Attenti al cane

[Free tra Sasori Uchiha e Zakira]

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  1. Zakira
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    N.B. Questa role avviene prima di questa giocata.. In più so che Sasori Uchiha (non riesco a taggarlo...) è in ferie ma ho voluto aprire lo stesso la giocata perchè avevo già scritto metà del post...
    Buona lettura! :rew:
    P.S. Scusate per il titolo schifoso ma su quel punto di vista non ho molta inventiva... :sob:



    Narrato
    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato altri
    #Rumori#


    In una casa, situata nella zona est del villaggio della foglia, c’era una stanza immersa nel buio più totale. Tranne per un raggio di luce che proveniva dalla finestra situata all’interna della camera. Purtroppo questa scopriva solo parte del pavimento e alcuni oggetti posti all’interno della stanza. Si poteva osservare parte di un armadio e una sedia di fianco ad un letto. Ed era proprio su questo letto che una figura umana femminile stava ancora dormendo, russando beatamente. Continuava a muoversi tra le lenzuola, rotolando a destra e a sinistra del materasso, fino a cadere di schiena sul rigido pavimento in legno. Il colpo la fece svegliare improvvisamente che rimase distesa, lamentandosi di qualunque cosa. Si lamentava per il caldo, per il materasso troppo piccolo, per il buio che non gli faceva capire dove si trovava in quel momento, per il pavimento e infine anche per il colpo appena subito alla schiena. Ma rimase li distesa guardando il soffitto, anzi il buio, cercando la forza di rialzarsi e cominciare una nuova giornata.

    -...Forza… è il momento di…-

    #Bam#

    Contemporaneamente a quella frase, la figura dalle curve femminili iniziò ad alzarsi, cominciando prima dal busto. Ma improvvisamente con la fronte colpì violentemente la sedia che cadde. La ragazza dal canto suo si sdraiò di nuovo sul pavimento in legno, coprendo il volto con le mani, inveendo inutilmente contro il nulla e maledicendo di tanto in tanto la sedia.

    -O MIO DIO! CHE MALE! CHE DOLORE IMMENSO!... LA MIA FRONTE!... LA MIA...TESTA!-

    In lontananza si sentivano dei rumori di alcuni passi che man mano erano sempre più percepibili. Improvvisamente la porta della stanza si aprì, illuminandola di una luce chiarissima. Tutti gli oggetti all’interna di essi furono visibili. Anche la ragazza che continuava a dimenarsi per il dolore. Sulla soglia della porta c’erano due figure ma solo una aveva osato oltrepassarla e avvicinarsi alla ragazza.

    -Dai su! Smettetela di lamentarvi e alzatevi. Eppure siete un ninja… Non potete alleviare il dolore usando la vostra stregoneria…?-

    All’ultima parola la ragazza sdraiata sul pavimento levò via le mani dal suo volto guardando la persona situata a pochi centimetri da lei. Inizò a squadrarla dalla testa ai piedi con sguardo ostile. Asami non aveva mai guardato così nessuno. Forse solo con il padre, dopo avergli rilevato la sua volontà di diventare una kunoichi. Ma dal quel momento non usò quell’espressione con nessuno. Fino a quel giorno contro Yumi, una delle servitrici della casa Hoshiyama. Forse una delle più anziane data l’età. E tra le due non scorreva buon sangue. L’anziana donna, al contrario della ragazza dagli occhi verde smeraldo, adorava la vita di un nobile e non avendo questo status sociale si accontentò di lavorare per la famiglia Hoshiyama all’età di soli 14 anni, lavorando per il nonno e, solo successivamente, per il padre di Asami. E qui mostrò massimo rispetto alla nobile famiglia e alle sue assurde idee, come ad esempio l’odio verso gli shinobi. In più riuscì a schierare dalla sua parte alcuni della servitù, giurando fedeltà assoluta alla intera famiglia Hoshiyama. Quando l’aspirante shinobi decise di trasferirsi a Konoha per intraprendere il suo nuovo percorso, Yumi si schierò contro di lei, difendendo quindi le convinzioni del capo-famiglia. Stranamente si trovava a Konoha, per volere della madre, parlandogli ancora con rispetto. Restò lì ad osservarla con le braccia conserte mentre la ragazza iniziò ad alzarsi, toccandosi la fronte con la mano destra. Dopodichè si stiracchiò e uscì dalla stanza, ignorando la provocazione dell’anziana. Ancora mezza addormentata si avviò verso la cucina, dove si versò all’interno di un bicchiere del latte di soia. Quando finì di berlo, d’istinto si avviò verso il divano dove lasciò cadere il suo corpo stanco tenendo gli occhi socchiusi. Il risveglio quella mattina non era stato uno dei migliori. Non si era ripresa ancora del tutto dal sonno e in più, ultimamente, non riusciva nemmeno più a dormire.

    -Ehm… Asami io allora vado… in fabbrica mi stanno aspettando…-

    Fortunatamente suo zio Bumi era molto più permissivo con la giovane diciottenne. Riusciva a capirla poichè anche lui contro il volere di suo padre si trasferì a Konoha cercando di negoziare con i ninja del mercato allargando i suoi profitti. Cosa commerciava? Questo Asami non lo sapeva poichè era del tutto estranea alle faccende economiche della sua famiglia. Forse si rivedeva in lei per alcuni aspetti per questo motivo decise di appoggiare la sua scelta avventata.

    -Mmm…-

    Era troppo stanca per dirgli una frase che poteva avere un senso. Così bisbigliò delle parole incomprensibili ma che utilizzando il tono giusto la ragazza fece intendere un “D’accordo”. Mentre se ne andava il parente si fermò improvvisamente, rivolgendosi di nuovo alla ragazza.

    -Tra poco se ne andrà anche Yumi… Quindi se non vedrai nessuno al tuo risveglio… non preoccuparti…-

    -Mmm…-

    Bisbigliando di nuovo queste parole incomprensibili chiuse definitivamente gli occhi, estraendosi così sia visivamente sia uditivamente dal quella stanza. Forse l’unico suono fu quello di una porta che si chiuse delicatamente, anche se non ne fu abbastanza sicura.

    [...]

    Lentamente la ragazza riaprì di nuovo gli occhi. Questa volta però non accadde nessun incidente, per sua fortuna. Prima di rialzarsi guardò il soffitto bianco della casa. Solo il canto di un uccellino rallegrava l’ambiante silenzioso della casa.

    §...§

    La ragazza, dopo essersi alzata, cominciò a vagare per la casa scoprendo poi di essere da sola. Andò in camera sua trovando le finestre spalancate e l’intera stanza in disordine. C’erano vestiti ovunque. Per non parlare del letto che era da rifare. Così la genin, dopo una doccia veloce, si mise subito a lavoro, vestendo i panni di una casalinga disperata. Indossò per quell’occasione una maglietta malconcia e dei pantaloncini che arrivavano alle ginocchia del medesimo stato. Iniziò a sistemare i vestiti, che si trovavano sparsi per la stanza, all’interno del suo armadio. Dopodichè passò alla sedia “maledetta” mettendola in un angolo della stanza, cercando di tenerla il più lontano possibile dal suo letto. Già adesso toccava sistemare il letto. Ci mise più di un quarto d’ora per risistemarlo com’era prima. Ma nonostante le sue difficoltà riuscì a farcela. Adesso toccava alla scrivania. Asami considerava quel luogo abbastanza importante poichè era lì che leggeva la maggior parte le varie lettere della madre e i libri che ogni tanto sfogliava. Su di esso, infatti si potevano trovare alcune lettere e vari appunti di anatomia, che ripose sistematicamente all’interno di un cassetto, e i libri di medicina. Li guardò per un istante per poi prenderli e andare in salotto, sul divano. Aveva deciso di dedicare parte di quella giornata allo studio. Ultimamente non aveva molta voglia di studiare, limitandosi solamente a leggere le varie nozioni. E così fece anche quel giorno. Si distese sul divano, mantenendo il libro con entrambe le mani. Non calcolò la durata dello studio ma una volta finito il capitolo andò in cucina a bere un bicchiere d’acqua. Immersa nei suoi pensieri iniziò a guardare fuori dalla finestra. C’era un sole splendido e nel cielo non c’era la presenza di una nuvola. Tutta la casa era completamente in ordine e, stranamente, solo la sua stanza era un completo disastro. Com’era possibile? Evidentemente Yumi non gli aveva pulito la stanza, vista l’accesa ostilità tra le due donne.

    §Maledetta Yumi! Sapevo di non poter fidarmi di lei...§

    Ma adesso la ragazza cosa poteva fare? La casa splendeva come non mai come la sua stanza. Come poteva utilizzare il resto della giornata?

    §Mmm… potrei fare un giro per il villaggio...§

    Così si preparò ed uscì passeggiando allegramente nella zona est del villaggio. In quel momento aveva cambiato il suo abbigliamento per le pulizie e indossò la maglietta presa durante l’inaugurazione del Ventaglio Segreto e i classici pantaloncini aderenti color blu. Ai piedi indossò delle scarpei ninja che comprò di recente. Erano di colore nero e la ragazza dai capelli rossi li trovava comodissimi. Continuava a camminare, avendo in mano una piccola bottiglia d’acqua, tra le strade di Konoha osservando i vari negozi in attività in quel momento. In giro non c’erano molte persone ma le poche erano indaffarate negli acquisti, che comprendevano per lo più prodotti per la casa. Molte infatti erano donne accompagnate dai loro piccoli figli. Ma la maggior parte di loro si trovavano in accademia, dove giornalmente si tenevano le varie lezioni. Passò di nuovo per la strada principale di Konoha quando improvvisamente calpestò qualcosa. Si guardò sotto ai piedi ma non trovò niente. Così continuò a camminare fin quando le sue orecchie captarono un suono, simile al ringhio di un cane. Ed infatti fu proprio quello. Un cane dalle medie dimensioni, dal pelo corto e nero, iniziò a ringhiare contro la genin che intanto lo guardò con aria preoccupata. Evidentemente l’attimo prima aveva calpestato la coda o la zampa di quel povero animale. La ragazza cercò di avvicinare la mano verso di lui ma il cane iniziò ad abbaiare contro di lei.

    -Ok… Ok, cane! Scusami.-

    Ma quelle scuse non bastarono per tranquillizzare il cane che cominciò ad avvicinarsi lentamente alla diciottenne con fare minaccioso. Quando la ragazza cominciò a correre per allontanarsi dall’animale, quest’ultimo iniziò a rincorrerla cercando di mordere il bersaglio. L’inseguimento durò per quasi tutta Konoha. Purtroppo il cane non mollava l’obbiettivo e Asami non riusciva più a tenere il passo. In mano aveva ancora bottiglina d’acqua. Poteva utilizzarla come distrazione contro il cane.

    §Proviamo...§

    Così la ragazza girò la testa cercando di vedere dietro le sue spalle e lanciò la bottiglia contro il cane. Il piano, per sua sfortuna, non funzionò poichè l’animale ignorò completamente l’oggetto. La ragazza non aveva più le forze per continuare la corsa contro di lui. Ma poteva ancora salvarsi. Ai lati della strada c’erano alcuni edifici. Ed una di queste aveva il cancello aperto. Con uno scatto lo oltrepassò, chiudendo tempestivamente quella “porta”. Il cane abbaiava ancora contro la ragazza anche se ormai era impossibile raggiungerla.

    -Anf… Uff... per un pelo… Anf...-

    Ora però era chiusa dentro a quel giardino ritrovandosi davanti a un edificio. Dov’era capitata? Cos’era una casa di un comune cittadino di Konoha oppure una semplice locanda?

    §Spero sia una locanda… almeno potrò rinfrescarmi con una bevanda...§

    Il cane continuava ancora ad abbaiare contro di lei, restando lì fermo. La kunoichi aveva perso letteralmente la pazienza, cominciando a urlargli contro senza preoccuparsi minimamente del volume della sua voce.

    -E VA BENE, VA BENE! HAI RAGIONE TU! HAI VINTO! CONTENTO!?-

    Dunque… un comportamento normale.

     
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