Posts written by Jotaro Jaku

  1. .

    [Chiusura Incontro]



    Come richiesto assegno gli stemmi a seguito del combattimento, che nonostante alcune imprecisioni, è stato molto divertente e carino da leggere.

    Assegno 3 stemmi a Leo e 4 Stemmi ad Alkaid che potete proporvi a vicenda.
  2. .

    L'eremita


    [8]

    L'assalto naturale dell'eremita venne sorretto da Fudoh con L'H che nonostante la sorpresa del corpo a corpo potenziato dall'energia della valle, riuscì a rispondere per le rime e a martellare come si deve il traditore delle tartarughe, il quale venne colpito dal primo colpo del calcio a martello appena di striscio, aspettandosi un contrattacco e riuscendo a parare interponendo le braccia. [Ferita 1/2 Leggera] mentre il secondo colpo della combinazione lo investì in pieno, facendolo finire faccia a terra [Leggera]. A quel punto, possente dell'energia naturale (?) Fudoh con l'H sparò in aria il malcapitato, che ancora non aveva capito, come Fudoh, che quell'arte nulla aveva a che fare con la natura attorno a loro, e quando si sentì sollevare, iniziò ad annaspare come un cane in acqua, arrivando quasi a piangere.
    La discesa non fu meno triste, dal momento che, non abituato a combattere a testa in giù, l'eremita non riuscì a coordinarsi per una difesa, per farla breve, il colpo diretto in faccia con il tekken lo avrebbe fatto volare per parecchi metri se non fosse che Fudoh con l'H avrebbe rincarato la dose con un'altra spinta, facendo volare via l'eremita che cadde rovinosamente tra gli alberi, con il volto tumefatto. [Media al volto + Leggera diffusa]
    A quel punto, il ragazzo chiese consiglio a Sanjuro riguardo l'energia naturale che lo stava tenendo serrato sul terreno. Lo sciamano, con volto serio, sebbene nascosto dalla maschera, approfittò del momento di confusione del nemico, ancora disteso chissà dove nella boscaglia, per avvicinarsi al ragazzo.

    Uhmmmm Rimuovi la maglietta, Fudoh con l'H-san.

    Qualunque fosse il motivo di quella richiesta, doveva essere qualcosa di mistico. Quando il ragazzo avesse eseguito l'ordine dello sciamano, questi, tenendo il bastone con tutte e due le mani, con l'apice a punta rivolto verso il tronco del ragazzo, come per esaminarlo, un potente chakra gelido, misto sciaman-mistico sarebbe apparso bluastro sulla punta di Gassan. In quel momento, con un rapidissimo gesto, invisibile non per rapidità, ma poichè velato dalle energie mistiche, a chiunque non fosse adepto del misticismo, avrebbe mosso le mani di Sanjuro, il quale, avrebbe letteralmente pugnalato il tronco di Fudoh di un paio di centimetri, più volte, fino a 7, partendo dal petto e finendo quasi al ventre, a descrivere una strana figura.

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    L'operazione avrebbe dato un certo fastidio al ragazzo, ovviamente. Ogni singola sferzata delle 7 era coperta di un chakra gelido che avrebbe bruciato fino in profondità nelle carni del ragazzo, lasciando, a operazione ultimata, una evidente cicatrice rotonda, della forma della punta di Gassan, in ognuno dei 7 punti.

    Ecco...il fato si rende chiaro...qualcosa di te è morto...come avevo previsto...La tua...indigestione di funghi fritti che hai avuto per colazione. Ho spinto il blocco energetico verso il basso terminando la digestione...ora sei un uomo nuovo, rinato. Le energie possono nuovamente fluire in te, sei ancora più forte.

    E riprese a camminare dondolando verso il punto da cui si godeva il combattimento. Poco prima di raggiungerlo, però, si sarebbe voltato verso Fudoh con l'H, concludendo:

    Ah no, dimenticavo, non sei un adepto dell'energia della valle, quella che stai usando è un'altra arte del villaggio, devo aver preso....
    ....L'energia mistica in quel momento si diffuse da Sanjuro possente come un temporale, le piante tremarono, l'acqua si increspò e il cielo si fece scuro in un istante, un gelido vento freddo avrebbe azzannato le carni di Fudoh con l'H come una bestia feroce.....COSA STAVA PER ACCADERE ?!??!

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    ...un abbaglio. Colpa mia.



    E si sedette nuovamente a terra.

    [...]

    L'eremita arrivò fuori dalla foresta correndo verso Fudoh, con il volto completamente tumefatto, e privo della sua trasformazione naturale. Usando il suo chakra per aumentare la velocità senza curarsi di dove metteva i piedi, incespicando anche, pur di arrivare prima dal suo avversario.

    - MA CHE RAZZA DI EREMITA SEI TU...CHE CAVOLO DI ENERGIA NATURALE SAREBB...PUAH! -

    Correndo mentre sbraitava, l'uomo si accorse troppo tardi di cosa gli era appena apparso davanti, da una delle pozzanghere presenti tra lui e Fudoh, e non fu in grado di evitarlo in tempo. Un grosso spuntone di ghiaccio, apparso dal nulla, nel quale si impalò praticamente da solo all'altezza della spalla sinistra, e restando lì appeso come un salame.

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    Oh, pare sia inciampato nella sua boria Fudoh-san. Per un momento, la voce dello sciamano sembrava essere diventata meno...mistica. Ma forse era anche questa un'impressione.

  3. .

    Il Maestro Artigiano e il suo amico


    10



    L'incontro con Yada ebbe dei risultati, non quelli sperati, ma comunque meglio che non ottenerne alcuni. Jotaro rispose facendo spallucce allo sguardo indagatore del jonin, dal momento che il ronin non aveva mai incontrato il contatto in questione, nè tantomeno ne aveva sentito parlare in alcun modo. Quando partirono per il livello inferiore, Riwa camminava a fatica, aveva delle occhiaie molto evidenziate, e respirava profondamente. Avrebbero dovuto sbrigarsi.
    Prima di arrivare al livello abitativo iniziale, dove era situato il monaco, il jonin di Suna fu saggio a controllare con una rapida ronda la zona che si stavano lasciando alle spalle, per evitare di essere presi su due fronti. Per loro fortuna, l'analisi di Hohe non rivelò la presenza di nemici. Quando il gruppo fu ormai nei pressi della piazza, Yada indicò il monaco, e iniziarono i preparativi. Il piano del jonin era semplice, efficace, e soprattutto aveva una forma d'attuazione che permetteva anche di contenere i suoi difetti. Jotaro rimase molto colpito dalla rapidità con cui il suo vecchio allievo era venuto a capo così in fretta di una soluzione così brillante. Si limitò ad annuire, non solo nella sua posizione non aveva molto altro da poter fare, ma il ragazzo era diventato decisamente capace, non c'era altro da dire.
    Quando la gabbia di roccia si diresse verso il monaco, questo non si mosse, ma prese ad agitare il capo mentre le pareti di roccia iniziarono a salire verso l'alto per inglobarlo. Il ronin scattò di lato, estraendo dal mantello 3 ricevitori, che lanciò in aria, in modo che cadessero verticalmente attorno al monaco, abbastanza vicino, in modo da circondarlo per un paio di secondi, il tempo sufficiente a far passare le bestie d'argilla e a chiudere la gabbia.
    Tre suoni sordi si susseguirono, e dalla sommità della gabbia uscì un piccolo filo di fumo nero, nient'altro.
    Yada sarebbe riapparsa prima che Hohe riaprisse la gabbia, se avesse deciso di farlo; in quel caso i presenti avrebbero potuto scorgere solo una diffusa macchia nera sulla pietra, segno che qualunque cosa all'interno della gabbia, era stata incenerita, panchina e addobbi compresi. La donna rimase sorpresa dalla riuscita senza sbavature del piano che era stato messo in piedi, e un'espressione incredula si dipinse sul suo volto.


    - Diavolo, avremmo dovuto venire a cercarvi prima. - Cosa che in realtà avevano fatto ma...il resto era storia passata.

    Dopo aver rassicurato i ninja sulla chiusura del passaggio da cui era giunto il monaco, una paratia tra due edifici che era in parte crollata, Yada indicò al gruppo di seguirla, mentre Jotaro fu costretto a prendere sulla schiena Riwa, dal momento che il ragazzo ormai non era più in grado di muoversi. Attraversando i palazzi abbandonati, nel giro di una decina di minuti il gruppo arrivò ad una lunga discesa di forma a spirale, che conduceva alla zona residenziale, dove il resto delle Lucciole era in attesa. La lunga discesa non era altro che un corridoio molto spazioso scavato nella nuda roccia, largo una decina di metri e alto altrettanto. Doveva essere molto grande dal momento che fungeva da strada principale tra la zona commerciale che avevano appena attraversato, e quella residenziale. Inoltre, dal momento che gli Shulviani erano costretti dentro una cavità, avevano scavato la roccia in modo da avere grandi spazi per vivere, per non sentirsi costretti in delle gallerie. Sebbene si potrebbe sollevare l'obiezione che comunque sempre gallerie prive di cielo avessero creato; la loro dimensione, con il tempo, poteva renderci sopportabile la vita.
    La discesa a spirale scavata dentro il pilastro, proseguì per un bel pezzo, almeno dieci minuti. La strada era disseminata di torce accese, e sebbene a causa della forma della spirale non fosse possibile controllare cosa ci fosse dietro le loro spalle, nessun nemico sembrava seguirli.


    - Capite come sia difficile fortificare zone del genere contro una massa infinita di nemici. Forse se fossimo migliaia, ma al momento, la cosa più funzionale è vivere come gli scarafaggi e chiuderci dentro dei piccoli buchi che possiamo difendere. Siamo quasi arrivati. -

    Infatti, pochi istanti dopo, la spirale divenne nuovamente un viale orizzontale, che andava lentamente stringendosi come un collo di bottiglia. Il passaggio era comunque largo, un quadrato di 8 metri in larghezza e altezza, ma più ristretto rispetto a quello che si erano lasciati alle spalle. Si trovavano quasi direttamente sotto alla zona commerciale dove avevano combattuto il monaco. Il gruppo stava per attraversare quello che un tempo era il portone della zona abitativa, la cui insegna in alto, scavata nella roccia recitava: bentornati a casa, quando una bagliore di giallo ocra e rosso, passò in mezzo al gruppo, tra Jotaro e Hohe, senza che nessuno dei due se ne fossero accorti prima.

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    Ma non puntava a loro. Quando i due si fossero voltati per seguire i movimenti di quella figura rapidissima, scoprirono che essa era in realtà un uomo, in un abito giallo con un drappo-cintura rosso, con 5 sfere di pietra che gli fluttuavano dietro la schiena in cerchio; e che si era appena scontrato a mezz'aria con un'altro individuo, che era arrivato alle spalle del gruppo dal niente, e che era in procinto di attaccarli. Yada sbiancò e le gambe le iniziarono a tremare alla vista di quell'individuo.
    Il secondo uomo era ben noto sia a Jotaro che a Hohe, specialmente al secondo, considerato che lo aveva addestrato anni prima, nel monastero. Il monaco bloccò con il proprio bastone rituale il pugno dell'uomo ammantato, ma non nascosto, il quale, ritirandosi di un paio di metri e atterrando, sfilò la maschera, rivelando la sua identità.


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    La sua pelle era molto più chiara, sofferente, quasi rinsecchita, ma i tatuaggi su tutto il corpo e il suo volto, erano senza ombrano di dubbio riconducibili a Ryokko, il maestro taijutsaro dei D12 di Cantha, ex amico del ronin, nonchè vecchio sensi di Hohe, uno dei pochi membri sparito nel nulla dopo la distruzione del monastero.
    Jotaro, inutile a dirlo, rimase sconvolto da quell'apparizione, ma non ebbe tempo di reagire e di poter intavolare una conversazione con l'uomo, dal momento che egli, schioccando le dita, fece spegnere tutte le torce dietro di lui, una dopo l'altra, fino a coprire d'oscurità tutto il corridoio, fino ai suoi piedi, restando per pochi centimetri dentro alla coltre di nebbia. Il monaco, che forniva scudo con il suo corpo al gruppo, intimò ai ninja di proseguire.


    - Andate! Portate in salvo il ragazzo, questo nemico non è alla vostra portata, ANDATE! - Se qualcuno del gruppo avesse indugiato, o avesse provato a eseguire qualunque cosa dissimile dal proseguire verso la zona abitativa, sarebbe stato investito da una potente forza gravitazionale che lo avrebbe trascinato contro la sua volontà fin dentro il quartiere. [Forza Spinta 1100] Quando tutti avessero attraversato il confine del quartiere residenziale, avrebbero potuto chiaramente udire una voce provenire dalla piazza davanti a loro, a una trentina di metri.

    - KUCHIYOSE NO JUTSU -

    Una nube sarebbe comparsa dal nulla tra il gruppo e il monaco, facendo sorgere al suo posto un enorme portone con fattezze demoniache, un volto orripilante inciso nella pietra, che alla sua completa evocazione, si sarebbe conficcato nella pietra da ogni lato, impedendo il passaggio e bloccando l'assalitore e il monaco, fuori dalla portata del gruppo di visitatori. Nessun suono sembrava provenire da dietro il grande portone, che forse solo una volta Jotaro aveva già visto, evocato da Orochimaru quando lui era solo un ragazzino. Mai avrebbe pensato di vederlo nuovamente in un posto simile.
    Quando la situazione si fosse tranquillizzata, un manipolo di pochi uomini e donne, in armatura scura, tutti con passamontagna o bandane a coprire il volto, si sarebbe avvicinato ai ninja e ai loro alleati. Con i nuovi arrivi, anche un uomo corpulento, dalla grande pancia e dai lunghi capelli bianchi, con una pipa mezza bruciata tra i denti, si sarebbe fatto strada.


    - Il mio nome è Gaho, e vi ho appena salvato il culo. - Avrebbe esordito subito l'omone, decisamente in controtendenza con il comportamento delle altre Lucciole a lui vicine, le quali si avvicinarono subito a Yada e l'abbracciarono come una sorella smarrita. A quanto pare, i ninja avevano raggiunto la loro destinazione.



  4. .

    L'eremita


    [7]



    L'eremita, minacciato da due coltelli, si difese interponendo i palmi delle mani con un movimento ascendente, deviando i proiettili in alto, per poi farli finire dietro di sè nella boscaglia, senza che alcun danno venisse arrecato alle sue mani. [Slot Difesa 1] Era come se la sua pelle fosse in qualche modo rivestita da una energia molto potente, in grado di renderlo estremamente minaccioso. Fudoh con l'H avrebbe potuto percepire questa sensazione per via del suono inusuale provocato dai coltelli che rimbalzavano sulle mani del suo avversario, come fossero anch'esse rigide come il metallo. Pronto a ricevere il ragazzo di Kiri, l'eremita assunse una posa di potere, abbassando il baricentro, per contrattaccare l'assalto; assalto che però non sarebbe arrivato, dal momento che, giunto a pochi metri, Fudoh interpose una propria mano, come per maledire lo sciamano, il quale, sbuffando, stava per insultarlo, quando una strana forza lo fece schizzare improvvisamente in avanti verso il ragazzo, trasformandolo in una sorta di missile-tartaruga, che in un paio di secondi avrebbe raggiunto il giovane.
    L'eremita, arrivato praticamente addosso a lui, cercò di attaccarsi a terra col chakra adesivo, ma a causa delle trasformazione, le sue gambe si erano leggermente accorciate, ed essendo stato sollevato da terra, non riuscì ad sfiorare il suolo in tempo prima di giungere appresso a Fudoh. Compresa la sua situazione, incapace di fermarsi, l'eremita approfittò dell'energia cinetica, caricando un diretto destro verso la faccia di Fudoh, ma venendo totalmente investito dalla pioggia di capelli avvelenati del ragazzo, che si conficcarono un po' ovunque nel suo corpo. Che il colpo avesse colpito o meno il giovane di Kiri, un'infido pericolo si celava dietro il pugno dello sciamano... [Subisci e mena][Tecnica Immobile]


    Tecnica Immobile [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata in subisci e mena o in azione d'opportunità; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione. [Da genin in su]


    Colpo Naturale - Kawazu Kumite
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore sarà ricoperto da un invisibile strato di chakra Naturale. Il raggio d'azione di ogni attacco fisico sarà incrementato di mezzo metro. La potenza di ogni attacco senz'arma o con arma Potenziamento è incrementata di +10.Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Basso ogni colpo)
    [Richiede Modalità Eremita II]
    [Da chunin in su]

    Essendo stato perforato in più punti, l'eremita sarebbe stato presto vinto dal veleno, ma in qualche modo la sua capacità eremitica lo rendeva abbastanza resistente, purtroppo per lui, da non rendersi conto della gravità della sua situazione, cosa che fece sottovalutare al nemico di Fudoh, l'entità del veleno. Presto, la sua resistenza fisica e la durezza del suo corpo data dall'energia naturale avrebbero forse avuto la peggio, ma il prescelto della stella del nord avrebbe retto a sufficienza contro un così terribile nemico ? Per altro, ormai praticamente addosso a Fudoh, l'eremita avrebbe approfittato del momento per assalire il ragazzo con tutta la sua furia. Appena fosse riuscito a toccare nuovamente il suolo, avrebbe usato una gamba come perno per avere più forza, e l'altra per colpire con un calcio ascendente il mento del ragazzo. [Azione 2][Stat Blu][Kumite: Pot +10 / Basso] Quindi, che lo avesse colpito o meno, con entrambi i piedi nuovamente a terra, avrebbe leggermente piegato le ginocchia, per saltare verso Fudoh come un proiettile, e colpirlo al tronco o al volto, con la propria schiena, o meglio, con il guscio che era cresciuto al posto della sua schiena. [Azione 3][Stat Blu][Kumite: Pot +10 / Basso] La strategia dello sciamano era di stare sempre in corpo a corpo col ragazzo, e massacrarlo con i suoi colpi fino a ridurlo poltiglia che avrebbe nutrito la valle.

    Nel frattempo, Sanjuro, stava seduto alcuni metri più indietro, in uno strano stato di concentrazione. Energie mistiche fluivano da e verso il suo corpo, mentre teneva le mani in posizione chakricocentrica, con Gassan disteso orizzontalmente sulle sue ginocchia. Un occhio esperto avrebbe potuto affermare non senza alcun dubbio, che lo sciamano stesse levitando. Altri avrebbero potuto persino percepire un gradevole odore di lavanda e timo provenire dal suo chakra. Cosa stava preparando ?





  5. .

    Punti di Vista


    [9]



    La Vespa recuperò la spada, pulendola al suo mantello, dal quale gocciolarono residui appena estratti dai corpi dei due traditori, quindi rinfoderò la spada, e la nascose sotto alla veste scura. Schioccò le dita, e i due seguaci si occuparono di recuperare i corpi dei due ex ninja, per rimuoverli, scomparendo con i cadaveri in spalla, oltre la seconda porta di ferro, che conduceva in un altro corridoio buio, nel quale Murasaki non avrebbe scorto alcun dettaglio.
    Quel corridoio conduceva alla base della Radice sotto la Foglia, e un giorno forse, anche la giovane Hyuga l'avrebbe percorso.
    Oboro asciugò la lacrima sul volto della ragazzina, che ancora non sembrava smettere di tremare, strusciando un pollice sul suo volto, per poi rivolgerle delle parole, con la solita voce metallica.

    Oggi hai agito bene, andiamo a casa.

    Quindi, senza troppi ulteriori convenevoli, precedette Murasaki nell'uscire dallo stesso luogo cui erano giunte in precedenza, per tornare nuovamente al bar, e lasciare Otafuku, con il sangue dei due ninja, ancora fresco sul pavimento di quella stanza buia. Al loro passaggio le torce si spensero, e il proprietario del bar aprì la botola al loro arrivo, salutando la Vespa con un cenno del capo, per poi richiudere tutto una volta che fossero uscite. Il viaggio di ritorno sarebbe stato molto più rapido. Oboro non avrebbe perso tempo in chiacchiere e si sarebbe diretta verso la Foglia, ad una velocità minimamente sufficiente per non lasciare la ragazza indietro, alla quale non disse nulla per tutto il tempo. Che volesse ignorarla, o semplicemente per lei non era avvenuto nulla di cui parlare? Forse un giorno, Murasaki avrebbe potuto comprendere meglio la sua sensei, ma non era ancora il momento.
    Arrivate alla Foglia, le due si sarebbero salutate all'entrata del villaggio. Oboro le avrebbe rivolto un cenno del capo, per poi scomparire nella folla di chi arrivava e partiva da Konoha, parendo nel nulla, con un saluto accennato, come se non ci fosse stato nient'altro da aggiungere.

    [...]

    Giunta alla tenuta, avrebbe trovato solo il padre, essendo gli altri parenti impegnati in giro per il villaggio. Trovando la figlia di ritorno dalla missione, e notando il suo stato, l'avrebbe accolta con un abbraccio, e avrebbe scambiato con lei tutte le parole di cui la ragazza avrebbe avuto bisogno, anche se tale fossero state concretizzate in un totale silenzio. Quindi, avrebbe raggiunto un'altra stanza della casa, invitandola ad attendere, per poi tornare con un fodero. Era di legno nero, con una wakizashi al suo interno. Murasaki l'avrebbe riconosciuta subito.

    - Un dono per te dagli Anbu, per la missione ben riuscita, assieme a questa. -

    Disse il padre aggiungendo anche una busta chiusa. La lettera recitava:

    CITAZIONE

    "Ha ucciso la tua innocenza, che uccida anche i tuoi nemici. Usala bene. "


  6. .

    Punti di vista


    [8]



    Quando Murasaki sciolse la tecnica della trasformazione, l'uomo viscido si rivolse alla sua guardia del corpo che stava piantonando la porta, e al barista.

    - Shintaro, oggi chiudi prima. -

    Il barista sbuffò, divincolandosi nelle stanze posteriori, mentre il tirapiedi chiuse la porta a chiave, per poi schioccare le dita, gesto che fece cadere all'unisono, tutte le tende del locale, rendendo di fatto il locale impossibile da scrutare dall'esterno. Quindi fece per avvicinarsi all'angolo dove si trovavano Murasaki e il suo ospite, per superarli e arrivare a pochi metri da loro, su di un grosso tappeto, che afferrò e spostò con forza, rivelando una botola piuttosto grande, in legno, mista con le assi del pavimento. Attese, osservando il suo capo.

    Il viscido fece un cenno col capo, ignorando per un attimo la ragazza, per poi assumere la posizione della capra, e sciogliere a sua volta la tecnica della trasformazione. Al posto del corpulento uomo viscido, una figura molto alta, magrissima, e completamente ammantata di nero, fece la sua apparizione davanti a Murasaki. Sul volto portava una maschera molto simile ad Oboro; i suoi movimenti erano cambiati, persino il tono di voce era diverso.

    - Sono sicuro che troverai quello che cerchi principessa. Andiamo ora, la Vespa ci aspetta. -

    Allo stesso modo, anche il tirapiedi sciolse la tecnica della trasformazione, rivelando lo stesso equipaggiamento, anche se, fisicamente, era lui ora l'individuo più robusto. Rivelando una calma e una voglia di scontro pari a zero, i due si avviarono alla botola, precedendo Murasaki, e iniziarono a scendere. Forse la ragazza aveva avuto un'idea molto, molto sbagliata su quello che stava accadendo sotto al suo naso. La botola nascondeva una scala che scendeva per una decina di metri sotto il locale, in quella che sembrava una grotta scavata nella roccia sotto il vecchio borgo, con un ulteriore corridoio, illuminato da torce, che proseguiva per un paio di centinaia di metri. Le due figure in nero, armate solo di torce, avrebbero preceduto la ragazza. In prima fila quello che fino a poco prima era il tirapiedi, subito dopo, avanti a Murasaki, se li avesse seguiti, l'ex uomo viscido.
    Alla fine del percorso, lasciandosi dietro la botola, che il barista aveva richiuso appena i tre erano discesi, si trovava una parete in metallo, con una porta dello stesso materiale, incastonate nella roccia, come se fossero state creare proprio dentro lo scavo. I due si fermarono proprio davanti alla porta, il capo si rivolse a Murasaki.

    - Mentre tu e il clone della Vespa fungevate da esca per attirare l'attenzione dei fuggitivi, abbiamo trovato e bloccato i responsabili della trappola in cui sei caduta. Sono oltre questa porta. Lei è già con loro. -

    Quindi il tirapiedi aprì la porta, rivelando una stanza non troppo grande, quadrata, circa 7 metri per lato, con un tavolo, un paio di sedie, un secchio che a giudicare dal contenuto era utilizzato come latrina, e una ulteriore porta spessa in metallo. La stanza era illuminata da torce, come il corridoio che Murasaki si sarebbe lasciata alle spalle, e ospitava 3 persone.
    La prima, ammantata, era chiaramente Oboro, in piedi davanti a due figure, appese per le mani al soffitto tramite delle catene. Le due persone, a giudicare dal modo in cui erano vestiti, erano chiaramente ninja della foglia. Un ragazzo e una ragazza. Entrambi erano feriti in maniera mediamente grave, forse erano privi di sensi. La donna era in evidente stato di gravidanza.

    Vieni.

    La voce metallica e graffiante di Oboro fu inconfondibile per la ragazza.
    Murasaki avrebbe potuto notare come Oboro avesse in mano quella che aveva tutto l'aspetto di una wakizashi riposta in un fodero, oggetto che non aveva mai visto addosso alla sua maestra. La teneva in maniera rilassata, come se aspettasse di farci qualcosa.

    I due individui che hai erroneamente accusato, e che ti hanno fiutata per la Hyuga che sei, nel momento esatto in cui ci siamo divise precedentemente stamattina, sono miei sottoposti. Calabrone e Fuco. Sono stati loro a passare al villaggio le informazioni riguardo i nostri fuggitivi. Fuggitivi che ora posso presentarti. Toru, e Kayato.

    Fuggitivi. Oboro non li aveva ancora mai chiamati così. Quella che fino alla mattina sembrava una missione di soccorso, stava rapidamente prendendo tutta un'altra piega. Murasaki aveva perso qualche dettaglio per strada, o semplicemente Oboro non le aveva detto tutta la verità ?

    I due genin che hai davanti hanno indugiato in una relazione intima, come puoi ben vedere. Disse Oboro indicando con il fodero, la pancia della donna.

    Il che, di per sè, non è minimamente un problema per il villaggio.

    - Lo diventa se cercano di uccidere un compagno per venderne il corpo a un villaggio nemico, e scappare col malloppo. -

    Oboro annuì quando Fuco, il capo dei due Anbu, completò la frase. A quel punto, la donna, che non era affatto priva di sensi, prese a contrarre il viso, e delle copiose lacrime iniziarono a solcarle il volto. Toru, l'altro genin prigionero, prese a parlare all'indirizzo del gruppo di carcerieri.

    - Volevamo...volevamo solo cambiare vita, per nostro figlio...Seiko ci ha ricattati, dicendo che avrebbe fatto del male a Kayato se non lo avessimo aiutato, che ci avrebbe rivoltato tutta la Foglia contro, facendoci passare per traditori. NON SIAMO TRADITORI, HO DOVUTO DIFENDERMI, HO DOVUTO DIFENDERE MIO FIGLIO, HO DOVUTO UCCIDERLO! -

    Oboro si voltò di scatto verso Murasaki, e alzò la spada, parallela al terreno, rivolta con l'elsa verso la ragazza, perchè lei la estraesse.

    Siete colpevoli di diserzione. Dell'omicidio di un compagno di squadra, e di aver teso una trappola che avrebbe ucciso altri ninja della Foglia che avessero cercato di trovarvi. Siete condannati a morte.

    Concluse Oboro, tenendo la spada sempre rivolta alla ragazza.
    Ora era chiaro, quale fosse in realtà la sua missione.
    Aveva svelto di diventare un soldato, aveva imboccato una strada, ora doveva accettare il risultato della sua scelta.

    Per un ninja non ci sono punti di vista. C'è la giustizia del villaggio, e ci sono obiettivi. L'obiettivo della tua missione oggi, è di porre fine a queste vite.

  7. .

    L'eremita


    [6]



    Mentre Kuso cercava di uscire senza troppo successo dal suo costume, Sanjuro rassicurava Fudoh con l'H riguardo la totale sicurezza delle azioni che andava per compiere. Tirare fuori quell'alga avrebbe permesso al ragazzo predestinato di trovare la forza necessaria per combattere l'eremita, senza contare che essa era necessaria per farlo uscire allo scoperto. Quando il ragazzo afferrò il pennacchio e tirò con forza, qualcosa di simile ad una testa sarebbe uscita dall'acqua. seguendo la piantina a cui era attaccata. Quella che sembrava essere l'alga leggendaria, era infatti attaccata al cranio di un uomo, completamente pelato, e a petto nudo, che stava in meditazione completamente immerso dentro la pozza. L'uomo, con indosso quello che sembrava più un costume da bagno che un paio di pantaloni, saltò via dalla pozza, spingendo via persino Fudoh con una strana forza che sembrava averlo sbalzato via dal niente, per poi atterrare pochi metri più indietro su un piede solo, assumendo una posa ninja meditativa.

    - OSI DISTURBARE LA MIA CONCENTRAZIONE, FUDO DELLA STELLA DEL NORD? -

    Fudoh con l'H Aggiunse una voce Sanjuriana fuori campo.

    - OSI DISTURBARE LA MIA CONCENTRAZIONE, FUDOH CON L'H DELLA STELLA DEL NORD? HO PREVISTO IL TUO ARRIVO ALMENO UN DECENNIO FA, E MI SONO ADDESTRATO PER QUESTO MOMENTO, PER DIFENDERE IL MIO RUOLO DI GUARDIANO DELLA VALLE. DIFENDITI ! -

    L'eremita compose alcuni sigilli, facilmente riconoscibili come i simboli della tecnica del richiamo, e posando una mano a terra, evocò una nube molto molto grossa, in prossimità di Fudoh. Con un tonfo assordante, una gigantesca tartaruga con il guscio spinoso, fece la sua comparsa, in posizione di carica in stile sumo. La creatura era decisamente minacciosa, e dalle dimensioni spropositate, decisamente più grande di tutti i presenti messi assieme.

    - TONG, DIVORA QUESTO IMPOSTORE! -

    La tartaruga si sarebbe quindi avventata su Fudoh a fauci aperte per ingoiarlo tutto intero [Stat Rossa] ! Ma una figura non troppo dissimile a una rana mista con un pescegatto (Kuso) si mise in mezzo per caso, nel disperato tentativo di liberarsi dal costume maledetto, e finì per essere ingurgitato dal bestione, al posto del prescelto. Ingoiare un ninja non è una cosa da poco, per l'energia chakrika e tutto il resto, ma qui stiamo parlando di Kuso, infatti la tartaruga, ingoiato il boccone decisamente indigesto, divenne completamente verde, dalla testa al guscio, e pochi istanti dopo incrociò gli occhi, come colta da un improvviso handicap, che l'avrebbe resa ritardata per la vita, e scomparve in una nuvola di fumo, lasciando l'eremita suo evocatore, a bocca spalancata.

    - COME...COME AVETE OSATO. SUBIRAI LA MIA IRA FUDOH CON L'H DELLA STELLA DEL NORD. -

    A quel punto, assunta una posa di potere, l'eremita assunse le fattezze di una tartaruga-umana, il corpo divenne tozzo, le braccia e le gambe leggermente più corte, e un possente guscio si espanse sulla sua schiena, rendendolo di fatto un ibrido umano, pronto a sferrare micidiali attacchi di energia naturale.

    Fudoh conl'h-san dovete concentrarvi e attingere all'energia naturale della valle. Solo assumendo la forma dell'eremita delle tartarughe potrete sperare di avere una possibilità contro questo avversario, che è ulteriormente reso più forte dall'alga del sogno!

    Ovviamente Sanjuro non aveva la minima idea del fatto che Fudoh non possedeva alcun collegamento con la valle, tanto meno con la sua energia naturale! Un'altra cosa che nè lui, nè forse Fudoh comprendevano, era che quanto accaduto poco prima, la "forza" che aveva spinto via il ragazzo dall'eremita, non era stata prodotta da quest'ultimo, ma inconsciamente da Fudoh stesso, in un momento di ansia, per difendersi, e forse sarebbe stata la chiave della sua vittoria.

    OT
    Scusa il ritardo, inizia il combattimento. Cerca di renderti conto del potere di Hokuto nascosto dentro di te.


  8. .

    Punti di Vista


    [7]



    Il piano di Murasaki prevedeva di entrare nell'abitazione passando dal camino, che effettivamente era presente. L'analisi della ragazza probabilmente era corretta; se davvero si trattava del rifugio di un cacciatore, era plausibile la presenza di materiali all'interno per il trattamento delle pelli. Oboro ebbe da aggiungere molto poco in realtà.

    Prima di entrare servirebbe analizzare meglio la situazione, ma suppongo non ci sia molto altro da fare. Entrerò prima io, appena riceverai il segnale, potrai entrare.

    Su questo, l'anbu sarebbe stata drastica. Non avrebbe fatto entrare la ragazza senza prima un sopralluogo, non era chiaro da cosa fossero fuggiti i loro compatrioti, e qualunque cosa fosse, probabilmente si trovava dentro quella casupola, o almeno aveva avuto a che farci. Il piano era semplice, Murasaki si sarebbe avvicinata alla casa, e Oboro sarebbe entrata dal camino. Una volta dentro avrebbe segnalato alla ragazza di entrare, aprendo una finestra, o la porta, dopo aver garantito la sicurezza di entrambe le kunoichi.

    Pochi istanti dopo, Oboro stava terminando la discesa dal camino, mentre Murasaki si sarebbe trovata praticamente nei pressi della dimora. Passarono pochi istanti, durante i quali Murasaki non avrebbe udito o percepito nulla dall'interno della dimora.
    Poi la casupola sarebbe esplosa.

    [...]

    L'onda d'urto, seguita dalle fiamme, avrebbe sbalzato via Murasaki e tutto ciò che non era stato fissato al terreno. Parte dei muri, degli infissi, e il tetto, vennero praticamente obliterati. Il colpo avrebbe investito la ragazza improvvisamente, e con forza brutale. [Pot 80][Stat 100]. Se Murasaki avesse perso i sensi, nessuno l'avrebbe disturbata per ore, fino a che non si fosse ripresa. In ogni caso, quando e se si fosse avvicinata a ciò che restava della dimora ormai cancellata dalla faccia della terra, non avrebbe trovato traccia di Oboro. Molto probabilmente era stata obliterata dall'esplosione.

    Sola, probabilmente ferita, e senza una pista da seguire, la giornata di Murasaki si prospettava peggiore del previsto. Restare lì non sarebbe servito a nulla. Nessuno sarebbe giunto, e dentro la casupola ogni possibilità di trovare informazioni era del tutto andata in fumo.
    Tutto però non era forse perduto. A Otafuku, Murasaki aveva avuto un incontro particolare, un individuo, in una taverna, che aveva dimostrato di essere....strano. Che avesse riconosciuto la ragazza, o sapesse più di quanto volesse far credere, non era chiaro, qualcosa in Murasaki però, avrebbe spinto la ragazza a non eliminare completamente la possibilità.

    Infatti, se prima o poi si fosse recata in quello stesso luogo e avesse chiesto dell'uomo, sarebbe stata invitata a restare e ad attenderlo, cosa che non avrebbe richiesto molto tempo. Nel giro di una ventina di minuti, lo stesso individuo, accompagnato dallo stesso spalleggiatore dell'ultima volta, avrebbe fatto il suo ingresso nel bar, invitando Murasaki al suo tavolo, lontani dagli sguardi di altri individui, mentre la sua "guardia del corpo" avrebbe piantonato la porta per tutto il tempo.

    - Sentiamo, principessa, cosa ti porta di nuovo...a bere? -

  9. .

    Just chillin'


    [8]



    Jotaro era sempre stato a favore di farsi esplodere una bomba addosso per uscire da una pessima situazione che avrebbe potuto risultare peggiore di qualche bruciatura e parecchie ossa rotte; quella era decisamente una situazione simile. Quando le sue parole generarono la reazione nella ragazzina, la quale prese a parlare in preda all'ira e all'orgoglio, il ronin fece l'unica cosa che a quel punto avrebbe avuto senso. Ascoltò.
    Restando immobile e immagazzinando ogni dato possibile, concentrandosi sul poter ricordare ogni singola virgola che la giovane principessa stava sputando, era ora l'unica azione utile ai fini della missione. Non voleva ritrovarsi a mani vuote, nel remotissimo caso in cui fosse uscito vivo da lì, per ritrovarsi a mani vuote. La giovane era generosa, e dispensava informazioni quantomai interessanti, ma sarebbero state utili a qualcuno? Sempre ammesso che fossero uscite da quella stanza.

    Quando la ragazza fu sul punto di esplodere emotivamente, qualcosa attorno al ninja cambiò, e lui fu abbastanza sicuro che quell'esatto momento, sarebbe stato l'ultimo, tanto per cambiare, per questo invece di muoversi, o provare a scappare o difendersi, sbuffò. Pochi istanti dopo si sarebbe ritrovato incastonato in un blocco di ghiaccio che occupava quasi tutta la stanza, completamente immobile. L'ultima cosa che i suoi occhi riuscirono a scorgere prima di perdere i sensi, fu la sagoma della principessa, accasciata a terra, poi i suoi nervi andarono in black out.


    [...]

    Fu un suono ovattato a ridestarlo. Non seppe dire quanto tempo fosse passato, o se fosse vivo grazie a Indra, o al ghiaccio stesso, ma non se ne preoccupò. Non poteva muoversi, le sue funzioni erano rallentate al punto da essere più simile ad un cadavere che ad una persona, sentiva solo qualcosa di molto lontano. Poi udì delle parole. Il suo sistema nervoso riprese a funzionare, lentamente ma completamente, si rese subito conto che nonostante il freddo, la sua pelle non stava bruciando, e in qualche modo non sentiva la mancanza dell'aria. Non aveva mai visto un'arte simile, ma nelle sue attuali condizioni e con le sue sole capacità, non sarebbe stato in grado di uscire. Era stato congelato con una gamba posta col ginocchio a terra, e l'altra sollevata, come nella posizione di chi si sta inchinando, o alzando da terra. Una mano sulla gamba sollevata, una a terra. Non avrebbe potuto compiere movimenti o sigilli, sebbene in caso contrario, non sarebbe comunque servito a nulla. Per un istante Jotaro maledì se stesso per non aver dato ascolto a Indra per indugiare nelle sue arti di più, prima di partire per quel viaggio; ma il fugace pensiero scomparve rapido come era arrivato, lamentarsi ora non sarebbe servito a molto. Mettendo a fuoco si rese conto che la ragazzina non si trovava più lì, ma non era solo, vecchio escluso. Lo strano maggiordomo che aveva notato nella sala era lì con lui, e fiumava parole.

    In qualche modo aveva notato il messaggio passato al principe, notevole; anche se quello non era altro che un gambetto pieno di falsità per allontanare il principe e portarlo verso Jotaro, se mai fosse riuscito a raggiungerlo.
    Ad ogni modo il maggiordomo prese ad analizzare la situazione, a modo suo, senza capire un notevole carciofo della situazione. Il Jaku percepì che in qualche modo, il tizio si stesse aspettando una risposta, o quantomeno una sorta di conversazione, forse in breve si sarebbe accorto che il ronin era completamente congelato per poter prendere la parola. Cosa che fortunatamente avvenne. Quando Jotaro comprese quello che il tizio aveva in mente, sgranò gli occhi, o almeno lo avrebbe fatto se avesse potuto a causa del ghiaccio. Voleva informazioni dal tizio, ma se quel demente avesse collegato la sua mente con la propria, come i sigilli sembravano suggerire, Indra lo avrebbe fritto e lasciato a terra come una frittura di seppia come era successo ad Eiatsu a casa di Aloysius, risvolto alquanto sgradevole!


    Fortunatamente però, forse a causa delle intenzioni del ronin, o forse perchè il Nonno non era dell'umore, la comunicazione andò a buon fine, e i due poterono conversare. Inizialmente il maggiordomo-ninja avrebbe ricevuto solo il suono di un calderone pieno di pece nera bollente, poi, a fatica, avrebbe potuto ricevere informazioni da Jotaro.
    Le prime parole che il tipo mandò all'indirizzo del ronin però, furono particolari, infatti Jotaro non si aspettava una discussione di quel genere. Stando a quanto diceva il tipo senza nome, loro due erano più simili del previsto, cosa che stupì il ninja congelato, il quale provò a rispondere, ma le condizioni in cui versava, e il fatto che il terzo incomodo faticava a reggere il moccolo dentro di lui, resero la comunicazione....disturbata.


    ..gra..zie. Per il collegamento s'intende. Indipendentemente dalla situazione, le buone maniere non andavano rinnegate.

    ...no....non sottova..lutato...sapevo di...venire a perde....re...ma che vuoi...farci...non amo avere.....illusioni....addosso... Ovviamente si riferiva a quella lanciata sul villaggio. Dal suo punto di vista, Jotaro senza chakra avrebbe potuto perdere uno scontro anche contro un semplice guardiano, tanto valeva rischiare il tutto per tutto per tirare fuori qualcosa di utile da quel viaggio.

    ...niente affatto...sei..un bravo...maestro...Anche io...avrei fatto..lo stesso....Solo da...poco ho capito.....devi farli...sfogare...non rinchiudere...fa male alla..salute...rughe...e tutto il...resto.

    Jotaro non aveva idea di chi fosse questo tizio, non conosceva in realtà nemmeno il suo nome dato che egli non si era presentato, e sebbene fosse il maestro della ragazza, non sapeva ancora cosse fosse a muoverlo.

    ...lei..è forte...ma...è debole...non può osteggiare tutti i suoi nemici...così....

    [...]

    ...se ne perdi...il controllo...Shiro la schiaccerà... Di cosa stava parlando esattamente Jotaro ? Le parole del ronin stavano davvero andando nella direzione che sembrava ? Si stava preoccupando per il futuro della ragazza?

    Da una parte Jotaro voleva informazioni, ma dandosi praticamente per spacciato, l'unica cosa che gli restava da fare, era di supplicare il suo nemico di fare la cosa giusta.

    ..ferma...le nozze, dai equilibrio alla tua...allieva, o i suoi "amici"...la useranno...serve..stabilità...serve...potere per fermare....l'Oni.

    Quale era dunque, il reale motivo per il quale Jotaro aveva avvicinato il principe ?!


  10. .

    Brother lover [11]



    L'idea di Kato per salvarsi la pelle era stata tanto pittoresca quanto efficace, un bel colpo pensare di infliggersi una propria tecnica per togliersi da una situazione peggiore; una scommessa che l'otese aveva vinto. Recuperata Kamine tipo borsone da spiaggia, i due si erano riuniti a Oda, il quale non avrebbe ottenuto gran che dal giovane Nijimura, il quale era sicuramente codardo, ma non sembrava voler tradire la famiglia.
    Famiglia che a quanto pareva, non riponeva la stessa fiducia in lui, infatti, mentre le fiamme iniziavano a lambire la proprietà, il Nijimura prese a parlare apparentemente da solo, indirizzando parole al nulla.


    - Cosa? No fratello, non ho parlato! Come sarebbe, no NO NON TRADIRO' LA FAMIGLIA, COS? ASPETTA FRATE..!!! -

    Okiyasu divenne rigido, attraversato dal terrore, e Oda avrebbe potuto percepire esattamente quello che era accaduto con il brigante che aveva interrogato tempo prima, il volto del Nijimura si gonfiò, e a breve la sua testa sarebbe esplosa, ma a differenza di quanto successo in precedenza, qualcosa nell'esecuzione doveva essere andata ai maiali, dal momento che la faccia del teppistello divenne praticamente uno scolapasta, come se fosse stata colpita con dei chiodi, ed egli prese a sanguinare copiosamente.



    Metà del volto del ragazzo venne gravemente maciullata, occhio sinistro e bocca compresi, fino a fargli perdere quasi del tutto i sensi. Probabilmente il sigillo che doveva terminare la sua vita era stato eseguito male, oppure lui stesso era riuscito in qualche modo a resistere all'esecuzione della tecnica. Nel frattempo, con le fiamme che stavano invadendo anche la villa, il Nijimura, a terra in un lago di sangue, sembrava non prestare attenzione ai ninja, fosse perchè non voleva salvarli, o perchè le ferite gli impedivano di mantenere la concentrazione, non era chiaro, ma continuava a balbettare.



    - fratello.....fratello....perchè...fratello.... -

    A quel punto, Okiyasu poggiò una mano a terra, e un sigillo con il kanji del cognome Nijimura, si illuminò sul pavimento, il quale si aprì, rivelando una botola piuttosto grande, con delle scale in cemento, che portavano a quella che sembrava una sorta di cantina parecchi metri in profondità. Il giovane non sarebbe stato in grado di muoversi, e se i ninja avessero scelto di punirlo e lasciarlo lì, sarebbe morto bruciato in fretta, altrimenti avrebbe dovuto essere trasportato.
    Seguendo la cantina, che proseguiva con una serie di pochi corridoi, il gruppo sarebbe arrivato in una decina di minuti, al termine del percorso, una grata che se calciata, li avrebbe condotti al torrente al limitare della proprietà della famiglia Nijimura, che stando alle ultime scoperte, aveva ancora un fratello ancora vivo e vegeto...


    OT
    Missione terminata, grazie!
  11. .
    Jotty è celiaco
    Sanjuro ha le ascelle che puzzano
    Jhin non sa di avere la tourette
    Oboro è brutta, dentro.
  12. .

    La Fogna di Konoha


    [6]



    Quando le due donne si ritrovarono, Murasaki aveva avuto molta più fortuna di Oboro, in quanto la donna insetto, sebbene avesse avuto molte informazioni, erano decisamente più vaghe di quelle ottenute dalla ragazza. Al punto da far alzare un sopracciglio all'Aburame, se il suo volto fosse stato visibile e non nascosto dalla maschera.

    Sono stupefatta. Ottimo lavoro. Tutto questo nel giro di così poco? Non è un risultato da poco, specialmente se questa è la tua prima volta nella ricerca di informazioni.

    Quindi rimase in silenzio per alcuni istanti, grattandosi il mento e riflettendo. Non avevano molte informazioni su quello che era accaduto al gruppo, ma sapevano che il gruppo non era più integro, dato che come avrebbe presto rivelato Oboro, la ragazza che faceva parte del gruppo, era proprio la Kayato in questione.

    Kayato. Si è lei la genin che faceva parte del gruppo. Se gli altri due la cercavano ed erano feriti, la cosa non si mette bene, potrebbero essere caduti in una imboscata e lei potrebbe essere stata rapita, oppure potrebbe essere rimasta indietro per permettere la fuga degli altri due, in entrambi i casi, data la loro missioni, non avrebbero dovuto trovare imprevisti di questa entità, così vicini a Konoha. Alla porta est non c'è un bel niente, solo foresta per centinaia di km fino alla costa, se si sono avventurati in quella direzione, ho paura che ormai le tracce siano scomparse, ma per ora non abbiamo altro.

    Quindi fece cenno alla ragazza di seguirla, assieme avrebbero perlustrato il sentiero che da Otafuku si inoltrava verso Est. Murasaki si era comunque ben guardata dal riferire a Oboro la sua preoccupazione, e la sua caposquadra non aveva rilevato in lei modifiche al suo stato d'animo, quell'incontro avrebbe potuto nuocere al loro compito ?

    [...]

    Dopo circa una mezzora di cammino verso Est, avevano battuto solo poca distanza. Il passo era stato lento, alla ricerca di tracce di qualunque tipo, fino a che, ad un certo punto, Oboro venne allarmata da un dettaglio, al lato della strada, cosa che la fece fermare improvvisamente. Si rivolse a Murasaki.

    Guarda lì. Qualcosa è uscito dalla boscaglia in quel punto e si è immesso sul sentiero, verso di noi. I rami sono spezzati in questa direzione, ci sono tracce di sangue sulle foglie e sono sicura ne troveremo a terra. Le tracce sono troppo in alto per essere di un animale, qualcuno stava scappando dal bosco, in direzione della città. Non sono negli Inseguitori, ma probabilmente le tracce sono vecchie di alcuni giorni. Potrebbe essere una pista.

    L'Aburame invitò Murasaki a seguirla nella boscaglia, inserendosi proprio nella zona dove erano presenti le tracce, che si estendevano per un centinaio di metri, fino a quella che sembrava la baita di un guardaboschi. Una casa in legno piuttosto elaborata, con le finestre e le porte chiuse, con all'esterno gli spellatoi per le bestie e gli arazzi dove attaccare le prede.

    Le tracce sembrano condurre lì dentro. Dobbiamo introdurci. Illustra il piano d'azione.


  13. .

    La fogna di Konoha


    [5]



    Il risultato di una tortura. Avrebbe tagliato corto Oboro prima di rimettere la maschera e proseguire verso la sua strada. Non le avrebbe detto la verità, sempre ammesso che quella frase, in qualche modo non fosse verità a sua volta. In fin dei conti, era stata vittima di un esperimento che avrebbe potuto ucciderla, o peggio, renderla quella che era al momento, semplicemente per la curiosità del suo Kage. Da qualche parte forse, nei meandri di ciò che restava della donna che un tempo era Oboro, covava un forte odio verso ciò che l'aveva resa quello che era oggi.
    Avrebbe voluto dire a Murasaki che lei non era il suo clan, che loro non l'avevano creata e che lei non doveva loro niente, ma non disse nient'altro. Era la prima volta che aveva un'allieva per le mani, e probabilmente sarebbe stata l'ultima. In ogni caso, quando la ragazza provò nuovamente l'esercizio, riuscì con successo a svolgerlo, anche se con un'esecuzione grezza. Prima che lei atterrasse malamente, una nuvola di insetti proveniente da sotto il mantello di Oboro, intercettò la ragazza, facendola atterrare su di essa, e portandola, fluttuando, verso Otafuku, appena dietro Oboro. Murasaki avrebbe potuto approfittare del "passaggio" per riposarsi e recuperare chakra; dopotutto il viaggio sarebbe durato ancora un po'.

    [...]

    Quando finalmente giunsero a Otafuku, la giovane Hyuga avrebbe potuto finalmente rendersi conto perchè Oboro disprezzava quella città. Era molto più piccola del villaggio della Foglia, ma decisamente molto più densamente popolata. Sorgeva sulle due rive del fiume che attraversava il Paese del Fuoco e arrivava al mare. La periferia era tappezzata di edifici industriali mentre nel centro sorgevano decine di baracche di pescatori e attracchi sul fiume, per le varie barcacce, inoltre per risparmiare spazio, erano state costruite tantissime abitazioni di vari piani, compresse tra loro per ospitare il massimo numero di persone. Murasaki aveva probabilmente studiato la storia di quell'insediamento; era sorto dopo la grande guerra, per risollevare l'economia del villaggio della Foglia, e per fornire una produzione ittica di rilievo più vicina al villaggio rispetto al mare, dal momento che durante la guerra, gran parte delle coltivazioni erano andate distrutte, e la gente moriva letteralmente di fame. La zona industriale invece aveva rifornito le casse dell'Accademia per i decenni successivi al conflitto. Si trattava quindi di un insediamento-dormitorio con il posto di lavoro direttamente sotto casa. La feccia del paese del fuoco, era in gran parte compressa a Otafuku, proprio per i motivi appena elencati.

    [...]

    All'entrata della città, Oboro fornì a Murasaki ulteriori informazioni riguardo le persone che stavano cercando. Si sarebbero divise e avrebbero cercato di localizzare i ninja in questione, chiedendo nelle locande, nei negozi, e presso quel poco di forza di controllo presente nella città. Non perchè la polizia non fosse presente, ma perchè era insufficiente a tenere d'occhio tutta la criminalità che scorreva tra i vicoli di Otafuku.

    Stiamo cercando due uomini e una donna. Tutti genin. Tra i 20 e i 30 anni, sono arrivati tutti e tre assieme a Otafuku, di questo ho la certezza.

    Quindi la chunin avrebbe passato alla ragazza le informazioni riguardo le loro generalità e la loro descrizione fisica in modo da poter chiedere in giro con maggiore precisione. Se fossero stati ancora vivi, forse nella città avrebbero potuto ottenere qualcosa su cui lavorare.


  14. .

    Ulteriori scoperte su Shulva


    9



    La determinazione di Hohe fu incredibile, e provvidenziale. Senza le sue creazioni di argilla, il trio probabilmente non avrebbe mai raggiunto la parete di roccia, rendendo vano l'intervento della donna. Quanto alla Marea, sebbene fatta a pezzi dall'argilla, sembrava riformarsi dal nulla; i corpi correvano sopra ai loro compagni fatti a pezzi, i quali venivano riassorbiti, era come se tutta quella massa di corpi fosse viva, e facente parte di un unico essere. L'esame del chakra che il jonin aveva effettuato sugli Shulviani, avrebbe rivelato una loro predisposizione all'elemento terra, e all'oscurità, così come una riserva mediocre [hai accesso alla schede me par] quanto alla natura del loro chakra però, il jonin avrebbe compreso che questo fosse corrotto, in maniera singolare, che non aveva mai visto altrove, e non veniva generato nel loro tantien, ma donato da un punto imprecisato nella cavità di Shulva, impossibile da localizzare. Quanto alla donna, Yada, lei risultava del tutto normale sotto questo aspetto. [Energia rossa] Aveva una discreta vicinanza all'elemento oscurità, e non sembrava possedere capacità speciali. Rispose però a tutte le altre domande che le vennero poste, era molto gentile, probabilmente perchè loro erano i primi nuovi volti, ancora vivi, su cui posava lo sguardo da molto tempo.

    - Perdonate i giochi di parole, non sono più molto in grado di conversare con delle persone, noi delle Lucciole parliamo ormai quasi solo con noi stessi, o con queste pietre. Mi trovavo sul ponte perchè avevo percepito il vostro arrivo, siamo ninja a nostra volta, anche se le nostre arti sono molto diverse dalle vostre. Raramente pattugliamo i ponti, proprio per il motivo che avete visto. Sono pericolosi, la Marea è attratta da qualunque cosa viva li attraversi, per questo le varie cellule sono isolate nei vari pilastri, e più tempo passa, più la Marea si ingrossa, senza però diminuire mai. -

    La donna quindi, sempre controllando la ferita del ragazzo, rispose alla curiosità di Hohe riguardo la pietra di Shulva, scuotendo la testa, infrangendo le speranze del ragazzo.

    - No..nessun chakra o nessuna tecnica possono legarsi a questa città, nemmeno noi che l'abbiamo fondata sappiamo bene come i progenitori scavarono e tagliarono queste pietre. La normale funzione adesiva del chakra non ha effetto, a volte le tecniche vi rimbalzano addirittura sopra; quello che mi avete visto fare non è una tecnica, è qualcos'altro. Posso mostrarvelo. -

    A quel punto, Yada avrebbe sfilato il guanto della mano sinistra, rivelando una fasciatura che ricopriva l'arto interamente. Il dito indice venne estratto dalla fasciatura, mostrando segni di varia misura di vecchie cicatrici, quindi, la donna si praticò un piccolo taglio con un kunai, facendo gocciolare il sangue a terra, che venne assorbito dalla pietra come fosse una spugna. A quel punto, con un movimento in aria, della mano destra, Yada mosse una parete che rivelò una scalinata verso i piani inferiori, prima di richiudere la mano nella fasciatura e nel guanto. Persino Riwa rimase sconcertato dalla visione.

    - Questa è l'arte segreta delle Lucciole, sin dall'antichità, la città risponde al nostro sangue, ma non abbiamo la totale libertà di controllo, possiamo creare piccoli costrutti, o vie di fuga, niente di più. Nessuno al di fuori del clan ne è a conoscenza, ve l'ho mostrata affinchè, in caso di bisogno, se dovessi morire, sapreste come fuggire. Versate il mio sangue, e indicate la roccia dove volete che si plasmi, al resto penserà Shulva. Scordatevi però di usare le vostre arti. -

    Al nominare Yen, la donna divenne scura in volto. Espressione fin troppo chiara, che non piacque nè a Jotaro, nè a Riwa.

    << Siamo arrivati tardi. >> Disse il ronin.

    - Yen è caduta in battaglia appena 2 giorni fa. E' successo proprio qui, due piani più in basso. Stavamo tornando da un giro di controllo nella zona superiore, quando un Monaco delle Peste entrato non si sa da dove, ci ha sorprese due piani più in basso, negli alloggi civili. Non ci aspettavamo un assalto lì, Yen è morta quasi subito. Ho fatto in tempo solo a far inglobare il suo corpo da una colonna per non farla cadere nelle mani di quella creatura, e sono tornata indietro. Sono ferma a questo livello da due giorni e senza ormai più proviste.
    Il nostro accampamento si trova 4 livelli più in basso, dovevamo tornare perchè... -
    A quel punto, Hohe aveva estratto il simbolo e stava attendendo la fine del discorso per mostrarlo a Yada, ma fu lei stessa a tirarlo in mezzo alla conversazione. [Supponiamo che tu abbia un oggetto fisico con il simbolo per comodità, disegnato o inciso ]

    - Quello stemma...Non può essere una coincidenza. Che io sappia è inciso solo sulla Grande Porta, eppure salta fuori due volte in nemmeno 4 giorni, non può essere un caso. Al nostro accampamento è arrivato...beh è difficile da spiegare, ma se volete comprendere di che si tratta, dobbiamo arrivarci; per farlo dobbiamo togliere di mezzo il tizio qua sotto, è solo, ma combattere negli alloggi lo avvantaggia, io sono esausta, non mangio da giorni, e il ragazzo presto avrà la febbre e dovrà essere medicato a modo, dobbiamo sbrigarci. -

    Sfruttando la scalinata, il gruppo avrebbe raggiunto un livello "neutro" di passaggio, con delle botteghe abbandonate e un paio di dimore anch'esse prive di forme di vita. Arrivando davanti ad un muro, opposto alla scalinata, Yada plasmò la roccia in modo da far apparire un'altra scalinata.

    - Non temete, so dove trovarlo, i Monaci sono come dei guardiani, non si muovono, restano immobili per mesi nella stessa posizione, agiscono solo se si entra nel loro raggio di azione. Circa 20 metri. Potremmo ballare davanti a lui a 30 metri e ci ignorerebbe. -

    Scendendo ulteriormente, il gruppo sarebbe arrivato in una piazzetta quadrata di circa 30 metri di lato. Attorno ad essa, nella pietra erano state scavate delle case, e in maniera molto poetica, seduto su una panchina di pietra, dalla parte opposta della piazza, rispetto al loro arrivo, un Monaco della Peste era seduto, immobile, con in mano il bastone con una pustola sulla cima, come quello che il gruppo aveva incontrato sul ponte.

    - Eccolo lì. Devo trovare e chiudere il passaggio che gli ha permesso di entrare, deve essere in una di queste case. Se ci fossero altri Shulviani, sarebbero attorno a lui, quindi tenetelo occupato, uccidetelo, fate quello che volete ma non attiratene altri, arriverebbero da dove è arrivato lui. Come agirete? -

    Quanto a Riwa, il ragazzo non voleva dare segni di debolezza, ma il suo respiro iniziava a farsi pesante, e i suoi movimenti più lenti, presto avrebbe perso equilibrio per la febbre, certamente non avrebbe potuto combattere.

    OT
    Yada sarà occupata a trovare il foro di entrata, e Riwa è non combattente, organizza una strategia (usa pure anche Jotty) e trova il modo di dare il tempo a Yada di sigillare l'entrata, anche semplicemente eliminando la minaccia in modo efficace.

  15. .

    Dopo il tramonto


    [2]



    Quando Sanjuro entrò nella stanza, erano già tutti lì, ad eccezione di Itai. Meika scuoteva la testa e Kensei si lamentava. Quanto ad Akira...stava blaterando mentre si muoveva da un lato all'altro della stanza, in preda ai fumi del misticismo, lui...

    Akira-san. Sei stato tu a organizzare questo rituale? Hai raccolto tu quelle feci palustri da dietro la mia casa, e sei stato sempre tu a tracciare questo simbolo complesso sul pavimento dell'ufficio di Itai?

    Sanjuro si avvicinò, gobbo, al ragazzo, poggiandogli una mano sulla fronte. Sotto la maschera da "riunione improvvisa nell'ufficio di Itai" era celato un volto sciamanico molto preoccupato per la salute mentale dell'amico ninja.

    Per tutti i Kami, cosa affligge la tua mente ragazzo mio, hai chiaramente bisogno di una vacanza. Tagliò corto Sanjuro, facendo comprendere ad Akira, che il misticismo era una cosa molto più seria e profonda di quanto la sua mente avesse cercato di comprendere. Forse un giorno sarebbe divenuto uno sciamano, ma non era ancora il momento. A quel punto lo sciamano, sconsolato, aprì le tende e lasciò che la luce entrasse nell'ufficio, prima di trascinare nuovamente al suo posto la scrivania, guardando di tanto in tanto Akira, sempre sospirando. Il ragazzo era sicuramente stressato chissà per quale ragione, e stava lavorando troppo.
    Intento a rimettere al suo posto l'ufficio, e ignorando bellamente le parole dei presenti, sempre intento a cercare di capire che problema passasse in testa ad Akira, ebbe una improvvisa intuizione, e passò una mano sulla pancia di Meika, sospirando.


    Uhmmmmmmmm

    Prima di tornare al centro della stanza, e sedersi a terra davanti alla scrivania. Ovviamente aveva capito tutto, anche se non aveva risposto a nessuno.

    Una ricerca...si, si il Misticismo può aiutarci, ma non può farci sapere tutto, sta a noi comprendere quello che le antiche energie spirituali vogliono farci sapere. Tutto è comunque inutile però senza un mezzo di trasporto. Non stava parlando della capra. Se è la consorte di un uomo che state cercando...servirà raccogliere in un rotolo, la cui carta dovrà essere stata ricavata dalla pelle di un oni ultimo della sua specie, l'anima del maritato in questione, quindi dopo aver esposto il rotolo a 52 lune piene il nome della sua compagna apparirà sul rotolo, nella lingua degli Oni, e solo allora sarà possibile varcare la dodicesima porta degli inferi per cercare il mietitore di sogni a cui tentare di rubare il SHIGNABARMGRONUNGHHH, unico tomo in grado di tradurre tale lingua.

    Quindi, lo sciamano, conscio del livello medio di appartenenza al Misticismo presente nella stanza, al limite dell'insulto, sospirò.

    Ungghhhhh, oppure portatemi un osso del Daimyo, al resto penso io.

    [Se i personaggi riescono a localizzare un Oni ultimo della sua specie, sconfiggerlo, ricavarne la pelle, dalla quale generare la carta per un rotolo leggendario; aspettando quindi 52 lune piene per far apparire il nome della moglie dell'uomo, dopo aver celebrato il rituale per intrappolare l'anima del Daimyo nel rotolo stesso]

    Molto bene, attendo seduto qui da non meno di 4 anni, sono lieto che il compito assegnatovi sia andato a buon fine, dal momento che avevo un discreto bisogno di andare al bagno. Procederei ad aprire un varco per l'inferno dei mille Oni alla ricerca del Mietitore di Sogni, ma purtroppo un anno dopo la vostra partenza, Shiro ha invaso nuovamente Kiri, uccidendo tutti e radendo al suolo la città, lasciando qui solo me dal momento che i suoi uomini avevano disgusto nel toccarmi.

    La vostra avventura finisce tristemente qui

    [Nel caso i personaggi scelgano, con decisamente meno originalità ed essendo assai prevedibili, di scavare e recuperare un osso del Daimyo dalle fosse]

    Oh eccovi di ritorno, date qua, avete fatto presto, per un attimo ho temuto che non vi avrei rivisto per almeno 4 anni....

    Sanjuro afferrò l'osso, e rapidamente venne circondato da chakra molto particolari, non malvagi, ma antichi, e molto, molto antichi, tanto da sembrare antichi. Lo sciamano, il cui bastone a questo punto stava in piedi da solo, senza alcun ausilio, non emetteva alcun suono, se escludiamo le grida di terrore di Toru il gabbiano, e i mugolii gutturali generati dallo stomaco vuoto di Sanjuro che non aveva avuto tempo di fare colazione, dato che dei suoni molestiEra Akira che raccoglieva le feci palustri lo avevano attirato fuori dalla sua dimora in anticipo. Quindi parlò.

    Unnnghhmmmm UUhhhnnnnnnnnggggghhh Una donna....una donna voi dite.....uhhhghghgngnnn siiiiii...qualcuno seguiva quest'uomo....spesso....uhggngngngnnnn....si era seguito spesso, ma non una donna...un uomo!

    Lo sciamano stava per perdere ciò che restava del collegamento mistico ancestrale antico con le antiche energie antiche, quando nuovamente espulse parole.

    Vedo.....uhhgngnn vedo..... vedo qualcosa... Sabbia... tantissima sabbia, una cascata di sabbia senza fine... in una scatola.... vedo... una recinzione infinita attorno a questa scatola... una recinzione fatta di nubi temporalesche...Al centro di questa recinzione, un'ombra oscura tiene in mano questa scatola contenente la sabbia infinita... e vedo dei lunghi...

    A quel punto una esplosione da capodanno cinese causata da una combustione spontanea di Sanjuro, sparò lo sciamano, completamente abbrustolito, dall'altra parte della stanza, facendolo infrangere contro la vetrata e finire in strada. I Kiriani furono attirati dalla vista, l'ennesima, dello sciamano in fiamme in caduta libera, con il gabbiano sulla testa che emetteva urla sommesse. Nel botto, Gassan venne traslato di posizione, finendo sulla scrivania di Itai, seppur ancora in piedi, per qualche secondo, finchè non cadde con la testa esattamente sopra alla cartina dei paesi che Itai teneva per tradizione.
    Il chakra di Sanjuro...o di Gassan? Congelò tutta la cartina come se venisse rapidamente coperta di brina, lasciando scoperto solo il punto dove aveva impattato, e ora si trovava. Un'isoletta nella Baia di Gaikotsu.


    Kumo



    OT
    Scusate.
    Vediamo di tenere un ritmo di giro di 2 settimane massimo ?

1042 replies since 24/9/2014
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