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  1. .

    Saluti


    -XII-







    Annuì in silenzio e ad occhi chiusi, magari i segreti del villaggio avessero tutti due casseforti come quelle a proteggerli
    A sorprenderlo più di tutto però fu la reazione di Sho davanti a quella che non conosceva come pergamena.

    Vedrai a furia di sfogliare le pagine che la strada è assai lunga.
    Tutto ciò che è presente in questa sala, pure quella falce ha un migliaio d’anni sulle spalle...


    Disse indicando la falce nera di Tian, che ancora non aveva avuto modo di riportare al suo posto.

    ...non hanno segreti per questo affarino.

    Si rabbuiò però quando Sho gli ricordò le priorità della missione, ma lo tenne per sé fino a quando non furono nuovamente fuori.
    Inspirò, decidendo quanto polso dovesse impiegare per quella frase.

    Sho.
    Non sono un kage, sono un Hokage.
    So quali sono le priorità, non ti dirò che ricordarmele mi insulti, non sono quel tipo d’uomo e non voglio essere quel tipo di leader, ma... mi delude.
    Non scambierei una sola vita per nessun demone al mondo.
    Dovresti saperlo se mi conosci.


    Espirò, questa volta esponendo realmente un fianco.

    I miei dubbi li tengo per me perché è giusto così.
    Non potrei renderti partecipe di tutto, ma non è una questione di fiducia, è una questione di protezione.
    I miei dubbi sono parte integrante di un lato di me che mi porta a compiere degli errori ed hanno il brutto vizio di essere contagiosi.
    Ma non temere, prima che mi portino ad agire, li condividerò.


    Gli rivolse un occhiata carica di fiducia.

    Ma col cazzo che ti faccio la festa se domani non mi recapiti la tazza col “best hokage ever” stampato sopra in ufficio.

    E sparì con uno sbuffo di fumo, evidentemente si era dissolto.
    Solamente al suo terzo giorno di lavoro come guardiano, negli uffici delle mura e proprio alla scrivania di Sho, sarebbe comparsa una tazza personalizzata “Leaf Goodest Boy”.
    Mittente anonimo.




    [Youkai]

    Raizen stesso si sarebbe occupato della polvere, prima di riprendere ad ordinare infatti, con una piccola folata di vento l'avrebbe alzata per aria, e senza possibilità di essere veicolata all'esterno da delle aperture in qualche ora questa si sarebbe depositata nuovamente, coprendo le impronte e lasciando su tutte le superfici una quantità simile di deposito, rendendo impossibile sospettare una manomissione.

    E mi raccomando, non dimenticarti il pasto.
    Io vado, danno un film comico oggi, una di quelle porcherie sui super eroi, mi ammazzano dalle risate.


    Disse prima di dissolversi.




    [Kiyomi]

    Raizen guardò la donna senza ira, ne noia, nessuna emozione ostile o infastidita.

    Non ti sto trattando come una bambina, bilancio il tuo caratteraccio con dell’umorismo pessimo, e credimi, per quanto tu sia convinta del contrario spesso sei realmente eccessiva.
    O pensi che sia normale distruggermi l’ufficio con la scusa della luna storta?
    Ma per il resto… l’unica cosa che faccio è proteggerti da te stessa.
    Ti senti pronta?
    Credi che io stia sbagliando?
    Che lo faccia perché voglia qualcosa di diverso dal tuo bene?


    Indicò l’accesso che portava oltre il vetro protettivo.

    Prego allora, gli scienziati non rifiutano mai un volontario consapevole e informato.
    Verrò ad annaffiarti tutti i giorni.
    Quando ti accettai a Konoha decisi di aiutarti a realizzare il tuo sogno, non credermi banale, so cosa vuol dire sacrificare ciò che si ha di più prezioso per ottenere qualcosa in cambio.
    Devi decidere tu se fidarti e accettare che nonostante tutto non sia abbastanza, oppure continuare a punzecchiare chi cerca di aiutarti.


    Mai, nemmeno per un istante sarebbe risultato aggressivo, piuttosto sincero e dal tono comprensivo, ed infatti neanche si allontanò concedendo una replica, ma semplicemente si dissolse, non tanto per avere l’ultima parola ma per costringere Kiyomi a riflettere senza l’impellenza di dovergli rispondere ed accertandosi di non accendere i toni della discussione semplicemente evitandola totalmente.




    [Satoru]

    Il piccolo corvo rimase leggermente stupito, il ragazzo mostrava una rapidità nel mutare convinzioni che lo lasciava costantemente di sasso, ma ne apprezzò proprio la volontà e la capacità di mettersi in discussione.

    Ti aiuterò, Satoru.
    L’eremita adulto e potente in grado di gestire da solo questa situazione deve ancora srotolarsi le coperte di dosso.
    Ma dopotutto, che eremita dei tengu saresti se non avessi l’aiuto di un tengu?


    E con un sorriso, ma senza un ulteriore parola, si sarebbe dileguato, pareggiandosi in autonomia.

    Oh nonononono!

    Il clone era scattato in avanti per cercare di fermarlo ma fu inutile, il pareggio fu un atto troppo rapido.

    Maledizione!
    Non ci ha aperto il passaggio!


    E dopo tutto quel tempo pietrificato non avrebbe nemmeno risposto ad un tentativo di richiamo, senza contare che i suoi sfoghi di rabbia l’avevano probabilmente affaticato.

    Beh, se non altro la chiave è al sicuro con lui.
    In sua assenza entrare qui è praticamente impossibile.


    L’Hokage avrebbe dato quindi una sonora pacca a Satoru.

    Non sarà facile, non lo sarà affatto.
    Ma hai preso la decisione migliore.
    Andiamo, per oggi abbiamo finito.


    E Raizen se ne intendeva di storie difficili.
  2. .

    Legami


    -XII-






    Rise di rimando all’affermazione di Sho, per poi farsi immediatamente serio, terribilmente serio.

    E ringrazia che non ho usato il cazzo come carota, perché avrei potuto.

    Gli avrebbe detto mentre gli puntellava l’indice sul petto, riprese a ridere dopo qualche secondo di totale silenzio.

    Ahahah… ahah… ah.
    Ti prego non dire in giro che faccio queste battute di merda.


    Disse con un tono tra il disperato e l’estrema stanchezza, e mentre guardava se stesso con la coda dell’occhio avrebbe risposto.

    Beh, essere il migliore in qualcosa di certo non ti proibisce di continuare a crescere.
    Io sto cercando di farlo.
    Definire i demoni batterie di chakra è riduttivo, se gli si vuole dare il nome di un oggetto, con buona pace loro, il nome più adatto è convertitori.
    Quando scoprii che la volpe non mi era stata tolta durante l’invasione di Shiro, ma soltanto nascosta la ritrovai in uno stato pietoso e scoprii che il loro sostentamento è il chakra naturale, mediante la meditazione sono in grado di accumularlo, e non importa che siano dentro un jinchurki, non hanno limiti in questo.
    Attraverso la meditazione sto cercando di comprendere meglio quel chakra, espanderlo, manipolarlo, concederlo… voglio capire fin dove può arrivare, ma per l’appunto prima devo… elevarmi?


    Che la forma assunta dalle code non fosse un mero caso?

    Hai capito tutto comunque, non c’era altro da capire.

    Disse una volta arrivato in amministrazione.

    Ti manca solamente un particolare.

    A quel punto aprì un cassetto e ne tirò fuori un diario, un piccolo libretto che all’apparenza era in tutto e per tutto uguale ad altri li riposti, seppure tutti diversi erano in qualche modo tutti uguali: non avevano niente di particolare.

    Quanto rapidamente potresti apprendere se ogni singola volta che sei focalizzato su un concetto ed un vuoto di memoria ti rapisse la comprensione finale dello stesso, il libro da cui stai studiando ti desse la risposta?
    Quanto sarebbe semplice se qualsiasi cosa ti passasse per la mente avesse un libretto delle istruzioni?


    Allungò la mano, porgendo il piccolo diario: La Leggenda della Spada Eterna.
    Salvo poi ritrarlo poco prima che Sho lo afferrasse.

    È uno strumento potente, dovrai capire come usarlo prima di poterlo usare.
    E soprattutto, avrai una stanza nei laboratori botanici, potrai sfruttarlo li quando me ne farai richiesta.
    Non è qualcosa che può fare il giro del mondo.


    Ed a quel punto glielo porse, permettendogli di guardarlo e di capire cosa Raizen intendesse quando gli aveva fatto l’esempio riguardo i processi di costruzione delle armi.
    Appena aperto, saltate le prime pagine di introduzione che, curiosamente, riportavano i concetti da lui appresi durante la creazione del suo antidoto, le nozioni andavano facendosi più precise, indicando temperature accurate fino al centesimo di grado, pesi al microgrammo, chakra di diversa natura da utilizzare in questo o quel passaggio ma poi…

    Bello, ma deludente, non trovi?

    Lo guardava con un sorrisetto astuto.

    Non avrà mai fine, potrai ideare ciò che vorrai, avrà sempre un suggerimento, ma mai una risposta.
    Non so se abbia dei limiti, non so nemmeno quale sia la sua funzione primaria, a volte ho il sospetto che quando lo consulto le informazioni non siano a senso unico.


    Finita la presentazione di una delle Pergamente di Indra, particolare che gli avrebbe rivelato solamente se si fosse mostrato appropriamene interessato, sarebbero passati alla scelta della maschera.

    Riguardo Ame non ne sono sicuro, ne sono certo.
    Non posso pretendere di tenerli sotto la mia ala per sempre, devo essere certo che se dovessi allontanarmi la mia coscienza sarebbe libera da preoccupazioni.
    Devo potermi fidare di loro.
    Ame è pericolosa, ma non è un campo di guerra, con la giusta astuzia possono cavarsela.
    I bassifondi saranno un buon inizio per la raccolta di informazioni e per fare esperienza sul campo.
    Non lo faccio a cuor leggero, ma sono ninja Sho, come tutti.
    Io sono responsabile della loro vita ma anche della loro crescita, e se non cresceranno la prossima luna rossa li mieterà come grano maturo.


    Non era facile comprendere il suo punto di vista, ne era consapevole, ma erano stati proprio gli anni da Kage a fargli comprendere che la fiducia nei propri shinobi doveva obbligatoriamente tradursi nella capacità di lasciargli affrontare il pericolo da soli.
    Inspirò, non stava per dire qualcosa di semplice.

    So cosa pensi Sho.
    Non voglio dire che so cosa hai passato, perché non lo so, ma mentre eri a Cantha ho cercato di rintracciarti, tuttavia avevo le mani più che legate… impotenti.
    Convivo tutt’ora con l’inadeguatezza che in quel momento mi ha impedito di salvarti.
    Non ricapiterà.
    Non lo permetterò.


    Non era facile pronunciare quelle parole, e probabilmente ascoltarle lo era ancora meno, ma se non altro poteva sdrammatizzare.

    Oh…!
    Quella del lupo?
    Accidenti non so come sia finita qui ma recentemente la stavo utilizzando io…


    Interminabili secondi di tesissimo silenzio che avrebbe spezzato con un sorriso.

    Penso ti si addica.

    Gli avrebbe dato una pacca sulla spalla per poi accompagnarlo all’esterno, verso la conclusione di quella giornata.

    Nessuno Sho, perché continui a chiedermelo?
    Ahahah!
    Temevo soltanto, a buona ragione visto cosa abbiamo trovato, che potessero esserci segreti a cui col tempo qualcuno di pericoloso avrebbe potuto accedere.
    Come ti ho detto il furto di un rotolo mi ha fatto drizzare le orecchie, e se temi che un ladro possa entrarti in casa la cosa migliore da fare è riordinare e mettere la roba di valore in cassaforte.
    Per il resto vedremo alla riunione stessa.


    Disse mentre camminava, certo non sapeva ancora cosa aveva scoperto il clone insieme a Youkai.





    [Youkai]

    Raizen scosse la testa quando Youkai si oppose dicendo che non aveva trovato date recenti.

    Il problema è che queste date sono tutto sommato recenti Youkai.
    Ma sono casi chiusi probabilmente.
    Vedi gli Uzumaki?
    Non ho potuto cercare approfonditamente, ma il loro codice è sempre affiancato a quello di missioni di ricerca, non di recupero.
    Qui c’è una storia finita.
    Qualcuno ha probabilmente stilato un rapporto completo, che riassumesse tutta la questione, ma se è nei dintorni non lo vedo, dovrebbe essere più corposo di queste cartelle.


    Ed in effetti pareva che di corposo non ci fosse nulla, come se i riassunti non fossero stati appositamente messi nello stesso luogo.

    Il problema è proprio questo: non lo so.
    Se seguono i precetti della precedente Radice non sono comunque traditori e ciò che ottengono lo faranno maturare nei momenti più proficui ed in modo che non possano essere collegati alla loro attività.
    Ma sempre e comunque nel bene del villaggio.
    Di base l’unico vero pericolo è che per loro esiste solo la missione, e non c’è mai certezza di cosa questo possa voler significare.


    Nonostante tutto sorrise a Youkai.

    Non farti spaventare, è la natura dell’informazione che la rende maggiormente pericolosa.
    Ma nessuno ti vieta comunque di sfruttarla.
    La radice ha i suoi metodi e sono efficaci, ma se tu dici che sai dove trovare degli Uzumaki… perché dovresti dire che è proprio grazie alla radice che lo sai?
    Riguardo la radice… il problema delle persone di cui puoi fidarti è in secondo piano, come ti dicevo le persone che hai attorno potrebbero essere degne di fiducia, ma lo stesso non puoi dire delle persone che stanno attorno a loro.
    Non potendo avere questa certezza la cosa su cui devi basarti è che tu sai di poter tenere la bocca chiusa perché sai quanto è importante questa cosa, ma loro non l’hanno vissuta e non gli attribuiranno mai lo stesso valore.
    È così che il battito d’ali di una farfalla si trasforma in un uragano.
    Tutto può andare avanti quasi come prima, semplicemente inizi a capire che ciò che scopri potrebbe spezzare la realtà per come la conosci… dovrai difendere per un po' ciò che sei e ciò che hai attorno.


    Adesso il suo sorriso era amaro.

    E poi puoi fidarti del tuo Kage, non è poco!
    Pensa se fossi stato un kiriano… il tuo miglior confidente sarebbe stata una teiera particolarmente tediosa!


    Sdrammatizzò, prima di ascoltare la nuova domanda del genin.

    Importa qualcosa?
    Sei Youkai, Genin di Konoha.


    Scandì quelle parole come se cercasse di stampargliele addosso come un numero di serie.

    E sei nato cinque anni fa.
    Anche se sei alto meno di due metri non vuol dire che il passato influisca su di te in maniera diversa.


    Disse ricordandogli le sue stesse parole di poco prima.
    Oltre quello non c’era alcuna certezza, inclusa la sua appartenenza alla Radice.




    [Kiyomi]

    L’Hokage si voltò lentamente, guardando in cagnesco Kiyomi.

    Ma cercatele le informazioni no?
    Non mi sembra che l’ho firmato io questo contratto.
    Se non gli fai fare un po' di moto quel culo ti si ingrossa sai?


    Commentò senza il minimo tatto mentre otteneva il consenso di qualcuno degli oggetti li presenti: un paio di mutante, ed una bilancia che annuivano in silenzio, mentre qualche sparuto tsukumogami distoglieva lo sguardo perdendo un po' di entusiasmo nel vedere che la prima cosa fatta da Kiyomi era tentare di smarcarsi da quell’incarico per loro così importante.
    Alla sua domanda nessuno seppe rispondere, anzi, per la maggiore vide sguardi assai confusi.

    Radice, Kiyomi-sama?
    Noi siamo qui sotto da sempre, abbandonati al buio come se fossimo in uno scantinato, i primi di noi.


    E fece un cenno con la testa ad un piccone, una pala ed una carriola, tutti con due occhi e poi al rotolo che ancora la scrutava col suo monocolo allegro.

    Sono giunti qui ed hanno scavato questo luogo perché potesse ospitare degli oggetti dimenticati come noi che non vogliono arrendersi al passare del tempo, ci siamo sempre molto divertiti… forse però lei si riferisce al passaggio li in alto.
    Durante una delle prove del nostro spettacolo facemmo un po' più baccano del solito e crollò… penso… un centinaio di anni orsono.


    Raizen fece una smorfia, ma dopotutto non era interessato alla Radice, quantomeno non lo era quel clone, per lui l’importante era che il passaggio fosse chiuso e inaccessibile, e considerando che le creature praticamente lo vigilavano potevano stare al sicuro.

    Bene, se non altro abbiamo qualche certezza in merito.
    Ti lascio a sbrigare le ultime cose io ti precedo al centro di ricerca, chiedi di me quando arrivi, ti indicheranno la stanza giusta.


    Il centro di ricerca pur essendo in centrocittà non era troppo distante da quella periferia, una ventina di minuti a passo sostenuto, niente di sufficiente a far sudare Kiyomi, le avrebbero permesso di raggiungere la struttura.
    Semplice e tutto sommato spartana si presentava come un grande edificio bianco a due piani per cui non si era badato a spese, vetro e pareti verdi verticale la facevano da padrone, spezzate da del purissimo bianco di quando in quando, in tutto questo l’albero del primo Hokage troneggiava all’ingresso, facendo bella mostra di se quasi fosse messo in vetrina nella ampia Hall, su di lui continuavano ancora a germogliare le foglie rosse trasformatesi dopo il contatto con Raizen.
    Sotto di lui il nome della struttura, come se si presentasse ai visitatori:

    Shinme
    Centro Ricerca e Sviluppo



    Quando si fosse presentata al punto informazioni l’avrebbero squadrata da capo a piedi ed era evidente che la stessero giudicando.

    La scorteremo dall’Hokage, ma dovrà prima indossare degli indumenti protettivi.

    Di sicuro la donna era più abile di molti impiegati nel convincere il prossimo visto che gli indumenti servivano per la maggiore a proteggere l’ambiente sterile dalle condizioni in cui era ridotta Kiyomi.
    Avvolta in una specie di palombaro giallo la condussero ad uno dei laboratori, ma non sarebbe entrata, Raizen attendeva all’esterno davanti ad un ampia vetrata che dava su un laboratorio.

    Senza troppe spiegazioni.
    Tu sei a sinistra a destra invece è come dovresti essere.


    Cosa c’era dunque oltre il vetro?
    Cavie, gli esperimenti infatti erano giunti allo stadio di verifica su animali viventi, in quel caso i classici topi da laboratorio.

    In molti lo riterrebbero immorale, ma purtroppo non abbiamo alternative.
    Dicevo, sulla sinistra puoi vedere topi semplici, niente di più che semplici cavie da laboratorio, a destra vedi topi a cui ha badato il clan degli Inuzuka, una divisione particolare ci aiuta con mammiferi in modo che imparino a gestire un minimo il chakra.
    Nemmeno ti puoi immaginare quanto siano costose quelle super pallette di pelo bianco.
    L’obbiettivo è quello di creare un ibrido tra piante e esseri viventi.
    Sono partiti dai geni dei Senju essendo loro in grado di dare vita al legno.
    Il risultato al momento è la sostituzione del sangue con un composto simile alla clorofilla, attraverso di esso innescano un processo di mutazione genetica che ti cambia… dentro.


    Indicò nuovamente i topi, quando uno dei ricercatori lo prese per indicarne una ferita che si stava rimarginando in maniera similare ad un ramo spezzato, certo il paragone non era facile, ma si poteva notare come da un punto della mutilazione si stesse generando una porzione di carne sempre più estesa che lentamente trasformava il vecchio moncone in una parte secca ed inutile che dopo il corpo eliminava come se fosse un comedone.

    Ma quelli sono i topi preparati.
    Hanno un sistema immunitario forte, chakra e sono stati immunizzati contro una buona parte di veleni naturali.
    I topi normali… beh non se la vedono bene.


    A sinistra infatti c’erano 5 roditori in vari stadi di quello che pareva essere avvelenamento, il primo era evidentemente aggressivo, il secondo spaesato e sul terzo, i peli mancanti facevano notare una curiosa vasodilatazione che striava il topo di un verde del tutto innaturale.
    Il quarto era evidentemente con un piede nella fossa ed il respiro accelerato rilasciava di quando dei vapori che tutto erano fuorchè salubri.
    Il quindo era ormai morto, coperto di grossi lividi e da quelle che solo ad un primo sguardo parevano verruche, ma in realtà erano germogli.

    Capisci di cosa stiamo parlando?
    Di quanto possa essere pericoloso essere inadatti a questo genere di cose?
    Capisci che non basta stare a fissare le lancette dell’orologio perché tutto si sistemi e vada come tu credi che debba andare?
    Se non altro c’è una cosa curiosa.


    Fece un cenno della testa per mostrarle che un iniezione di sangue dei topi preparati era in grado di salvare persino il topo al quarto stadio.

    Stanno cercando di evitare, come dire, effetti collaterali troppo definitivi.
    Tuttavia sembra che dopo l’iniezione di sangue i topi normali, seppur successivamente addestrati, sviluppino la totale immunità al composto, come se le cellule si fossero stabilizzate.
    O quantomeno questo è ciò che mi hanno spiegato.
    Il problema è che non tutti sono interessati ad una modifica così profonda del loro corpo, quindi sintetizzare quella specie di antidoto dal sangue umano è impossibile, si potrebbe farlo sperimentando sulle scimmie, ma ci sarebbe sempre un certo margine di errore che invece la crescita delle tue capacità fisiche eliminerebbe quasi totalmente.


    Si sarebbe voltato a guardarla.

    Io ai miei ninja ci tengo.
    E per quanto il tuo carattere faccia schifo ti reputo persino più importante di un ninja qualsiasi.
    Spero questa sia l’ultima volta che darai a me la colpa ed inizierai a lavorare sulle tue mancanze.


    E senza aggiungere altro l’avrebbe lasciata li, ad osservare quanto la fretta potesse essere deleteria per la bellezza che tanto voleva preservare.

    E comunque i capelli ti stanno meglio così, slanciano il collo.





    [Satoru]

    Il piccolo tengu, pur non avendolo alzò un sopracciglio, dubbioso.

    Tutte queste incertezze eppure guarda come ti muovi sicuro.
    Hai appena ammesso di non sapere nulla… eppure hai scelto di condannarli.


    Il piccolo pennuto era ormai atterrito.

    Hai sentito cosa hai detto?
    Ti ascolti quando parli?
    Hai appena esplicitamente detto di essere corrotto e di voler continuare per questa strada senza voler prendere alcun provvedimento nonostante io ti abbia allertato.
    Li hai definiti i TUOI tengu!
    Ma tu non sei ne un tengu ne tantomeno ti appartengono!
    Hai accettato di combattere ma non sai nemmeno per cosa!
    Ed il bello è che quella cosa non ferisce te, ma loro!


    Era sconvolto.

    Tu non stai proteggendo nessuno se non te stesso!
    Tu ti stai mettendo al riparo dal dolore che proverrebbe dall’effettuare le rinunce che questa strada ti porrebbe davanti!
    Mentre invece dovresti essere la loro guida, la loro salvezza, il loro tutore…


    Lo stava accusando puntandogli le sue penne primarie dritte contro la punta del naso.

    Potrai fingerti ingenuo quanto vuoi, potrai raccontarla a te stesso lunga quanto ti pare, ma TU, Satoru, stai mettendo la tua personale felicità e forse quella di Una singola tengu davanti ad un popolo intero.

    Sbuffò vistosamente quando questo gli chiese delle Lacrime.

    Utili, ma un mero palliativo.
    Fermeranno la corruzione ma non la combatteranno, dovranno stare sempre a contatto con il corrotto ed appena tolte si corre il rischio che la corruzione faccia un balzo violento e renda impossibile un loro secondo utilizzo… senza considerare che il loro numero non è illimitato.


    Se gli fosse stato chiesto se c’era una soluzione si sarebbe leggermente ammorbidito, vedendo un leggero spiraglio di speranza.

    Il sacrificio.
    Quello vero.
    Dovrai rinunciare al legame, sacrificandolo per qualcosa di puro, come è puro voler proteggere qualcuno senza riceverne niente in cambio, ne una carezza, ne un grazie… niente se non la felicità che deriva dall’averlo salvato.
    Altrimenti il tuo amore li riporterà sempre nel baratro.
    Dalla corruzione non c’è salvezza ma comprendo che sia infima e la sua forza si origini dal legame più forte che si può creare… ma non puoi farti accecare da esso e correre il rischio di condannarli tutti.
    Puoi farlo, ma se sarai così gretto… abbi la decenza di non presentarti come salvatore, perché non lo sei.
    Saresti solo l’ultimo tra gli ultimi.


    Parole dure, parole dure di un tengu tutt’altro che strano.
  3. .

    L' Oni


    -VII-






    Riuscirono a recuperare il chakra, focalizzandosi su quell’inaspettato aiuto, traendone il massimo vantaggio nel poco tempo che gli era stato concesso, ma la loro visitina di cortesia non venne ben accolta, almeno fino a quando il semplice gesto di Raizen non venne identificato per ciò che era quando questo scosse tacitamente la testa alla domanda di Ogre.
    Il tempo finalmente rallentò, ed Ogre si voltò immobilizzandosi per lunghi secondi.
    I due Kage ci avevano visto giusto, la creatura sopra Ogre non era decisamente prevista, ed anzi, la suapresenza provocò una reazione di intensità persino maggiore a quella che aveva serbato loro. L’aria prese a tremare quando il rabbioso livore che pervadeva il colosso agitò la roccia della quale era composto, qualcosa di ancor peggiore stava galoppando nell’animo di quella ancestrale creatura ed il cremisi che lo illuminava era un chiaro segnale che quella creatura gli avesse fatto superare il limite, diventando il suo nuovo obiettivo.
    La disgrazia apocalittica da cui poco prima dovettero difendersi loro venne indirizzata questa volta verso l’Oni, questo il nome della pallida creatura, al contempo orribile ed elegante.
    Come se gli attacchi che Ogre e l’esuvia erano in grado di emettere con così tanta facilità e su così vasta scala non fosse abbastanza stupefacente l’Oni alzò nuovamente l’asticella, e con solo l’imposizione della mano attivò un qualche effetto, di quelli non ben percepibili se non con la mente, ma che gli permise di indebolire i fulmini e poi di farle sparire definitivamente in una sorta di scudo traslucido.

    Quanto cazzo di Odio Diogene.

    Gli ringhiò a denti stretti.
    A quel punto l’Arma si mosse, un movimento istantaneo la portò a poca distanza da loro evidenziando la sua capacità di volare, elemento tutt’altro che positivo.
    Se non avesse appena visto un cumulo di roccia parlare si sarebbe sorpreso persino di quello che successe dopo, quell’essere pareva infatti dotato di intelligenza e capacità non solo di elaborazione ma anche di dialogo, qualcosa sembro infatti ronzare un istante prima che la creatura si esprimesse, la sua voce metallica gli faceva immaginare un gigantesco carillon le cui ance venivano mosse da un rullo di pietra.
    Le sue parole lo identificarono definitivamente come il ricettacolo di potere che Tian gli aveva descritto come l’arma principale degli wushu.

    L’Oni.
    La più potente delle maledette armi nell’arsenale dell’Antica Iwa.


    Poggiò una mano sulla spalla di Diogene, quasi fraternamente.

    Ti odio Diogene.
    Ti odio dal profondo del cuore, ti ho chiesto aiuto e mi hai portato alla forca.
    Senza uno straccio di piano ci siamo prima buttati di faccia contro una forza della natura ed ora siamo presi tra due fuochi così grandi che le altre volte hanno richiesto l’unione di un numero di shinobi almeno dieci volte superiore.


    Strinse la spalla e lo fece in modo che risultasse doloroso mentre parlava, sapeva che l'Otese era forte ma morbido come lo erano tutti.

    Ma se questo affare vuole scortarci fino all’uscio dell’inferno…

    Per un istante, un singolo, fugace istante un chakra rosso e denso ribollì a fior di pelle nell’Hokage, memore o sintomo di un potere che non aveva più.

    ... CAZZO SE ME LO PORTO DIETRO UN SUO PEZZO!!!

    La morte era sempre un'ottima spinta, davanti al baratro, con un muro alle spalle l’unica cosa possibile era arrendersi e lasciarsi cadere o tentare il salto più potente della propria vita.
    Il sollevamento del colosso da parte di Oni gli fece pensare che forse c’era solo un punto prestabilito da cui poter comunicare col drago, ossia il cerchio che ancora riluceva di potere, altro elemento che confermava l’idea che quell'evocazione servisse principalmente ad amplificare i suoi poteri, ma qualcosa di terribile stava accadendo, quel chakra così puro non era proprio delle creature, l’ultima volta che l’aveva visto era parte integrante dell’energia insita nei contratti.

    Non dobbiamo fargli finire quello spuntino Gene, se ci riuscirà non solo Ogre, ma probabilmente tutti i colossi saranno perduti.
    E vorrebbe dire perdere un pezzo del nostro stesso pianeta.


    Comprendere quanto malvagia potesse essere l’opera degli wushu lo caricò ulteriormente, ma quegli eventi in rapida successione non gli concessero alcuna apertura.
    Sembrava anche che le armi avessero delle reminiscenze della loro precedente vita, ma probabilmente arrivare ad esse sarebbe stato impossibile, se erano stati mutilati a quel modo la loro mente era probabilmente un labirinto di sofferenza in cui era facile perdersi.
    I suoi pensieri vennero interrotti quando quello che si definiva Capo tra gli dei guerrieri si voltò verso di loro, attingendo alle capacità di una delle creature che restavano in vita, il Kappa, e generò un essere mostruoso partorendolo dal proprio fianco, anche lui alato.
    Un solo istante prima però Oni aveva parlato di una capacità sciamanica.

    Il contratto è all’interno di Ogre.
    Probabilmente lo stava utilizzando come tramite per la sua abilità che Oni ha definito Sciamanica, come se fosse un contratto vivente.
    I colossi possono essere ovunque, sono elementi naturali incarnati, non evochi il loro corpo, evochi il loro spirito e questo si modella la natura accanto a te per avere fisicità, come ha fatto Ogre quando l'abbiamo privato del braccio.


    Ma non ci fù tempo a sufficienza per potersi organizzare al meglio visto che la seconda mostruosità alata decise di attaccare.
    Erano quasi sotto il gigantesco duo che forniva uno sfondo surreale a quella situazione quando l’umanoide dispiegò le ali soffiando contro i due una poderosa folata d’aria che però, complice la distanza risultò facile da evitare con un salto laterale [SD1][Schivata Impasto Basso Vel nera +3]

    Non perdermi Diogene!

    Chiese sperando di essere seguito mentre la seconda ondata di attacchi li bersagliava.

    Fanculo la fantasia.

    Piazzò le mani di fronte a se, sfruttando nuovamente il vento gelido e congelando a mezz’aria il getto d’acido, probabilmente più tardi si sarebbe scongelato emettendo quell’orrido fetore a contatto con la roccia, ma per un po' non sarebbe stato un problema. [ST1]Vento Infernale
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può creare dalle mani una potente corrente d'aria gelida. Ha gittata pari a 12 metri,potenza pari a 25, il freddo causa Intralcio Leggero per 2 round.
    Tipo: Ninjutsu - Fuuton
    Sottotipo:
    (Consumo: Medio)
    [Raggio corrente: 1,5 metri ogni Grado]
    [Da studente in su]

    + impronta vento
    + nin inarrestabile
    + potenziamento TS 15
    pot. finale 60 + roba di gene
    9 metri di raggio (+50% da TS)

    Maledì la sua scarsità di jutsu difensivi quando il nuovo attacco ad ampio raggio gli precluse la possibilità di schivare ma fortunatamente il sangue dell’otese era pronto a scorrere copioso davanti a lui per proteggerlo.

    Menomale eh!

    Commentò mestamente per poi mettersi in moto alla ricerca di una soluzione, mentre ancora quella paratia di sangue li divideva dalla orrida creatura e sentendosi protetto dalla distanza di oltre dieci metri che li separava compose i sigilli necessari a richiamare il piccolo drago.

    KUBOMIII!

    Sarebbe stato sufficiente un grido per farsi udire dal piccolo drago che con un rapido movimento, apparentemente non coinvolto dallo strano processo che stava subendo Ogre, avrebbe sottratto il rotolo giusto qualche istante prima di farsi richiamare. [ST2-1][Richiamo]
    Se tutto fosse andato bene di li a qualche istante il piccolo drago sarebbe tornato da lui col contratto delle Prime Creature tra le mani.
    Nei piani di Raizen, fin dall’origine c’era la possibilità di togliere a Ogre ciò che lo alimentava ed essendo lui in grado di manifestarsi nei dintorni del contratto senza essere evocato ne dedusse che proprio il rotolo poteva essere il catalizzatore che permetteva al suo spirito di dare vita e forma alla terra per dargli le sue sembianze.

    Prendilo Diogene!

    Se ancora il colosso non si fosse sgretolato, la sua furia pareva essere diminuita e di sicuro non era orientata verso il suo evocatore.

    Evocalo!
    Dovremmo riuscire a strapparglielo di mano!


    Dopotutto la tecnica era un portale temporale ed attivarlo mediante il chakra di Diogene avrebbe potuto togliere ad Ogre alcune abilità sciamaniche ma vista l’interazione col contratto avrebbe potuto proteggerlo dall’assorbimento, o quantomeno distaccarlo dal suo aguzzino e fargli nuovamente poggiare i piedi sull’Esuvia in modo da permettere un secondo attacco.
    L’Hokage pensava rapidamente però, e se neanche l’evocazione avesse funzionato doveva iniziare a vagliare opzioni più pericolose.
    Il suo sguardo si poggiò sul circolo rosso fuoco che stava sotto Ogre, quello che all’apparenza sembrava il luogo da cui, era possibile interagire con l’Esuvia… ma solo se Ryujin lo voleva.
    Ottanta metri, ad occhio, non erano pochi.
    Scattò, come un forsennato, risparmiandosi il teletrasporto in caso il nemico avesse tentato di bersagliarlo seppure la sua velocità e la sua attenzione gli permettevano di non perdere di vista i due avversari [SA 1 e 2][movimento gratuito + scatto migliorato 9m slot azione + movimento migliorato 39x2 utilizzo azione rapida sul secondo slot]
    Diogene vedendolo correre a quel modo avrebbe avuto la possibilità di imitarlo o quantomeno di coprire la sua fuga, ma senza ombra di dubbio avrebbe dovuto fidarsi, se neanche quella soluzione avesse funzionato allora solo la cara, vecchia violenza avrebbe potuto farlo.
    Giunto al circolo non ci si sarebbe buttato senza alcuna protezione, avrebbe infatti valutato se quell’invasione potesse essere pericolosa ed in caso farsi dare una protezione dal colosso di sangue per accedervi.

    L’hai voluto tu l’Hokage fantasioso.

    Addusse come scusa quando gli avrebbe chiesto una protezione, anche un banale costrutto che creasse un varco se sufficiente anziché un armatura.
    Giunto dentro l’unica cosa che poteva fare era… sperare.
    Nell’intero continente ninja le persone esperte quanto lui di comunicazione mentale erano forse solo gli Yamanaka, seppure le sue conoscenze fossero estremamente settorializzate.
    Poggiò un ginocchio ed una mano sulla gigantesca muta e tentò di riversare al suo interno non solo la sua anima, ma anche la sua richiesta, non per lui, non per la sua salvezza, ma per quella di Ogre, degli spiriti dei Colossi e per cancellare le aberrazioni degli wushu.

    Ryujin!
    Ascoltami!


    Avrebbe domandato ad occhi chiusi.
    Ed in attesa di risposta avrebbe atteso, non solo speranzoso, ma fiducioso nel fatto che per una volta la sua volontà di fare un azione pura potesse essere premiata dagli dei.
    Se l’Esuvia non avesse dato alcun segno avrebbe imprecato, stringendo i denti, spaventato dalla sua stessa idea.
    Osservò per lunghi istanti l’Oni, la creatura che era stato in grado di generare e il Colosso che teneva per il collo.
    Quel momento prima o poi sarebbe dovuto giungere, strinse Jigoku e lo riprese dalle sue spalle in cui poco prima l’aveva riposto, guardandolo come il compagno di battaglie quale era.
    Non mentiva quando aveva detto a Tian che l’anima di Jigoku era all’interno della sua zambato per una ragione. Certo, questa era sorta dopo che l’aveva sigillato nella lama per mera vendetta, ma quando si era accorto che la furia poteva essere consumata, così come la sete di sangue, vendetta e malvagità, continuò per quella strada, nella speranza un giorno di poter rendere la vita alla vittima delle cospirazioni di un uomo malvagio. Erano passate ormai parecchie battaglie, ma non avrebbe mai voluto fare quel passo in una situazione simile, si aspettava qualcosa di più sicuro, controllato.
    Eppure era l’occasione migliore, aveva un ricettacolo, qualcosa di vuoto e familiare per l’anima di un drago, ma cosa sarebbe successo se il drago non fosse ancora rinsavito?
    Volle convincersi del fatto che l’esuvia non sarebbe stata altro che una gigantesca lanterna e la sua lama una candela con cui l’avrebbe illuminata dall’interno, potendola rimuovere e spegnere quando voleva come un interruttore, non era dopotutto un vero e proprio corpo, era pelle fossilizzata, qualcosa che nonostante il suo potere non poteva ospitare la vita ma avrebbe potuto simularla.
    Sperava con tutto se stesso che dopo tutto quel tempo Jigoku, seguendo le sue peripezie, fosse cambiato in meglio, se non per lui che dopotutto era il suo carceriere, per quanto la prigionia fosse oggettivamente meritata, quantomeno per gli sforzi che aveva compiuto per l’intera sua stirpe.
    Inspirò.
    A mali estremi, c’erano solo estremi rimedi.
    Conficcò la lama al centro di quel circolo luminoso ed attese, sperando che il ritorno dell’imperatore dell’est non li cacciasse in un guaio ancora più grande.

    Ti chiedo perdono, all’inizio io non ci credevo.
    Puoi essere un Imperatore, un giusto imperatore, anche senza la furia dell’est.
    Ricorda che lo facesti per l’equilibrio.


    I suoi gesti parevano quasi quelli di un rituale e le sue parole una flebile richiesta, un incitazione, non ad un qualcosa di superiore, ma ad un anima pura contaminata dall’egoismo umano.
    Lui aveva visto, ancora lo ricordava: Jigoku non era malvagio, solamente un ingenuo che Tenso Korin aveva trasformato in un folle sanguinario.
    Quei tentativi però avevano fatto comunque perdere del tempo per cui sarebbe stato necessario Diogene per riorganizzare l’eventuale offensiva in maniera tale da risolvere quello stallo nell’unica maniera che restava: quella violenta.[Nota] [considero spesi due SA per i tentativi]

    Me lo stai chiedendo seriamente Diogene?
    Sono un Hokage!
    È… degradante…


    Sospirò a metà tra l’infastidito e l’infervorato.

    Fanculo, l’altra volta è stato un successo.
    Ci proviamo.
    Ma questo qui è antipatico.
    Niente emissioni, sembra che le saette usate prima da Ogre siano state indebolite.
    Proviamo a metterlo nel sacco in maniera diversa.


    Ma Diogene pareva avesse tutto ben chiaro in mente, certo, questo voleva dire utilizzarlo come arma e sospettò che proprio a causa di quello il suo piano fosse così ben definito.

    Dovrai probabilmente riportarmi a terra, quindi occhio.
    Quando rilascerò la trasformazione potrebbe servirmi una base solida, lasciami qualcosa sui piedi per fare forza.


    E senza ulteriori appunti si trasformò in un kunai gigante, ben più manipolabile rispetto ad uno shuriken che di quelle dimensioni sarebbe potuto essere piuttosto scomodo da lanciare. [ST2- 2]Trasformazione
    +
    Immersione nel Ruolo
    Talento: L’utilizzatore può aumentare la propria resistenza al dolore durante la trasformazione: subirà status e ferite normalmente, ma il danno necessario a sciogliere la trasformazione sarà aumentato di una Media. Può essere utilizzata 1 volta ogni 3 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione.
    [Da jonin in su]

    In volo verso la creatura ad una velocità assurda l’unica cosa che poteva fare era affidarsi al piano di Diogene e tenersi pronto a reagire sempre all’ultimo secondo, non i metri, ma i centrimetri avrebbero definito l’efficacia di quell’attacco. Dopo la prima eventuale schivata grazie alla manipolazione di Diogene avrebbe continuato a procedere, sempre grazie al suo controllo, verso il corpo avversario, o forse contro la sua stessa difesa, sarebbe stato impossibile saperlo vista la capacità di quell’essere di innalzare barriere protettive di dimensioni inusuali.
    Il suo compito era quello di superarle.
    Dopo la prima schivata infatti, a pochi centimetri dalla rovina, si sarebbe teletrasportato nel fianco opposto a quello che i due avevano bersagliato, sperando che fosse scoperto ed a poca distanza dal torace in modo da poter tagliare le braccia poco sotto la spalla. [Slot Extra][Dovrebbero bastare 18 metri per andare da una parte all’altra] Sciogliendo la trasformazione avrebbe composto i sigilli necessari ad irradiare di chakra ad alta penetrazione la spada che poi si sarebbe ingigantita [ST 3 e 4 (extra da gene)]Hinto
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Bue, Coniglio, Tigre, Bue (4)
    L'utilizzatore può rivestire una mano o un'arma di chakra elettrico dalle alte capacità penetranti. Distrugge qualsiasi protezione con durezza pari o inferiore a 4. La potenza è pari a 90. Necessita di uno slot azione di caricamento in cui la mano o l’arma non può essere adoperata.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    Sottotipo:
    (Consumo: Elevato)
    [Da jonin in su]

    + Impronta Raiton
    + Tecnica Economica
    + Potenziamento TS
    + Nin Perfette
    + Nin Inarrestabili
    Potenza 125 + sigillo di gene

    TA 2
    Anima del gigante
    + Tecnica Rapida (azzerato prima da gene)
    e proprio in quel momento sarebbe servita la coordinazione con Diogene per darsi una spinta poderosa aumentando ulteriormente la letalità di quel colpo [SA extra Gene][For: spinta di Gene + 4 (2 volontà assassina 2 ordine gene) Vel spinta gene + 6 Impasto Medio]

    AAAAAAAAAARGH!



    L’obiettivo era ambizioso, ma se tutto fosse andato come previsto l’Oni avrebbe rinunciato ad entrambi gli arti in un colpo solo, dovendo scegliere però avrebbe dato precedenza a quello intento ad assorbire il chakra, interrompere quella connessione avrebbe potuto probabilmente dare a Diogene la possibilità di rievocare Ogre, dopotutto non era di primaria importanza evitare lo strozzamento visto che il colosso difficilmente possedeva punti sensibili a simili attacchi.





    Chakra: 41/175
    Vitalità: 20.5/25
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 700
    Velocità:  700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: Schivata
    2: //-tecnica
    3: //-scudo gene
    4: //
    Slot Azione
    1: Spostamento
    2: Spostamento
    3: Prove
    4: Prove
    Slot Tecnica
    1: Vento infernale
    2 Evoc. - Trasf.
    3Hinto
    Extra Anima Gigante
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Stivali borchiati da Combattimento × 1
    • Guanti da Combattimento × 1
    • Antidoto Avanzato × 4
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Spiedi giganti × 1
    • Garyu no Jigoku × 1
    • Rintocco della Morte × 1

    Note

  4. .

    Le Vie della Radice


    -XI-






    Il clone si stava ancora chiedendo perché Sho si fosse concentrato così tanto sul fatto di non essere un cane quando ecco che quello gli chiese della sua maschera.

    Beh, lo decidemmo insieme ad Oda, ci sembrava la più adatta al tuo stile di lotta.
    Non ti ci ritrovi?
    Se tra le disponibili c’è qualcosa che ti aggrada di più non ci sono problemi a cambiarla visto che sei così viziato.


    Sottolineò quella parola pesantemente seppur in maniera goliardica.
    Rifiutò poi l’offerta degli appunti di Sho.

    Considerando i fogli che ci sono per terra direi che quel taccuino non è neanche l’unica cosa che devi consultare, ma comunque no, per quanto io sia bravo ho ancora un intero mondo da imparare e che ruota attorno al metallo.
    Sono interessato a tutto, ma ho solo una vita.
    Ma se vuoi qualcosa di veramente fico da fuoco a questa roba.


    Se gli avesse chiesto delucidazioni in merito il clone, dirigendosi verso l’esterno, avrebbe pensato qualche secondo.

    Partiamo da una cosa basilare, come si fa una lama?
    Metallo fuso, stampo e affili, no?
    Tutta la roba accademica viene fatta così basicamente, la qualità è tutto sommato accettabile.
    Ma accettabile non vuol dire buona.
    Quindi per fare una lama buona cosa fai?
    Prendi il metallo, lo riscaldi, lo batti, lo batti sempre di più, gli dai la forma giusta, lo tempri e lo affili, un processo un po' più lungo per avere un arma superiore non trovi?
    E un arma leggendaria?
    Per quella devi scendere nelle viscere della terra, scegliere la vena con più energia e strizzargliela via a suon di altoforni e martellate.
    Poi scegli di nuovo in quali dei pezzi ottenuti la vita si è concentrata maggiormente e li pesti fino a che non senti una voce che risponde alle tue domande.


    E li forse già si poteva intuire che il confine tra filosofia, mitologia e manualità cominciava a sfumare.

    Taglierò l’infinità di processi intermediari ed andrò dritto al punto per dirti che alla fine avrai qualcosa in grado di comunicare con la tua stessa anima.
    E questa conoscenza così esaustiva, così sconfinata e precisa, in grado di rispondere a qualsiasi domanda possa venirti in mente secondo te dove può trovarsi?


    Sho non lo sapeva di certo, ma l’Hokage aveva la risposta.
    E non solo.

    Nelle memorie di un folle ovviamente.

    Disse come se essere l'allievo di un folle non fosse minimamente un problema.

    Quando avrai appreso a sufficienza da quegli appunti da renderli inutili dimmelo, e ti farò avere qualcosa di interessante.
    Ma per ora direi che possiamo sbrigare la faccenda della maschera.


    Camminando passarono davanti all’originale, immobile come un’antica statua sopra il pilastro diroccato su cui l’avevano lasciato, uno spesso manto di chakra demoniaco ben definito nella forma lo avvolgeva in quella posa meditativa, era strano però, le code del demone erano stranamente sproporzionate e si fondevano insieme quasi come i petali di un loto.

    Beh, una ragione doveva pur esserci se ho creato dei cloni, no?

    Lo lasciarono li mentre si dirigevano verso l’amministrazione.

    Tra le altre cose, qualche tempo fa avevamo parlato di Kokuo… avevi detto di volertene occupare, ma vorrei che la cosa rimanesse tra le mura del villaggio, temo di indebolire troppo la posizione di Konoha se dovessimo affidarci eccessivamente agli altri.

    Inspirò.

    Insomma, i nostri shinobi hanno bisogno di crescere, e per quanto metterli a rischio non mi piaccia… è il pericolo ad essere il miglior maestro e la necessità la madre di ogni virtù.

    Se Sho avesse concordato, ormai giunti in amministrazione l’avrebbe condotto nella sua armeria personale, o per meglio dire quella dell’Hokage, ed era piuttosto ben fornita.
    Due lance, due martelli, l’ormai celebre Zanna di Drago ed al centro, ad osservarli, le maschere della foglia.

    Sei uno dei pochi che non valuta il peso di queste maschere in base alla fatica che fa per indossarle.
    Non ti ho fatto raccomandazioni sul come adoperarle la prima volta e non te ne farò adesso.


    Sorrise.

    Devo ancora sbrigare alcune faccende, ma a breve indirò una riunione per ufficializzare il tuo ritorno e decidere come muoverci.
    Adesso che finalmente ho delle certezze riguardo le mura vorrei concentrarmi sulle squadre speciali e… non ti nascondo che l’esplorazione della radice non è stata una mera precauzione.


    Lasciò il discorso sospeso, per sentire cosa ne pensasse Sho.





    [Kiyomi]

    L’entusiasmo non tardò ad arrivare nei volti così particolari dei tsukumogami, ma la sola offerta di Kiyomi ebbe un effetto singolare, se grazie alla firma apposta VOLONTARIAMENTE sul contratto aveva tolto la polvere dagli oggetti, come se fossero stati tirati a lucido, la sua generosità fece ancora di più.
    Gli effetti più apprezzabili poteva vederli sugli oggetti più malridotti le cui crepe si saldavano a suon di venature dorate!

    Ci aiuteresti?
    Davvero?
    Quale gioia!
    Abbiamo trovato la più gentile oltre che la più bella!


    Li dietro intanto l’Hokage diventava paonazzo, nel tentativo di non rovinare quel momento infatti stava trattenendo una fragorosa risata, quasi strozzandosi.
    Se qualcuno si fosse interessato a lui avrebbe fatto un semplice gesto della mano per rassicurarli sul suo stato di salute.

    Mia giovane principessa, i nostri nomi già li conosce!
    Boroboroton, Chōchinobake, Kameosa, Karakasa, Menreiki, Minowaraji, Zenfushō, Shamichoro, Shōgorō, Zorigami siamo creature vecchie ma semplici, ci accontentiamo del nome con cui tutti ci chiamano!


    Mentre il Microfono elencava i vari nomi dalla folla si alzava qualche oggetto o addirittura qualche mano, per quanto assurdo sembrasse qualcuno aveva pure quelli, sebbene fossero fumose ed evanescenti e comuni negli oggetti che non avevano propaggini adatte a ricoprire quel ruolo.
    Grazie a quella specie di appello Kiyomi potè notare che nonostante le leggende pareva che non tutti gli oggetti avessero un singolo occhio.
    All’ultima domanda la tristezza si impadronì nuovamente degli oggetti animati.

    Sigh… Noi non potremmo comunque richiamarlo, le creature non si richiamano tra di loro, non ci servirebbe e ci depotenzieremo troppo.
    Ti avevamo detto che lui era speciale… abbastanza da essere incluso in un contratto tutto suo, una cosa che l’ha cambiato, che in un certo senso l’ha reso anche più forte, ma ora non sappiamo neanche quanto sia lontano da noi, non riusciamo neanche a percepirlo.
    Abbiamo anche provato a portare ad elevare qualcuno che gli somigliasse… ma il nostro benevolo Kagami non può essere imitato solo lui può im…


    CHI HAI DETTO?!?

    Quella volta Raizen non si trattenne, ed il suo tono di voce improvvisamente alto fece incurvare il microfono che quasi spaventato dall’irruenza della voce emise il tipico effetto larsen.

    Kagami?

    Quel Kagami?

    Lei lo conosce per caso?

    Per poco il Colosso non si strozzò con la propria saliva ed afferrato il primo strumento utilizzabile come matita avrebbe disegnato un omino stilizzato con un cilindro sulla testa per poi riempirlo di strisce zigzagate, facendolo apparire crepato, spezzettato.

    Lui?

    È un po' diverso, ma non penso ci siano altri come lui al mondo, lui è stato tra i primi...

    Qualcuno si abbracciava, qualcuno piangeva, altri ridevano, dopo chissà quanto tempo avevano finalmente notizie di Kagami!
    Ma gli altri, quelli più accorti, guardavano l’espressione del Kage e la temevano.

    È al servizio di uomini malvagi.
    So che per voi creature potrebbe avere poco senso, ma non sarà facile salvarlo…


    Diteci di più!
    Di più!


    Ma Raizen scosse la testa.

    Ne so troppo poco, ho solo combattuto con lui perché non volevo che uccidesse una mia alleata.

    Li si fermavano le sue conoscenze sul Boss, ma con un pò di tempo avrebbe potuto accertarsi delle sue informazioni e dare agli Tsukumogami una pista.





    [Youkai]

    Raizen sospirò.

    Io voglio cambiare… è il timore di non riuscire a farlo a spaventarmi.

    E con quell’ultima frase il discorso si sarebbe esaurito, dando al genin tutto il tempo e lo spazio di frugare tra i rapporti e comprenderne il funzionamento, un lavoro di ricerca tutto sommato tranquillo e senza risvolti imprevisti, quantomeno fino a che non arrivò l’Hokage.
    Gli bastò un occhiata al primo codice per comprenderlo immediatamente avvezzo com’era a quelle codifiche ed immediata fu anche la reazione.

    Youkai… questi rapporti non dovrebbero esistere…!

    Due rapide ed ampie falcate, che ne sarebbero costate almeno il triplo a Youkai e fu al centro della stanza, rovistando nervosamente tra qualsiasi rapporto su cui riuscisse a mettere mano, mentre la sua faccia non mutava minimamente espressione.
    Nemmeno apriva le cartelle, non era interessato ad esse, non lo era minimamente per il momento, consultava solamente i codici, fino a che, non si fermò, arrestando quella marea così come l’aveva avviata.

    Maledizione.
    Youkai… La radice è ancora… viva…


    Probabilmente Youkai aveva solamente sentito parlare della Radice quindi il colosso avrebbe dovuto integrare.

    Era un organo segreto, non era al servizio dell’Hokage, era al servizio del villaggio, o almeno così dicevano, avevano una loro via un loro metodo, e nessuno era a conoscenza delle loro azioni perché erano ninja tra i ninja, ma ogni missione intrapresa per l’accademia aveva come scopo primario qualcosa di legato alla radice.
    Per loro non esisteva nulla di illecito, non importava cosa la radice avesse dovuto trapassare per sostenere l’albero, l’avrebbe fatto, affondando sempre di più nel terreno, ghermendolo con forza ed accertandosi che nulla, NULLA potesse abbatterlo.
    Ne i nukenin, ne la leggendaria Akatsuki, nemmeno il daimyo.
    Finchè la radice avrebbe scavato l’albero avrebbe ributtato, nonostante le tremende potature.
    Certo non si poteva dire che fossero inutili, i risultati come vedi sono tangibili, ma è comprensibile che non potessero lavorare agli ordini dell’Hokage o comunque alla luce del giorno, siamo stati sempre un villaggio onorevole che faceva della giustizia molto più che un mero valore, ed i loro metodi erano spesso lontani dall’onore... ma assai pratici.


    Inspirò gravemente.

    Vennero scoperti e smantellati ai tempi del quinto Hokage, ma a quanto pare non del tutto, hanno sottovalutato la vitalità della radice.
    Questi rapporti sono vecchi, ma non a sufficienza, vuol dire che per non so quante decadi hanno continuato la loro visionaria missione.


    Si alzò lentamente, guardandosi attorno..

    Merda…

    Si guardava attorno incerto.

    Qui manca sicuramente qualcosa, era un luogo sicuro da poter sfruttare, ma penso che le cose realmente importanti non siano qui, dal periodo più recente che ho visto qui attorno ad ora non c’è stato alcun nuovo smantellamento, o l’avrei saputo, ciò vuol dire che con molte probabilità si sono nascosti meglio.
    E si sono portati dietro le missioni più recenti.
    Questo… è vecchiume.


    Prese posto sopra una pila di cartelle e si sfrego gli occhi mentre borbottava.

    Porca puttana odio queste cose.

    Il peggio è che non sapeva da dove iniziare, ed un indagine interna dal nulla sarebbe stata ancora più inutile, funzionando solo come campanello d’allarme.

    Non far parola a nessuno su ciò che trovi qui sotto Youkai.
    Nessuno.
    N e s s u n o.
    Quello che reputi tuo amico potrebbe avere amici che non sono suoi amici.
    Se questa cosa uscisse da qui dentro prima del tempo non saremmo in grado di gestirne gli effetti.
    Cerca di non portarti niente dietro.
    Rimetteremo tutto come l’abbiamo trovato.


    Avrebbe quindi letto i rapporti da cui Youkai aveva ricavato le informazioni, annuendo.

    Di sicuro a Kumo c’è qualcosa, o qualcuno.
    Probabilmente la Radice è andata alla ricerca di membri in grado di utilizzare le abilità del clan, il sangue penso che al vortice sia piuttosto comune, ma il sangue ha il brutto vizio di diluirsi.
    Cosa che se hai notato preoccupa parecchio i clan.


    Era leggermente schifato dalla cosa ma non lo diede troppo a vedere.





    [Satoru]

    Il piccolo corvo lo guardò incerto, sospettoso mentre quello parlava dei suoi valori, ma non parlò fino a quando non gli venne data parola con un insulto.

    Rimetti apposto le penne, dodo, che quando le arruffi accentui l’aria da tonto!

    Lo redarguì, mettendolo al suo posto senza lasciarsi spiazzare da quel piccolo piccolo insulto, il corvetto era evidentemente avvezzo a quel genere di scontri verbali, di certo il suo carattere non gliele risparmiava.

    Ah quindi tu non ottieni nulla?
    Davvero?
    Sei sicuro?
    Mh!
    Sei un illuso mio caro.
    Così preso dalla tua stessa immagine di bontà da non reputare importante nemmeno porti qualche domanda.
    Ti spiego due cosine.


    Saltellò a destra e a manca, spolverando con l’ala l’altarino.

    Purtroppo non siamo semplici animali, l’intelletto è una brutta bestia, e tende a generare brutte bestie.
    Pensi che l’amore esista in natura?
    Oh no mio caro.
    In natura esiste l’accoppiamento e li si decide in base agli ormoni cosa genererà l’essere in grado di mettere KO i suoi genitori.
    Persino tra le creature di contratto, che sono notoriamente più sviluppate di quelle semplici che si trovano in natura grazie all’utilizzo del chakra, non abbiamo completamente bypassato questo precetto.


    Non si sarebbe però soffermato su quello, concentrandosi sugli effetti del loro modo di trovare il partner.

    E siamo ancora in grado di fare qualcosa che sia giusto per il futuro della nostra specie.

    Si poggiò sul suo rametto.

    Ma tu… oh, il tuo sacrificio, quello si che mette le cose apposto.
    Rimette tutto in sesto no, dopotutto, che male c’è se due creature di specie diverse si amano.
    È anche comodo, due sigilli e Bam, tutto a disposizione.
    Già.
    Nessun problema.
    Nessuno.
    Tsk.


    Lo guardò dritto negli occhi, perché Hinoaku sapeva, sapeva che Satoru sapeva ma consciamente o meno aveva ignorato.

    Lo sai che sono corrotti, vero?
    Pensi che tutti i Tengu abbiano quel problema?
    Pensi forse che normalmente esistano dei Tengu che così, di punto in bianco, diventano corrotti?
    Povero tapino, magari hai anche trovato strano che i corrotti comparissero proprio li.
    È molto difficile che esistano più clan delle stesse creature, tendiamo a raggrupparci anche noi, ma non essendo invasivi come gli esseri umani non diventiamo mai troppo numerosi.
    Potrebbero esserci clan di cui non sono a conoscenza, ma so per certo che il clan del tempio venne esiliato.
    Un tempo era la casta sacerdotale dei tengu di Monte Corvo di cui io faccio parte.


    A quel punto il clone si risvegliò.

    Ah davvero?
    I tengu di Itai Nara?


    Il corvo annuì e fece un piccolo inchino.

    Esattamente nobile Hokage, ma purtroppo è da tanto che non richiede il nostro aiuto.
    Dicevo.
    Un tempo eravamo un unico clan con loro, ma hanno ceduto all’egoismo ed hanno contaminato i loro corpi.
    Incanalare l’energia naturale non è semplice ed un fattore molto importante è appunto il legame con la natura, voi umani l’avete dimenticato, per questo è difficile per voi accedervi.
    Ed il legame che si forma tra un tengu ed un essere umano non è naturale, per questo parliamo di contaminazione, non è una questione di libertà dei sentimenti.
    Si può essere legati senza amarsi, senza essere egoisti.
    Ma questo il clan del tempio non lo accettò, volevano un legame più profondo con gli umani che li adoravano, si sono mischiati a loro, hanno diluito il loro sangue spezzando il giuramento che ci eravamo imposti millenni or sono quando il nostro sangue, proprio nelle terre del fuoco, diede origine ad un potere che a molti avrebbe portato sofferenza.
    Guardali ora, incapaci di tener fede ad un divieto per il bene del mondo si stanno uccidendo tra loro, chiamano corrotti i loro stessi fratelli che insieme a loro sono stati esiliati, e si uccidono l’un l’altro senza comprendere che è solo una questione di tempo prima che vengano divorati.


    Ecco perché per Hinoaku quell’amore era così sbagliato ed aveva così poco significato: il vero sacrificio era proprio la rinuncia, non la fine della vita, ma il dolore nel rimpiangere qualcosa che sarebbe potuto essere ma mai sarebbe stato, per il bene di tutti, persino per i diretti interessati.

    Noi sappiamo bene che la natura è un delicato equilibrio, e sappiamo bene che quando questo si rompe tende a ripararsi da solo.
    Se non possono più assorbire il chakra naturale, a cosa attingono?


    Rimase in silenzio, quasi spaventato.

    Ce lo siamo chiesti spesso, ma non abbiamo mai davvero voluto una risposta, ci spaventa.
    Ma sappiamo che è un modo per la natura di dirci che qualcosa non sta andando bene.
    Hai detto di essere eremita, e mi hai citato solo loro, quindi immagino tu abbia appreso proprio li come assorbire il chakra naturale, magari ti hanno pure detto che sei predestinato e che la facilità con cui l’hai appreso era straordinaria...


    Scosse la testa.

    Per queste cose non esistono scorciatoie.

    Lo guardò, nuovamente, con i tratti del volto severi ed al contempo tristi.

    So che hai mentito.
    Nella stragrande maggioranza dei casi le uova non si schiudono.
    Davvero non ti sei mai chiesto come fosse possibile che un uomo, un mammifero, potesse procreare con un oviparo?
    Davvero questo non ti ha insospettito?


    Satoru aveva mai sentito una profezia?
    Aveva mai udito delle parole che per certo si sarebbero avverate?
    Proprio in quel momento, quasi un sesto senso lo avvertì che le sue orecchie dovevano stare ben parate perché quelle parole non sarebbero state ripetute ed avrebbero segnato la sua vita.

    Quando la bilancia non potrà più mettersi in pari un uovo si schiuderà, e ciò che ne uscirà non avrà pietà per nessuno.

    Persino il clone, dietro a Satoru, non fiatò.
    Raizen era ben consapevole di cosa significasse Equilibrio in quel contesto, e quel clan di tengu stava sfidando la sorte, consapevolmente o meno.
    Ma il genin come avrebbe reagito ad informazioni di quella portata?


    Edited by F e n i x - 21/4/2020, 10:40
  5. .

    Le Ricerche della Radice


    -XIII-






    Mentre Sho improvvisava il suo Aerosol, salvandosi la vita, il Clone fu di ritorno.

    Ma che disastro hai combinato?!?
    Manco avessi lasciato un cane slegato dentro alla bottega di un macellaio!


    Si guardava in giro sempre più meravigliato.

    Guarda liiiii!
    Ma quanta roba ti è caduta!


    Intuendo poi dall’odore che quelli fossero elementi concentrati di chissà quale natura si fece serio, guardando tutti gli ammennicoli che Sho aveva approntato per curarsi, ma senza di fatto capirci poi troppo.

    Sho, hai sentito un po' troppa pressione dopo essere tornato da Cantha?
    Lo sai che è un tunnel dal quale si può uscire, vero?
    Ciò che trovi qui dentro non è la risposta.


    Avrebbe ascoltato compassionevolmente le giustificazioni e le risposte del jonin annuendo di quando in quando.

    Capisco, capisco.

    Non era vero, l’avrebbe iscritto a sua insaputa ad un corso di gestione dello stress post traumatico.



    [Kiyomi]

    Il clone sarebbe rimasto abbastanza meravigliato dalla rivelazione sui capelli di Kiyomi.

    Extension?
    Davvero?
    Ecco perché da una certa lunghezza in poi sembrano quella canapa che usano gli idraulici per sigillare i tubi.
    Certo che non gli dicevo nulla, l’ha fatto con così tanto amore, pensavo ti togliesse solo quelli rovinati e vedendo che restavano solo quelli messi bene ho pensato fosse una cosa buona.


    Ma quella non pareva dello stesso avviso e cercò di rifilare una pedata alla forbice che per tutta risposta scattò verso l’alto e tagliò la roccia sotto di se per poi inserirsi li spaventata.

    Che bestia che sei, l’hai spaventata!
    Voleva solo farti un favore!


    Alla domanda di Kiyomi si sarebbe guardato intorno, osservando tutti gli oggetti che ci stavano li, quasi impossibili da enumerare.

    Per quanto ne so io si, anche se da quello che mi ricordo quegli yokai, che si chiamano tsukumogami, ignorante che non sei altra, avevano un solo occhio e… non so, erano meno talentuosi?
    Cosa dovrei trovarci di strano qui?
    Ma ti rendi conto di quello che ho visto io cocca?
    Evoco draghi!
    E sono abbastanza sicuro di essere morto almeno una volta


    Quando Kiyomi chiamò uno degli oggetti fu il microfono a piantana a rispondergli, con una voce profonda, calda e suadente, così tanto che nonostante la paura e l’adrenalina avrebbe quasi desiderato di chiudere gli occhi e lasciarsi coccolare da quelle vibrazioni baritone.

    Lei, Mylady, può andare ovunque il suo impeto e i suoi desideri vogliano condurla.

    Disse con tono gentile ma non malizioso, come se infatuato, non tanto del corpo ma di un idea che andava oltre il corpo perennemente esposto come un quarto di manzo dal macellaio di Kyomi.

    Che importa se siamo demoni oppure no?
    Abbiamo un'anima e grazie ad essa possiamo assolvere al meglio al nostro compito.
    Se vuole…


    Ed un tappeto rosso, lungo chissà quanto, dai suoi piedi prese a srotolarsi prendendo la via verso l’uscita e salendo addirittura le scale per fare in modo di guidare la donna all’esterno.
    Raizen poco dietro stava riflettendo.

    Insomma non è così complesso, hai firmato un contratto di richiamo, ed il sangue è uno strumento assai potente, che ti lega indissolubilmente a loro.
    Vedi i contratti sono una specie di tramite, non solo un pezzo di carta come i contratti sono per noi esseri umani, è una specie di assicurazione per entrambe le parti, tu richiamandoli sai che otterrai il loro aiuto e loro sapranno che non si feriranno quasi mai.
    Hai mai visto evocare due volte una stessa creatura?
    Le ferite sono sempre rimarginate.
    Penso che a loro servisse un legame per sostentarsi, una ri evocazione.
    Da quando hai firmato il contratto tutto qui è… più luminoso.
    Io ho ottenuto la fiducia dei miei draghi aiutandoli, combattendo per loro, tu… salvandoli.
    Guarda quel rotolino.
    È intaccato, macchiato eppure saltella qua e la brillante come non mai, nel senso, potresti davvero buttarlo?


    Il rotolo davanti a quello che pareva essere la cosa più vicina ad un complimento che gli fosse mai stato rivolto socchiuse l’occhietto, e forse proprio per via del monocolo, quasi una disabilità dal punto di vista di un essere umano, pareva fosse più espressivo, nonostante fosse quasi l’unico ad avere un solo occhio, lucido per la commozione tra l’altro.

    Ma ovviamente non è solo questo, è qualcosa di più, ma non è detto che tutti riescano ad apprezzarlo o a comprenderlo.

    Forse convinta dalle parole di Raizen sembrò più convinta da quella situazione a tal punto di chiedere di incontrare il capo.
    Come se avessero delle emozioni condivise, anche se poco probabile, tutti chinarono il capo sconsolati, in barba al materiale di cui erano fatti.

    Purtroppo non è possibile, il nostro Boss è assente da un lungo periodo… che bello che era… quando c’era lui qui attorno era un caleidoscopio di luci, riflessi e colori, questo spettacolo sarebbe stato magnifico…

    C’era dell’evidente tristezza nelle parole dell’oggetto.

    Lui… lui era… il riflesso più nascosto dentro ad ognuno di noi.
    Quando c’era lui tutti potevano essere il boss e lui poteva essere tutti.
    Così gentile e modesto ma al contempo magnifico.
    Sarebbe piaciuto anche a te, non si rifiutava mai di riflettere qualcuno.


    Per quanto gentili ed accondiscendenti quegli oggetti non avevano faticato ad inquadrare la vanitosa Kiyomi.

    Ma qui noi non siamo abbastanza potenti da riuscire a reclamarlo tra le nostre fila… lui era il più forte, il tsukumogami più forte che potesse esistere, ma anche fragile, non si poneva mai al di sopra di nessuno, combatteva sempre ad armi pari.

    Sospirò, sconsolato, seguito fuori sincrono da un pò tutti gli oggetti, persino la linguetta del contratto era mogia e abbandonata al suolo.




    [Youkai]


    Cosa poteva fare Raizen a quel punto?
    Niente, forse decolorarsi qualche capello per darsi un aspetto più attempato, ma la realtà dei fatti era che non sarebbe voluto essere nei suoi panni quando gli toccò mettere una mano sulla spalla ed una sulla testa di Youkai per carcare di farlo smettere di inzuppargli i vestiti.

    No, no, tranquillo.

    Ogni tanto si immaginava come su un podio: l’inarrivabile Hokage di Konoha, alto, possente, fiero, il capo della nazione più potente e rinomata, la cui voce possente riempiva i cuori con poche e ben assestate parole, con un austerità tale da tenere chiunque a distanza, ma poterlo comunque scaldare con un singolo sorriso.
    Invece eccolo li, con un ragazzetto delicato quanto una bambina che gli piangeva addosso e lui che gli batteva sulla testa senza nemmeno volergli dare una pedata.

    No homo eh.

    Avvisò come a mettere in guardia chissà chi.
    Soltanto dopo che Youkai chiuse i rubinetti che i ruoli si invertirono.

    Non so mai quanto sia vero.
    Le persone tendono a dirlo per mettersi l’anima in pace, per fare ammenda con se stessi e dirsi che si, ormai il passato e passato e ormai sei diverso, ma non sai mai quanto sei cambiato, o se magari son cambiate le persone che ti stanno attorno, se magari le hai scelte perché non stuzzicassero quel tuo lato.
    La verità è che solo chi hai ferito può assolverti, e molto probabilmente la cicatrice se la porterà comunque dietro.
    Ho sempre la costante paura che quella parte di me possa riemergere, la sento... mordermi la schiena, scalciare e graffiarmi per prendere il sopravvento, per marciare avanti come… un demone in bilico tra la lucida razionalità e la violenta paranoia che si lascia dietro solo desolazione.


    Sospirò.

    Penso che se dimenticassi per un solo istante tutti gli errori che ho fatto li rifarei tutti.
    E non so se valga la scusa del farli per essere migliori dopo.
    Non so se sarò mai più di uno stronzo consapevole.


    Guardò l’ingresso da cui erano usciti entrambi.

    Una trappola antipatica, se ci passi uno per volta nemmeno si attiva, dai due in su il suo obiettivo è minare la fiducia basandosi sulle esperienze.
    Spero che tu abbia capito perché è antipatica.
    Per quanto si voglia essere buoni c’è un limite tra bontà, sospettosità, prudenza ed idiozia.
    Io mi sono spezzato la schiena cercando un equilibrio, spero che a te venga più semplice.


    Aspettò una conferma, un segno del fatto che Youkai avesse fatto un passo verso un mondo più disilluso, per guardarsi attorno finalmente incuriosito da ciò che vedeva.

    Beh, di sicuro qui ci sarà più di una risposta.

    Si guardò attorno cercando di dare una dimensione a quel luogo, che tutto sommato non era così sconfinato, la luce giungeva tenue dall’alto, cosa che probabilmente aveva aiutato a mantenere i documenti in buono stato insieme all’umidità quasi del tutto assente, ma grazie all’assenza di correnti d’aria era impossibile che variasse per cui non c’erano troppe variazioni, la cosa più grave per la conservazione delle anticaglie.
    Comunque, se avessero voluto trovare qualcosa sarebbe stato necessario del tempo e non poco, e per quanto il clone fosse un clone era consapevole che sia Raizen che prima o poi Youkai avrebbero avuto bisogno di mangiare.

    Beh, senti, tu datti un occhiata in giro, io penso al cibo, qui non ce la caviamo in fretta.

    Minuziose ricerche avrebbero fatto capire a Youkai che, seppure non sembrasse, in mezzo a quelle scartoffie un ordine c’era, pareva avesse davanti rapporti di missioni risalenti a periodi abbastanza variegati e tutto sommato impossibili da catalogare in breve, sembrava però che l’attività di quel gruppo d’elite così segreto non si fosse arrestato immediatamente dopo la sua scoperta guidata dell’Hokage reggente Danzo Shimura.
    Qualcuno era rimasto a portare avanti quel lavoro di protezione così particolare, sacrificando alla patria, fratelli, antenati e persino gli dei.
    In quell'interrato c’era una tipologia di cartella per ogni stato in cui la radice era attiva, e questo includeva praticamente tutti gli stati in cui fosse presente un villaggio segreto od addirittura ci fossero segnali di accorpamenti di clan, certo l’assenza di missioni troppo lunghe e contemporanee lasciava desumere che il gruppo per quanto grande non poteva certamente essere paragonato alla forza di un villaggio.
    La prima cosa che riuscì a categorizzare era la lettera presente nel codice alfanumerico ritagliato nell'orecchietta della cartella in modo da non essere cancellabile, questa identificava infatti la tipologia di missione ed al giovane genin interessavano le missioni di ricerca, per la Radice infatti quello degli Uzumaki era un potere che era stato sottratto a Konoha.
    Le prime ricerche erano state effettuate senza alcun tipo di successo nella regione storica di appartenenza dell’antico clan: il Paese del Vortice, che attualmente non aveva più alcun corpo militare appropriatamente formato, ma nel quale pareva permanessero ancora residui delle antiche e peculiari arti degli Uzumaki.
    Niente di più preciso però riguardo i ritrovamenti se non l’apprendimento di qualche tecnica di confinamento faticosamente reperita in lunghi condici trovati in antichi e diroccati templi.
    In più era riuscito a capire che il numero successivo alla lettera indicava il paese in cui la missione era stata eseguita.
    A quel punto però avrebbe dovuto tentare di ricostruire un ordine cronologico per comprendere dove quelle ricerche avevano portato gli Anbu.
    Si, ma quale poteva essere il codice assegnato alle missioni di tracciamento degli Uzumaki?
    Esclusa la tipologia rimanevano cinque cifre ad identificare la missione, data di inizio, durata in giorni, cosa facilmente verificabile nei rapporti, l’obiettivo che era ciò che interessava a Youkai e il luogo e la riuscita della missione che pareva fosse espressa con uno zero o con un uno.
    Un mero lavoro di comparazione tra cartelle simili gli potè confermare che il codice identificativo delle missioni riguardanti gli Uzumaki era il centoquarantasette, forse un voluto parallelismo con le figure di spicco che erano passate per la foglia.
    Il lavoro della radice pareva esser invidiabile, nulla era stato lasciato al caso e ogni semino trovato era stato propriamente piantato ed accudito fino a che il ramo più alto non era approdato a Kumo, proprio li, nella regione controllata dai Cremisi.
    Come sarebbe stato per lui sapere che gli unici suoi parenti lo volevano probabilmente morto insieme al paese che l’aveva accolto?
    Intanto mentre Youkai si barcamenava alla ricerca del giusto rapporto il Clone era tornato con un pacchettino di chissà quale bancarella alimentare ben sigillato.

    Vai nel corridoio a mangiare, neanche ci provare ad aprirlo qui.

    Quando avesse eseguito, prendendogli il fagottino di mano, avrebbe notato che il clone aveva distrattamente preso una delle cartelle rimanendo impietrito davanti al suo contenuto.
    Cosa poteva aver scoperto?



    [Satoru]

    Il piccolo corvetto dopo aver assestato le sue beccate ed essersi rintanato nella sua nuvoletta di cenere ascoltò le parole di Satoru, e vista la non aggressività di quest’ultimo non volle privarlo della sua dimostrazione di rabbia.
    A pugni stretti e mani lungo i fianchi tremava di una furia composta e sull’orlo dell’esplosione, il suo rosso divenne prima giallo e poi bianco, ed il calore che emetteva era percepibile persino dalla distanza mentre concentrava le energie.

    Brutto brutto BRUTTO. STUPIDO!

    Esplose in un modestissimo fungo nucleare di un metro di diametro riuscendo comunque a sbalzare sia il clone che Satoru, ma danneggiando solo quest’ultimo per via della sua vicinanza se non si fosse difeso [potenza pari a 30]

    Io qui io là!
    Avrai al massimo venti anni e pensi all’amore della vita!
    Sacrificarti per l’amore?
    Tu non lo sai cosa è l’amore!


    Continuava a saltellare sul posto sprizzando fiamme manco fosse un fuoco d’artificio.

    L’amore è sacrificio cocco e la morte è la scelta più semplice!
    Un mucchio di frasi fatte ecco cosa è l’amore per te.
    Ma cosa può saperne un poppante dentro il corpo di… un ventenne?
    La che ho trentaquattro anni, li conosco quelli come te!
    E se non sei anche pedofilo lei ne ha almeno duecento!


    Lo indicò, col bastoncino in fiamme.

    Forza, dimmelo, gran pensatore: cos’è l’amore per te e perché la ami!
    Ci scommetto che l’hai vista cinque minuti e il tuo “amore” è scoppiato.
    Ma questa è diversa dalle galline del pollaio della nonna.


    No, nemmeno l’arrendevolezza di Satoru l’aveva convinto, era evidente che il piccolo tengu volesse qualcosa che dimostrasse quel sentimento, per lui, e non soltanto, quell’amore era profondamente sbagliato e fuori da qualsiasi logica.
    Ottenuta la sua risposta però si sarebbe fatto pensieroso.

    Ah, aspetta.
    Hai forse detto Tsuyo?


    Avuta la sua conferma si sarebbe spento, come soffocato.

    Ah, va bene allora.
    C’è pur sempre una ragione se sono stati isolati in quel tempio e si “corrompono” come dicono loro.


    Saltellò placidamente e prese a riordinare il suo piccolo altarino, Satoru avrebbe chiesto delucidazioni in merito?
  6. .

    Strade


    -XI-






    Le parole di Hohenheim avevano quella tendenza che aveva sentito più di una volta in passato, e sapeva sin dalle prime frasiche quella imboccata era una strada in discesa senza freni.
    Cosa ne pensava l’Hokage?
    Che di sicuro il suo collega stava agendo nel bene del suo villaggio, ed anche in uno dei modi migliori che il suo titolo gli concedesse, ma non nell’interesse di tutti, Raizen forse poteva essere accusato di non sostenere quell’alleanza che aveva ventilato con azioni concrete, ma aveva idee ben diverse rispetto a quelle tutto sommato civili intraprese dal Kazekage: lui non avrebbe colpito coloro che si guadagnavano da vivere in quel settore solamente perché uno svitato dava troppa considerazione ad un biju.
    Erano ben lontani i tempi in cui i Biju erano vere e proprie armi, come dimostrato dallo stesso Diogene che era riuscito ad aver ragione del gorilla insieme ad altri tre jonin.
    Se controllati le potenzialità dei jinchuriki, per quanto elevate, non erano di sicuro qualcosa in grado di cambiare inclinazione all’ago della bilancia, e se liberi volevano generalmente stare per i fatti loro, sordi alle richieste degli umani, ad anzi, così scottati dalla loro cupidigia da reagire con una rabbia estrema ed incontrollabile che in mezzo ad una guerra li rendeva incontrollabili ed un pericolo per gli avversari tanto quanto gli utilizzatori.
    Se non era quindi una reale arma o un reale pericolo quel demone, cosa si stavano litigando i due kage in quel momento?
    Secondo Raizen poco più del loro personalissimo onore, con tutto ciò che esso si portava dietro a livello di politica estera vista l’importanza dell’immagine che un Kage dava di se.
    Sostanzialmente una buona posizione nella scacchiera, ne più ne meno, ed a rimetterci chi era?
    I villaggi.
    Non in quanto potenze che risentivano degli effetti di una cattiva scelta ma come singoli individui limitati nelle loro azioni da veti imposti dai loro superiori.
    Era forse un ragionamento che qualcuno avrebbe tacciato di populismo, ma lui credeva che il miglior modo per non essere populista era stare al di sopra delle scelte più popolari e facili, presentarsi come irreprensibile e forte, limitare, imporsi era da populisti
    E Raizen era un esperto di scelte impopolari, giuste o meno solo il tempo poteva deciderlo.
    Espirò drizzando la schiena per dare a quella decisione un tono più netto e definitivo.

    No, non sono d’accordo Kazekage.
    Non personalizzerò questo conflitto.
    Il Kokage ha solamente rimandato come detto da Febh, comprendo la sua fretta nel riavere il maltolto, ma non condivido i suoi metodi, non è mia intenzione far ricadere sugli otesi o sui konohaniani interessati da questo limite le colpe delle sue decisioni.
    Non reputo quindi necessaria alcuna limitazione da parte di Konoha, che tutto sommato ha attualmente pareggiato i conti con il kokage esponendo le sue macchinazioni, ma Suna ha tutte le ragioni per farlo se lo reputa necessario, ed Oto è tenuta a soddisfare le sue richieste come decretato in questa stessa riunione.
    E tutti abbiamo stabilito quanto indebita sia stata tale demoniaca appropriazione, a prescindere dalle traballanti attenuanti fornite.


    Concluse con un leggero inchino di comiato.

    Rinnovando la mia disponibilità vi saluto.

    E si sarebbe diretto all'uscita, per primo od ultimo poco importava, avrebbe atteso li il Kazekage.

    Andiamo Oda.
    Spero tu abbia compreso con chi abbiamo a che fare.


    Mantenere in equilibrio la bilancia della fiducia e della prudenza non era cosa affatto facile, poteva anche sembrare che la bontà fosse sufficiente ad avviare un circolo di mutuo scambio, ma solamente un illuso poteva crederci veramente.
    Non avrebbe interagito ulteriormente con nessuno a meno di essere fermato, recandosi all’ingresso ed aspettando li Hohenheim, indicandogli la strada verso i loro villaggi in modo che potessero avviarsi ed allontanarsi dagli altri.

    Spero tu abbia capito le mie intenzioni poco fa, Hohenheim.
    Per quanto io comprenda i tuoi provvedimenti li reputo giusti solamente se fosse Suna ad applicarli, ma Konoha non ha ragioni, e vorrei che fosse diversa.
    Non volevo sminuire i tuoi problemi, ma solo consigliarti di non scoprire il fianco mostrandoti troppo attaccato a determinate cose: più vuoi una cosa più il suo prezzo aumenta, e non importa con cosa tu debba pagarla.
    L’ho appreso a caro prezzo.
    Siamo dalla stessa parte, ricordalo.
    Consideri Konoha al suo fianco se necessiterà di una voce in più durante questo periodo così impegnativo per Suna.
    E di nuovo congratulazioni per la nomina, non è facile portare questo cappello, se io l’avessi portato come te fin dall’inizio avrei qualche sostenitore in più, anche se i miei sono i migliori.


    Aggiunse le ultime parole con scherzosa sincerità.
    A meno di particolari contrattempi si sarebbe quindi allontanato a piedi per poi evocare un drago e fare finalmente ritorno a Konoha dopo una delle riunioni più inutili che avesse mai sostenuto, il destino dei villaggi si decideva nei salotti purtroppo, dove i coltelli si nascondono meglio, non alla luce dei quattro grandi villaggi.
  7. .

    Sacrifici e Parate


    -IX-






    Alla domanda riguardo alla sua casa la figura traslucida scosse la testa, probabilmente il suo essere l’imitazione di una coscienza umana più che un essere completo in grado di spazientirsi per il tempo perduto lo stava salvando da una crisi di nervi.

    No, non è casa mia.
    Sono una tecnica, o poco più, il mio creatore ci sapeva decisamente fare, io ci sapevo decisamente fare in senso lato, ma sono semplicemente a guardia di questo ingresso.
    Ma non è neanche del tutto vero, sono una prova più che altro.


    Ma le sue divennero solamente parole di passaggio mentre Youkai si focalizzava sul suo sacrificio.

    La prendi parecchio a cuor leggero per uno che non sa cosa ci sia oltre quella porta… se dovessi combattere il chakra che hai dato via ti sarebbe parecchio utile.

    Era li unicamente per instillare il dubbio e seppure interrogato a riguardo non avrebbe parlato delle prove successive.

    Beh, mi sembra ovvio, se già avessi perso un occhio avresti dovuto scegliere tra l’affliggere a qualcuno la tua stessa disabilità oppure rinunciare del tutto alla possibilità di vedere.

    Il ninja lievitava qua e la, quasi fosse felice di sgranchirsi lo sbuffo di fumo dopo chissà quanto tempo e la risposta a Youkai fu secca e decisa.

    No, ovviamente no.
    Altrimenti che servirebbe la prova?


    Rispose mestamente alla domanda riguardo la durata di quella maledizione.
    Poteva impietosirsi quell’effimera effige umana?

    Eccellente.

    No, non poteva.
    Indicò la porta e Youkai dopo la sua indecisione sarebbe passato, ma un orribile sensazione gli strinse le viscere, come se qualcuno strozzasse il suo apparato circolatorio abbastanza forte da mozzarne una parte, quella vuota, togliendogli persino la possibilità di ripristinare[status Affaticato: durata???] il sacrificio precedentemente compiuto.
    Ma quella sensazione era solo fisica?
    O si spingeva oltre cercando le ragioni che avevano spinto qualcuno dall’altra parte del corridoio a fare una scelta differente dalla sua?
    Così, mentre la palpebra sinistra del Rosso si svuotava mentre il suo occhio perdeva di consistenza, il vecchio aguzzino sghignazzò, mostrando un lato che forse aveva tenuto nascosto fino a quel momento.

    Oh!
    Che peccato!
    Pare che qualcuno dall’altra parte non la pensi come te.
    Ma dopotutto…


    Indicò la porta successiva: quasi identica, questa volta però gli occhi chiusi e deturpati erano due.

    Non ho forse detto che per trovare un amico bisogna chiudere due occhi?

    Il crudele shinobi rise, rise di una gioia bieca e perversa, che godeva nel vedere nell’altrui turbamento la propria realizzazione.

    Forse però vuoi vedere l’altra porta!

    La sua mano si tese ed improvvisamente una porzione di muro si schiarì, fino a lasciar intravvedere la porta ancora chiusa e che Raizen avrebbe dovuto affrontare, una sagoma con un doppio contorno e delle catene che tenevano la parte interna ancorata a terra.

    Il sigillo dell’anima!
    Non importa quale fuuinjutsu venga applicato, quella parte del corpo sarà intorpidita e non potrà usare il chakra.


    Per Raizen una cosa pesante ma evitabile grazie alla capacità del demone di espandersi oltre il corpo del portatore, ma per Youkai voleva dire che qualsiasi sigillo gli venisse applicato addosso acquisiva la capacità di sigillare quella parte di spirito all’interno del corpo!

    Sai cosa c’è di bello?
    Lui sa che oltre la porta c’è un esperto di Fuuinjutsu ad attenderlo!
    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!


    Quello rideva, si contorceva, e Youkai poteva sentirlo rimbombargli nella testa, martellandolo come se non volesse lasciare spazio ai suoi pensieri innervosendolo ulteriormente, ma seppure fosse riuscito ad isolarsi da quel fastidioso rumore avrebbe trovato una soluzione?
    Rinunciare agli occhi ed avere fiducia nel proprio Hokage, sperando che non l’avrebbe condannato ad una vita di inutilità, oppure sacrificare entrambi gli occhi di un jonin sufficientemente esperto da sopperire alla mancanza ed essere lui a salvarlo?
    Era l’ultima porta, magari sarebbe stato possibile venir salvati, lo spettro però aveva detto che l’attesa non era contemplata come soluzione.
    Oppure poteva passare prima che l’Hokage arrivasse a quella porta, quando gli venne concessa una sbirciata sembrava che Raizen non fosse ancora arrivato e dargli un segnale poteva fargli comprendere che avrebbe combattuto insieme a lui quella lotta
    Cosa fare dunque?



    [Sho]

    Le mani nervose di Sho cercavano di correre ai ripari dopo la rovinosa caduta della prima mensola con sopra le cinque boccette, ma complice il nervosismo di una situazione che precipitava in picchiata aveva dimenticato di utilizzare il chakra adesivo sulle ampolline.
    Fece a malapena in tempo a stringere al volo le due boccette della sua lista disimpegnando repentinamente anche la mano occupata dagli appunti del folle che aveva orchestrato quella trappola, che le altre caddero rovinosamente a terra: un caleidoscopico disastro.
    Certo, era riuscito grazie alle sue conoscenze in medicina ad arginare grandiosamente i danni basandosi esclusivamente sulla sintomatologia di ciò che era venuto a contatto col suo corpo, ma questo non l’aveva del tutto messo al sicuro.
    Il veleno che si era mescolato questa volta infatti aveva praticamente girato la ruota cromatica della sua percezione dei colori, per un momento le ampolle quasi lampeggiarono di luci cangianti per poi permettergli di capire che nessuno dei colori che aveva in precedenza riconosciuto o memorizzato corrispondeva a quelli che vedeva in quel momento.
    Poteva quindi affidarsi ancora ai suoi occhi per scegliere gli ingredienti od avrebbe dovuto utilizzare altri sensi?
    O magari poteva correre il rischio di sintetizzare un altro antidoto?
    Se non altro i sintomi in via di alleviamento segnalavano che prima le sue deduzioni erano state corrette.



    [Satoru]

    Il piccolo tengu guardò arcigno Satoru, con degli occhi così affilati che era evidente non gli importasse un fico secco dei biscotti che gli venivano offerti.

    Senti ciccio, non provare a distrarmi col cibo, non sono mica uno straccione morto di fame.
    Ho chiesto perché hai questo strano odore, non se hai qualcosa da mangiare.


    Mentre parlava saltellava sul posto quasi volesse fare a cazzotti.

    Quelli come te non mi sono mai piaciuti tanto, sempre a fare i superiori perché la vostra natura di branco vi permette di avere risorse in abbondanza!
    Biscotti!
    Puah!


    Certo continuava a saltellare nervoso ma era evidente dalle attenzioni che dava al dolcetto che non avrebbe sgradito becchettarlo un po', anche se era troppo orgoglioso per ammetterlo, ed anche troppo testardo per essere sviato dalla sua domanda.

    Temo tu debba rispondergli Satoru.

    Poco dietro il clone aveva dei pesanti lacrimoni agli occhi dovuti allo sforzo di trattenere le risate mentre osservava il piccoletto combattivo fare nero il genin.



    [Kiyomi]

    I due aprirono la porta che ancora Kiyomi si lamentava, era quasi una costante, come avere uno stereo rotto sintonizzato sulla stazione religiosa.
    Il clone si sarebbe girato verso di lei con un sorriso inquietante, palesemente forzato in quell’espressione che cercava di sostituire una faccia iraconda cercando di sostituirla con quanti più denti possibili.
    Ad una creatura selvatica sarebbe probabilmente sembrato l’ultimo ringhio di avviso prima del morso.

    Kiyomi… non farmi essere scorbutico.

    Scandiva le parole senza perdere il sorriso, stringendole tra i denti.

    Ogni volta che ti avvicini a più di un metro è per lamentarti di qualcosa senza renderti conto che è a causa della tua inadeguatezza e scarso impegno se ancora siamo qui a ciarlare di cosa avresti già dovuto avere.
    IO sto sopportando te, e non costringermi a sondare i limiti della mia pazienza.
    Puoi tacere e fare il tuo lavoro?
    Grazie.


    Se quella avesse anche solo provato a fiatare, quel tono costante e privo di modulazione sarebbe esploso.

    KAMI MALEDETTI SE NON LA SMETTI DI LAMENTARTI GIURO SU HAGOROMO CHE DONO I TUOI CAPELLI IN BENEFICENZA AL PARRUCCHIERE PIU’ GENIALE DEL VILLAGGIO E FARO’ IN MODO CHE VENGANO DONATI AL CICCIONE PELATO PIU’ BRUTTO ALLA CONDIZIONE CHE PASSI OGNI GIORNO A VANTARSENE DAVANTI CASA TUA.

    Ma forse urlare non era la cosa migliore, non per quello che avrebbe causato: un tremore deciso, non troppo lungo, come se avesse svegliato qualcosa.

    Mh?

    Se avessero continuato a guardarsi attorno avrebbero notato che i piccoli bagliori notati all’inizio si spostavano, come in preda ad un fuggi fuggi generale, da sopra la loro testa però arrivava lo strano rumore di un rollio, come se qualcosa rotolasse verso di loro.
    Puntarono la lampada ma senza grossi risultati fino a che non calò nuovamente il silenzio e dall’alto precipitò un rotolo dorato, facendo irruzione nel raggio di luce all’improvviso, centrando la fronte di Kiyomi esattamente tra le sopracciglia, accecandola per un momento dal dolore mentre una singola goccia di sangue cadde esattamente sopra il cilindro che la prese al volo con una lingua.

    bestiolina



    Una lingua?

    Il clone era incredulo ma li davanti aveva proprio un rotoloo che si stava gustando la goccia di sangue di Kiyomi, e non era che l’inizio.
    Una serie di faretti da teatro si accesero con botto illuminando progressivamente l’intera grotta che si rivelò essere costruita a grossi gradoni, pieni all’inverosimile di ogni oggetto e cianfrusaglia che si potesse mai immaginare ed oltre, e non solo oggetti recenti ma anche strumenti antichi!
    Uno squillo di trombe li riportò in vita, iniziando quella che sembrava una festa o un comitato di benvenuto!




    Nemmeno coi quaranta suoi dragon
    L’Hokage-san è ricco quanto te
    Noi ti abbiamo scelto, sai perché?
    La tua anima ha un certo non so che



    Attorno a loro tutto si muoveva, come se un intera discarica di rottami avesse preso vita e si muovesse a ritmo cercando di coinvolgerli nel ritmo.
    Ma chi cantava?
    Un grosso microfono a stelo munito di occhio ovviamente!

    Adesso tutto ciò che butti è mitico e quando vuoi lo puoi adoperar
    Saran finiti tutti i tuoi guai se questo contratto vorrai firmar
    E noi direm bonjour madame che cosa scrive sul carnet
    Faremo tutto ciò che vuoi, per un amico, un amico come te!



    In quel musical improvvisato tutti avevano dei ruoli e le azioni erano coordinate per dare profondità alla scena mentre gli oggetti recitavano questa o quell’altra parte della canzone.

    La vita è un ristorante, è come un gran buffet
    perché tutto ciò che chiedi avrai
    Grazie a degli amici come noi



    In quel momento un tavolo si stava apparecchiando da solo davanti a Kiyomi mentre una sedia insisteva da dietro perché si sedesse, certo la scena era un po' più triste dell’allegro motivetto visto che cibo non ce n’era poi tanto, anzi, niente, ma questo non faceva certo perdere vita agli oggetti, che ad ogni strofa aumentavano volume e luminosità in un tripudio autentico di gioia.

    Siamo felici di servir te
    Siete il boss, il re, lo scià
    Rottami d’ogni tipo controllerai
    Buttane ancora ed uno nuovo nascerà
    Si vive in Serie A
    Dimentica la B
    Comanderai la servitù
    E potrai dormirci persino su!

    Degli amici come noi

    Son mitologia
    Non fantasia
    Ma stregoneria
    Siamo magia
    Sta a guardare



    Su quella parola una montagna di carabattole prese letteralmente vita, diventando un colosso di una trentina di metri che scuoteva il terreno con i suoi passi, armato di cilindro e bastone da passeggio si muoveva con disinvoltura e naturalezza nonostante fosse composto da centinaia di vecchi oggetti che lavoravano insieme con l’unico scopo di mostrarsi a lei: KIYOMI!

    Siam qui per te

    Ma se dici Rottami, via di qua
    Spariremmo fin che piace a te
    Avrai gli occhi che ti schizzan via
    Per le sorprese che ti farem
    Siamo una polizza di garanzia
    E i problemi tuoi risolverem
    Non vediamo l’ora di aiutarti sai
    Tu chiedi tutto quello che ti vien
    La lista lunga quanto la vorrai
    I desideri tuoi esaudirem



    Il colosso si disfò nuovamente cadendo in due gigantesche onde che infrangendosi nei palchi laterali li riempirono di nuovo di una folla festante!

    Oh madame Kiyomi questo mondo è qui per te
    E capirai che solo noi
    Siamo tuoi grandi amici, tuoi grandi amici
    Siamo i tuoi veri amici, veri amici
    Nooon c’è altri
    amici
    coooOOOOOMEEEEEE
    NOOOOI I I I I I I I I



    Scintille prodotte dai falsi contatti di chissà quale elettrodomestico rotto produssero le luci necessarie ad un finale esplosivo mentre dei Taiko sfondati tuonavano come esplosioni.



    Ad ultimo rimase solo un vecchio cartello davanti ai due, munito di un occhio al centro della A che lampeggiava chiedendo applausi, sotto di loro il rotolo ondeggiava a destra e sinistra euforico, sbattacchiando prima la parte destra, poi la sinistra, mentre il nome di Kiyomi si incideva su di esso, preceduto da una lunga fila di identità cancellate da profondi segni di penna.
    E Raizen?
    Applaudiva, inebetito, rapito, assolutamente affascinato dalla…

    DANNATISSIMA PARATA DEI CENTO DEMONI!

    Si, ma Kiyomi?


    Edited by F e n i x - 7/4/2020, 00:41
  8. .

    Da una Galassia Lontana Lontana


    -XII-






    Era più che certo che un rilevatore che suonava a quel modo non fosse affatto una cosa positiva, eppure la dottoressa pareva abbastanza tranquilla nonostante un primo momento di incertezza a cui non seppe attribuire con certezza alcuna emozione, visto come si comportava in quel momento.
    Si alzò tranquilla e andò a cambiare lo strumento, tornando indietro con qualcosa di strano che gli poggiò sul collo.

    E cos…!?

    Un rapidissimo suono acuto, come di una resistenza che si caricava e poi una scarica non troppo forte si propagò dal suo collo, la sorpresa lo aiutò a simulare la contrazione dei muscoli ma in realtà aveva impastato una piccola quantità di chakra per esser certo che la trasformazione non venisse rilasciata. [SD1][Impasto MedioBasso in resistenza]
    Sarebbe potuto scattare in piedi e prenderla per il collo, stringendo fino a che non gli avesse spiegato tutto, ma forse starsene buono e calmo era la cosa migliore, gli eventi si sviluppavano in suo favore dopotutto.
    La sua mente però non potè fare a meno di viaggiare con le informazioni che gli venivano date.
    Era entrato ed aveva finto dei sintomi che però non aveva, a quel punto era stato portato di tutta fretta in isolamento ed uno strano apparecchio aveva rilevato in lui una concentrazione paurosa di chissà che cosa.
    Cosa aveva lui di diverso dagli altri?
    All’interno di quella struttura c’erano svariati tipi di persone, dalle guardie agli studiosi, persino inservienti, un vasto assortimento, quindi perché solamente lui aveva questo genere di problemi?
    Da come parlavano Raizen sembrava essere il primo caso così speciale che avessero a disposizione e fu in quel momento che pensò a cosa lui aveva di Davvero particolare: il chakra. Più che il solo chakra in realtà era la sua quantità ad essere spropositata, non bastasse il demone al suo interno era un ulteriore riserva, sconfinata a dir poco.

    No, se te lo stai chiedendo non sento niente di particolare.
    Tranne… non so, una specie di nostalgia.


    Che vuol dire?
    Sei un demone di cosa potresti avere nostalgia?


    Che bastardo!
    Ho vissuto un migliaio delle tue vite e vieni a chiedermi cosa potrebbe darmi nostalgia?
    Praticamente qualsiasi cosa all’infuori del tuo corpo fuori misura!
    Per un essere umano si intende.


    Era vero, ma per quanto si offendesse la volpe non aveva avuto un esistenza così movimentata se non nella sua parte di vita adulta in cui veniva cacciata, sfruttata ed imprigionata, di cosa poteva avere nostalgia un essere simile?

    Non saprei… qualcosa di… credo che voi direste “ancestrale”.
    Qualcosa di troppo vecchio per essere ricordato, ma familiare… non per forza positivo.


    Più la volpe rispondeva ai suoi dubbi più ne veniva confuso.

    Ancestrale… ancestrale… come sei nato?

    Oh, diretto vedo.

    Ho una certa fretta, abbiamo una certa fretta, siamo un Hokage e un Demone ma qui ci stanno trattando come topi da laboratorio.

    Va bene va bene.
    Ti dirò tutto.


    Una pausa.
    Una lunga pausa.
    Una lunghissima pausa.

    QUINDI?!?

    MA TI SEMBRA FACILE RICORDARTI I TUOI PRIMI MOMENTI STUPITO COGLIONE?!?

    Sei un demone, sei speciale no?!?
    Pensavo pure i tuoi ricordi lo fossero!


    In effetti era da parecchio tempo che i due interagivano come amiconi, e Kurama aveva forse dimenticato che interagire come un demone era probabilmente la cosa migliore in quei casi.
    Un onda di ricordi, più che un onda, una montagna d’acqua si alzò di fronte a Raizen l’impatto però lo percepì esclusivamente dentro alla sua coscienza, per una persona normale solamente pensare di avere un dialogo con qualcosa che ti è stato sigillato dentro era difficile, figurarsi ricevere un simile scossone, proveniente dall’interno e diretto ad un livello ancora più profondo del proprio inconscio.
    Era nero, tutto dannatamente troppo nero, tutto troppo confuso, non incomprensibile semplicemente era come se una vita di informazioni venisse compressa in pochissimi istanti, dovendo fare uno sforzo descrittivo Raizen l’avrebbe probabilmente definito come uno schedario così compresso da rendere impossibile l’estrazione di un singolo foglio, come anche la categorizzazione e l’ordine temporale degli eventi, eppure quella sensazione di disagio così profonda durò a malapena un istante.
    Tutto però sembrava passare attraverso quell’istante, come un anello, tutto fuoriusciva da esso e tutto rientrava in esso, era evidentemente l’origine, ma era anche la fine di un processo che coinvolgeva una ladra e la sua misera progenie.
    Sapeva che non era vero, non era possibile che quella quantità di informazioni fossero un istante, eppure non era possibile espanderle, non senza una quantità di tempo che sicuramente non aveva in quel momento.
    L’unica cosa che fu certo di percepire era risentimento verso quella ladra.
    Ma era come un istantanea poggiata sopra un ribollire indistinto, un ribollire rabbioso e pericoloso il cui unico intento era riavere ciò che gli era stato sottratto, dopo quello una lama di luce, non era dolorosa, anzi, gli dava pace, schiariva le sue idee, le ripuliva, fermava quel vortice incomprensibile e gli aveva permesso di… vedere.

    unknown


    Non era il Kurama sigillato dentro Raizen, neanche di striscio, era piccolo, certo non paragonabile all’essere che aveva dinnanzi che già avrebbe potuto stritolare in una mano.
    Ecco la nostalgia!
    Non erano però soli e poteva percepire che parte di ciò che ottenebrava la sua mente era ora dentro ognuna di quelle creature da lui così diverse.
    La prima cosa che vide però aveva una missione per lui: guidare, equilibrare.
    Ma perché quell’uomo gli dava quella sensazione?
    Non era solo il suo viso, era qualcosa di più profondo, qualcosa che non percepiva ne col naso, ne con gli occhi.

    La mente...
    È il chakra!
    Ma perché il chakra?


    Beh, quello non era uno qualsiasi.
    Se tu sei qui, ma soprattutto se io sono qui, lo devi a lui ed al suo chakra.


    Odiava aver a che fare con cose troppo vecchie, le cose troppo vecchie erano sempre troppo problematiche.

    I loro chakra hanno qualcosa in comune?

    In qualche modo… credo...

    La leggenda voleva che il chakra non fosse qualcosa di perfettamente naturale, anzi, era ben estraneo alla terra stessa.
    Le informazioni di Sho riguardo la crescita degli alberi iniziavano ad avere un senso, ed era un senso che non gradiva.

    Ciò che accomuna le due cose è l’appartenenza.

    Non capiva ancora però perché fosse così speciale, certo Kurama era un magnete fin troppo potente, ma era comunque sigillato, la sua influenza non poteva essere così predominante, i suoi occhi, resi attenti e nervosi da un certo timore dardeggiarono ovunque alla ricerca di ulteriori risposte fino a trovarle in una guardia che cambiava i suoi vestiti: ciò che Raizen non aveva infatti visto mentre si trasformava nelle guardie era cosa avessero sotto.

    Un fottuto esoscheletro!

    Tecnologia fuori portata rispetto a quella dei ninja che non ne necessitavano, ma era evidente dal corpo di quell’individuo che i cervelloni li dentro ne abbisognassero.

    Bastardi incompetenti!
    Non hanno un cazzo di chakra!


    Qualsiasi cosa ci fosse in quel meteorite era all’interno della struttura, di tutta la struttura!
    E Sho era li dentro con lui!

    SHO!

    Scattò in piedi trasformando la barella che lo trasportava in un proiettile per forare gli strati di pvc che formavano la struttura.


    [...]

    Il lampo di luce fu quantomai inatteso per il piccolo gruppetto di guardie, abili nel loro lavoro di sorveglianti, ma di certo non adatte allo scontro frontale con un vero ninja.
    Quando la lama saettò non ci furono speranze per le guardie, eppure la consistenza di ciò che stava tagliando era a dir poco curiosa, un misto di gomma e materiale rigido che non oppose eccessiva resistenza, tagliandosi ed emettendo un getto di aria compressa che sbattè al muro il rimasugli dei suoi avversari, tramortendoli. Si perché le tute si mostrarono abbastanza resistenti e la lama fece pochi danni, ma sufficienti a rendere nuovamente umani quelli individui, troppo umani perché potessero avere la meglio su un Jonin.
    Ed anche troppo svenuti.
    Nessuno però aveva dato l’allarme, ne era certo, non ne avevano avuto il tempo materiale, e non pareva fosse presente alcun sistema di sorveglianza.
    Eppure quella sirena suonava insistentemente, precipitandosi fuori, nella luce intermittente che invadeva la struttura seguendo l’unica via percorribile che non lo portasse nuovamente all’esterno, avrebbe trovato una sala di comando, che se fosse stato trasformato in una delle guardie non avrebbe minimamente badato a lui impegnata come era a gestire l’invasione.
    Nel marasma impossibile non notare una una serie di luci lampeggianti disposte in modo da rappresentare schematicamente la struttura che indicavano come si muoveva l’intruso e quali erano i settori interessati dal suo incedere a dir poco catastrofico.
    Stava per voltarsi, illuminato dallo schermo riguardo la posizione di Raizen, quando una mano pesantissima gli calo sulla spalla.

    Sho!

    Era la voce dell’Hokage!

    CHE CI FAI QUI?


    unknown


    Non più.
    E perchè Sho, che inizialmente non sapeva cosa rispondere a quell'orribile mostro, aveva improvvisamente l'istinto di tirargli una testata e dirgli di farsi gli affari suoi?



    CITAZIONE
    momento clou della ruolata... abbiamo però un problema di incompatibilità sulla carta, per cui per goderci lo scontro tu avrai un parassita un pò più in gamba del mio, pompati e fatti una scheda che possa reggere le bordate di raizen coerentemente allo sviluppo futuro di sho, così sperimentiamo un pò e io non devo fare il downgrade!
    per il resto la situazione è... antipatica.
    il simbionte ha una presa forte sulla nostra mente, ma se viene indebolito fisicamente si indebolisce anche la sua presa sul posseduto che diventa in grado di riprendere il controllo su se stesso.
    purtroppo la nostra unica opzione è sfinirci di cazzotti.


    Edited by F e n i x - 28/3/2020, 00:57
  9. .

    Dentro la Radice


    -VIII-






    Raizen gli rivolse un cenno della testa disinvolto.

    Macchè scusi, mica hai colpe.
    È che il mondo è uno stronzo.
    E quando te lo dimostrerà non sarà gentile.


    Profetico, ma ancora non poteva sapere quanto.

    Beh, meglio averne due a questo punto, poi se non trovi niente ce la caveremo con una.

    Fortunatamente però sarebbe riuscito a trovare una lampada a carburo, anche se fino a separarsi sarebbero andati avanti insieme senza avere necessità di accenderla.

    Si certo, e in una un accetta casca dal soffitto tagliandoti in due per il lungo.

    Affermò con tono ironico.
    Quando finalmente si decise il clone annuì.

    Va bene, io avrei scelto sinistra, non so perché tendo ad andare sempre a sinistra.
    Ma tanto è uguale.


    Si sarebbero quindi introdotti nel corridoio in cui Youkai si sarebbe ritrovato solo in compagnia dell’emanazione del Fuuinjutsu.

    Ovviamente si.

    Rispose quella alla domanda del Fantasma, con il tono leggero di chi risponde all’ovvia domanda di un bambino.

    No, non un fantasma, ma lo proteggo, se così vogliamo dire.
    Da un certo punto di vista potrei anche esserlo, ma non sapendo da quanto sono qui e non avendo informazioni sul mio utilizzatore è probabile che sia morto.
    È più corretto descrivermi come una guida, la memoria del mio utilizzatore è stata trascritta ma definirmi essere pensante è troppo, ho molte informazioni e rispondo in base a quelle e ad altre che posso acquisire.


    Ma non disse nulla sul come le acquisiva, mostrandosi particolarmente accondiscendente quando quello prese il coraggio a due mani per non morire in quella prova.

    L’Hokage?
    A me?!?
    Assolutamente nulla!
    Sarebbe tanto se fosse a conoscenza della mia esistenza, sono qui più o meno dai tempi del Godaime ed oltre a farmi fare sogni molto intensi ha fatto poco.
    Il problema sarebbe per lui.


    Sorrideva, con quella sua pagliuzza arrogante, ma non era felicità la sua.

    Bene, quindi questa è la tua scelta, passiamo oltre, così saprei cosa ha scelto il tuo… Hokage?

    Quella che sembrava una parete, con al centro un intarsio a spirale circondato da una fiamma stilizzata, sicuramente una semplificazione del sistema circolatorio del chakra, si tagliò nel mezzo, rivelandosi una porta per quanto massiccia, aprendosi su una nuova porzione di corridoio.
    Passando oltre la porta Youkai avrebbe avuto quasi un mancamento, per quanto avesse conservato metà della sua riserva la metà era appena stata portata via tutta in una volta, ma avrebbe comunque resistito.
    Non pareva avesse perso però neanche un oncia in più della metà del suo chakra, Raizen pareva avesse fatto la sua stessa scelta.

    Faticoso immagino.

    La nuova porta era più curiosa, forse anche più inquietante della precedente: sopra di essa erano rappresentati due occhi uno dei due però era deturpato da una lunga cicatrice.

    Niente di più semplice piccolo ninja, chiudi un occhio per passare, ma non pensare di poterlo riaprire.
    Hai mai sentito la frase che per trovare un amico devi chiudere un occhio ma che per tenerlo devi chiuderli entrambi?


    Poteva sacrificare un occhio?
    Non era come il chakra, era una perdita permanente, e soprattutto, se era vero che per passare quella porta era necessario sacrificare un occhio e questo verificava la prima frase era possibile che nella successiva si verificasse la seconda?
    Una scelta ancor più difficile aspettava il piccolo ninja.

    Lui questa volta deve fare una scelta differente… ma chissà cosa sarà.

    Tacque, e rifiutò di parlare a prescindere da quante domande facesse Youkai.



    [Satoru]


    Satoru iniziava lentamente a venire a capo delle sue difficoltà col chakra, provando a sperimentare come meglio riusciva.

    Mmmmmh, non è il tuo obbiettivo al momento, ci vuole un controllo più raffinato, ora potresti provarlo ma rischieresti uno spostamento fuori controllo, quindi fai in modo di non lanciarti niente addosso o addosso a me.

    Trovò quindi un modo per testare il rilascio del chakra senza spararsi pericolosamente per aria e dopo qualche tentativo affinarlo a sufficienza da raggiungere l’agognato traguardo.

    Bene, direi che hai un buon controllo, puoi provare ad applicarlo sul disco adesso.
    Non dovrebbero esserci problemi.

    Eseguito il consiglio, come ipotizzato precedentemente dal clone, il disco assorbì il chakra e respinse la serratura ma non sarebbe scattato nulla, piuttosto uno sbuffo di fumo avrebbe trasformato una delle due statue in un VERO piccolissimo tengu!


    unknown

    Nononononono!
    Non lo far…!


    Si guardò attorno, evidentemente scosso, stava tentando di scappare quando notò che la fonte della sua paura non era evidentemente presente.

    Eh?
    Chi sei tu?
    Chi è lui?
    Dov’è Jimbo?
    Quel maledetto mi ha imprigionato qui per non so quanto tempo!
    E…


    Sembrava annusasse l’aria per quanto la cosa fosse particolare per un corvide.

    ...Perchè odori di sudore, imbarazzo e tengu mescolati assieme?

    Lo guardava con aria accusatoria e ostile nonostante la dimensione ridotta lo rendesse più comico che pericoloso, ma era evidente che avesse percepito qualcosa che non gli andava a genio.
    Impossibile non notare che il particolare bastone che possedeva era perfetto per essere incastrato in un piccolo foro presente nel piedistallo in cui stava a sorreggere il disco fino a poco prima.
    Come convincere quel guardiano in miniatura a collaborare?




    [Sho]


    Scosse la testa quando Sho gli parlò di Oda.

    No, no.
    Mi hai frainteso.
    Porca puttana basta pensare che io abbia la mente costantemente bacata dal tradimento di qualcuno!
    Non ho ne detto ne lasciato intendere questa cosa!
    Mi fido di Oda tanto quanto mi fido di te e di me stesso!
    E se pensi che ti sto facendo gestire il recupero di Kokuo questo dovrebbe darti una buona misura della fiducia che ripongo in te.
    Il mio timore è che l’informazione gli sia stata estorta, non che lui l’abbia ceduta.
    E che, conoscendo Oda, anziché confessarla abbia cercato di risolvere la questione da solo.
    Ha un villaggio alle sue spalle, non è solo.


    Chiarito quel punto Sho gli avrebbe dato uno scorcio di come vedeva Kensei, trovando Raizen abbastanza dubbioso.

    Spero non ne rimarrai deluso.
    Ma so per esperienza diretta che il titolo può venire prima della famiglia senza nemmeno che tu possa accorgertene.
    E forse non mi sono spiegato, ma ho già accettato di far gestire la cosa a te.


    Affermò con decisione ma senza durezza, ma con spiccata fiducia.

    Ti chiedo solamente una cosa.
    Non mi ha voluto riferire i suoi informatori, o ammesso di aver estorto lui stesso l’informazione, vista l’attenuante della situazione familiare potrei anche pensare di passarci sopra, ma non fino a quando non avrò una risposta.
    Se dovrai parlare in mia vece sappi che è una cosa su cui non transigo.
    Come villaggio non abbiamo attivo controspionaggio e subirlo, considerando che siamo alleati e che non nascondiamo nulla… mi infastidisce.
    Che mi venga sbattuto in faccia poi...


    E su quella richiesta chiuse il discorso.
    Poco dopo nei sotterranei il Jonin passava in rassegna ai vari ingredienti e liquidi premiscelati presenti davanti a lui in numero spropositato.
    I documenti erano appunti, il diario di un chimico decisamente poco ordinato ma geniale, sparso li sotto alla rinfusa la cosa che più saltava all’occhio era la conclusione di ogni capitolo che riportava una formula, generalmente di 5 ingredienti, ognuno di essi aveva un particolare obiettivo, accentuare un effetto, modificarlo per essere più efficace su altre persone o semplicemente aggiungerlo a quello di un altro ingrediente.
    Dedicarsi con attenzione su ognuno di essi non era facile, anche perché alcune boccette erano tinte e non permettevano di identificare con precisione il loro contenuto dovendo quindi affidarsi alla prima occhiata.
    Tra di esse però compariva qualche etichetta che riportava la composizione chimica sia del diluente che del solvente, finì che tra etichette e composti noti individuò cinque contenitori su cui poteva mettere le mani con effettiva certezza.
    La curiosità, così radicata nell’animo umano da essere la più infida delle trappole.
    Appena la prima boccetta venne sollevata dalla mensola questa dimostrò quanto precario era il suo equilibrio, o forse quanto precisa era stata la disposizione delle boccette. Fatto sta che caddero sul terreno ed un tentativo di recuperarle sarebbe stato ben poco proficuo visto che la loro superficie pareva avere una piccola traccia di chakra repulsivo, cosa che avrebbe aiutato il disastro anche se avesse solo sfiorato la boccetta.
    Infrangendosi al suolo col suono caratteristico di un contenitore sottovuoto che viene rotto gli ingredienti delle boccette si sarebbero mischiati immediatamente dando vita a chissà quale dei veleni riportati negli appunti.
    Presto la pelle si sarebbe chiazzata di viola, sintomo del fatto che il veleno era… permeabile o corrosivo?
    E quella che tipo di reazione era?
    Aveva in mano una manciata di informazioni per cercare negli appunti ciò che gli interessava, doveva fare presto se voleva riportare a casa la pelle.

    [ingrediente noto: arsenico. Trova i rimanenti e creati l’antidoto, ho dato dei sintomi di massima, se vuoi essere più preciso puoi aggiungerne, questo è territorio tuo XD]



    [Kiyomi]


    Il clone sbuffò rumorosamente quando venne accusato di inadempienza del suo dovere.

    L’ho fatto!
    Te l’ho descritto e te l’ho fatto sentire, te l’ho pure mostrato!
    Non è colpa mia se sotto ai capelli hai così tanto spazio vuoto da fare invidia alle banche sunesi!


    Fortunatamente la konohaniana adottata era dura sia nel comprendere che nell’arrendersi ed a furia di tentativi riuscì finalmente nel suo intento.

    Oh, eccellente!
    Non ti resta che attivarlo e strisciare la mano nell’arco che sta sul muro.


    Quando avesse eseguito il compito il movimento della mano sarebbe stato accompagnato da rumorosi scatti di qualcosa che stava oltre la porta, definirli ingranaggi forse era troppo, sembrava qualcosa di massiccio, forse addirittura pietre, che con uno scatto andavano a posizionarsi in una precisa sede.
    Quando tutti i blocchi fossero scattati la porta sarebbe scivolata verso il basso, scorrendo come una saracinesca al contrario, per quanto spessa, da li in poi solo oscurità.

    Finalmente.

    Quasi non fece in tempo a finire la frase che una luce balenò per le scale e con un cigolio accompagnato da un tonfo metallico si fiondò giù per i gradini, illuminandosi autonomamente la strada fino a scomparire una volta girato un angolo almeno dieci metri più sotto.

    Ma dove cazzo va a finire?

    Il clone si sporse oltre la porta ma l’oscurità era insondabile e richiedeva l’utilizzo di una torcia.

    Hai qualcosa per farci luce?

    Tuttavia, come se fosse stato esaudito un desiderio, la sua attenzione venne richiamata da una lanterna appesa al muro poco più in là.

    Toh, che culo.

    Una piccola scintilla e la calda fiammella fu in grado di illuminare la via ai due, o per meglio dire, la discesa.
    Gli scalini erano fatti di nudo cemento quantomeno fino a che non arrivarono ad un apertura franata.

    Oh, strano.
    Anche se quello è più strano.


    Affermò mentre osservava le rocce che sporgevano da quello che un tempo era un corridoio, la discesa infatti proseguiva con rozzi gradini scavati nella nuda roccia.
    Scavalcare quel masso sarebbe stato… strano.
    Un lungo brivido avrebbe percorso la schiena di entrambi, come se un sesto senso atavico li avvertisse che oltre quella soglia succedeva qualcosa di singolare, se Kiyomi fosse riuscita a superare quell’avvertimento sarebbero continuati a scendere fino ad arrivare ad una grotta sotterranea di cui era impossibile stabilire i confini per via della poca luce, nelle pareti si distingueva però qualche scintillio che rifletteva la luce della lanterna quando spostata.
    Della piccola lampada nessuna traccia.
  10. .

    Viaggio verso la Roccia


    -II-






    Le mattine di Raizen raramente erano noiose, certo non si poteva dire che quando lavorasse non seguissero una routine fin troppo ripetitiva, ma nonostante potesse sembrare contraddittorio aveva fatto il callo alla noia che queste generavano e riusciva ad esorcizzarla senza difficoltà.
    Il primo luogo che visitava era la stanza delle mappe, praticamente un mondo in miniatura su carta in cui poteva facilmente fare un resoconto delle informazioni localizzandole senza problemi, era proprio li che aveva preso l’abitudine di consultare i rapporti, per quanto fosse diventato ferrato in geografia localizzare con certezza le posizioni e confrontarle con misure certo lo aiutava maggiormente.
    Anche se la cosa migliore era che, essendo un ufficio secondario, non era dotato di interfono, quindi generalmente le comunicazioni erano molto meno frequenti e non di rado poteva abbandonare un po' della compostezza che si era imposto di mantenere quando indossava il mantello.
    Quell’ambiente era quasi rassicurante, li dentro il mondo sembrava a portata di mano, poteva raggiungere qualsiasi cosa semplicemente allungando la mano, i punti più distanti del continente non erano che a pochi passi, in qualche modo lo aiutava ad essere positivo.
    Stava piazzando l’ennesimo segnalino col rapporto quando bussarono alla porta.
    Acconsentì all’ingresso ma non interruppe ciò che faceva, dedicando tutte le sue attenzioni alla segretaria solo quando finì.

    Dimmi.

    Disse senza troppe formalità alla collaboratrice che ormai lo aiutava da qualche anno.

    Raizen-sama, direttamente dal Kazekage.

    Gli porse la lettera con ambo le mani con un leggero inchino.

    Oh, grazie.

    Prese la lettera e con un piccolo sorriso Hitomi si voltò richiudendosi la porta alle spalle.
    A quanto pareva Hohe, quello che gli piaceva chiamare Kage bambino, si dava decisamente più da fare rispetto al favorito Hoshi.

    Pensare che se non fosse sparito dalla circolazione ora la lettera sarebbe sua e probabilmente ci sarebbe stato un peto dentro.

    Lesse le poche righe annuendo ed incoraggiato da quello spirito di collaborazione, ma restandone poco convinto.

    Devo andare sulla fiducia insomma.

    La lettera infatti riportava pochissimi dettagli se non il coinvolgimento personale, cosa che non reputava negativa. Sarebbe quindi partito con un leggero broncio bardato di tutto punto e pronto ad ogni evenienza.
    Non si diresse però al paese della roccia, che non esisteva, bensì a quello della terra, dato che le coordinate corrispondevano col suo confine.

    Ehhh la giovinezza!

    Il luogo si trovava equidistante dalle due nazioni e non piaceva minimamente a Raizen, non tanto perché inospitale o particolarmente sorvegliato, ma perché reputava, senza neanche troppe prove, che potesse essere sorvegliato.
    Non sapendo con precisione dove aspettare avrebbe perlustrato leggermente la zona prima di attendere in un punto che gli permetteva di tenere sotto controllo la zona, in modo da non doversi perdere l’arrivo del sabbioso.
    Sempre che questo non fosse arrivato prima di lui.

    Kazekage.
    Avaro di informazioni vedo.


    Fece un leggero inchino ed abbozzò un sorriso.

    Immagino dovremmo introdurci nei confini della Terra.
    L’ultima volta che sono entrato in un confine dei cremisi l’area era fin troppo sorvegliata.
    Non vorrei ripetere l’esperienza, potrebbero anche non percepirci, ma vorrei accedere da un punto meno sospetto per gli accademici, pensavo al paese della Montagna.
    Ci costerà qualche giorno, lo so, ma non voglio rischiare, è probabile che oltre le guardie chi sta vicino ai confini sia già sospettoso verso i nuovi arrivi.


    Avrebbe quindi composto i sigilli per evocare uno dei suoi draghi, Kaze, più mimetico grazie al suo colore bianco rispetto agli altri draghi. La leggera brezza si fece via via più intensa concentrandosi in un turbinio ed infine in una corrente a spirale da cui emerse il drago, cingendo i due col proprio corpo mentre calava di quota.
    Dopo un amichevole saluto gli avrebbe indicato la direzione verso la quale volare anche se il drago non pareva particolarmente contento, si guardò infatti attorno, sospettoso o forse intimorito.

    Non staremo andando al faro meridionale, vero Raizen?

    Aveva capito che erano ai confini col paese della Terra.

    No Kaze, no.
    Non ancora.
    Dovremmo però entrare nella terre che hanno dato i natali a quel bastardo dai capelli verdi ma non andremmo al faro.
    E dovremmo fare anche il giro lungo, ci farai compagnia per un po'.


    Lo guardò con un mezzo sorriso.

    Non ti metterò nuovamente in pericolo come quella volta.

    Gli sfregò la mano lungo il corpo squamoso mentre si avvicinava alla testa, era consapevole che evocare il i draghi per una simile questione non era certamente il massimo.
    Avrebbe parlato col Kazekage lungo il viaggio e dopo essere stato aggiornato sui rapporti disse la sua, seppur pensieroso.

    Beh, come vi avevo promesso ho condiviso con voi i rapporti di tutte le missioni , posso aggiungerti che so a grandi linee cosa facciano questi Koro, ho provato il loro chakra sulla mia stessa pelle, anche se indirettamente.
    L’arma che avevo distrutto, di fatto sovraccaricandola, aveva un residuo proprio del loro chakra ed è stato amplificandolo fino all’estremo che sono riuscito a fare qualcosa di… impossibile.
    Non c’è altro termine per definirlo, il funzionamento principale dell’arma era amplificare qualsiasi tipo di tecnica si utilizzasse ed io ho amplificato il riavvolgimento del tempo.


    Era ancora totalmente rapito da quell’esperienza.

    Davanti ai miei occhi un intera vallata, TUTTA un intera vallata è tornata indietro di migliaia di anni.
    Qualcosa di epocale, di irripetibile, o almeno spero.
    Soltanto dopo scoprii che mio padre l’aveva portata via saltando nel tempo proprio grazie al potere di quel clan… ma non so di preciso cosa sia successo.
    Lo incontrai però qualche anno dopo, la sua maledizione ci concesse ci conoscerci, forse per un ora… qualcosa che penso non succederà mai più.


    Lo disse con una malinconia che non volle nascondere.

    Parli di Tian?

    Si Kaze...
    Mi raccontò di come l’arma principale fosse in grado di recuperare i danni inferti e di come questa causasse disagio anche tra gli alleati, non saprei spiegare precisamente come, neanche lui ci riusciva, ma forse quel potere è semplicemente troppo per degli esseri umani.


    Dovettero fare una pausa al calare della notte, per cacciare qualcosa e rifocillarsi, sarebbe forse sembrato sorprendente vedere Raizen tirare fuori dalle tasche un po' di sale da un sacchetto, ma lo fece con una naturalezza che aveva dello sconcertante.

    Tu non immagini il fastidio che mi da il cibo insipido.

    E di mangiare della selvaggina con la faccia di chi non la gradiva proprio non gli andava.
    Il mattino successivo Kaze sarebbe tornato abbastanza presto, dopo aver passato la notte a rifocillarsi a sua volta.

    Non ho voluto allontanarmi troppo, siamo fin troppo vicini secondo me, non ho voglia di stuzzicare il destino.

    Beh, meglio da un certo punto di vista.

    Montarono nuovamente in groppa terminando il loro viaggio in una vecchia foresta nel punto più basso di una ripida vallata animato da un allegro e limpido ruscelletto.

    Penso sia il punto migliore.
    Dove sta questo posto?


    Da li però non avrebbero più avuto il supporto del drago, dovendo muoversi nella maniera più insospettabile possibile una simile creatura avrebbe sicuramente attirato l’attenzione.

    Vorrei muovermi nascondendo il chakra, alla riunione mi sembrò di capire che avevi conoscenze da sensitivo, dovresti poterlo fare anche tu, no?

    Avrebbe atteso risposte prima di incamminarsi.


    Cliccami sono la mappa
  11. .

    Calamità di Kurotempi




    Strage
    Kenko Mikawa Kenkichi

    Aspetto
    Ninja alto e dal fisico statuario che ha passato tutta la sua vita a combattere come mercenario su infiniti campi di battaglia. Si dice che abbia ucciso così tante persone da avere acquisito una certa affinità con la morte, così da poter intuire o prevedere quando eventi porteranno alla morte di un gran numero di persone. Per questo, è diventato il braccio destro di Eclissi e suo più intimo consigliere strategico. Veste quasi sempre con vestiti leggeri o a torso nudo, e porta sempre con sè le sue due Zambato, che si dice possano uccidere Demoni Codati ed Immortali. Parla sempre in tono pacato ma marziale e non si tira mai indietro da uno scontro.

    Capacità
    Jonin Nera. Manipolazione de Sangue V - Lama Insanguinata III. Ha fatto della forza il suo tratto distintivo con competenze personali che impediscono di rallentarlo o bloccarlo in qualsiasi maniera. E' sempre circondato da un alone lattiginoso, che si dice siano le anime delle persone che ha ucciso e che può usare per creare una fitta nebbia sul campo di battaglia. Possiede le spade leggendarie 'Kami o korosu - L'ammazza dei' e 'Akuma o korosu - L' Ammazza Demoni'.



    Carestia
    Ichizo Akadou

    Aspetto
    Ninja di colore e dai capelli castani, mediamente alto e dal fisico prestante. Viene detto il Santo per via della sua giovanile educazione Buddista. Dopo il misterioso incendio che ha distrutto il suo monastero, è stato arruolato tra le fila di Oto, dove è rimasto per poco tempo. Ha disertato dopo una missione per recuperare il Sutra del Cuore, uno dei 5 più famosi testi sacri Buddisti. La missione è terminata con lo sterminio del suo team, la sparizione del Sutra e la sua diserzione. Da allora viaggia di villaggio in villaggio predicando l'abbandono di ogni bene, ed usando questo messaggio come scusa per impossessarsi di tutto ciò su cui posi il suo sguardo. Dopo aver letto il testo sacro, infatti, Ichizo è rimasto così disilluso dal suo contenuto, da aver completamente abbandonato la via che invece predica. Notoriamente, il suo più grande desiderio è prendere il posto di Eclissi dopo averla fatta sua.

    Capacità
    Jonin Nera. Dominio della Materia V - Tecnica dell'Assorbimento III. Possiede una tecnica speciale in grado di assorbire materia ed equipaggiamento a contatto, così da privare i suoi nemici di qualsiasi arma. Al contempo utilizza la tecnica dell'assorbimento per privarli del chakra. Come retaggio della sua educazione buddista, non indossa mai una singola arma o armatura, ma solo tornici. Possiede il Sutra del Cuore, che può essere usato per spingere le persone a donargli qualsiasi loro bene.



    Atrocità
    Tamafune Akuma

    Aspetto
    Kunoichi di 26 anni, dai capelli rossi e di corporatura minuta che va sempre in giro con vestiti neri di pelle. Originaria di Kiri, è stata cresciuta nel carcere di Genosha, dal capo torturatore. Ha visto così tante brutture fatte ai carcerati da aver perso il senno. Una sera, con le sue capacità, ha fatto impazzire tutte le persone nella prigione, portando ad una carneficina di massa. Una volta tradita Kiri, è stata trovata da Strage che l'ha portata sulla strada di Kurotempi. Tiene sotto controlla la sua follia grazie a delle droghe passategli da Eruzione. Tuttavia, a volte deve rilasciare nel mondo le visioni che le occupano la testa, creando psicosi di massa in interi villaggi senza essere vista.

    Capacità
    Jonin Nera. Occhi Demoniaci V - Controllo Spirituale III. Ninja furtivo, capace di ricoprirsi di veli di illusioni per passare inosservata ed occultare i suoi movimenti in combattimento. Dotata di incredibili doti psichiche, coinvolge nella sua follia tutte le persone che posino su di lei il loro sguardo ed è in grado di controllare la mente delle persone in pochi secondi. E' in grado di realizzare illusioni che provocano danni fisici e non solo alla vitalità.



    Pestilenza
    Goemon Chikuma

    Aspetto
    Ninja di 38 anni dai lunghi capelli neri ed una benda sull'occhio, con il vizio del fumo. Ha passato gran parte della sua carriera come ricettatore ad Ame di sostanze proibite. Un giorno, i Fanti di Ame sono venuti a riscuotergli il pizzo e lui ha acconsentito. Quella sera, metà del quartier generale dei Fanti era in stato comatoso per via del veleno rilasciato dalle banconote che Geomon aveva dato. Da allora, ha lasciato Ame e si è unito recentemente ai Kurotempi. Non ama combattere e preferisce lasciare i compiti sul campo al suo braccio destro, la Serpe Nera. E' un uomo viscido e subdolo, che usa i suoi vasti poteri ed abilità strategiche principalmente per ottenere ricchezza. L'attacco a Himotara, poi divenuto famoso per la distruzione del suo Tribunale da parte del Flagello, mascherava una sua operazione.

    Capacità
    Jonin Nera. Manipolazione del Sapone V - Manipolazione del Vento III. Capace di usare le bolle di sapone come calderoni per miscelare, combinare e potenziare gli effetti di diversi veleni che poi può spandere grazie al controllo del vento. Possiede numerosi veleni personali, per paralizzare o limitare i sensi dei suoi avversari. Possiede un veleno leggendario che sfrutta i virus.



    Siccità
    Kyoden Senju

    Aspetto
    Ninja dall'età indecifrabile vestito quasi sempre in maniera trasandata. Ha una mutazione genetica del gene Hotsuki, per cui il suo corpo tende a disidratarsi molto rapidamente. Quando succede, Kyoden invecchia ed assume le sembianze di un vecchietto canuto, di buon cuore e di buon umore. Quando il suo corpo è sufficientemente idratato, appare come un ragazzo sui 28 anni dai capelli blu e muscoloso. La sua malattia ha avuto un forte impatto sulla sua psiche: soffre di bipolarismo. Quando è anziano, è alla perenne ricerca del suo io giovane, che identifica come un parente da ritrovare; è completamente all'oscuro della sua appartenenza a Kurotempi. Quando assume sembianze giovanili, diventa uno spietato sicario, e legittimo membro di Kurotempi. E' stato notato da Eclissi durante una transizione, quando, tramite il mokuton, ha drenato l'acqua della maggiore falda acquifera del Paese del Riso.

    Capacità
    Jonin Nera. Mokuton V - Corpo Liquido III. In forma anziana, Kyoden non ha praticamente alcuna abilità e viene supportato da due gregari d'elitè, mentre il suo subconscio è modellato dalla personalità giovane e malvagia. Nella sua forma giovane è un esperto combattente con qualsiasi tipo di arma che genera a partire da un bastone di legno dalle proprietà straordinarie. E' in grado di assorbire grandi quantità d'acqua dall'ambiente esterno e dai suoi nemici disidratandoli.



    Terremoto
    Omitsu Mibajin

    Aspetto
    Kunoichi di 55 anni, di fisico snello e moderatamente muscolosa. Originariamente ninja di Iwa, è stata arruolata da Eclissi che si è offerta di trovare il colpevole dell'omicidio di suo marito e dei figli, evento che ha causato un profondo senso di disillusione nella donna nei rigaurdi delle organizzazioni che avrebbero dovuto proteggerli. Secondo le malelingue, sarebbe stata Eclissi stessa ad uccidere l'uomo, ma Omitsu è fortemente convinta del contrario. E' guidata da un forte senso di persecuzione ed invidia verso coloro che possono vivere la loro vita tranquilli ed ignari. Normalmente va in giro con tuniche ampie e parla raramente. Senza controllarlo, infatti, riesce a far vibrare l'aria, come farebbe con la terra, quando parla, causando onde sonore estremamente potenti.

    Capacità
    Jonin Nera. Manipolazione della Terra V - Shinra Tensei III. E' in grado di far entrare in risonanza aria e terra quando genera un terremoto, causando gravi danni alle strutture e danni interni ai suoi nemici. Può creare dei pozzi gravitazionali dove vincolare le sue vittime insieme a parti di terreno che può controllare con la TS, annullando le capacità di teletrasporto e movimento rapido. Possiede il 'Flauto Vibrante', strumento musicale creato con lo stesso materiale del Rintocco di Morte, martello in possesso dell'Accademia, e facente parte dello stesso set.



    Uragano
    Robai

    Aspetto
    Clone di Itai Nara, divenuto reale dopo aver mangiato un frutto di un albero intriso del chakra concentrato di Pangu. Consapevole di non poter tornare a Kiri con semplicità, da quelle che per lui erano sua moglie e le sue figlie e privo del demone, che non poteva essere clonato, è impazzito. Inizialmente si è schierato con itai per risolvere il prolema dei Kijin, poi è scappato ed è stato arroulato da Strage. Invece di chiamarsi Itai (dolore) ha deciso di chiamarsi Robai (disperazione).

    Capacità
    Jonin Nera. Tocco Vitale V - Jishin no Justu (modificato) III. Possiede tutte le conoscenze di Itai Nara ad eccezione del demone. Ha corrotto l'orginale versione del JIshin no Jutsu per infondere chakra malefico nelle persone. Ha acquisito il tocco infermale per poter assorbire vitalità così da non tornare ad essere un semplice clone e scomparire.



    Eruzione
    Mai Terumi

    Aspetto
    Kunoichi di 42 anni, grassottella, esiliata dal villaggio delle Sorgenti Termali perchè 'incapace di concentrarsi e lavorare di squadra', come riferisce il suo fascicolo. Svampita, credulona e con la testa fra le nuvole, crede che il mondo stia per finire con una gigantesca esplosione di magma da sottosuolo o da un asteroide. Quando qualcuno la fa innervosire, normalmente fa in modo di far verificare un'eruzione vulcanica nei pressi del villaggio del miscredente. Così facendo si è fatta terra bruciata intorno a lei ed è andata a vivere in semi-isolamento sulle montagne, con la sola compagnia di macachi giapponesi. E' stata manipolata da Strage e Eclissi, e viene usata come arma senza che lei abbia troppo controllo di quello che fa. Del resto il suo potere è difficilmente controllabile, e tende ad essere una minaccia per i suoi stessi compagni. Nonostante questo, il gruppo spesso si rivolge a lei perchè è anche un ninja medico di vasta esperienza.

    Capacità
    Jonin Nera. Manipolazione del Calore V - Modalità Eremita III. Capace di richiamare magma dalle profondità del sottosuolo, riesce a crere ambienti caldi e velenosi che danneggiano pesantemente i nemici. Possiede il contratto dei Macachi Giapponesi. Unendo le tecniche di ghiaccio delle evocazioni alla lava, riesce a creare dei costrutti super duri, capaci di penetrare qualsiasi difesa o bloccare gli avversari in morse indistruttibili.



    Incendio
    Gatou Warai

    Aspetto
    Ninja di mezz'età che ha passato la maggior parte della sua vita come presidente dell'omonima compagnia a Soyo. Durante questi anni ha accumulato ingenti risorse, acquisendo grande peso politico, grazie anche alla sue conoscenze presso Ame. Quindi ha potuto sviluppare la sua più grande passione: la piromanzia. E' ossessionata dal sole che ritiene essere l'apice della bellezza su questa terra, perchè lo identifica come l'incendio definitivo. Saltata la sua copertura ad opera di ninja Accademici, Gatou ha perso gran parte del suo potere politico, economico e, con essi, i suoi buoni agganci ad Ame. Per questo si è rivolto a Kurotempi, associazione a lui più congeniale, guadagnandosi il titolo di Calamità grazie alla sua forza spregiudicata e spietata.

    Capacità
    Jonin Nera. Incendio Inarrestabile V - Tecnica delle Vampe III. Normalmente combatte grazie a potentissimi Katon che usa anche per rivestirsi con un'armatura di Fiamme. Può surriscaldare la materia fino a portarlo allo stato di plasma, che può usare per sciogliere qualsiasi metallo.





    PnG a cura di HOHENHEIM Secondo account, per quest e trame rivolgersi a lui o come consueto all'amministrazione.


    Edited by F e n i x - 12/4/2021, 12:10
  12. .

    Vita da Kazekage


    -I-






    Dopo la riunione dei kage c’era un certo fermento nell’accademia, nonostante la conclusione fin troppo particolare erano state prese importanti decisioni e tra queste l’intensificazione dello spionaggio in zone considerate sensibili non era da meno.
    All’accademia era noto un luogo, oltre gli altri, di particolare interesse: la Roccia degli Spiriti, nelle sconfinate terre della nazione della Terra, ma quando si cercavano informazioni fermarsi ai punti più caldi forniva solamente un quadro parziale, senza contare che la roccia nascondeva ancora segreti quasi mitologici.
    Ed una spia per quanto buona, necessitava di tempo per potersi inserire all’interno della macchina senza dare nell’occhio, attualmente alla Roccia erano infatti ammesse esclusivamente due tipologie di persone: guardie ed archeologi.
    Tuttavia, nell’inizio della raccolta, mantenendosi ad una certa distanza e senza interagire con i più svegli qualcosa si poteva sempre raccogliere, soprattutto quando si aveva tempo a sufficienza da poter iniziare ad indagare dai punti più bassi della piramide sociale.
    Così si erano mosse le spie accademiche, riuscendo a mappare eventi, oltre che personalità, entro i confini della roccia, i rapporti come da accordi erano condivisi tra tutti i villaggi in modo da poter mettere più di una testa a lavoro su di uno stesso problema, ma la singola spia, come da invariabile protocollo per abitudini troppo radicate, riferiva al suo villaggio d’appartenenza.
    Quindi il villaggio si occupava di divulgarle od eventualmente tenere per se le informazioni, dopotutto politica e tattica di combattimento erano entità spesso dotate di svariate facce, per la stragrande maggioranza orride.



    [Suna, 8.30]

    Il kazekage più giovane della storia aveva appena messo piede in ufficio ed ebbe a malapena il tempo di accomodarsi che le prime scartoffie della giornata bussavano alla porta, contrariamente al lavoro da ufficio a cui ora si dedicava, quello dei raccoglitori di informazioni aveva orari leggermente sfasati che spesso facevano giungere i rapporti anche durante la notte.

    Nanadaime-sama.

    La segretaria salutò con un inchino e dopo essersi richiusa la porta alle spalle si avvicinò alla scrivania consegnando varie cartelle, dai rapporti più anonimi classificati da colori che ne definivano la scarsa priorità alle trascrizioni dei messaggi delle spie.
    Quando sfogliando giunse alla cartella di Iwa non potè che notarne la consistenza, cosa che probabilmente avrebbe suscitato in lui un certo interesse visti soprattutto gli eventi causati dalla perdita del suo orecchio.

    Rapporto N° XXX
    Giorno XX XX XXXX



    La situazione non è favorevole a frequenti comunicazioni, dopo permanenza di XX giorni nel villaggio più vicino all'avamposto noto come Roccia degli spiriti confermo le notizie che vedono la zona fortemente sorvegliata, infiltrazione diretta praticamente impossibile.
    Raccomandate missioni senza limiti stringenti, necessaria infiltrazione accurata e prudente, le uniche figure abbordabili per accedere alla Roccia degli Spiriti sono quelle degli archeologi.
    Necessità di conoscenze storico-ancestrali estese.





    Rapporto N° XXX
    Giorno XX XX XXXX



    Permanenza al villaggio proficua, voci di strada segnalano attività sospette in coordinate XXXXXXXXXXXXXXXXXX
    Fuga di informazioni causata da familiari archeologi.
    Tento contatto.




    Rapporto N° XXX
    Giorno XX XX XXXX



    Contatto proficuo.
    Informazioni generali suggeriscono connessione con il clan Koro.
    Tento Esplorazione.



    Quello però era l’ultimo rapporto della spia, un lavoro che aveva richiesto mesi di prudenti e piccoli passi per lavorare in una zona infiammata dagli interventi accademici di cui era la nemesi.
    Il Kazekage avrebbe sicuramente ricordato infatti che Iwa insieme a Kumo era la nazione su cui si stendeva l’ombra dei cremisi.
    Come comportarsi davanti alla possibilità di scoprire qualcosa di più su quel legame?
  13. .

    Abracachakra


    -VII-






    L’Hokage-clone era molto più concentrato di quanto non apparisse e nell’osservare Kiyomi si rese conto che non stava facendo ciò che gli aveva richiesto.
    Si poggiò le mani sugli occhi sfregandoli non tanto per necessità quanto come gesto automatico necessario a riflettere.

    Anffffff
    Non capisco se sono io o tu.


    Si avvicinò maggiormente alla polvere e osservando come questa si spostava scosse la testa.

    Cosa senti nelle dita?
    Lo so che non stai sentendo ciò che ti ho descritto.
    Se sentissi quello non staresti scialacquando chakra come una mucca impazzita.


    E quando quella tentò di abbandonare il suo compito per avvicinarsi alla parete il clone la ammonì.

    Non ci provare nemmeno.
    Ti ho detto che se fai la cosa sbagliata rischi di lasciarci le penne.
    Stai qui e porta pazienza, non siamo delle stupide bestie a cui la natura ha concesso le armi grazie all’istinto, dobbiamo sudarcele.
    Non è rilascio, emissione, è controllo del chakra.
    Ne usi poco, molto poco per effetti grandiosi.
    Se ne usi troppo stai sbagliando.


    Battè sul ripiano, come ad indicarlo.

    Siamo qui per una ragione, qui parte e si conclude tutto.
    Non c’entrano le dita, puoi stare ad osservarle quanto vuoi probabilmente l’effetto più grande che ne otterrai sarà concentrarci del chakra ma paradossalmente senza controllo non saprai modularlo e senza sigilli per le tecniche finirai solo per buttarlo all’esterno come un phon.
    Con-trol-lo.
    Solo questo.
    Hai sicuramente sentito qualcosa, lo vedevo da ciò che facevi.
    Ma non era la cosa giusta, devi cancellare quella cosa dalla tua mente, altrimenti tenderai sempre a sbatterci sopra credendo che quella sia la via da percorrere per la soluzione.


    Vide accanto a se un foglio di carta ingiallita, incartapecorita dal tempo, ma ancora sufficientemente flessibile.
    La mise orizzontale di fronte a Kiyomi.

    Partiamo dalla forma.

    Avvicinò le due estremità del foglio e questo si piegò facendo una gobba verso il basso.

    Ci serve una protuberanza, uno spessore, il chakra di suo non ne ha, se vuoi che lo abbia devi dargli tu questa proprietà.
    Pensa che uno degli utilizzi più avanzati di questo controllo è isolarti dalla pioggia!
    Comunque, a cosa serve?


    Portò il foglio verso il basso, di fatto la polvere non si sarebbe spostata ma il soffice manto si sarebbe appiattito sopra il leggero peso.

    Vedi?
    Non si sposta.
    È accettabile che si sposti quando stai sperimentando, ma non devi pensare che quello sia l’ultimo passo.


    Infine arrotolò il foglio, creando un cilindro, certo non avrebbe respinto chissà quale peso, ma dava un idea di cosa andasse fatto.

    Se ci poggi la mano sopra noterai che se cerchi di schiacciarlo oppone una certa resistenza.
    È questo che ti serve ricreare, certo in maniera più efficace visto che per piegare un foglio ci vuole davvero poco, ma la partenza è proprio questa.
    Creare una corrente è sbagliato, o quantomeno è il primo, mezzo passo.
    Prima la crei, poi la controlli, la limiti.


    L’avrebbe lasciata provare e quando visto lo strato vellutato comprimersi avrebbe annuito.

    Bene, questo è ciò che ti serve, mantienilo per un po' e se sarai in grado di rifarlo possiamo passare alla parte successiva.
    Il rilascio.
    È semplice.
    Non sfrutterò nuovamente la cosa delle mani visto che sembri abbastanza dura, ma tenendo presente ciò che hai fatto finora passare allo step successivo non è difficile.


    Non reputava troppo complesso neanche il passaggio precedente, ma non era il momento di fare ironia.

    Per avere questo effetto repulsivo hai dovuto aumentare la pressione, hai creato una corrente e l’hai tappata.
    Bene, ora non devi far altro che rilasciarla.
    Mi raccomando, non ti serve potenza extra, devi solo eliminare il limite che ti permette di comprimere.
    Controllo, non potenza.
    E stai attenta, causa una discreta spinta.


    Con quell’ultimo appunto l’avrebbe lasciata a sperimentare.



    [sho]

    La smorfia dell’Hokage non richiedeva di certo un esperto per essere decifrata.

    Di uno stronzo Sho, stiamo parlando di uno stronzo.
    Chiama le cose col loro nome.


    Inspirò nervosamente.

    Scusa.
    Solo pensarci mi fa fare un salto indietro nel controllo del demone.
    Però mi hai ricordato una cosa, una cosa che non mi è piaciuta affatto.


    Osservava Sho con attenzione non tanto per scarsa fiducia verso di lui ma per sapere come avrebbe reagito a quelle parole.

    Lui sapeva di te, ma io non so chi glielo ha riferito.
    E con questo intendo dire che sapeva tutto.
    Ho detto a te ed Oda di tenere il segreto, ma lui lo sapeva, e non mi ha rivelato chi glielo ha spifferato.
    Non penso sia stato tu ad averlo messo al corrente, mi avresti quantomeno avvertito, no?
    Ciò mi porta a pensare o che sia stato Oda, ma anche in questo caso non comprendo perché non mettermi al corrente, o addirittura una terza persona, una terza persona decisamente troppo informata.
    Cosa che mi sembrerebbe strana, visto che abbiamo trattato il problema un unica volta in un occasione che rendeva impossibile pianificare l’ascolto.
    E se non è stato pianificato vuol dire che era continuo.
    E questo è solo il primo problema.
    Chiunque abbia riferito a Kensei non l’ha riferito a tuo padre, o meglio, non solo a lui.
    Kensei non è solo sgradevole, Sho.


    C’era dell’indecisione nel suo volto.

    Non voglio che dalle mie parole tu possa intendere che non devi fidarti di lui ma… è il mizukage.
    E il mizukage ha sfruttato quelle informazioni contro di me, più di una volta.
    Non voglio ritrovarmi a gestire fughe di informazioni, non voglio che una visione parziale del mio operato possa essere sfruttata da qualcuno contro di me e io debba essere costretto a rivelare più del necessario per ripulirmi la faccia.
    Non ricopro un ruolo semplice, ed odio ricoprirlo proprio perché mi porta a parlare come qualcuno che non si fida del prossimo, mentre sono semplicemente prudente.
    In questo preciso momento sai cosa voglia dire venir separati dal dovere dalla propria famiglia, non ti dico che so come ti senti, ma mi capita spesso.
    Se andrai a Kiri non sarà per un confessionale, sarà per far capire a tuo padre quale ruolo ricopre.
    Questo non vorrà dire che dovrai tagliarlo fuori dalla tua vita, ma che se gli verranno riferite informazioni sensibili devo esserne messo al corrente, dopotutto è un alleato, o dovrebbe, nascondergli qualcosa non dovrebbe essere utile.
    Con Itai avevamo un ottimo rapporto ad esempio.


    Stava dando un ordine, non restrittivo e poco vincolante, ma era un ordine che aveva un peso non indifferente in una sfera privata oltre che professionale, come avrebbe reagito il jonin?
    La reazione che non si sarebbe tardata a vedere era quella del muro, questo infatti si era crepato come ci si aspettava, per distruggerlo sarebbe bastata un po' di convinzione in più, ma a quel punto non avrebbero avuto più un posto in cui esercitarsi.

    Oh bene!
    Qualche certezza almeno l’abbiamo!


    Disse con entusiasmo.

    Da qui in avanti è solo questione di modulazione, il chakra da usare per effetti maggiori è si superiore, ma sempre irrisorio.
    Certo, a livelli avanzati inizia ad essere dispendioso, ma a quello ci pensi solo se vuoi specializzarti a rompere le cose.
    Devo ammettere che da soddisfazione.
    Dentro avevamo un area di una cinquantina di centimetri che sembrava adatta ad assorbire l’impatto, appena riesci a modulare l’impatto per rispettare quella misura possiamo fare un tentativo.


    Quando si fosse sentito pronto si sarebbero trasferiti alla parete da aprire.

    A questo punto direi che sta tutto a te.

    Avrebbe indicato la porta che, se colpita con la giusta quantità di chakra avrebbe fatto uno sbuffo indietreggiando per poi scorrere verso il basso, rivelando una stretta scala.

    Ahhh… ci dovrò fare manovra.

    Le scale li avrebbero portati ad un corridoio inevitabilmente buio, certo potevano facilmente camminarci dentro, dopotutto era solo un corridoio, ma potevano comunque esserci trappole o luoghi interessanti da esplorare.
    Appena procurata una luce di fortuna i due poterono fare qualche passo nel corridoio, ma quello che la luce gli rivelò era abbastanza inatteso, non era corretto dire che fosse un corridoio era quasi un archivio e la scarsa luce non aiutava a delimitarne i confini.
    Fin dove la luce illuminava però erano presenti delle piccole mensole, grandi a sufficienza da ospitare file e file di piccole boccette e per quanto difficile da immaginare sembrava che ognuna di esse avesse un colore differente, i rari colori rassomiglianti avevano boccette di forme diverse, cosa che accadeva per la maggiore con i liquidi trasparenti.

    Un luogo decisamente poco adatto ad un daltonico.
    E ad un clone di oltre due metri.


    Non in tutte le boccette però erano presenti liquidi, in alcune era possibile vedere della polvere, in altre, le più voluminose un piccolo ecosistema che rendeva la vita possibile anche li sotto.

    Non ho difficoltà ad immaginare cosa siano, ma forse più avanti possiamo trovare cose più precise.

    Ed era vero, precise si, disordinate pure.
    Per quanto le boccette fossero disposte nelle mensole non erano particolarmente organizzate, era palese che chiunque le avesse messe li conosceva tutti i contenuti ma sicuramente non le aveva in alcun modo catalogate, in quelle piccole montagnole di appunti c’era invece una qualche logica… per chi le aveva abbandonate li.
    Per rimettere in sesto quei documenti, dalle prime fugaci occhiate, quello che ci voleva non erano le abilità combattive, ma una buona conoscenza dei principi attivi e dei farmaci.

    Decisamente della roba da dottori.

    Non potè che concludere.

    Mentre tu cerchi di capire che succede qui io faccio due passi in avanti e cerco di capire cosa c’è.

    Solo spostandosi ricordò che erano muniti di un unica torcia.

    Che palle.

    Il destino però si mostrò generoso e sotto i documenti riuscirono a trovare una torcia, certo un po' intermittente, ma sarebbe andata bene per il clone.

    Tu tieni questa che è più stabile.

    E senza dire altro si sarebbe allontanato.



    [Satoru]

    Il clone scosse la testa.

    No no, dar da mangiare a me è come sciacquare la testa ad un asino, conservalo pure per dopo.

    I tentativi di Satoru non furono particolarmente entusiasmanti, il che era un bene, era segno del fatto che prendeva la cosa tranquillamente, e per i controlli del chakra era ciò che ci voleva.
    L’erba però tendeva a volare via, curiosamente lui e Kiyomi apprendevano alla medesima velocità, cosa strana ma non troppo viste le esperienze simili e il medesimo sensei.

    Bene, la cosa che ti manca adesso è contenere quel flusso, abbassando gradualmente la mano hai imparato a spenderne una quantità sempre minore ma per evitare di fare il ventilatore devi isolare quel flusso, puoi farlo in diversi modi, ma quello che ne risulterà sarà comunque un cuscino d’aria.
    Quindi, ora che hai controllo ti manca un vero e proprio limite.
    Per farlo ti serve la sensazione che ti ho fatto provare prima devi creare quello basandoti sulle sensazioni di una singola mano.
    Mi raccomando non affidarti a sensazioni imprecise, formicolii e simili non servono a niente, ti serve qualcosa di concreto, preciso.
    Forse se immagini di fare uno strato di chakra da gonfiare con questo flusso potrebbe venirti meglio.


    Gli avrebbe lasciato qualche secondo per sperimentare la cosa.

    Questo comunque è l’ultimo passaggio complesso, il prossimo è abbastanza elementare, dovrai rilasciare la forza accumulata sotto quel chakra tutto in una volta, ti permetterà di allungare i tuoi salti, come una molla.
    Ti basti sapere che una volta concentrato però non devi rilasciare anche il flusso, solamente ciò che lo contiene, altrimenti avresti un effetto molto ridotto.


    Una spiegazione tutto sommato striminzita, ma forse sufficiente, solo il tempo avrebbe dato conferma.

    Tra tutte le cose su cui ti stai esercitando è quella con effetti più consistenti.
    Quindi stai attento, se non moduli bene potresti finire per sbatterti addosso a qualche muro, o addosso a me.
    E ti servo ancora.


    Aggiunse con un sorriso prima di lasciarlo concentrare.



    [Youkai]

    Quando gli prese la mano e Youkai arrossì si sarebbe fermato, come congelato, ma non nell’espressione che aveva in quel momento, bensì in una neutra, come se fosse caduto preda di chissà che genjutsu.

    Youkai, perché arrossisci?

    Chiese quasi rimproverandolo.

    Rendi questa cosa dannatamente strana.
    Ora siamo a disagio.
    Entrambi.


    Avrebbe porbottato qualcosa prima di riprendere la sua spiegazione
    Quando l’attenzione di Youkai tornò sul clone, concentrato ad osservarne le prove, lo trovò impietrito, era una statua di sale con un espressione del tutto esterrefatta sul volto, e le doti attoriali di Raizen gli permettevano un’espressività fuori dal comune.

    M-m-ma che cazzo!
    Lu lu lu il chakra è blu?!?
    Porca puttana Youkai questo mondo è troppo per te!
    Decisamente troppo!


    Non lo stava sgridando, tutt’altro!
    Era estremamente convinto delle sue parole e vedere come il ragazzetto aveva appreso quell’arte lo sconvolse, come diavolo avrebbe fatto a mandarlo a combattere da qualche parte?
    Le persone come Youkai la vita aveva la brutta abitudine di mangiarle, masticarle e non avere ne
    anche la buona decenza di inghiottirle, le risputava fuori a soffrire.
    Mise le mani sul volto, cercando in qualche modo di convincersi che la situazione in qualche frangente avrebbe potuto giocare a suo vantaggio, solamente dopo aver sfregato qualche volta il viso, come se cercasse di lavare via il ricordo si sarebbe rialzato, forse dopo aver raggiunto un compromesso con la voglia di mettere Youkai in qualche specie di giardino e lasciarlo a giocare al riparo dai pericoli.

    Va bene.
    Va bene.
    Ora dovresti avere un controllo sufficiente da fare il necessario senza rischiare troppo.
    Metti le mani sulla botola, entrambe, e tiri su, semplicemente.
    Dovrai farlo piano visto quanta poca aria passa, altrimenti sembrerà più pesante del necessario.


    Tirata sul la botola Youkai si sarebbe accorto che era una specie di scatolone di legno dal fondo molto spesso, cosa che pur rendendolo resistente ed impossibile da sfilare senza il chakra, lo manteneva assai leggero.
    Dopo un primo gradone di mezzo metro era possibile vedere una scala che scendeva verso un’oscurità insondabile dall’esterno.

    Direi che ci serve un po' di luce.
    C’era una specie di ferramenta abbandonata qui fuori, magari ci trovi qualcosa di utile.


    Quando il genin tornò si sarebbero calati entrambi nella botola ma il corridoio sembrava un semplice corridoio, ne più, ne meno.
    Poterono notare che non era qualcosa costruito per durare poco, nei piani della radice evidentemente non era preventivato che potessero avere una vita più breve di quella del villaggio, le pareti non erano di cemento ma di durevole pietra, non si erano attardati in eccessive rifiniture visto che apparivano abbastanza grezze, ma non c’era alcun problema di umidità o simile, solamente l’aria di chiuso dimostrava quanto tempo quel luogo fosse inutilizzato.
    Dopo qualche minuto di camminata prudente giunsero infine ad un bivio, l’idea più ovvia sarebbe stata quella di dividersi, ma una particolare melodia ricordò a Raizen che forse era meglio evitare.

    Destra o sinistra?

    Una scelta del tutto ininfluente, per quanto ne sapevano, e per quanti segnali desse il posto niente avrebbe fatto scegliere un’entrata anziché l’altra.
    Quando Youkai avesse scelto, e Raizen pregò perché non lo facesse con una filastrocca, si sarebbero incamminati, ma sarebbe passato poco tempo prima che la presenza del clone si facesse sempre più leggera, difficile accorgersene mentre camminavano concentrati su ciò che avevano davanti, ma quando si accorse che non c’era più nessuno accanto a lui era troppo tardi.
    Cosa era successo?
    Erano caduti in una trappola.
    E questa sarebbe diventata visibile sul petto di Youkai, non era facile dire a cosa somigliasse, ma dal pizzicore che gli aveva permesso di avvertirlo incidersi sulla sua carne poteva percepire che non si era fermato solo alla pelle.
    Uno sbuffo di fumo rivelò una figura longilinea poco davanti a lui, aveva un filo di graminacea dra i denti ed era vestito piuttosto all’antica, anche se lo Spiritello non fosse stato troppo aggiornato avrebbe notato che non erano di certo recenti.

    E quindi sei caduto nella trappola.

    Non salutò, ne chiese il suo nome, però pareva guardare verso la sua direzione.

    O meglio, siete.
    In questa trappola si può cadere solo in due.
    Brutta, brutta storia.


    Simulava dispiacere.

    Procedi pure, stare li impalato ti farà solo perdere tempo.

    E il longilineo figuro andò avanti a lui, precedendolo nel corridoio come un cicerone.

    Questa trappola è una delle poche presenti negli ingressi della radice, ma è anche vero che è una delle zone più importanti.

    Era forse un Ambu facente parte dell’organizzazione di cui avevano violato gli ingressi?
    Il suo abbigliamento dopotutto era abbastanza ingeneroso se si cercava di capire i lineamenti dell’individuo, aveva a malapena una striscia di pelle scoperta sotto gli occhi, su cui aveva una cicatrice.

    Non ne abbiamo mai messe troppe perché già gli ingressi non son facili da trovare, inoltre questa non è come le altre, ti lascia qualcosa dentro.

    La luce finalmente si abbattè su un muro: la strada era sbarrata.

    Eccoci qui.
    Bene, mi duole dirti che se cercherai di indietreggiare la prova fallirà… avrai notato dove è messo il sigillo.
    La missione è l’unica cosa che conta, e si può fallire solo quando si muore.
    Ma sacrificare se stessi è troppo semplice, per questo il sigillo vi tiene legati, te e l’Utilizzatore del clone.


    Interrogarsi sul come poteva fare a dedurre che quello fosse un clone probabilmente l’avrebbe portato a poco in quel momento, ma quel sigillo sapeva, o per meglio dire, il suo creatore non era di certo un principiante, dopotutto faceva parte dell’organizzazione più segreta del villaggio.

    A morire non si sa chi sarà.

    Il che rendeva indietreggiare assolutamente inutile, qualsiasi cosa per cui decidesse di sacrificarsi poteva essere vanificata.

    Puoi quindi solo avanzare, e per avanzare devi scegliere se donare o meno metà del tuo chakra.
    Starai pensando che è poco importante immagino, ma dall’altra parte il clone deve fare una scelta parecchio simile… e cosa sceglierà?
    Salvaguardare se stesso oppure cedere una parte di quel mostruoso chakra che possiede?


    Sapeva quindi che dall’altra parte c’era un individuo che possedeva tanto chakra, ma non che fosse sufficientemente esperto da poter trovare una soluzione alternativa.

    Chissà che vorrà fare, se verrà l’originale la situazione sarà decisamente peggiore.

    Un sorrisetto malizioso ed una risatina frivola.

    Scegli dunque, metà del suo chakra o metà del tuo e la porta si aprirà.
    Se può aiutarti questa non è una trappola come le altre, devo permettere l’ingresso anche ad altri membri della Radice, o perché no, qualcuno che voglia le sue conoscenze per il bene del villaggio.
    Dopotutto la Radice è qualcosa che va oltre i suoi membri formali, non è un organizzazione come le altre… Se si desidera la prosperità della Foglia è impossibile non accettare che ci si debba espandere e concedere nuova linfa, nuova vita.
    Nuova… forza.


    Che cosa poteva significare dunque?
    C’era un modo per salvare sicuramente entrambi?
    Forse le scelte andavano ponderate anche in base a quello oppure il sigillo voleva esclusivamente confonderlo ulteriormente?
  14. .

    Mikumo Kushinada


    -XXIII-






    La reazione piccata della Chiba lo indispettì, chiunque in accademia era consapevole che una simile frustata non era il modo migliore di rivolgersi a Raizen, per questo il Colosso si limitò ad una breve risposta.

    Se quello che dico ti infastidisce così tanto posso riequilibrarti il chakra a pedate.
    Era da un po' che qualcuno non se la prendeva così tanto a male per un commento.


    Non si sarebbe però dilungato oltre, anche nel caso di eventuali risposte da parte della kunoichi avrebbe semplicemente catalogato quell’attaccamento come singolare, e considerando quanto precaria fosse per lui la situazione di Akira anche la Chiba non si era messa in buona luce, negando così aspramente qualsiasi connessione logica che riportasse al bastardo biondo.
    Nonostante tutto non avrebbe neanche ulteriormente indagato sul rapporto che avevano i due, una volta risolto qualcuno dei problemi più impellenti ci avrebbe eventualmente ripensato.
    Nel crepaccio Kasumi non riuscì a distinguere alcun odore particolare provenire dalle venature, c’era però da dire che erano indubbiamente strane.

    Oh, strambo con la benda!

    Si rivolse a Tasaki seppure questo stava alle sue spalle, ancora non avevano aumentato il ritmo e quindi era raggiungibile dalla voce.

    Prova a toccare le venature, se sei un sensitivo il modo che hai di percepire le cose potrebbe aiutarti a rintracciare qualcosa entrandoci a contatto.
    Sarebbe strano… ma è anche vero che in quest’isola non si muore.


    Il breve scambio di colpi con gli Hayate si esaurì rapidamente, e la ragazzetta scoprì tutte le carte, per quanto si definisse poco adatta al combattimento aveva mostrato una certa abilità e soprattutto riusciva a stare dietro alla prestanza fisica di Raizen e della Muuga, il che non era poco.
    Ma di tutte quelle chiacchiere soltanto un nome accese nella Montagna la scintilla della furia.

    Mikumo… Kushinada!

    Tutto poteva avvenire li sotto, tutto!
    Tranne ciò che quella maledetta donna desiderava!
    Per questo divenne impellente rendere vano ogni suo desiderio, e questo includeva anche far rimanere Lianshi in quel posto.
    L’aveva seguita con attenzione mentre parlava e si spostava leggermente, un passo alla volta, mentre Raizen serrava i denti nel timore che se avesse rilasciato le mascelle avrebbe fornito al suo avversario preziosi punti deboli che sarebbe stato in grado di sfruttare.
    Sarebbe rimasto calmo, valutando ogni singolo centimetro che li separava, e per ciò che vedeva la donna era lontana, ma forse non a sufficienza e mentre compiva il primo sigillo alzò leggermente la testa, valutando al meglio la distanza. [AdO] [Allora, nel post dici “a dieci e più metri”, nella mappetta vedo che siamo sotto i 13, io con le mie abilità posso agire entro 12 metri, avendo il dubbio faccio “valutare” al personaggio la misura reale, ed indirettamente a te quindi decidi tu, se lui ha la certezza di farcela agisce, parecchie volte ha valutato ste distanze, quindi dovrebbe rientrare nelle sue capacità, altrimenti salta la parte dell’AdO per cui uso le seguenti abilità:
    Inarrestabile
    Taijuzzaro
    Opportunista
    se l'AdO salta si attiva semplicemente l’altra ipotetica e salti direttamente all'altro paragrafo XD]

    Se la donna fosse rientrata entro il raggio d’azione di Raizen la sua reazione sarebbe stata estremamente rapida, sarebbe infatti sparito alla vista per ricomparire di fronte alla Maledetta prima che questa ultimasse i sigilli utili a far comparire la palude tentando un pugno in pieno petto [ST 1]Sokotsu
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L’utilizzatore sferra un colpo con forza migliorata di 4 tacche che si ripercuoterà all'interno del corpo avversario provocando Sanguinamento e Dolore (DnT leggero).
    Tipo: Taijutsu -
    Sottotipo:
    (Consumo: Medio)
    [Da genin in su]
    + Taijuzzaro (segnato anche nell'ado)
    + 40 Guanti rinforzati
    che per quanto elastica fosse gli avrebbe sicuramente fatto sputare sangue.
    Interrotta la donna la cosa più importante sarebbe stato evitare di cambiare i rapporti di forza.

    SIGILLATE I PASSAGGI!

    Era ovvio che quello di Tasaki sarebbe stato sigillato per ultimo, ma era una considerazione che avrebbe lasciato agli altri in quanto non reputava saggio rivelarne anzitempo la presenza.
    Lui per primo si sarebbe diretto con un teletrasporto [SA Extra]Fornito dalla TS per Teletrasporto poco sopra l’apertura da cui era arrivato il fascio di luce, cercando di chiudere il varco con un pugno terribile [ST 2]Potenza Disumana
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare notevolmente la propria forza, fino a tre volte tanto, per effettuare una singola azione. Tale azione non può avere finalità direttamente offensive nei confronti di avversari o nemici, ma può vantare di una potenza unica: sarà possibile - ad esempio - estrarre le radici degli alberi, abbattere muri o vegetali, spostare un grosso masso.
    Tipo: Taijutsu -
    Sottotipo: Potenziamento
    (Consumo: Medioalto)
    [Da chunin in su]

    + guanti rinforzati pot 40
    +Distruzione ad Area (Superiore)
    +Distruzione Versatile (applicata sui guanti)
    Abile: L'utilizzatore può applicare il il chakra Distruttivo e le conoscenze ad esso legato anche alle armi impugnate
    (Consumo: Basso Extra)
    [Da genin in su]
    +Maestro della distruzione
    Abile: L’utilizzatore non avrà cali di potenza nell’area espansa dal chakra distruttivo.
    (Consumo: Basso Extra)
    [Da chunin in su]
    +Fallout (totale area influenzata 6 metri di raggio)
    Arte: L’utilizzatore può raddoppiare la potenza della distruzione esplosiva e il raggio del chakra distruttivo raddoppiandone i costi.
    [Da jonin in su]
    +Tocco distruttivo (Basso pot + 20)
    che avrebbe fatto crollare la volta al di sopra del tunnel.
    Certo si sarebbe accorto che sulle pareti era impossibile aggrapparsi col chakra, ma dopotutto a lui non serviva farlo, la sua intenzione era esclusivamente menare il più forte pugno che avesse mai dato.
    Senza ulteriori indugi, addirittura mentre ricadeva al suolo e con la distanza che lo separava dal resto degli avversari, avrebbe composto i sigilli per evocare Hibachi che sarebbe comparso qualche metro al di sopra del gruppo [ST 3]Evocazione Hibachi + Azione rapida

    TUTTI SUL DRAGO!
    Hibachi, segui le indicazioni di Lianshi, andate!


    Lui intanto era caduto accanto ad uno dei macigni più grossi non dovendo preoccuparsi della caduta di ulteriore avrebbe coperto l’allontanamento del drago [SA 1 e 2]Allontanamento Drago energia nera bersagliando entrambi gli Hayate se quello meno forte fosse rimasto in vita, o solo Kushinada se quello fosse morto, con un semplice lancio di spiedi all'altezza del petto. [SA 3 e 4]1 spiedo gigante ciascuno pot 25 energia nera
    Se tutto fosse andato come previsto Raizen e l’hayate si sarebbero ritrovati da soli.

    Tu sai chi sono io, vero?

    Il piccolo Kubomi, per quanto a corto di chakra era ancora con lui, e con un piccolo gesto venne invitato a fare capolino, impossibile non riconoscere in lui i tratti distintivi dei draghi del nord, quelli che aveva condannato a morte.

    Abbiamo in sospeso così tanti conti che prima di andare via da quest’isola dovremmo mettere alla prova la sua efficacia su di te.
    Ancora, ancora e ancora.


    Nelle sue parole era instillato un odio così grande e profondo che se l’hayate fosse stata una donna accorta, o un essere umano dotato di un intelletto basico, avrebbe compreso che avrebbe dovuto temere quell’uomo.

    Hai detto che la spada non è adatta vero?
    Proviamo con qualcosa di diverso allora.


    Dopo tanto tempo il Rintocco sarebbe tornato nelle mani del Kage con un sinistro tintinnio.





    [In caso l'AdO non avvenga]


    Se non fosse riuscito ad interromperla la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato evocare Hibachi [ST 1]Evocazione Hibachi + Azione rapida in modo che potessero sottrarsi alla palude

    TUTTI SUL DRAGO!
    Hibachi, segui le indicazioni di Lianshi, andate!


    Lui intanto avrebbe coperto l’allontanamento del rettile leggendario [SA 1 e 2]Allontanamento Drago energia nera bersagliando entrambi gli Hayate se quello meno forte fosse rimasto in vita, o solo Kushinada se quello fosse morto, con un semplice lancio di spiedi all'altezza del petto. [SA 3 e 4]1 spiedo gigante ciascuno pot 25 energia nera
    Se tutto fosse andato come previsto Raizen e gli Hayate si sarebbero ritrovati da soli, ma prima delle presentazioni restava una cosa da fare: sigillare il passaggio da cui fuoriuscivano i laser.
    Si sarebbe diretto con un teletrasporto [SA extra + ST2]Entrambi usati per il teletrasporto poco sopra l’apertura da cui era arrivato il fascio di luce, cercando di chiudere il varco con un pugno terribile che avrebbe fatto crollare la volta al di sopra del tunnel.
    Certo si sarebbe accorto che sulle pareti era impossibile aggrapparsi col chakra, ma dopotutto a lui non serviva farlo, la sua intenzione era esclusivamente menare il più forte pugno che avesse mai dato. [ST 3]Potenza Disumana
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare notevolmente la propria forza, fino a tre volte tanto, per effettuare una singola azione. Tale azione non può avere finalità direttamente offensive nei confronti di avversari o nemici, ma può vantare di una potenza unica: sarà possibile - ad esempio - estrarre le radici degli alberi, abbattere muri o vegetali, spostare un grosso masso.
    Tipo: Taijutsu -
    Sottotipo: Potenziamento
    (Consumo: Medioalto)
    [Da chunin in su]

    + guanti rinforzati pot 40
    +Distruzione ad Area (Superiore)
    +Distruzione Versatile (applicata sui guanti)
    Abile: L'utilizzatore può applicare il il chakra Distruttivo e le conoscenze ad esso legato anche alle armi impugnate
    (Consumo: Basso Extra)
    [Da genin in su]
    +Maestro della distruzione
    Abile: L’utilizzatore non avrà cali di potenza nell’area espansa dal chakra distruttivo.
    (Consumo: Basso Extra)
    [Da chunin in su]
    +Fallout (totale area influenzata 6 metri di raggio)
    Arte: L’utilizzatore può raddoppiare la potenza della distruzione esplosiva e il raggio del chakra distruttivo raddoppiandone i costi.
    [Da jonin in su]
    +Tocco distruttivo (Basso pot + 20)

    Una volta atterrato, se tutto fosse andato come previsto, eccezion fatta per qualche sassetto ancora in caduta nella piccola spiaggia avrebbe regnato un silenzio di tomba

    Tu sai chi sono io, vero?

    Il piccolo Kubomi, per quanto a corto di chakra era ancora con lui, e con un impercettibile gesto venne invitato a fare capolino, impossibile non riconoscere in lui i tratti distintivi dei draghi del nord, quelli che aveva condannato a morte.

    Abbiamo in sospeso così tanti conti che prima di andare via da quest’isola dovremmo mettere alla prova la sua efficacia su di te.
    Ancora, ancora e ancora.


    Nelle sue parole era instillato un odio così grande e profondo che se l’hayate fosse stata una donna accorta, o un essere umano dotato di un intelletto basico, avrebbe compreso che avrebbe dovuto temere quell’uomo.

    Hai detto che la spada non è adatta vero?
    Proviamo con qualcosa di diverso allora.


    Dopo tanto tempo il Rintocco sarebbe tornato nelle mani del Kage con un sinistro tintinnio.







    Chakra:80/125
    Vitalità: 23/25
    En. Vitale: 26/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 700
    Velocità:  700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: //
    2: //
    3: //
    4: //
    Slot Azione
    1: mov. drago
    2: mov. drago
    3: lancio spiedi
    4: Lancio spiedi
    Slot Tecnica
    1: Sokotsu - Teletrasporto
    2: Evocazione
    3: Potenza Disumana
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Stivali borchiati da Combattimento × 1
    • Guanti da Combattimento × 1
    • Antidoto Avanzato × 4
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Spiedi giganti × 1
    • Garyu no Jigoku × 1
    • Rintocco della Morte × 1

    Note
  15. .

    Il Pilastro Fortezza







    <div class="gdr" style="">Youkai probabilmente non sapeva, o non ricordava che le due figure viste nei ricordi di Laqshas non era la prima volta che gli creavano problemi, l’esperimento di cui parlavano era infatti lo spirito Yamanaka che cercava di uscire dall’oltretomba sfruttando proprio lui!
    Ma se Oda non aveva condiviso la sua scoperta prima di fare rapporto a Raizen sarebbe stato difficile trovare un filo conduttore e comprendere cosa stessero cercando di fare quegli individui.
    L’attacco esplosivo, seppur praticamente innocuo per Migi non lo fu per Hidari che subì un danno in grado di limitare i suoi prossimi movimenti [nota][2 leggere alle gambe anziché 1, anche se con l’impasto è rimasta lenta per schivare efficacemente l’esplosione, sarà limitata negli spostamenti, sforzarsi aggraverà la ferita di mezza leggera ogni spostamento regolare]
    In quel momento poteva succedere di tutto, avrebbero anche potuto subire qualche danno, alla fin dei conti lui era un mero strumento. L’unica cosa che non doveva succedere era che il portale venisse disattivato, sapeva infatti che Youkai era in grado di assorbire del chakra e se avesse trovato il modo giusto per farlo la quantità sottratta avrebbe reso impossibile attivare il portale in quanto gli sarebbe venuta a mancare l’energia necessaria: doveva fermarlo.
    Non gli sarebbe servito spostarsi dalla sua posizione, attaccare dalla distanza in quel momento era per lui la cosa migliore, certo non sapeva della trappola che gli veniva tesa.
    Immerse nuovamente le mani nell’ombra vicino a se ed arrivato dietro a Youkai, forte della sua superiorità fisica lo spinse via, senza dargli possibilità di arrivare all’anima, venendo però preso alla sprovvista dai due ruggiti che lo colsero in pieno.
    Questa volta non ci sarebbe stato alcun grido, soltanto il fruscio che accompagnava il cricchettio della maschera che andava crepandosi mentre Laqshas si contorceva, come se messo dentro una centrifuga.

    Nnnng
    NNNNNNHGGG!
    NNNNNNAAAHHHHHCK!


    Sparì nel nulla, come se fosse una nuvola di fili neri.
    La maschera dopo aver esitato qualche secondo in aria, nel vuoto, cadde del tutto inanimata, spezzandosi in due parti quasi uguali, forse inutilizzabile ma sicuramente in grado di fornire qualche informazione aggiuntiva: di Laqshas non era rimasto che quello.
    Il sigillo però non accennava a smettere di consumare l’anima, ed anzi, era percepibile una leggera corrente d’aria che cominciava a fluire verso di esso, Laqshas dopotutto era stato chiaro: quel sigillo non si sarebbe fermato.
    Lentamente l’anima si spense, certo, avrebbe impiegato qualche secondo in più grazie alla deduzione di Youkai, ma il danno era fatto: l’inferno avrebbe presto avuto un altro ingresso, o un’uscita?
    E solo gli dei potevano sapere quanto pericolosa poteva essere un’uscita dall’oltretomba.
    Entro i limiti del sigillo parti del suolo cominciavano a staccarsi precipitando chissà dove, mentre Hidari e Migi ormai accortisi del pericolo sarebbero usciti dal cerchio, non senza portarsi dietro Youkai, ma al contrario suo stranamente tranquilli.
    Se Youkai gli avesse posto qualche domanda, seduti davanti al vortice sempre più intenso, avrebbero scosso la criniera, non Hidari, troppo occupata a leccarsi le ferite.

    Abbiamo detto di essere i guardiani degli ingressi, no?
    E questo è pur sempre un ingresso, certo innaturale, ma resta tale.
    Quella strana creatura era un pericolo, non sapevamo cosa volesse, ma ora che è andata via questa diventa semplicemente una porta da chiudere, anche se troppo estesa per noi, ma noi non siamo certo gli unici o i più potenti.


    Si poteva leggere una sottile emozione nella voce di Migi.
    Dal fondo del passaggio qualcosa si stava avvicinando, e considerando che la sua massa era in grado di ostacolare l’ingresso dell’aria nel vortice ed anzi, di invertirlo, permettendo alla singolare nebbia malsana dell’oltretomba di fuoriuscire dal varco, non aveva dimensioni facilmente immaginabili.
    Sembrava un tuono lontano, un gorgoglio così lento da sembrare un susseguirsi di leggere percussioni su una gran cassa, come una tempesta in avvicinamento.

    Il nostro leader… Yōsai.

    Qualcosa fece scoppiare l’aria, o almeno così avrebbe creduto Youkai mentre il chakra della creatura costringeva l’aria a comprimersi sollecitata dal suo fiero ruggito, a cui persino gli alberi furono costretti ad inchinarsi, scuotendosi dalle foglie secche per decine di metri.
    Se il flebile, a confronto, ruggito di Migi e Hidari permetteva di aprire un varco sufficiente per loro a chi mai avrebbe aperto la strada quel tuono?

    Yōsai-Hashira –Sama.

    Dal passaggio emersero due zampe, una per volta, grandi almeno quando una porta a due ante, il suono ovattato che emisero poggiandosi non gli impedì comunque di scuotere leggermente il terreno.
    I due shishi si inchinarono all’unisono e la pressione del chakra avrebbe fatto chinare anche Youkai se non ne avesse avuto l’ardire di suo.
    La colossale creatura aveva tratti sia da canide che da felide, non rendendo facile distinguere se appartenesse all’una o all’altra razza, anche se probabilmente si sarebbe offeso di un simile paragone, dopotutto non era una semplice bestia: era uno Shishi.
    Il suo sguardo ardente si spostò su ognuno dei tre soffermandosi qualche secondo su ogni volto mentre la criniera si spostava come una fiamma sinuosa mossa da chissà cosa.



    C’è un portale sul regno dei morti.
    Un portale che non è stato creato da me e la mia consorte.
    Un qualcosa che non dovrebbe esistere.
    Perché dunque l’ho appena attraversato?



    Gli artigli, lunghi quanto lance e spessi quanto un braccio ghermirono il suolo, incidendo solchi in cui Youkai avrebbe tranquillamente potuto sdraiarsi.

    Yōsai-Sama.
    Non sappiamo con quale abilità sia stato aperto ma l’esecutore è stato fermato e neutralizzato.


    Migi indicò la maschera più per dare una prova visiva che per reale necessità, ma lo sguardo di Yōsai fu tutt’altro che distratto, emise un leggero borbottio, simile ad un ringhio mentre guardava sospettoso la maschera.

    Non siamo a conoscenza delle sue intenzioni, ma sembrava essere stato mandato da qualcuno, vista l’esigua protezione di cui disponeva era probabile che fosse poco più di un tentativo.
    Sembrava essere un’anima, ma era… strana.


    Il gigantesco shishi annuì e si voltò verso Youkai, poteva sentire sulla pelle il calore di quello sguardo e non sapeva se era quello di una tiepida coperta o l’incendio violento che divorava un tempio sacro.
    Un dubbio forse peggiore della certezza del pericolo.

    E Lui?



    Sembrava solamente una domanda ma il piccolo shinobi era certo di aver percepito una sentenza.

    Ci ha aiutato, probabilmente senza il suo aiuto avremmo faticato a neutralizzare l’avversario, era resistente ai nostri attacchi più comuni.
    Ma è impossibile non sospettare che abbia compreso come funzionano le cose qui.


    Un lento respiro prima che la Fortezza riprendesse a parlare.

    Lo reputereste degno?



    I due compagni di lotta di Youkai si guardarono l’un l’altro, facendo spallucce.

    Sincero e affidabile sicuramente… degno…beh, col nostro aiuto potrà essere degno.

    Yōsai annuì come un re benevolo, e l’aria si fece più leggera.
    Piantò una zampa anteriore per terra ed un ruggito corto ma secco aprì un piccolo passaggio esattamente sopra la sua testa, grande a sufficienza da farci passare a malapena Youkai.
    Passò qualche secondo e dal passaggio cadde un piccolo shishi, non era facile dire se fosse un cucciolo o se fosse semplicemente diverso dagli altri, ma era interamente dorato e la sua criniera era abbastanza piccola da coronargli solo il volto, come se fossero i raggi di un piccolo sole.
    Sarebbe dovuto scendere dall’imponente Yōsai per permettere a Youkai di vedere che teneva stretto in bocca un piccolo rotolo, dorato come lui, i cui sigilli agli estremi avevano la tipica forma con cui gli shishi venivano rappresentati nei templi dagli scultori umani.
    A vederlo da vicino sembrava proprio un cucciolo, dai lineamenti fino alla dimensione, equiparabile a quella di un cane di stazza medio piccola.
    Giunto ai piedi di Youkai lo guardò con i suoi occhietti lucidi e depose il rotolo davanti a lui, perdendo la colorazione metallica ed acquisendone una più naturale.

    Se ti senti degno potremmo combattere ancora insieme.



    Fu Yōsai stesso a pronunciarsi, ma non avrebbe assistito oltre per quanto degno di stima il ragazzetto era ancora ben lontano da guadagnarsi più di un cenno d’approvazione da parte sua.
    Intanto il portatore del contratto gli scodinzolava euforico davanti, quasi impaziente, se era adulto non lo mostrava di certo ne con la voce ne con la prestanza fisica.

    Devi scrivere il tuo nome con una goccia del tuo sangue.

    Spiegò gentilmente per poi tacere ed osservarlo.
    Il silenzio era assordante, persino lapregiata carta che scricchiolava sotto le dita di Youkai produceva troppo rumore mentre i quattro shishi tenevano gli occhi sullo shinobi. Non era di certo un evento comune che un nuovo evocatore venisse accettato da loro, quella degli shishi era un’alleanza che doveva essere sfruttata con parsimonia, per questo Youkai venne valutato come persona prima che come guerriero.
    Sull’ultima lettera Yōsai alzò la guardia, la criniera si espanse come un sole ardente, riportando nuovamente alla mente la catastrofe naturale che poteva essere se solo l’avesse desiderato.

    Se ciò che si sta avvicinando era insieme a quella creatura quello di poco fa non era un tentativo… ma un’assalto..

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