Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    tanakaatthefuneral

    " Inizia una nuova avventura..."


    ::: Ristrutturazione :::


    " Iniziamo dall'interno. Le stanze abitabili sono ben poche; del primo piano si salva solo un bagno, la cucina e un salone, mentre al secondo cinque stanze. Ma prima di tutto...ecco, voi tre portateli sempre con voi, altrimenti riconoscervi sarebbe impossibile. Ado a te il fazzoletto verde, Bado il blu e Cado il rosso. Dunque May, Anteras, Cado e Bado vi occuperete della pulizia di tutte le stanze, pavimenti, ceramiche, suppellettili, lampadari, credenze...insomma ogni cosa che trovate in casa! Vi avviso, alcune zone della villa sono sigillate da anni; è probabile che avrete a che fare con decine di centimetri di polvere, topi, macchie talmente incrostate da richiedere ore di strofinio. Organizzatevi come meglio credete ma in tre giorni questo posto deve tornare splendente. Scoprirete da soli la casa e avrete libero accesso a tutte le zone. Le quattro scalinate a chiocciola presenti in tutte e quattro le torri consentono di salire sia al secondo piano che al tetto. Date una pulita anche lì sopra, in particolare c'è una grossa voliera da risistemare. Nella cantina, al piano di sotto, troverete una fornitura di stracci, prodotti vari, acidi, spugne ecc che farebbe invidia ad una ditta di pulizie specializzata. Finnian, Ado venite con me, voi altri a lavoro!"

    Sarebbe stato un lavoraccio che, tuttavia, rispetto all'esterno sarebbe risultato una sciocchezzuola. La tenuta era davvero in condizioni pietose, dal semplice manto erboso ai giardini, dal vigneto al maneggio. Certo i due ragazzi non sarebbero stati da soli ma avrebbero avuto molto da fare. Uscimmo dunque dalla villa e lì sulla sommità delle scale che conducevano al grosso viale alberato avrei ripreso a parlare.

    " Domani mattina arriveranno più di venti operai specializzati che saranno completamente ai vostri ordini; avete due settimane di tempo. Sulla sinistra vedete il maneggio, ovviamente non ci sono più cavalli e le stalle sono sommerse da un miscuglio di terra, paglia e sterco. A dirla tutta io stessa ho paura a mettere piede lì dentro! Quando avremo risistemato tutto forse vedremo di comprare qualche cavallo, Aloysius adora quegli animali. Dietro il maneggio vi sono i giardini. Nonostante abbiamo mantenuto una pseudo forma originale concorderai con me, Finnian, che sono davvero brutti! Il giardiniere di prima non doveva avere buon gusto HAHAHA! Sull'estrema sinistra poi vi è il bosco, lì per fortuna non dovrete fare molto: si tratterà di rimettere a posto le reti e le staccionate che ne delimitano i confini. Dritto di fronte a voi vedete il viale alberato, il ciottolame a terra va completamente rigettato e le piante potate adeguatamente. Parallelamente alla lunga via troviamo altri giardini con numerose statue; potete riadattare secondo le vostre preferenze il tutto. Il fono a tutto, sulla destra, vi è un laghetto ricco di pesci. Una vera e propria foresta di alghe è cresciuta sul fondale...va tutto ripulito. La pineta di cui scorgete le cime va, al contrario del bosco ,sistemata per bene; al suo interno vi sono molte viuzze, in quanto prima si era soliti passeggiarvi. Se nel tempo vi si dovessero essere annidati animali pericolosi, questi andranno abbattuti o trasferiti nel bosco. Tutto chiaro fino ad adesso?"

    " SI!"

    Risposero all'unisono alla domanda di Matsumoto.

    " Passiamo ora alle vigne e agli ulivi. Un tempo qui si producevano circa duecento bottiglie di vino all'anno e una discreta quantità di olio, che venivano anche messi in commercio. Un'attività senza grandi profitti ma se riusciremo a far ripartire entrambe le produzioni magari potremo pagarci la manutenzione della tenuta. Domani, insieme agli operai, verranno anche degli esperti che valuteranno se è il caso di riprendere le attività, in particolar modo si dovrà constate se il vigneto è ancora in grado di produrre qualcosa. Le officine per la lavorazione e l'imbottigliamento di entrambe le risorse sono lì, dove si vedono quei due tetti in tegole rosse. Comunque per il momento tralasciate tutta quest'aria della tenuta.
    Riguardo il manto erboso poi, non dico di voler vedere una distesa perfettamente regolare, ma ci deve essere pulizia e ordine. Probabilmente la natura avrà distrutto molte delle statue, delle fontane e delle strutture in legno quindi oggi vi chiedo di farvi un giro della tenuta e fare una lista del necessario. Indicate anche il numero e il tipo di piante e fiori che vorrete mettere, manderemo qualcuno a comprare il tutto. Vi sono due capannoni, uno poco al di sotto del maneggio e un'altro al laghetto dove potrete trovare tutti gli attrezzi necessari; ovviamente se dovesse servirvi altro indicatelo nella lista di cose da comprare. Questa sera, a cena, mi darete il vostro resoconto. Domande? "



    ::: La cucina :::


    " Prima di tutto ci vuole un altro ingresso al salone più grosso e probabilmente bisognerà ampliare l'apertura al secondo, magari mettendo una di quelle porte a due ante che fanno adesso. Passando alla cucina invece, il bancone da lavoro va completamente ristrutturato: sfrutteremo tutta la parete che affaccia sul bagno, in quanto priva di ingressi, e tutto quest'angolo fino alla porta. Sopra di esso, ad altezza di braccio, bisognerà collocare una fila di credenze dove mettere padelle, pentole ecc Al centro di questa parte più ampia ci voglio un altro bancone di almeno 5 metri con tutti i fornelli e le piastre e, in un anello superiore, tutte gli strumenti che si possono appendere. In alto invece posizioniamo un altro bancone su cui innestare tre lavandini; sul lato sinistro posizioneremo 2 celle refrigeranti, le stesse che avevo al ristorante. Poi...vediamo...mi sto dimenticando qualcosa Kumotoi?"

    " Il forno...anche se per quello non possiamo farci molto, mica possiamo far spostare la cappa. No?"

    " Si potrebbe fare ma è davvero necessario? Cioè mettere un'altra porta o innestare un paio di banconi è un conto, per deviare la cappa fin dove dice lei ci vogliono un paio di giorni e altri operai..."

    " Mmm...si sarebbe troppo, però in effetti li dov'è non va male e non è nemmeno tanto piccolo. Si è appuntato tutto?"

    " Si, per le due aperture nel pomeriggio manderò un paio dei miei uomini, mentre per tutto il resto dovete prima facci sapere i pezzi da ordinare, al resto ci pensiamo noi. Passerò domani sul tardi per sapere cosa prendere. Arrivederci."

    " Arrivederci! Allora, Dago, facciamo questa lista? Da che iniziamo, vettovaglie? E non fumare, il padrone te lo ha impedito..."

    " Non è a casa e nemmeno quella piccola peste dai capelli rosa. "

    " Quant'è carina quella bimba! "

    " Ehi ma da quale parte giochi?! Comunque, vediamo un po' qui qualcosa c'è...conta questi piatti e vediamo se riusciamo a fare un servizio intero... "


    ::: Conti :::


    " Settemila ryo?!"

    " Certo è una stima approssimativa ma da quanto ho potuto vedere tanto le costerà. Comunque questa sera dovrei ricevere le liste dei giardinieri e della cucina e domattina saprò darle informazioni più precise. "

    " Probabilmente riusciremo a risparmiare anche dai vari venditori. Ankoy dovrebbe stare con Dago a vedere la cucina, digli che lo accompagnerò io stesso a fare i vari acquisti. Il mio grado militare varrà pure qualcosa in questo villaggio, no?"

    " Come desidera padrone. "

    " Ah, domani mattina dovrò stare al Gate, ho delle faccende da sbrigare, quindi veditela tu con l'enologo e gli esperti agrari. Fai preparare anche uno spuntino...insomma trattali bene. "

    " Sarà fatto."

     
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    [Per le strade di Oto]

    Passeggiavo per le strade di Oto, quando su un palo notai un volantino che stava per prendere il volo, trascinato via dal vento.
    Appena si staccò dal palo, lo afferrai con uno scatto repentino della mia mano destra, e aprendolo lessi incuriosito il suo contenuto.
    A quanto pareva cercavano del personale in una villa: lavoro ben pagato e duraturo;
    la cosa che mi incuriosì di più fu leggere che cercavano Otesi di nascita con esperienza nel mondo ninja!
    Perchè mai del semplice personale avrebbe dovuto avere esperienze di quel genere?
    Vabbè... poco importava: a me servivano soldi e mi sarebbe piaciuto approfittare dell'occasione per farmi conoscere dai pezzi grossi del villaggio,dato che avevo sentito che la famiglia Mikawa era uno delle più potenti di Oto.
    Poi se quel lavoro mi avesse annoiato o non piaciuto mi sarei licenziato.
    Essendo Otese e genin non avrei dovuto avere difficoltà nell'entrare nel giro e acquistare amicizie potenti per poter diventare qualcuno.
    Mi apprestai così a raggiungere la fantomatica villa.

    [...]

    [VILLA MIKAWA]

    La villa si presentava enorme come avevo immaginato.
    Forse più che una villa sembrava un castello, con un immenso giardino.
    Di certo non sembrava curata molto(spiegando così la ricerca del personale).
    Entrai senza indugi e sicuro di me, verso la stanza del colloquio, dove mi attendevano una ragazza piuttosto carina e un omaccione dallo sguardo freddo e serio.

    Davanti a loro mi presentai:

    -Buongiorno signori sono Igoru Kitsune, Genin di Oto.
    Ho deciso di venire a fare questo colloquio perchè, come tutti immagino, mi piacerebbe guadagnare qualcosa di più...ho letto sul volantino che cercate anche cuochi...Bè, fatemi fare tutto ma non quello!!! Odio cucinare: tutte quelle pentole, tutti quegli ingredienti mi fanno diventare pazzo.
    Ma se non ci dovesse essere nient'altro mi accontenterò-

    In cuor mio speravo veramente che non mi prendessero come cuoco,ma infondo quella era solo una seccatura per arrivare al mio obiettivo.
     
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    "Mi dispiace ragazzino, i posti sono stati tutti occupati ma ti terremo in considerazione in futuro. Buona giornata."

    Così Matsumoto rispose diretta non appena il genin di Oto finì di parlare. Un'anima innocente, un ninja alle prime armi senza ancora una identità precisa, non adatta ad un posto come quello che stava diventando Villa Mikawa...no la sua crescita doveva avvenire altrove e, solo presa reale coscienza delle sue decisioni, sarebbe potuto tornare in quella reggia...

    ::: Un mese dopo :::

    La tenuta iniziava a riacquisire la bellezza di un tempo. La villa era tornata completamente agibile ed abitabile, tranne qualche stanza dell'ala est. I lavori nella cucina stavano per terminare; anche l'ultima richiesta di Dago era stata accontentata, come da accordi, e fu ben contento di avere una piastra di cottura grande come quella che aveva nel suo ristorante. La voliera in soffitta era ora affollata, Cado aveva fatto un ottimo lavoro (dimostrando anche grande dedizione per i pennuti) grazie alle sue doti da fabbro. E proprio dal soffitto era possibile apprezzare in pieno le migliorie della tenuta: i giardini erano stati completamente rinvigoriti, mancava solo qualche particolare (una statua di pietra sarebbe dovuta arrivare l'indomani, per esempio). Finnian mi aveva detto che sarebbero diventati ancora più belli quando le nuove piante innestate fossero cresciute. Il Maneggio era stato ripulito e sterilizzato ma non avevo comprato ancora nessun cavallo; tra le tante cose da fare non trovavo mai il tempo di prendere qualche imponente stallone. Le operazioni al laghetto erano ancora in corso, ripulire di quella fitta foresta di alghe il fondale non era un lavoro banale e gli operai avevano trovato non poche difficoltà. Probabilmente avrei dovuto trovare un paio di giorni per occuparmi personalmente della faccenda...La pineta d'altro canto era stata sistemata a dovere con tutte le sue staccionate e viuzze in pietra interne; anche qui dovetti intervenire io per scacciare dalle proprie tane gli animali feroci che dal vicino bosco dei sussuri avevano trovato posto nel più tranquillo boschetto. Riguardo le produzioni di vino ed olio tutto era ancora fermo, l'enologo e gli esperti agrari avevano detto che il terreno poteva ancora produrre qualcosa di buono ma essendo io completamente negato in questo genere di attività, avrei dovuto prelevare da qualche cantina vicina un esperto nel settore. Ma questo probabilmente lo avrei delegato a Matsumoto, se per caso avesse avuto meno impegni di me; magari Dogo avrebbe potuto darle una mano, vista la sua conoscenza delle produzioni locali. Le spese totali furono anche migliori del previsto: Tanaka fu molto bravo nelle trattative, era evidente che svolgeva questo tipo di mansioni da tempo e per una persona importante come il Kokage. Il conto attuale era di circa 6300 Ryo, accettabile per aver rimesso in piedi in così poco tempo una struttura disastrata come era Villa Mikawa...


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    Eravamo a tavola ed era solo in quei momenti che potevi realmente realizzare quanto il gruppo fosse diventato numeroso. Considerando i nove della servitù, i quali comunque mangiavano a tavola con noi (tranne Dogo e Kumotoi che sporadicamente si sedevano a tavola) vi erano altri 12 sedie occupate.
    Matsumoto e Yakiru erano oramai diventate padrone della casa a tutti gli effetti, praticamente più di me visto che ci passavano almeno il quadruplo del mio tempo. Ranjiku aveva anche ripreso ad allenarsi con serietà, oramai non doveva più badare alla ragazzina dai capelli rosa che intanto stava diventando un'inseguitrice più abile di me...mi ero dimenticato di quanto la giovane donna fosse in gamba nelle arti mediche! Ashiro, grazie proprio a lei, era diventato un uomo più civilizzato di quanto mi sarei mai aspettato. Certo, ogni tanto usciva di notte per andare a dormire nel bosco dei sussurri con i lupi ma nella vita di tutti i giorni pareva semplicemente un omone goffo. Cosa che di certo non trovava riscontro nel combattimento; non mi ero sbagliato affatto sul suo conto: Tengoku era una vera belva nel corpo a corpo, inoltre possedeva doti esplorative e una percezione sensoriale senza eguali tra i suoi compagni.
    Anche Soifon si era integrata bene nel gruppo. Certo il suo carattere forte e impulsivo inizialmente aveva creato qualche problema, soprattutto con Ashiro il quale le faceva perdere spesso la pazienza con i suoi modi maldestri. Ricordo che una volta entrò tranquillamente nella vasca da bagno mentre la giovane allieva di Shimaki ancora si stava insaponando...l'urlo tremendo si sentì anche dal giardino!
    I quattro di Shinodari, Gennosuke, Ukitake, Hakkai e Hyouma avevano passato brillantemente il mio interrogatorio ed erano entrati a tutti gli effetti nel gruppo. Imparai a conoscerli anche sotto l'aspetto umano: Hakkai era un vero e proprio mattacchione, sempre con la battuta pronta e con il sorriso sulle labbra; Yakiru andava pazza per lui. Hyouma era invece introverso e poco loquace, sempre molto profondo nei suoi discorsi...si vedeva che aveva avuto una rigida educazione monacale. Scoprii solo diverso tempo dopo che per un breve periodo della sua vita intraprese la via del samurai. Gennosuke era un ragazzo solare e un maestro meticoloso in particolar modo sulla teoria dei jutsu e sul chakra; più volte mi trovò carente su alcune problematiche del tan tien durante l'esecuzione di alcune tecniche e/o in particolari situazioni. Ukitake, invece, era un vero filosofo; aveva una visione della vita molto diversa dalla mia e sinceramente difficile da spiegare; mi colpì sin dal primo istante che ci siamo incontrati proprio per questo suo modo di pensare e di parlare.
    L'integrazione dei due scarcerati non fu poi così complessa. Kasumi non usciva quasi mai dalla sua stanza se non per allenarsi in palestra o per mangiare. Non riuscii a scalfire la sua corazza impenetrabile se non dopo una decina di tentativi: mi raccontò molte cose interessanti sul Kokage, sul sigillo maledetto che portavo e sulla teoria di un potente e gigante leviatan confinato nelle profondità di Oto...potevo apprendere tanto da lui. Pensavo che Hotarubi sarebbe stata la più difficile da far integrare nel gruppo, più dello stesso Tengoku, ma con mia grande meraviglia accadde che la stessa purezza che trovò in me secondo la sua misteriosa visione delle persone la riscontrò in ogni altra persona in quella villa. Ci riteneva tutti sani, non infettati da quella profonda malattia che stava dilaniando il villaggio del Suono. Gli ultimi due arrivati furono Auron e Lulu, cosa che avvenne circa una settimana dopo il nostro incontro al Neko Senzai. Diedi loro la camera da letto più grande della villa, come per incitarli a restare. Dovettero passare un po di giorni prima che Auron si sbloccò con gli altri del gruppo; da allora il suo carattere impetuoso animò notevolmente la conversazione a tavola. In privato mi raccontò della sua vita da sensei e della sua idea di Accademia in relazione agli altri villaggi. Lulu, invece, impiegò più tempo a sbloccarsi. Era strano vedere come una donna vissuta come lei, così decisa nella gestione dei locali del quartiere a luci rosse di Oto, fosse così timida e riservata nella vita quotidiana...Matsumoto la aiutò molto a relazionarsi con gli altri. Ora Lulu è uno dei punti di forza all'interno della villa, partecipa ad ogni iniziativa e non manca di dare ordini (deformazione professionale, probabilmente). Ne io ne Ranjiku capimmo quale fu il vero motivo del disagio iniziale della compagna di Auron ma posso assicurarvi che era uno spettacolo vedere le due prosperose donne insieme!


    I punti di discussione della giornata erano diversi ma ne ricordo uno in particolare che mi colpì profondamente in quanto mi fece capire quanto la gente che avevo al mio fianco tenesse al mio progetto. A tavola era presente anche Rayleigh, il mio fidato braccio destro, colui che mi stava aiutando nel reclutamento e formazione del gruppo; fu proprio lui ad iniziare il discorso:

    [...continua...]

    ::: Mappe :::

    Esterno

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    Piano Terra

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    Secondo Piano

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    Interrato - Palestra

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    Interrato - Pozzo

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    Edited by DioGeNe - 5/3/2012, 23:34
     
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    ::: Fenix, ai tempi del suo arrivo ad Oto :::

    [Continua dal South Gate]

    Raizen dormì per due giorni di fila. Gli avevo assegnato una delle poche camere spaziose e pulite della casa; al tempo ancora non avevamo ristrutturato Villa Mikawa. Avrei fatto visitare il ragazzo da tutti i ninja medici che conoscevo, Unohana, Matsumoto, Yasochika il medico assegnato al mio Gate (che successivamente sarebbe entrato a far parte dei 40 del gruppo) e poi, ovviamente, lo stesso Eiatsu. Il team aveva ispezionato da capo a cima il chunin della Foglia, sia sotto il punto di vista fisico che ispezionando nella sua mente...forse avevano trovato la causa dell'improvvisa crisi, ma per averne certezza avrei dovuto parlare con lo stesso foglioso non appena si fosse svegliato.

    Ovviamente non rimasi al capezzale del ninja, a tenerlo sott'occhio; oltre i vari medici che a turno tenevano sotto controllo le condizioni di Raizen, vi era anche Yakhiru. Ed infatti quando il gigante riaprì gli occhi la prima cose che potè vedere furono proprio i grandi occhi a palla della bomba e i suoi capelli di un rosa del tutto innaturale. Erano diversi minuti che la ragazza lo stava fissando, poichè si era accorta di un leggero movimento del piede destro da parte del colosso.

    " Finalmente ti sei svegliato è! "

    10280m

    Il ragazzo avrebbe quindi potuto realizzare che si trovava in un grossa stanza e giaceva su un grosso letto a due piazze. Tutto il suo equipaggiamento e i suoi vestiti erano stati collocati in una grossa cesta poco distante; la katana era poggiata su uno scaffale. Qualcuno lo aveva cambiato...indossava degli abiti non suoi e nello specifico una larga tuta e una maglietta a maniche corte, di quelle attillate. Le tapparelle erano semi aperte e pochi fasci di luce riuscivano a penetrare nella stanza; era giorno ma il sole non splendeva in cielo. La giovanissima kunoichi, inginocchiata e con i gomiti sul materasso, continuava a guardare curiosa il chunin senza staccargli gli occhi di dosso. Quella bambina era fatta così...chissà che le frullava per la testa.
    Poi la porta si aprì ed entrò un'affascinante donna dai capelli biondo-ramato che Raizen aveva già avuto modo di conoscere. Era Matsumoto.

    " Per fortuna i vestiti di Aloysius ti sono entrati. Per un momento ho pensato di dover usare una tenda per cambiarti. Allora, come ti senti? Ricordi qualcosa di quanto è accaduto? "

     
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    Risveglio

    Il viaggio dal gate sino a villa mikawa non fu minimamente sentito dal gigante, difficile farlo nello stato di incoscienza in cui versava dopotutto. Riposò per parecchio tempo dormendo come un bambino sotto le attenzioni di tutti i medici che Diogene gli inviava.
    Raizen al risveglio scoprì di essere ancora parecchio intorpidito, non aveva addirittura memoria ne di che successe dopo aver rilasciato parte del chakra ne degli istanti subito dopo l’apertura degli occhi, solo dopo qualche secondo iniziò a tastare la realtà, aveva un forte cerchio alla testa che non gli permise di drizzarsi nel letto troppo agilmente.
    Appena seduto mise a fuoco una bambina al suo fianco, pareva essere una di quelle bambine curiosone che cercano di spremere ogni minima informazione da ciò che le circonda. Però la riconobbe: doveva essere a villa mikawa.


    Ciao piccola, dovresti essere…

    Strizzò gli occhi qualche istante per ripescare dalla sua memoria l’informazione necessaria.

    … Yachiru?
    Non credevo di aver dormito tanto.


    Posò una mano sulla testa della piccola battendo lievemente, un piccolo gesto d'affetto che la prima persona trovata al suo capezzale si meritava sicuramente, anche se trovava abbastanza curiosi quei capelli così scintillanti.
    Aspettando risposta si diede uno sguardo intorno, una grande stanza pulita senza troppi fronzoli, un letto abbastanza grande e i suoi vestiti in una cesta, solo dopo averli visti li si rese conto che indosso non aveva che una maglietta aderente e dei pantaloni di una tuta.
    Appena finita quella piccola analisi entrò dalla porta un donna: Matsumoto ancora non sapeva che legami avesse con Diogene, ma nonostante la lieve sensazione di malessere che ancora lo attanagliava era impossibile non desiderare che quella donna avesse un legame con lui.


    Oh, salve Matsumoto.

    Abbozzò un sorriso.

    Si, questi abiti mi calzano alla perfezione, fisicamente parlando io e Aloysius siamo abbastanza simili.
    Ma, piuttosto, mi hai cambiato tu?


    Accennò un sorriso malizioso, di più non riusciva a fare, era ancora parecchio stanco; respirò a fondo cercando di liberarsi una volta per tutte del cerchio alla testa che ancora lo disturbava.

    Ora per cortesia, potresti informare Aloysius del mio risveglio, ho delle pessime idee che mi frullano per il cervello e dovrei parlarne con lui al più presto.

    Diede un occhiata rapida alla spada, quasi volersi accertare che non si fosse spostata.
    Dopo aver fatto quella piccola richiesta si concentrò su se stesso, il suo chakra sembrava ristabilito e pareva fluire normalmente. Ne aveva timore, quasi non volesse scoprire una verità troppo dura, tuttavia a malincuore scoprì gli addominali, solo dopo averlo fatto aprì gli occhi per vedere riuscendo a tranquillizzarsi: il sigillo era ancora li, intatto e immutato.
    Si domandò, anche abbastanza furente cosa diavolo potesse essergli successo fuori dal gate, tuttavia in tutto quel caos gli venne in mente solamente Livon e la prima volta che lo vide nella sua fucina infernale, mentre era immerso in quel genjutsu, forse fu proprio quell’immagine il seme che di li a poco sarebbe maturato portando Raizen a farsi idea dell’accaduto.
     
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    " Hai dormito per due giorni dormiglione! "

    Rispose la piccola kunoichi mentre rideva a crepapelle. Poi la bimba si staccò dal materasso e corse velocemente fuori dalla stanza nella quale Matsumoto era appena entrata. La ragazza rispose a tono alle scherzose provocazioni dello shinobi, dimostrando un carattere niente male:

    " Certo che ti ho cambiato io...ma non ti preoccupare, ho visto talmente tanti uomini nudi nella mia vita che non mi scandalizzo per membri inferiori ad una certa portata hihihi "

    E posizionò le mani parallele ad una distanza che ad occhio e croce poteva essere di circa trenta centimetri. Poi la ragazza si avvicinò al bancone posto difronte al letto, prese un termometro e uno stetoscopio dal primo cassetto e si andò a sedere proprio affianco a Raizen.

    " Aloysius si sta facendo una doccia, è appena tornato dal turno di notte al Gate. Intanto fammi vedere se ti sei ripreso del tutto...questo mettilo sotto l'ascella e alzati la maglietta. "

    Dunque prese ad ascoltare i battiti del cuore del ragazzo; probabilmente il foglioso non avrebbe potuto non notare l'evidente scollatura della kunoichi che, chinata per effettuare la sua visita, ancor più di prima concedeva alla vista qualche centimetro in più dell'abbondante seno.

    " La situazione sembra essere tornata alla normalità, la debolezza che senti è del tutto naturale...fenomeni di questo tipo sono rarissimi e in genere le persone ci rimettono la pelle. Sei stato in condizioni critiche per 20 ore di fila; per fortuna Eiatsu è riuscito a bloccarti gli tsubo portanti del tuo sistema circolatorio, impedendo ad una massiccia quantità di chakra di uscire. Comunque forse è meglio che ti spieghi Aloysius il rest..."

    " Nono Matsumoto, continua tu. Di certo sei più qualificata di me...Raizen è un piacere vederti tornare in forze . Non che ne dubitassi, hai la pelle estremamente dura ahahahah "

    Forse il chunin non mi avrebbe nemmeno riconosciuto; ancora bagnati i lunghi capelli pendevano privi di treccine fino a toccarmi la schiena. Ero vestito praticamente come il foglioso, se non fosse stato per il colore delle tute. Scalzo avanzai fino a portarmi ad un metro dal letto dove giaceva il ninja.

    " Ci hai fatto prendere un bello spavento è! "

    " Mai quanto quello che ti farò prendere adesso io se non vai immediatamente a metterti lei sandali! Stai facendo piedate ovunque! "

    Saltai dunque sul letto e con aria soddisfatta rivolsi uno sguardo di compiacimento nei confronti della ragazza che non potè che sbuffare vistosamente.

    " Okok...allora Raizen. Cercherò di spiegarti quello che ti è successo senza usare termini tecnici: conosci le porte del chakra, vero? Come ben sai ve ne sono otto all'interno del nostro corpo e le prime due risiedono proprio nel sistema circolatorio che avvolge il nostro cervello. Il loro compito è quello di controllare e limitare l'afflusso di chakra in modo da renderlo utilizzabile per i muscoli e i vari apparati del nostro corpo. Ebbene...qualcosa ti ha provocato inspiegabilmente l'apertura della prima e della seconda porta! Il controllo di queste aperture è difficilissimo; si sa che solo pochi ninja della foglia sono riusciti a fare del loro uso una temibile arte di combattimento. A te è capitato quello che succederebbe a chiunque se provasse ad aprire queste porte: una crisi del sistema chakrico incontrollabile. Per fortuna aprendo la porta del Riposo la tua resistenza fisica è aumentata di molto e questo, insieme al pronto intervento di Eiatsu e alla tua ottima forma fisica, ti ha salvato da morte certa. "

    Matsumoto attese dunque qualche istante in modo da dare tempo al giovane per assimilare le sue parole; quindi sfilò il termometro dall'ascella del ninja mostrando una rapidità niente male.

    " 37.3...ottimo! Quando sei giunto qui siamo riusciti a richiudere le porte. Ci sono volute le conoscenze mediche di quattro ninja diversi e due ore di agopuntura e arti mediche per riuscire nell'impresa ma adesso sei fuori pericolo..."

     
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    Rivelazioni



    Rimase lievemente stupito dalla rivelazione di Yachiru, meraviglia che non si preoccupò tuttavia di mostrare.

    Due giorni, accidenti... beh c'è da dire che l'intensità dello sforzo non è stata affatto da sottovalutare... però, accidenti, due giorni!

    Ancora pensieroso lo shinobi rivolse l'attenzione a Matsumoto.
    Non si aspettava che il suo grezzo umorismo venisse preso così di petto, a dirla tutta non si sarebbe aspettato quella risposta, quantomeno non proprio in quella forma. La cosa gli strappò un secondo sorriso.


    A beh, quantomeno non ne dovresti essere delusa allora.

    Diede un tono scherzoso e al contempo conclusivo, sarebbe potuto andare avanti per giorni, il suo cervello partoriva questo genere di stupidaggini con una velocità che aveva dell'incredibile, tuttavia, visto che non rientrava minimamente in quel caso, non voleva fare la figura del M.D.F.
    Guardando la bambina e la donna tuttavia qualcosa non gli tornava: quella era veramente casa del Mikawa?
    La prima volta che mise piede li dentro l'ambiente era del tutto differente, quasi una caserma militare di cui il colosso rosso era il generale, un ambiente adatto a lui insomma. Gli risultava estremamente difficile immaginare l'otese in un ambiente differente dal campo di battaglia o con un sorriso diverso da quello dato dal piacere di togliere la vita al proprio avversario.
    Quei piccoli pensieri vennero subito mondati gentilmente da Matsumoto, se era Raizen l'uomo in questione ad una donna simile bastava ben poco: una scollatura come quella.
    Parlando chiaro non è che Raizen, come sopra specificato, fosse un M.D.F. Semplicemente aveva una passione per un certo genere di cose, e di quel genere di cose la subordinata di Aloysius ne aveva in abbondanza.
    Senza proferir parola il konohaniano sfilò la maglietta e mise il termometro sotto l'ascella, conosceva gli stetoscopi, e generalmente quei dannati affarini gelidi non si accontentavano mai dell'addome, dovevano farti rabbrividire dal ventre sino al collo.
    Denudò il torace con pochi gesti, mostrando un torso nerboruto e asciutto, forse troppo asciutto, ma dopotutto era da un po' che non mangiava un pasto decente, la vita che faceva non era tra le migliori e non aveva certo tempo di stare ai fornelli, tuttavia la sua mole era tutt'altro che impensierita da quel momentaneo dimagrimento, rimaneva sempre un colosso, il colosso di Konoha.
    La cosa che avrebbe incuriosito maggiormente un occhio attento tuttavia sarebbero state le piccole cicatrici che formavano sulla pelle di Raizen una trama precisa e accurata a forma di squame, un piccolo ricordo del suo contratto d'evocazione.
    Mentre Matsumoto faceva quella che pareva essere una visita ormai di routine fece il suo ingresso l'otese.


    20 ore in condizioni critiche... cosa diavolo ho rischiato?
    Cosa diavolo mi è successo?


    Questa volta toccò a Diogene distoglierlo dai suoi pensieri, anche se non riuscì a mascherare la sua preoccupazione trovò comunque il modo di rispondergli.

    “Dura” è un eufemismo, credimi, potendo scavare nei miei ricordi mi crederesti il tuo parente più vicino per il sangue che ho perso senza tirare le cuoia.

    Rise sommessamente per poi prestare attenzione a Matsumoto, anche se non avrebbe mai voluto farlo.
    Rimase impietrito da quelle notizie, shockato era la parola più adatta, abbastanza da non curarsi minimamente della donna che gli sfilava il termometro e annunciava ai presenti il suo stato di salute ormai del tutto ripristinata.
    Il tutto venne prepotentemente assorbito dal ronzio assordante di poche parole:
    apertura involontaria di prima e seconda porta.
    Fu come un fulmine, un rapidissimo giavellotto attraversò i suoi ricordi perforando e cucendo assieme quelli strettamente legati a quella rivelazione.
    Venne preso dal panico più totale. Tese la mano dinnanzi a se come a voler allontanare un terribile mostro, ancora tremante prese a parlare.



    N-non sono tr-roppo ignorante Matsumoto, comprendo ben più di quanto le mie dimensioni, collegate a tristi luoghi comuni, lascino immaginare.

    Mentre parlava riuscì a tranquillizzarsi quanto bastava da non balbettare, tuttavia avevano fatto un errore, ma era normale, senza conoscere la sua storia e senza le strumentazioni giuste che in quella casa potevano mancare era del tutto plausibile.

    Tuttavia vi mancava un piccolo pezzo per avere il puzzle intero...
    ...e renderlo più realistico.


    Sospirò.

    Basandomi su ciò che hai detto e su ciò che ho passato, è evidente il mio problema non è da limitarsi ad un solo episodio, anzi, è ben diverso, è ben più grave.
    Questa non è stata la prima volta che ho dato di testa, già poco dopo la promozione a genin mi successe la stessa cosa, vista la gravità di ciò che accadde si può dire che fosse solamente una “piccola” crisi dovuta all'apertura della prima porta.
    Più tardi, quando appresi la tecnica di manipolazione del vento che mi contraddistingue ne ebbi una seconda, simile a questa anche se meno potente.
    La prima la ebbi poco dopo il mio primo vagito, e probabilmente, inconsciamente fui io, poco prima della nascita ad uccidere mia madre, in un momento delicato come quello del parto è probabile che io abbia aggiunto qualche complicazione.
    Non è un apertura casuale, è incapacità, da parte del mio organismo, di mantenere chiusi quegli argini che normalmente rimangono sigillati.
    Per questo i draghi, fidati seguaci conosciuti durante l'addestramento al controllo della mia abilità, mossi da compassione e da gratitudine per aver salvato due membri delle loro fila mi imposero questo sigillo, utili ad arginare quella fuoriuscita di chakra.

    Chinò il capo sconsolato, si sentiva un po' un menomato. Inoltre aveva omesso, per ignoranza più che per altro, che tutte le volte che si era “sentito male” il suo corpo non era più sotto il suo controllo, bensì era un'altra entità che si sostituiva a lui in una logorante battaglia per conquistare la libertà.

    Tuttavia pare che la malattia sia degenerativa. Quando voi mi avete assistito si stava aprendo la 3 porta, ciò vuol dire che più il tempo passa più porte ci sono il rischio che si aprano.
    Non posso correre quel rischio. Ne va della mia vita come avete avuto modo di osservare.


    Aveva un aria grave.

    Per cui devo chiedervi un'altro favore: ora che le avete chiuse dovete sigillare le porte, evocherò un drago, colui che mi ha impresso il sigillo, aveva intuito tutto questo, quindi sarà sicuramente d'aiuto al vostro compito, sempre se accetterete.
    Il mio fisico non ne risentirà, se non per il chakra che ho a disposizione: ovviamente calerà vertiginosamente, perderò probabilmente anche la possibilità di usare la mia abilità innata, ma è meglio che perdere la vita.


    Dopo aver esposto tutti i suoi pensieri si focalizzò sull'otese.

    Dovrei parlare solamente con te ora, ovviamente se credi che Matsumoto e Yachiru possano ascoltare non mi faccio problemi.

    Avrebbe aspettato delle reazioni alla sua frase per poi riprendere a parlare.

    Temo che Livon mi abbia giocato un brutto tiro.
    Non so quanto le mie parole possano infastidirti Mikawa...


    Pareva non fosse del tutto sicuro di dover dire ciò che. Mentre parlava pochi secondi prima, era maturato nella sua testa.

    Temo che il fabbro “infernale” mi abbia affidato una katana maledetta.

    Storse la bocca per poi continuare.

    Potrebbe sembrarti incredibile, ma da quando quella spada ha fatto la comparsa al mio fianco non ho avuto pace: Livon si è liberato di una spada maledetta.

    Leggendo il volto di Raizen, Diogene, non avrebbe scorto la benchè minima ombra di menzogna, il ninja era sincero, o almeno, nel suo delirio, pensava di esserlo.

    Da quando l'ho impugnata sono stato perseguitato da delle terribili entità, le stesse che mi hanno definitivamente mandato fuori controllo attanagliandomi la mente.

    Sospirò nuovamente, ancora più incupito.

    Una volta sigillate le porte dovremmo recarci da lui.

    Attese una risposta immobile, si scostò solamente per poggiare la schiena al muro, stare in equilibrio cominciava a dargli fastidio alla schiena.

    Quando siete pronti evocherò il drago.

    Appena ricevuto un segnale avrebbe evocato kubomi per dirgli di convocare il grande medico.
    Dopo qualche minuto sarebbe apparso da un enorme nuvola di fumo un drago altrettanto grande, lungo venti metri si attorcigliò fuori dalla finestra in attesa.


    Grazie Tekuro-san, abbiamo scoperto il motivo del sigillo.

    Sapeva di non parlare con uno studipo e che quindi sarebbero bastate quelle parole per far comprendere al draco la gravità della chiamata, dal canto suo il grosso drago parve preoccuparsi.

    Tranquillo, non abbiamo modificato nulla, ma grazie al tuo aiuto lo faremo, purtroppo la malattia è degenerativa, bisogna sigillare le porte.

    Il rettile si sfregò qualche volta il mento con le mani mentre rifletteva.

    Uhm uhmmm.

    Non parlò, ma dal modo in cui abandonò la sua posizione parve rimandare il tutto a più tardi.

    Bene allora, se non volete invecchiare qui giovani umani io sono pronto.

    Raizen annuì lanciando uno sguardo a Diogene per riceverne il via libera.
     
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    Non era certo una bella situazione quella che il colosso della foglia stava vivendo. Fu per questo che rimasi sorpreso nel vedere il modo in cui reagì alla notizia: dopo un iniziale momento di titubanza la sua voce divenne più ferma e con grande calma espose sia la verità che si celava dietro l'accaduto sia le possibili conseguenze che sarebbero potute scature dal tentare di porvi rimedio. I draghi, le creature con le quali si era legato con il sangue, parevano essere in grado di fare meglio dei medici miei alleati...il chakra di Raizen era particolare e probabilmente solo quelle antiche creature avrebbero potuto sigillare le porte del suo sistema circolatorio.

    " Non ti preoccupare...puoi fidarti di loro."

    Dissi al ninja riguardo la presenza delle due kunoichi. Tuttavia la confessione di Raizen non mi meravigliò poi molto. Secondo lui la katana che tempo addietro Livon, il più noto e abile fabbro tra i Mikawa di tutto il continente, gli diede era maledetta. Non ne rimasi sorpreso perchè, in effetti, io conoscevo davvero poco il mistico Mikawa. Certo parlavamo tra di noi come cugini, ci rispettavamo a vicenda, ma non sapevo qual'era la sua storia e le sue ambizioni...Sapevo solo che la sua famiglia era radicata nella storia del clan sin dai tempi della fondazione e che anche se non adoperasse alla Rosa godeva di grande rispetto del Consiglio.

    " Un viaggio sul monte Rufy si può sempre fare..."

    Dissi sorridendo. Livon era custode si segreti anche può grandi di quelli legate alle sue armi, andarlo a trovare non sarebbe stata una perdita di tempo. Tuttavia, in ogni caso, c'era prima da stabilizzare le condizioni di Raizen; questo infatti evoco una delle sue creature leggendarie che, a quanto pareva, conosceva perfettamente l'entità del problema. Una creatura possente la cui presenza incuteva un certo timore, lo stesso che potei leggere negli occhi di Matsumo nell'osservare l'evocazione. Quella sarebbe stata un'occasione più unica che rara per vedere jutsu di livello superiore: arti dimenticate dagli shinobi e ora custodite gelosamente dai sapienti Draghi. Con interessi guardai ciò che il rettile stava per compiere così, con un chiaro gesto si assenso diedi il mio benestare:

    "Procedi pure."

     
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    Rilascio.




    Raizen annuì grave, dando a Tekuro l’ultimo consenso di cui necessitava.
    Qualche rapido sigillo da parte del drago e dopo l’imposizione delle mani sulla fronte di Raizen questo cadde in un sonno profondo, immobile, ben più vicino alla morte di quanto un sonno normale concedesse.
    Addormentato il colosso di Konoha Tekuro si girò verso l’otese.


    Sei curioso, piccolo otese, ma per quanto il tuo sguardo possa essere affilato non potrà comprendere ciò che agli occhi è invisibile, l’essenziale: l’esperienza.
    A te, come alla donna, non basterebbero 4 vite per tentare di imitare ciò che farò a breve, ma non prendetela a male, si tratta solo di tempo e purtroppo agli esseri umani non ne è stato concesso tanto.


    Il grande drago chiuse gli occhi, pareva essere turbato.

    A questo mondo non sono tante le cose che possono impensierire un antico sciamano come me, tuttavia, forse per quella che voi chiamereste “veneranda età” ho compreso che ogni vita, anche la più breve, ha un valore inestimabile. Per noi, Raizen, ha un valore ancora più elevato, sotto il suo viso strafottente alberga un cuore nobile, tuttavia, in onore di quel valore ho bisogno di rivelarvi che altrettanto nobile non è la sua materia grigia.

    Sospirò nuovamente, pareva non essere del tutto sicuro di ciò che faceva.

    Questo shinobi… è folle.
    Non lo è sempre stato, e neanche lo è diventato per qualche sua azione sconsiderata, semplicemente il destino gli è stato avverso. Un piccolo difetto fisico ha compromesso parte del suo cervello … ma non dilunghiamoci troppo sugli aspetti medici. Io e la mia specie gli siamo debitori di 3 vite e il sigillo che porta sul ventre è il nostro modo di aiutarlo, tuttavia non è stato sufficiente, l’esubero di chakra ha bruciato qualche sua cellula celebrale, tuttavia il chakra ha una duplice natura, e le cellule perse sono recuperabili, ciò che dovete temere è la sua ignoranza.
    Gran parte della vita di quest’uomo si è sorretta su delle immagini, su delle storie, su delle sensazioni inesistenti, comprenderlo in una sola volta potrebbe essere un colpo troppo duro, per questo dovrete assecondarlo per qualche tempo. Se mai vi ha parlato delle sue abilità, o del suo passato, sappiate solamente che le prime erano frutto di un corpo e di una mente che cercava di non cedere sotto la sua stessa potenza mentre il secondo è il parto di una mente disadattata. Fortunatamente è ben temprato, la ripresa potrebbe essere ben più rapida del normale.
    Non so quanto cara vi sia la sua vita, ma se l’avete voluta preservare non vi costerà troppo continuare a farlo per un altro po’ di tempo.


    Posizionò le mani a formare il sigillo del cavallo e dopo un lieve sbuffo di fumo vi comparvero 4 rotoli di dimensioni considerevoli.

    Queste sono le quattro chiavi, i quattro draghi. Abbiate cura di disporre i rotoli in modo che ognuno di essi sia in linea con un punto cardinale, dopodichè passatemi i lembi di tutti e quattro.

    Dopo aver impartito i pochi ordini con la lentezza e la calma di chi ha trascorso una vita troppo lunga per preoccuparsi del tempo che trascorre il drago compose un nuovo sigillo, questa volta i rotoli che comparvero erano di normali dimensioni, ed erano tre. Come i precedenti una volta srotolati si sarebbe potuta leggere una fitta quanto incomprensibile scrittura che li ricopriva interamente.
    Uno dei tre rotoli più piccoli venne srotolato per il lungo nel corpo disteso del colosso, mentre gli altri due, una volta srotolati, si sarebbero incrociati nella fronte formando una X.
    Tutti e tre i rotoli, sapientemente disposti dal rettile, si sarebbero incrociati nel mezzo di un cerchio che riportava al suo interno l’unico ideogramma che avevano in comune.


    Prima di poter sciogliere il sigillo nel ventre occorre arginare per sempre le porte, non vanno del tutto represse, la cosa danneggerebbe il sistema circolatorio e tutto l’organismo visto che ne bloccherebbe un intero troncone, praticamente strozzeremo le vie d’uscita.

    Tekuro allora cominciò una lunga cantilena, un sussurro più che una melodia, e lentamente gli ideogrammi presero vita, formando una lenta processione che li portava al centro del cerchio in cui si sovrapponevano i rotoli, appena il primo vi giunse sia il ritmo del sussurro, che la velocità di spostamento degli ideogrammi aumentò vertiginosamente mentre un foro pareva aprirsi nei rotoli per contenere quelle informazioni.
    Quando la corsa terminò il drago unì le mani nella posizione della tigre: il rito si era concluso.


    Abbiamo terminato la prima parte.

    Non aveva il fiatone, tuttavia era evidente che quel processo l’avesse stremato.

    Come vi avevo detto questo serviva a imprimere le strozzature al sistema, ora però è rimasto in circolo troppo chakra, per cui va sciolto il sigillo presente sul ventre.
    Una volta disposti i rotoli non toccateli per nessuna ragione, saranno i contenitori del chakra in eccesso, e di disturbato è più che sufficiente uno, non baderò alla vita di eventuali disertori di quest’ultimo ordine.


    Si fece passare i lembi dei quattro rotoli disponendoli in maniera che formassero un quadrato attorno allo shinobi di konoha.

    Non è il primo sigillo che viene scritto questo, la chiave non può essere trasferita dai rotoli ad un altro tramite, anche se Raizen ne ha per un momento incrinato la resistenza non ci sarebbe comunque modo di scioglierlo del tutto.
    Ricordate di non toccare i rotoli.


    I presenti osservando i rotoli li dispiegati avrebbero notato che non erano scritti così fitti come quelli dei rotoli utilizzati in precedenza, bensì era come se tra le varie righe ci fossero dei pezzi mancanti.

    Ora, per favore, fate silenzio.

    Preso qualche minuto per scendere in un profondo stato di trance il drago prese a comporre un numero abbastanza esteso di sigilli, completati i quali emise un flebile sussurro, un richiamo quasi.
    Al termine del piccolo rito apparve dal tantien del drago un’affusolata mano di chakra che colpì con una violenza incredibile il centro del sigillo che Raizen portava su di se, tuttavia il corpo non ne risentì, non si mosse minimamente. Una volta riemersa la mano sembrava essere ricoperta degli stessi ideogrammi incisi nei rotoli.


    Rilascio.

    Appena pronunciata la parola accaddero più cose contemporaneamente: la mano si schiuse per poi scomparire, lasciando ricadere gli ideogrammi che, come dei pulcini infreddoliti, strisciarono verso i rotoli, nel contempo quelli ivi presenti si erano orientati verso la mano appena scomparsa per lasciare il posto a quelli che tornavano.
    Il sigillo era stato sciolto.
    Il drago emise un lungo respiro, osservandolo Diogene avrebbe potuto notare come fosse lievemente dimagrito, probabilmente quei riti se eseguiti da un essere umano l’avrebbero portato alla morte ben prima della loro conclusione.


    Qui ho terminato, quando si riprenderà dite al ragazzo che ho fatto ciò che ritenevo più opportuno e nient’altro!
    Capirà tutto col tempo.


    Uno sbuffo di fumo annunciò la dipartita del prezioso alleato di Raizen e di tutto il suo materiale utilizzato per i sigilli.

    […]

    Raizen avrebbe riaperto gli occhi dopo altri 2 giorni di riposo, lievemente stordito, ma in piena forma.
    Non trovando più il sigillo dei quattro draghi impresso nel suo busto avrebbe chiesto al primo essere senziente cosa fosse accaduto in quel lasso di tempo.

     
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    Quello che accadde in quella stanza superò persino le conseguenze di vivere una vita impregnata dei segreti di Oto. Le tecniche che vidi quel giorno non riuscii mai ad emularle...ma che dico, non riuscii mai a comprenderle. La saggezza dell'antica creatura superava quella di ogni altro ninja conosciuto; ogni sua parola era carica di un significato che, sebbene fosse duro ammetterlo, non eravamo in grado di comprendere pienamente. I concetti, seppure espressi con la lingua comune, appartenevano ad un altro piano in cui idee come la morte assumevano un significato del tutto particolare.
    Raizen aveva il privilegio di potersi avvicinare ad una simile fonte di conoscenza; si era guadagnato quell'onore valutato come l'importanza di 3 vite...io ne avrei pagate cento per attingere dal suo stesso calice! In ogni caso il rituale fu lungo ed impegnativo...la prima parte serviva per affievolire il passaggio di chakra "attraverso" le otto porte mentre la seconda consisteva nella rimozione del sigillo e la dispersione del chakra in eccesso immagazzinato nel corpo del gigante di Konoha. Ebbene, probabilmente entrambi quegli interventi erano fuori portata per tutti o quasi i jonin più esperti delle pratiche mediche.
    Scoprire della pazzia di Raizen, poi, fu un duro colpo. Davvero le conoscenze di quel ninja provenivano da mere illusioni? Possibile che la scalata al potere da lui intrapresa poggiasse su fondamenta del tutto instabili? Il drago così aveva detto ed arrivati a questo punto era da sciocchi pensare che le sue parole fossero cariche di menzogne...

    " Glie lo dirò..."

    Il drago si congedò, portando con se i mistici rotoli utilizzati per il rituale.

    " Yachiru che ne dici se resti tu con il nostro ospite questa sera. Matsumoto ed io non ci siamo questa sera."

    " Ok Gene, mai hai visto cosa ha fatto quel drago?!?!?! E' stato bellissimo!!!"

    " Si, ma vorrei che non ne parlassi con nessuno, tantomeno con Raizen, qualora dovesse svegliarsi. Vorrei essere io a riferirgli tutto."

    " Uffa! Va bene ma ad una condizione: domani sera mi porti nel Bosco dei Sussurri a caccia di mostri!"

    " Aaaaaaah siamo d'accordo. "

    ::: Due giorni dopo :::

    Questa volta il primo volto noto che il colosso avrebbe visto sarebbe stato il mio. La camera da letto ospitava solo noi due...erano le quattro del pomeriggio e nuvole cariche di pioggia coprivano tutta Oto.

    " E' tuo diritto sapere cosa ti è accaduto Raizen. Le previsioni dei miei medici erano corrette ma, come sospettavo, il motivo di quei sintomi era per noi inarrivabile. Il drago ha detto di dirmi che ha fatto ciò che riteneva più opportuno. Dopo aver posto rimedio alle tue porte del chakra, ha eseguito un secondo rituale: come puoi vedere il sigillo sul tuo ventre è sparito. Capirai con il tempo, così ha detto. "

    Attesi dunque qualche minuto, il tempo necessario al ninja per assimilare quelle parole. Poi avrei continuato con con il medesimo toni di voce deciso di poco prima:

    " Raizen, per me puoi restare qui il tempo che vuoi...ma cosa hai intenzione di fare ora? Continuare nel piano si sembra avventato...Qualche giorno fa mi avevi detto di voler andare a trovare Livon; mi sembra un'ottima idea, l'aria di montagna accelererà il recupero del corpo e alla tua mente. "

    L'evocazione aveva detto di assecondare a follia del combattente; secondo lui la katana del fabbro Mikawa era maledetta...forse scoprire la verità a riguardo avrebbe accelerato il suo ritorno alla realtà. Lo Shinobi avrebbe dovuto trovare da solo la via per risolvere i suoi problemi. Certo, io lo avrei tenuto d'occhio e gli avrei dato una mano, se necessario, perchè nelle sue attuali condizioni avrebbe potuto compromettere i nostri piani e questo non potevo permetterlo.

     
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    Pulci







    Certo quello che aspettava Raizen non era certamente un gioioso risveglio, all’esterno la giornata minacciava pioggia e all’interno la faccia dell’otese non prometteva nulla di meglio.
    Chieste notizie sul drago e sull’accaduto venne spiegato a Raizen il processo di cura per il suo eccesso di chakra. Sospirò grave prima di parlare.


    Hai un buon team medico, sono stati in pochi ad azzeccare la mia patologia, il che è davvero pessimo, pare che non ci fosse da scherzare eh?

    Disse, mentre pensava ad altro, mentre si domandava perché parlava con quell’uomo. Credeva di aver superato quei dubbi, ma a quanto pare la sua spada, oltre che inseparabile compagna di battaglie era anche una preziosa e sincera alleata.

    Per quanto riguarda la mia salute stai tranquillo, quelle dei draghi sono aspirine belle forti, sono già in forze, e poi non vorrei tradire le mie apparenze.

    Ironizzò sul proprio fisico, mentre poggiava i piedi sul freddo pavimento. Una sensazione particolarmente sgradevole in quel momento, soprattutto perché interrompeva quel filo di pensieri che diventava sempre più inquietante, assumendo aspetti davvero poco rassicuranti.

    No Aloysius, purtroppo devo metterlo nuovamente in attesa, mi scoccia venir meno alla mia parte di accordi ma non posso fare altro.
    Pare che Livon mi abbia dato una spada canterina.


    E pare non canti nulla di buono

    Aggiunse tra se e se. Non voleva immaginare che il suo fosse solamente un fortuito caso e che ciò che era successo alle mura di Oto doveva succedere in realtà in quelle di Kiri.

    Si, comunque si. Mi recherò seduta stante da Livon, questa spada ormai è carica di troppi cattivi presagi, quindi non è decisamente il momento di inoltrarsi ancora per vie pericolose.
    Tuttavia vorrei recarmi da solo presso Livon.


    Due Mikawa nella stessa stanza sarebbero decisamente troppi, si disse, senza lasciar trapelare alcunchè dal suo viso, prima o poi avrebbe dovuto ringraziare qualche dio per le sue doti interpretative. Non riflettè troppo invece su quale tipo di "ripresa" parlava Diogene, dicendosi che era riferita al recupero del fisico probabilmente.

    Inoltre è probabile che mi fermi pure da lui, ti farò avere presto mie notizie, riguardo ogni evenienza.

    Si alzò tranquillamente e recuperati i suoi averi si avvicinò nuovamente a Diogene, e nonostante la pulce nell’orecchio si facesse sempre più fastidiosa gli disse sinceramente:

    Non temere, il fato ti ha permesso di incontrare la tomba più profonda in cui seppellire le tue parole.
    E non credere che metterla dentro un’altra la renderà più sicura, potresti sbagliarti.


    Battè sulla spalla dell’otese dandogli il tempo di ribattere prima di accomiatarsi e dirigersi alle mura
     
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    Raizen prese la scelta migliore, per fortuna. Aveva dei problemi personali da risolvere e, in quelle condizioni, mi serviva a ben poco. Era un ottimo alleato, forte e con il giusto spirito...ma ora quel guerriero doveva ritrovarsi e capire chi fosse realmente. Scelse di raggiungere Livon in solitaria, una scelta saggia e, visti i miei numerosi impegni per il reclutamento, necessaria. Credevo difficile che il mastro Mikawa avesse dato al ragazzo una katana maledetta; lui stesso, poco prima di andarcene, mi aveva confessato che in quel metallo risiedeva un potere enorme...ma con costrutti di questa natura non bisognava dare nulla per scontato. In ogni caso il nerboruto fabbro avrebbe dato le dovute spiegazioni e, chissà, facendo luce sul caso avrebbe indirettamente avvicinato il colosso della Foglia alla guarigione.

    " Ricordi la via? E' diverso tempo che sei allettato...la scalata del monte Rufy non è così leggera ahahahah"

    Dissi per rendere la conversazione più leggera. Poi l'ospite si alzò e pronunciò parole che, onestamente, rasserenarono almeno di un briciolo il mio animo irrequieto. Non avevo stretto con il sangue il patto che legava me e il gigante di Konoha; sentivo tuttavia che il suo animo era nobile e pieno di principi...un legame forse ancora più ferreo di quello sancito dall'antica tecnica dei miei avi.

    " Passa per il South...non faranno domande."

     
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  13. Roronoa™
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    L'inizio!







    Tutto inizia con una scelta, e noi l'avevamo presa!
    Come saette, due Yotsuki si muovevano per Oto. Uno spettacolo più unico che raro!
    Bypassando l'indovinello, e quindi il Neko Senzai, avevamo deciso di raggiungere la Villa del Mikawa. I motivi erano molteplici, inutile elencarli. Nella mia mente l'ordine regnava sovrano.
    Sapevo come muovermi, cosa dire... e questo era dovuto al fatto che ero convinto delle mie decisioni!
    Non ero più solo: al mio fianco avevo un altro Yotsuki. Forte, fiero, potente ed intelligente.
    Gli stemmi del clan, trapuntati sui mantelli, rilasciavano potenza allo stato puro. Il mio sguardo era duro e determinato.

    Fu facile trovare la villa del Mikawa, fu meno semplice prepararsi psicologicamente all'incontro.
    Non avevo più il timore di venire pestato a sangue, ma all'interno teoricamente poteva succedere qualsiasi cosa.
    Ero fiducioso a dire il vero, il mio progetto era ambizioso e abbastanza pronto! Dovevo sistemare qualche dettaglio, ma prima di concludere i preparativi desideravo ricevere qualche sua spiegazione e un consiglio per il viaggio a Kumo! Inoltre, Daisuke doveva uscire dalla casa pienamente convinto!

    Quello che stavamo per fare, noi semplici Genin, era un qualcosa di epico.
    Una "muraglia" di acciaio grigio, limpido e ben lavorato delimitava la proprietà del Mikawa.
    Nel caso il cancello principale fosse aperto, sarei entrato senza problemi e senza particolari avvisi.
    Sarebbe stato inutile e deleterio tentare di occultarsi. Dovevamo essere alla luce del sole, e sopratutto trasparenti.
    Procedendo verso la casa, molto simile alla mia, i miei sensi erano pronti a captare qualsiasi anomalia.

    Se nessuno sarebbe intervenuto, fermandoci, ormai giunti davanti all'enorme portone di legno massiccio avrei bussato. Tre possenti colpi si sarebbero propagati per quasi tutta la dimora.

    - Speriamo ci sia qualcuno - Mormorai, attendendo l'arrivo del Jonin o di un suo maggiordomo!




     
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    Il cancello in ferro battuto era aperto e i due ninja avrebbero potuto iniziare a percorrere il lungo viale alla cui fine prendeva posto la villa. Ogni singola cosa sembrava nuova ed estremamente ben curata...i lavori erano finiti da poco e ora tutto era al suo posto. Oltre i giardini, i quali costeggiavano la strada in pietrisco, i due ragazzi avrebbero potuto intravedere sulla sinistra il lago con l'adiacente pineta. C'era fermento da quelle parti, un gruppo di donne ed uomini sembrava divertirsi e le loro risate si sentivano fin sulla strada.
    Continuando verso l'abitazione, l'incontro con due chiassose figure sarebbe stato inevitabile.

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    " Finnian mi spieghi perchè siamo le uniche persone a lavorare oggi?!?!?!"

    " PERCHE'?! Perchè, grazie a te, ieri non abbiamo finito di ripulire tutto il giardino! Come vorrei andare a lago...ma se finiamo presto possiamo raggiungere gli altri!"

    " Oh guarda...due ospiti!"

    A meno di particolari azioni, i due Yotsuki sarebbero stati notati in largo ritardo. La domestica si sarebbe dunque alzata a terra e, pulendosi maldestramente le ginocchia, avrebbe esordito così:

    " Benvenuti! Io sono May, la domestica, e lui è Finnian, il giardiniere."

    " Ciao!"

    " Ma immagino voi vogliate parlare con il padrone! Non so se è in casa ma vale la pena tentare! Finnian finisci tu qui, ok? Seguitemi."

    E senza dare tempo di replicare alla compagna, avrebbe preso sottobraccio i nuovi arrivati e si sarebbe allontanata dal posto. Ai due ninja sarebbe apparso palese che stava cercando un pretesto per non svolgere l'incarico assegnato. In poco tempo arrivarono all'altezza del maneggio e May riprese a parlare, mentre a passo spedito avanzavano verso la meta.

    " Non che non mi fidi di voi, ma è prassi che io vi chieda la vostra identità e lo scopo per il quale siete qui. Aloyius non da molte importanza a queste cose, farebbe entrare il suo più odiato nemico all'interno della residenza, ma il mio superiore non è d'accordo. "

     
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  15. ~ Marcø
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    Villa Mikawa






    Non era proprio nel mio stile girare per Oto indossando il mantello del clan, attirammo un bel po' di attenzione, ma mi piacque. Non mi ero mai sentito così tanto vicino al clan. Ci stavamo recando a Villa Mikawa, in quanto Deveraux, dopo aver ascoltato il mio parere, aveva deciso che avremmo fatto visita al jonin otese. Sembrava che tenesse particolarmente in conto la mia opinione. Era da così tanto che non godevo della presenza di un amico, soprattutto non di un amico Yotsuki. Mi stavo facendo prendere dall'entusiasmo, anche se dall'esterno difficilmente qualcuno avrebbe potuto capirlo, per tutti questi avvenimenti. Senza contare che stavo per incontrare una vecchia conoscenza: Aloysius Mikawa, guardiano di un gate, un vero gigante, sia fisicamente che come ninja.
    Mentre cercavo di ricordare il nostro incontro alle mura di Oto, vidi la sua villa. Doveva avere una passione per le mura, vista la recinzione intorno alla sua abitazione, ma fortunatamente trovammo aperto il cancello in ferro. Percorrendo il viale che portava alla casa del Mikawa notai come ogni particolare era curato, sembrava che il tempo non scorresse per Villa Mikawa, forse grazie a delle recenti restaurazioni o ad una cura maniacale perpetrata nel tempo.
    Delle risate attirarono la mia attenzione, della gente festeggiava vicino ad un laghetto. Senza distrarmi proseguii, al fianco del mio compagno, fino ad incontrare due persone che non sembravano molto contente del compito assegnato loro che si presentarono come May e Finnian, rispettivamente domestica e giardiniere.

    « Buongiorno, potrebbe dir... »


    Non feci in tempo a parlare che la ragazza mi prese sottobraccio: aveva capito che volevamo discutere con Diogenes e ci stava accompagnando da loro. Non gradii come prese confidenza, ma cercai di ignorarla, non eravamo qui per provocare un battibecco. Se la domestica non aveva voglia di lavorare non era un problema mio.
    Camminando di buona lena arrivammo fino al maneggio, dove la ragazza ricominciò a parlare. Dalle sue parole capii quanto il jonin si sentisse al sicuro nella sua residenza, nella quale avrebbe fatto entrare anche il suo peggior nemico, parole di May. In ogni caso, il superiore della domestica pretendeva che ci fosse chiesta la nostra identità e il motivo della visita. Sperai che avesse ricevuto qualche addestramento, a prima vista non mi sembrava un ostacolo per eventuali malintenzionati. Anche se il vero ostacolo sarebbe stato il jonin che abitava all'interno della casa. Personalmente, anche se non avessi trovato problemi a superare la domestica, non avrei mai sfidato il padrone della villa. Mai.
    Prima di presentarmi guardai Deveraux, annuendo leggermente, volevo fargli capire che avrei detto la verità, anche se mi sembrava scontato.

    « Sono Daisuke Yotsuki, genin di Oto. Chiediamo di poter parlare con Aloysius »


    Non approfondii sul motivo della richiesta, lasciando la parola al mio compagno. Avrebbe scelto lui quanto dire alla domestica e, se fossi stato al posto suo, mi sarei fidato pienamente di chi aveva ottenuto la fiducia del Mikawa.
     
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