiato.
    Davvero ti sono mancata Febh? Non riuscii a trattenere una sfumatura malinconica. Non potevo ignorare il suo sguardo per sempre. Pazienza. Le mie iridi nere non era un segreto. No, non è successo nulla... i Chuda... Grimdad... E da quel giorno che non ho avuto più loro notizie... mormorai. Non erano ricordi piacevoli. Non ero più tornata in quei luoghi. Avrei voluto dirgli che avevo lasciato una neonata nelle loro mani, che sarei dovuto andarla a riprendere. Che avrei voluto mi accompagnasse, ma non dissi nulla. Sayaka...dici? Avevo mal interpretato i discorsi che... avevo origl...sentito... Perfetto, ora balbettavo anche io.
    Non si aspettava che potessi tornare. In fondo come dargli torto. Quanto della mia vita era simile a quello che era stato trasmesso?
    Suppongo che mi dovrai aggiornare. Considerai. Vidi la mano che mi veniva tesa. Ancora una volta mi diceva di essere contento del mio ritorno, ma sembrava quasi lo stesse ripetendo più a se stesso che a me.
    Non gliela strinsi. Abbozzai ad un sorriso.
    Improvvisamente il suo atteggiamento cambiò quando si rivolse alla sua collega. Un modo di fare per certi versi familiare.
    Febh,... mi avvicinai a lui ...noi non ci siamo mai stretti la mano. Lo abbracciai o perlomeno questa sarebbe stata la mia intenzione.
    Se non si fosse scansato, gli avrei detto semplicemente: Mi sei mancato...


     
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    Falce dei Kaguya


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    Via del Serpente


    Conversando con i Rettili



    Lo ammetto: ero stupito quanto Saragi da quel grosso serpente color latte che ci stava parlando.
    Certo era un tizio piuttosto particolare, al di là del colore e delle striature sul muso, dopo che il mio coinquilino ci presentò, si mise a ridere e citò "lui", non avevo idea se intendesse l'uomo che ce lo aveva posto davanti, o qualcun altro.
    Il mio coinquilino pensò la stessa cosa: Chi è "lui"? Eiatsu?

    Il Serpente, comunque, si presentò come Wasureta, accennando che all'uomo gentile dell'obitorio non piaceva combattere e non era nemmeno legato realmente con i miei simili, al contrario del Primo Kokage, ma usava solo lui per gli Hebiton.
    Io uso qualche Hebiton, ma non ho la possibilità di comunicare con i serpenti che scateno, anzi, spesso scompaiono dopo poco., ammise il piccolo Shi, stupito quanto me.
    Poi Wasureta nominò luoghi e personaggi che anche io avevo sentito, attraverso le letture di Saragi: Manda, l'evocazione principale e più grandiosa del Fondatore, Orochimaru, un serpente che reclamava sacrifici umani, se evocato.
    Alla sua morte, avvenuta circa mezzo secolo prima, era stato poi sostituito da Aoba, per ciò che ne sapevamo.
    Saragi, però, reagì più attivamente quando l'altro parlò della "Caverna dei Draghi".
    Il luogo dove si trova il contratto del Fondatore..., ricordò il piccolo Shi, sbalordito ed incantato dalle parole di Wasureta, che stava comunque ammettendo di essere stato scacciato da quel luogo, di essere una sorta di randagio, legatosi ad Eiatsu in altro modo.
    Ma, in fondo, potevo io criticarlo? Almeno lui parlava, io non avevo nemmeno quella specifica abilità!

    Fu solo sulla successiva domanda che alzai la mia testolina, che dondolava attorno all'orecchio di Saragi, agitando un pò la lingua, mentre gli occhi bicolore del mio coinquilino, ero convinto, brillavano d'interesse.
    Un'avventura?, ripeté il giovane studente, incuriosito dall'opportunità: d'altronde era giunto fin lì in cerca di serpenti, non solo ne aveva trovato uno, ma aveva incontrato anche una ragazza chiamata "Erede della Vipera" e, ora, gli si poneva l'opportunità di incontrare altri della mia specie.
    Le successive informazioni furono avidamente divorate dal mio basso amico, che sussurrò fra le labbra "Vicolo della Serpe" e poi disse a voce ben più alta: Un rotolo bandito dei Serpenti? Davvero? Potrò avere delle mie evocazioni? Dei Serpenti con cui discuteremo io e Haku? Anche tu?, chiese eccitato, prima di fermarsi e riflettere su un particolare.
    Ma, scusa, Wasureta-san, ma perché è stato creato un altro contratto? E' stato il Fondatore, Orochimaru a volervi dividere?, valida domanda, se volete la mia, c'era da vedere se l'altro avrebbe voluto rispondere.
     
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    Alzare gli scudi

    II




    Hebiko osservava dall'alto al basso la nuova arrivata, assottigliando le pupille nell'udirne il nome. Ricordava che fosse una presenza importante lì ad Oto, e non bastasse sembrava aver origini a Konoha (grazie ai suoi frequenti viaggi, aveva imparato la maggior parte dei nomi dei clan del luogo). La giudicava da lontano, incerta delle sue reali motivazioni, del perchè fosse tornata, e ancora di più del perchè fosse sparita, lasciando un... Febh a capo di tutto.

    Era già pronta a demolirla a parole, ma prima di poter emettere alcun suono, potè notare come lo Yakushi stava prendendo quella nuova arrivata. Non lo aveva visto così a disagio nemmeno quando aveva dovuto affrontare il demone mandatogli dai Cremisi, nè aveva mosso ciglio quando si erano dovuti arrendere a cedere il controllo del villaggio a Diogene, seppur con la promessa di controllarlo. Eppure ora era lì, come una lepre di fronte ad un lupo, quasi terrorizzato da quella che sembrava una donna qualsiasi. Un brivido le percorse la schiena, incerta. Febh. Raddrizza la schiena. Lo richiamò all'attenzione. Doveva ridargli coraggio, o lo avrebbe presto perso anche lei. Lo Yakushi sapeva bene di avere tutti gli sguardi puntati addosso, e generalmente non era una cosa che lo turbava, anzi.

    Il "sei davvero tu" non la scompose poi troppo, dopotutto Shinodari era stata una kunoichi importante anche in Amministrazione, ed era stata la persona che aveva lasciato Febh a comandare tutto, era ovvio che si conoscessero. Certo non si aspettava quanto bene si conoscessero. Ma ormai erano passati anni da quando la Nara era sparita. E ad Hebiko, possessiva com'era, non piaceva avere una presenza sconosciuta nel suo territorio. E fu solo quando il Jonin stesso lo nominò che avrebbe notato il rettile alato, facendo saettare la sua linguetta come una biscia, quasi potesse analizzarlo a distanza in quel modo. Senza distogliere lo sguardo, frugò nel suo cassetto, estraendone un'agendina, iniziando a scribacchiare qualcosa.

    Avrebbe ridacchiato appena nel sentire che Febh fosse la scelta più sensata. La tua scelta sensata stava per cedere il suo lavoro ad una perfetta sconosciuta appena arrivata in Amministrazione. Tsk, tsk... Il resto del discorso non migliorò il parere della Vipera, che da tempo non considerava il Mikawa un buon sostituto. Oh sì, siamo passati dall'essere cavie all'essere pedine. Se prima avevamo una chance di sopravvivere e tornare più forti, ora siamo solamente un numero, pedoni da usare come sacrifici per indebolire un'esercito e lasciare che poi il più grosso si prenda tutti i meriti. La squadrò rapidamente, dopo essersi spostata da un altro lato della stanza, curiosamente quello da cui aveva una visuale completa di Ko, riabbassando quindi gli occhi sulla sua agendina, continuando a prendere appunti. Avrebbe allungato una mano fino alla scrivania, senza vergognarsi di mostrare il suo peculiare potere derivato dal Fondatore stesso, prendendo una delle stesse caramelle di Febh, tenendola chiusa nella mano.

    Rialzò la testa nel sentir nominare la loro serie, vagamente confusa dalle sue affermazioni. Huh? Lo sto tenendo sotto controllo, cos'altro. Se lo lasciassi chiuso nel suo ufficio non farebbe altro che restarsene sulla sua amaca, almeno grazie a me, riesce a completare parte del suo lavoro. Quei quattro documenti che riusciva ad infilargli sotto il naso, tra una pagina dell'Eninjistica e l'altra, generalmente. Anche se qualche volta ancora doveva bacchettarlo come fanno le madri con i bambini che non vogliono fare i compiti, restandogli di fianco finchè, tra una lacrima e l'altra, non completava il minimo indispensabile per farla contenta.

    Sentirla dire di essere tornata per il Kokage quasi le fece bucare il foglio della sua agenda, salvando per un pelo il minuzioso disegno di Ko che aveva fatto fino a quel momento. Se qui per il Kokage!? TCH! Lo sentivo che eri una di loro! Sei qui per prenderti la tua parte di Oto o cosa? Aveva bisogno di nuovi collaboratori? Incrociò le braccia, visibilmente furiosa. Si era fatta un'idea, probabilmente sbagliata, ma della quale era fermamente convinta. Fammi indovinare... Se qui per diventare Consigliera, forse? E, casualmente, accettare ogni nuova proposta del Kokage? HA! Sapevo che a quel verme non andasse giù la nostra posizione! Mentre la donna era distratta a risponderle, Hebiko provò ad allungare la caramella presa in precedenza di fianco al muso del drago, anche se da lì a breve avrebbe imparato che si nutriva di gemme. Oh, bestiolina costosa. Nell'udire quell'informazione, riprese a scribacchiare sulla sua agenda, iniziando a domandarsi quanti soldi potesse avere Shinodari per permettersi una simile bestia. Ma dopotutto era imparentata coi Mikawa, o così aveva capito, di certo il capitale non le mancava.

    Vedere quanto Febh sembrasse... sottomesso a quella donna, accese un fuoco nella Vipera. Avrebbe sbattuto l'agendina sul tavolo, restando per il momento ferma sul posto, facendo saettare lo sguardo tra i due. Se glielo avessero chiesto non avrebbe saputo spiegare la sua reazione, ma vederli così vicini faceva crescere un'insensata rabbia in lei. Lo Yakushi l'avrebbe distratta per qualche secondo, ottenendo un sorrisetto da parte sua. Lo so, zuccherino, solo il tuo meglio è piuttosto basso nella scala di produttività minima. Ma sai quanto mi annoierei se non fosse così? E poi il disastro.

    L'abbraccio tra i due fu l'ultima goccia. I capelli della Vipera si agitarono a mezz'aria, quasi avessero vita propria, si poteva quasi sentirli sibilare. Il suo braccio si sarebbe avvolto al busto dello Yakushi, trascinandolo con poca grazia sulla poltrona. S E D U T O. Ringhiò. Chiaramente non era in vena di proteste. Sembrava sul punto di scattare dal momento all'altro. Lo sguardo, con le pupille così sottili da essere quasi invisibili, era puntato su Shinodari.Hai invaso il mio ufficio. Hai toccato le mie cose. Era molto territoriale, ed era stata portata al limite della sua sopportazione. Ed io ancora non conosco le tue intenzioni. In un momento più tranquillo avrebbe sicuramente ascoltato Febh, che avrebbe probabilmente voluto garantire per lei... Ma era stata involontariamente provocata fino al suo limite (che non era poi così alto). Cos'è che vuoi realmente? Tornare perchè il principino Mikawa è ora al potere, e supportarlo, magari dall'Amministrazione? Portare via Febh sapendo che è l'unica cosa che gli impedisce di fare i suoi porci comodi? La lettera consegnatale in amministrazione non molto tempo prima, ed ora un'ex Amministratrice tornata dopo anni... Erano due coincidenze fin troppo sospette. Hebiko negli ultimi tempi aveva alzato la guardia, probabilmente troppo, riuscendo a fidarsi solo dei suoi più stretti collaboratori. Probabilmente ammettere di non far parte delle milizie del Mikawa avrebbe aiutato parecchio... Ma in quel momento aveva bisogno di prove.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    In Amministrazione


    Catfight!

    Lo sguardo di uno Yakushi ancora travolto dagli eventi si spostava da una ragazza all'altra mentre in qualche modo mettevano in atto una sorta di danza rituale per stabilire il territorio, ognuna avanzando le sue ragioni, più o meno formali, e in qualche modo reclamando la propria personalissima verità sulla questione. Hebiko era leggermente piccata ma anche Shinodari non sembrava per nulla intenzionata a sottomettersi alla nuova Consigliera, in un primo incontro che sembrava sul punto di esplodere in uno spettacolo pirotecnico!

    Il breve sbottare di Febh venne accolto dal tono gentile ed elegante che Hebiko stava lentamente imparando da Ogen e che poteva solo mandare brividi lungo la schiena, ma in ogni caso la presenza di Shinodari era abbastanza per non bloccare del tutto lo shinobi, che mise via le caramelle e si avvicinò alla Kazekumo tendendole la mano...solo per trovarsi abbracciato. Lì per lì si irrigidì, arrossendo vistosamente e nuovamente bloccato, non solo non era abituato al contatto umano, ma in generale non sapeva cosa pensare in quelle precisa situazione, specie messo tra due fuochi come era. Ehn...er...sono molto contento anche i..oooooH! Si ritrovò bloccato dal braccio serpentino di Hebiko e scaraventato via di forza, bloccato sulla sedia come fosse un prigioniero o un bambino messo nel box per evitare di farsi male, mentre lei scattava e inveiva, nemmeno avessero provato a picchiare il suo fratellino al campo giochi.

    Subito la situazione iniziò a degenerare, con Hebiko che attaccava su tutta la linea, tornando a ribadire qualcosa sull'attuale Kokage che accese un campanello nell testa dello Yakushi. Pur avendo sentito tutto quello che era stato detto fino a quel momento, non lo aveva effettivamente ascoltato e solo in quel momento realizzò l'intero discorso. Un pò lo shock dell'abbraccio (a conti fatti da entrambe, sebbene con intenti diametralmente opposti) e un pò la botta che aiuta sempre a schiarire le idee, dopo la lunga invettiva della sua collega era tornato sufficientemente padrone di sè da reagire. Ehi... disse prima timidamente, specie quando l'altra non lo liberava. Ho detto...EHI! Un briciolo di forza in più e una spinta di chakra repulsivo e il braccio di Hebiko non potè sostenere la stretta, mentre nell'ambiente circostante, anche se solo per una frazione di secondo, ogni oggetto apparve come crepato da sottili scariche elettriche completamente nere. Nient'altro che un istante, ma che sicuramente si sarebbe fatto sentire.

    Ferme un secondo, l'una e l'altra. Dopotutto, anche se le donne autoritarie erano il suo punto debole, era pur sempre Febh Yakushi. E si era ribellato a Ogen, una volta. E anche a Nikaido. Fece un profondo respiro, alzando le mani come in segno di resa, o di ammonimento. Quando aprì gli occhi era molto più serio e concentrato. Per uno come lui che era stato pesantemente addestrato per mantenere il massimo della concentrazione in ogni istante, l'abituale comportamento un pò stralunato e rilassato era qualcosa di quasi forzato, un esercizio per evitare di farsi scoppiare il cervello per analizzare tutto e usarlo per i propri scopi. Era un manipolatore nato, una carogna e una fredda macchina calcolatrice, ma dato che odiava quel suo essere sè stesso, si sforzava sempre per fare invece la prima cosa che gli passava per la testa o per seguire l'emozione del momento, apposta...facendo di fatto il Febh che molti conoscevano, con intensità variabile. Ora era un pò più concentrato di prima, passata l'onda emotiva.

    E fissò Hebiko. Calmati un attimo. Shinodari è una mia amica. E anche Gene lo è, te lo ho già detto. Semplicemente ci sono cose su cui non siamo daccordo. Non c'è una guerra e non ci sono fazioni. Avevano affrontato quel discorso un'infinità di volte. Vuoi che raddrizzi la schiena? Bene...ma assicurati di essere pronta a una simile evenienza. La ammonì, con uno sguardo maturo che probabilmente Shinodari non aveva mai visto. E quello sguardo presto andò su di lei, senza intenerirsi. Sei tornata. E sono molto felice di questo. Ma cosa intendi quando dici che centra il Kokage? Chiuse gli occhi, quando li riaprì era un pò più umano e un pò meno Oni. Shinodari...avevo promesso che avrei mantenuto il tuo posto mentre eri via, e che avrei fatto del mio meglio per migliorare il villaggio e tenerlo intero. Sono riuscito solo nella seconda parte, e pure malino...decisamente non sono tagliato per questo lavoro. Senza Hebiko sarebbe andato tutto a rotoli, quindi non ridere di lei. Sospirò. Se sei qui per riavere il tuo posto, non posso ridartelo. Non sono più consigliere perchè mi hai dato tu il posto. Sono consigliere perchè il Kokage mi ha nominato come tale, direttamente. E io gli ho permesso di essere Kage perchè sono l'unico che può tenerlo a bada. Molte cose sono cambiate, sai?

    Le guardò entrambe, poi ancora su Shinodari. Forse non mi aspettavo realmente che tu tornassi, e il tuo arrivo improvviso mi ha spiazzato. Forse la mia sorpresa significa che non avevo fiducia in te, a ben pensarci. Si alzò, facendole un breve inchino. Devo chiederti scusa...non credo di essere stato un buon amico. E poi su Hebiko. Shinodari ha dato molto, moltissimo perchè Oto non fosse un incubo. Se tu sei quello che sei ora, lo devi anche a lei. Non serve essere così aggressivi. Fece un nuovo sospiro. L'unica azione che ho compiuto veramente degna di un consigliere, Shinodari, è stata deporre il precedente Kokage e mettere al suo posto quello attuale. Oto non è più terra di Orochimaru. Perchè io e Gene ci siamo ribellati e lo abbiamo ucciso. Come avrebbe reagito a quella rivelazione? Lo sguardo dello Yakushi era tornato freddo e tagliente. Ed è una cosa di cui non mi pento nemmeno un pò. Ne vado orgoglioso. Anche se questo ha cancellato Oto come la conoscevi.

    Chiuse gli occhi. Mi sei mancata anche tu...e ho tenuto stretto il villaggio solo perchè me lo avevi chiesto, anche se non ero all'altezza. Ma non è più il villaggio che mi hai lasciato. Se sei tornata per riprendertelo...non posso dartelo. Concluse, abbassando lo sguardo, come se la avesse tradita. Se non altro era uscito dalla modalità statua di sale.
     
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    Semplicemente... Ciao


    Tendere la mano




    La Consigliera Dokujita non sembrava entusiasta della mia presenza nel suo territorio di caccia.
    Anche una mente meno percettiva avrebbe capito che le mie parole avevano avuto l'unico effetto di indisporla ulteriormente.
    La seguii con los guardo quando si spostò nella stanza e afferrò una sorta di agenda su cui cominciò a scribacchiare qualcosa.
    L'aver definito Febh la scelta più sensata provocò una certa ilarità nella kunoichi, per nulla convinta delle mie motivazioni. Riguardo alle sue altre peculiarità, come sospettavo, aveva molto in comune con Kodachi. Sperai non troppo con Orochimaru, ma considerando il proseguimento della sua sfuriata nei miei confronti, supposi che avesse a cuore le sorti del villaggio.
    Se mi lasciassi parlare, potrei anche spiegarti il motivo della mia presenza, che sembra ti abbia sconvolto più del dovuto. Ogni tanto doveva pur riprendere fiato.
    Tu non mi conosci e non può sputare sentenze. Non ci posso fare nulla se ti senti minacciata. Sono tornata e su questo punto dovrai fartene una ragione. C'entra il Kokage? E' uno dei motivi, ma... e lasciami finire... non è come pensi tu. Socchiusi gli occhi, mentre le iridi viravano verso il nero. No, era proprio difficile mantenere la calma con lei. Ho detto forse che volessi essere reintegrata nel ruolo di amministratrice, consigliera o quello che è? Ho detto che sono la pedina del Kokage? Non sai quanto sei in errore. Quello che ho a cuore è il benessere dei cittadini di Oto, punto. Io sono la prima a non volere che gli abitanti del villaggio siano delle pedine sacrificabili. Ma sembravano parole al vento. Si, Ko può sembrare un cucciolo dai gusti costosi, ma sa adattarsi. Commentai Ma cosa c'entra ora il discorso? Considerai un po' confusa dal quell'osservazione fuori contesto o così poteva sembrare.
    Il punto di non ritorno della Consigliera fu raggiunto non appena abbracciai Febh. Un semplice ed innocente abbraccio o, almeno era questa la mia intenzione. Gesto che non piacque affatto alla kunoichi che per tutta risposta lo avviluppò tra le sue spire, costringendolo a sedersi.
    La tensione ormai era alle stelle. Non distolsi lo sguardo dalla Consigliera che sembrava sul punto di annichilirmi, se le si fosse presentata l'occasione propizia. Avevo avuto a che fare con shinobi che avevano le sue capacità, ma al momento non avevo il tempo per sfruttare le mie abilità da sensitivo per capire quanto fosse pericolosa.
    Stavo per replicare a quel fiume velenoso, quando scariche elettriche oscure pervasero l'ambiente. Fu solo un istante tanto che quasi mi venne il dubbio di averle viste, percepite.
    Distolsi lo sguardo dalla kunoichi per dirigerlo verso Febh.
    Era cambiato, non era il solito Febh che ricordavo.
    Era molto più serio, più focalizzato. Quel potere che avevo avvertito... Era come se fosse fuoriuscito da una crepa del suo essere. Ed avevo la netta sensazione che fosse solo una goccia nell'immenso oceano.
    Lo stesso Ko si era rintanato dietro la mia schiena, nascondendo il muso contro la nuca, facendosi scudo coi miei capelli.
    Rimasi impietrita, incapace di continuare il confronto con la kunoichi.
    Ascoltai in silenzio le parole del Consigliere Yakushi.
    Era la prima volta, da quanto ricordassi, che lo sentivo parlare in maniera così matura. Si rivolse per primo alla sua collega, poi il suo discorso fu indirizzato alla mia persona.
    No, non intendevo ridere di lei, ma non mi piaceva che desse per scontato di conoscermi, di sapere le mie intenzioni, di cercare l'oscurità nei miei propositi.
    Il continuo del discorso mi ferì... ancora una volta... ma non potevo biasimarlo.
    Non intervenni, seguendo quel suo altalenare tra me e la sua collega. Collega che aveva un nome, ma che ancora non riuscivo a pronunciare. Chiamare qualcuno con il proprio nome non andava preso alla leggera. Se noi due non trovavamo un punto di incontro, difficilmente saremmo riuscite ad arrivare a quel grado di cortesia.
    Mi presi del tempo prima di replicare. Mi sentivo svuotata e forse questo era un bene. Potevo cominciare a vedere le cose più lucidamente, sotto un'altra prospettiva.
    Consigliera Dokujita, suppongo di essere partita con il piede sbagliato. Avrei dovuto tenere più in considerazione le tue motivazioni. Era quanto di più vicino a delle scuse che al momento mi sentissi di porre.
    Mi lasciai andare ad un profondo sospiro, concedendo alle iridi di riprendere la loro tonalità ametista.
    Febh, non scusarti. Sono io la prima che non si è fidata di se stessa all'epoca. Ti ho caricato di una responsabilità che non volevi. E di questo non ti ringrazierò mai abbastanza. Ero sincera Sono passata in amministrazione perché volevo salutarti. E suppongo per chiederti scusa di essere stata così vigliacca da essere fuggita via, quando il villaggio aveva più bisogno di me. Ammisi. Non sono qui per avere la mia fetta. Desidero solo collaborare per rendere Oto un posto migliore. So che non esistono giustificazioni per la mia sparizione e la mia improvvisa ricomparsa. Sono qui nel bene e nel male. Mi avvicinai di qualche passo alla kunoichi. Non sono tua nemica. Non se abbiamo in comune la salute degli abitanti di Oto. Non intendo scalzarti dal tuo posto, né di portarmi via Febh. Essere tutti noi agli ordini del Kokage, qualunque sia la sua identità, non è facile. Ci si muove in un campo minato. Ci si conficca le unghie nella carne fino a sanguinare. Ci si scontra con dei muri insormontabili. Ad Oto sembra che conti solo l'opinione del più forte. Per un Amministratore ed ora per un Consigliere non ci sarà mai la pace. E' una lotta spesso solitaria per rendere questo posto migliore a dispetto di tutti. Se il Kokage vi ha nominato Consiglieri avrà avuto i suoi motivi. Dubito che non conosca i vostri punti di vista. Le porsi la mano Puoi stringerla come graffiarla a sangue. L'unico mio desiderio è collaborare. Cercai il suo sguardo E' vero anni fa ebbi un colloquio con il Mikawa. Mi diede della vigliacca perché lo informai che me ne stavo andando via. Gli promisi che sarei tornata. Non so spiegarlo neanche io, ma sentivo che dovevo tornare proprio ora. Io e il Kage non abbiamo la stessa visione. Puoi credermi o meno, ma sei io sono una pedina, lo sono allo stesso modo in cui lo siete anche voi. Ma un pedone sulla scacchiera non è detto che sia sempre quello da sacrificare. Può trasformarsi nelle fondamenta di qualcosa di migliore, soprattutto se non è da solo. Sono conscia che questo posto sia cambiato, che entrambi abbiate lottato per raggiungere dei traguardi, che la mia presenza possa essere una nota stonata, eppure anche così... Possiamo trovare un punto di incontro per il bene di Oto?

     
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    La giovane Serpe

    IV



    Hebiko continuò la sua discussione con il duo di sottoposti del Mikawa, stizzita ed innervosita dalla loro insistenza. Dopotutto non erano venuti lì con una scelta, ma con un obbligo. Aveva poco da ribattere, se tutto ciò che volevano era una finta approvazione, forse una scusa a cui puntare il dito qualora i loro piani fossero falliti. Ne aveva abbastanza di loro, e decise di fare il loro gioco: con un rapido gesto della penna, lasciò loro la tanto agognata firma. E' tutto vostro. Ora sparite. Non voglio più sentire una parola, nè vedere uno di voi parassiti nella mia Amministrazione. Etsuko aveva mandato una sua pseudo evocazione a parlare col piccolo Saragi, ma Hebiko affrettò la loro discussione, forzandone la fine in modo brusco, impaziente di buttar fuori quelle che chiamava "spie".

    Chiusasi la porta alle spalle, fece un sospiro profondo. Aveva rimandato un problema al futuro, non voleva più pensarci, non fino a che non avesse avuto le forze di ideare un piano salvagente. Lo sguardo però scivolò sull'intruso ancora presente nel suo ufficio, il quale la fissava con più ammirazione e scintille negli occhi di prima. Un sorriso tirato apparve sul suo volto, mentre il suo sguardo confuso osservava il ragazzino. Um. Giusto. Come posso aiutarti? Alla menzione dell'Erede avrebbe annuito, intuendo il suo interesse. Dopotutto, il serpentello che lo accompagnava ed la sua carnagione estremamente pallida, seppur non fossero certezze, erano due importanti dettagli che potevano catalogare i due come parenti più stretti di quello che immaginavano. Oh, quello. Immagino la notizia non si sia ancora espansa a sufficienza. E' vero, hai di fronte a te l'unica Erede di Orochimaru. Fece un piccolo elegante inchino, prima di correggersi. L'unica di cui si abbia notizia, quantomeno. Si dice che ci siano parecchi fratelli in giro. Ma raramente qualcuno si rivela... Sembra che non ci piaccia sapere che esiste più di un solo Erede in vita alla volta. Ridacchiò, nonostante la rivelazione vagamente macabra di un segreto massacro in corso. E guardati! Non sembriamo nemmeno tanto diversi, io e te. Il giovane Saragi si presentò, rivelando come il suo compagno fosse con lui dalla nascita. Pessimo, pessimo segno. La Vipera sorrise. Insomma... Due fratelli insoliti. O coinquilini, così hai detto mh?

    Non poteva dirlo con certezza, ma da parte sua sarebbe stato stupido non capire che Saragi era quasi sicuramente un fratello, almeno tanto quanto lo era Mitsuki. E, nonostante la loro maledizione che voleva spingerli ad uccidersi a vicenda, Saragi era sì stato in qualche modo attratto verso la sorella, eppure ancora non dimostrava alcun istinto violento. Al contrario, era fin troppo mansueto per gli standard otesi, almeno per quei pochi minuti con cui ci aveva avuto a che fare. Non avrebbe mai avuto il coraggio di uccidere un bambino tanto giovane, a meno che non si fosse mostrato apertamente aggressivo o corrotto dal loro padre. No, quello che voleva era testare la sua teoria: assoggettare i suoi fratelli più deboli, dar loro fiducia, aiutarli a crescere, ma sempre con un obiettivo in cambio: proteggere lei, l'Erede principale. Dopotutto il patto era semplice: quello, o la morte. E poteva forse arrivare a quel risultato tramite l'affetto, piuttosto dell'imposizione. Anche io ho qualche amico serpente, sai? Una goccia di sangue sul pavimento, ed ecco che come dal nulla apparve Aoda, la Vipera blu di Hebiko che dedicò un sentito inchino ad entrambi. Al vostro servizio, miss Hebiko. La donna roteò gli occhi, non si era mai abituata a quanto fossero servizievoli le sue evocazioni. Questo è Saragi. E lui, invece, si chiama Aoda. Non è mio... com'è che dicevi, coninquilino, ma è una mia evocazione. ...Talvolta significa la stessa cosa. Dopotutto erano più le volte che Aoda passava il tempo nella dimora della sua evocatrice che nella sua grotta. Troverai qualche informazione su di loro anche nel mio quaderno. Sai, il loro clan fa parte dei discendenti che hanno servito Orochimaru ed il suo sottoposto Konohaniano! Gli sorrise, pronta ad osservarne le sue reazioni. Capire cosa pensava del Fondatore l'avrebbe aiutata a comprendere come renderlo innocuo e magari con che tipo di favori guadagnarsi la sua fiducia.

    Fece un sospiro, aggrottando la fronte. Dunque, perchè eri qui... Ah! Il tuo coprifronte. Aoda, ti dispiace? La vipera rizzò il collo, prima di strisciare sullo scaffale, usando abilmente il suo corpo e coda come fossero arti con cui aprire un cassetto ed estrarre una scatola, dalla quale tirò fuori una targhetta di ferro con una nota incisa sopra. La donna si chinò sulla sua scrivania, compilando rapidamente le poche scartoffie che confermavano l'appartenenza di Saragi al villaggio. Così giovane eppure così talentuoso. Devo tenerti d'occhio, non possiamo di certo sprecare il tuo talento. E magari, vista la tua affinità, assegnarti qualche missione... serpentosa! Ridacchiò appena, chiaramente al di fuori di qualsiasi slang che potevano usare i giovani, ma se non altro dava l'apparenza di essere gentile e di aver ascoltato quel poco che Saragi aveva avuto da dire. In effetti, è da un po' di tempo che devo controllare come sta uno dei cuccioli... Un serpentello bianco, che aveva salvato tempo addietro in un laboratorio abbandonato, e che sembrava rimasto in uno stato di ibernazione per parecchio tempo. Facciamo così: tu studia per bene quel quaderno. Quando ti sentirai pronto, se le altre serpi ti riterranno degno, ti porterò con me alla loro grotta. Era una prova estremamente semplice ma importante: capire cosa più gli interessava, valutare la sua determinazione a riguardo, e magari farsi dare qualche risposta sulla provenienza del piccolo "coinquilino", non dissimile dal serpente che ancora aspettava di svegliarsi.
     
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    Falce dei Kaguya


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    La Vipera ed il Serpentello

    L'Erede ed il Fan



    Il grosso serpente color latte che ci avvolgeva, si ritirò prima di completare il suo racconto, lasciando me ed il mio basso coinquilino di nuovo nell'ufficio amministrativo assieme alla ragazza che era stata etichettata come "Erede della Vipera".
    E' la figlia del Fondatore!, pensò sbalordito Saragi, ascoltando le parole di quella che definì la "Consigliera di Oto".
    Maggiore fu lo stupore, come poi mi confermò, quando la ragazza accennò alla possibilità di altri figli dello Shodaime Kokage, con un dettaglio che portò Saragi a porre una domanda: Perché gli Eredi del Fondatore non vogliono stare assieme? Dovrebbe essere un grande onore ed una gioia?, chiese con tutta l'innocenza che, alle mie orecchie di serpente, era possibile al mio basso coinquilino.
    Dal suo punto di vista, essere legati alla mitica figura di Orochimaru, che lui venerava, doveva essere un motivo di gioia, non qualcosa da tenere nascondere.
    Proprio per questo suo punto di vista, arrivò persino ad arrossire (cosa facile con quella pelle pallida che si trova), quando l'Erede sottolineò una qualche somiglianza fra loro.
    Lei è troppo gentile, Consigliere-dono., sussurrò in risposta, con un inchino.

    Il mio stupore, poi, si unì a quello del mio coinquilino, quando l'Erede, usando una goccia di sangue, richiamò un serpente azzurro, che si presentò come "Aoda".
    Ammetto che mi sollevai fino ad arrivare con la testa parallela agli occhi di Saragi stesso, mentre osservavamo l'altro rettile nella stanza.
    Si chiama come il successore del Sommo Manda? Il Grande Serpente del Fondatore!, esclamò il mio coinquilino, condividendo un mio pensiero, d'altronde avevo sentito e risentito i racconti che leggeva su Orochimaru.
    Gli occhi (bicolore) del ragazzino si sarebbero allargati nello stupore, mentre con deferenza si rivolgeva al mio simile: Aoda-sama, piacere di conoscerla., avrebbe esordito, indicandomi subito dopo, E lui è Haku..
    Alzato poi lo sguardo verso l'Erede, avrebbe aggiunto: Quindi lui vive a casa sua, Consigliera-dono?.

    Posso ammetterlo con voi, in quel momento Saragi mi stava facendo un pò imbarazzare: non riusciva a nascondere l'eccitazione e la gioia dinanzi a ben due esseri viventi legati al suo eroe, Orochimaru, tanto che strinse a se il quaderno con gli appunti sui serpenti datogli dalla ragazza, facendo dei cenni affermativi, mentre lo trattava come se fosse il più prezioso dei tesori.

    Oltre l'imbarazzo, però, provai un pò di invidia: Aoda si mosse, seguendo la richiesta dell'Erede, e recuperò un coprifronte per il mio basso coinquilino: io a malapena stritolavo i topini che mi venivano procurati ogni tanto per pasto, o mi muovevo attorno al collo del giovane Shi, di certo non ero capace di niente di così complesso come aprire un cassetto.

    Missioni Serpentose?, chiese entusiasta Saragi, richiamandomi dalle mie riflessioni sull'incapacità prensile che avevo rispetto ad Aoda.
    Certamente, Consigliera-dono., continuò, mentre sentivo la sua interlocutrice riflettere su un cucciolo, di serpente immaginai, prima di fare una proposta al diversamente alto ninja di Oto.
    La Grotta dei Serpenti? Quella dove si trova il Contratto usato dal Fondatore e dai suoi seguaci? Anche lei ha quel contratto? Certo che sì, è l'Erede!, esclamò sempre più incontenibile il piccolo Shi, entusiasta della possibilità che l'altra gli stava offrendo.
    Certamente, studierò tutti i serpenti che ci sono su questo quaderno, Consigliera-dono! Apprenderò tutto sulle loro abilità!, confermò ancora, stringendo al petto l'oggetto datogli dall'altra, probabilmente già dimentico dell'offerta del serpente color latte di Eiatsu.

    Lo capivo comunque, sapete? Anche io ero curioso di visitare la famosa grotta dove si trovavano i miei simili, specie considerando che, esclusi i due di quel giorno, non avevo avuto tante possibilità di interagire con altri serpenti.
     
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    Little one

    VI



    Era una bella sensazione avere qualcuno che pendeva dalle sue labbra, per di più con ammirazione, soprattutto vista la delicata situazione in Amministrazione, e la ancor più problematica situazione con i suoi fratelli. Mostrò un sorrisetto forzato, chiaramente in difficoltà nel rispondere al piccoletto, non tanto per il piccolo innocente patto che aveva fatto con gli dei dello Ying e dello Yang di silenzio assoluto, ma soprattutto per non infangare il suo ancor puro cuoricino con la cruda realtà del mondo in cui vivevano. Hmmm... Bella domanda. Ci pensò su per qualche attimo. Alcuni fratelli sono gelosi di altri, dopotutto non siamo stati creati tutti allo stesso modo, alcuni sono più sfortunati di altri. E lei, che aveva i capelli così rossi per un collegamento non ancora del tutto chiaro con Kurama, faceva decisamente parte dei fortunati... e dei più probabili bersagli. Questi fratelli gelosi potrebbero non essere entusiasti di vedere qualcuno di loro in una posizione di potere più prestigiosa della loro. Se ci pensi, non è poi diverso da una qualsiasi famiglia. Solo noi siamo... un po' più numerosi. Nemmeno lei sapeva definire quanti possibili fratelli ci fossero in giro. La sua spiegazione non era del tutto corretta, il Trono verde implicava che si uccidessero a vicenda a prescindere da tutto, ma il suo paragone era la cosa migliore che poteva dare a Saragi sapendo di rispettare il patto.

    La donna gongolò tra sè e sè, mentre il piccolo Saragi vedeva come un onore inimmaginabile quella somiglianza. Qualsiasi istinto di sopravvivenza di Hebiko era stato cancellato per far posto agli istinti di sorella maggiore: doveva proteggere quella fragile anima ad ogni costo. Non bastasse, sembrava avesse una discreta conoscenza del passato di Oto fin nei più piccoli dettagli (che gli interessavano, perlomeno). Oh, qualcuno ha fatto i compiti. Lui è Aoda Terzo. Manda è ormai passato a miglior vita, però... E' un pezzo che non faccio visita al suo discendente. Lasciò solamente intendere l'esistenza di un Manda secondo, ancora ricordava la pessima giornata durante la quale liberò il Primo da una sofferente prigionia immortale, per permettere al Secondo di vivere. Ci sono un paio di appunti a riguardo nel quaderno. Avrai modo di saperne meglio una volta letto. Hebiko osservò invece con discreto interesse il piccolo Aku, parecchio simile all'altro serpentello bianco che aveva salvato tempo addietro. Uno più adorabile dell'altro. Si morse il labbro, dovendo resistere a ricoprire entrambi di regali e vizi. Si voltò verso Aoda, quando indicatole. Oh. Sì, per la maggior parte. Ma non lo definirei un coinquilino, è più... Aoda si schiarì la voce, alzando per bene il collo, elegantemente posato. A-ehm. Il mio compito è servire la signorina Dokujita e prendermene cura al meglio delle mie possibilità. Deve sapere, signorino Saragi, che la signorina spesso dimentica di bere o mangiare, troppo concentrata sul lavoro, e durante i suoi pianti inconsolabili sono sssempre io ad avere a portata di mano fazz- Hebiko gli strinse il muso con la mano, con un sorriso stiracchiato. GRAZIE, può bastare. Un maggiordomo, decisamente più simile ad un maggiordomo.

    Heh, allora saprò chi contattare quando mi servirà farci un giro. Se non altro era un posto indubbiamente sicuro anche per uno shinobi inesperto. Probabilmente. Sapevo fin da piccola che presto o tardi queste simpatiche bestiole sarebbero diventati i miei più preziosi alleati. In un certo senso, lo erano già da allora. E mi sembra di capire che tu non sei da meno, hm? Fece un cenno con la testa verso il suo coinquilino, implicando come ci fosse la possibilità che potessero avere interesse anche in lui. E forse, permettendo così ad Hebiko di tenere più di un occhio addosso al ragazzino, e, se realmente fossero stati fratelli, prevenire che l'influenza del Trono verde avesse la meglio su di lui. Aspetta mie notizie, ti contatterò presto. Lo congedò, impaziente di tornare al suo lavoro dopo quella movimentata mattinata, fortunatamente conclusasi meglio di come credeva.

    Prima ho sbagliato, a quanto pare ho 6 post, non solo 5
     
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    La Fine del Colloquio

    Ultimi discorsi serpentosi



    Come mi spiegò poi Saragi, quel discorso sui fratelli gelosi, gli sembrò un pò esagerato: Se sono figli del Fondatore, capisco che puntino alla gloria, ma dovrebbero aiutarsi fra loro, no?, aveva pensato in quel momento, ma non voleva interrompere il discorso della Consigliera.
    La mia unica famiglia è sempre stato Haku, ma posso immaginare che se fossimo di più, forse qualcuno potrebbe essere invidioso di chi ha maggior cibo., ammise il mio basso coinquilino, incerto su come esprimere i propri pensieri.

    Quel pensiero, comunque, scomparve all'accenno della somiglianza con l'Erede stessa, così il discorso andò avanti.
    Per di più, quando oltre ad Aoda "Terzo", l'altra accennò anche ad un Discendente di Manda?, la domanda fece trasudare tutto lo stupore, la curiosità e l'emozione nella voce di Saragi.
    Sapere che nel quaderno aveva informazioni su questo secondo Manda, glielo fece stringere ancora di più fra le braccia, mentre anche io mi agitavo incuriosito.

    La spiegazione poi su cosa facesse esattamente Aoda per la Consigliere mi fece capire il discorso sui fratelli gelosi: Aoda Terzo riusciva a portare cibo ed acqua all'Erede! Io, al contrario, dipendevo dal piccolo Shi per avere del cibo e, inoltre, notavo lo stupore negli occhi di Saragi stesso ad ogni parola dell'altro serpente.
    La proposta, poi, di andare nella caverna da cui i miei simili provenissero, ci entusiasmava entrambi, per poter conoscere le stesse creature che l'Erede aveva sempre sentito come sue alleate.
    Sì, anch'io, anche noi, ci siamo sempre sentiti vicini agli altri serpenti: Haku è con me fin da quando mi ricordo e poi ho imparato ad usare gli Hebiton, so bene cosa intende, Consigliera-dono., confermò Saragi.

    Alla fine, assieme al coprifronte, ed ad altri complimenti, il mio basso coinquilino ricevette anche la prospettiva di essere contattato per una missione: Studierò ed aspetterò quel momento con entusiasmo, Consigliere-dono, glielo assicuro.

    Con un inchino, dopo quelle parole, il giovane Shi sarebbe uscito dall'ufficio e saremmo tornati a casa, pronti a studiare il tesoro costituito da quel quaderno.
     
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