Posts written by Filira

  1. .

    Il Martire e la Miko


    I



    Era una mattina come le altre in quel di Konoha, e, come ogni giorno, Murasaki si stava dirigendo dalla piazza cenrale al quartiere Hyuga, percorrendo pigramente la lunga via principale della Foglia. Si era appena separata dalla sorella, che doveva sbrigare qualche ulteriore faccenda in amministrazione per conto del padre, quando la sua solita camminata venne interrotta dal palesarsi di un quantomeno particolare figuro, che sembrò quasi materializzarsi a nemmeno un paio di metri della Hyuga.

    Aaah, Hyuga Murasaki-saaan, che coincidenza incontrarla qui! Beh, non proprio una coincidenza, sono Kunihiro Horikawa e stato inviato qui perché ci sarebbe una missione da- ommioddio cosa le è successo agli occhi??? Sta bene? Le serve un dottore??

    La ragazza sbattè un paio di volte le palpebre, cercando di comprendere fino a che punto il ragazzo che le era comparso davanti fosse serio, e quanto invece la stesse prendendo in giro.

    Il piacere è mio, Horikawa Kunihiro. Immagino tu non abbia passato molto tempo nel villaggio, altrimenti sono certa che non avresti tali dubbi.

    Sorrise appena inclinando il capo verso destra. Si mantenne comunque a distanza di sicurezza, tenendo le mani incrociate davanti al grembo, pronta comunque ad afferrare la propria borsa con le armi, qualora ve ne fosse stato bisogno.

    Comunque, ti ringrazio per la preoccupazione, ma questi sono semplicemente gli occhi con cui sono nata. È la caratteristica dei portatori del Byakugan, una delle più antiche eredità genetiche della Foglia.
    Bene, contento di sapere che sta bene, io comunque un'occhiatina la farei dare da uno esperto, non si sa mai! Ad ogni modo, come dicevo, sono qui per questa missione per la quale dovremo partire al più presto. Sìsì, oggi, tipo adesso, ecco, nel Paese del Tè, sa? In cosa consiste? Ah no questo non l'ho chiesto... oddio, mi hanno detto qualcosa a proposito di un tempio... o erano due? Non ricordo. Comunque dobbiamo andare qui...

    Le allungò una cartina, scaricandogliela in mano senza troppe cerimonie. La Hyuga lo guardo un attimo perplessa, non era di certo abituata a un tale livello di familiarità da parte di uno sconosciuto.

    Grazie, Kunihiro. È un onore per me accompagnarti in questa missione. Quando vuoi possiamo partire, non ho nessuna rimostranza a riguardo.

    Ripose la cartina nella borsa, mentre quello cominciò ad avviarsi, non senza molte cerimonie. Murasaki gli si affiancò, mantenendo un passo simile al ragazzo.

    Ma dimmi, Kunihiro. Mi sembra che tu sappia molto sul mio conto, fin troppo. Eppure, io di te non so nulla. Chi è dunque che sto accompagnando in missione?
  2. .

    Missione: Indovina chi viene a Suna?


    III: Yumi la Furia



    Dannate stupide al diavolo la missione mi divertirò a farvi urlare
    Ma che diamine...!

    Era bastato un secondo al viso di Yumi per cambiare totalmente, passando da una compiaciuta espressione placida ad una incredibile furia. Il terreno cominciò a tremare, mentre diverse spaccature serpeggiarono fino alle due malcapitate Sunesi.

    Fumi, indietro!

    Saru ebbe appena il tempo di gridare, che dal terreno si fece prepotentemente strada uno spuntone di roccia, diretto precisamente in faccia a lei e all'ubriacona. Sbuffò, caricando una considerevole quantità di chakra negli arti inferiori, e scattando [Difesa 1 - Velocità 150 -0.5] verso destra appena prima che il masso potesse farla carambolare come un birillo. Di certo, quella giornata entrava di diritto nella classifica delle giornate più assurdamente insulse che la Rossa aveva dovuto affrontare nella sua vita.

    Fumi, FUMI DOVE SEI?! Maledizione!!

    Gridò, scorgendo appena a lato del suo campo visivo la figura inerte della vecchiaccia ubriaca, che a quanto pare non aveva avuto i riflessi abbastanza pronti per evitare di esser presa a pietrate in quel suo cattivo muso. Posò nuovamente lo sguardo sulla folle Yumi, appena in tempo per notare che quella la stava caricando come un toro, brandendo di fronte a se un... Ventaglio?

    Ma che...?

    Portando velocemente la mano dietro la schiena, Saru estrasse [slot gratuito istantaneo] contemporaneamente il proprio Kaiken Kaiken [Mischia]
    Il Kaiken era un'arma definita tale per le proprie fatture e facilità d'uso. Usata preferibilmente dalle Ninja donna, ovvero dalle Kunoichi, aveva la stessa funzione e dimensioni del Tanto. Poteva essere nascosto tra le vesti, era un'affilata lama da taglio.
    Tipo: Lama - Taglio
    Dimensione: Mediopiccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 15 | Durezza: 2 | Crediti: 25)
    [Da studente in su]
    , afferrandolo con la mano destra, e il TekkenTekken [Potenziamento]
    Il Tekken prende il proprio nome da una disciplina di lotta a corpo libero. È una nocchiera, capace di sferrare colpi micidiali con i pugni. Interamente di metallo si infila tra le dita della mano, con dei fori appositi.
    Tipo: Da Mano - Contusione
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 8 | Durezza: 3 | Crediti: 30)
    [Da studente in su]
    [slot gratuito istantaneo], che posizionò invece sulla mano sinistra. Quando la Furia arrivò a distanza di attacco, la Rossa parò [Difesa 2 - Velocità 150 -0.5] il colpo del ventaglio, frapponendo fra quello e il suo petto il Kaiken, che bloccò l'attacco con un importante clangore metallico. Tuttavia, avendo la visuale coperta dalle due armi, Saru si fece sfuggire il colpo che Yumi scagliò direttamente al suo stomaco. Sentì mancare il respiro, mentre il colpo [-0.25 Vitalità] la fece indietreggiare di qualche metro.

    Ah, sei proprio una piccola stronza infiltrata! Maledizione, dovrei dare più retta a quell'ubriacona di Fumi, eh.

    Fece vorticare l'arma nella mano destra, preparandosi ad attaccare. A tutta velocità, si scagliò [slot gratuito movimento] verso la finta aspirante Sunese, preparando un fendente che l'avrebbe colpita dall'alto verso il basso. Tuttavia, appena fu vicina all'obiettivo, Saru bloccò il colpo a mezz'aria [finta - slot gratuito veloce], caricando invece un micidiale pugnoSpaccamontagne
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può sferrare un pugno dalle potenzialità offensive altamente incrementate: la Forza dell'attacco sarà incrementata di 4 tacche; il colpo causerà Dolore (DnT Medio) nella zona colpita. Se utilizzata contro pareti di roccia, è possibile distruggerle facilmente.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Mediobasso))
    [Raggio Distruzione: 3 metri ogni grado]
    [Da studente in su]
    con la mano sinistra, suo lato dominante, diretto allo stomaco dell'avversaria. [Tecnica 1 - Forza 200]

    Prendi questo, maledizione!

    Una volta che il colpo fosse andato a buon fine - oppure schivato da Yumi - la Rossa avrebbe lasciato cadere il Kaiken, portando entrambe le mani di fronte a se, serrando la propria guardia. Poi, avrebbe sferrato un potente calcio [Azione 1 - Forza 150 -0.5] mirato allo sterno della donna, con l'intenzione di farla capitolare a terra. Se questo fosse successo, Saru si sarebbe dunque fiondata su di lei, sedendosi sul suo petto e caricando un ultimo, micidiale pugno [Azione 2 - Forza 175 -0.75 chk -0.5 vit x sovraimpasto] con la mano sinistra, sperando di far svenire definitivamente l'impostore.


    Chakra: 5.75/10
    Vitalità: 7.25/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: Schivata
    2: Parata
    3: ///
    Slot Azione
    1: Calcio
    2: Pugno sx
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Spaccamontagne
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Tekken × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
    ///
  3. .

    Missione: Indovina chi viene a Suna?


    II: L'intuizione di un'ubriacona



    Oh! Ah, punti ai pezzi grossi, eh? No guarda, io proprio non ho frequentazioni ai piani alti, stai cercando di cominciare la tua scalata dal gradino sbagliato.

    Agitò freneticamente le mani di fronte a sé, cercando di mettere una certa distanza tra lei e la nuova recluta. Suppongo che ormai si sia capito, ma a Suna faceva davvero davvero caldo, e Saru non era per nulla abituata ad intrattenere conversazioni a così poca distanza. Titubante, fece un passo maldestro all'indietro, scontrandosi con Fumi, tutta impegnata a mungere il più possibile la sua borraccia di non-proprio-acqua.

    Aah, maledizione! Fumi, FUMI! Riusciresti, non so eh, a concentrarti un attimo?!

    Sibilò la rossa, stringendo i pugni e agitandoli davanti all'ubriacona delle sabbie. Non che da quella pervenisse alcun tipo di risposta sensata, comunque. Anzi, alle proteste di Saru si infervorò ulteriormente, scagliando la borraccia a terra e cominciando a pestare i piedi come una strana, orribile vecchia bambina.

    Tuu pic...uch...colo bassstarddd! Fei u una maledetta spia dededel cactuss! Cooonssegn armii ee vsstitii!

    La Rossa si precipitò a tappare la bocca alla compagna, affiancandosi ad essa e allungando la mano. Inutile a dirsi che anche a quella distanza di sicurezza il tanfo di alcool e poca igiene personale creava un mix in grado di stendere tutti i kage passati, presenti e futuri.

    Maledizione, ma perché i casi umani capitano sempre a me?! Oddio, magari anche io ne faccio parte, a sto punto i simili si attraggono, eh.
    Aaah, Yumi! Non ascoltare la nostra vecchia Fumi, eh! È una vecchietta gagliarda, ma ogni tanto le salta qualche rotella.

    Pronunciò la seconda parte della frase a bassa voce, agitando il proprio indice destro accanto alla tempia. Nonostante i tentativi di Saru, però, Fumi non accennava a tranquillizzarsi, continuando ad imprecare e sbiascicare, urlando ai quattro venti quale pericolo Suna corresse ad accettare fra le sue fila una ssssporca traditrice come Yumi - o almeno, questo Saru riuscì a ricostruire tra i moccoli di parola che Fumi stava sputando a casaccio.

    Senti, Fumi. È tutto okay, cerchiamo di non sfigurare, maledizione!

    Poggiò una mano sulla spalla dell'ubriaca, avvicinandola a Yumi che, sconvolta, continuava a protestare contro le due Sunesi.

    Facciamo così, Yumi fammi un piacere via, allungami qui i documenti di ammissione al villaggio siglati dall'amministrazione, così almeno Fumi se ne starà buona buonina e noi ce ne continuiamo tranquille fino al villaggio. Che dici?

    Allungò la mano sinistra, mentre al suo fianco Fumi non la piantava di dimenarsi come un pesce fuor d'acqua.


    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Tekken × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
    ///
  4. .

    Missione: Indovina chi viene a Suna?


    I - Sabbia, sabbia, e ancora sabbia



    Suna, regno delle sabbie.
    Erano passati ben diciassette anni da quando Saru era approdata nel villaggio nascosto del Paese del vento, e di certo di era più che abituata alla lenta e afosa routine di quel posto. Tuttavia c'era una cosa - okay, magari più di una cosa, ma questo un problema che affronteremo in un altro momento - che proprio non le andava giù: ogni sacrosanta mattina, quando la ragazza pigramente rotolava giù dal letto e, altrettanto pigramente, si vestiva, trovava sempre le vesti inzaccherate di sabbia. Ed era una cosa che la mandava in bestia, garantito. Sbuffò, mentre dai logori stivali zampettò via un simpatico scorpioncino. Che dire, ordinaria amministrazione in quel della Sabbia.

    Arrivo, arrivo! Santi numi, arrivo. Che avete stamattina, vi siete svegliati per il morso di una tarantola?!

    A onor del vero, era circa cinque minuti che qualcuno bussava incessantemente alla porta della piccola e vecchia - o per meglio dire, antica - casa che Saru era riuscita a comprare con qualche risparmio ricavato dalle prime missioni come shinobi di Suna. Niente di speciale, ma era pur sempre casa. Dunque, era cinque minuti che qualcuno bussava alla porta, ma la straordinaria inedia e paradossale precisione della Rossa le impedivano di avere contatti con il mondo esterno prima di aver compiuto i suoi rituali mattutini. Si sistemò una ciocca ribelle di capelli dietro l'orecchio destro, in un gesto tanto usuale quanto maniacale. Poi, aprì appena la porta, lasciando che la catenella che fungeva da sicura si tendesse fino al suo massimo, cominciando a lamentarsi scricchiolando.

    Oh bene, visto che tanto ci tenevate, eccomi qui. Chi cerca chi?
    Mononobe Saru, shinobi di Suna. L'Accademia ti ha assegnato una missione, qui potrai trovare tutte le specifiche.
    Ohi ohi, l'Accademia dev'essere ben disperata per mandare una novellina come la sottoscritta in una missione. Non toccano ai pezzi grossi queste cose di solito, eh? Maledizione.

    Sbattè un paio di volte le palpebre, aspettando una risposta che non sarebbe mai arrivata. A sua insaputa, infatti, l'uomo in nero dell'accademia si era già dileguato, pronto a scattare verso il suo prossimo, imprescindibile impegno.

    Beh, era un ragazzo di poche parole. Ma lo capisco, è anche mattina, maledizione. Questi dell'Accademia non dormono mai, eh.

    Fece spallucce, tornando in casa e dirigendosi verso ciò che lei definiva armadio, ma che in realtà si configurava più come un intricato ammasso di assi tenuto insieme da quattro chiodi e tanta buona fede.

    [...]

    Uff, certo che portare una a Suna passando per Oto, è come voler trovare acqua a Suna mettendosi a scavare nella sabbia: inutile, dispendioso e ti fa sudare come un dannato.

    Agitò inutilmente la mano sinistra di fronte al volto, parendo più una papera annaspante che una persona che cercasse refrigerio. Erano giorni, giorni, e giorni che la Rossa camminava senza sosta, con i talloni che affondavano senza sosta nella sabbia, rendendo doloroso e estremamente faticoso anche il semplice muoversi a passo d'uomo. Quando il terreno si fece meno cedevole e le desolate radure di rovi cedettero il passo ai più verdeggianti paesaggi simil-Otesi, Saru fu talmente felice che quasi scoppiò in lacrime, saltellando contenta per prati e radure. Almeno fino a quando non arrivarono le zanzare.

    Maledizione, sceglierei mille volte gli scorpioni piuttosto che queste maledette succhiasangue. Si vede proprio che siamo a Oto, anche gli insetti hanno i fetish qui. Maledizione!!

    Erano circa le 10 di mattina quando una disperata Saru arrivò in vista della sua compagna. Possibile che quella maledetta non avesse potuto accompagnarla nel tragitto da Suna? Almeno avrebbero potuto dividere le zanzare.

    HEEY! Hey, buongiorno! Tu devi essere la mia compagna di missione, eh? Io sono Saru, Saru Mononobe. Studentessa della Sabbia. E sì, prima che tu me lo faccia notare è vero, sono un po' attempata. Ma c'è sempre tempo per trovare la propria strada, no?

    Si esibì in una risata forte e squillante, che rimbombò per tutto lo spiazzo. Di certo, se l'obbiettivo della giornata fosse stato quello di passare inosservate, la cosa cominciava molto male.

    Uch raggazzinaaa ciiaoo sono Fumi vuoi bere qualcosa?
    Err, no, veramente no, grazie. Sai, cerco di stare lontana da quella roba ultimamente. Qualche mese fa quasi finisco a Kiri per colpa di una sbronza. Ma sì, forse questo non è il momento di raccontare questa storia.

    Stava cercando in tutti i modi di respingere le avances della borraccia di Fumi, quando all'orizzonte apparve la figura sommaria di una nuova ragazza. Ebbene, era proprio la papabile Sunese.

    Salve sono Yumi piacere!

    La giovane si presentò con aria affabile, e Saru non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che la sua socia Fumi si riversò fra le due, barcollando e sbiascicando mentre le borraccia nelle sue mani si svuotava inesorabilmente.

    Eeeccol Saru io ho oootrroppaa setee. Paaarlla tuu?
    Ahah, che bellezza! Ecco, sì, questa è Fumi. Lei, è una tipa allegra, sai, è la responsabile della nostra missione di accoglienza di oggi.

    Nemmeno finì la frase, che quella finì a carponi, faccia a terra e dignità non in vista.

    Oh, maledizione.

    Contrasse le labbra, in una sua smorfia tipica di contrizione.

    Non ti preoccupare, Yumi. Andrà tutto bene, Suna si trova solo a qualche giorno di viaggio, sono sicura che ti troverai benissimo.

    Poi si avvicinò, come a voler dire qualcosa all'orecchio della ragazza.

    Promesso - bisbigliò - non tutti gli abitanti della Sabbia sono come Fumi.

    In effetti, alcuni sono peggio.


    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Tekken × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
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  5. .

    生き霊


    III



    Murasaki sbuffò quando la porta di fronte a lei si rifiutò di cedere al primo colpo, lasciandola all'esterno della biblioteca, in compagnia della cosa che continuava ad agitare le luci. Si avvicinò all'ostinato pezzo di legno, maledicendo internamente chiunque avesse costruito quel momentaneo ostacolo. La parte che più aveva subito gli effetti del tempo parevano essere i cardini, il cui ferro pareva oramai consumato da ruggine e agenti esterni. Concentrò nuovamente un'ingente quantità di chakra nella mano destra, colpendo poi velocemente i due punti di congiunzione della porta con la cerniera. Poi attese, sperando questa volta di essere riuscita a scardinare la pesante asse di legno.

    [...]

    Guardò con orrore il libro che teneva in mano, mentre un'intensa sensazione di freddo si impossessò nuovamente delle sue membra. Pareva quasi che fosse il suo corpo stesso a produrre il gelo, che andava poi ad irradiarsi nella grande stanza. Istintivamente lasciò la presa, mentre i libri ai suoi piedi ripresero vita, cominciando nuovamente ad agitarsi sul terreno, agitando convulsamente le proprie pagine e successivamente richiudendosi. Murasaki si inginocchiò, sentendo le gambe cedere sotto l'assurdità di quella situazione. Afferrò uno dei libri, scorrendo freneticamente le pagine alla ricerca di un qualche segno, un qualche indizio che potesse placare la cosa.

    Tutto questo... È assurdo, non può essere reale, non può...

    L'ultimo libro le cadde accanto, con un sonoro tonfo che riempì l'ambiente, facendo trasalire ulteriormente la Hyuga.

    Yojutsu

    Lesse ad alta voce, allungando la mano e appropriandosi del volume. Al tocco, esso risultò più freddo del ghiaccio, tanto che la mano sinistra di Murasaki parve paralizzarsi istantaneamente, i muscoli intorpiditi da quell'inusuale contatto. Non appena la ragazza lo ebbe afferrato, questo si serrò, impedendole di studiarne il contenuto. Non ricordava di averlo mai letto, e di certo si trattava di un qualche antico libro oramai non più in consultazione.

    Cosa stai cercando di dirmi?

    Sussurrò, mentre confusa appoggiava di nuovo il libro per terra. Qualche metro più in là, il resto dei volumi continuava la sua folle danza sul pavimento. Strisciò sul ruvido tatami, radunando lentamente tutti i libri che la cosa aveva scaraventato per terra.

    Deve esserci un motivo se ha scelto questi libri, qualcosa che li accomuni...

    Trattati di arte ninja, romanzi, tomi filosofici. Non pareva esservi una comunanza d'argomento, né la risposta poteva essere all'interno dei tomi, dal momento che la presenza non sembrava essere intenzionata a darle la possibilità di scorrerne il contenuto. La Hyuga rimase qualche secondo a fissarli, poi un'idea le balenò in testa.

    I titoli, deve essere qualcosa legata ai nomi di questi tomi.

    Li prese in mano uno a uno, riponendoli in modo ordinato, uno accanto all'altro.

    Yojutsu. L'arte del pugno gentile. Onore e rispetto. Unione spirituale con la natura. Insidiose tecniche di combattimento. Infine, Karma.

    Aggrottò le sopracciglia, studiando attentamente ognuna delle copertine. Colori diversi, caratteri diversi, persino sistemi di scrittura non uniformi. Se vi era un codice comune, doveva essere semplice e arbitrario. Scorse lievemente l'indice sulla copertina di Onore e rispetto, la cui prima lettera era stata disegnata a mano, in una grafia elaborata ed elegante. Quel modo di vergare le lettere le ricordava la madre, eccellente calligrafa e amante di questo tipo di estetica. Stava ancora tracciando i confini della O, quando lo sguardo le cadde sul resto dei titoli. In particolare, sulle loro lettere capitali.

    Y. A. O. U. I. K.

    Scosse la testa, aveva sperato che questa fosse la chiave di lettura, ma pareva che non avesse alcun senso. Stava per alzarsi, quando un freddo diverso, più profondo si impossessò di lei. Partì dalla base della nuca, scorrendo veloce per la colonna vertebrale, diramandosi poi per tutto il corpo. Una smorfia di terrore si dipinse sul volto della ragazza, che si lanciò freneticamente sui volumi.

    Non può essere, non è possibile... No...

    Afferrò i libri, riordinandoli secondo una remota intuizione, che si era fatta strada nella sua mente, quasi fosse un pensiero intrusivo.

    Y. O. U. K. A. I.

    Lanciò un grido, allontanandosi istintivamente dai libri. Qualcosa, nel profondo del suo animo, le diceva che quella era la soluzione all'enigma. Ma la risposta che giaceva dietro ad esso era ancora più terribile dell'indovinello stesso. Da qualche parte, in quella stanza, una parte della coscienza di Youkai si stava agitando, cercando un modo di raggiungere il mondo dei vivi, e di mettersi in contatto con lei.

    Youkai, YOUKAI! Cosa succede?!

    Si alzò, spostando velocemente lo sguardo per tutta la sala. Il suo compagno, il suo amico si trovava in quella stanza. Ciò che non sapeva, era come.

  6. .

    Infiltrazione





    Territorio: Oto
  7. .

    生き霊


    II


    La ragazza aggrottò le sopracciglia, osservando i cocci di vetro appena depositatisi sul duro tatami. Negli ultimi minuti la stanza era stata animata da una curiosa serie di eventi, che parvero culminare nel fragoroso scoppio di una delle lampadine atte ad illuminare il lugubre luogo. Qualche secondo dopo uno degli anziani, tale Togoshi, il quale vantava dal canto suo una diretta discendenza dal primo nucleo Hyuga, balzò in piedi, guardando con orrore il proprio sedile.

    È una stregoneria, vi dico. L'ho sentito chiaramente, uno spirito si è impossessato... Si è impossessato del cuscino, ho sentito la sua fredda mano attraversarmi il corpo. Che i Kami possano fulminarmi se non dico il vero.

    Continuò a spostare lo sguardo sui presenti, pallido in volto e con gli occhi iniettati di sangue. Un lieve brusio si levò dall'assemblea, mentre i quattro antichi si riunirono attorno a Togoshi, indicando e pungolando il cuscino in questione. Dal fondo della sala, dove erano relegati i membri più giovani del consesso, pervenne addirittura qualche risata. Alché Togoshi si girò nella loro direzione, paonazzo in viso, tuonando minacciosamente contro quei ragazzini irrispettosi.

    Padre,

    Murasaki si sporse appena in avanti, arrivando a portata d'orecchio del genitore.

    Non trovi che tutto questo sia...

    Inutile? Ridicolo? Una perdita di tempo? L'erede apparente degli Hyuga non fece in tempo a concludere la frase, che una profonda sensazione di sconforto si impossessò di lei. Sgranò gli occhi, mentre il cuscino su cui era seduta da tempo quasi interminabile divenne ghiacciato, quasi fosse composto di neve fresca. Scattò all'indietro, rifugiandosi sul ruvido tatami. Per quanto fissasse il cuscino, tuttavia, nulla pareva realmente cambiato nella composizione dello stesso. Suo padre, di fronte a lei, la fissava con aria nervosamente interrogativa, evidentemente irritato dalla piega irrazionale che quella riunione aveva preso. Se c'era una cosa che Genji Hyuga odiava, era sprecare il suo prezioso tempo in sciocchezze. Stava per parlare, per chiedere spiegazioni al genitore, quando un sinistro cigolio attirò la sua attenzione. Era appena dietro di lei, e pareva provenire dalla porta da cui era entrata qualche tempo prima. Ad uno sguardo più attento, Murasaki notò che era la maniglia a produrre quel suono, muovendosi freneticamente, come se dall'esterno qualcuno stesse provando a fare irruzione. Senza pensarci si alzò, come fatalmente attratta da quel movimento. Dietro di lei poteva ancora udire i bisticci degli anziani, le risa dei giovani, e le proteste del padre, che cercava di richiamare lei e il resto dell'assemblea all'ordine. Eppure, tutto sembrava così lontano nel tempo e nello spazio, così distante che la ragazza vi fece a malapena attenzione. Quella maniglia, quel rumore, parevano catalizzare il suo sguardo, come una sorta di buco nero dalla cui attrazione gravitazionale era impossibile sfuggire.

    Sembra che mi stia quasi... Chiamando?

    Allungò la mano, e quando finalmente afferrò la maniglia le parve che, improvvisamente, tutta la forza di gravità del pianeta si fosse concentrata in quell'unico punto. Durò un secondo, poi la maniglia cedette e la porta si aprì, conducendo allo stretto corridoio dei sussurri.

    Rivelatevi. Questo gioco è durato abbastanza.

    Disse, alzando appena il tono della voce. Non poteva credere alla storia raccontata dall'anziano Hyuga, non razionalmente. Era sicura che dietro a tutto questo vi fosse lo scalmanato gruppo di ragazzini Hyuga, composto da piccole pesti atte a sconvolgere la solitamente monotona vita del Clan. Più volte li aveva visti con i propri occhi, aggirarsi furtivi per le sale, pronti a infastidire più adulti possibile. Aggrottò la fronte quando non ricevette alcuna risposta, nemmeno una risata soffocata che rivelasse la presenza di un qualche bambino troppo fantasioso. Passarono pochi secondi, durante i quali Murasaki non fece altro che scandagliare il corridoio con lo sguardo. Poi, un ormai familiare sfarfallio rimbombò prepotentemente per le pareti. Ritmicamente, le luci che illuminavano appena quel luogo cominciarono a spegnersi e accendersi. Rispetto a quanto accaduto nella sala delle riunioni, tuttavia, pareva che in questo caso esse seguissero una specie di pattern, partendo dal punto in cui si trovava la ragazza, e allontanandosi progressivamente nelle profonde oscurità del palazzo. Murasaki si avvicinò alla lampada a lei più prossima, sfiorandola appena.

    Dovrebbe essere incandescente, invece è come se emanasse una sorta di luce fredda.

    Chiunque avesse ideato quello scherzo, di certo aveva una fervida immaginazione.

    E potenti mezzi.

    Scosse la testa, mentre lo sciocco pensiero di spiriti e infestazioni le attraversò la testa, intrusivo. Lasciò la lampada, proseguendo silenziosamente per il corridoio, sfiorando con la mano sinistra la parete. Seguì il ritmo dettato dall'elettricità, camminando nella penombra per qualche minuto. Era ormai distante dalla sala delle riunioni, e in un angolo della sua testa rimbalzava una sola domanda

    Perché nessuno mi ha seguita? Perché non mi hanno mandata a chiamare?

    La relegò il più lontano possibile, mettendo a tacere quell'orribile dubbio. Più andava avanti, più ogni passo pareva allontanarla dalla sicurezza e normalità della sua routine a villa Hyuga. La luce la portò attraverso il padiglione secondario verso quello principale, facendole attraversare le stanze dei genitori e gli appartamenti della loro servitù. Stranamente, tutto taceva. Non vi era anima viva in giro, e tutto nelle varie stanze pareva essere stato abbandonato di fretta, come se tutti avessero comunemente deciso di abbandonare il palazzo nello stesso istante. Passò nelle cucine, dove una grande teiera in ghisa era stata lasciata sul fuoco ancora acceso. Il suo fischio riempiva gli ambienti circostanti, risuonando come un vuoto allarme. Murasaki deglutì, quel paesaggio era decisamente insolito.

    Da quando sono nata, non ho mai avuto un momento di solitudine in questa casa. Dove sono tutti?

    La luce parve irritarsi, e la lampada vicino alla ragazza prese ad accendersi e spegnersi in modo quasi furioso. Con reticenza, Murasaki si rimise in cammino, lasciandosi alle spalle l'inquietante fischio e il desolante vuoto delle cucine. Percorse ancora qualche decina di metri, quando la luce parve fermarsi, come se avesse finalmente individuato il suo obiettivo. Andò avanti e indietro, cominciando poi a lampeggiare nella lampadina allocata vicino ad una porta in legno scuro e spesso, sul cui fronte campeggiava il carattere 書.

    La biblioteca? Cosa mai potrà volere dalla nostra biblioteca?

    La ragazza si avvicinò, appoggiando appena la mano destra alla porta. Con le dita tracciò il contorno del carattere intagliato nel legno, mentre vicino a lei la luce continuava ad andare e venire in modo sempre più insistente.

    Bambini, se siete voi questo è l'ultimo avvertimento. Sapete che non posso portarvi qui dentro, vi sarà permesso di accedervi una volta iniziati i vostri studi.

    Come tutti i suoi avvertimenti precedenti, anche questo cadde nel vuoto. Dal canto suo, la luce non accennava a tranquillizzarsi. Era davvero assurda come situazione, e Murasaki stessa era la prima a non riuscire a capacitarsene, ma le parve quasi che, nei suoi ritmici movimenti, la luce riuscisse ad esprimere... Emozioni? In quel preciso istante le parve che un'ondata di rabbia e impazienza la investisse, provocandole degli intensi brividi lungo tutto il corpo.

    Va bene, vorrà dire che entreremo in biblioteca.

    Staccò la mano, allontanandosi appena dalla porta. In una situazione normale sarebbe andata alla ricerca del custode della biblioteca, ma quella era tutt'altro che una situazione normale, e quale che fosse l'obiettivo di questa cosa, Murasaki non aveva intenzione di mettere in pericolo altri membri della sua famiglia. Concentrò il chakra nella gamba destra, in particolare sul piede, caricando poi un potente calcio in direzione della maniglia della porta, che le si spalancò davanti con un gran boato. Vicino a lei, la cosa parve soddisfatta, accendendo rapidamente molte luci dell'ambiente. Murasaki entrò, e come aveva sospettato non vi trovò nessuno. Poi, accadde qualcosa che raggelò il sangue della Hyuga, congelandola sul proprio posto. Le alte scaffalature della biblioteca cominciarono a tremare, tanto che la ragazza pensò che, per qualche strana coincidenza, un terremoto avesse deciso di colpire proprio ora la Foglia. Tuttavia, quando dei libri cominciarono a cadere, fu chiaro che era tutta opera della cosa, che dopo diversi tentativi stava riuscendo in quello che pareva il suo intento. Che volesse mostrarle qualcosa?

    Chi sei? Cosa vuoi da noi? Questo... Questo non è più divertente. Ti ordino di palesarti al mio cospetto, chiunque tu sia.

    Murasaki si mosse, inginocchiandosi sul libro appena caduto.

    Karma

    Lesse, aggrotando le sopracciglia. Alzò lo sguardo, percependo un movimento appena sopra la sua testa. Si spostò velocemente, e ci mancò poco che il libro successivo la colpisse in pieno volto.

    L'arte del pugno gentile, Onore e rispetto, Unione spitrituale con la natura, Insidiose tecniche di combattimento...

    Erano tutti libri che aveva letto, alcuni per dovere e altri per piacere. Che la cosa volesse comunicarle qualcosa? Era stata tutta una coincidenza, o era sempre stata lei il suo obiettivo? Si alzò, tenendo in mano L'arte del pugno gentile.

    Chiunque tu sia, qualunque cosa tu voglia da noi... Sappi che non la otterrai facilmente, non prima di passare sul mio cadavere.

    Lasciò cadere il libro con un tonfo, portando poi le braccia di fronte a sé in posizione di attacco, nella configurazione tipica dello stile di lotta Hyuga. Quale che fosse l'intenzione della presenza, di certo Murasaki non l'avrebbe semplicemente assecondata.

  8. .
    Benvenuto! :riot:
  9. .

    生き霊


    I



    Da quando Murasaki era diventata genin, la sua routine si era come sdoppiata. Vi erano giornate in cui, occupata con qualche missione, poteva uscire dal quartiere e dal villaggio, libera di esplorare il mondo esterno. Tuttavia, la giovane Hyuga non era solo una genin di Konoha. Come suo padre amava ricordarle, il suo primo e ancestrale dovere era nei confronti del Clan. In quanto leader in fieri, nei giorni in cui la ragazza non era impegnata come shinobi, essa era tenuta a continuare la sua formazione come futura capoclan.
    Era una calda giornata estiva, e Murasaki aveva appena concluso un intenso allenamento con la sorella. Di fronte a lei Tomoe si era appena accasciata a terra, stremata, mentre la sorella maggiore si era piegata sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Eppure, nessuna delle due ragazze aveva un graffio. Tale era la tecnica segreta tramandata nel Clan da generazioni: pochi danni esterni, devastazione interna.

    Non ti sei proprio risparmiata, sorella.

    Tomoe si alzò, massaggiandosi l'avambraccio destro. Sin da piccole, le due sorelle avevano sempre combattuto l'una contro l'altra, in un'infinita catena di incontri e scontri, il cui risultato era spesso la parità.

    Se lo facessi mi troverei con un braccio in meno, sorellina. Non mi aspetto niente di meno da te.

    Sorrise, rialzandosi e rassettando appena la veste. Di tutte le cose che doveva fare, di certo passare il tempo con la sorella era ciò che preferiva. Si avvicinò a Tomoe, offrendole aiuto per rialzarsi. Non passarono più che un paio di minuti, che lo zio delle ragazze si palesò, richiamando l'attenzione della maggiore delle Hyuga.

    Murasaki, è richiesta la tua presenza. Tuo padre ti ha convocata.

    La sorella alzò lo sguardo, spostandolo da loro zio a Murasaki. Poi, inarcò le sopracciglia, esibendosi in un'espressione confusa.

    Non sarà nulla, tranquilla. Noiose questioni di Clan. Tornerò appena possibile, e potrai avere la tua rivincita.

    Tomoe sbuffò, sorridendo.

    Questo presuppone che io abbia appena perso, sorella. Mi permetto di dissentire.

    Le sorrise un'ultima volta, girandosi poi e seguendo lo zio all'interno del padiglione secondario, alla volta della sala delle riunioni, situata nel padiglione principale. Come da protocollo l'uomo, pur essendo più anziano di lei, camminava ad un passo di distanza dalla ragazza, lasciandole condurre il passo.

    Dimmi, zio. Qual è l'ordine del giorno?
    Ordinaria amministrazione. Rapporti sul commercio, censimento annuale dei nuovi nati, e...

    Parve esitare un attimo, incespicandosi per un momento.

    Formalizzazione della successione. Fino ad ora il tuo è stato un titolo pro forma, in quanto primogenita dell'attuale capo. Da oggi in poi sarai ufficialmente designata quale suo successore. Tuttavia, alcuni degli anziani si sono dimostrati restii ad attribuirti questo ruolo, per il momento.

    Entrarono in un corridoio più stretto, illuminato da lampade ad olio, e dalla pavimentazione in legno scricchiolante. Era chiamato il corridoio dei sussurri, ed era l'unico accesso conosciuto alla sala delle riunioni. Il suo peculiare nome derivava proprio dal rumore che il legno del pavimento produceva ad ogni passo, così da avvertire i convenuti della presenza di ogni nuovo ospite.

    Come sai, il concilio ristretto è allarmato dalla mancata attivazione del tuo byakugan. Ritengono inammissibile che l'erede designata non abbia ancora mostrato appieno le potenzialità degli Hyuga.

    Si fermarono, essendo giunti alla porta che dava sull'antico salone. Murasaki contrasse il volto, in un'espressione contrariata. I suoi occhi, vanto di generazioni di Hyuga, erano inermi e inattivi, occhi del tutto simili a quelli del resto del mondo, fatto salvo per l'inquietante color bianco. Non v'era bisogno che gli anziani le ricordassero di tale problematica, la ragazza aveva tutto ben chiaro, da tempo. Se alla morte del padre non avesse sviluppato la kekkei genkai del Clan, nessuno l'avrebbe mai accettata come leader. Inspirò, cercando di fare chiarezza tra le sue idee.

    Sono nata per questo, zio. Sono stata cresciuta per questo. E nessuno potrà portarmelo via, nemmeno gli anziani.

    Li avrebbe spazzati via tutti, se necessario. Con o senza Byakugan.
    Entrarono nel salone, in cui regnava una forzata penombra. La giovane si era sempre chiesta il perché di questa sceneggiata, quando la tenuta era piena di ampli e luminosi spazi in cui raccogliersi senza alcuna difficoltà. Suo padre si voltò, salutandola con un cenno del capo. Di fronte a lui, quattro degli esponenti più antichi del clan, fra cui suo nonno, stavano seduti, lo sguardo severo che parve scandagliare la figura di Murasaki. Intorno al gruppetto centrale, i membri di spicco del Clan erano raccolti in cerchio, seduti ed in religioso silenzio. La voce di suo padre risuonò potente e profonda, riempiendo la sala.

    Murasaki Hyuga, figlia di Genji. Sei stata convocata dal concilio ristretto del Clan, per discutere della tua posizione e dei tuoi titoli. Siedi, prego.

    Si mosse, andando a collocarsi appena alle spalle del padre. Una volta seduta, i quattro anziani cominciarono la loro filippica, perorando la causa Clan. O così almeno dicevano. Secondo la loro proposta, la nomina ad erede avrebbe dovuto attendere fino al giorno in cui qualcuno di degno non si fosse presentato, dimostrando le proprie qualità di fronte a tutto il concilio. Li guardò, e seppe immediatamente quale fosse il loro problema. Ogni qualvolta la guardavano, vedevano una ragazzina debole e sciocca, che voleva diventare capo per capriccio, o per abitudine. Chiuse un secondo gli occhi, radunando le idee. Avrebbe provato loro quanto si sbagliavano, quanto lei fosse nata per questo compito. Nata per riportare gli Hyuga all'importanza che avevano occupato un tempo, agli albori del villaggio. Quando riaprì gli occhi, mentre ancora gli anziani parlavano e suo padre rimaneva in ascolto, silente, notò un leggero sfarfallio propagarsi dal lato est della sala. Una lampada pareva essere arrivata alla fine della sua vita, emanando gli ultimi bagliori prima di spegnersi.

    Una buona metafora per i vecchi Hyuga.

    Pensò, sorridendo fra sé e sé. Un secondo dopo, la lampada si spense, segnalando la sua dipartita dal mondo. Uno dei membri di più basso rango presenti si alzò, sincerandosi che la lampadine non fosse svitata o malfunzionante. Tuttavia, non appena l'uomo arrivò a distanza ravvicinata, la lampadina si riaccese autonomamente, tornando a splendere come se nulla fosse accaduto. Murasaki scosse le spalle, spostando nuovamente lo sguardo sugli anziani. Che quello fosse un segno? Per quanto avrebbe potuto provare ad imporsi, loro sarebbero sempre rinati, affermandosi nuovamente? Le parole continuavano a susseguirsi, come un fiume in piena. Qualche secondo dopo, però, l'attenzione della ragazza venne catturata nuovamente da problemi di tipo elettrico. Dall'altra parte della stanza, sulla parete ovest, un'altra lampada dava i suoi ultimi segnali di vita, emettendo luce ad intermittenza. Nuovamente, qualcuno si alzò per ovviare al problema, che scomparve non appena la lampada venne toccata. In pochi minuti, la cosa si ripetè diverse volte, creando un certo fastidio in tutta la sala. I convitati cominciarono ad agitarsi, inquieti sui propri cuscini.
    Quella riunione, cominciata come un qualsiasi incontro di Clan, si sarebbe presto rivelata totalmente diversa da ciò che i partecipanti si aspettavano.
  10. .

    Tanabata


    IV


    Murasaki si voltò appena in direzione di Youshi, spostando lentamente lo sguardo dal ragazzo al suo polso. Inclinò appena la testa, mentre un moto lento di rabbia le montava in petto. Durò un momento, nel quale l'unica cosa a cui riuscì a pensare fu a tutti i modi in cui avrebbe potuto spezzare la presa del kiriano, procedendo poi con il rompergli ogni singolo osso del braccio. Scosse la testa, come se si fosse ripresa da una sorta di trance. Alzò la mano sinistra, ancora libera, disinnescando istantaneamente la piccola cartabomba. Poi, con uno strattone, si liberò della presa del giovane.

    Non temere, Youshi. Verificavo quanto fossi attento.

    Fece roteare in aria la pallina, scagliandola poi con tutte le sue forze verso la piramide. Sorrise.

    Mi sorprende che uno come te abbia paura di una piccola esplosione controllata. Ti facevo più impavido, Youshi Tokugawa!

    Appoggiò appena la sua mano sulla spalla sinistra del ragazzo, avvicinandosi a lui.

    Devi sapere che non ho mai amato chi si prende gioco delle persone più ingenue.

    Fece un passo indietro, posizionandosi dietro Youkai. Aveva voluto sdrammatizzare, ma era lei stessa ad essere turbata dal suo gesto. Dal suo ritorno dalla missione ad Otafuku, le pareva che vi fossero momenti, in particolare quelli di agitazione, in cui una parte di lei nascosta, strisciante, prendesse autonomamente il sopravvento. Moti di cattiveria e freddezza l'attraversavano spingendola a compiere azioni fino a poco tempo prima per lei impensabili. Sospirò, sfiorando soprappensiero il polso che Youshi le aveva stretto. L'aveva percepito in modo così chiaro, così intenso: la voglia di ferire il suo ex compagno di team.

    D'altronde, ho ucciso due persone a sangue freddo. Tre, per l'esattezza. Cosa mi impedisce di farlo di nuovo?

    Sentì una ansia cieca pervaderle lo stomaco e la mente, le sue mani fredde parevano intrappolarla, e trascinarla giù, verso un abisso senza fine. I rumori, gli odori, le sensazioni. Pareva tutto scomparso. Poi, un colpo secco la riportò alla realtà. Di fronte a lei, il Kiriano si stava cimentando nell'abbattere quelle stupide piramidi di barattoli, seguito attentamente da Youkai, ancora inspiegabilmente agitato dalla presenza del peluche. Lentamente uscì da quella immobilizzante sensazione di torpore, riabbracciando il mondo esterno.
    Era una bella giornata, e sperava di vederne la fine.
  11. .

    Tanabata


    III



    La Hyuga sorrise, offendosi di sistemare lo yukata del ragazzo.

    Non vorrai che la gente cominci a farti domande scomode, giusto?

    Alzò lo sguardo, seguendo attentamente ogni parola che Youkai pronunciava riguardo al passato. Più il giovane proseguiva nel racconto, più il suo viso, prima pieno di felicità e spensieratezza, si faceva ombroso e distante. Per un secondo parve fermarsi, come se i suoi grandi occhi rosati avessero visto qualcosa di lontano, nel tempo e nello spazio. Durò un attimo, poi la sua espressione si fece nuovamente vispa, tornando a concentrarsi su Murasaki.

    Il mio Clan... La mia è una famiglia molto antica, Youkai. Pertanto, tutti i membri devono sottostare ad un preciso insieme di codici e leggi. Soprattutto io, in quanto erede designata del capoclan attuale, mio padre.

    Alzò lo sguardo al cielo, per evitare che il giovane non-morto potesse percepire nei suoi grandi occhi bianchi quel velo di tristezza che la attanagliava ogni qualvolta pensasse al suo destino, e a quello della sorella. Inspirò, tornando a guardare il ragazzo.

    Ma ti piacerebbe vivere con noi, ne sono sicura. Il Clan vive tutto in un unico quartiere, in cui si conoscono tutti. È impossibile sentirsi soli, in un posto così. Quando vorrai, sarai ospite gradito.

    Sorrise, non senza un velo di tristezza.

    [...]

    La ragazza si affrettò a seguire Youkai, che, attirato dai peluches che l'avevano portato a scontrarsi con Harumi di Oto. Prima di lanciarsi all'inseguimento del ragazzo, però, si sarebbe voltata verso gli altri due fortuiti compagni di viaggio, facendogli segno di seguirla.

    Perdonate Youkai, è solo molto contento di essere qui.

    Avrebbe poi sorriso, voltandosi e seguendo il piccoletto di Konoha. Una volta giunta alla bancarella, aveva trovato Youkai con un tale faccino triste, che solo a vederlo sentì una stretta al cuore.

    Non ti preoccupare, vedrai che riusciremo a conquistare il peluche più grande. È come una missione, no? Ci vuole gioco di squadra!

    Si voltò verso il venditore ambulante, squadrandolo dall'alto verso il basso. Nei giorni felici della sua infanzia, i suoi genitori lpavevano spesso portata a fiere simili, in compagnia della sorellina minore. Per quanto però le due Hyuga protestassero, non avevano mai potuto prendere parte a giochi del genere. Il padre, infatti, non faceva altro che sottolineare quanto certi negozianti amassero truccare i loro giochi, impedendo ai malcapitati clienti di vincere il premio più ambito.

    Lascia fare a me.

    Posò con veemenza i 150 ryo sul bancone dell'uomo, ricevendo così le sue tre palline. Al tatto apparivano soffici, più che sufficienti a far cadere quei leggeri barattoli. Il trucco doveva esserci per forza, altrimenti Youkai avrebbe agilmente vinto al primo turno. Afferrò la prima, lanciandola un paio di volte in aria per saggiarne la consistenza. Murasaki era sempre stata veloce, ma i vari addestramenti dell'ultimo periodo l'avevano resa fulminea. Il negoziante non avrebbe nemmeno visto partire il colpo, così da scongiurare l'utilizzo di ulteriori meccanismi sconosciuti alla ragazza. Avrebbe tirato le tre palline in sequenza, senza pausa tra una e l'altra. Ciò che però probabilmente il negoziante non avrebbe visto, era che la ragazza aveva velocemente applicato un piccolo fogliettoCartabomba I [Bomba]
    La cartabomba è un piccolo foglio sul quale è inciso un fuuinjutsu: causa una potente esplosione di diametro pari a 1,5 metri quando attivata; entro un raggio di 3 metri causa danni dimezzati. L'attivazione è percepibile tramite udito, vista e tatto; è possibile scegliere il tempo dell'esplosione, da tre secondi fino a 30 ore.
    Tipo: Speciale - Ustione
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 2
    (Potenza: 30 | Durezza: 1 | Crediti: 45)
    [Da genin in su]
    alla pallina centrale, recante dei fuuinjutsu esplosivi. Una volta effettuati i tre lanci, Murasaki avrebbe attirato verso di sé il negoziante con la scusa di voler riprovare i tiri, così da farlo allontanare dall'area della futura esplosione. Qualche secondo dopo, la pallina sarebbe saltata in aria, riuscendo, nell'idea della Hyuga, a distruggere il tavolo su cui erano state costruite le tre piramidi.

    Beh, lei ha detto solo di farle cadere, non ha mai specificato come.

    Avrebbe inclinato appena la testa, sorridendo al venditore ambulante. Non aveva mai sopportato gli imbroglioni, tantomeno quelli che si rifacevano sui ragazzini.

  12. .

    Il Profumo dei Ryō


    VII



    Murasaki gettò un rapido sguardo dietro alle loro spalle, dove Judai era rimasto a tentare di salvare le persone intrappolate dall'incendio. In cuor suo sperava che l'irruente Hyuga non decidesse di gettarsi tra le fiamme senza prima escogitare un piano ben definito, ma sapeva di non aver né il tempo né la possibilità di rimanere lì ad aiutarlo. Sospirò, riprendendo a fissare i tre uomini che, ignari di esser seguiti, proseguivano tranquillamente, ridendo delle loro malefatte. Accanto a lei, Youshi di Kiri si muoveva silenzioso, il viso glaciale puntato sulle prede, quasi fosse un segugio addestrato.

    Non sappiamo ciò che ci aspetta, ma di sicuro avere qualcuno come Youshi a fianco è rassicurante.

    Passò qualche decina di minuti, durante i quali i due genin seguirono silenziosamente i tre uomini che avevano preso il largo dalla scena dell'incendio. Murasaki si aspettava di udire nell'orecchio la voce di Judai da un momento all'altro, ma ciò non avvenne, lasciando lei e il kiriano immersi in un silenzio profondo, interrotto solamente dalle risa sguaiate dei malviventi. I due ninja si muovevano rapidi e senza far rumore, lasciando i tre soggetti all'oscuro delle loro posizioni. Fu solo quando arrivarono in una piccola radura, dominata dalla silenziosamente maestosa figura di un quarto uomo, che i tre balordi smisero di ridere, tornando silenziosi e tetri. L'uomo misterioso pareva osservarli, retto in mezzo alla radura, fasciato da dei lunghi abiti rossi. La sua intera figura non sembrò presagire nulla di buono.

    Devono essere arrivati, stanno rallentando.

    Sussurrò appena la ragazza, che ad un cenno di Youshi si fermò, accovacciandosi. Tentò di affinare l'udito, ma dalla loro posizione pareva impossibile riuscire a percepire i discorsi in atto fra i quattro. Youshi prese ad armeggiare col terreno, tracciando uno schema sommario della scena che i due shinobi vedevano svolgersi di fronte ai propri occhi.

    Comunica a Judai la nostra posizione e assicurati del suo stato di salute, se fossero riusciti a liberare e mettere in sicurezza quelle povere persone digli di raggiungerci, provvederemo dopo ad interrogarle. Se un possibile scontro dovesse prolungarsi, un suo aiuto in un secondo momento potrebbe esserci utile e spiazzare gli avversari.

    Murasaki annuì, concentrandosi poi sul sottile filamento di chakra che la collegava al compagno di clan. Poi, cominciò a sussurrare brevemente.

    Judai, mi senti? Ho bisogno di un rapporto sulla situazione dell'incendio. Qui potremmo avere bisogno di te, sei già riuscito a raggiungere i sopravvissuti?

    Poi, chiara come se lui fosse proprio accanto a lei, la voce del ragazzo le giunse all'orecchio, forte e squillante.

    Qui ne avrò per un po', non sarà facile raggiungere le persone intrappolate all'interno. C'è il rischio di prendersi una gran brutta ustione qui, maledizione.

    Anche a quella distanza, le grida dei malcapitati giungevano drammaticamente chiare. Murasaki chiuse appena gli occhi, cercando di focalizzarsi sulla loro situazione.

    Va bene, cerca di fare del tuo meglio. Riuscire a salvare anche solo una vita è un grande privilegio, Judai. Ma non fare nulla di troppo avventato.

    Sospirò, interrompendo la conversazione.

    Sul luogo dell'incendio, il ragazzo Hyuga si sarebbe voltato nuovamente verso la casa in fiamme, avvicinandosi al portone d'ingresso. Dall'abitazione continuavano ad arrivare le disperate grida d'aiuto dei suoi tre occupanti. Judai si fermò un secondo, osservando rapidamente la situazione: la finestra da cui sporgevano i tre malcapitati pareva decisamente troppo piccola per permettergli di entrare, mentre la porta di fronte a lui risultava bloccata da dei pali caduti probabilmente dal tetto dell'abitazione. Improvvisamente, un'idea si fece strada nella sua mente. Afferrò velocemente il suo fidato kusari fundo dalla borsa, cominciando a farlo roteare in aria. Pochi secondi dopo lanciò la catena, andando ad imbrigliare i tre pali incandescenti. Avrebbe poi concentrato tutto il suo chakra, immettendoloTecnica delle Corde - Ayatsuito no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può immettere il chakra verso i fili di nylon e corde, aumentando le capacità di utilizzo: sfruttando dei supporti potrà spostarsi come fossero liane, o evitare una caduta appigliandosi a sostegni solidi senza utilizzare rampini. Può imbrigliare facilmente un avversario causandogli sempre un Intralcio Leggero; la vittima dovrà usare la forza e 1 slot azione per liberarsi dalla presa, oppure usare la propria manualità per disfare i nodi, tramite uno slot gratuito lento. Ogni azione sopra descritta richiede almeno uno slot azione per essere effettuata dall'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso / Mantenimento: ½ Basso)
    [Da studente in su]
    nella corda e cercando di rimuovere ad uno ad uno i tre ingombri. [SA 1, 2, 3 - Forza 250 con pot. mezzo basso] Qualora tale piano avesse avuto successo, Judai si sarebbe avvicinato all'ingresso, per controllare quale fosse la situazione all'interno dell'abitazione. Si sarebbe poi rivolto verso Yoko, invitandolo a partecipare alla missione di salvataggio.

    Signor Yoko, io devo sbrigarmela con questi pali. Riesce a entrare e portare fuori quei tre? Non vorrei che li trovassimo già abbrustoliti, maledizione!

    [Chakra Judai 17.5/20]

    [...]

    Altrove, Murasaki aveva appena visto Youshi scomparire letteralmente di fronte ai suoi occhi, dopo che il ragazzo le aveva illustrato un abbozzo di piano. Avrebbero provato a nascondersi e origliare, ma non dovevano escludere la possibilità di uno scontro faccia a faccia.

    E a me toccherà l'uomo in rosso...

    Deglutì appena, facendo un segno nella direzione generale in cui Youshi era appena svanito. Poi, con la massima attenzione e cautela, si sarebbe mossa nella direzione indicata dal genin di Kiri, muovendosi fra gli alberi al limitare della radura. Lo sguardo fisso sui quattro uomini, avrebbe atteso nell'ombra, pronta ad agire in caso il camuffamento del kiriano avesse fallito.


    Chakra: 29.25/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 275
    Velocità:  325
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 5
    • Fukibari × 3
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Cartabomba I × 2
    • Fumogeno × 2
    • Wakizashi × 1
    • Sonagli [x5] × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Accendino × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1

    Note
    - 0.5 bassi per mantenimento arte della comunicazione (range 500m)
  13. .

    Punti di Vista


    IX



    Il tocco di Oboro risultò freddo e duro a contatto con la morbida pelle della ragazza, che accolse con sollievo quel minimale contatto umano. Se avesse potuto, si sarebbe accasciata tra le braccia dell'ANBU, lasciandosi andare ad una lunga sequela di singhiozzi. Invece, rimase ferma e tremante, lo sguardo fisso sul muro di pietra di fronte a lei.

    Oggi hai agito bene, andiamo a casa.

    Si limitò ad annuire, seguendo poi la donna fuori dal tunnel e poi dal locale. Ogni passo compiuto la allontanava dagli orrori appena avvenuti in quella stanza, tuttavia non era sicura che questo sarebbe bastato per distaccarsi emotivamente da quanto accaduto. Avrebbe voluto fermare Oboro, chiederle come affrontare ci che dal profondo le agitava la coscienza. Come avrebbe dormito? Come avrebbe guardato sua sorella negli occhi? Come sarebbe tornata ad una vita... normale? Eppure più guardava la donna, più ne ascoltava i lunghi silenzi, più si accorgeva che non vi sarebbe stata alcuna risposta. Avrebbe dovuto imparare a convivere con se stessa, o sarebbe stata sopraffatta.

    Diventerò come lei?

    Mentre camminavano, e come sempre Oboro si teneva ostinatamente qualche passo di fronte a lei, le parve di vedere un suo riflesso comparire di fianco all'ANBU. Una Murasaki più vecchia, con più esperienza. Si voltò verso la sua controparte più giovane, e la ragazza potè leggere nei bianchi occhi stanchi tutto ciò che essa aveva dovuto affrontare. Fu questione di un secondo, e l'ombra sparì. Attribuì il miraggio alla stanchezza, scuotendo appena il capo per riprendersi. Tuttavia, non riusciva a non pensare al possibile simbolismo: possibile che ciò che il suo subconscio le aveva appena suggerito fosse l'unica strada possibile? Che per sopravvivere avrebbe dovuto forzare, violare, rinnegare se stessa? Alzò gli occhi, sopra di loro e attorno a loro la vita continuava, come se nulla fosse accaduto. Nel grande ordine delle cose, pareva che l'intima disperazione di Murasaki non avesse alcuna importanza.

    Non esistono punti di vista. Solo il villaggio, e i suoi obbiettivi.

    Pensò. E, quasi fosse un mantra, cominciò a ripeterselo. Quale che fosse il suo destino, l'avrebbe affrontato tenendo a mente queste parole.

    [...]

    Fece appena in tempo ad alzare una mano in segno di saluto, che Oboro era già scomparsa tra la folla. Si chiese se l'avrebbe più rivista, ma soprattutto se avesse voglia di rivederla ancora. Tutto quello che sapeva sul mondo ninja l'aveva appreso da lei, e ad essa era legata da un ambivalente sentimento di necessità e rifiuto. Avrebbe voluto averla sempre accanto, e contemporaneamente il più distante possibile.

    A presto.

    Disse al vento, per poi voltarsi e proseguire per la propria strada. Si muoveva lentamente, incespicando di frequente sulla gamba ferita. Quando arrivò al quartiere Hyuga, lo trovò stranamente disabitato. Una parte di lei ringraziò per questa fortuita coincidenza. Temeva che la vista di qualsiasi persona a lei conosciuta le avrebbe provocato una crisi di pianto incontrollata. Proprio mentre pensava di essere riuscita nel suo intento di evitare qualsiasi anima viva, la figura alta e severa di suo padre le si palesò davanti, all'ingresso del padiglione principale della villa di famiglia. Murasaki alzò appena lo sguardo, e come immaginato sentì un nodo alla gola, mentre le lacrime si facevano strada prepotenti.

    Padre, io...

    Poi, accadde l'inaspettato. L'insperato. Genji Hyuga, uomo di poche parole e ancor meno gesti affettuosi, si avvicinò alla figlia, cingendone l'esile figura in un paternale abbraccio, nel cui la ragazza sprofondò. Appoggiò il viso sul soffice lino della tunica del padre, lasciando che le lacrime scorressero libere e copiose.

    Ho fatto una cosa orribile, non so potrò mai...

    Alzò gli occhi, mente il padre si discostò appena, portandosi faccia a faccia con la figlia.

    Murasaki, ora devi ascoltarmi. Hai fatto il tuo dovere, questo è quanto. Non sta a te decidere cosa sia moralmente giusto o sbagliato. Quello che ti pertiene è svolgere la missione, attenerti al tuo ruolo. Oggi hai reso onore al tuo clan e alla Foglia. Il mondo non ha bisogno di shinobi impauriti e colpevoli, figlia mia.

    Abbozzò quasi un sorriso, asciugando le ultime lacrime rimaste sul viso della principessa di casa Hyuga.

    Il tuo destino è scritto, Murasaki. Ho bisogno di sapere che quando non sarò più su questa terra qualcuno si prenderà cura di ciò che ho custodito per così tanto tempo. I tuoi antenati, il tuo passato, il tuo retaggio, così come il tuo futuro... È tutto permeato di grandezza. E finalmente, lo è anche il tuo presente.

    Poi, come se si fosse ricordato di qualcosa, si allontanò per qualche minuto, tornando poi con un oggetto. Murasaki si strofinò gli occhi, eliminando gli ultimi residui del pianto.

    Un dono per te dagli Anbu, per la missione ben riuscita, assieme a questa.

    La Hyuga afferrò il contenitore in legno, sospirando appena quando ne intuì il contenuto. Di fronte a lei vi era una wakizashi, l'arma con cui aveva giustiziato a sangue freddo i due traditori. Poi, suo padre le allungò una busta, e lasciò la stanza in silenzio. Con mani tremanti, la ragazza aprì la busta, estraendo la lettera vergata in caratteri eleganti.

    CITAZIONE
    "Ha ucciso la tua innocenza, che uccida anche i tuoi nemici. Usala bene."

    Sorrise appena, di un sorriso vuoto e ben lontano dall'essere espressione di felicità. Si alzò, raccogliendo i propri "regali", dirigendosi poi verso le sue stanze. Prese la lettera, e la conficcò sopra al letto con un piccolo shuriken. Un monito, un avvertimento. Un buon augurio? Si sedette sul letto, continuando a fissare come ipnotizzata le parole impresse sulla carta. Poi, un dolore acuto alla gamba attirò la sua attenzione. Aveva ricominciato a sanguinare.

  14. .

    Gita al Tempio


    Post VII


    Quando il colpo del gigante scalfì appena il gracile ragazzino, Agyō parve infuriarsi ancora di più, emettendo un lungo ululato gutturale, che risuonò per tutta la foresta. La situazione non parve migliorare quando davanti al guardiano apparvero ben tre Nòmura, cose che lo fece diventare paonazzo in volto. Come osava un ragazzino come lui sfidare a viso aperto la potenza di una bestia leggendaria?

    TU... MORTE!

    Ululò, e parve quasi che la sua voce provenisse dalla natura stessa. Gli alberi, l'erba, i massi, tutto risuonava della voce possente del terribile Agyō, guardiano del Grande Tempio. Quando i tre Nòmura si avventarono su di esso, il gigante si abbassò rapidamente, schivando l'attacco dei due cloni d'ombra, senza però percepire la presenza del ragazzo della Foglia dietro di lui. Tuttavia, il debole pugno in cui si era esibito il giovane non arrecò molti danni alla dura pellaccia del mostro. Irato, Agyō si voltò, chiamando a gran voce il fratello, che era fino ad ora rimasto impassibile. Quando anche Ungyō si mosse, il terreno riprese a tremare. Pareva che Nòmura, stretto nella morsa delle due divinità, non avesse scampo. Ad ogni passo dei due, le probabilità che il foglioso riuscisse a tornare a Konoha diminuivano. Alla fine, i due si bloccarono a circa un metro dal ragazzo. Agyō lo afferrò, senza lasciargli scampo. Ungyō alzò la lancia, con tutta l'intenzione di mirare alla tenera giugulare del ragazzo. Poi, il guardiano abbassò il braccio, caricando tutta la sua forza in quell'ultimo colpo.

    [...]

    Nòmura! NÒMURA!

    Quando il giovane avesse aperto gli occhi, la prima cosa che avrebbe visto sarebbe stato il viso gentile di Murasaki, turbato però da una profonda preoccupazione. Avrebbe percepito un certo intorpidimento agli arti, d'altronde aveva perso i sensi per circa un'ora.

    Oh, maledizione.

    La ragazza sospirò, aiutando il giovane a mettersi seduto.

    Ho temuto che qualcuno ti avesse attaccato, io... Cosa hai combinato?! Questo posto ha qualcosa che non va, Nòmura. È da quando siamo arrivati che ho la sensazione che qualcuno ci osservi. E ora scopro che tu sei caduto vittima di un qualche genjutsu. Dobbiamo andare, e subito. Riesci a metterti in piedi?

    Murasaki si alzò, allungando la mano destra verso il giovane. Dunque, a sentire le parole della ragazza, tutto ciò che era appena accaduto non era altro che frutto di un crudele scherzo. Qualcuno che voleva tenere alla larga i ninja più inesperti, aveva fatto in modo che il solo osservare le possenti statue dei guardiani facesse credere al malcapitato di essere attaccato dai due esseri mitologici. Ma era davvero così? Nòmura sapeva solo di essersi risvegliato dopo aver perso i sensi. La persona che aveva davanti era davvero la Hyuga?

    Recuperiamo le borse, ho paura che non fossimo i soli a cercare questo rotolo. È il momento di tornare a Konoha, Nòmu-chan.

    La ragazza sorrise nervosamente, per poi voltarsi e prendere a camminare velocemente. Si fermò poi quasi subito, come se si fosse dimenticata qualcosa.

    Ah! Ahahaha, che imbranata, non ricordo proprio dove abbiamo messo le nostre cose. Eh, che ne dici di andarle a recuperare tu, da bravo? Su, su.

    Gli fece segno con la mano di muoversi, sedendosi poi su un masso e sbuffando. Se Nòmura avesse osservato bene la donna, avrebbe potuto individuare, per un momento solamente, qualcosa di peculiare accadere al suo viso. Come se vi fosse un'interferenza, per un secondo gli occhi della ragazza parvero diventare neri come la pece, per poi tornare al solito bianco latte. Cosa stava succedendo in quella foresta maledetta? A Nòmura l'arduo compito di scoprirlo.

  15. .

    Tanabata


    II



    Murasaki sbatté un paio di volte le palpebre, cercando di captare qualche segnale da Youkai che indicasse che il ragazzo la stava prendendo in giro.

    Tu eri... Morto?

    Osservò il viso del giovane, alla ricerca dei segni che avrebbero potuto rivelare un passato del genere. Durante i suoi giorni di studio, Murasaki aveva letto qualcosa a proposito di una tecnica utilizzata anticamente per riportare in vita i morti. Che Youkai rientrasse in tale categoria. Quando il ragazzo pronunciò il nome dell'Hokage, la Hyuga parve tranquillizzarsi. Quale che fosse la provenienza del non-morto, il fatto che egli fosse sotto la protezione del grande shinobi escludeva la possibilità che fosse vittima di un qualche jutsu di controllo.

    Uno spettro? Come... Un fantasma? Ah! Ora capisco il modo peculiare in cui indossi lo yukata.

    Disse la giovane, sorridendo appena ed indicando la chiusura della veste del ragazzo.

    Sai, pensavo fosse semplicemente una distrazione. Ma dimmi, come sei diventato... Uno spettro?

    Rise delicatamente, mentre ancora faticava a prendere coscienza della stramba situazione in cui si trovava. Spettri, non-morti... Era tutto materiale da leggende, che aveva incontrato solo nelle sue letture d'infanzia. Eppure, Youkai pareva esserne la concreta manifestazione. Posò lo sguardo sul viso felice del giovane, mentre egli le mostrava le sue abilità, in estati contemplazione delle stranezze che il mondo ninja aveva da offrirle.

    [...]

    Quando furono arrivati, Murasaki non ebbe nemmeno il tempo di scendere dal carro che Youkai si era già gettato a capofitto nella folla, con l'aria esagitata di un bambino che entra per la prima volta in un negozio di caramelle. La Hyuga cercò di non perderlo di vista, accelerando il passo e riportandosi al suo fianco. Qualche minuto e chiacchiericcio dopo, Youkai prese a tirarle la manica dello yukata in direzione di un buffo banchetto di peluches.

    Certamente, abbiamo tutto il giorno per fare quello che più ci aggrada.

    Il ragazzino la guardò fare emozionato, per poi voltarsi e correre in direzione dei peluches. Non fece nemmeno in tempo a percorrere metà strada, che Youkai si schiantò sonoramente contro una ragazzina minuta e dall'aria riservata, che venne letteralmente travolta dall'esuberanza del giovane non-morto.

    Ti sei fatta male? Devi scusare il mio compagno, è solamente molto emozionato all'idea di partecipare al Tanabata.

    Disse, chinandosi sulla ragazzina per sincerarsi della sua condizione fisica. Le avrebbe poi offerto aiuto a rialzarsi, qualora la giovane avesse accettato di afferrare la sua mano tesa.

    Il mio nome è Murasaki, del Clan Hyuga. Questo è Youkai, veniamo entrambi da Konoha. Spero tu possa perdonarci.

    Indietreggiò, affiancandosi nuovamente a Youkai e appoggiando la mano destra sul suo braccio sinistro, come a rassicurare il giovane riguardo al piccolo incidente. L'insolito trio era intento in questi scambi, quando una figura ammantata comparve quasi dal nulla, affiancandosi alla genin della Foglia. Murasaki, allarmata, si voltò, mantenendo Youkai alle sue spalle. Ma, non appena lo sconosciuto ebbe rimosso il cappuccio, il volto della ragazza si illuminò di un sorriso sincero.

    Youshi! Che piacere vederti qui! Sì, è un'occasione un po' affollata, ma di certo passeremo una giornata più piacevole rispetto a quella nelle paludi.

    Chinò appena il capo in segno di saluto, spostandosi poi per rivelare al Tokugawa il suo compagno di viaggio.

    Youkai, ho l'onore di presentarti Youshi. Siamo stati compagni di missione qualche tempo fa, è un ninja formidabile, e un compagno affidabile.

    Era felice di rivedere un volto amico, che aveva pensato di non incontrare mai più Tuttavia, non appena il ragazzo nominò Judai, la giovane si fece lievemente scura in volto, avvicinandosi a Youshi.

    Judai... È complicato. Come saprai, i rapporti tra le nostre famiglie non sono distesi. Non ho più avuto sue notizie dopo la nostra missione insieme.

    Sospirò, guardando lontano, dietro di loro.

    Spero se la stia cavando bene.

    Abbozzò un sorriso, rivolgendosi nuovamente al resto del gruppo.

    Bene, io e Youkai avevamo intenzione di fare un giro dei vari banchetti. Penso di parlare a nome di entrambi, ci farebbe molto piacere se voleste unirvi a noi!
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