Posts written by Youshi2

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    病気の顔

    Byōki no kao

    II

    Sbattei la palpebra e tornai a mettere a fuoco ciò che mi si poneva di fronte, per un attimo o poco più i pensieri avevano preso il sopravvento e meccanicamente avevo collaborato con gli altri ninja nel liberare il vecchio dall'illusione che lo attanagliava. Fu così che, a sua volta tornato alla realtà e libero dalle costrizioni del genjutsu, il vecchio iniziò a parlare e a darci una buona parte delle informazioni che ci servivano. Incrociai le braccia all'altezza del petto sotto il mantello e lo ascoltai con il viso serio di chi comprendeva, lentamente, la gravità della situazione. L'anziano aveva qualche difficoltà a ricordare da quando era iniziato tutto questo, ci parlò però di come quella malattia - i cui sintomi più evidenti erano foruncoli verdi sulla pelle dei malati - si diffuse nel villaggio e come quel sedicente guaritore era sopraggiunto al villaggio. La promessa del Bersaglio di salvare la gente a patto che loro lo venerassero era stata inizialmente ignorata dalla gente del luogo, a sentire le parole successive inclinai leggermente il capo osservando il vecchio: gli effetti della malattia divennero più nefasti e, infine, misero in ginocchio la popolazione. Quindi ha il controllo totale su questa malattia, non è un semplice virus. Può aggravarla o manipolarla dissi calmo ai miei compagni, le conclusioni che si potevano trarre è che si trattasse di un qualche jutsu. Certo la sua natura ci era ignota, ma se si fosse trattato di un genjutsu la nostra sensitiva avrebbe potuto scoprirlo rapidamente, altrimenti non avremo potuto escludere una qualche kinjutsu, hijutsu o kekkei genkai a me ignota.
    Riflettendo sulle sue parole successive portai una mano al mento e lo grattai lentamente. Le messe erano tenute dal Sommo Sacerdote del Bersaglio, solo gli abitanti del villaggio vi partecipavano e le guardie più fedeli ne erano escluse. Aggrottai un sopracciglio e lanciai una rapida occhiata verso gli altri membri del team, quelle messe ci davano una finestra temporale interessante nella quale colpire il braccio destro del Bersaglio. Tirai le labbra e rimasi in silenzio ascoltando le parole successive dell'uomo. L'anziano era visibilmente provato e, poco prima di crollare in un sonno profondo, citò in un farfuglìo di parole un passaggio segreto nei pressi di uno dei pozzi del villaggio.
    Alzai allora lo sguardo verso i miei compagni, li osservai calmo e quindi dissi: Direi che ora la situazione è molto più chiara, ma altre questioni si aprono e dovremo trovare una risposta per poter agire in sicurezza mossi qualche passo in direzione del villaggio, aspettando che i miei compagni mi seguissero, quindi ripresi calmo immergendo il mio corpo nella foschia naturale che alleggiava in quell'ambiente Mi riferisco alla natura di questa malattia, come potremmo evitare il contagio? E poi c'è la questione delle campane e il genjutsu da esso generato, ci servirà qualcosa per limitare il nostro udito, almeno come soluzione temporanea feci una piccola pausa, lasciando così riflettere i miei compagni prima di proporgli ciò che avevo pensato Ho un piano da proporvi, le incognite sono molteplici e quindi dovrà essere elastico, dovremo essere pronti a modificarlo in base alle situazioni che ci troveremo ad affrontare lanciai uno sguardo verso di loro e quindi proseguii: Una volta infiltrati all'interno del villaggio ci divideremo: voi vi dirigerete verso il tempio ed io andrò al campanile. Vorrei capire perché le guardie del Sacerdote non partecipano al rituale, forse rappresenta un pericolo per chiunque ne faccia parte. Ma sappiamo che è l'unico momento in cui il Sacerdote è privo di difese, ovvero il momento migliore per agire. L'azione dovrà essere discreta, non se ne dovranno accorgere né i popolani né tanto meno le sue guardie, l'obiettivo è raccogliere informazioni sulla malattia e proseguire con l'infiltrazione feci una pausa lasciando ai miei compagni la possibilità di intervenire, quindi ripresi Una volta concluso il rituale dovrete tendergli un agguato prima che esca dal tempio, interrogarlo e assumere le sue sembianze dopo aver nascosto il cadavere il mio sguardo era serio, sapevo perfettamente il livello di pericolo a cui stavo esponendo uno dei membri del team e, infatti, ero altrettanto pronto ad assumermi io quel pericolo se uno di loro si fosse tirato indietro. Prese le sembianze del sacerdote avremo la nostra via per la fortezza del Bersaglio e il suo capezzale. Io e l'altro membro del team ci riuniremo e proseguiremo con l'infiltrazione: a questo punto dovremo essere pronti ad adattare il nostro piano alla situazione. Perchè colui che ha assunto le sembianze del Sacerdote potrebbe farsi carico di farci entrare, d'altronde possiamo immaginare che abbia un certo peso nelle gerarchie e quindi potrebbe fare accedere due pellegrini devoti alla causa senza troppe difficoltà; oppure dovremo trovare una via traversa. Magari tramite i pozzi tentennai un secondo Sempre che il passaggio che il vecchio ha citato porti all'interno della casa del Bersaglio. Mentre voi vi occuperete del Sacerdote io, prima o dopo aver perlustrato il campanile, potrei controllare il pozzo che c'è lì vicino e, eventualmente, di quelli limitrofi quindi mi feci zitto per qualche attimo e poi aggiunsi concludendo: E' chiaro, ci sono molte cose che non sappiamo e che potrebbero rendere inefficace o inattuabile questo piano, ma penso che saremo in grado di modificarlo in base alle nuove informazioni che scopriremo via via. Cosa ne pensate? domandai calmo, osservando l'ambiente che ci circondava. Se si fossero dimostrati favorevoli al mio piano allora avrei puntualizzato: Secondo quanto ci ha detto il vecchio ci sarà un'altra messa a mezzanotte, le campane che abbiamo sentito prima erano quelle che annunciavano la penultima della giornata, ovvero quella delle diciannove. Avremo il favore delle tenebre e quindi potremo sfruttare il tempo che ci separa dal rituale successivo per controllare i pozzi e raccogliere altre informazioni, ad esempio sulla malattia e le dinamiche del contagio o per trovare una via di fuga sicura nel caso fallissimo

    [. . .]

    Deciso come procedere, proseguimmo lungo la via che ci avrebbe portato al villaggio. Non trovammo trappole ne guardie a sbarrare il nostro passaggio e, dopo un po' di tempo, arrivammo nei pressi della fortezza. Lì, se la chunin della foglia avesse ritenuto opportuno condividere con noi le informazioni che aveva raccolto, avremmo saputo anche noi della quarantina di guardie di basso rango che controllavano le mura. Acquattati nell'ombra e coperti dalla foschia, avrei disegno con un dito un rettangolo che rappresentava la fortezza e, in maniera sommaria, avrei chiesto a Kairi di indicarmi dove erano posizionate le guardie che aveva percepito. Molto bene dissi a denti stretti Cercherò di capitalizzare il momento in cui attirerete l'attenzione delle guardie per entrare cercai un punto abbastanza vicino al cancello meridionale a cui si sarebbero approcciati e in cui vi era un gruppo minore di guardie, quindi lo indicai passando da questo punto. Poi mi muoverò verso il campanile, passando dai tre pozzi a sud del villaggio. Quello vicino al bestiame nei pressi delle mura, poi il successivo più vicino al tempio e infine il pozzo che si trova attorno al campanile. Vi occupate voi di quelli posto a nord ovest tra le case? Magari riuscirete a raccogliere qualche informazione tra la popolazione, non dimentichiamoci che sono soggetti all'illusione e potrebbero essere ostili nei nostri confronti, ma potrebbe valere la pena anche di sciogliere questa illusione se lo riterrete opportuno alzai e abbassai le spalle. Se non ci fossero state altre questioni, sarebbe stato il momento di agire e, prima di fondermi con la mia ombra e con le tenebre della notte, aggiunsi: In caso fossimo separati e costretti alla fuga, troviamoci all'albero nel frattempo il mio viso e il mio corpo si facevano via via sempre più indistinti e solo i denti candidi si sarebbero mostrati in un ultimo sorriso diabolico: Ci vediamo d'altra parte, buona fortuna. [Attivazione Mondo delle Tenebre | +3 Furtività, furtivo anche senza copertura parziale | Basso]
    Mi allontanai rapidamente dalla loro posizione cercando di raggiungere quella che mi ero prefissato. Grazie alle precedenti perlustrazioni di Hideo e della sua creatura eravamo consapevoli della presenza di trappole sul territorio, per questo motivo la mia attenzione si divideva tanto nell'evitare di farmi scorgere, quanto nell'individuare possibili trappole o tranelli che avrebbero allarmato i guardiani. [Percezione 9] [Furtività 9] [Movimenti Silenziosi] [Movimento Inodore]
    Avrei tentato di accedere al villaggio fortificato da Sud Est, sapevamo della presenza di alcune guardie poste nella trincea che mi separava dalla mura, ma grazie al passo di tenebra ero abbastanza sicuro che non sarei stato notato facilmente. Mi sarei avvinato di soppiatto alla prima linea difensiva aspettando che i miei compagni si palesassero attraverso la foschia verso l'entrata a sud, quindi una volta che ebbi le prime avvisaglie che erano stati individuati, procedetti. Avevo avuto il tempo di osservare attentamente il tragitto, cercando così di scovare delle trappole e muovere con sicurezza i miei passi. Non mi sarei fatto prendere dalla frenesia, mi sentivo sicuro nella notte che mi avvolgeva e solo un sensitivo allertato dalla mia presenza avrebbe potuto individuarmi, così mi avvicinai quatto tra le ombre nei pressi della trincea e mi fermai a circa cinque metri. Avevo chiesto ai miei compagni di parlare ad alta voce con le guardie, non solo per poter sentire vagamente cosa si dicevano, ma anche per coprire i miei felpati rumori. Quindi sfruttai una delle molteplici ombre che vi erano tra la prima linea difensiva e la seconda per teletrasportarmici, appena toccai il terreno attivai nuovamente l'arte segreta del mio clan per spostarmi su un'ombra proiettata sulle mura e vi rimasi attaccato grazie al chakra adesivo. A quel punto accellerai rapidamente la mia corsa, impastando una leggera quantità di chakra per rendere ancora più rapidi i miei movimenti [Vel 750 | Basso] Tentai di guadagnare la cima delle mura e, prima di sbucare oltre ai merli difensivi, lanciai il piccolo sasso, che avevo recuperato da terra mentre mi avvicinavo, sulle mura ad una decina scarsa di metri alla mia sinistra nella direzione in cui vi erano alcune case. [Slot Gratuito - Lancio senza finalità offensive | For 600] Una semplice precauzione per attirare l'attenzione di possibili guardie, quindi raggiunto l'apice delle mura avrei compiuto nuovamente due passi di tenebra in rapida successione: il primo per raggiungere l'altra parte della passerella delle mura, il secondo per atterrare sul tetto di una casa che si trovava vicino alle mura e nei pressi di una torre.
    Il respiro non era affannato, il cuore batteva placidamente, come se non avessi fatto alcuno sforzo. Socchiusi l'occhio e mi concentrai solamente sull'udito, volevo capire rapidamente se la mia presenza era stata avvistata e se qualche allarme era stato lanciato. Se così non fosse stato, avrei continuato la mia infiltrazione secondo programma: ovvero andando a studiare il primo pozzo che si trovava esattamente a nord rispetto alla mia posizione. Per farlo avrei dovuto aggirare una torre imponente e quindi, prima di muovermi, avrei cercato la strada più sicura.

    Chakra utilizzato: 4 Bassi
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    ヤシミナタの日記

    Yashimata no nikki

    IV


    [Primo livello, dieci giorni dopo l'Adunanza Oscura]
    La pioggia bagnava il mio viso e le mie vesti, così l'artefatto che reggevo con mani che si fecero tremanti mentre celato inchiostro affiorava tingendo e ascrivendo parole lì dove prima vi erano pagine bianche. Lessi la prima pagina spasmodicamente temendo che, come erano affiorate, quelle parole sparissero in un secondo momento, ma realizzai che le pagine non sarebbero tornate bianche. Inspirai ed espirai, lasciando che un sorriso rimanesse sul viso soddisfatto. Tornai al coperto, tornai allo scrittoio in cui avevo passato buona parte di quegli ultimi giorni poiché nuovamente mi sarei dovuto applicare alla lettura e alla decifrazione dei messaggi dello zio.
    La flebile luce di una candela illuminava le pagine e le parole ivi tracciate elegantemente, ero solo nella stanza presa in affitto e, mano a mano che mi immergevo nella lettura, il brusio della bettola proveniente dal piano inferiore scomparve. Yashimata aveva lasciato, celate nell'inganno, informazioni circa la struttura interna di Ame. Scoprii così il motivo per il quale aveva abbracciato il seme dei Cuori, ovvero perché questa "famiglia" si occupava del mercato di cadaveri e altri organi da vendere al mercato nero di Ame. Lo riteneva il modo più facile, per un assassino come lui, di fare soldi all'interno del paese della Pioggia. Nei Cuori si potevano registrare assassini, spie e politici, apparteneva alla loro branca tutto ciò che concerneva rapimenti, omicidi, scambi di organi e taglie. Ma fu l'informazione successiva che mi fece spalancare il mio unico occhio: un Hayate controllava il seme dei Cuori. Passai la mano sul mento riflettendo calmo, alzai lo sguardo verso la parete incrostata dall'umidità e lasciai vagare la mente per un momento nel passato. Con l'organizzazione di Hayate, infatti, avevo già avuto qualche occasione di incontro. La prima volta all'isola dell'Abete, lì dove Bakekujira si stava risvegliando, incontrai diversi ricercatori dell'immortalità, tra tutti il misterioso uomo con il grosso cappello peloso, colui che mi portò alla reliquia dei Cavalieri del Vuoto e che abbandonai per sfuggire ai suoi intrighi. Un'altra volta la donna che si faceva chiamare Hana, in quell'occasione mi trovai con il primario e l'Hokage in un labirintico mondo senza un'apparente via d'uscita. [Nota] Da quelle esperienze avevo compreso come ponessero il loro obiettivo sopra ad ogni cosa, non si ponevano automaticamente in contrasto con i ninja accademici, non se questi non si fossero frapposti tra loro e la ricerca dell'immortalità. Benché non avessi i loro medesimi obiettivi e non godessero della mia fiducia o stima, mi rispecchiavo nella loro tenacia e modi di agire: tutto ciò che si frapponeva tra me ed il mio obiettivo lo consideravo un problema da eliminare alla radice. Passai la mano tra i capelli tinti di scuro e poi la lasciai cadere sull'occhio stirando la palpebra e espirando. Se le cose non erano cambiate da quando Yashimata aveva scritto il diario, allora significava che ero entrato in contatto con uno degli Hayate, tramite il messaggio diffuso tramite la carta da gioco. Mi sarei dovuto preparare all'eventualità di incontrarlo, pensare a punti fermi su cui fare leva per risolvere i potenziali pericoli provocati da tutto questo.
    Proseguii la lettura del diario, Yashimata si chiedeva come tale organizzazione e equilibrio potessero sopravvivere alla caotica e, apparentemente, anarchica città. Identificò in una figura l'onere di scovare eventuali traditori e mantenere l'ordine: il Joker. Una figura che non apparteneva agli altri semi e, grazie a questo suo rapporti di assolutezza, poteva porsi come garante dei loro loschi patti. Non vennero spese altre parole su questa misteriosa figura, ma se era in grado da solo di tenere a bada i quattro semi, significava che aveva un potere e un'influenza più che notevole. Una figura, insomma, da cui tenersi a debita distanza finché non avessi raccolto nuove informazioni sul suo conto.
    Il Nukenin della mia gente fu, invece, più generoso nel parlare dei Fiori, altro seme di Ame. Ramo organizzativo della Pioggia che si occupava di sostanze, fossero esse droghe, tonici o veleni, ma anche rari ingredienti o antidoti dei più disparati. Corrucciai la fronte domandandomi se il mio maestro dei veleni - Shunsui Jiro Abara - fosse entrato in qualche modo in contatto, attraverso il suo stesso negozio, con il mercato di Ame, magari per raggiungere qualche particolare o raro ingrediente. Mi morsicai il labbro, rinunciando al fatto di provare a mettermi in contatto con lui per via della pericolosità che tale scelta avrebbe provocato alla mia infiltrazione, avrei però cercato di contattarlo una volta andatomene da Ame, forse poteva avere qualche informazione interessante da darmi. Ma ciò che fu realmente interessante furono le parole lasciate da Yashimata: un Signore dei Fiori agognava i Sigilli Maledetti di Oto. Un'informazione, questa, che il traditore kiriano desiderava di fornire all'attuale Kokage, Alosyus Diogene Mikawa. Serrai la mandibola, non sapevo se questa voce era giunta ai tempi al Mikawa, ma io stesso gli avrei fatto rapporto una volta uscito dalla città in cui la pioggia è perenne.
    Chiusi il diario e tenni le mani sulla copertina. Respirai calmo elaborando ciò che Yashimata aveva voluto trasmettere all'erede del suo artefatto. Quindi lo nascosi nella tasca interna, poi presi le mie cose e, alzato il cappuccio oltre il capo, mi diressi verso le vie di Ame dove un tetro spettacolo mi attendeva.

    [Città dei Morti, Ame - ???]
    La pioggia batteva inesorabile sul mio volto. L'odore di fango mi imperniava il naso e la melma inzozzava le mie grigie vesti. Respirai calmo, ammutolendo la rabbia dovuta alla delusione di aver fallito, di non aver trovato la via per accedere alla Città dei Morti. Luogo dove avrei potuto continuare la mia inesorabile ricerca, dove avrei potuto trovare gli indizi che mi avrebbero condotto all'eredità che consideravo un mio diritto. Espirai a lungo mentre l'acqua giungeva ormai alle orecchie, avevo bisogno di calma e di silenzio e, in qualche modo, in quella condizione potevo pensare: l'acqua attutiva ogni suono e mi chiudeva in una bolla dove non vi era altro se non i miei pensieri. Così ripercossi quei giorni ad Ame, come ero entrato nella città, l'incontro all'obitorio e quindi il primo dono di Yashimata, poi il messaggio cifrato e i giorni dedicati a decriptarlo. Infine la nuova consapevolezza, il messaggio mandato attraverso la carta e il particolare incontro nei vicoli della città. Dove avevo sbagliato? Cosa mi era sfuggito?
    All'improvviso l'aria mi mancò, l'acqua piovana aveva raggiunto le mie vie respiratorie impedendomi di respirare. Cercai di alzarmi per riprendere fiato, ma la terra e il fango iniziarono a collassare imprigionandomi nella fossa che io stesso mi ero scavato. Mi agitai cercando una via di fuga, ma non riuscii a sovrastare quel peso che mi stava imprigionando, in tutto questo i polmoni bruciavano cercando dell'ossigeno da immettere. [Leggera alla Vitalità]
    Mi resi conto di cadere solo quando il fango e la terra lasciarono spazio al vuoto. Mossi da prima in maniera confusa le braccia, poi mi imposi la calma realizzando di trovarmi nel mio ambiente: nel buio più totale. Allungai gli arti lasciandomi cadere a volo d'angelo, mantenni una respirazione regolare, mentre la terra si avvicinava mortalmente al mio viso. A pochi metri dall'impatto mi raggomitolai su me stesso compiendo una rapida capriola e, quando ormai non più di quindici centimetri mi separavano dalla rottura di entrambi gli arti inferiori se non la morte, scomparii in una breve nuvola di tenebra. [Passo di Tenebra | 1/2 Basso] Comparii a qualche metro da dove sarebbe dovuto avvenire l'impatto, avevo sfruttato il buio diffuso ampiamente in quell'ambiente come ponte per spostarmici grazie alle antiche conoscenze Tokugawa. Rimasi fermo qualche secondo ad osservare lo scroscio di acqua, terra e fango che cadeva dal soffitto, proprio dove prima ero sdraiato chissà, ora, a quanti metri da me. Quindi mi voltai osservandomi attorno, cercando di cogliere ogni novità o indizio che potesse farmi pensare di essere nella Città dei Morti.
    La grotta era vasta, ma non assomigliava alla descrizione che Yashimata aveva lasciato, negli scritti del nukenin non vi era alcun rimando a laghi sotterranei e, da ciò che scriveva, l'unico spazio della Città era immensamente più grande di quel luogo. Mi mossi con aria circospetta dopo essermi tolto il fango dalle vie respiratorie, le poche parti del mio viso non coperte dalla benda erano state tinte dalla terra di Ame. Ad un primo sguardo non sembravano esserci anime vive, né animali né vegetali, successivamente potei notare che mano umana aveva plasmato in qualche modo quel luogo e successivamente vidi una piccola casetta fatiscente vicina ad un molo privo di imbarcazione.
    Mi avvicinai lentamente e circospetto a quel luogo, un uomo stava seduto vicino ad un tavolo dalle cui ciotole su di esso proveniva un pungente odore di pesce. Stavo per annunciarmi quando egli parlò rivolgendo il viso in mia direzione e presentandosi. Potrai chiamarmi Kurai, Mogen risposi, utilizzando il nome in codice che ero solito usare durante le missioni di infiltrazione, rivolgendogli un leggero cenno del capo salutandolo. Lo osservai mentre riprese a parlare e lo ascoltai attentamente mentre un ampio sorriso si dipingeva sul mio volto: mi stavo infiltrando in una città di nukenin, avevo preventivato di trovare qualche traditore della mia gente. Per questo ebbi la prontezza di rispondere con altrettanto disinteresse: Siamo in due, allora. E penso che Kiri mi odii altrettanto risi calmo Non apprezzano molto che le loro lame vengano trafugate aprii leggermente il mantello lasciando intravedere l'elsa di Utsubo e cercando così qualche sorta di complicità da parte del marinaio. Avevo bisogno di prendere tempo per valutare un'alternative alle opzioni datemi dall'uomo: non avevo così tanto denaro con me, non avrei potuto pagare il viaggio. Ma fu l'uomo a darmi altre possibilità per evitare il pagamento in moneta sonante: un omicidio, la vincita di una partita a poker o la fortuna di tentare da solo di attraversare il lago.
    Scartai rapidamente le ultime due opzioni, non ero un giocatore di poker e mai avrei potuto ambire di vincere un qualsiasi torneo contro altri giocatori provetti, né consideravo un'opzione sicura quella della traversata in solitaria. Quindi lo osservai e con voce gelida risposi: Capisco... indicai una delle sedie libere, chiedendo implicitamente il permesso di sedermi, se mi fosse stato accordato l'avrei fatto Avrai la testa di questo Saicokage, ma prima voglio accedere alla Città dei Morti se avesse avuto delle dimostranze o avesse rifiutato di portarmici, avrei insistito Mi servono quanto meno delle prove concrete che tu sia in grado di portarmici, per quanto ne so potresti semplicemente raggirarmi chiusi le braccia al petto guardandolo con severo distacco.
    L'uomo mi aveva mostrato la sua carta, era un sei di quadri e questo significava che aveva ricevuto il mio messaggio. Valutai di non espormi su quel fronte, lasciando che il silenzio precedesse le sue risposte.
    Se avessimo raggiunto un accordo, allora avrei proseguito: Uccidere è il mio mestiere, sono stato addestrato fin da bambino in quest'arte un violento sorriso mostrò i denti candidi Parlami dell'obiettivo, più informazioni ho, più semplice sarà portare a termine questo incarico e più rapidamente potrò raggiungere la Città dei Morti. iniziai ad alzare le dita mentre con voce calma enumeravo ciò che desideravo sapere: Conosci le sue abitudini? Pensi di poterlo attirare in un determinato luogo? E' un combattente, conosci qualche sua capacità? E' solito avere una guardia armata con lui o si muove solo? Richiusi la mano e appoggiai il pugno sul tavolo, il mio occhio cercò nuovamente il suo sguardo e domandai perfidamente: E poi ad un altro ex-kiriano puoi dirlo: qual è il motivo reale per cui lo vuoi morto? che fosse semplicemente una scocciatura da eliminare credevo poco, non poteva essere una scocciatura che valeva 15000 ryo. Vi era qualcos'altro sotto e tentai di giocarmi le mie carte per scoprirlo


    -1 Leggera alla Vitalità
    -1/2 Basso
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    裏切りの言葉

    Uragiri no kotoba

    VIII

    Il consiglio del Mizukage fu quello di incanalare l'odio, lo guardai per un momento e poi indirizzai verso di lui un deciso cenno del capo. Byakuei non avrebbe visto l'alba. Le sue parole successive si riferirono ad una profezia, ad una serie di queste che erano state condivise ad alcuni shinobi del villaggio e poi mi riferì cosa era accaduto nelle ore precedenti. Fu quando sentii quel nome che non riuscii a tacere COSA?! la sorpresa si leggeva chiaramente sul mio viso Kotaro Tokugawa è uno dei corpi a disposizione di Byakuei? Scossi il capo bestemmiando i Kami, Kotaro era - infatti - il fratello maggiore di Ossuri e spesso si perdeva nel raccontarmi la sua efficienza e le sue capacità combattive Era il fratello maggiore di Ossuri. Ho solo sentito storie sul suo conto, ma dubito che Ossuri esagerasse nel raccontarle guardai in direzione dell'elmo di Kensei-sama, quindi verso Fudoh che ci aveva raggiunto e stava osservando le ferite che avevo riportato.
    Il primario condivise con noi ciò che gli era stato detto da uno dei teschi, ovvero la parte della profezia che lo riguardava. Rimasi in silenzio e ascoltando le parole tra il capovillaggio ed il mio parigrado, quindi parlai con voce calma: Mi ha detto di una parte che mi riguarda, o meglio, come sono chiamato all'interno della stessa: "ombra con metà luce soltanto". Si diceva stupito perché non pensava fosse per via del fatto che sia guercio serrai la mandibola concludendo Ma non mi ha riportato alcuna profezia, unicamente questa cosa ed io ho preferito tentare di salvare la vita a Ossuri piuttosto che perdere tempo in chiacchiere.
    Purtroppo Fudoh non aveva gli strumenti adeguati per soccorrermi, io annuii calmo e gli dissi mentre il dolore si acuiva Grazie lo stesso Fudoh-san quindi strinsi le labbra: dovevo domare quel dolore e, come mi aveva detto il mio Kage, canalizzarlo verso lo scopo. Nutrirmene e farlo mio.

    [. . .]

    Arrivati alla Pagoda, mentre mi occupavo di fare una prima perlustrazione per evitare le guardie poste da Byakuei, Fudoh aveva curiosato in quello che sembrava essere un vero e proprio magazzino. Così al mio ritorno, prima che facessi rapporto al resto del team, mi allungò un paio di tonici. Lo ringraziai con voce leggermente roca, afflitta dal dolore fisico e morale, quindi li ingerii. [Tonici]. A quel punto fu semplice superare i primi guardiani e, grazie al primario, proseguire l'infiltrazione indisturbati. Ci calammo lungo la discesa verso la Pagoda che guardai con stupore: era un luogo che trasudava magia e antica potenza. Giungemmo allora alla base e osservammo il nerboruto guardiano, poco dopo venne raggiunto da una persona che potei riconoscere solo qualche attimo dopo riportando alla mente una vecchia foto che lo ritraeva sorridente insieme ad una giovane Ossuri: Fantasma Buio... sussurrai appena percettibile ai ninja attorno a me. Deglutii inspirando a pieni polmoni, un nuovo nodo alla gola si ripresentò.
    Furono le parole di Fudoh a farmi tornare con i piedi ancorati alla realtà e il pensiero saldo all'obiettivo. Feci un cenno di capo d'assenso e, con voce calma e misurata risposi, al primario: Così sia, ma avviciniamoci a piedi. Ho poco chakra e prevedo che me ne servirà per lo scontro contro quell'infame. avrei voltato lo sguardo verso gli altri membri del gruppo Quando Fudoh lancerà l'illusione, avvicinatevi a noi. Da lì ci sposteremo sulla Pagoda aspettai un cenno di intesa e, assieme al primario, mi sarei mosse furtivamente verso i due guardiani.
    Una volta attivata l'illusione, avrei trasportato prima Kensei-sama, poi il fu guardiano di Oto e quindi il membro della Mano Bianca. [Nota]

    Se fossimo riusciti a raggiungere la Pagoda, sfruttando qualche ombra proiettata su di essa, il primario e il Kage avrebbero preso qualche precauzione per rallentare il potenziale intervento dei due guardiani.

    Se non fossimo riusciti a raggiungere la Pagoda, invece, avrei studiato attentamente gli avversari, sapendo che da lì a qualche istante sarebbe iniziato un feroce scontro contro uno dei Tokugawa più potente della storia recente.

    Chakra: 28,2/60
    Vitalità: 13,7/15
    En. Vitale: 25,7/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  525
    Resistenza: 450
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 575
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Mantello × 1
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Spiedi potenziati × 6
    • Lancia Spiedi × 2
    • Bomba Specchio × 2
    • Bomba Abbagliante × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Fumogeno × 3
    • Spiedi × 1
    • Coltelli da Lancio × 1

    Note
    Scheda di riferimento per questa giocata: www.narutogdr.it/creaschede/scheda...CWIgrK3w7odilb6


  4. .

    黒と白の手

    Kuro to shiro no te

    X

    Sorrisi sornione a Fudoh-san poiché ammise che Raizen gli aveva fornito diverse informazioni che avrebbero potuto interessarmi, ma non ne rivelò nemmeno una. Speravo le volessi condividere, Fudoh-san Poi il tono della discussione cambiò e il primario ci tenne a puntualizzare un po' di cose, lo fece attraverso un discorso lungo e, sicuramente, non privo di un evidente trasporto emotivo. Condivise con me quella che era stata la sua storia fino a quel momento, meglio, quella che era stata la sua storia familiare: come fosse cresciuto nell'orfanotrofio, la fuga e gli espedienti per sopravvivere. Lo guardai calmo, indeciso se fosse il caso di intervenire o lasciarlo sfogarsi, non era la prima volta che assistevo ad una situazione simile. D'altronde era già successo a Taki, in quel caso l'avevo lasciato sfogarsi rimandando per troppo tempo la discussione, forse era il caso di fare diversamente? Capisco, ciò che mi dici, Fudoh. Anche se, ovviamente, fatico a comprenderlo e rispecchiarmi lo guardai per un attimo, d'altronde la mia famiglia - grazie all'intraprendenza mercantile della defunta nonna - era tra le più ricche del clan Tokugawa Ma c'è una cosa che vorrei chiederti, hai detto che sei diventato un ninja di Kiri per necessità e Kiri - per via della tua costanza e delle tue doti - non solo ti ha dato ciò di cui avevi bisogno, ma ti ha addestrato, ti ha fornito le possibilità per diventare - probabilmente - il miglior medico del villaggio e lo shinobi che sei diventato aggrottai il sopracciglio abbassando lo sguardo Ti ha messo nelle condizioni di diventarlo, non fraintendere il mio discorso pensando che ti stia negando degli evidenti meriti. Quello mi stupisce, voglio dire, è che saresti disposto a considerare di voltare le spalle alla fiducia delle persone di questo villaggio che, tuo malgrado, ti ha ospitato, cresciuto, allevato, per dei legami che - per quanto profondi - stanno affiorando ora stirai le labbra pensieroso E' questo che fatico a comprendere

    Avevo deciso di introdurre l'argomento del Sangue degli Dei come se fosse una questione dubbia, un suo pensiero, ovvero che lui si ritenesse tale. L'avevo fatto perché volevo mi fornisse maggiori informazioni su come avesse scoperto ciò e, malgrado si fosse leggermente sbilanciato, fu bravo a nascondere il tutto nell'indeterminatezza. Indeterminatezza che tentai di eludere con una domanda posta con estrema curiosità: Un parente morente? mi accigliai esprimendo preoccupazione Mi hai parlato delle tue sorelle, non mi avevi mai citato altri. Di chi si trattava? Rimasi sorpreso quando poi mi disse di aver scoperto che una parte della sua famiglia era stata perseguitata, a causa di alcune loro abilità non meglio specificate. Tirai indietro il capo osservandolo meglio e quindi rapido mi frapposi tra le sue parole interrompendolo: Mi stupisci e mi rattrista sentire ciò ammisi sinceramente, non avendo ancora delle certezze tramite le quali decifrare pienamente le sue parole E non credi che un'intera potenza militare ed economica come Kiri possa aiutarti? Il villaggio ti deve più di qualcosa. Io per primo e il Mizukage stesso sarà propenso a fornirti le risorse di cui avrai bisogno. Ma ci sarà bisogno di più chiarezza per fornirti un aiuto concreto, reale ed efficace il mio sguardo si pose sui suoi occhi in maniera ferma Per quanto tu possa pensare il contrario, a Kiri non sei solo.
    Riprese il discorso, aggiustando forse la mira o facendomi meglio comprendere le sue parole precedenti. Devo aver allora mal interpretato le tue parole. Ma il fatto che tu voglia persuaderla, non esclude un tuo fallimento nel tentare ciò. Questo significa che dovremo essere pronti a questa eventualità e, allora, non possiamo non considerarla una minaccia diret... le mie parole vennero interrotte da un forte senso di oppressione e collera: lui era arrivato.

    [. . .]

    Il Mizukage mi concesse la grazia. Guardai un'ultima volta i ninja presenti nella stanza: il capovillaggio, Hideo, Fudoh-san e il redivivo. Il genin era intervenuto in maniera sciocca e scellerata, aveva rischiato la sua stessa vita per la mia, una cosa che certo non avrei dimenticato in futuro. Il mio passo era incerto e Umiko venne in mio soccorso, rifiutai il suo aiuto e claudicante imboccai la porta dell'ufficio. Venni fermato un'ultima volta dal Mizukage che mi lanciò il filatterio, lo guardai dubbioso tra le mie mani domandandomi perché me l'avesse ridato, quindi notai il kanji e, con un cenno del capo, lo salutai. Una volta nel corridoio Umiko si mise al mio fianco e impose di aiutarmi, prese il mio braccio e se lo mise sulle spalle sgravando le gambe dal mio peso. Non è il momento di fare gli orgogliosi, Youshi-senpai mi guardò attraverso la sua maschera Hai bisogno di cure e te le fornirò. Ma non è il caso che tu esca dal palazzo amministrativo in queste condizioni, il popolo non ti deve vedere in questo stat... Taci Umiko le risposi secco, infastidito dalla leggerezza con cui parlò Ma hai ragione, fermiamoci in qualche stanza vuota quindi afferrai la piccola ampolla di sangue e ne bevvi una goccia, ricevendo così il messaggio del Mizukage. Un largo sorriso si aprì sul mio volto sofferente, fu a quel punto che venimmo interrotti da Hideo-san. Guardiano della gente di Kiri... lo salutai con voce leggermente roca, ma non perdendo quel leggero sorriso che prima era affiorato Il consigliere si è dimostrato fin troppo attaccato al suo scranno e ho dovuto fare ciò che non mi auspicavo, come ti avevo predetto alle mura. feci una piccola pausa rallentando anche il passo per il dolore che mi attanagliava Tempo al tempo risposi, poi, quando mi chiese perché non avevo mostrato le mancanze di Etsuko al Mizukage Ogni cosa verrà svelata, ma il fatto che non mi abbia ucciso all'istante dovrebbe già rispondere a questi dubbi che mi poni il mio sguardo si spostò verso quello del genin E credo anche che, in questa sua scelta, abbia pesato il tuo intervento. Ti sono debitore e, bada bene Hideo-san, sono in pochi a godere di credito nei miei confronti. Se in futuro avrai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, sai a che porta bussare feci un cenno con il capo d'assenso. Ora perdonami, ma la mia cara Umiko è una kunoichi premurosa e non posso rifiutare le sue cure. Ci vedremo presto, addio Hideo-san
    Lo salutai così, lasciandomi poi trasportare in una stanza vuota ed affidandomi alle cure della Mano Nera. Avevo un appuntamento all'alba da non perdere e, per allora, avevo bisogno di essere rimesso in forze
  5. .

    戦争が与える自信

    Sensō ga ataeru jishin

    IV

    Il cuore riprese a battere ad un ritmo normale quando l'aura di potere sembrò scemare nella stanza. Deglutii e mi guardai attorno: il Mizukage, siglato l'accordo con l'altra massima carica di stato, rimase marziale e intellegibile nella sua armatura e nell'elmo che ne nascondeva il viso; dall'altra parte il Kokage, a seguito del rituale, mostrò segni di inevitabile stanchezza e si appese al bracciolo dello scranno, ma nella sua prossemica non vi furono segni di alcuna debolezza, lo sguardo era vivo e attento, il corpo trasmetteva ugualmente la sua potenza. La mente del Mikawa andò allora a ricostruire il percorso che lo aveva portato in quella stanza, raccontò i legami che aveva stretto con altri shinobi in precedenza e come essi lo avvessero abbandonato e deluso nel fallimento. La mia attenzione fu massima quando citò, tra questi, l'attuale consigliere: Etsuko Akuma. Il mio sguardo si spostò repentino verso il Mizukage, ma non sembrò dare alcun segno di sorpresa o conoscenza, troppo attento nell'ascoltare le parole successive del condottiero di Oto. Io, invece, passai la mano sul naso iniziando a riflettere su quali potessero essere le implicazioni di Etsuko nei trascorsi di Alosyus-sama, cosa potessero aver tramato assieme e come avesse potuto l'Akuma, successivamente, stringere un legame con l'Hokage. Quella rivelazione, forse passata in sordina all'attenzione del Mizukage, magari perché già nota o perché troppo concentrato sul discorso generale del Kokage, fu come un nuovo punto di luce che proiettava nuove e dense ombre sul viso della Mano Dorata.

    Si tornò poi a parlare di come saldare il legame tra i due villaggi, vi era la questione del reclutamento e l'addestramento delle nuove leve, questione che il Kokage - con il beneplacito dell'altra carica di stato - riservò a me e ad Harumi. Sarebbe un onore dissi marziale, muovendo il capo verso i due kage in segno di rispetto.
    Al momento dei saluti tra i due tossii leggermente, chiedendo così implicitamente parola e, se mi fosse stata accordata, avrei detto con tono calmo: Se vorrete potrò occuparmi io dell'organizzazione della Nebbia di Sangue era, d'altronde, ciò che facevo attivamente da diversi anni Potrebbe essere anche l'occasione perfetta per un incontro tra i Daymio del futuro Impero Avere la loro totale fiducia e appoggio avrebbe assicurato ai due Kage di potersi muovere senza alcuna remore, gettando così delle basi ancora più solide e sicure.
  6. .

    病気の顔

    Byōki no kao

    I

    Il vento gelido e la neve sferzavano le alte coste rocciose di Genosha. Mi trovavo nell'isola kiriana per mettere alla prova delle nuove reclute della Mano Nera, il test era piuttosto semplice: sopravvivere al clima e alla fauna ostile dell'isola. Privi di ogni equipaggiamento e sfiancati dalle prove che in quei giorni si erano susseguiti, dovevano raggiungere la costa prima dell'alba, altrimenti la prova sarebbe stata considerata fallita e la loro richiesta negata. Guardavo il mare, scuro come la notte, infrangersi sugli scogli e ritirarsi per poi tentare nuovamente il suo assalto quando qualcosa attirò la mia attenzione: viaggiando a pochi metri dalla superficie dell'acqua un corvo si muoveva verso terra. Un atteggiamento particolare per quel volatile che mi incuriosì e così il mio sguardo lo seguì finché non si pose a poco meno di un metro da me, due elementi poi mi diedero risposta: il corvo era un messaggero controllato da un fuunjutsu. Mi chinai e sfilai il messaggio leggendolo lentamente, si trattava di una chiamata accademica e le informazioni al riguardo erano pressoché assenti, nulla di strano poiché esse sarebbero state fornite al punto di ritrovo. Richiusi il messaggio e lo misi in una tasca sotto il mantello, quindi osservai il sole superare completamente l'orizzonte Il tempo è scaduto. Recupera gli esaminati e riferitegli l'esito: la Mano Nera non è posto per loro dissi ad Umiko, kunoichi delle squadre speciali con cui sempre più spesso mi trovavo a collaborare. Sono stato convocato dall'Accademia, partirò immediatamente. Addio Alzai il cappuccio per nascondere il viso, quindi mi diressi verso la nave che mi avrebbe portato verso il continente.

    [. . .]

    Il tragitto fu lineare e rapido. Durante l'attraversata avevo potuto studiare delle mappe e, così, scoprii che Ochiru Hanabira si trovava a Nord-Est del Paese dell'Erba. Le informazioni che potei raccogliere durante il viaggio su quel villaggio, una volta superato il confine, furono piuttosto stringate: molti nemmeno lo conoscevano, altri ne avevano sentito parlare, ma solo alcuni avevano potuto dare una vaghissima descrizione del luogo. Discorso ben diverso, invece, per quanto riguardava il Salice Cadente e qualcuno lo ricollegò anche ad un'antica storia, cosa che attirò il mio interesse, ma che non potei approfondire in quel momento.
    Quando giunsi a destinazione un vecchio, che difficilmente sarebbe stato in grado di superare il prossimo inverno date le sue condizioni, si trovava in compagnia degli altri ninja accademici: Hideo e una Kunoichi. Il kiriano mi si avvicinò tendendo la mano in segno di saluto che ricambiai, in un ghigno poi risposi E' ancora presto per sostenere il contrario, Hideo-san quindi la mia attenzione si rivolse verso la ragazza della foglia. La ragazza si presentò, poiché nessuno dei due l'aveva mai vista, un Uchiha al servizio delle mura delle Foglia e così le feci eco osservandola seriamente con il mio unico occhio: Youshi Tokugawa, chunin della Nebbia. Le parole successive della ragazza, poi, aprirono un lungo solco sul mio viso, un sorriso le cui caratteristiche potevano far tanto pensare a genuino divertimento quanto ad atroce violenza Che io sappia gli attriti sono solo di natura personale tra il nostro attuale Kage ed il vostro mentii calmo, come se non avessi origliato il primo loro incontro nel giorno dell'insediamento di Kensei-sama e il daspo che venne dato a Raizen, partecipato all'incontro tra il Kokage e il Mizukage o non avessi impedito in prima persona all'Hokage di accedere a Kiri, ma poi aggiunsi a riprova delle mie parole Yato Senju, ad esempio, è uno shinobi che possiede la mia stima e la mia fiducia. Abbiamo concluso diverse missioni assieme, un ottimo elemento quelle parole erano genuine, il chunin della foglia manipolatore del legno si era dimostrato un ottimo e sagace compagno, oltre che ottimo combattente Spero che ti rivelerai essere una kunoichi altrettanto dotata, Kairi-san conclusi osservandola un'ultima volta e dando un rapido sguardo all'equipaggiamento che portava seco, ma non notando nulla di particolare se non delle protezioni agli avambracci e un giubbotto protettivo. Scarni elementi che potevano dare l'idea di un ninja che, suo malgrado, poteva trovarsi coinvolta in combattimenti corpo a corpo. Niente di interessante risultò nello studiare ciò che portava con sé, diverso invece era osservare ciò che non portava: nessuna lama era mostrata, né altre armi di dimensioni notevoli erano tenute in bella vista. Certo non potevo escludere che fossero tenute in qualche rotolo da richiamo, ma potevo anche sospettare più coscientemente sul fatto che la kunoichi non fosse propriamente una combattente. Non sapevo se la donna avesse notato il mio sguardo indagatore, se così fosse stato, dopo averla guardata un'ultima volta in viso con un ghigno, mi sarei diretto verso il vecchio.

    Aggrottai il sopracciglio visibilmente infastidito: l'Accademia ci aveva riferito che avremo avuto ogni informazione sul luogo, come mai rischiare la vita dei loro shinobi fornendo quelle vitali risorse ad un vecchio poco sano di mente? Serrai la mandibola e strinsi i pugni, quindi feci un ampio respiro mentre Hideo tentò di estorcere nuove informazioni dal vecchio che sembrò essersi messo a pregare. Contemporaneamente la kunoichi della Foglia si fece zitta e sul suo viso emersero i segni di un'evidente concentrazione, qualcosa di non molto diverso da quanto visto fare da Etsuko e gli altri sensitivi accademici. Una volta che avesse concluso, allora, le avrei domandato: Scoperto qualcosa di interessante, Kairi-san? nient'altro avrebbe anticipato quella domanda, niente che potesse darle idea di cosa stessi pensando. Hideo nel frattempo si era attivato per richiamare i suoi Mondi, il falco prese subito il volo nella direzione dataci dal vecchio, l'altro ragazzo invece rimase assieme a noi.
    Misi una mano sul viso e stirai i miei lineamenti allungando l'unico occhio buono, quindi mi sarei rivolto ai miei compagni di missione: Le informazioni sono essenziali, senza queste il coefficiente di difficoltà cresce in potenza. Intendo sia ciò che riguarda la missione che i nostri compagni di missione, le persone con cui combatteremo per la nostra sopravvivenza e la riuscita il mio sguardo si spostò dal genin alla chunin Io sono un assassino specializzato nel combattimento corpo a corpo, il mio stile prevede rapidi e violenti attacchi sfruttando l'ambiente circostante. Ho conoscenze mediche di base, nel caso qualcuno di noi si dovesse fare male. sarei rimasto in silenzio per qualche secondo, lasciando così la possibilità ai miei compagni di condividere tra loro le informazioni essenziali Bene. Nella lettera che ho ricevuto non vi era alcuna informazione sulla missione se non di presentarmi qui. Voi sapete qualcosa in più?

    [. . .]

    Cosa hai potuto vedere attraverso i tuoi occhi, Hideo-san? avrei domandato al genin, riferendomi al falco mandato in avanscoperta. Suggerisco di iniziare l'infiltrazione nel villaggio, a seguito della ricognizione del falco ne potrebbe servire una seconda, Kairi-san il mio sguardo si pose su di lei Se non ho capito male sei una sensitiva, no? Vediamo se riesci a individuare il nostro obiettivo una volta giunti nei pressi, magari troverai anche i primi sistemi di sorveglianza o gli elementi che costituiscono la sua guardia personale [Nota] scrollai le spalle aspettando una risposta da parte della ragazza, quindi mi sarei rivolto verso Hideo Nel caso dovessimo trovarci ad infiltrarci nel villaggio direttamente devi trovare un modo per nascondere tutti quei piercing, da te e dal tuo socio, qua l'indice si mosse verso i vari piercing che gli costellavano il viso potresti attirare l'attenzione e credo che sia meglio tenere un profilo basso, magari tramite il mantello. Per questo eliminerei anche i simboli che ci riconducono a dei villaggi accademici quindi mi tolsi il coprifronte lasciando solo la benda sottostante a nascondere l'occhio mancante. Attese le eventuali idee, domande o rimostranze dei compagni di missione in silenzio e con un'espressione calma in volto, avrei domandato: Andiamo? A quel punto i passi avrebbero preso la direzione dataci dal vecchio Quanto dista da qua, Hideo? E, saputo ciò, tra quanto pensi sarai in grado di studiare il villaggio e i suoi abitanti Kairi-san?

    [Let's go!]
  7. .

    天狗の散歩

    Tengu no sanpo

    VII

    Sorrisi alla dimostrazione d'orgoglio di Kotaro per il proprio fratellino, pensai che se il fratello maggiore fosse stato ancora in vita avrebbe potuto ammorbidire Ossuri e la sua intransigente disciplina. Sfortunatamente non mi seppe dire nulla su Hayate e la sua organizzazione, citò però il fatto che durante la guerra non era raro trovare viandanti o persone date per morte. Come l'hokage, creduto morto durante uno scontro con il leader dell'Onda Rossa, tornato ferito mortalmente. Mi bloccai un secondo e guardai Kotaro decisamente incuriosito e così domandai: L'hokage creduto morto in uno scontro contro il leader dell'Onda Rossa dici? aggrottai il sopracciglio, le cronache storiche parlavano di come la vittoria dell'Alleanza fu arrivata dopo il sacrificio di Naruto durante quella celebre battaglia Chi è l'attuale Hokage e qual è il nome di quello creduto morto?

    Osservai con altrettanta serietà il viso di Kotaro, in quel momento ne ebbi la certezza: Byakuei non sarebbe rimasto impunito. Molto bene, Kotaro-sama.
    Il discorso virò poi sul clan Tokugawa, la sua storia e le sue tradizioni. Scoprii così della Lanterna Nera ed il suo scopo, attraverso quella non solo avrei potuto avere informazioni su Yashimata, ma anche - tramite la meditazione - acquisire le conoscenze legate alla Yami Karada. Iniziò così a raccontarmi la storia del nostro clan e del suo fondatore: Kurogi Tokugawa. Delle varie vicissitudini che lo riguardavano a partire dal monastero dove le armi veniva abbandonate e trasformate in attrezzi agricoli (piegai il capo in diagonale, alcune confuse reminiscenze fecero emergere un sentimento perturbante che non riuscii a sviscerare pienamente e mi lasciò confuso), del suo incontro con una Dea che gli ridiede la vista nel buio eterno che lo accompagnava. Quindi la scelta di Kurogi di tornare sulla via dei ninja e, ripreso a combattere, salvò la donna dalla prigionia in cui si trovava in quello stesso monastero. Ci fu un momento di silenzio, Kotaro mi stava osservando, probabilmente la mia espressione lasciava trasparire un'evidente confusione: Aspetta zio, aspetta un secondo solo alzai l'indice in sua direzione Prima è stato solo un vago ricordo, ma mentre parlavi mi è tornato in mente una cosa che mi sta lasciando un attimo disorientato cercai le parole adatte per esprimere i miei dubbi, decisi che sarebbe bastata una semplice informazione per togliere la carta alla base del castello si stava formando nella mia mente: La storia dice dove si trovava questo monastero? Si trovava per caso nel Paese delle Cascate? Se il monastero di cui parlava Kotaro si trovava nel Paese delle Cascate e se mi avesse chiesto il motivo di quella domanda, avrei risposto con poche parole: Ho già sentito una storia simile, ma i protagonisti coinvolti erano altri e anche il periodo storico in cui avvennero quei fatti. Ma... Scusami, non volevo interromperti, è solo una sensazione strana. Ti prego, continua
    Proseguì allora con il suo racconto descrivendo come si era formato il clan Tokugawa e la Yami no Seken, ovvero attraverso il tentativo di imitare l'arte di Kurogi. I minuti successivi furono entusiasmanti, mi sedetti e osservai avido di conoscenza ogni movimento che Kotaro mi mostrò. Infatti, dopo una rapida spiegazione su quale fosse la differenza fondamentale tra la Yami no Seken e la Yami Karada, creò una Nuibari composta interamente d'ombra e iniziò così a compiere una serie di kata e movimenti che massimizzavano il suo potenziale. Il mio occhio era spalancato dalla meraviglia e dalla fortuna che mi aveva concesso: una dimostrazione del Fantasma Buio sul suo utilizzo di Nuibari. Ne studiai ogni movimento, mandando a mente come reggeva la spada e il filo ad essa collegata, quali erano i movimenti di piedi più efficaci e come erano portati i colpi.

    [. . .]

    Sì, è una cosa che amate ripetere, Hayate risposi con un sorriso leggero candido tra le labbra Siete disposti a tutto per raggiungere il vostro scopo e vi capisco il mio sguardo si pose serio sul suo Perché anch'io sono disposto a tutto per raggiungere il mio, ma vi sono altri accademici che non la pensano come me. Evitando di rivelargli la tua semenza ti sto facendo già un primo favore Annuii poi quando mi disse che, se fossimo riusciti a tornare sulla nostra linea temporale mi avrebbe fatto incontrare Speranza Molto bene.
    Riflettei sulle sue parole successive, forse quello che ci accomunava era essere stati agenti attivi nella distruzione e uccisione di un dio guerriero. La guardai per qualche attimo, quindi volsi lo sguardo verso Byakuei e l'Imperatore.

    [. . .]

    Il parapiglia scatenato dall'arrivo di Fudoh e i suoi accompagnatori mi venne poi spiegato da Hana stessa: riguardava gli avvenimenti del Tengu e la sua tentata e riuscita distruzione. Il primario di Kiri riuscì a rendere collaborativi i vari soggetti presenti nella stanza e così ci dirigemmo verso la prigione dove l'obiettivo sarebbe stato liberare Q e l'altro drago bianco. Durante il tragitto venni raggiunto da Fudoh e potei finalmente condividere le informazioni raccolte: Sì, dovremo trovare un momento per poter parlare liberamente concordai con un cenno del capo Comunque sia ho parlato con l'Imperatore, ci troviamo in una specie di jutsu spazio-temporale. Non ci troviamo nel passato, nemmeno in un altro passato alternativo, piuttosto in quello che sembra una simulazione dello stesso feci una breve pausa Il Kenkichi mi ha rivelato che sé stesso e gli altri "non viaggiatori" delle semplici comparse, uno sfondo per coloro che sono giunti qua. Ho notato anche una certa accondiscendenza da parte loro, tu hai ricevuto qualche rifiuto a qualsiasi richiesta che hai fatto verso un non-viaggiatore? Come se non ci fosse un libero arbitrio. Il Kenkichi stesso ha valutato ciò. C'è qualcosa che accomuna i viaggiatori, ma non ho ancora compreso quale sia il comune denominatore. Penso che la cosa che più si avvicini sia il fatto di aver partecipato attivamente alla distruz... guardai pensieroso il primario e mi corressi, un'accortezza che avevo valuto di avere dopo le parole che lo sentii proferire e i recenti dubbi che mi erano sorti: all'uccisione di un dio guerriero cercai di osservare la sua espressione e continuai Ma non è abbastanza vicino al vero motivo: non si spiegherebbe l'assenza degli altri protagonisti coinvolti, parlo del Mizukage, del mercenario delle fenici e tutti gli altri ninja coinvolti. Forse... Forse è un legame più stretto lo sguardo cercò nuovamente quello del primario, quindi conclusi Io mi sono unito alle ombra della Bakekujira e una parte di essa è rimasta in me, una parte del suo potere è in me e altro è rimasto indissolubilmente legato ai miei coltelli da lancio la mia voce si abbassò e così porsi la domanda che già in precedenza mi aveva fatto arrovellare: Mi chiedo cosa e come potrebbe essere legato agli Dei Guerrieri chi ha nelle vene il Sangue degli Dei lasciai che Fudoh riempisse il silenzio che si fece spazio dopo quella mia domanda indiretta, altro era rimasto non detto e indiretto, ma sarebbe servito un luogo tranquillo e senza altri ascoltatori per parlarne più chiaramente.
    Poi concordai con lui: Sì, l'obiettivo dev'essere raggiungere il Tengu il prima possibile e anticipare l'Oni. Quindi un largo e sincero sorriso si aprì sul mio viso e così spiegai la ragione di tanta immotivata felicità: Quasi dimenticavo: non solo ho scoperto che Kotaro era il portatore di Nuibari la spada che avevamo cercato di recuperare da Nikaido e verso la quale bramavo non segreti desideri ma anche che vi è un metodo per rintracciare le antiche sette! scossi la testa sorridendo, forse saremo riusciti realmente a riunire gli antichi e perduti tesori di Kiri Dovessimo riuscire ad uscire da questa situazione e il "metodo" dovesse funzionare, Fudoh-san, ti chiederò di partecipare alla squadra di recupero portai lo sguardo verso la strada e il sorriso rimase sul volto.

    [. . .]

    La presenza di Kotaro ci aprì molte porte e il nutrito gruppo, soprattutto se Apachai fosse venuto con noi, raggiunse la cella di Q. Lì fu la voce di Raizen a risuonare nei corridoi e ad attirare la nostra attenzione, Kotaro rimase sorpreso quanto me e, dopo aver sentito le prime parole dell'Hokage, Fudoh mi si avvicinò per un commento al quale risposi: Più o meno, ma non ti preoccupare: trasudi meno saccenza quando lo fai sorrisi calmo godendomi lo spettacolo nel vedere Raizen dietro alle sbarre. Con lui vi erano altre persone e, prontamente, il primario di Kiri chiese che venissero presentati. Non riuscii a nascondere indifferenza sul mio volto quando la donna venne presentata come Maya Orihara, la Signora di Taki era lì nella cella. Avrei dovuto scoprire se si trattasse a sua volta di una viaggiatrice o meno, ma scoperto ciò avrei colto ogni buona occasione per eliminarla definitivamente. Un sorriso maligno e violento si dipinse sul volto e lo sguardo si appoggiò sull'Hokage.
    Rimasi perplesso, poi, dal programma di Raizen: per quale motivo andare a ferire e liberare da qualche sorta di illusione i due kage? Come ciò avrebbe potuto facilitare il nostro obiettivo: raggiungere il Tengu prima dell'Oni e eliminare il jutsu che ci aveva intrappolato in questa realtà parallela? Mi stai dicendo, Raizen, che per raggiungere il Tengu con un largo vantaggio sull'Oni e mettere fine a questa sorta di jutsu spazio-temporale in cui ci troviamo, sarà propedeutico investire risorse e tempo per rilasciare l'illusione sui due kage? Se sì, come? La mia disponibilità ad abbracciare o meno il piano sarebbe passata unicamente dalla risposta a quella domanda. Sei riuscito a capire che cos'è tutto quello che ci circonda in questo momento, chi sono le persone che non sono Viaggiatori come noi? le braccia si allargarono comprendendo tutto ciò che ci circondava.

    Non riuscii a fermare Fudoh quando tentò di sradicare le barre, ma fortunatamente il suo tentativo andò a vuoto No! sospirai nel vedere il risultato del suo tentativo. Dico che dobbiamo dirigerci il più rapidamente possibile verso il Tengu e se l'Hokage suggerisce di liberare gli altri due capivillaggio per far sì che non ci vengano messi i bastoni tra le ruote, allora suggerisco di essere noi a metterli alle forze accademiche, affinché non possano inseguirci. il mio sguardo si spostò verso Kotaro Chi possiede le chiavi delle celle, di queste celle? C'è un modo per disattivare i fuinjutsu limitanti o aprire tutte le celle in un colpo solo? La mia proposta si sarebbe fatta più chiara: creare il caos attraverso un'evasione di massa per prendere il più rapidamente possibile la via verso il Tengu.
    Fudoh mi si avvicinò allontanandoci leggermente dal gruppo, la prima cosa che fece fu avvisarmi sull'identità della donna: non era la Signora di Taki. Aggrottai il sopracciglio e domandai bruciapelo: E allora chi è, Fudoh-san? Perché sono omonime? quindi mi chiese di imprestare la spada a Kotaro affinché distruggesse le porte che bloccavano la cella, sospirai e risposi calmo dandogli la spada: Ripeto, non credo che sia la cosa migliore da fare. Ci sono una serie di meccanismi di difesa, non è impensabile che vi sia qualche sorta di allarme se la porta venisse aperta non tradizionalmente. Sarebbe l'unica aperta e i secondini kiriani e le altre forze si riverserebbero su di noi feci una pausa Ma se pensi che sia la cosa giusta da fare... soppesai il suo sguardo compreso il fatto di investire tempo e risorse in qualcosa che credo ci allontani dal nostro obiettivo, così sia. Mi fiderò

  8. .

    黒と白の手

    Kuro to shiro no te

    VIII

    Non che io sappia risposi calmo a Fudoh, socchiusi un occhio e aggiunsi Sono stato addestrato per un altro scopo, forse il mio defunto nonno è andato a cercarlo. Ma se anche l'avesse trovato - cosa che dubito - non mi riferì nulla. Un nukenin S non è così facile da rintracciare e nemmeno sopravvivergli, non credi Fudoh-san? Serrai la mandibola, risultò piuttosto evidente la difficoltà con cui affrontavo quell'argomento: il tradimento di Yashimata aveva gettato una pesante onta di disonore sulla mia famiglia e, malgrado stessi riuscendo a lavare quel disonore grazie alla mia dedizione per il villaggio e l'ultimo viaggio ad Ame, la ferita non era ancora rimarginata.
    Rispetto ai pensieri di Fudoh circa i piani di Maya feci qualche cenno d'assenso con il capo, quindi confermai i suoi pensieri Sì, direi che con le informazioni che abbiamo recuperato a Taki possiamo azzardare questa ipotesi. Un'unica e gigantesca Arma osservai a lungo Fudoh e ripresi Molto interessante. Credi sia in grado di ricreare un'Arma di Iwa, Fudoh-san? Che abbia a disposizione un... finsi, lasciando cadere lo sguardo nel vuoto, di riportare alla memoria la giusta definizione Un dio guerriero? la mia espressione esprimeva serietà e serenità, come se quell'argomento catastrofico non incidesse effettivamente nel mio animo. Devo ammetterlo, mi ha sempre incuriosito la tua posizione e le tue informazioni riguardo a tutto ciò feci una piccola pausa Come quella volta alle mura di Kiri con il nostro elefante nella stanza qua e Raizen. Mentre io stavo parlando con Etsuko circa la volontà del Mizukage e i suoi ordini, tu hai avuto una fitta e - mi è sembrata - animata discussione con il Kage della Foglia. Beh io non ho avuto modo di seguire la vostra discussione per ovvi motivi, ma l'argomento non è passato inosservato. Riguardava proprio le Armi di Iwa, non posso nasconderti una certa curiosità nel sapere cosa vi siate detti conclusi scandendo lentamente quelle ultime parole, certo era una domanda indiretta, ma il mio obiettivo era piuttosto chiaro.
    Alle parole che seguirono, poi, risi facendo vibrare le mie corde vocali. No, Fudoh-san. Mi stupisce piuttosto come la tua prospettiva sia cambiata tanto radicalmente! tornai serio lasciando un leggero sorriso sul volto Ci sono stati dei segnali, è vero, che qualcosa nella tua prospettiva del mondo stesse cambiando. Basti pensare agli avvenimenti nella foresta di Taki. Ma sei addirittura arrivato a disinteressarti dei morti che la guerra provocherà nel continente? A pensare che, se avessi conosciuto la tua parenti di Iwa, potresti riconsiderare la fedeltà alla gente di Kiri come hai detto poc'anzi? mantenni volontariamente un tono leggero e gioviale, la risata ancora riverberava nella stanza. Il motivo era semplice: Fudoh non era Etsuko. Il primario rappresentava un avversario che non sarebbe stato altrettanto facile sconfiggere seduta stante, inoltre aveva una marea di informazioni che agognavo prima di poter pensare di mettere la parola fine alla sua esistenza. Oltre a queste motivazioni ce ne era un'altra, più intima e coperta dalle stratificazioni del mio Sè: Fudoh era stato un amico. Fudoh la scoperta delle tue origini ti ha cambiato profondamente. Te ne sarai accorto tu stesso d'altronde ancora una volta lasciai che un respiro più profondo spezzasse le mie parole e quindi domandai: C'entra forse il fatto che ti ritieni Sangue degli Dei? il mio sguardo si posò pesante sul suo, riportavo quelle parole che lui stesso aveva gridato nella radura a Taki. Questa consapevolezza che tanti cambiamenti ha provocato in te, cosa comporta? forse per un attimo Fudoh avrebbe riconosciuto un tono di voce, nella mia domanda, che apparteneva al passato a quando l'astio e l'odio non scorrevano ancora.

    [. . .]

    L'elmo del Mizukage non si mosse dal mio viso mentre parlavo, solo quando riferii di ciò che era avvenuto alle mura di Kiri si mosse per un attimo verso il defunto. Mi lasciò parlare, rimase silenzioso e solo poche parole vennero filtrate dalla protezione al volto che era diventata simbolo della Nebbia: "completa il rituale". A mia volta feci un cenno verso Umiko ed ella proseguì, ma il mio sguardo era rimasto verso la piccola ampolla che il Kage ancora reggeva. Non aveva ancora guardato i miei ricordi e non ne comprendevo il motivo, ma un pensiero nefasto si annidò nella mia mente. La proposta di aiuto del primario venne bloccato dal Mizukage che subito riportò l'attenzione su di me. La mano si pose vicino all'elsa e la sua voce cadde come una ghigliottina: definì le azioni di Etsuko sotto la sua diretta volontà ed io non ci volli credere. Rimasi sorpreso e il moto di rabbia che le sue stesse conoscenze stavano alimentando si nutrì di nuovo folgorante odio. Non ebbi il tempo di parlare che, la leggera brezza che fino ad un attimo primo mi sferzava il viso, divenne un potente turbinio che mi afferrò e bloccò completamente. Sentii le ossa scricchiolare sotto la potente e invisibile presa del Mizukage, un prolungato mugugnio di dolore che mi lasciò abbagliato fu la mia risposta involontaria a tutto ciò. Spalancai l'occhio, poi, quando il Kage ventilò le mie azioni come un tradimento, il dolore sembrò scomparire per un momento e solo la rabbia riluceva nella mia pupilla. Come osava dire o pensare una cosa simile? A me, Youshi Tokugawa, che avevo sacrificato tutto nella mia vita, compresa la mia famiglia, per il bene di Kiri. A me, Hidarite, che ero il suo ninja più fedele e utile. Poi una nuova ondata di dolore quando la presa schiacciò le mie carni non mi permise di sputare il mio odio e il dissenso verso quelle sue parole.
    Avvenne poi una cosa imprevista: Hideo. Il giovane genin irruppe nella stanza urlando parole in mia difesa e in difesa della mia fedeltà a Kiri. Vidi cosa stesse tentando di fare, ma io stesso non potevo intervenire per bloccarlo e forse altri avrebbero salvato il guardiano di Kiri. Sfruttai però quell'inaspettato momento per sfuggire alla morsa del Mizukage, l'ombra era quella proiettata dalla scrivania la cui fonte era la finestra e lì mi ci trasportai grazie alle conoscenze segrete del mio clan. [Difesa Totale: Passo di Tenebra]
    Non riuscii a reggermi in piedi e le ginocchia caddero sul pavimento dell'ufficio, il dolore si era fatto più acuto ed ogni osso e muscolo erano indolenziti. Con quella temibile e semplice dimostrazione di forza mi aveva quasi ucciso. Ho fatt... le parole si ruppero per il dolore, serrai la mandibola e tornai ad usare le stesse parole che mi erano state dette nel momento dell'investitura Ho fatto per Kiri tutto ciò che era necessario quando la situazione l'ha richiesto. Tutto il mio sguardo si pose fermo sull'elmo, si pose su Kiri.
  9. .

    黒と白の手

    Kuro to shiro no te

    VIII


    Lo sguardo era serio e freddo mentre le labbra rispondevano simmetricamente a quel sorriso appena accennato da parte di Fudoh Mi stai forse dicendo che non dovrei fornirti informazioni su Maya perché potresti tradire gli abitanti di questo villaggio per lei e per i suoi loschi piani? domandai serenamente, ma esigendo una risposta a quel quesito che le sue parole mi avevano fatto sorgere. Ti prego di lasciare a me considerare se le tue teorie sono tediose o meno, parlamene, mi hai incuriosito Fudoh-san e non possiamo fare altro che attendere Kensei-sama, abbiamo tempo. Cosa pensi stia architettando? Sappiamo entrambi che il ferro dei Tengu non serviva per armare un esercito, bensì per costruire qualcosa di gigantesco, d'altronde lo scoprimmo assieme nella foresta di Taki attesi un secondo Inoltre la sua tentata o riuscita conquista di altri territori accademici o delle sue risorse come non potrebbe rappresentare una minaccia per Kiri? un nuovo sorriso leggero affiorò sul mio volto, se Fudoh effettivamente non considerava un problema diretto per Kiri la caduta dell'Accademia, significava allora che un certo sentimento contro l'alleanza tra i grandi villaggi stava covando in lui. Un cambio di prospettiva che, fino a quel momento, non avevo mai notato nel primario di Kiri, il quale tempo addietro aveva difeso la collaborazione accademica. E se ciò che aveva portato a questo cambiamento era il suo rapporto parentale con la futura condottiera di Taki, allora la lealtà di Fudoh verso Kiri doveva essere accertata.
    Il primario concordò che fosse necessaria una sala ospedaliera per le cure più complesse, Umiko annuì con il capo e proseguì con il rituale.
    Ti sbagli, Fudoh-san. Oppure non mi sono spiegato bene, in tal caso colpa mia dissi scuotendo il capo Non ho ucciso Etsuko perché avevamo idee differenti, no. E' morto perché certe persone imparano solo quando sbattono il muso. La sua insubordinazione e desiderio di vestire le vesti del Consiglio gli hanno offuscato la mente, perdendo di vista ciò che realmente è importante: il bene di Kiri conclusi, allargando le braccia sconsolato e lasciando poi il medico concludere la lista di cose che l'ospedale necessitava.

    [. . .]


    [Nota]
    La sensazione di tormento e angoscia si manifestò prima che lui varcasse la soglia. Mi voltai rapido in sua direzione, il mio sguardo studiò l'elmo e l'armatura che erano diventati i simboli di Kiri, un leggero sorriso anticipò un cenno di rispetto verso il Mizukage. La rabbia che la sua presenza comportava nell'ambiente era una sensazione ormai nota da tempo, forse per questo messa in secondo piano dalla serenità nel vederlo tornare al palazzo amministrativo. La sua domanda fu greve, perentoria e mi fece serrare le mandibole. Quindi espirai, spostai il capo verso Umiko che stava procedendo con il suo rituale e tornai a guardare l'elmo di Kensei. E' stata impartita una semplice lezione a Etsuko, Mizukage-sama risposi lentamente, cercando di far sì che i sentimenti di inquietudine e rabbia non prevaricassero sul mio desiderio di mantenere la calma. Il suo orgoglio e il cieco egocentrismo gli hanno annebbiato la vista. Da quando lei se ne è andato Etsuko ha a stento permesso a Kiri di sopravvivere feci una pausa Ho, per questo, raccolto la volontà degli shinobi di Kiri: avevano bisogno di guide più capaci a sostenerli fino al suo arrivo, Mizukage-sama. Sondato il volere dei nostri shinobi mi sono recato qui, convocando Fudoh-san per caricarlo dello stesso onere, ma ho trovato Etsuko tornato da un viaggio diplomatico il mio sguardo si spostò sul cadavere L'ho invitato a dimettersi per evidenti incapacità, ma mi ha accusato di un colpo di stato sorrisi divertito E' stato inutile spiegargli che il bene di kiri veniva prima di qualunque sua velleità di potere e gli ho fornito due possibilità: dimettersi o morire il mio sguardo si spostò verso l'elmo di Kensei-sama Ciò che ha scelto è evidente, un po' deludente però: abbiamo genin della Nebbia di Sangue strategicamente più abili di questo chunin. Una magra consolazione presi fiato, spostando le mani dietro la schiena e assumendo una posizione marziale, quindi proseguii: Altro mi ha convinto ad agire in questo modo, Mizukage-sama: il suo consigliere ha cercato di disobbedire a dei suoi ordini diretti tentando di far entrare l'Hokage tra le mura di Kiri il viso era serio e lo sguardo appoggiato all'infinito oltre la schiena del capo villaggio Ho dovuto imporre più volte la sua volontà, Mizukage, di fronte al consigliere e a Raizen. Quest'ultimo ha tentato di varcare i cancelli dopo che il primo ha dato il suo beneplacito, malgrado la storia e i fatti ci siano noti a tutti. Ciò che ha evitato che i guardiani iniziassero ad attaccare Raizen fu un evento stravolgente, ma di quello sto ultimando il mio rapporto e lo troverà sulla sua scrivania[Nota] espirai ed inspirai calmo, quindi conclusi: Essendo stata questa la prima volta in cui l'ho rivisto da quei fatti e trovando nuovamente un atteggiamento che esulasse dal bene del nostro villaggio, gli ho mostrato cosa significasse porsi al di sopra di Kiri Attesi ancora un momento, quindi il mio dito divenne affilato e aprì una ferita sul palmo. Lasciai cadere qualche goccia per terra Nel mio sangue la testimonianza che ciò che dico è vero L'arte del Mizukage gli avrebbe permesso di vedere come erano andate le cose sia pochi momenti fa in quella stanza, compreso il dialogo con Fudoh, sia alle mura del villaggio nell'imbarazzante discussione con Raizen e Etsuko fino al momento di quel bagliore verde che inglobò il mondo.

    [. . .]


    Il rituale è concl... Umiko si bloccò finendo, inevitabilmente, avvolta per qualche istante nell'aura di chakra al cui centro vi era Etsuko. Il chunin era tornato nel mondo dei vivi reclamando a gran voce la vendetta per ciò che era appena accaduto, lo guardai incuriosito mentre, grazie alle capacità del suo clan, creava costrutti illusori di ciò che era successo.
    Quindi le sue ultime parole dette con solennità, quasi condannasse i presenti - non solo me - ad una inevitabile pena e punizione. Alzai il sopracciglio, non si poteva certo asserire che il defunto consigliere non fosse un abile teatrante
  10. .

    ヤシミナタの日記

    Yashimata no nikki

    III


    [Primo livello, 2 ore dopo l'Adunanza Oscura]
    Corrucciai il sopracciglio leggendo le parole d'inchiostro che emersero dalle pagine bianche, fu quella specifica circa il livello denominato "terzo", un'illusione, a lasciarmi interdetto. Parole che non potevo elaborare pienamente con le limitate informazioni in mio possesso, deglutii pensoso tornando a posare lo sguardo sulle pagine e continuando a leggere. Un sorriso beffardo emerse tra le mie labbra notando la lingua a cui Yashimata aveva affidato il resto del suo messaggio, spostai lo sguardo pensoso verso le pietre sconnesse e scomposte che formavano la strada del vicolo in cui avevo trovato riparo per quelle mie scoperte. Chiusi il libro e le dita si mossero tra i capelli, era una lingua a me ignota, proveniente da popolazioni che avevano vissuto secoli se non millenni prima di noi. Appoggiai il capo contro il muro, quindi riaprii il diario e spostai le pagine febbrilmente ritrovando altre pagine in cui Yashimata aveva lasciato un pensiero, una poesia e o un haiku in quella lingua, spesso ne aveva riportato la traduzione. Osservai alcune parole e capii che sarei stato in grado di risalire al loro significato attraverso la comparazione con gli altri messaggi decifrati. Inspirai ed espirai a pieni polmoni, osservai ancora una volta la carta - il sei di cuori - non vi era stata ancora nessuna risposta e, così, l'unica strada che potevo percorrere sarebbe stata composta da lunghe e interminabili ore di studio. Dovevo solo trovare un luogo tranquillo ove potermi concentrare.

    [Secondo livello, 3 ore dopo l'Adunanza Oscura]
    L'inclinazione della labbra che avrebbe dovuto ricordare un sorriso era un elemento alieno sul mio volto serio e concentrato, la voce volubile di quella donna che mi rimbombava nella testa mi aveva messo sul chi vive. Mi trovavo, effettivamente, in una situazione tanto pericolosa quanto particolare e imprevedibile. Decisamente... mi dissi mentalmente, quando lei mi fece notare che non avevo potuto acquisire abbastanza breve per discernere il vero dal falso. L'espressione di delusione, sentendola all'oscuro di cosa fosse la Città dei Morti, lasciò spazio - ancora una volta - ad un sopracciglio alzato, chiaro segnale di sorpresa, quando una seconda voce rimbombò nella mia testa. Si sta facendo affollata qua la situazione comunicai agli inquilini non richiesti, osservandomi attorno cercando elementi che potessero farmi realizzare chi fosse all'origine di quel jutsu. La chiara voce maschile si presentò come il Pallido Shinigami, serrai leggermente l'arco dentale sinistro, riflettendo che quel nome mi era completamente nuovo, ma non vi furono altri elementi della mia prossemica che avrebbero potuto far presagire stupore o ignoranza. Capisco risposi all'uomo che esplicò le ragioni di quell'intromissione nella mia testa, osservai ancora una volta gli astanti e le marionette che si muovevano agilmente sul palco. Il Pallido Shinigami vi era stato una volta nella Città dei Morti, ma non compresi cosa intendesse dire quando disse che "aveva fallito", ma non ebbi tempo di domandare perché il suo discorso proseguì e nella mia mente si proiettarono diverse immagini, meglio, delle mappe e dei luoghi. Prima la piantina della città della Pioggia, quindi l'area sud della stessa e infine un vecchio cimitero decisamente abbandonato. Non capivo perché mi stesse aiutando, certo, potevo immaginare che la mia presenza lì non era gradita e che, invece di costringermi a fuggire, abbia preferito un approcio più cauto, ma perché fornirmi quelle indicazioni verso la città dei morti? La mia eredità risposi Ecco cosa otterrò nella Città dei Morti volsi le spalle verso lo spettacolo del burattinaio e iniziai a incamminarmi verso sud Ti ringrazio, Pallido Shinigami. Non mi piace essere in debito con qualcuno, troverò un modo per sdebiarmi.
    "Il vecchio teschio ha un caratteraccio" mi ripetei, sistemando il cappuccio a protezione del viso, forse vi era un nuovo abitante nella Città dei Morti, oppure era semplicemente il suo guardiano. Mi guardai attorno, una volta sbucato sulla via principale, e quindi indirizzai i miei passi verso il cimitero abbandonato.

    [Primo livello, 4 ore dopo l'Adunanza Oscura]
    Osservai dall'esterno, muovendomi con calma in strada, il cimitero che avevo già visto nella mia mente grazie allo Shinigami. Non era assolutamente affollato, anzi per quello che mi era dato sapere, risultava essere completamente vuoto. La pioggia batteva e le mie vesti ne erano completamente inzuppate, anche solo dopo poche ore già quel tempo atmosferico aveva smesso di disturbarmi, d'altronde ero abituato alla fitta nebbia della mia terra, il fatto che ci fosse qualcosa che limitava il campo visivo mi faceva sentire, in qualche modo, a casa. La smania della sicurezza non avrebbe inficiato la volontà di mantenere un basso profilo, così non avrei fatto più di un giro di perlustrazione all'esterno e, una volta individuato il vecchio cancello e valutato che il tempo la ruggine potessero averlo intaccato provocando dei rumori alla sua apertura, decisi che sarebbe stato un mio passo tra le tenebre di una lapide a farmi entrare nel cimitero. Scomparvi improvvisamente, subito dopo aver girato in un vicolo, e comparii nell'ombra di una delle lapidi. Rimasi fermo, qualche istante, continuando a studiare la zona, cercando di cogliere se la mia entrata avesse azionato qualche allarme o vi fosse qualche shinobi a proteggere quei luoghi. Una volta ritenuto l'ambiente sicuro, sarei scivolato sulla stradina che serpeggiava in quel cimitero lasciato all'incuria e al tempo. Superai cautamente la casetta che sarebbe dovuta appartenere al guardiano, il tempo era stato crudele con essa e anche con gli oggetti che si trovavano all'esterno.
    Mi mossi allora per il cimitero, tra le lapidi che lo costituivano e la natura che si era conquistata, centimetro dopo centimetro, ciò che l'uomo e la sua cultura le avevano sottratto in precedenza. Non sapevo cosa cercare, non ne avevo un'idea chiara, mi aspettavo di trovare la tomba di Yashimata sì, quello fu un pensiero momentaneo, pensiero che abbandonai quando mi accorsi che non vi era la sua lapide ne, tutte le altre, portavano nomi di importanti shinobi o illustri clan. Eppure, malgrado lo stato di abbandono, notai che qualche fiore era stato lasciato in ricordo di un defunto. La cosa mi incuriosì e gli dedicai la mia attenzione, cercando di comprendere quale fiore fosse o se vi fosse un particolare pattern tra le lapidi in cui vi era quell'omaggio alla persona scomparsa.

    Avevo ormai compiuto diversi giri del cimitero, ogni volta che cercavo di soffermarmi un nuovo dettaglio, finché non decisi di incamminarmi verso il cancello, pensando che forse lì vi era qualcosa che mi ero perso. Nel farlo passai nuovamente affianco alla casetta del guardiano e lì posai nuovamente gli occhi sulle pale tenute all'esterno, le guardai inclinando leggermente il capo. Erano troppo a portata di mano per non essere state vittime dell'inciviltà umana, oltre che del tempo, avevano sicuramente una funzione. Quelle, pensai, potevano essere la chiave per raggiungere la Città dei Morti, ma - se quelle erano realmente la chiave per accedere - allora la porta da imboccare non poteva che essere una; il mio sguardo si abbassò sul terreno reso fangoso dalla pioggia, quindi si spostò verso una delle lapidi: per raggiungere la Città dei Morti, per arrivare nell'oltretomba terreno, avrei dovuto imboccare la via dei morti.
    Afferrai una pala e mi diressi verso una delle lapidi su cui non vi era segnato alcun nome, iniziai quindi a scavare rapidamente, a volte addirittura impastando del chakra per rafforzare i miei muscoli e concludere più rapidamente il mio lavoro. Se, una volta raggiunti i due metri di profondità, nella buca all'interno della quale sarebbe potuta entrare serenamente una bara non fosse successo nulla, mi sarei guardato attorno furiosamente salvo poi bloccarmi all'improvviso. Avrei lanciato la pala all'esterno della buca e, con movimenti lenti, mi sarei prima inginocchiato e poi sdraiato in posizione supina, lasciando che la pioggia di Ame mi pulisse il volto.

    [???, ??? giorni dopo l'Adunanza Oscura] [Ai QM]
    Osservai divertito la serie di fogli che coprivano la scrivania illuminata da tre candele consumate, ciò su cui stavo appoggiando i miei occhi era il risultato di giorni di certosino lavoro. La prima fase era stata la lettura delle parti del diario scritte in quell'antica lingua e le corrispettive traduzioni nel linguaggio corrente, lì ero riuscito a trovare la traduzione di alcune parole che mi ero appuntato su un foglio. Con il passare delle ore, poi, avevo individuato quale fosse il metodo migliore per tentare di tradurre, avevo capito che ogni tentativo doveva iniziare dal verbo. Analizzandolo, cercando di coglierne gli aspetti e le caratteristiche, mi sarei potuto indirizzare verso i suoi argomenti sintattici, individuando così gli elementi fondamentali della valenza verbale del verbo su cui mi ero concentrato; fato questo, ovvero trovato l'ossatura fondamentale della frase, potei dedicarmi agli elementi circostanziali, quindi le informazioni non fondamentali che davano però un'idea più chiara di quando e come l'azione veniva svolta, subita o vissuta. Conclusa quella parte, infine, mi mossi per porre sugli stessi piani o piani differenti le frasi tradotte, individuando così la reggente e le sue coordinate o subordinate.
    Per compiere quel lavoro, dunque, mi ero preparato quella sfilza di fogli che coprivano la scrivania, ognuno di essi riportava alcune regole grammaticali che ero riuscito a individuare grazie alla comparazione tra gli scritti, tra tutti quello che più era presente nel messaggio di Yashimata: ad esempio, la preposizione "ab" che si trovava in relazione con un determinato caso, quest'ultima aveva un significato diverso in base a quale categoria la parole che seguiva rientrava; se in altri scritti "ab" veniva tradotto come un movimento da luogo o stato in luogo, in altre - come nel caso specifico analizzato - aveva assunto il significato di agente o causa. Mi ci vollero giorni e diverse ore di pazzia per cogliere quelle sottili differenze, ma il risultato fu fantastico e ne valse decisamente la pena.
    Appoggiai la penna sulla scrivania e osservai il foglio, la scritta recitava:

    Il diario è uno degli artefatti di Ame tra i più potenti. Le pagine che raccolsi provengono dalla stessa arte origamica di una delle fondatrici del villaggio. Le pagine bianche che sono in contatto con la pioggia di questa terra qua si riempiranno



    Rilessi un'ulteriore volta, inspirai ed espirai, quindi presi lentamente il diario di Yashimata e andai verso l'esterno, aprendo le pagine vuote verso il cielo lasciando che la pioggia lo bagnasse.
  11. .

    クロアホウドリ

    Kuroahoudori

    V

    Malgrado il momento concitato e la situazione di pericolo per il nostro protetto, non riuscii a nascondere un sorriso divertito quando - grazie al chakra e alle istruzioni per manipolarlo - riuscii a compiere un salto che andava oltre alle mie capacità fisiche. Atterrato affianco a Etsuko e raggiunto poco dopo dagli altri due genin, venimmo aggiornati dal secondo chunin presente nella missione. Rilevò altre quattro fonti di chakra e di vita, notai i suoi occhi cremisi e potei dedurre che quelle informazioni le aveva raccolte grazie al magan di cui era un abile utilizzatore. Feci qualche cenno d'assenso con il capo Molto bene, muoviamoci rapidi e precisi quindi con un nuovo balzo raggiungemmo la porta che ci condusse sottocoperta.
    La porta sbatté portando il buio e l'ombra nella stanza che si infilava nei meandri della nave, quel momento di esitazione permise ad un nemico di coglierci alla sprovvista e, celato nella stanza, ci vomitò addosso una serie di lame. Attivai istintivamente le conoscenze segrete del mio clan, la mia ombra venne assorbita dal corpo, ma nulla potei fare per evitare l'attacco nemico. [Slot tecnica - Attivazione Movimento Oscuro] Le lame mi colpirono, ma non provocarono il dolore che mi sarei aspettato. Rimasi confuso da ciò e poi notai come esse avevano altre finalità che andavano al di là del dolore: si liquefarono e indurirono poco dopo, limitando pesantemente ogni movimento. Mi guardai attorno, riuscendo ora a vedere chiaramente nel buio più pesto, notando che anche i miei alleati avevano subio tale attacco; riuscì altresì a vedere come Etsuko si liberò da quelle armi-catena e ascoltai attentamente le sue istruzioni. Si trattava, quindi, di manipolare il chakra come fatto in precedenza, canalizzandolo però in tutto il corpo e non limitandosi alla pianta del piede.
    Serrai la mascella e la rilassai chiudendo gli occhi, avevo bisogno di concentrarmi anche in quel momento così concitato. Respirai calmo, sapendo che non sarebbe stata la fretta a liberarmi più rapidamente da quel giogo. Iniziai allora a manipolare il chakra, come in precedenza lo compressi senza rilasciarlo e - più agilmente di prima - riuscii a limare le sue quantità ritrovando l'equilibrio che precedentemente mi aveva permesso di spiccare quel salto. Fatto ciò lo convogliai in tutto il corpo irrorandolo di quel chakra in tensione e pronto a scattare come una molla, allora - una volta assicuratomi che fosse una distribuzione eguale e giusta - rilasciai il chakra. Le lame-catena schizzarono in tutta la stanza e, leggermente affannato ma soddisfatto raggiunsi Etsuko assieme agli altri due genin.

    Spalancammo la porta del capitano della nave, lì dietro la scrivania stava seduto e imbavagliato il ricco mercante. Di fronte a lui quattro figuri, pirati probabilmente, le cui vesti, odore e lineamenti sapevano di mare. Tra questi uno aveva le vaghe sembianze di un crostaceo rosso e una chela sostituiva completamente il braccio sinistro, fu lui a parlare per primo facendo schioccare violentemente la chela Ma guarda cosa ci ha regalato la corrente: ninja di kiri! le sue parole ebbero come eco le risate degli altri, tra i quali ve ne era uno che ricordava un polipo e uno che assomigliava ad uno squalo bianco e digrignava i denti Inutile dire che la nave ora è nostra e voi siete nostri prigionieri. Questo tizio ci varrà un bel riscatto e così anche il vostro, a meno che non moriate dalla voglia di diventare cibo per pesci! Buahahahaha

    Osservai la scena non dicendo nulla, non capivo se erano umani o animali ninja, poteva trattarsi tanto di evocazioni quanto di uomini ormai tutt'uno con il mare e le sue creature. Ma fui rapido nell'agire: scomparii alla loro vista ricomparendo affianco all'ostaggio, quindi nuovamente un passo di tenebra mi riportò affianco ai miei compagni assieme al ricco mercante. Proteggetelo, qui ci pensiamo io e Hideo CI HA TOLTO IL NOSTRO PRIGIONIERO, CATTURATELI E UCCIDETELI! sbraitò l'uomo crostaceo, quindi l'uomo-squale e l'uomo-polipo si scagliarono verso Hideo che sbarrava loro la strada.
    L'uomo-squalo scagliò tre kunai in direzione del volto dello shinobi della nebbia [I Slot Azione | For 400 | Pot 10] e l'uomo polipo cercò di afferrare il braccio sinistro di Hideo allungando i suoi tentacoli II Slot Azione - Presa | Vel 500, For 450 ]. Il suo compare allora si scagliò in direzione dello shinobi e, afferrato un machete, tentò di tagliare di netto il braccio del giovane genin con un colpo dall'alto verso il basso [III Slot Azione - Attacco con Arma | For e Vel 400 - Pot 25]
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    Youshi Tokugawa - chunin viola

    www.narutogdr.it/personaggio/361-scheda
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    黒と白の手

    Kuro to shiro no te

    VII


    Osservai leggermente stupito Fudoh mentre asseriva che non poteva considerare "mani nemiche" quelle della Signora di Taki, mi domandai se ci fosse altro che mi teneva nascosto per affermare ciò. I miei dubbi vennero acquietati quando ammise che era una prospettiva ottimistica, sebbene il tarlo era stato piantato e avrei fatto di tutto per escludere che fosse in possesso di informazioni a me ignote. Feci un breve cenno con la testa e risposi calmo: Devo ammettere che la salute dei ragazzi non rientrava nemmeno tra i miei interessi ammisi calmo, malgrado aver sentito quella frase provenire dal pacifista primario di Kiri mise in chiaro fin da subito le sue priorità e quindi proseguii Ma la breve alleanza, anzi, l'unica cosa che convinse la Fukuro a combattere con noi invece che fuggire, fu proprio la salvaguardia dei ragazzi. Se mi fossi tradito, dopo lo scontro, si sarebbe rivoltata contro di noi, rischiando o di prolungare un combattimento che ci aveva già provati abbastanza, oppure di perdere un potenziale alleato socchiusi l'occhio e respirai calmo, mostrando così al compaesano tutte le carte della mano che mi avevano portato a prendere determinate scelte e quindi rincarai: La scelta non era stata dettata, allora, da salvare quei ragazzi da Maya, piuttosto - invece - toglierle delle potenziali fonti di informazioni che sicuramente vertevano sui suoi piani. Quanto meno per rallentarla. Quando mi parlò del Paese del Ferro e dei samurai che, su ordine di Maya, erano intenzionati ad attaccare il Monte Tengu, risposi serenamente in un sorriso: Io stesso e Yato-san, in una missione per conto dell'Accademia, abbiamo eliminato l'amministratore del Ferro che aveva stretto patti con Maya e stava organizzando l'invasione il mio sguardo si pose sul suo Ho saputo che era riuscito ad avviare una prima ondata e che non aveva portato risultati per loro, dopo di che io e il Senju l'abbiamo tolto dalla scena politica del Ferro alzai il sopracciglio aggiungendo in un sospiro Non possiamo escludere che abbia già inserito nella propria ragnatela altri politici o generali, ma da parte dei Karasutengu non sono giunte altre richieste d'aiuto né sono stato informato di un innalzamento della tensione sui confini, come vedi ho un contatto piuttosto vicino alla questione. Comunque sia, in entrambe le occasioni i Tengu e le loro ombre protettrici si sono affidati all'Accademia, non credo che se dovesse succedere nuovamente qualcosa di simile non si rivolgerebbero nuovamente a noi. Conclusi, muovendo lo sguardo nella stanza e fermandomi ad osservare la maschera che copriva i bei lineamenti di Humiko.
    Esattamente, quei ragazzi sono collegati all'Acqua degli Eroi, una delle fonti di potere degli Yuusha di Taki i quali appartengono al vecchio ordine del Paese delle Cascate. E' probabile che l'interesse di Maya fosse quello di rubare quel segreto per acquisire completo potere su Taki, oltre che potenziare ulteriormente le proprie milizie dissi, ripensando alle parole del tirapiedi di Nikaido. Durante la ricerca di questi, nella foresta insieme alla kunoichi Fukuro, ho conosciuto uno di questi Yuusha che accompagnava una donna proveniente dal Paese della Luna. Era la loro madre. Una donna potente che a sua volta conosceva la realtà dell'Acqua degli Eroi e che, sospetto, stesse insegnando ai ragazzi ad usarla, tant'è che parlò di un loro addestramento il mio sguardo si spostò sul primario e osservandolo senza battere ciglio ripresi: Puoi ora comprendere i molteplici motivi che mi hanno portato a fare questa scelta? Quella donna e il suo tirapiedi rappresentano un contatto con le sfere più alte della politica di Taki, stiamo parlando di un altro potenziale potente alleato che potremmo avere dalla nostra grazie al non aver portato il bambino da Maya! Fornii quel quadro completo della situazione a Fudoh perché potesse vedere, valutare e ragionare sull'insieme delle cose e potesse uscire da quella prospettiva tubolare con cui considerava quegli avvenimenti. Certo, come gli avevo detto in precedenza, la mia non era una mano tesa in segno di pace, mi bastava che comprendesse ciò che mi aveva portato ad agire in una determinata maniera.

    L'arrivo di Umiko ci distrasse solo per qualche attimo, la kunoichi aveva ripulito completamente la stanza eliminando ogni prova di ciò che era avvenuto, ovviamente solo il cadavere era rimasto a memoria. La ragazza aveva chiuso, grazie alla tecnica delle mani curative, la ferita alla giugulare e aveva riformato la vena, in modo che il sangue potesse nuovamente fluire. Dopo di che si fermò per un secondo e, trovando un momento di silenzio tra i due shinobi della nebbia, disse rivolgendosi a me: Ricollegare il braccio richiede attrezzature particolari e una sala operatoria, i tendini e i muscoli vanno ricuciti con il supporto della tecnologia ospedaliera. Mi limiterò a chiudere e disinfettare la ferita, ma solo in un secondo momento sarà possibile riattaccare nuovamente il braccio. Nel frattempo posso iniziare il rituale, Youshi senpai Non dissi nulla, semplicemente guardai il capo della Mano Bianca, se fosse stato in grado di riattaccare efficacemente il braccio mozzato Umiko si sarebbe fatta da parte, se avesse concordato che sarebbe stata necessaria una successiva operazione chirurgica, invece, Umiko avrebbe fatto un cenno d'assenso con la testa e detto Molto bene, Fudoh-sama. Allora procedo

    Lo stupore di Fudoh mi divertì e così anche lui mostrò un sorriso tra le labbra, quindi feci un cenno d'assenso con il capo quando mi chiese di Minarai: Sì, è un valido ninja della Mano Nera risposi con tono leggero, avevo preparato una cartella segretata sulla sua persona: praticamente non vi era nulla di ciò che vi era scritto in chiaro se non pochi e inutili elementi, tanto meno una foto che non lo ritraesse senza elmo. Un documento che avevo preparato e certificato con i timbri della Mano Nera per essere pronto ad ogni evenienza.
    Poi lo lasciai parlare, lasciai che esprimesse tutti i suoi dubbi e infine gli risposi: Etsuko era inadeguato, come ti ho detto. Incapace di dare valore alle parole: fossero esse ordini del suo Kage o minacce di un suo superiore dissi calmo, reputandomi sopra di lui nella scala gerarchica del villaggio, ma senza affermarlo apertamente a Fudoh. Inoltre, anche poco fa, ha dimostrato quanto sia un egocentrico. Pensa, ha tentato di accusarmi di voler avviare un colpo di stato piuttosto che accettare e considerare la sua incapacità ad amministrare Kiri e farsi da parte. D'altro canto tu, Fudoh-san mossi qualche passo nella stanza ti ricordo come uno shinobi generoso e attento verso la popolazione e i suoi ultimi, anche se - come dici - la tua gente non è natia di queste terre sbuffai arricciando le labbra in un sorriso Cosa che non vedo come un limite, giacché sei uno shinobi fedele Kirigakure, alle sue tradizioni e alla sua gente. Itai stesso era un ninja strettamente legato a konoha, questo non toglie che ha amministrato e difeso Kiri strenuamente socchiusi l'occhio e allargai le braccia lasciandole poi ricadere lungo i fianchi Ma ti dico tutto questo solo perché tu sappia il motivo per il quale ti avevo convocato, motivo che non sussisterà più una volta che il nostro kage sarà tornato, come hai detto tu stesso

    Nel frattempo Umiko aveva congiunto le mani d'avanti a sé, intrecciato tra le dita una collana Mala lignea che si chiudeva in un ciuffo nero. A seguito di una breve ma ritmata litania la ragazza venne scossa da dei profondi brividi che lo sguardo del medico avrebbe potuto pensare convulsioni, durò un momento e, poco dopo, la testa della ragazza cadde sul torace quasi fosse svenuta e un volto tanto bestiale e terribile quanto intangibile, sbucò dalla schiena della Kunoichi: Perché mi cerchi, Umiko? [Ryuk] Oh sì, capisco. Sì, come vuoi tu Umiko, alla fine mi diverte sempre un mondo rispose lo shinigami al dialogo con la ragazza. La kunoichi mosse le braccia e pose una mano sul capo e l'altra sul cuore del cadavere, quindi il chakra e la vitalità fluirono dal suo corpo verso quello del destituito consigliere.

    In quella eterna marcia verso la luce Etsuko avrebbe notato un essere che non solo spiccava in altezza di un metro rispetto a tutte le altre teste che lo circondavano, ma anche era rivolto in posizione opposta rispetto alla luce e alla direzione che tutti avevano. Nessuno sembrò notarlo, non creò nessuno scompiglio tra la marea di anime che continuarono a muoversi placidamente. Nuovamente qualsiasi tentativo da parte di Etsuko di cambiare strada sarebbe risultato vano, così come di fermarsi e si trovò allora la strada sbarrata dallo Shinigami. Sono uno shinigami, umano, e puoi chiamarmi Ryuk. Sono qui perché non è ancora arrivato il momento del tuo oblio attese un attimo, quindi gli tese una mano Prendi la mia mano, ti riporterò là dove l'aria riempie i polmoni.
    Se avesse seguito le indicazioni dello Shinigami un lampo di luce avrebbe abbagliato l'Akuma che, una volta sbattute le palpebre, avrebbe iniziato a riconoscere i contorni del mondo. [Strumento del Dio della Morte][Nota 2]
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    黒と白の手

    Kuro to shiro no te

    VI

    L'espressione di sincero stupore scomparve dal viso del primario quando, nel vedere il corpo a terra e imbrattato del suo stesso sangue, si ricordò della sua natura di medico e studiò il cadavere ancora tiepido cercando uno spiraglio di vita. Ebbi, prima di quel momento, la netta sensazione che le mie parole rappresentassero un lontano brusio nella mente del primario, stava evidentemente elaborando la situazione e, da lì, il tentativo di coltivare una speranza. Malgrado la sua indole di medico che, più di una volta, aveva dimostrato nelle varie missioni, così come il rifiuto di violenza gratuita, mi stupì la sua sostanziale reazione a quel pittoresco momento. Non nascondo che non pensavo mi avrebbe lasciato parlare liberamente, mi immaginavo piuttosto un suo tentativo di immobilizzazione ai miei danni o una aggressione verbale, ma non avvenne nulla di tutto questo. Sorrisi sommessamente ritenendo che le mie parole e il mio atteggiamento lo avessero portato a non avere le reazioni preventivate, si trattava di una prima vittoria che avrebbe portato il dialogo sui binari studiati. E così fu.

    La provocazione diede, infatti, i risultati sperati: sentii il primario finalmente esporre direttamente il motivo per cui avevo perso il suo rispetto. In risposta a quelle prime parole lasciai sorgere un leggero sorriso tra le la labbra: Sì, diciamo che sono stati tutti buoni indizi, Fudoh-san voltai completamente il viso cercando di guardarlo in volto, si era posto sul mio lato buio e non era certo stata una scelta casuale. Quindi riprese a parlare ed io tornai a guardare la città e il suo brulichio, lo ascoltai attentamente quando parlò di come non potesse perdonarmi il fatto che mi fossi messo in mezzo alle sue questioni familiari, come lo avesse ritenuto inopportuno e fece un parallelismo con la mia famiglia, i Tokugawa. Lasciai scorrere qualche attimo di silenzio gonfiando i polmoni, quindi espirai dal naso e tornai a guardare il primario volgendo il corpo e appoggiando la schiena alla finestra, così da non averlo più sul lato bendato e incrociando le braccia al petto. Credo che tu sappia chi è - o era - Yashimata Tokugawa, vero? cercai un cenno di assenso, difficilmente Fudoh in qualche modo durante la sua carriera di shinobi non aveva sentito almeno una volta nominare quel nome: forse il traditore di Kiri che aveva portato più terrore, morte e distruzione negli ultimi cent'anni. E' mio zio dissi secco, quel celeberrimo ninja era il secondo genito di Ossuri-sama Quindi so cosa significa quando il villaggio interviene in - come dici tu - affari di famiglia piegai il labbro, quindi rapido aggiunsi: Maya sì, a differenza di Yashimata non ritengo sia un'altrettanta diretta minaccia mentii, considerando che lei era a capo della Nuova Taki e che si stava muovendo sia sul territorio del Paese della Cascata che su quelli limitrofi, addestrando validi shinobi e elargendo suoi doni che li rendevano ancora più temibili, con chiari intenti espansionistici. Ma non può non essere considerata una pericolosa potenziale minaccia cercai il suo sguardo e poi, nel caso avesse fatto cenni di diniego, avrei ribattuto: Avanti, Fudoh, guarda cosa sta facendo a Taki e come si è mossa nel Paese del Ferro. Se non è già riuscita a prendere il controllo del Paese della Cascata poco ci manca e non possiamo nemmeno mentirci nel dire che abbia intenti pacifici. Non manchiamo di rispetto alla nostra intelligenza, suvviaavrei concluso allargando le braccia. Tornando però a parlare dei fatti avvenuti nel bosco... ripresi, lasciando che il mio sguardo venisse catturato da quel cadavere riverso a terra Sì, ho preso quella decisione e me ne assumo ogni responsabilità. Sarebbe stato inimmaginabile lasciarti in territorio e mano nemica, io e Yato-san ci saremo fermati a nostra volta nel Paese delle Cascate e avremo dovuto organizzare un'eventuale azione di estrazione, se le cose fossero andate nella peggiore delle ipotesi. Ipotesi che, come ben sai, quando si è in missione non si possono escludere sciolsi le braccia che erano rimaste incrociate al petto e con la destra mi grattai la tempia Comunque sia Kenku-san mi ha detto che i ragazzi si sono ripresi e sono ancora sul monte Tengu. Abbiamo ciò che lei brama, ma - come ti dicevo - considerandola una potenziale minaccia, non potevo (non potevamo) darle ciò che voleva senza sapere a che fine gli servissero mossi lo sguardo verso di lui Una volta capito a cosa le servono, saranno in tua custodia e potrai - per quello che mi riguarda - usarli come pedine di scambio per incontrarla. Se è ciò che vorrai Mi feci zitto riflettendo sulle parole successive, quindi mossi qualche passo nella stanza riprendendo a parlare: Non ti dico tutto questo per trovare delle scuse o tentare di riappacificarmi con te, Fudoh. Vorrei solo che ti fosse chiaro perché ho agito in un certo modo. Per quanto ciò possa averti ferito o offeso, non pensavo che avrebbe fatto esaurire il rispetto che avevi per il sottoscritto ammisi guardandolo in viso.
    Prima di tornare alle questioni più impellenti... mossi il capo verso il corpo di Etsuko Ritengo che i tempi potrebbero essere maturi per andare a fare una visita a quel ragazzo [Nota] Magari scopriremo il motivo per il quale era stata data a loro la caccia. Ti va bene, Fudoh-san?

    In quel momento due rapidi colpi di nocche sul legno della porta riportarono la mia attenzione sul presente, mi voltai e con voce calma invitai la persona ad entrare, come immaginavo era Umiko. La ragazza vestiva l'uniforme della Mano Nera e una maschera bianca con pennellate rosse le copriva il volto, la ragazza fece due brevi inchini, prima verso Fudoh e quindi verso di me: Fudoh-sama. Youshi-sama si guardò attorno senza proferire altro, attendendo ordini e così fu: Procedi con il piano C, Umiko-san le dissi, tenendo lo sguardo verso Fudoh-san. Sì, senpai! Scandì la ragazza in risposta e, rapida, si mise all'opera. Si inginocchiò vicino al cadavere di Etsuko e, dopo un breve rituale che richiese tutta la sua attenzione, i segni della precedente battaglia sparirono: scomparve il sangue che imbrattava le pareti, il pavimento e i nostri corpi; l'ombra tenue dello zolfo esploso in precedenza che aveva macchiato il pavimento scomparve a sua volta; così le schegge e i frammenti della scrivania si ricomposero perfettamente. [Slot Tecnica Avanzato - Epurazione delle Tracce]
    Dopo di che iniziò a lavorare sul cadavere, irrorò le mani di chakra curativo e iniziò prima dalla spalla rimasta monca e poi si spostò sullo squarcio mortale al collo. [Tecnica delle Mani Curative] [Indole Guaritrice]

    Nel frattempo la mia attenzione sarebbe rimasta sul primario e così tornai a parlare, con voce calma e in maniera diretta, fidandomi ciecamente di Umiko e non preoccupandomi minimamente che sentisse i nostri discorsi. Mostrai le buste chiuse a Fudoh e dissi: Ti sconsiglio di chiamarlo pennuto in sua presenza, è tanto orgoglioso quanto permaloso scossi il capo Sì, sì si è lamentato anche con me, ma è un po' una prima donna. E' fatto così il mio caro Kenku sorrisi, pensando che egli - dopo la morte di Ossuri - era l'unico essere che potevo considerare parte della mia famiglia, certo, escluso Yashimata. Comunque queste buste contengono una serie di richieste da parte dei capi delle varie Mani. Tutte le ristrutturazioni o innovazioni che le strutture a loro affidate hanno bisogno per rimanere efficienti spiegia, riprendendo: Ti avevo fatto chiamare qua per due motivi: il primo era questo, ovvero sapere di cosa ha bisogno l'ospedale per rimanere una struttura al passo con i tempi; la seconda mossi lo sguardo verso Umiko che si apprestava a ultimare la chiusura della carotide era per eleggerti Consigliere lo guardai seriamente e, dopo qualche attimo di silenzio, ripresi: Etsuko si è dimostrato inadeguato, credo che questo sia piuttosto evidente. Così l'ho invitato a dimettersi, una volta scoperto che era tornato a Kiri, in favore di tre shinobi che sarebbero stati in grado di sostituirlo fino al ritorno del kage: tu, io e Minarai. scrollai le spalle Non credere che questa scelta sia stata presa in autonomia, mi sono confrontato con gli altri shinobi del villaggio e ritenevano questa la strada migliore per far sì che Kiri non venisse lasciato al degrado dell'amministrazione dell'Akuma sorrisi calmo Certo, non mi sarei permesso di invitarti a lasciare il tuo lavoro all'Ospedale, come io non avrei smesso di coordinare la Mano Nera. Minarai avrebbe compiuto il lavoro di primo amministratore e noi due avremmo vagliato e controllato il suo operato. Dispari, perché nessuna questione rimanesse irrisolta aggrottai il sopracciglio Ti ripeto, non voglio che tu veda questa mia iniziativa come una mano tesa, un tentativo di riappacificazione. No. Se è a te che è ho pensato è perché abbiamo prospettive differenti e così avremo amministrato in maniera più giusta Kiri, mediandoci vicendevolmente abbassai lo sguardo verso l'Akuma e conclusi:Ma come dicevo non ci sarà bisogno di tutto ciò, Etsuko mi ha informato che presto avrebbe fatto ritorno il Mizukage e saprà lui guidarci nel modo più corretto mi guardai attorno come cercando il prossimo argomento e, trovato, dissi: Sì, lì sulla scrivania ci dev'essere qualche pezzo di carta e una penna (ne aveva usata una prima Etsuko). Annota ciò di cui l'ospedale ha bisogno, la consegneremo assieme alle altre a Kensei-sama

    Mi voltai verso Umiko e, con un cenno del capo, la invitai a proseguire.

    [Nell'aldilà]


    Fu un battito di ciglia. Il sorriso divertito di Youshi. La chiusura delle palpebre; la loro apertura. E ciò che si presentò allo sguardo di Etsuko fu un mondo che non apparteneva ai vivi.
    Era un luogo immenso e senza cielo: una tenebra infinita si rispecchiava su quella crosta di terra secca e rossa su cui Etsuko, assieme a milioni di persone, si trovò camminante. Quell'oceano di persone e lo shinobi stesso stavano muovendo lenti e coordinati passi, tutti nella stessa direzione: un enorme portale bianco e splendente, luce piena e pura. Attorno a lui avrebbe potuto vedere le altre anime, nessuno gli prestò attenzione perché tutti ammaliati da quella folgorante visione all'orizzonte. Vi erano persone di ogni speme, uomini e donne, vecchi e bambini, persone morte nel sonno che non presentavano ferite, altre annegate che presentavano un colore bluastro della cute, altri che - come lui - erano morti in battaglia. Una volta notato ciò l'Akuma avrebbe realizzato che la sua figura riportava a sua volta le ferite che l'avevano strappato dalla vita terrena.
    Se lo shinobi avesse tentato di volgersi e muoversi in direzione opposta o differente dal portale, si sarebbe reso conto che ciò era impossibile: ovunque si voltasse il portale si trovava di fronte a lui e i suoi passi non si sarebbero fermati all'incedere della marea.
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    黒と白の手

    Kuro to shiro no te

    V

    Il Velo di Nebbia si sciolse in concomitanza con il potente attaccò che squarciò la scrivania. Il braccio del consigliere deposto giaceva a terra mozzato, sbattei le palpebre pensando che quello che stessi vedendo fosse un'illusione dell'Akuma: lo schizzo di sangue provocato da Utsubo stava assumendo stato gassoso. Non sapevo quale altro trucco Etsuko avesse elaborato, ma non avevo intenzione di dargli il tempo di attuarlo e per questo, una volta rialzatosi in piedi con una calma notevole, compii la finta e l'ultimo colpo recise la sua carotide mentre nell'aria ancora le sue parole: "Hai Vinto... sei soddisfatto Adesso?"
    Il fiotto di sangue provocato da quell'ultima mortale ferita cosparse il mio volto e, una volta che il corpo cadde privo di vita, notai come ancora la linfa vitale dello shinobi kiriano che fluiva dal suo corpo non rimaneva liquido. Mi osservai attorno, cercando di comprendere come avesse fatto a salvarsi e cosa stesse architettando, fu così che potei notare quella nube rossa crescente riempire sempre di più la stanza fino a celare ogni cosa vi era al suo interno. La mia attenzione si concentrò sull'udito e gli altri sensi, per cercare come in precedenza di individuarlo, e sul mio tantien successivamente, notando un flusso di chakra che non avevo attivato coscientemente. [Slot Tecnica | Velo della Nebbia di Sangue] Era una tecnica che avevo attivato senza rendermene conto, qualcosa che aveva iniziato il suo effetto quando il sangue nemico era entrato in contatto con una parte del Velo di Nebbia. Respirai calmo, cercando di rallentare il battito cardiaco e realizzare ciò che stava accadendo: estrassi la lingua dalla bocca e assaggiai l'aria, la nebbia rossa che mi circondava era composta di sangue, potei capacitarmene per via del gusto ferroso che mi rimase in bocca. Qualcosa di incredibile era avvenuto, qualcosa le cui cause e ragioni avrei dovuto ricercare in un secondo momento. Bloccai il flusso di chakra e la nebbia di sangue scomparve, lasciandomi solo di fronte al cadavere, lo guardai per qualche attimo mentre pulivo e rinfoderavo la lama, poi con voce gelida risposi alla domanda lasciata sospesa: Non ancora, sarebbe troppo semplice, Etsuko.

    Le cose per Fudoh sarebbero andate diversamente da come preventivato. Raggiungendo l'amministrazione, infatti, avrebbe notato che - all'altezza degli uffici dei consiglieri - un solido e largo Velo di Nebbia copriva tutto il piano dell'edificio, tanto l'esterno quanto l'interno tra i corridoi e le altre stanze. Imboccando le scale avrebbe notato diversi shinobi muoversi rapidi e con una certa fretta, alcuni sembravano spaventati altri, invece, sembrava stessero eseguendo semplicemente degli ordini e non mostravano alcun tipo di preoccupazione nel loro volto. Salendo, poco prima di imboccare il corridoio dove vi era la Sala del Consiglio, incontrò gli altri due Capi delle Mani di Kiri e subito la kunoichi vestita di rosso si rivolse a lui: Fudoh-san! Finalmente, mi sa che è successo qualcosa tra Migite e Hidarite... Sembrava... Sembravano rumori di scontri disse preoccupata guardando l'uomo con l'uniforme grigia, che annuì Non... Non ci sembrava il caso di intervenire. Ma magari tu puoi fare qualcosa, ecco. Tieni queste però strappò una lettera dalle mani dello shinobi vestito di grigio e la consegnò insieme a quella che reggeva lei, era una semplice busta bianca chiusa e con scritto unicamente: "all'attenzione di Hidarite". Si precipitarono giù dalle scale senza attendere domande o fornendo risposte, ma forse qualcosa avrebbe distolto ogni domanda dalla mente del primario: la Bakekujira. Improvvisamente, infatti, il primario poté sentire fortemente la presenza dell'Arma di Iwa e questa si trovava proprio lì a meno di una decina di metri da lui. Realizzato che si trattava veramente della presenza della Bakekujira, tanto che il suo tekken iniziò come a vibrare, la nebbia si tinse di sangue.

    ... troppo semplice, Etsuko. Il primario di Kiri avrebbe sentito chiaramente quelle mie parole entrando nella sala. Lì avrebbe visto i segni di una rapida battaglia: la sedia del consigliere era ribaltata all'indietro, la sua scrivania divelta a metà e uno strato di ghiaccio, le cui origini erano facilmente deducibili da Fudoh, ricoprivano il pavimento. Lì giaceva Etsuko in un bagno di sangue. Il sangue fluiva dal collo e dalla spalla dove una volta vi era il braccio che, in quel momento, si trovava inerme vicino alla scrivania.
    Lo shinobi mi trovò che ancora osservavo la mia vittima, davo le spalle al ninja dai capelli rossi e così gli dissi quando lo riconobbi: Ti stavo aspettando, Fudoh-san mi voltai calmo verso di lui, non volevo che potesse considerarmi una minaccia, sebbene il sangue di Etsuko imbrattasse completamente il mio volto, un sorriso candido si aprì e aggiunsi Non ti preoccupare, non ti ho certo chiamato per essere il testimone di un omicidio. Va tutto bene, ho scoperto che la morte può essere uno stato transitorio e questo è il caso dissi indicando il cadavere e poi pulendomi il viso con il mantello In realtà non abbiamo nemmeno fretta, potrei parlarti del motivo per cui ti ho chiesto di venire qua prima che arrivi Umiko. Cosa ne dici? chiesi, indicando la finestra che dava sul villaggio e invitandolo a seguirmi al suo capezzale per osservare la città e allontanarci dal corpo.

    Se il primario si fosse attivato per cercare di salvare il cadavere, mi sarei avvicinato a lui e appoggiandogli la mano, gli avrei detto: La vita ha abbandonato questo corpo, credo che nemmeno tu, primario di kiri, potrai riportarlo in vita solo grazie alle tue arti mediche. Ma non ti preoccupare ora, abbiamo cose più urgenti di cui parlare a quel punto l'avrei invitato nuovamente a raggiungere la finestra e osservare la città

    Hai per caso trovato il capo della Mano Grigia e la capa della Mano Rossa? Avevo chiesto anche a loro di venire qua, mi chiedo come mai siano in ritardo domandai, leggermente stupito mentre osservavo i comignoli della città di Kiri.
    Da quello che so il Mizukage dovrebbe essere di ritorno, ma ci sarà tutto il tempo per sistemare quanto è successo feci una piccola pausa, quindi ripresi calmo: Dopo gli eventi di Taki percepisco come un leggero astio da parte tua, fidati di me vedrai che le mie parole verranno confermate anche da Etsuko quando tornerà a respirare. Ma dico di approfittarne di questo suo assordante silenzio per parlare prima tra di noi, con tutta calma un leggero sorriso increspò le labbra.



    Png approvato dall'amministrazione e valido per questa giocata: www.narutogdr.it/creaschede/?s=NLschedaHIltdi
    Pagato 6500 Ryo, lo stipendio - essendo l'app rotta - mi è stato accreditato privatamente previa approvazione, ovviamente, dello staff.
334 replies since 27/4/2019
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