La carovana dell'Amore

[Free per Shu + En. Verde]

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  1. Jotaro Jaku
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    La Carovana dell'Amore



    Il villaggio della Sabbia recapita a Shu Akasuna una missiva con una missione con effetto immediato. Il ninja deve partire per il deserto antistante il villaggio, per scortare una carovana di mercanti e turisti per gli ultimi km che li separano dalle grandi mura. Giusto per formalità, e per mostrare ai mercanti, che il villaggio ha a cuore la loro sicurezza, sebbene già un altro ninja sia con il gruppo di viaggiatori. Giusto per sicurezza, dato che questi commercianti tengono in movimento grandi somme di denaro nel villaggio della sabbia.
    La missione non prevede impiego di armi o equipaggiamento, ma sta al ninja portare con sè quello che preferisce. La carovana si trova a una decina d'ore di cammino dalle mura, quindi Shu dovrebbe trovare il gruppo relativamente in fretta.
    Dai pochi dati contenuti nella lettera, si capisce che il gruppo è già entrato nei territori sicuri della sabbia, quindi a meno di proteggere i mercanti da qualche scorpione del deserto, sempre ammesso che se ne incontrino, dovrebbe essere il compito più complesso al quale il ninja avrebbe da porre rimedio.
    La lettera non dice altro riguardo alla scorta della carovana, solo che si tratta di un ninja del villaggio della nuvola, da dove i mercanti stanno arrivando, per il consueto grande mercato che si tiene a Suna una volta al mese. Si tratta di una carovana itinerante che visita tutte le più grandi città. Le gilde dei mercanti forniscono a queste persone, nutrite scorte quando devono affrontare viaggi lunghi o attraversare tratti pericolosi; il fatto che per questo tratto sia richiesto un giovane ninja di basso livello, dovrebbe rassicurare Shu sul fatto che non esistono pericoli immediati o meno, nel suo compito.

    Sta al ninja ora mettersi in viaggio il prima possibile per raggiungere i mercanti, i quali, sempre secondo la missiva, sono accampati nel deserto in attesa di riceverlo, per poi ripartire verso il villaggio.



    OT
    Buona giocata.
    Lascio a te qualunque azione/descrizione, in base all'orario della giornata in cui deciderai di arrivare, la giocata assumerà una trama diversa.
     
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  2. § Shu §
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    La carovana dell'Amore

    { Post Primo
    Paese del vento
    Un mese dopo il corso genin, due giorni dopo la morte di Sakura }



    Mi trovavo al cimitero di Suna. Avevo portato un fiore, un giglio per la precisione, sulla tomba della bambina. Nonostante il suo nome era il giglio, e non il ciliegio, il suo fiore preferito. Stavo pregando per la sua anima, per quanto io non fossi credente... non sapevo a chi pregare o per cosa, ma la piccolina mi diceva sempre che l'unica cosa importante era parlare con il cuore e quindi io pregavo, aprivo il mio cuore in quel luogo.

    Era quasi mezzogiorno, ma avevo già mangiato. Mi aspettava un pomeriggio passato ad allenarmi, l'unica cosa che poteva distrarmi da quella brutta sensazione. Ero riuscito a trovare un monaco ed il giorno prima aveva celebrato i funerali. C'ero io, mezzo staff del reparto dell'ospedale dove era ricoverata, e qualche paziente, quelli meno gravi che potevano quindi uscire per mezza giornata e sopportare il caldo afoso di Suna per qualche ora.

    Oggi c'ero solo io. Per loro Sakura era solo l'ennesima paziente morta. Li capivo, era il loro lavoro vedere la gente morire. Ma ora il mio lavoro sarebbe stato evitare che la gente morisse.

    Stavo piangendo quando venni disturbato da una voce, un'amministrativo avrei scoperto poi.

    Shu Akasuna? Vengo da parte dell'amministrazione di Suna... avrei una missione urgente per lei.

    Una missione urgente? A due giorni dalla sua morte? Avrei tanto voluto rifiutare e massacrare di botte quell'idiota. Non sapeva che ero in lutto?

    Evidentemente no.

    Per una volta avrei seguito uno dei consigli di Agashi, mi sarei mostrato senza emozioni, come un vero shinobi dovrebbe essere.

    Mi sarei alzato in piedi e, ancora di spalle, mi sarei pulito il volto dalle lacrime. Indossavo il mio classico completo da allenamento, un ampio kimono (quel giorno di colore rosso, di un rosso più intenso del colore dei miei capelli però), delle brache di tela nera e dei comodi scarponcini.

    Mi voltai, squadrando l'impiegato da capo a piedi. Da quando ero divenuto un genin e avevo deciso di vendicarmi di Agashi per quello che aveva fatto a Sakura mi ero molto allenato. In un mese ero divenuto molto più muscoloso e forte rispetto a prima. Il mio volto privo di espressione, unito ad un tono totalmente neutro avrebbero potuto impressionare l'amministrativo. [Recitazione]

    - Sono io. Mi dica. -



    Mi diede solo una missiva, prima di andarsene scusandosi. Aprii la lettera e subito pensai ad uno scherzo. Proteggere una carovana di mercanti che dovevano finire uno stupido viaggio? Quando c'era già un ninja? E questa era una missione urgente? E quelle non urgenti che erano? Spazzolare le evocazioni del kage?

    Sbuffai, decisamente irritato. Avevo preso la missiva e quindi accettato la missione. Che rottura di palle. Almeno fare un viaggetto od impegnarmi in qualcosa mi avrebbe fatto dimenticare per un po'. Passai rapidamente a casa. Dato che era urgente tanto valeva andare preparati. Già una volta ero andato impreparato ad una "missione" e il risultato fu che una giovane ragazza aveva perso gli occhi.
    Certo, se li era cavati da sola, ma non era una scusante.
    Un rapido passaggio a casa, giusto per prendere un po' di equipaggiamento e sgranocchiare un boccone. Volevo arrivare prima di notte.

    Sotto al Kimono indossai un paio di magliette e la corazza, delle protezioni in più non guastavano mai, e poi presi il mio equipaggiamento di base, in piena efficienza, apportando qualche modifica. Inserii il tutto nella cintura ninja, con le sue varie borse.
    Presi inoltre un piccolo zainetto, con qualche provvista ed un'abbondante riserva di acqua. Non si sa mai.
    [La lista completa dell'equip in fondo a questo post.]

    Una volta pronto, partii immediatamente. Uscii rapidamente dal villaggio e cominciai l'attraversata nel deserto. Come sempre, quando mi spostavo da un posto all'altro, mi venne voglia di cantare...



    - Yesterday, all my troubles seemed so far away

    Now it looks as though they are here to stay

    Oh, I Believe in Yesterday -



    Il paesaggio si ripeteva, uguale e noioso all'apparenza ma pieno di insidie. Duna dopo duna, sabbia dopo sabbia, mi avvicinavo sempre più al luogo dove avrei dovuto trovare la carovana. C'era una piccola mappa nella missiva, con il tragitto che la carovana avrebbe dovuto compiere, per cui non sarebbe stato un problema individuarla. Specie visto che, come sempre, il cielo era terso e si poteva vedere veramente lontano nel deserto.

    - Suddenly, I'm not half the man i used to be

    There's a shadow hanging over me

    Oh Yesterday, came suddenly -



    Il mio cuore tuttavia restava turbato. Ma dovevo concentrarmi sulla missione, per quanto all'apparenza semplice. Una cosa che avevo imparato era che l'imprevisto era dietro l'angolo, che un'insidia mortale poteva celarsi anche dietro alla più semplice delle banalità.

    Viaggiai ancora per qualche ora, e, quando era quasi giunto il tramonto, vidi da distante la carovana. Un piccolo punto bianco in mezzo ad un mare di sabbia. Ma la mia vista era abituata a notare i dettagli, una delle cose che avevo mantenuto e sviluppato del mio background come artista. [Occhio di falco]

    Aggiustai i miei movimenti, per intercettare la carovana. Non c'era nessun'altro nei dintorni e diedi per scontato che si trattasse delle persone che stavo cercando.

    Raggiunsi la carovana mentre il sole stava già calando, e la temperatura era quasi mite, il preambolo delle fredde notti nel territorio di Sunagakure.

    Avevo smesso di cantare da un po', gli sarei semplicemente parso come un ninja abbastanza comune, con il suo bel coprifronte sul braccio sinistro.

    - Ohi, della carovana! Sono un ninja della sabbia, mandato qua per scortarvi fino a Suna. Il mio nome è Shu, piacere di conoscervi. -






    OT

    Equipaggiamento

    1 Jo (bastone lungo 120 cm, portato dietro la schiena)
    1 Bolas (appese alla cintura, dietro la schiena)
    1 Tonico ripristino minore
    1 Cotta di maglia inferiore
    1 cartabomba distruttiva
    1 fumogeno
    1 Fuuma shuriken, ripiegato, appeso alla cintura
    1 marchingegno di occultamento (combinato con Jo)
    4 kunai
    2 shuriken
    1 corda di canapa
    1 rivestimento mimetico (combinato con cotta di maglia)
    60 metri filo di nylon
    1 kunai combinato con 20 metri di filo
    2 shuriken combinati con 10 metri di filo ciascuno
    30 metri di filo di nylon libero



    Buon divertimento! :)


    /OT
     
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  3. Jotaro Jaku
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    Ot Piccola nota, c'è un errore nel sottotitolo. Nessun addestramento. Ot



    Quando Shu giunge nella zona della carovana, si presenta come la loro scorta, ma non riceve alcuna risposta. Non solo, pare proprio che non ci sia anima viva. Il convoglio si è fermato in prossimità di una piccola oasi, con una decina di palme e un paio di piccole pozze d'acqua circondate da grandi rocce. Non ci sono tracce di corpi nè abiti stracciati, solo oggetti buttati sulla sabbia alla rinfusa; i carri sono stati chiaramente attaccati da almeno un paio di giorni. Non ci sono tracce di incendi, solo di una lunga lotta.
    Il sole è ormai quasi arrivato al tramonto, quando da una roccia vicina, Shu avrebbe sentito chiaramente arrivare qualcosa.
    Una figura femminile che gli si lanciava addosso, ma non per attaccarlo, quanto per spingerlo a terra.
    Se ci fosse riuscita lo avrebbe trascinato con sè sotto la roccia gigante più vicina, in grado di riparare un paio di persone, per via di un piccolo cunicolo formatosi tra rocce più piccole. Nel caso in cui non fosse riuscita ad atterrarlo, lo avrebbe quantomeno convinto con le parole.


    - Presto ! Muoviti ninja della sabbia, seguimi sbrigati! Il sole è quasi calato, MUOVITI. -

    E si sarebbe in ogni caso dileguata nel cunicolo.
    Ad una prima rapida analisi, Shu avrebbe potuto notare che alla ragazza erano stati quasi del tutto strappate le vesti, durante una furiosa lotta. Aveva un corpetto da combattimento molto leggero, e sembrava disarmata; ma cosa più importante, era chiaramente senza un braccio, le era stato strappato, più che mozzato, una decina di centimetri sotto la spalla, e un qualche marchingegno di metallo tamponava la ferita, con delle viti che si facevano strada nelle carni. Era lì chiaramente da poco, il sangue gocciolava ancora. A Shu la scelta di seguire o meno la ragazza nel cunicolo, in ogni caso, pochi istanti dopo, il sole sarebbe tramontato, portando con sè il buio, molto rapidamente.

    Pochi minuti dopo l'avvento delle tenebre, quando ancora gli ultimi raggi potevano rende visibile la sabbia, qualcosa iniziò a farsi strada da sottoterra, scavando con le mani tra i granelli, come talpe.
    Da qualunque punto Shu li avesse osservati, avrebbe notato che gli esseri altro non erano, a giudicare dai vestiti sporchi e strappati, i mercanti che avrebbe dovuto proteggere, in gran parte privi dei capelli, magrissimi, con le orbite quasi vuote e le bocche annerite. Qualcosa aveva reso gli itineranti una sorta di creatura notturna. Non sembravano essere attirati dal rumore, nè dal sangue....


    [Se Shu avesse seguito la ragazza]


    La giovane era chiaramente provata, probabilmente non aveva ricevuto adeguate cure mediche alla ferita riportata, era molto pallida, e si appoggiava alle rocce per la stanchezza. Lei stessa avrebbe spiegato a Shu cosa fosse successo.

    - Io mi chiamo Yuki, e quelle cose, sono i mercanti. Ero la loro scorta, poi in quest'oasi sono diventati così. Dopo aver bevuto l'acqua. Escono solo di notte e sono velocissimi, si nutrono di qualunque cosa gli passi vicino. Durante il giorno ho provato a fuggire, ma non raggiungerei il villaggio della sabbia in tempo per il calar del sole. Quindi di giorno cerco del cibo o dei viaggiatori per mandare un messaggio, e di notte torno qui dentro. Ormai sono due giorni. -

    Quindi avrebbe invitato il ninja ad appoggiarsi alle rocce che con la temperatura notturna divenivano più fresche.

    - Sono attirati dal calore. Mi sto indebolendo, per non farmi notare passo la notte distesa su queste rocce dentro a questo piccolo cunicolo, e il braccio, fa male, me lo hanno strappato a morsi. -

    Non disse altro, fissava fuori dalla piccola grotta, quegli esseri non più umani.
     
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  4. § Shu §
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    La carovana dell'Amore

    { Post Secondo
    Paese del vento }


    Strano. Non ricevetti alcuna risposta alla mia dichiarazione. Mi avvicinai ulteriormente alla carovana... vidi che era come... abbandonata. Come se fosse stata attaccata da qualcuno... ma era strano. Che io sapessi non c'erano banditi che operavano così vicino a Suna.

    Stavo per avvicinarmi all'oasi, quando venni interrotto da una figura che mi si scagliò addosso. Non percepivo una grande aggressività da lei ed assecondai il movimento, in modo che mi venisse addosso e mi spingesse a terra, senza subirne danni.

    Seguii poi la ragazza, che mi afferrò con la mano destra, l'unica che aveva ormai, e ci rintanammo all'interno di un piccolo cunicolo di rocce.

    Avevo qualche domanda per lei, ma decisi di assecondarla per qualche motivo... istinto? Qualunque fosse stata la ragione avevo fatto bene.

    Vidi le creature che tentavano di aggredirci. Sembravano... forse... si, erano sicuramente i mercanti a giudicare dai vestiti. Ma per quale motivo si comportavano così? Un qualche jutsu? Una malattia? Un veleno? Qualche parassita? Il loro aspetto aveva ancora qualcosa di umano, ma anche una qualche componente bestiale.

    Qualcosa aveva colpito quei poveri mercanti, e la Ragazza che si trovava con me. Mi voltai verso di lei e notai subito che le mancava buona parte del braccio sinistro. Era stato come rappezzato con qualche congegno metallico, ma dato che il sangue usciva ancora di sicuro non era un lavoro definitivo.

    Intuendo la mia curiosità lei cominciò a parlare

    - Io mi chiamo Yuki, e quelle cose, sono i mercanti. Ero la loro scorta, poi in quest'oasi sono diventati così. Dopo aver bevuto l'acqua. Escono solo di notte e sono velocissimi, si nutrono di qualunque cosa gli passi vicino. Durante il giorno ho provato a fuggire, ma non raggiungerei il villaggio della sabbia in tempo per il calar del sole. Quindi di giorno cerco del cibo o dei viaggiatori per mandare un messaggio, e di notte torno qui dentro. Ormai sono due giorni. -

    Una storia terribile. Si sarebbe poi appoggiata ad una roccia, indicandomi di fare lo stesso.

    - Sono attirati dal calore. Mi sto indebolendo, per non farmi notare passo la notte distesa su queste rocce dentro a questo piccolo cunicolo, e il braccio, fa male, me lo hanno strappato a morsi. -

    - Beh se mi hai sentito prima, Yuki, sai già che mi chiamo Shu. Mi piacerebbe averti incontrato in circostanze migliori, ma fa niente. Quindi siamo bloccati qui fino all'alba eh? Sai se per caso ci sono altri sopravvissuti? Intendo, che non siano diventati degli spelacchiati rognosi. -



    Le porsi quindi lo zaino. Nonostante fossimo appoggiati alle rocce, comunque lo spazio era decisamente ristretto.

    - Tieni, mangia e bevi qualcosa, ne hai bisogno. -



    Anche se non avesse mangiato e bevuto, avrei continuato a parlarle, chiedendole informazioni.

    - Lo so che è brutto chiederlo, ma sai se per caso il morso di quei tizi è velenoso o, peggio ancora contagioso? Comunque il piano è semplice. Mangia e recupera le forze, domattina se ne avremo la possibilità cercheremo di raggiungere Suna. Ed ora fammi vedere quella ferita. Non sono un medico, e non ho niente di che per fasciare la ferita ma dobbiamo evitare che tu perda tutto il tuo sangue no? Inoltre, mi hai detto che eri la loro scorta... sei quindi una kunoichi? -



    Non avevo timore di parlarle. Avevo notato, mentre lei mi spiegava la situazione, che quelle creature non reagivano ai suoni e quindi potevamo parlarci senza grossi timori. Probabilmente non erano neppure in grado di capire cosa ci stavamo dicendo.

    Speravo solo di poter salvare quella ragazza. Anche se la conoscevo appena non volevo perdere un'altra persona... non dopo così breve tempo.

    Anche se mutilata, avrei fatto di tutto per farla sopravvivere.




    OT

    Equipaggiamento

    1 Jo (bastone lungo 120 cm, portato dietro la schiena)
    1 Bolas (appese alla cintura, dietro la schiena)
    1 Tonico ripristino minore
    1 Cotta di maglia inferiore
    1 cartabomba distruttiva
    1 fumogeno
    1 Fuuma shuriken, ripiegato, appeso alla cintura
    1 marchingegno di occultamento (combinato con Jo)
    4 kunai
    2 shuriken
    1 corda di canapa
    1 rivestimento mimetico (combinato con cotta di maglia)
    60 metri filo di nylon
    1 kunai combinato con 20 metri di filo
    2 shuriken combinati con 10 metri di filo ciascuno
    30 metri di filo di nylon libero


    Zombies, Zombies everywhere! :argh:

    /OT
     
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  5. Jotaro Jaku
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    La giovane Yuki era provata, ma non turbata; nonostante le difficoltà aveva mantenuto una certa lucidità in questi due giorni. Aveva ammucchiato nella grotta dei bene di prima necessità, ma sfortunatamente niente cibo. E spiegò perchè.

    - Si, c'è un altro sopravvissuto, ed è anche il motivo perchè non c'è più cibo. Avevamo un carro pieno di risorse alimentari, che guarda caso conteneva anche il denaro dei mercanti. Uno dei mercenari della scorta se ne è andato in fretta appena ha visto l'evolversi della situazione; ovvero mentre a me veniva strappato un braccio. -

    Yuki mangiò il poco che poteva con l'aiuto di Shu, e iniziò a ripensare ai giorni precedenti.

    - Sono velenosi eccome, solo un paio di loro ha bevuto l'acqua ed è diventato come vedi, gli altri sono stati tutti assaliti e morsi. Io stessa sono stata aggredita, uno di loro mi ha morso sul braccio che non ho più, ma probabilmente me lo ha strappato prima che il veleno potesse entrare in circolo, perchè sono così da due giorni ormai, mentre gli altri che sono stati feriti, si sono trasformati quasi immediatamente, nel giro di una decina di minuti. Per questo sono ridotti così. -

    Yuki indicò alcuni mercanti a Shu, alcuni avevano profondi segni di morsi, alcuni altri avevano i fianchi sbranati. Gli altri si erano cibati di loro nel lasso di tempo dal morso, alla mutazione.

    La ragazza estrasse una piccola chiavetta da una tasca, dal poco vestiario che le rimaneva. E con volto preoccupato, la avvicino al moncherino di metallo che aveva al posto del braccio. - Temevo a farlo essendo da sola, adesso sistemo la ferita, ma per il dolore potrei perdere i sensi, per favore assicurati che questo non significhi la mia fine. Ci sono delle scorte mediche tra questa roba che ho accumulato, adrenalina compresa. -

    Quindi inserì la chiavetta in una piccola fessura e la girò, come una normalissima chiave in una serratura. Il marchingegno di metallico iniziò a cigolare, poi qualcosa iniziò a muoversi dentro di esso, e la ragazza divenne ancora più bianca e iniziò a squittire come un topo coperto di benzina, a cui veniva dato fuoco. Pochi istanti dopo era svenuta, ma il sangue aveva smesso di gocciolare dal suo braccio, lasciando spazio a un leggero odore di carne bruciata. Se si fosse risvegliata, avrebbe spiegato a Shu che quell'oggetto da lei creato, aveva compresso la sua ferita macellandone la carne in una piccola protuberanza, come quando si gira uno straccio, e poi l'aveva cauterizzata. Ingegnoso, ma probabilmente messo assieme lì sul post con quello che aveva, e quindi, decisamente lontano da un prototipo definitivo indolore.

    Appena avesse ripreso le forze avrebbe continuato.

    - Il tipo che è fuggito, non mi sembra sia stato morso, ma non ne sono sicura. Ormai ha due giorni di cavalcata alle spalle, potrebbe essere chissà dove ed espandere l'epidemia. Certo non possiamo andarcene e lasciare qui questi tizi! Anche se in effetti, sono tutti presenti, non capisco perchè non se ne vadano da qui.... -

    La risposta a questa domanda, era più terribile di quanto immaginasse....

     
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  6. § Shu §
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    La carovana dell'Amore

    { Post Terzo
    Paese del vento }


    Ot Si consiglia la lettura ascoltando la colonna sonora, appositamente scelta dal sottoscritto /Ot




    - Si, c'è un altro sopravvissuto, ed è anche il motivo perchè non c'è più cibo. Avevamo un carro pieno di risorse alimentari, che guarda caso conteneva anche il denaro dei mercanti. Uno dei mercenari della scorta se ne è andato in fretta appena ha visto l'evolversi della situazione; ovvero mentre a me veniva strappato un braccio. -

    - Bastardo. Un animale, no, peggio ancora, un uomo. Nemmeno gli animali lasciano i membri del loro branco in difficoltà. -



    La cosa mi faceva veramente incazzare. Non ero mai stato il tipo che abbandonava un alleato o un amico, mai, e non avrei cominciato ora.

    Aiutai la ragazza a mangiare e a bere qualcosa.

    - Piano, piano. Mangia poco, che il corpo deve riabituarsi. -



    - Sono velenosi eccome, solo un paio di loro ha bevuto l'acqua ed è diventato come vedi, gli altri sono stati tutti assaliti e morsi. Io stessa sono stata aggredita, uno di loro mi ha morso sul braccio che non ho più, ma probabilmente me lo ha strappato prima che il veleno potesse entrare in circolo, perchè sono così da due giorni ormai, mentre gli altri che sono stati feriti, si sono trasformati quasi immediatamente, nel giro di una decina di minuti. Per questo sono ridotti così. -

    - Bene, così non dovremo neanche preoccuparci che tu possa diventare uno di quei... cosi. Mi sarebbe dispiaciuto doverti... ecco... uccidere. Immagino sia difficile per te vederli in questo stato, tu che li hai visti com'erano... -



    Vidi poi la ragazza estrarre una piccola chiavetta, che compresi subito doveva essere un modo per regolare un qualche meccanismo, a torsione probabilmente, quello che aveva sul braccio.

    - Temevo a farlo essendo da sola, adesso sistemo la ferita, ma per il dolore potrei perdere i sensi, per favore assicurati che questo non significhi la mia fine. Ci sono delle scorte mediche tra questa roba che ho accumulato, adrenalina compresa. -


    - Aspetta aspetta aspetta. Prima voglio vedere le scorte. Sono scarso con questa roba medica quindi ho bisogno di dargli un occhiata prima, e capire cosa è cosa. -



    Una volta compreso l'uso basilare delle provviste, le avrei detto che poteva proseguire. Ci avrei pensato io a lei.

    - Vai, fidati. Non permetterò che tu muoia qui. -



    Dissi, fermamente convinto di quello che facevo.

    La vidi infilarsi la chiave, e sentii un rumore metallico e, oltre a quello, un altro rumore molto più preoccupante: quello della carne che veniva stritolata, subito seguita dai suoi squittii di dolore.

    Dopo pochi momenti la ragazza svenne e mi appestai a lei. Dal moncherino non usciva più sangue, e potevo sentire un lieve odore di carne bruciata.

    Spruzzai un po' di disinfettante sulla ferita, giusto per essere sicuro che niente fosse passato o che non ci fossero parti ancora esposte che potevano causare una qualche infezione, coprii il moncherino con una garza e del tessuto che avevo trovato nelle provviste mediche, poi mi tolsi il kimono e la ricoprii con esso mentre la abbracciavo. La notte sunese era già scesa, e lei aveva bisogno di tutto il calore che poteva trovare. Me, in quel caso. E fanculo anche a quei cosi. Avevo un paio di katon a mia disposizione e gli avrei dato tutto il calore di cui avevano bisogno se avessero provato ad attaccarci. Presi anche una siringa di adrenalina, le chiusi il pugno e cominciai a tastarla circa a metà del braccio. Mi ci volle qualche istante più del dovuto per trovare un vaso sanguigno. Infilai l'ago piano, poi tirai lo stantuffo verso l'esterno, in modo che il sangue riempisse in minima parte la siringa, confermandomi che avevo preso in pieno la vena. Spinsi poi lo stantuffo, con una minima vigoria, in modo da darle una scossa di adrenalina.

    Una volta che si fosse svegliata...

    - Ah, finalmente ti sei risvegliata. Scusa se ti ho abbracciato, ma le notti qui a Suna sono fredde e ho pensato che ti servisse un po' di caldo. Tieni pure il mio kimono, se vuoi, è fatto di un tessuto apposta per difendere noi sunesi sia dal caldo che dal freddo del deserto. Immagino tu non sia abituata al nostro clima vero? -



    Mi spiegò poi come funzionava quel meccanismo.

    - Ingegnoso! Semplicemente ingegnoso! Sai, anche io e la mia famiglia siamo appassionati di meccanica, anche se in aspetti diversi. Beh io ho solo creato qualche pupazzo, ma dovresti vedere che cosa sa fare mio padre! -



    - Il tipo che è fuggito, non mi sembra sia stato morso, ma non ne sono sicura. Ormai ha due giorni di cavalcata alle spalle, potrebbe essere chissà dove ed espandere l'epidemia. Certo non possiamo andarcene e lasciare qui questi tizi! Anche se in effetti, sono tutti presenti, non capisco perchè non se ne vadano da qui.... -


    - Beh a quel tipo ci penseremo poi. Ora devi pensare solo ad una cosa, salvarti la pelle. Lo acchiapperemo, te lo prometto, ma facciamo una cosa alla volta, ok? Comunque si, è strano che restino sempre qui. Che sia rimasta una qualche intelligenza in loro e che siano rimasti qui per attendere qualcuno come me, venuto qua a cercare la carovana? Oppure... no niente, lascia perdere -



    Avevo pensato ad un altra cosa, ma non la dissi. Forse, ora che avevano "assaggiato" Yuki volevano mangiarsela tutta. Inorridii al solo pensiero. No, non avrei permesso che quei mostri si pappassero quella ragazza così carina. Il freddo della notte cominciava ad insinuarsi dentro di me, ma sarei riuscito a resistere. Dopotutto ero abituato alle notti sunesi, e ne avevo passato qualcuna all'addiaccio nel deserto. Anche se mai circondato da pazzi assassini cannibali che avevano perso il lume della ragione. Quei cosi erano dei veri e propri zombie!

    Avrei cercato di convincere Yuki a riposare e a dormire un po'. Contavo di poter marciare verso Suna l'indomani. Ci avevo messo circa mezza giornata a giungere li per cui speravo che dall'alba al tramonto sarei riuscito a portare la giovane a Suna.



    OT

    L'equip è sempre quello, meno un Kimono :guru:

    /OT
     
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  7. Jotaro Jaku
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    Circa un'ora prima del tramonto, quando le prime avvisaglie di raggi iniziavano a farsi strada nella volta celeste, un fischio lontano avrebbe svegliato i due giovani, ammesso che non lo fossero già. Le creature assunsero un comportamento mai riscontrato fino a quel momento, contrassero la spina dorsale e iniziarono a emettere suoni gutturali come sotto sforzo, lanciandoli al cielo, poi iniziarono a correre, a correre ad una velocità inaudita verso nord, scomparendo alla vista dei due ninja, nel giro di pochissimo tempo.
    Quando anche l'ultimo ex-mercante non fu che un puntino all'orizzonte, l'oasi scomparve, rimase solo la piccola grotta, scomparve la pozza d'acqua, sparirono le palme che la circondarono; solo i carri semi distrutti restarono al loro posto.
    La giovane restò sorpresa dall'accaduto, un'illusione così perfetta, da non lasciarle nemmeno dubitare, nemmeno per un attimo, nel giro di tre giorni, di esserne vittima. E cosa più importante, sembravano salvi.
    Yuki avrebbe cordialmente ringraziato Shu con un caloroso abbraccio, forse troppo, per come Shu era stato abituato fino a quel momento, ma lei non ci fese caso, e lo avrebbe stretto anche se lui fosse rimasto rigido come un manico di scopa.


    - Dobbiamo correre al tuo villaggio e fare rapporto di tutto questo ! Devo inviare un messaggio alla Nuvola, tutti devono sapere di questa minaccia. -

    I nemici li avevano davvero lasciati andare così? Sembravano più essere stati chiamati da qualcosa, da quello strano fischio, piuttosto che averli lasciati in pace così per caso. Il perchè ora non aveva importanza, erano davvero rimasti soli.

    [ approfitta di un po' Gdr libero con Yuki ]

    Una volta tornati al villaggio, Yuki avrebbe insistito per recarsi subito alle voliere; secondo lei questo fatto doveva essere riferito. Ma forse Shu preferiva un approccio diverso; era lui ad avere l'ultima parola sulla questione, dopotutto; a livello formale. Se fare rapporto a Suna, o inviare messaggi. In ogni caso, la ragazza avrebbe rifiutato qualunque assistenza medica, e insisteva per offrire un pasto al giovane, per sdebitarsi del suo salvataggio....e non solo quello.

    [Altrove]

    In una catapecchia lontana dal villaggio della sabbia, un uomo stava seduto a terra, a gambe incrociate, circondato da una moltitudine, circa cinquanta, di uomini tramutati in quelle strane creature che i due combattenti avevano visto nel deserto fino a poche ore prima. Non parlava, restava in silenzio in posizione di meditazione, e attendeva....
    Chiunque fosse, sembrava avere il controllo su quelle cose, e non aveva in mente nulla di buono...
     
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  8. § Shu §
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    La carovana dell'Amore

    { Post Quarto
    Paese del vento
    ??? }


    Dormimmo così, vicini e coperti dal Kimono. Ci svegliammo all'alba, io per primo. Lei rimase a dormire ancora un po', probabilmente doveva ancora recuperare totalmente le forze. Le creature rimasero ancora li intorno, evidentemente erano abbastanza intelligenti da capire che non potevano essere scappati. Avevo provviste solo per un paio di giorni, e solo per me. Anche razionandole non saremmo sopravvissuti molto. Quanto potevo resistere senza cibo? Forse qualche giorno, forse un po' in più. Quindi facendo mangiare solo Yuki probabilmente saremmo potuti arrivare alla fine della settimana.

    Sperando che arrivasse qualcuno con abbastanza potenza di fuoco da tenere a bada quei mostri.

    Hohenheim, lui sarebbe stata la scelta perfetta. Con le sue creazioni non solo avrebbe potuto salvare me e Yuki, ma avrebbe anche potuto ridurre quegli esseri in mille pezzi.

    Sarebbe stato bello, ma non potevo vivere in una fantasia. Dovevo essere io a guidarci fuori da li.

    Mentre riflettevo, Yuki si svegliò...

    Ahhnnn... quindi non se ne sono ancora andati

    - No. Ma mangia qualcosa. Dopo colazione tutto sembra più felice. Mi scuserai se ti ho anticipato, ma avevo troppa fame ahahaha -



    Una piccola bugia, non c'era bisogno che sapesse la verità. La verità fa male, e io tra tutti lo sapevo bene. Qualche volta è bello vivere in una dolce menzogna. Fingere che l'unica persona a cui importasse veramente di te potesse fare qualcosa di buono.

    Maledetto Agashi, un giorno... ti restituirò tutto il dolore che mi hai causato... io...

    La rabbia mi prendeva ma i miei pensieri di vendetta furono interrotti dalla kunoichi della nuvola.

    Ehi, credi veramente di fregarmi con questa balla? Ho controllato le provviste ieri sera e tu non hai mangiato niente.

    - E' caduto un uccello, l'ho cucinato con un katon e mangiato. Poi ho gettato le ossa ai mostri sperando che se ne andassero una volta sazi. -



    Era una balla così grossa che nessuno ci avrebbe potuto credere.

    Ed infatti lei scoppiò a ridere. Rise per due buoni minuti. E l'unica cosa che pensavo era che lei era così bella quando sorrideva.

    Certe donne dovrebbero sorridere sempre.

    Stavo per ripensare a Sakura... la povera bambina scomparsa tre giorni prima.

    Ehi! Non scherzavo mica. Mangia qualcosa anche tu.

    - Posso resistere per un paio di giorni senza cibo, tu mangia pure. Devi recuperare le forze. -



    Anche se mi vedi in questo stato non sono una donna debole. Sono una kunoichi del villaggio della nuvola. Per cui se tu non mangi non mangio neanch'io.

    Incrociò quindi le braccia, o meglio il braccio, e mi mise il broncio.

    Sbuffai, sconfitto.

    - E va bene... -



    La ragazza si illuminò, evidentemente anche se non aveva voluto ammetterlo doveva essere molto affamata. Però dovevamo razionare il cibo. Dopo un paio di minuti mi ritrovai a strapparle il cibo di bocca, per evitare che si mangiasse tutto.

    Ehi, prima vuoi che mangi ed ora mi cavi il cibo di bocca? Ridammelo!

    Mi si gettò addosso per recuperare un tozzo di pane, io caddi all'indietro e finimmo una sopra l'altro. Già il giorno prima avevo potuto ammirare il fisico di quella ragazza, dopotutto i vestiti stracciati non lasciavano molto all'immaginazione, e avevo già sentito le sue forme su di me. Ma non potei fare a meno di arrossire, e lei con me. Ci ricomponemmo in fretta, imbarazzatissimi.

    In effetti forse è meglio che lo metti via.

    - Già. Ascolta... forse non è il caso che continui a restare vestita così. Ho due maglie qui sotto, che ne dici se te ne do una? -



    E che cosa te ne fai di due maglie?

    - Beh, è per la cotta di maglia. Non posso tenerla a contatto con la pelle e se non ci metto qualcosa sopra mi rovina il kimono. Fortuna che isolano dal calore, altrimenti mi sarei già arrostito. -



    Mi sarei quindi tolto la prima maglietta, la cotta di maglia che avrei lasciato abbandonata nel deserto e la sottomaglia, che proteggeva dalla cotta. Era una maglia molto lunga e sarebbe stata ottima per proteggere Yuki dalle insidie del clima di Suna.

    Rimasi quindi a torso nudo mentre le porgevo la maglia. I muscoli, messi in evidenza dal sudore, sembravano quasi brillare. Da quando ero diventato ninja il mio corpo era radicalmente cambiato. I numerosi allenamenti avevano rinforzato il mio fisico una volta quasi gracile e mi ero quasi... gonfiato. Anche se era tutta praticamente massa muscolare.

    Le porsi la sottomaglia e mi girai, in modo che potesse cambiarsi.

    Ehm... Shu?

    - Dimmi-



    le risposi senza girarmi.

    Ecco... mi servirebbe una mano... nelle mie condizioni...

    rispose lei, incredibilmente imbarazzata.

    Non ci avevo pensato. Non era abituata ad avere un braccio solo e quindi non doveva essere in grado di vestirsi bene.

    - Si... subito...-



    le risposi, ancora più imbarazzato di lei.

    Lei mi mostrò la schiena mentre io mi avvicinai e l'aiutai a finire di togliere i brandelli degli stracci che aveva addosso. Era rimasta a torso nudo. Fortunatamente aveva una roccia davanti a se, per cui le creature non potevano vederla. Ma che fosse poi così importante farsi vedere da quei mostri? Avrebbero reagito? Non l'avremmo saputo mai.

    Per prima cosa le infilai la manica sinistra, che avevo ripiegato, per rendere più facile il processo della vestizione. La maglia era lunga e a maniche lunghe, dopotutto doveva proteggere il corpo da una cotta di maglia. Dopo la manica sinistra le infilai la testa, mentre per il braccio destro fece da sola.

    La maglia le era decisamente ampia e, una volta infilata, sembrava come una bambina che avesse infilato il pigiama del padre. Le ripiegai la manica sinistra su se stessa, in modo che non ci fosse del tessuto volante.

    - Come va, oggi? -



    Dissi, riferendomi chiaramente al suo braccio.

    Molto meglio. Non sanguina più e ormai mi sono quasi abituata al dolore. Se non ci fossi stato tu ad aiutarmi probabilmente sarei già morta dissanguata.

    - E' sempre un piacere aiutare una donzella in difficoltà. -


    risposi, con una sfumatura triste nella voce.

    Lei si alzò in piedi, provando a muoversi un attimo.

    Come fa a starti questa roba mostruosa? Ho visto che sei grosso, ma così tanto?

    - Mi sono allenato molto in questo periodo. Forse troppo... sai, per sfogare... scusa, sono altri problemi, lascia pure perdere. -



    Fa male, eh? Quando ti feriscono dentro, intendo.

    - Non mi sembra giusto sentirmi ferito, non con te davanti a me. Mi sento... sbagliato. Non dovrei provare così tanto dolore, dopotutto non mi è successo niente in confronto a te... -



    Beh, basta commiserarsi. Mi serve il tuo aiuto per una cosa. Grazie a questa "maglietta", ho un paio di problemi con... beh... il coso...

    disse, indicandosi il petto

    - Il seno? -



    Si, va troppo in giro, ballonzola.

    rispose lei.

    - Capisco, credo di poter recuperare un po' della stoffa dei tuoi vecchi vestiti, ci facciamo delle bende improvvisate, che ne dici? -



    Ok

    mi rivolse di nuovo la schiena e, con l'unico braccio, si sollevò la maglietta sopra la testa. Presi un pezzo di stoffa e cominciai a passarglielo attorno al petto.

    - Mi raccomando, stringi forte. -


    - Certo. -



    Strinsi abbastanza forte, potevo sentire le mammelle che facevano resistenza sulla benda.

    Alla fine riuscii a stringerla in modo che non le dessero fastidio, e ricavai anche una cintura in modo da impedire alla maglia di andare dove volesse e di scoprirla troppo. Alla fine le arrivava a metà della cosce e quindi era vestita, se non in modo decoroso, almeno presentabile.

    Ci mettemmo quasi mezza giornata a sistemare il tutto. E quegli esseri continuavano a brontolare.

    Beh... dato che siamo qui, che ne dici di conoscerci meglio? Dopotutto se dobbiamo morire assieme tanto vale che sappiamo con chi finiremo nelle loro pance no?

    - Te l'ho già detto Yuki, noi non moriremo. Comunque, giusto per passare il tempo, ti racconterò la mia storia. E' una storia di segreti, tradimenti, arte, e di un gran bastardo... senza il quale oggi non sarei qui e non starei per rischiare la vita. Però in effetti ho incontrato te, quindi qualcosa di buono da questa situazione è uscita, no? -



    Cominciai quindi a raccontarle di tutta la mia storia, di mio cugino-fratello, di Satoru, il mio padre adottivo, di Agashi, il mio padre biologico, della mia vita passata come artista, lontano dalle arti ninja. Del clan dei marionettisti, degli amici che avevo da piccolo, e strappatimi via. Di Sakura, della sua malattia, di Hohenheim e di come avevo scoperto la verità sulla mia nascita. Del mio desiderio di trasformare l'arte mortale delle marionette in opere d'arte non mortali, di come la morte della mia madre adottiva avesse trasformato mio padre in una larva, l'ombra di se stesso. Di come Agashi mi aveva ingannato a diventare ninja, di come aveva ucciso Sakura con l'inganno. Della mia rabbia.

    E dopo tutto questo ancora non vuoi uccidere quel bastardo? Anche se è tuo padre io come minimo lo ammazzerei. No, forse prima lo torturerei. Solo dopo lo ucciderei. Un uomo del genere non merita di vivere.

    - Ma sta davvero a noi decidere chi vive e chi muore? -



    Siamo ninja. Siamo noi che decidiamo chi vive e chi muore, ogni giorno della nostra vita. L'assassinio fa parte del nostro lavoro. Di ciò che siamo. L'unica consolazione che posso darti è che puoi sempre provare ad uccidere artisticamente. Visto che non vuoi apprendere i segreti delle marionette, che ne dici di quella tecnica di Hohenheim? Sembra forte, e mi sembra adatta a te.

    - Non ci avevo mai pensato in effetti. Mi stai facendo riflettere su molte cose. Ma ancora non sono sicuro di voler uccidere. Forse, potrei fare un eccezione per Agashi ma... -



    Svegliati Shu, i tuoi nemici non staranno a chiedersi se sia giusto uccidere. Una volta divenuto ninja la scelta è fatta. Sei un assassino, dovrai uccidere qualcuno. Pensa a quello che è successo qui. Pensi che io abbia avuto dubbi quando ho visto i mercanti trasformarsi? No. Ho cercato di ucciderne il più possibile, e di portarne il maggior numero con me prima di morire. Tutto qui.

    Comunque nessuno ti obbliga ad uccidere per piacere. A me non piace. Anche se non ci provo gusto capisco che a volte è necessario. Dimmi, uccidere un assassino è sbagliato? Uccidere un criminale che magari ha distrutto un villaggio, o che ha ucciso una bambina, è sbagliato? Uccidere i criminali, i malvagi, gli assassini per proteggere tutti gli altri è sbagliato? Io non credo. E tu?


    - Si... forse hai ragione... non lo so. Sento che hai ragione, che uccidere i malvagi, i criminali, i rifiuti della società sia giusto, ma non credo di averne la forza. Chi può avere la forza di sopportare un tale fardello? Salvare tutti, uccidendo i malvagi... diventando un semplice criminale ed assassino agli occhi di tutti. -



    Ripulire il mondo, distruggere i rifiuti. Sarebbe bello. Un mondo senza criminali ed assassini. Un sogno. Se fosse stato così allora... sai, forse mia madre sarebbe ancora viva.

    Mi narrò quindi la sua storia, di come, mentre suo padre era via per una missione (era uno shinobi di Kumo anche lui) sua madre fosse stata uccisa da dei nemici di suo padre, dei vigliacchi che non avevano avuto il coraggio di affrontarlo faccia a faccia.

    Mi parlò di come divenne ninja, delle sue prove, della sua vita, dei suoi ideali.

    E vidi come essi coincidevano coi miei: un mondo dove chi voleva vivere in pace poteva farlo, senza che nessuno potesse uccidere, stuprare, distruggere.

    - L'unico modo per raggiungere un sogno simile è sporcarsi le mani, eh? Beh Yuki, realizzerò il nostro sogno. Qualcuno deve farlo no? E perché non Shu Akasuna? -



    Shu... credi davvero di esserne capace? Uccidere? E così tante persone, da solo? Per me non ne sei capace. Credo quindi che ti seguirò, giusto per evitare che tu faccia casini.

    La abbracciai e le diedi un bacio sulla fronte

    - Con te, credo proprio che potrei riuscirci. Dopotutto sono diventato uno shinobi per proteggere gli altri. E, in un certo senso, sarebbe il modo definitivo di proteggere tutti. -



    Beh, mi fai arrossire. Ma mi piace il tuo idealismo, è una qualità che ammiro. Forse perché mi manca, perché non ho la forza di vivere questi grandi ideali. Posso solo seguire gli altri, come ho sempre fatto. Questa è la prima missione che faccio da sola, e guarda come sono finita.

    - Beh poteva andarti peggio... potevi cavarti gli occhi come Emiko. -



    Emiko è la Hyuga vero? Quella che si è accecata davanti ai tuoi occhi?

    - Si... mi è dispiaciuto molto per lei. E mi dispiace ancora di più per te. Ma dopotutto non si può cambiare il passato. Possiamo solo guardare al futuro. -



    Già... un roseo futuro. Ah, ma prima di parlare di futuro... non dovremmo uscire da questa situazione?

    - Ah, vero... mi ero quasi dimenticato. Beh direi che possiamo dormirci su un po', e poi dopo vediamo come fare. So una tecnica o due che potrebbero permetterci di uscire da questa situazione. Ed ho ancora una cartabomba. -



    Già... dormiamoci su. Tutto questo parlare mi ha stancato.

    Ci saremmo coricati, ma il destino voleva che dormissimo solo poche ore. E che ci salvassimo tutti e due.

    Ci saremmo svegliati a causa di un fischio intenso.

    I mostri cominciarono ad urlare al cielo... che stessero rispondendo?

    Subito dopo se ne andarono via, correndo a tutta velocità.

    - Ma quello era -



    Un richiamo. Qualcosa o qualcuno li ha chiamati.

    - Non è che qualcuno li abbia chiamati la cosa che mi preoccupa. E' che qualcuno li possa controllare. Immagina un'armata di poche decine di quelle cose. Che diventano molte centinaia. Che diventano migliaia. Solo il pensiero mi fa orrore. -



    Ehi, Shu, guarda. L'oasi sta sparendo

    Aveva ragione. L'oasi stava proprio sparendo. Niente palme, niente acqua, solo la grotta.

    Yuki mi si gettò addosso, felicissima di essere sopravvissuta a quella terribile esperienza, stringendomi forte con l'unico braccio che le era rimasto.

    L'abbracciai forte anch'io.

    Ce l'abbiamo fatta! Siamo vivi!

    Ci staccammo poi da quel contatto, così piacevole ma così inusuale ed improvviso.

    - Dobbiamo correre al tuo villaggio e fare rapporto di tutto questo ! Devo inviare un messaggio alla Nuvola, tutti devono sapere di questa minaccia. -


    - Si, ed è meglio anche che ci sbrighiamo. Non so se quei cosi possano fare rapporto, ma se il loro padrone sa che siamo vivi, di sicuro ce li sguinzaglierà di nuovo addosso. -



    Hai ragione, andiamo!

    Cominciammo quindi a correre in direzione di Suna. Io davanti e lei dietro. Mano nella mano, l'avrei guidata nel deserto, evitando i punti più pericolosi, i miei passi saldi e sicuri e lei che seguiva le mie orme.

    Eravamo felici, perché eravamo vivi. Mi sentivo quasi fluttuare, e non mi sentivo per niente rallentato dal dolce peso di quella kunoichi che, ora, per me era solo una donna. Correvamo all'unisono, insieme nella buia notte del deserto, respiravamo con lo stesso ritmo, senza fermarci. Capivamo l'importanza del nostro compito, ma in quel momento eravamo come in trance. Esistevamo solo noi due, e le infinite distese di sabbia.

    Che alla fine non furono poi così infinite. Dopo che Yuki mi chiese almeno 10 volte se ero sicuro della strada che stavo facendo e quanto mancava, e dopo che per dieci volte le risposi che si, ne ero sicuro, e che mancava ancora un buon pezzo di strada, alla fine, all'alba, potemmo vedere il villaggio di Suna.

    Continuammo a correre, sempre più forte, fino a giungere davanti alle mura.

    - Sono Shu Akasuna! Apritemi! -



    una guardia si avvicinò, dovevamo sembrare veramente dei mendicanti conciati in quel modo.

    Shu? Ascolta, non so che ti è successo ma non puoi venire qua così, con una ragazza che... ehi, aspetta. Ha un braccio solo? Ha bisogno di cure mediche urgenti! E poi aspetta, ma chi è? E' un ninja, o solo una ragazza? O è forse uno spirito del deserto?

    - Asuma smettila di fare l'idiota ed aprimi! -



    urlai a quella superstiziosa guardia, che ben conoscevo.

    Dopo dieci minuti di tira e molla, ed avergli detto che era una cosa urgente e che dovevo vedere se non il kazekage almeno un amministratore o qualcuno degli anziani, ci fece entrare.

    Shu, forse è meglio se andiamo subito alle voliere...

    - No, passiamo prima in amministrazione a farci ricevere. Avvertiamo le autorità del villaggio del pericolo, così potranno occuparsi loro di avvisare i villaggi accademici, mentre tu ed io andremo a prendere un uccello da inviare a Kumo, che ne dici? E poi dobbiamo portarti all'ospedale -



    Va bene, ma niente ospedale. Piuttosto, voglio offrirti un pranzo, per sdebitarmi.

    - E i soldi dove li tieni? Lascia perdere il pranzo, ti ospito a casa mia e una volta avvisati tutti andremo a prenderti dei vestiti decenti. E poi voglio che tu mi dia una mano con un progetto... voglio vedere se riesco a farti un regalino. Così almeno non potrai dire che noi Sunesi non siamo ospitali. -



    In breve fummo in amministrazione, e parlammo con uno degli anziani. La fama della famiglia Akasuna era nota non solo all'interno del clan dei marionettisti, ma in tutto il villaggio della sabbia. Anche se eravamo i discendenti di uno dei più grandi traditori di Suna, Sasori, comunque eravamo riusciti a ritagliarci uno spazio nel cuore del villaggio, grazie alla nostra efficienza e serietà.

    Se un Akasuna diceva che si trattava di una cosa urgente, allora era urgente.

    Se un Akasuna era sconvolto, invece, significava che tutto il mondo ninja era in pericolo. Ed in quel momento ero veramente sconvolto, ero distrutto, sfinito, esasperato.

    Gli spiegai la faccenda, mentre ci fece mangiare qualcosina per colazione. Non sembrava impressionato dal nostro aspetto, doveva averne viste molte nella sua lunga vita.

    Al termine si offrì di ospitare Yuki, ma lei rifiutò

    Non credo proprio di potermi fidare di voi. Chi mi dice che non mi mettiate in galera e che non avviserete il mio villaggio del pericolo? Dopotutto Kumo non fa parte dell'accademia. Shu mi ha dimostrato di essere una persona di cui posso fidarmi, e quindi starò con lui.

    Ci saremmo quindi diretti alla voliera, ed avremmo mandato dei messaggi a Kumo. La giovane sapeva a chi mandarli per essere creduta, e scrisse il messaggio di suo pugno, in modo che riconoscessero la calligrafia. Narrò in breve gli avvenimenti, spiegando anche della perdita del suo braccio, ed enfatizzando più e più volte la pericolosità di quegli essere, quando non organizzati, ed esprimendo anche i nostri timori sul fatto che fossero sotto il controllo di qualcuno.

    Terminati i messaggi, che furono recapitati anche a tutti i villaggi accademici, io e Yuki ci saremmo diretti verso la mia dimora. Avevamo entrambi bisogno di un bagno caldo e di un cambio di vestiti. Le avrei detto che poteva farsi un bagno lei e che, se mi avesse detto la sua taglia, le avrei preso qualcosa da vestire.

    Va bene, ma mi raccomando, qualcosa di comodo!

    Sarei tornato dopo mezz'ora, con una specie di tuta verde e blu.

    Ok che avevo detto comodo, ma non intendevo neanche orrendo! Dai, fatti un bagno anche tu, io intanto ti preparo qualcosa da mangiare.

    - Sei sicura di esserne in grado? -



    Cosa credi? Sono una donna, oltre che una Kunoichi, certo che so cucinare! Mio padre è ossessionato che io mi trovi un marito, figurati che non mi ha fatto insegnare come si cucina.

    - Yuki, non mi riferivo a quello ma... -



    Ah, certo. Beh sarà difficile, ma qualcosa riuscirò a fare. E poi devo offrirti un pranzo per il tuo aiuto! E dato che non ho soldi con me... ti cucinerò qualcosa io!

    Mi feci un bagno, con calma. Non sentii alcun urlo dalla cucina e quindi ero tranquillo. Quando finii mi sarei diretto nella sala da pranzo, che era perfettamente apparecchiata per due e con il servizio buono!

    Alla fine aveva preparato una cenetta per due. Il cibo non era squisito, era tagliato male e non era cucinato a dovere.

    Ma per me quella fu la migliore cena della mia vita.

    Andammo a letto (le avrei preparato una delle stanze per gli ospiti). O meglio lei dormì. Io mi rintanai in uno dei laboratori. Volevo vedere se riuscivo in qualche modo a risolvere un dubbio che mi attanagliava.

    Che fosse possibile convertire quella tecnologia?

     
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  9. Jotaro Jaku
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    Durante la notte, mentre Shu si trovava in una delle sue officine, la sua ospite, dormì solo pochi minuti, nella sua mente si faceva strada ancora il fatto di essere priva di un braccio. Aveva bisogno di darsi una sistemata prima di tornare a casa, così segnò a terra un simbolo usando il suo sangue, che aveva ottenuto con un piccolo morso sul dito pollice che ancora possedeva.
    Il simbolo fu il tramite per una tecnica del richiamo, eseguita ai piedi del letto: in quel momento, una piccola nuvoletta preannunciò l'apparire di un mobiletto pieno di roba, e coperto altrettanto; sembravano attrezzi, pezzi di metallo di vario tipo. Nei cassetti del mobile, solita cosa.
    Circa tre ore dopo, Shu sentì bussare alla porta del suo laboratorio, era Yuki, con un braccio nuovo.

    La ragazza entrò nella stanza con un sorriso che le arrivava fino alle orecchie, mentre teneva quello che una volta era un braccio mozzato, semi sollevato, col pugno chiuso, come a mostrare il miracolo. Era chiaramente un braccio fasullo, era fatto di vari metalli e leghe particolari, sembrava appena stato strappato a un robot. Iniziò a muoverlo come per fare ginnastica, per mostrare a Shu che non cigolava nemmeno.


    - Non posso ancora usarlo per le arti ninja relative al chakra, ma è un inizio. -

    La ragazza si avvicinò al ninja della sabbia, alzando all'altezza del suo petto, l'altra mano; la quale sorreggeva un oggetto.
    Sembrava un libro, un libro molto pesante con svariati fogli di appunti che sporgevano dalle pagine. La copertina era di un blu scuro, sembrava molto antico. Lei insistette perchè Shu lo prendesse con sè.


    - Voglio darti questo, per quello che hai fatto per me, sono sicura che ti sarà utile per le tue creazioni. Appartiene alla mia famiglia da molte generazioni, ti prego di averne cura e di non rivelare mai di averlo con te. -

    Il libro conteneva svariati metodi di applicazione dei metalli e di come sfruttare le scoperte meccaniche rinvenute dal clan di Yuki, le prime pagine sembravano essere state scritte addirittura secoli prima, a giudicare la tipo di scrittura e dagli inchiostri. Conteneva schemi di costruzione, consigli sulla fusione di varie leghe e molto altro ancora. Il libro era comprensivo di 200 pagine più vari appunti; molte delle quali scritte in modo criptico, con simboli e codici segreti.

    - Molte di quelle cose nemmeno io so decifrarle, suppongo avrai il tuo bel da fare per scoprire di cosa parla. -

    Si sedette per terra poi, non per stanchezza, ma perchè era pensierosa, e condivise con Shu i suoi pensieri.

    - Sono preoccupata per la situazione, non solo per quei mostri ma anche per quel traditore fuggito chissà dove, se fosse stato contagiato, potrebbe aver sparso la malattia. Non riuscivo a dormire, sognavo il mio villaggio invaso da quei "cosi", quindi mi sono messa a ricostruirmi il braccio, anche se le dita si muovono male...non sono mai stata brava con la micromeccanica di precisione. -

    Ed effettivamente era vero. Dover creare quei piccoli ingranaggi usando una sola mano, decisamente doveva essere stato un lavoraccio; molte delle dita erano storte. Poteva chiudere la mano a pugno, ma non certo comporre dei sigilli per le arti ninja, anzi, probabilmente avrebbe dovuto abbandonare la sua carriera di combattente, se non avesse migliorato quel suo arto....

    - C'è una cosa che non ti ho ancora detto, sul motivo perchè volevo subito avvertire la nuvola e non andare dai tuoi amministratori, beh si tratta di mio padre, lui, lui è il caponinja della Nuvola. -

    Lo disse con un'aria un po' spaventata. Non erano ignote le divergenze tra il suo villaggio e l'accademia. Svariati atti al limite del terroristico erano stati compiuti dal Raikage e dai suoi ninja contro svariate spedizioni accademiche, e non troppi anni prima, fu proprio la nuvola ad assoldare un ninja della Sabbia, Brando, come spia, il quale si fece saltare in aria con tutto il palazzo amministrativo della Sabbia durante una riunione intervillaggio. Temeva ritorsioni.

     
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  10. § Shu §
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    La carovana dell'Amore

    { Post Quinto
    Sunagakure - Villa Akasuna }


    Stavo studiando gli antichi testi del clan Akasuna, alcuni procuratimi da Agashi, altri da mio padre. Sapevo, in quanto tutti nella nostra famiglia lo sapevano, che discendiamo direttamente da Sasori, uno dei più grandi marionettisti di tutti i tempi. E in quei testi erano riportate alcune delle sue costruzioni, tra cui gli schemi per la costruzione di arti meccanici.

    Anche il clan di Monzaemon, il creatore della tecnica del marionettismo, possedeva una tale tecnologia ed avevo un paio di testi che lo accennavano.

    La versione di Sasori non era molto adatta per essere legata ai tessuti biologici, evidentemente doveva aver creato il corpo meccanico tutto assieme, in quel tempo lontano.

    E quindi non aveva bisogno di collegamenti per nervi e muscoli. Della versione del clan "bianco" esistevano solo accenni ed ipotesi nei miei testi, e non potevo crearne uno da zero. Non possedevo le conoscenze necessarie.

    Dannazione.

    Mi sarei dovuto procurare un progetto in qualche modo. Rubarlo? Possibile, ma estremamente difficile. Chissà quali trappole avevano per impedire a qualcuno di entrarne in possesso.

    Chiedere a qualcuno? No. L'unica persona era Agashi, e non avrei mai chiesto a lui.

    Mio padre era ancora distrutto dalla morte di mia madre, e non lo avevo più sentito da allora.

    Mentre mi stavo distruggendo a pensare ai modi possibili per procurarmi la tecnologia adeguata sentii bussare alla porta.

    - Avanti -



    Non mi ero neanche voltato per guardarla (perché sapevo che si trattava di Yuki), da quanto mi sentivo inutile. Non potevo soppotare il suo sguardo. Il laboratorio era pieno di carte disperse ovunque, si faceva fatica a camminare.

    Ehi! Potresti anche guardarmi ogni tanto!

    Mi voltai, con un espressione triste, che si tramutò in una di stupore e gioia quando vidi che Yuki aveva ancora due braccia!

    - Ma che diavolo... -



    Vidi poi che mi stava porgendo un libro

    - Voglio darti questo, per quello che hai fatto per me, sono sicura che ti sarà utile per le tue creazioni. Appartiene alla mia famiglia da molte generazioni, ti prego di averne cura e di non rivelare mai di averlo con te. -

    - Grazie mille... ma non so se posso accettare un regalo così... importante. -



    Sfogliai il libro, giusto per vedere che cosa conteneva, ed erano metodologie di forgiature, fabbricazione di meccanismi e scoperte di meccanica. Era una vera miniera d'oro!

    - Molte di quelle cose nemmeno io so decifrarle, suppongo avrai il tuo bel da fare per scoprire di cosa parla.


    - Non so cosa dire... ti ringrazio e non rivelerò mai che possiedo questo importante testo! -



    - Sono preoccupata per la situazione, non solo per quei mostri ma anche per quel traditore fuggito chissà dove, se fosse stato contagiato, potrebbe aver sparso la malattia. Non riuscivo a dormire, sognavo il mio villaggio invaso da quei "cosi", quindi mi sono messa a ricostruirmi il braccio, anche se le dita si muovono male...non sono mai stata brava con la micromeccanica di precisione. -

    - Hai fatto un ottimo lavoro! Se vuoi con quella credo di poterti aiutare io. Non sono bravissimo in queste cose ma alla fine le creazioni del mio clan hanno molta meccanica fine e di precisione. Pensa che qualche marionettista usa persino la nostra hijutsu per costruire le marionette e non solo per combatterci! -



    Vidi la giovane kunoichi rattristarsi però, ed essere lievemente spaventata.

    - C'è una cosa che non ti ho ancora detto, sul motivo perchè volevo subito avvertire la nuvola e non andare dai tuoi amministratori, beh si tratta di mio padre, lui, lui è il caponinja della Nuvola. -

    Sgranai gli occhi, che divennero grandi quasi come la mia testa

    - Tuo... tuo padre è... tuo padre è... il raikage?!-



    Lo dissi quasi sussurrando, e lei mi rispose solo annuendo.

    - Cavolo... la figlia del Raikage. Sai che vuol dire questo? -


    Dissi quasi con gioia. Lei forse poteva preoccuparsi... che stessi per tradirla?

    - Vuol dire che possiamo convincere tuo padre a terminare le ostilità contro Suna! Possiamo portare la pace tra i nostri due paesi! -



    Non crederci troppo. E' impossibile. Mio padre non tiene a me in modo particolare, sono solo un altro shinobi senza nome nella sua armata. Fin da quando ero piccola ha sempre creduto che le donne fossero inadatte alle arti ninja, ed infatti mi ha fatto studiare la meccanica tramandata dal nostro clan per poter dare ai guerrieri delle armi. Quando gli ho detto che sarei divenuta una ninja avevo paura mi ammazzasse, invece non fece altro che ripudiarmi.

    Si disinteressò di te, e temo che non mi voglia più bene.


    - Come ti capisco. Satoru mi ha sempre considerato come un figlio ma... ha sempre capito che non era la stessa cosa. Ed Agashi... beh, ti ho detto tutto quello che mi ha fatto quindi non credo che io possa considerarlo un vero padre. Buffo come certe cose, nonostante la distanza, nonostante i nostri paesi siano ai ferri corti non cambino mai. Tuttavia... credo di avere qualcosa che può esserti utile. -



    Sarei uscito un attimo da quella stanza, e ne sarei tornato dopo circa dieci minuti con in mano una maschera polverosa.

    - Ecco qua. Questa è l'unica cosa che possiedo di mia madre. Quella biologica. Era anche lei una kunoichi, appartenente ad un oscuro ed ormai praticamente estinto clan, i Nizashikawa. Quando sposò Agashi lui le impedì di continuare la carriera ninja. Ha delle idee simili a tuo padre sulle donne. E ritengo quindi giusto che sia tu a tenerla. Esigo che l'accetti, dopotutto tu mi hai dato il libro. Ti chiedo solo di usarla mentre sarai in giro per Suna.

    Non importa che tu sia la figlia del Raikage, che tu sia una kunoichi di Kumo o che i nostri paesi siano in guerra. Tu per me sei... molto preziosa. E voglio proteggerti. Anche se significasse andare contro il volere di qualche burocrate che non capisce nulla. -



    Ero quasi arrossito, e la ragazza mi abbracciò. Io ricambiai. Quell'esperienza ci aveva legato molto in profondità, aveva risvegliato i nostri sentimenti di uomo e donna.

    - Andiamo a letto ora, domattina cominceremo a sistemare quel braccio. Dovrai essere in perfetta forma quando dovremo proteggere il mondo da quei mostri no? -



    Le misi un braccio dietro la schiena e la tirai a me, posando le mie labbra sulle sue. Un contatto fugace, dopo il quale abbandonai subito la stanza, imbarazzato.

    Maschi...

    Non sentii neanche il commento della kunoichi di Kumo. Il mattino successivo stavamo facendo colazione (l'avevo preparata io per dimostrare a Yuki che non ero da meno. Stavamo discutendo del modo più efficace per nascondere la sua identità e stavamo pensando ad un nome fittizio da farle assumere, per evitare che qualcuno potesse scoprire la sua identità quando qualcuno bussò alla porta.

    Andai ad aprire, facendo un cenno a Yuki. Lei capì subito e indossò la maschera, che avevo ripulito per permetterle di usarla, e spostò il braccio meccanico in modo che non fosse visibile dalla porta.

    Alla porta era un impiegato dell'amministrazione di Suna.

    Shu Akasuna?

    - Non ho ancora bevuto il caffé mattutino, spero siano buone notizie. -



    In seguito alle sue dichiarazioni di ieri l'amministrazione ha deciso di indagare su questa faccenda che lei racconta, pertanto imponiamo alla Kunoichi qui residente e proveniente da Kumogakure di non lasciare il villaggio. Ah, lei è stato nominato suo custode, quindi in caso di fuga lei sarà ritenuto colpevole di tradimento nei confronti di Suna e giustiziato. La suddetta Kunoichi è presente?

    Si. E ho presente cosa vuol dire quello che dice.

    Bene. Ah, in amministrazione non abbiamo bene afferrato il suo nome. Come ha detto che si chiama?

    - Yin. Si chiama Yin. -



    Era il nome in codice della mia madre biologica, quando ancora andava in missione, molti anni fa. Non l'avevo mai vista o conosciuta, ma ero sicuro che non dovesse apparire molto dissimile da Yuki, in quel momento. L'avevo dato per istinto, senza pensarci.

    Yin, certo. Ci vedremo tra una settimana/dieci giorni con i risultati delle investigazioni preliminari. Vi assicuriamo che i migliori sensitivi del villaggio sono all'opera per trovare questi... "mostri".

    Chiusi quindi la porta, congedandolo.

    Non faranno niente vero?

    - E' quello che temo. Dovremo pensarci noi da soli. Ma prima dobbiamo fare tre cose: sistemare quel braccio, trovarti dei vestiti carini e riallenarti alle arti ninja, per farti usare bene il tuo nuovo braccio. Ma prima... la colazione. -



    Come fai ad essere così calmo? Dobbiamo fare presto, dobbiamo trovarli subito!

    - Lo so! Dannazione, lo so. Ma cosa faremo? Ci nasconderemo di nuovo? E questa volta gli lasceremo una gamba? No! Dobbiamo essere preparati. Non possiamo farcela in queste condizioni. Dobbiamo rimetterti in sesto. -



    Ero disperato. Ed arrabbiato.

    Lei invece era rassegnata.

    Hai ragione.

    Poi sembrò come riprendersi

    Scusa... ma i vestiti carini per me a che servono?

    Feci una voce grossa e profonda, come nel mio immaginario doveva essere una voce da Raikage (anche se in realtà non ci avrei azzeccato probabilmente) [Recitazione]

    - Voi donne dovete solo fare due cose: preparare la cena ed essere carine per i vostri uomini. -



    Scoppiammo entrambi a ridere.

    E quello chi dovrebbe essere? Mio padre? Ahahaha E tuo padre scusa, come sarebbe?


    Shu, figlio mio, ricorda che tu sei il mio erede, quindi trova tuo fratello ed uccidilo. E se ti fai aiutare, uccidi tutti quanti. Ma portami i cadaveri integri così posso farci l'amore la sera.


    Scoppiammo di nuovo a ridere. Era così bella quando rideva. Mi avvicinai di nuovo. Sentivo un'attrazione irresistibile per quella ragazza. E ci baciammo di nuovo.

    L'abbracciai, e le mie dita percorsero tutto quel corpo di carne e metallo, mentre sentivo quella cosa informe che mi stringeva la schiena.

    Era ora che mi baciassi come si deve.

    Ci riunimmo, e per un paio d'ore fummo la cosa più unita di tutta Suna.

    Quando decidemmo di alzarci dal letto era ora di pranzo. Preparai rapidamente qualcosa e gliela portai a letto. Nessuno di noi aveva dormito molto la sera prima ma lei era ancora convalescente... e forse non avremmo dovuto fare quello che avevamo fatto. Era sbagliato per molti motivi.

    Io ero di Suna, lei di Kumo. I nostri villaggi erano in guerra.
    Avremmo dovuto combattere prima o poi. Se qualcuno lo avesse scoperto probabilmente ci avrebbero ucciso entrambi.

    E poi lei era ancora debole. Forse non dovevamo stressarci con quell'attività fisica.

    Smettila di pensare e porta quelle chiappe muscolose a letto... sei stato un bambino cattivo e devo sculacciarti.

    Ci saremmo rimessi al lavoro solo la sera. Per muovere le dita avevo pensato ad un meccanismo che si sfruttava nelle mie creazioni di marionette. Avevo imparato a costruirle un paio di anni fa... E avevo sempre voluto che fossero perfette ma senza armi. Creai delle falangi di metallo, che collegai tra loro e ciascuna con un filo di metallo. Il meccanismo per muovere la mano era abbastanza decente. Non avevo mai visto una meccanica simile, evidentemente Kumo aveva un modo diverso di Suna di creare dei meccanismi.

    Unii quindi le conoscenze sunesi a quelle del fulmine per ideare delle falangi abbastanza manovrabili. Il tutto però aveva portato ad un numero impressionante di fili di metallo.

    Così è troppo complicato. Non riuscirò mai a controllare tutti quei fili assieme.

    - Hai ragione. Però intanto provala. Almeno è una mano dritta. -



    Staccai la mano del braccio metallico di Yuki/Yin e la sostituii con quella composta da me. Non poteva ancora muovere le falangi più distali, ma almeno avevo lasciato lo stesso meccanismo che aveva usato per l'altra mano e quindi poteva almeno muovere le dita. Che almeno erano dritte.

    Mi faceva venire i brividi ogni volta che mi accarezzava con la vecchia mano di metallo, le dita storte mi davano una sensazione... di sbagliato.

    Almeno adesso non mi avrebbe più fatto ribrezzo.

    - Forse. Potrei usare una specie di interruttore. -



    Eh? In che senso? Tipo quello della luce?

    - Qualcosa di più complesso, ovviamente. Un sistema a dodici canali. Dopotutto per i movimenti di base ti basta quella che hai già no? Riesci a stringere, ad afferrare, ad accarezzare... -



    Già. Riesco anche a controllarne la forza ed a sculacciare. E probabilmente anche a spaccare qualche dente. Per le cose comuni riesco già a farlo, anche se con grande difficoltà. Allenandomi forse potrei anche fare dei movimenti più precisi. Quindi intendi... aspetta... 12 dodici canali, 12 movimenti...

    - Esatto. Dodici comandi per dodici sigilli. Devo ideare un congegno che manipoli i fili al posto tuo. Ah però te lo dico, dovrai reimparare ad usare i jutsu. Il sistema bloccherà la mano in quella posizione e quindi dovrai usare la destra per unire le dita e formare il sigillo, senza muovere la sinistra. Dovrai essere precisa nei movimenti, e dovrai anche dare dei rapidi comandi. -



    Sembra difficile. Ma le sfide mi hanno sempre entusiasmato.

    - Anche a me. Purtroppo devo cercare un materiale che abbia abbastanza resistenza alla trazione e agli sforzi. Dovrò però modificarti la mano. Dovrò inserire delle guide nei fili per evitare che si ingarbuglino.-



    Tieni, io mi riprendo... disse lei, staccandosi la mano.

    - Non ci pensare neanche. Ora te ne costruisco un'altra... quella mi fa paura. -



    Una volta terminata la mano gliela avrei riattaccata.

    - Ed ora andiamo a dormire. Ho un sonno incredibile. E domani dovrò anche studiare il mio nuovo libro per vedere se riuscirò a trovarci qualcosa di utile. -



    La mattina successiva mi sarei messo subito al lavoro, mentre Yuki si sarebbe occupata della casa ed avrebbe pensato a comprarsi qualche cosa da vestire che non fossero miei vecchi vestiti.

    Tornò quasi per ora di pranzo e si mise a cucinare. Quando fu pronto venne a chiamarmi di sopra, vestita solo di un grembiule. Fortuna che tenevo sempre le tende chiuse.

    Mentre mangiavamo, dopo che lei si fu rivestita, le dissi che avevo trovato nel suo libro una lega adeguata al mio scopo.

    Ora dovevo solo riuscire a trovare un meccanismo di abbastanza precisione, potenza e dimensioni adeguate che potesse ricevere 12 input, con 12 output diversi e con la possibilità di cambiare rapidamente posizione.

    Riuscii rapidamente a trovare le dodici posizioni per eseguire i vari sigilli, e Yuki si esercitò per poterle eseguire in modo adeguato. Una volta ideate, sfruttai la lega ed un sistema a rotelle per controllare il movimento di ogni falange. In base al movimento in entrata le rotelle si muovevano per far eseguire alle falangi il movimento programmato. Ci misi quasi due giorni a programmare tutto.

    Alla fine però, il risultato era invidiabile. Era un accozzaglia di ferraglia però funzionava. Potenzialmente Yuki poteva usare di nuovo i suoi jutsu. Ora doveva solo allenarsi. E fu quindi il mio turno di uscire e badare alla casa mentre lei si esercitava. In questi giorni ci potemmo vedere solo la sera. Ma ci bastava.

    Oramai ci stavamo innamorando, anzi eravamo già innamorati. O almeno io lo ero. E credevo che anche lei lo fosse. Erano passate quasi due settimane.

    Ed una mattina sentimmo bussare alla porta. Chi poteva mai essere?





    OT

    Vedi tu come andare avanti, teoricamente sarebbe l'impiegato con i risultati delle investigazioni ma vedi tu se vuoi farmi una sorpresa XD

    Ah solo una cosa: a livello temporale abbiamo circa due settimane prima che il pg parta per konoha per altre giocate che sto facendo. Spero che non sia un problema :)

    (volevo sviluppare maggiormente la parte di costruzione ma non volevo rischiare di dilungarmi troppo... anche questo credo sia abbastanza immenso come post XDDD)


    /OT
     
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  11. Jotaro Jaku
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    I due si isolarono nel loro mondo fatto d'amore per circa una decina di giorni. Giorni nei quali entrambi conobbero qualcosa di nuovo, e molto probabilmente, si sentirono al riparo da tutto il male che si nascondeva ovunque. Ma il mondo non si fermò per loro. Molto era stato messo in moto, e molti occhi avevano iniziato a guardarsi attorno.
    Nel giro di tre giorni, le spie di mezzo mondo sapevano quello che era successo nel deserto. E soprattutto, cosa si muoveva per le loro terre. La nuvola non era da meno. Da sempre si manteneva in competizione con i villaggi accademici, per questo, doveva possedere le migliori spie in circolazione, e le migliori spie, si avvicinano col tempo, con gli anni.
    Pochi ninja erano al mondo da molti anni, e ancora meno, potevano capire come gira il mondo.
    A svariati giorni dagli avvenimenti dell'oasi, Shu Akasuna sentì bussare alla porta. Sarebbe stato l'inizio di grossi cambiamenti, nella vita del ninja, tutto per una porta aperta al momento sbagliato.
    Yuki era distante, e lui solo avrebbe aperto quella porta, convinto magari che si trattasse di un messo del villaggio. Ma non era così.


    Quando il giovane aprì la porta, riuscì solo a vedere delle mani che componevano sigilli, troppo veloci per lui, troppo veloci per molti ninja che conosceva, una fortissima luce lo invase, si sentì annebbiare la mente, e sarebbe caduto a terra come un sasso, una illusione di paralisi. Come addormentato, avrebbe atteso per circa un'ora, prima di svegliarsi.

    [...]

    Si sarebbe trovato a letto, coperto fino al bacino. Yuki era seduta sul bordo vicino a lui, mentre lo forzava a bere una tisana da lei preparata. Praticamente lo stava imboccando, gli arti di lui erano ancora indolenziti, e il corpo faceva male.

    - Dai non fare storie e cerca di farti forza, bevi, ti aiuterà. -

    L'intruglio era una pozione curativa contro la paralisi che la sua famiglia si tramandava da parecchie generazioni. Lei stessa avrebbe spiegato l'accaduto, Shu non era stato aggredito, solo che chi era alla porta, non voleva parlare con lui, e voleva assicurarsi che lui non ascoltasse.

    - Beh non c'è che dire, non sono molti i ninja che vedono un Lampo e posso raccontarlo. -

    I Lampi, come lei avrebbe spiegato, erano membri di una squadra d'elitè del villaggio della nuvola, attaccavano i nemici dopo averli coperti da coltri di tecniche illusorie. Paralisi, blocco dei sensi e disorientamento: quando arrivavano a colpire, i loro nemici erano praticamente addormentati in piedi e troppo frastornati per accorgersi della morte che arrivava.

    - Uno di loro è stato inviato per parlare con me; alla nuvola sanno come stanno le cose, mio padre stava per invadere Suna, credevano tu mi avessi rapito, ma a quanto pare le cose sono sistemate. Mi hanno affidato una missione. So che non puoi lasciami sola, o ti taglieranno la testa...quindi...dovrai venire con me. -

    Finì la frase con una piccola linguaccia. Chiaramente voleva provocarlo.

    Non aggiunse altro riguardo alla sua conversazione, e a eventuali domande di Shu per avere altri dettagli, avrebbe risposto in modo preciso, sempre però non dando altre informazioni. Sicuramente c'era dell'altro, ma la ragazza sapeva bene che rivelare al suo compagno troppe cose, avrebbe solo decretato la sua morte. Quindi informò il suo "amico" riguardo la sua missione.

    - Devo recarmi a Oto. A quanto mi è stato detto, il traditore che ci ha abbandonati, è nascosto nei territori del suono, e la nuvola non varca quei confini, non so perchè, non hanno mai avuto problemi a invadere a caso...i miei paesani...- Il fastidio non era nascosto dalle sue parole.

    - Non ne so molto, dopotutto sono solo una Genin, ma mio nonno deve aver stretto una qualche alleanza con un gruppo di Oto molti decenni fa, e a quanto pare gli dovevano un favore. Sembra che si ricordino della cosa e si sono offerti, dietro lauto pagamento, di eliminare questo individuo. Ma devo andare io a consegnare il contratto, queste sono le regole, dato che mio nonno è morto, e mio padre non si muove per certe cose. -

    La ragazza si distese nel letto accanto al ninja, e lasciò le braccia sul suo torace, rilassandosi. Ora riusciva a muovere la mano meccanica abbastanza bene. Molti dettagli erano stati evitati accuratamente. Chi erano queste persone di Oto? Di che pagamento stavano parlando? La nuvola aveva molti punti oscuri nella sua storia, e da che mondo è mondo, nessuno ricorda di una alleanza con Oto, c'era qualcosa sotto, qualcosa di più losco di tutti i mostri che i due avevano visto. Aggiunse altro.

    - Riprenditi, ti passerà tutto nel giro di qualche ora, dobbiamo muoversi, perchè io non ho idea di che faccia abbia il tizio che stiamo cercando, solo solo che è conosciuto come "la Mandragora". -

    Ot
    Puoi rispondere direttamente a Oto

    Usiamo questo post, anche se non ci entrerai personalmente: Link
     
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10 replies since 26/11/2012, 19:28   121 views
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