Posts written by Waket

  1. .

    L'ultima timeline

    VIII



    La sua distrazione parve funzionare... in un certo senso. Diciamo che parte del successo era data anche dall'indifferenza del Joker, che seguì con uno sguardo tremendamente preciso i movimenti della Vipera, senza però accennare a fermarla, come se ormai non ci fosse più motivo di dedicare loro attenzione. Se l'è bevuta!? Pur impegnata con Amari, ebbe modo di lanciare un paio di occhiate al boss di Ame, quasi col fiato sospeso, vedendolo sparire nel suo varco poco prima di aver ammesso di aver usato il suo ultimo teletrasporto. Ebbe un brivido d'eccitazione sapendo che si erano liberati della minaccia peggiore. Restava solo Amari, l'ultimo vero pericolo che rischiava di farli ricominciare daccapo... ma aveva arroganza a sufficienza da sapere di poterlo sconfiggere da sola. Un paio di semplici e decisi gesti, ed i gregari avrebbero avuto l'ordine di restare nella stanza, sia per dare una mano ai Kiriani, sia per assicurarsi che la principessina non decidesse di lasciarli perdere e rovinare il suo piano.

    Il suo attacco ebbe forse più successo di quanto sperato, delibitando il già debole shinobi non solo con un'ulteriore ferita, ma tranciandogli di netto una mano, rendendo così estremamente limitate le tecniche a lui disposizione, l'arma principale di ogni ninja. Si sentiva estremamente carica di energia, sovraeccitata. Sul momento non diede peso alla cosa, sicuramente quella botta di adrenalina era data dal successo della sua azione, e dell'essere riuscita a rendere vincente una situazione impossibile. Quello che non sapeva era che, mentre il Nibi emetteva la sua energia nella speranza di svegliare la sua portatrice, quel chakra era entrato in contatto anche con la Vipera stessa, che inconsapevolmente ne stava assorbendo l'energia, seppur in modo così caotico da farla disperdere dopo solamente qualche secondo. Durante la loro visita all'inferno, era venuta a conoscenza dei Kemono, sapeva che proprio lei era parte dell'esperimento che li riguardava, un folle tentativo di Orochimaru di creare una sorta di Jinchurichi perfetto, che potesse sfruttare la potenza della natura stessa, senza il peso ed il pericolo di una batteria vivente nel proprio corpo. Avrebbe scoperto parecchio tempo dopo che quell'eccitazione era data proprio dall'incredibile potenza di quel chakra, che al momento non era in grado di sfruttare appieno, ma che avrebbe riconosciuto a tempo debito. [Nota]

    La rossa ridacchiò, rispondendo con ironia ad Amari: Faccio questo effetto... Devo aspettarmi presto un invito a cena?
    Hebiko rise. Sentire la disperazione nella voce del ragazzo non faceva che darle la carica, conscia di aver praticamente già vinto. Quando qualcuno fa delle regole, la cosa che preferisco di più fare è romperle. Commentò, carezzando la lucente spada mentre si riposizionava per quello che credeva sarebbe stato il suo ultimo affondo. Evitate di entrare nel mio territorio la prossima volta, avrete più fortuna. Alzò la spada, solenne, pronta a donargli il riposo eterno.



    Sayonara.



    Il colpo però non arrivò mai. Come la lama iniziò a scendere, la donna potè percepire qualcosa di strano, come se i movimenti di lei fossero rallentati, come se i muscoli stessi stessero ritardando nel rispondere ai suoi comandi, causando una frustrazione crescente che non riusciva a spiegarsi. Fu un'istante, e tutto sembrò riavvolgersi a pochi secondi prima, in un momento ben più lontano del suo colpo finale, e come se non bastasse con una sorpresa improvvisa: delle piccole bombe ad aspettarla a meno di un passo!

    L'esplosione creò una cortina di fumo che ricoprì la figura della serpe per qualche istante, che riapparve dalla stessa, dissolvendola con la sua stretta capriola con la quale aveva coperto il volto e il petto, tornando in piedi con un armonioso movimento che sfruttò per rimettersi in posa, sfogando due colpi di tosse per via del fumo, mentre la poca luce del corridoio si rifletteva sulle durissime scaglie apparse sulla sua pelle. [SD I] Si diede una breve scrollata per togliersi i detriti di dosso, dimostrando come quelle bombe non le avessero nemmeno fatto un graffio, mentre con odio fissava l'individuo di fronte a lei ripeterle parole che era certa di aver già sentito. Probabilmente fu proprio per colpa di quel dejavù che rispose in modo ben più aggressivo al fuggitivo, percependo come la sua sete non fosse stata soddisfatta da qualche strano evento. Preparati a riunirti a loro allora! Li onorerai con la tua compagnia! Il suo sguardo scivolò sul corpo del ragazzo, alla ricerca del punto migliore da colpire, notando come una sua mano gli fosse stata tranciata di netto. Erano passati mei nei quali lei, l'altra lei e Diogene con Etsuko a fare da supporto si preparavano ad un piano su come alterare le sorti di un tempo ripetuto all'infinito. Non le ci volle molto a mettere insieme i puntini per capire cosa stava succedendo. Un sorriso quasi maniacale apparve sul suo volto, ampliato dall'influenza del chakra demoniaco che aveva invaso il suo corpo, elettrizzandola. Ma certo, che stupida. I codardi pensano sempre di poter avere una seconda chance. Capire come dare il colpo di grazia a qualcuno in grado di riavvolgere il tempo, riposizionandosi grazie ad una previsione pressochè infallibile era piuttosto scomodo. Ma, come già detto, Hebiko in particolare aveva avuto mesi per prepararsi all'evenienza. Ed aveva un metodo che aspettava di testare sulla giusta vittima da parecchio tempo.

    Il metodo era piuttosto semplice, nonostante tutto: doveva solamente pensare ad una semplice strategia, una piccola combo di attacchi per metterlo alla prova. E subito dopo, pensarne un'altra. E poi di nuovo la prima. E poi l'altra. Concentrarsi letteralmente su entrambe, fino all'ultimo momento. Il motivo era piuttosto semplice: loro stessi avevano dimostrato che, nonostante tornassero indietro nel tempo, bastava pochissimo perchè le azioni cambiassero drasticamente. A volte dominavano la zona, a volte Diogene arrivava troppo in fretta, a volte il combattimento era in biblioteca e non più nella sala principale... Avevano il controllo sul tempo, ma le reazioni di ognuno erano solo approssimativamente prevedibili. Ad Hebiko sarebbe quindi bastato concentrarsi su due diverse ma efficaci strategie, in modo che, qualora Amari fosse tornato indietro nel tempo, cercando di schivare quello che credeva sarebbe stato il suo primo attacco, sarebbe stato invece colto in fallo da un diverso affondo. E, considerando quanto erano vicini alla stanza che rischiava di rovinare tutti i loro sforzi, non poteva certo permettergli di sfuggirgli in alcun modo. [Jutsu attivi+Kusanagi] [+Nota]

    La Vipera con un rapido e naturale movimento sparse del veleno sulla sua spada, mentre la teneva ben salda nella sua mano destra. [Azione Gratuita istantanea + Tecnica] Una frazione di secondo dopo, accompagnata da un breve scatto per dimezzare eventuali distanze, la mano con la spada si mosse, in un rapido movimento ad arco piuttosto basso, all'altezza degli stinchi, seguendo eventuali indietreggiamenti. [SAI] A metà del suo attacco, la mano libera avrebbe iniziato a muoversi per seguire eventuali schivate di Amari: che fosse stato azzoppato dal suo colpo o lo avesse schivato con un salto, la sinistra era pronta a prendergli la gamba più vicina ad Hebiko, mentre la ragazza faceva ulteriori passi se necessari per avvicinarsi alla sua preda. [SAII] Con la gamba probabilmente ben salda tra le sue mani, con la Kusanagi, stringendo il precedente arco per tornare indietro, si sarebbe mossa per infilzare con un violento affondo il retro del ginocchio, minando seriamente le sue possibilità di fuga. [SAIII]


    [REWIND]
    Ma, naturalmente, non poteva cantare immediatamente vittoria. A quel cadavere ambulante piaceva giocare col tempo, nella speranza di sfuggire e sopravvivere contro la Serpe che lo minacciava, e che tanto avevano sottovalutato. Amari, se in difficoltà, avrebbe certamente ripetuto il suo piccolo trucco: certo, ora le ferite gli avrebbero reso più difficile una cura efficace, ma consapevole in anticipo dei movimenti della rossa, l'avrebbe schivata facilmente, no?

    Se sperava di cavarsela tanto facilmente, avrebbe avuto una pessima sorpresa. Probabilmente concentrato sulla Kusanagi, sapendo che doveva muoversi per prima, sarebbe stato invece colto di sprovvista dalla mano libera, che si allungò verso il già malmesso corpo dell'uomo, avvolgendovisi al bacino con una pericolosa stretta. [SAI] Se non fosse riuscita a prenderlo, la mano che impugnava la Kusanagi si sarebbe quindi mossa, all'apparenza per fare un affondo, ma mancandolo di proposito per mutare l'attacco in una presa, [SAII] avvolgendosi all'arto di Amari più vicino a lei. A quel punto, a prescindere da quale delle due prese avesse avuto l'effetto sperato, lasciando cadere la spada se fosse stato il primo attacco ad avere effetto, un leggero stridio si sarebbe potuto percepire provenire dal suo palmo, e prima che l'uomo che ancora non sapeva di essere morto potesse accorgersene, la stessa mano si sarebbe schiantata sul suo petto, conficcando tre spiedi elettrificati nel suo corpo, chiaramente intenzionata ad eliminare quella minaccia una volta per tutte. [SAIII+Tecnica]

    Ne ho abbastanza dei vostri giochetti temporali.



    Ho recuperato i consumi di chakra e i danni dagli altri slot che mi son sempre dimenticata la tabella: in questo slot ho contato solo il secondo, perchè se il viaggio nel tempo accade, in teoria la prima combo di colpi è completamente annullata: la differenza dovrebbe essere minima dei consumi, forse il secondo è più costoso, ma dopotutto vuole essere il colpo finale >:]

    Hebiko Dokujita

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 600
    • Resistenza: 600
    • Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 675
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 600
    • Precisione: 600
    Chakra
    53½/80
    Vitalità
    13½/18
    Slot Azione

    1. arco/presa

    2. presa both

    3. chidori

    Slot Difesa

    1. parata

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Vibrazione

    2. Chidori

    Note

    Ts turno 2, Scaglie turno 2, Agilità in cooldown
  2. .

    A carte scoperte

    III



    Makoto si strofinò la testa sconsolato, forse consapevole del suo non essere poi così sveglio. Beh, sono sempre stato più di Oto che di Kumo... Sospirò, forse stressato più dalla consapevolezza che senza un leader fidato sarebbe diventato solamente una misera pedina. Hebiko-chan aveva più a cuore i miei desideri... Certo tante volte mi diceva che erano idee stupide, ma poi tutti ci smuovevamo per cercare di realizzarle. Non che avessimo molto altro da fare. Ridacchiò, con il suo vocione profondo, mentre ricordava dei tempi più semplici, ormai andati.

    Makoto ascoltò le considerazioni di Febh annuendo con aria grave, anche se era difficile capire se fossero entrate nel suo cervello tutte le parole, o se volesse solo essere di supporto senza sembrare stupido. Il colosso sussultò per un momento quando Febh si trasformò in una copia di Hebiko, ancora a disagio per la situazione e per il re-incontro andato malissimo. Ma lo seguì senza alcuna opposizione, ora che era Oto voleva dimostrare di essere degno di quel posto.

    Alle mura, i due [guardiani] visibili lo osservavano da lontano, visibilmente incerti. Dopotutto Hebiko visitava spesso i vari clan per incontrarne i capi per svariati motivi, ma di rado aveva a che fare con le faccende alle mura. Il più alto dei due fece un cenno con la mano piuttosto informale, con un mezzo sorriso rivolto ai due presenti. Cosa vi porta da queste parti? L'altro, più silenzioso, alla richiesta dell'archivio di chi era entrato nel giorno richiesto apparve dubbioso, ma ubbidì senza problemi. Mentre lui perdeva tempo, il più grosso, Taro, sembrava estroverso abbastanza da voler far conversazione: Siete in partenza, o volevate solo assaggiare le bioches al ripieno di veleno di ragno giù all'angolo? Sono una delizia per il palato. Indicò un locale, non troppo distante da lì, abbastanza vicino perchè se ne potesse sentire il profumo. Il collega, Eizo, consegnò il necessario al duo, pazientando anche alla richiesta di una lente d'ingrandimento, invitandoli nel piccolo ufficio per farli stare comodi. Makoto avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per analizzare le varie foto, ma non avrebbe trovato niente che potesse essere d'aiuto a Febh. Nessuna foto di F, nessuna foto di una sua identità di copertura, nessuna foto di Makoto stesso. Eizo era nella stanza con loro, e anche se avessero chiesto un po' di privacy, sarebbe stata loro negata. Negativo. Un dipendente delle mura deve essere sempre presente, anche fosse una richiesta del Daimyo stesso. E naturalmente non posso lasciarvi portare fuori l'archivio, potrebbe essere facilmente contraffatto. Dopotutto si trattava di dati sensibili. Taro li aspettava fuori dalla porta, come di guardia. Un udito fino [Percezione +15] avrebbe potuto udirlo bisbigliare qualcosa, principalmente il nome di Hebiko, e la sua presenza nella stanza, ma poco altro. Sembravano perlopiù disponibili alle richieste del Consigliere, stava a lui sfruttarli al meglio.



    Kaji aveva in parte confessato di non essere solo, guadagnando qualche punto fiducia, nonostante la Vipera restasse in allerta, inconsapevolmente dal duo. Questo è un bene. Qualcuno dovrà pur tenerti d'occhio. Ridacchiò. Chi ha avuto questo onore? Era sicura fosse Aji, ma c'era una terza persona di cui era curiosa, e su cui non sapeva ancora come indagare. Meredora fortunatamente venne convinta solamente dal suo sguardo: c'era una spiegazione, ma non era il luogo nè il momento giusto.

    La donna ragno, forse per rifarsi dallo shock subito, sfoggiò le sue raffinate abilità di tessitura per cambiarsi sul posto, in una trasformazione che aveva visto di sfuggita alla tv mentre Youkai a palazzo guardava i suoi cartoni. Hebiko rimase a bocca aperta nell'osservare il suo jutsu, in parte per l'imbarazzo, in parte perchè non credeva avrebbe ceduto così facilmente ad una simile richiesta. Ed ora che entrambi si erano vestiti per l'occasione, rifiutare ulteriormente l'avrebbe fatta apparire fin troppo ostile, e l'ultima cosa che voleva era fare per la seconda volta di fila lo stesso errore che aveva portato Ogen a versarle il the in testa. La peggiore delle umiliazioni. Com'è... pratico. E sia, dopo aver preparato una simile accoglienza in una sola settimana, negarsi un bagno caldo sarebbe criminale. L'ultima occhiata fu in grado di percepire con soddisfazione come il seme della gelosia fosse ben piantato in entrambi, mentre lei spariva nello spogliatoio, concedendosi un sospiro liberatorio. Stupidi ragni. Lamentò, mentre con cura riponeva il suo kimono nell'armadio, osservando la modesta scelta di costumi lì presenti, con leggera irritazione. Pronto a tutto, huh.


    Sarebbe rimasta seduta sul bordo per un po', godendosi il calore di quelle terme... ed ora aveva tutto il suo corpo a disposizione per distrarre entrambi i presenti, senza che fosse nemmeno una sua decisione, cosa che avrebbe potuto spingere entrambi a rivelare più di quanto non avessero voluto senza nemmeno sospettare della sua influenza, soprattutto mentre erano anche concentrati nella loro battaglia di dover apparire meglio dell'altro. Hebiko stessa era un'esperta in gelosia, la miglior insegnante era proprio sè stessa, sapeva benissimo come usarla a proprio vantaggio. Un elegante kimono aiutava sicuramente a farla apparire più elegante accentuando le sue movenze, ma anche svestita sapeva essere leggiadra e posata, con un perfetto controllo sul suo corpo in ognuno dei suoi più piccoli movimenti. Con così tanti stimoli e distrazioni, le due inconsapevoli vittime della sua influenza si sarebbero dovute impegnare parecchio per non fare nemmeno un passo falso.

    Hebiko ascoltò con pacato interesse le parole di Kaji, dove secondo lui il loro rapporto era paritario, se non leggermente più vantaggioso per l'Hakai stesso. Hmmm. Sembrava rispettarti parecchio, non posso negarlo. Dopotutto si comportava come fosse un messaggero di Kaji stesso, impaziente di recuperarlo. Sapere dei suoi vincoli poteva tornarle utile, anche se per farlo avrebbe dovuto indagare di più. Hoho, eppure sembra un uomo così sicuro di sè. Fatico ad immaginarlo alle strette. Dopotutto al loro incontro sembrava emanare così tanta confidenza da sentirsi perfettamente a suo agio per tutta la durata del loro incontro. Parlare di fiducia fece aggrottare leggermente le sopracciglia di Hebiko, espressione che sembrò placarsi dopo una rapida occhiata alla mano di Meredora che le sfiorava il ginocchio. Aveva qualcun altro di cui potersi fidare ora, qualcuno che ancora non aveva dato alcun cenno di tradimento, se non una fissazione un po' troppo rigida verso le regole. Gesto che naturalmente Kaji avrebbe potuto notare, e con le parole della Vipera avrebbe presto capito come dovesse fare qualche step extra per usare realmente quella fiducia a suo vantaggio. Hebiko alzò le sopracciglia, osservandolo per qualche secondo, prima di ammorbidire il viso e sorridergli. Conosci bene le mie debolezze. E una parte di me vorrebbe crederti senza esitazione. Dopotutto, avere dei sottoposti fiduciosi sotto al suo comando era ciò che stava cercando di ottenere. Purtroppo, mi hai pugnalata alla schiena una volta, e usata senza esitazione una seconda. Le sue parole erano taglienti, in forte contrasto con la sua delicata espressione. Inclinò appena la testa. Temo che mi servirà ben più di una semplice promessa perchè io possa darti la stessa fiducia. Ho bisogno che mi dimostri con onestà che questo è ciò che vuoi, perchè io possa donarti la mia. Coloro che sono al mio fianco, lo sono perchè mi hanno dato indubbie prove che io possa realmente affidare loro la mia vita. Se qualcuno vuole starmi il più vicino possibile, devo avere la certezza che le sue intenzioni siano completamente sincere e a vantaggio di entrambi. Naturalmente, con Meredora che, letteralmente al suo fianco, le sfiorava una gamba, il messaggio era ben chiaro: la donna Ragno aveva un vantaggio al momento, non avendo tradito la sua fiducia. Kaji però ora sapeva che la volontà di Hebiko era quella di credergli, e di volerlo al suo fianco. Avrebbe avuto la volontà e le dimostrazioni sufficienti per arrivare ad un gradino al di sopra della donna ragno?

    Hm. Lasciarmi all'oscuro di tutto non è ciò che considererei fiducia... Ma al momento non ne sono stata lesa. Commentò, con un leggero cenno della testa, evidenziando per bene cosa non le piaceva, ma dandogli una piccola vittoria speranzosa per fargli capire che ci fosse speranza. Non potè nascondere la sua espressione sorpresa quando l'altro menzionò l'essere un ministro... e aprì ancor di più la bocca con shock quando le propose di "regalarle un regno", qualsiasi cosa volesse dire, anche se lo shock sembrava più incredulo ed estraniante, che orgoglioso. Meredora precedette le sue parole, alle quali avrebbe voluto dar ragione, ammettendo però che ad Oto non avrebbe fatto male unirsi ad un secondo regno, senza considerare il vantaggio politico che avrebbe potuto ottenere sul Mikawa portando agli effetti Oto ad espandersi senza nemmeno un singolo spargimento di sangue... Ma doveva prima capire meglio l'assurda situazione. No... No, un momento. Gesticolò appena con la mano, fermando i presenti, portandola poi alla tempia come se stesse trattenendo un forte mal di testa. Con l'aiuto di una persona influente come Aji e la tua intelligenza, posso immaginare che ottenere un simile ruolo possa esser stato semplice... A malapena, ma se era diventato il capo delle mezze persone, diventare ministro era stato sicuramente più facile. ...ma possedere un Regno?? E cedermelo?? Sono... lusingata, ma suona tutto tremendamente surreale. Lo osservava incredula. Sei tra i vivi da quanto, una settimana?? E del tuo passato c'è a malapena una traccia dimenticata. Chi è questo governatore? E come pensi di regalarmi il suo regno?? Fece un sospiro, calmandosi. Voglio fidarmi di te, davvero. Aveva la mano sul cuore mentre lo diceva, ed almeno in quel caso era davvero sincera. Dopotutto credeva davvero che Kaji potesse essere un ottimo alleato, l'altra metà di lui era una delle persone di cui poteva fidarsi ciecamente (anche se una settimana prima l'aveva tramortita solo per un leggero sospetto), quindi voleva credere che anche con il "sè originale" il loro rapporto poteva funzionare. Ma detto così... sembra tutto così assurdo, nemmeno fosse una trappola preparata a pennello. Magari una trappola dove tu non sei altro che un'inconsapevole pedina. Voleva ammettere che non lo credeva direttamente coinvolto, e che forse persino lui era stato ingannato, ma forse a spiegargli la situazione dal suo punto di vista poteva fargli comprendere quanto fosse surreale e sospetto.

    La pipa le venne offerta nel miglior momento possibile, ne aveva decisamente bisogno. Anche se, alla prima boccata, reagì con un paio di colpi di tosse, leggermente sorpresa. Oh, giusto, tu preferisci il tabacco. Hehe, in genere mi faccio viziare di più dalle erbe, le trovo più delicate e femminili. Avrebbe comunque accettato quella pipa senza commentare altro, a meno che uno dei due non fosse intervenuto in qualche modo. Alzò le sopracciglia con interesse quando venne a sapere qualche scomoda verità su Aji, prendendo una generosa boccata dalla pipa. Oh, il nostro cavaliere bianco ha un'anima più antica di quanto mi aspettavo? O si tratta di un cimelio d'infanzia? Domande innocenti, come se stessero dialogando del nulla, che però le avrebbero dato un gigantesco vantaggio contro il misterioso mercante.

    Hebiko sorrise con dolcezza quando arrivarono finalmente al punto focale di quella visita. Siamo qui esattamente per questo, Meredora cara. Mi serve il suo aiuto per il nostro piccolo problema. Si chinò appena verso Kaji, in un gesto innocente per restituirgli la pipa, invitandolo a prendere una boccata a sua volta, e nel mentre sfruttare il movimento per mettere ancora più in mostra il suo già esposto corpo, invitandolo e distraendolo a sufficienza per impedirgli di concentrarsi su qualsiasi bugia. Tu o qualsiasi dei tuoi amichetti, sapete niente del "Bacio di Naga"? Sta portando scompiglio tra i miei affari, ed Aji aveva qualche informazione sul mio caro fratellino che pare non abbia avuto tempo di condividere. Rivelò a Kaji come Naga fosse suo fratello, una piccola informazione regalata per spingerlo a dirle di più.

    Solamente se le avesse dato una risposta sufficientemente convincente avrebbe fatto la sua parte, rivelando il motivo di quella chiamata tempestiva. Oh, è molto semplice. La tua peculiare condizione ti rende... unico, una persona a sè stante. Sia tu che Febh. E questo per i Kemono è un grosso problema. Avrebbe ripreso la pipa per dare un'altra boccata, parlando con calma di quell'argomento. Pare che a loro non piaccia che ci siano troppi Hakai in giro... Ed ora tu sei uno di troppo. Osservò la sua reazione, sia per capire se poteva già essere al corrente del problema, sia perchè voleva vedere se la sua reazione fosse stata di arroganza o di timore. Sei appena tornato tra i vivi, rendere la tua permanenza così breve solo per colpa di un folle gruppo di primitivi troppo legati alle loro tradizioni. Commentò con disprezzo, ne sapeva poco anche lei, ma sapeva quel che bastava. Ma potrei avere una leggera leva su di loro... Certo, niente di tutto questo sarà semplice. Ma sarei disposta a fare di tutto per i miei più fedeli alleati. L'ultima frase era fondamentale: se Kaji voleva accedere ad ogni sua risorsa per risolvere quel problema, doveva prima confermarle di far parte della stretta cerchia di fedelissimi della Vipera. E per fare ciò, doveva darle una dimostrazione ben più importante di qualche chiacchiera e promessa.
  3. .

    Stop right there!

    XV



    Il grido E' SpIderboy!! con tanto di enfasi sulla I sarebbe probabilmente arrivato in unisono da padre e figlio, lasciando quest'ultimo a borbottare mentre discuteva con l'autore dei dettagli. Approfittando del momento di solitudine, Hikaru andò ad offrire il suo supporto al figlio, che reagì al suo discorso con un pesante sospiro, seguito però da un mezzo sorriso consolatorio. Lo so... Dirlo ad alta voce lo aiutava a crederci di più. Dopotutto, la consapevolezza di essere parecchio indietro rispetto al giorno della sua scomparsa lo faceva sentire in difetto, non era semplice autoconvincersi che il sè del presente fosse abbastanza, se la se stessa passata era diverse spanne avanti a lui. Si osservò la felpa che indossava, compagna di molte avventure, sorridendo all'idea di organizzare qualcosa di quotidiano e innocuo con la madre. Heh, finchè non sistemo il mio corpo dovrò vestirmi come i miei fratelli. Per quanto fosse pieno il suo armadio a casa, era passato parecchio tempo, e ancora non sapeva quanta poca stoffa adorava avere addosso la sua controparte. Mi piacerebbe una bella pelliccia calda. Commentò, giocherellando in modo distratto con la manica di Hikaru, il suo subconscio sapeva quanto adorasse quel morbido tessuto.


    La sua sfuriata scosse gli animi in un momento già parecchio delicato di suo, dove nessuno di loro poteva permettersi il lusso di perdere altro tempo. Raizen fu il primo ad avvicinarsi per consolarlo in qualche modo, trovandolo con la testa affondata tra le ginocchia, e la sua voce ovattata che si sentiva a malapena. Lo soOo. Mugolò, in una sorta di cantilena, anche se non sembrava crederci realmente. Ma prima ero da solo. Ora invece ho ritrovato qualcuno che mi conosceva, ho percepito dei ricordi... Attaccarmi unicamente al nuovo me sarebbe come rinnegare di aver fatto parte di quella famiglia. Poteva non essere del tutto corretto come ragionamento, ma la sua era una forte convinzione difficile da smuovere. Non voleva farsi semplicemente adottare di nuovo, voleva tornare ad essere la figlia che avevano cercato con così tanto impegno. Dopotutto Raizen lo aveva trovato al suo nuovo punto zero, non aveva aspettative per il piccolo Youkai, lo aveva visto crescere e ne aveva testato i progressi. Ma per la sua famiglia? Da come ne parlavano la storia era ben diversa. Ed ora, accettare di essere sempre un nuovo sè era diventato incredibilmente difficile. Se non altro, forse gli restava Raizen ad essere fiero dei suoi progressi, fino a che non fosse arrivato in pari con le aspettative passate.

    Fu il padre (seppur in formato spada) a parlare per primo quando finalmente riuscì a sciogliere il sigillo, dando sfogo a quelle deboli memorie nascoste che occasionalmente su facevano strada nella sua mente. Youkai era chiaramente un po' rigido, anche se le sue parole gli resero gli occhi lucidi, facendogli sbattere le palpebre più volte per resistere al lasciarsi andare ad un pianto consolatorio. Annuì vistosamente. Non sono tornato solo per mettermi comodo in una famiglia così unita. Voglio essere all'altezza delle vostre aspettative. Sorrise, osservando i presenti con determinazione, non voleva di certo che la sua scenata raffreddasse gli animi da battaglia. Gonfiò il petto con trionfo, preparandosi mentalmente allo scontro. Andiamo a spaccare qualche culo. Era pur sempre figlioccio di Raizen.


    Riunitisi con l'Inuzuka e lo Hyuuga, si iniziò a parlare della strategia, preparandosi ad ogni evenienza. L'Hokage aveva già messo in allerta Sokken, che doveva assicurarsi di qualsiasi variazione nel loro chakra ad ogni momento, e l'Uzumaki avrebbe aggiunto un dettaglio all'Inuzuka: La tua muta di cani potrebbe farci comodo come supporto contro i suoi genjutsu. Saprebbero liberarci da essi? Tenerli lontani dallo scontro principale e averli pronti solamente per attacchi di supporto poteva evitare loro inutili sacrifici.

    L'esplosione della porta sancì l'inizio di quella difficile battaglia. L'enorme quantità di cloni nemici era irritante, ma Youkai mantenne la calma: sapeva che il loro Hokage era un esperto in quel settore, e dubitava che i nemici potessero essere troppo vicini al suo livello. Erano semplici distrazioni, nulla di cui una buona strategia non poteva liberarsi. Per di più, Sokken individuò immediatamente le copie fisiche, cosa che non avrebbe fatto altro che semplificare loro il lavoro. Ma il primo approccio di Raizen, con Youkai ora fuso nel suo corpo, fu quello di un patto. Nello spazio mentale dell'Hokage, il piccoletto sussultò, osservando l'uomo con aria tradita. Scendere a patti!? Hanno fatto i loro porci comodi fino ad ora, cosa pensi di ottenere da un accordo, se non una pugnalata alle spalle?? Ruggì, irritato come poche volte lo era stato in vita sua. Di sicuro, Raizen avrebbe fatto leva sulla possibilità che una setta oggettivamente potente come gli Hayate si fosse potuta occupare di un simile assassino... Cosa che portò il giocane Uzumaki a mordersi un labbro, frustrato. Tsk! Nel migliore dei casi, finirebbero per usarlo come esca contro di noi. Sembrava assurda come conclusione, dopotutto il patto sembrava solido a sufficienza, uno scambio più o meno equo, sempre che avessero modi efficaci per eliminare una simile minaccia. Eppure a Youkai non piaceva, aveva ascoltato Yamato, li aveva visti all'Abete: un patto con loro non poteva che portare guai.

    Se la Speranza non avesse accettato il patto, inevitabilmente il combattimento sarebbe iniziato. Il piano di Raizen ebbe inizio, staccandosi dal suo corpo e attivando così il sigillo che trasformò l'Hokage in Youkai. Non appena lo vide scattare, preparò subito la sua difesa. Troppo veloce- Sokken! Difesa!! [Stratega] L'amicizia con Murasaki era stata utile per dargli una conoscenza approssimativa degli Hyuga: sapeva che erano maestri del chakra, e contava sul suo supporto repentino per difendere tutti, ora che stavano ancora sulla soglia, in attesa di farsi avanti. Raizen era partito in anticipo, ma attirato dalla trasformazione data dal Fuinjutsu, fu rapido nell'usare una delle tre catene che già lo avvolgevano per prendere l'ora esile corpo del Jonin con un rapido movimento ad arco, anticipando le sue mosse e trascinandolo con poca grazia nuovamente nel gruppetto, in modo che fosse alle spalle dello Hyuuga. [Slot Azione 1] Non si era detto di non essere affrettati?!

    Fu proprio la cautela a rendere vita facile all'Akimichi, che con una rapidità estrema andò a creare una spaccatura nel terreno, che in un secondo si aprì sotto di loro, rivelando pericolosi spuntoni. Youkai diede sfogo a tutta la sua energia per far attaccare due delle sue catene già estratte alla parete della porta demolita in precedenza, con un grido che, nascondendo a fatica il dolore per lo sforzo, avrebbe ordinato a tutti: AGGRAPPATEVI!![Slot Difesa 1] Era lento, ma la gravità non era rapida quanto quel temibile attacco, e la cosa gli avrebbe forse dato quel secondo in più di cui aveva bisogno per proteggere tutti. Il finto Youkai era ancora avvolto dalla catena dalla precedente presa, venendo trattenuto sospeso insieme a lui. [Slot Azione 2] A quel punto avrebbero tutti avuto tempo, dopo un rapido appiglio, di sfruttare muri o un semplice salto per riposizionarsi. Con un cenno della mano, Youkai indicò a Sokken di posizionarsi dietro tutti loro: avendo una mina vagante come l'Hokage pronta all'attacco con tanto di demone, preferiva che il potenziale del clan dagli occhi bianchi fosse usato per difese d'emergenza, e che il jinchuriki avesse modo di sfogarsi senza ostacoli. Un secondo cenno della mano per ordinare a tutti di mantenere la loro posizione, più vicina possibile all'entrata (pur evitando la fossa da poco creatasi), lasciò libertà a Raizen per caricare la sua Bijudama. Ed un'ulteriore trappola sarebbe scattata.

    La stanza precipitò nel buio per molti di loro. Fortunatamente, fu proprio la carica di quella tecnica dell'Hokage a causarlo, quindi ebbe tutto il tempo necessario per prendere la mira, e lanciare comunque la temibile sfera demoniaca nella direzione prevista, senza che nessun altro gli fosse d'intralcio. Nuovi colpi però sarebbero stati rischiosi. L'Hokage cercò riparo sul tetto nonostante la sua Bijudama fosse ben lontana da poterlo colpire, ma ciò, rendendolo uno dei bersagli più lontani, gli permise di evitare il genjutsu, così come a Sokken e Youkai, liberi dalla loro influenza. [Nota] Nel vedere i loro occhi saettare in modo confuso, sarebbe stato semplice intuire che qualcosa non andava. Grazie alle conoscenze di Seira, sarebbe stato l'Hokage stesso ad avvertirli del trucco, con Youkai e probabilmente Sokken a confermare la teoria. Maledetta strega... Non importa quanti trucchetti userai, stai solo rallentando il tuo destino, ma non puoi sfuggirgli in eterno!! Youkai, restando appeso alla porta con la terza catena, piantò le altre due delle sue catene nel terreno ora apertosi, tirando con quanta forza aveva in corpo per cercare di chiudere la pericolosa fessura, cercando di liberare tutti da quella nuova trappola. [Slot azione 3 + Nota] Era il più debole lì in mezzo, ma non voleva essere da meno. Avrebbe dato il suo supporto in ogni modo possibile, e al momento giusto avrebbe dato il meglio di sè per creare a tutti la situazione più vantaggiosa possibile. Sokken, Tetsuba! Avete la strada libera. Tu, usa i tuoi cani per liberarci di quanti più cloni di Seira possibili. Si voltò poi verso lo Hyuuga. Tu invece, fai lo stesso ma con Mineru, ma resta vicino a noi quanto più possibile. Voglio trovare l'originale. Aveva parecchie domande per la donna, ed era certo che potesse essere un bersaglio più semplice da catturare rispetto alla Speranza, forse con una rapida interrogazione mentre tenevano gli altri impegnati nel combattimento potevano scoprire qualcosa, e magari coglierla alla sprovvista una volta liberati i genitori dalla loro copertura. Siamo tutti in disparte al sicuro, quindi sentitevi liberi di sfogare i vostri attacchi ad ampio raggio finchè potete. Facciamogli vedere che non si scherza con Konoha.

    42/60 di chakra
  4. .

    Last chance

    XV



    Il bluff stava andando bene, e solamente il potere del Vuoto stava permettendo a Youkai di mantenere una freddezza e atteggiamento così impassibile. Pochissimi altri shinobi potevano vantare un simile vantaggio, altra cosa che probabilmente portava i due torturatori ad abbassare la guardia, un ragazzino qualsiasi poteva davvero fregarli in modo così plateale?

    L'insistere sulla malattia ed i suoi effetti usando il frammento nel corpo di Watoru sembrava aver finalmente scosso la situazione in suo favore. Il frammento si era ormai dissolto, tornando al suo portatore, ma il suo dovere era compiuto, ora sarebbe stata la paranoia a fare il suo corso. I due si allontanarono, e Youkai, sicuro che ormai si fossero convinti delle sue parole, cercò di dimenarsi da quella presa ombrosa, scoprendo con frustrazione come fosse ancora intrappolato nonostante tutto. Ugh. Non è carino bisbigliare in presenza di ospiti! Sapete, questa presa insistente sta causando un grosso stress al mio corpo! Il Vuoto stesso, oltre a fargli perdere la percezione del dolore stesso, lo aveva reso parecchio resistente, e sembrava che la donna stringesse più per immobilizzarlo che ferirlo, quindi la situazione non era grave quanto sembrava, finchè non avesse dato segni di ribellione. Ma il sigillo stava impercettibilmente sfarfallando, iniziando a cedere, e la sua disattivazione avrebbe provocato una discreta scossa alla salute del giovane konohaniano... il che non avrebbe fatto altro che supportare la sua recita, quindi non tutto il male veniva per nuocere. Sapeva però che quella era la sua ultima occasione per cavarsela senza ulteriori problemi. Un passo falso, un dubbio extra, poteva costargli tutta la copertura. Per quanto ne fosse consapevole, a Vuoto attivo riusciva a soffocare la paura, mantenendo la freddezza necessaria per non essere impulsivo.

    Parli in modo cordiale, ma ancora mi tieni incatenato come un salame. Borbottò, gonfiando le guance come un bambino offeso. La donna sembrava pronta a contrattare in nome dei Quadri stessi per quanto riguardava Kitori: l'assenza di dolore, e con essa tristezza, frustrazione e odio, permetteva a Youkai di nascondere il disgusto che quel discorso gli provocava, e di rispondere come un qualsiasi cliente in procinto di farsi scontare l'ultimo capo di abbigliamento al mercato. Avrebbe riso quando la donna parò del suo "disturbo provocato": Oh, volete rendermi responsabile della vostra irresponsabilità? Io vi ho avvertiti fin dall'inizio. E' colpa vostra se avete perso tempo con un falso sospetto infetto. Ma suppongo che ad Ame il buonsenso venga dopo il denaro. Ridacchiò, trovando le sue provocazioni esilaranti. La donna rincarava la dose sulla salute di Kitori, sembrava non avessero paura di andarci pesanti, nonostante i loro sospetti fossero potenzialmente solo coincidenze, disposti a perdere un membro del loro seme, o almeno uno stretto alleato che potevano manipolare al loro volere, piuttosto di usarlo a loro vantaggio. Non avrebbe sprecato fiato fino a che la situazione non fosse stata chiara di fronte ai suoi occhi.

    Il gruppo di supporto non tardò ad arrivare, aggiungendo due figuri che ormai conosceva e il pezzo di scambio, Kitori stesso, visibilmente agonizzante. Youkai, con una reazione tipica di qualcuno offeso, a gran voce avrebbe espresso il suo disappunto: Me lo avete rovinato!! Ora come fate a garantirmi che sopravviva durante l'operazione di cui ho bisogno?! Si lamentava con recitata frustrazione, in modo infantile, ma serio nelle intenzioni. Beh, ora a prezzo pieno ve lo scordate. Volete darmi un prodotto che avete difettato voi stessi. Saki, chiamando Youkai "stratega", provocò in lui una grassa risata. Per questo mi stavate facendo perdere tempo?? Hahaha! Spero che il vostro capo non venga mai a sapere come mi avete conciato, solo per chissà che razza di piste insensate stavate seguendo! Avete persino attivato il mio fuinjutsu protettivo, non so nemmeno quanti danni mi avete provocato, e come scuse mi presentate il mio salvavita completamente rovinato. La Banca sarà brava a riscuotere i debiti, ma vi preoccupate fin troppo poco dei danni che provocate, hahaha!!Avrebbe riso di gusto, quasi fino alle lacrime. Pochi altri, conoscendo realmente Youkai, non avrebbero avuto la stessa reazione. Hooo... Scusate, scusate. Sapete come sono gli antidolorifici, quelli potenti ti mandano un po' su di giri.

    Umma si portò di fronte a lui, imponendogli le condizioni finali. Ma Youkai sorrise, calmo e impassibile. Vi portate spesso così tanti soldi nel portafoglio? E meno male che lavorate in Banca... Dopotutto si trattava di una cifra piuttosto alta, che raramente qualcuno poteva avere facilmente in tasca. Certo che posso pagare, ma non sono così stupido da portarmeli dietro. Non so se ve ne siete accorti, ma questa malattia mi rende parecchio debole, non posso farmi derubare di una simile cifra da un cittadino qualsiasi solo perchè non riesco più a difendermi. Non serve essere grandi strateghi per questo, basta non essere stupidi. Sorrise, consapevole che il suo ragionamento fosse inconfutabile, dopotutto si parlava di cifre ben oltre il comune. Ancora non si poteva dire chi avesse realmente il coltello dalla parte del manico, ma l'Uzumaki avrebbe fatto di tutto per convincerli che non solo lo possedeva lui, ma che loro stessi se l'erano puntato contro, spingendosi da soli in un vicolo cieco. Non siete stati poi così tanto ospitali, quindi non so se mi va di restare vostro ospite ancora a lungo... E mi sembra che non stiate considerando più di una cosa importante. Uno strano scintillìo apparve nel suo sguardo. Siete entrati senza alcun permesso nel locale delle Picche, aggredendo prima il pover'uomo che vi lavorava all'interno, e poi l'ospite al suo interno. Ospite debole e malato, vorrei aggiungere.Sorrise. Ospite di cui l'Asso di Picche ha garantito l'incolumità ad una persona parecchio influente nel paese del Fuoco. Persona che tiene alla mia incolumità, considerando i soldi che è stato disposto a spendere fino ad ora. Mi seguite? Le implicazioni che il presunto padre fosse piuttosto in alto nella gerarchia sociale servivano a mettere pressione sul quartetto, soprattutto se consideravano come il ragazzino potesse essere una falsa pista. Certo, avevano i loro dubbi, ma erano abbastanza da voler insistere così tanto? Era saggio portarli avanti in modo così crudo ed oppressivo, sapendo che un errore simile poteva rivelarsi un errore con conseguenze disastrose? Supponiamo che, come avreste già dovuto capire da parecchio, io sia innocente. Non so bene come funzionino le cose ad Ame, ma so per certo che all'Asso responsabile della mia persona non piacerà per niente sapere che avete invaso il suo territorio, e persino rovinato ciò che aveva garantito al suo caro amico restasse intatto e al sicuro. E magari al vostro Asso importerà poco di sapere che l'Asso di Picche si vendicherà sicuramente per un simile torto subito... Feng poteva essere un uomo dalle mille facce, ma ognuna di esse condivideva un singolo pensiero che lo rendeva famoso in tutto il continente. Nessuno avrebbe mai dubitato della sua Vendetta, grande o piccola essa fosse. ...ma forse, sapendo che l'Asso ha un potente alleato in grado di smuovere eserciti nel Fuoco, se tutti i Quadri trattano i loro sottoposti come voi avete fatto con Kitori... Osservò la donna negli occhi, senza alcun timore, e con un'inquietante sorriso di chi non dubitava di nessuna delle proprie parole. ...Beh, spero che abbiate la pellaccia dura. Immagino che per il vostro capo sapere che avete impiegato ben quattro dei vostri uomini per seguire una pista sbagliata non aiuterà la vostra causa. Ghignò.

    Ma posso proporvi io una soluzione, a patto che mi lasciate finalmente in pace. Sorrise di nuovo, stavolta quasi angelico. Le macchine salvavita di cui ho bisogno sono in questo locale. Non posso allontanarmi da esse per troppo tempo, almeno una volta al giorno devo stare in questo locale. Medo può confermare. Quindi sono già in trappola, che mi piaccia o no. Fece spallucce. Meno lavoro per voi, no? Vi avrei detto di prendere una stanza, ma a quanto pare non siete particolarmente bravi coi rapporti sociali, e non posso biasimare le Picche visto il trattamento che mi state riservando. Tantomeno ho intenzione di parlar bene di voi per far chiudere un occhio al padrone del locale.Spostò la testa, allungando il collo oltre la figura della donna, per indirizzare lo sguardo verso il prigioniero. E lui non mi sembra in forma in mani vostre. Ma, se lo lasciate qui, sarà in trappola tanto quanto lo sono io. E potrò contattare mio padre per dirgli che ho trovato ciò che mi serviva, ed aggiornarlo sul costo. Se Kitori fosse stato intatto, forse vi avrebbe dato anche il doppio... Che peccato.Scosse la testa. Osservò la donna negli occhi, con un leggero sorriso. Sei tu il capo, dunque? Cosa preferisci: che perdiate sia i soldi, che probabilmente la vostra carriera, o peggio... oppure lascerai finalmente in pace il ragazzino malato, organizzandoti civilmente per un generoso scambio tra gentil... persone? Basteranno un paio di giorni, tempo di un rapido messaggio con il corvo più veloce che avete, e mio padre partirà all'istante, con la cifra pattuita. Era sicuro di sè, ma aveva anche un ottimo motivo per esserlo, nella sua recita quantomeno. Sono già un uomo morto. Voglio cercare di allungare la mia vita per quanto possibile, ma non mi spaventa la morte. E' un'inevitabilità a cui non posso sfuggire. Sta a voi decidere quanto siete pronti a rischiare, in cambio di che risultato.

    Youkai attese impassibile una risposta. Non appena fossero spariti tutti dalla sua vista, avrebbe finalmente avuto modo di mandare Taiyoko da Yato, al loro punto d'incontro, per aggiornarlo della sua situazione. Sapeva bene di non essere realmente in trappola, ma dubitava che lo avrebbero lasciato andare senza un qualche tipo di trucco o sicurezza da parte loro. Il Simbolo sulla sua fronte sfarfallò più volte, fino a scomparire. Youkai strinse i denti, il dolore non sarebbe tornato di colpo, ma un minuto dopo l'altro, il corpo sarebbe tornato sensibile al dolore, iniziando a percepire le conseguenze delle precedenti ferite, e qualsiasi nuova dolorosa interazione, come la fastidiosa presa della donna. Ah... Questo non va bene. Lamentò, indolenzito. Sarà meglio prendiate una decisione in fretta, o presto vi ritroverete a discutere con un cadavere. Mettere ulteriore fretta alla loro decisione andava tutto a suo vantaggio, ma era anche la sua ultima chance: senza il Vuoto, le sue abilità di cantastorie si dimezzavano drasticamente, e se non fosse riuscito a cavarsela ora, il suo bluff finale si sarebbe rivelato il più rischioso di tutti. [Salute]
  5. .

    Tra i due litiganti...

    II



    Il medico scosse la testa, dopotutto tracciare jutsu mentali ormai disattivati non era semplice. Non su di lei. Avrebbe descritto ciò che gli disse anche Hebiko pochi minuti dopo.

    MAGARI! Sbraitò la Vipera, vedendo i suoi spiedi raccolti, e allungando le mani come a pretenderli indietro. Sibilò con rabbia mentre lo Yakushi si creava un alibi che faceva acqua da tutte le parti: NOI!? Io ho un SACCO di altri impegni, e per colpa TUA ho perso un sacco di tempo in questo stupido ospedale!! Borbottò, levandosi di dosso tutte le colpe dell'essere così debole e impreparata contro genjutsu e mentalisti, una delle sue peggiori debolezze. Riflettè tra se e se, realizzando un problema che fino ad ora forse aveva sottovalutato troppo: la distruttività di Febh era tanto utile quanto rischiosa. Non aveva alcun dubbio che non la avrebbe mai usata contro di lei... almeno fino al giorno prima. Quanto potevano impiegare le voci a spargersi tra i nemici nell'evidenziare quanto Febh fosse impulsivo nel vedere un alleato che si comportava in modo sospetto? Quanti rischi c'erano che ricapitasse? E, se anche ci fosse andato più leggero le volte successive, quanto sarebbe stato facile per un nemico approfittarsi di una pesantemente indebolita Consigliera? Non poteva permettere che succedesse di nuovo. Sapeva di dover diventare più forte, la solita storia, ma sapeva anche di non dover sottovalutare forse la più grande eredità che suo padre poteva averle ceduto: ...Devo trovare la mia immortalità. Borbottò tra sè e sè. Sapeva già di essere uno degli esperimenti favoriti di Orochimaru, c'erano altissime possibilità che in lei ci fosse qualche mutamento genetico che potesse spingerla ad evolvere un'immortalità di qualche tipo. Il sui unici veri indizi erano l'essere l'Erede, e i Kemono, e sapeva ben poco di loro, ma erano una spinta sufficiente per convincerla ad indagare ulteriormente. Quello, e il sapere che non si sarebbe più dovuta nascondere nelle retrovie quando doveva combattere con Febh, naturalmente.

    Si morse un labbro nel sentire la menzione di una trappola. Il primo sospettato era naturalmente Makoto. Alzò lo sguardo verso il Consigliere quando commentò (a modo suo) come anche lui lo credesse innocente. Alla menzione della prigione scattò con le mani avanti. NO!!! No. Sudava freddo. Sto già impiegando tutte le mie risorse per togliere di lì un altro mio... collega. Non sapeva come descriverlo, dopo tutti quegli anni lontani. Ecco, bravo, tienilo d'occhio tu. E... assicurati che sia realmente innocente. Lo osservò, seria. Dopotutto sapeva di avere un discreto bias nei suoi confronti, e non poteva rischiare che la nostalgia le impedisse di liberarsi di una vera spia, tornata solo per ingannarla e che aveva fatto leva sul suo affetto passato. Se fosse stato lo Yakushi a dischiararlo pulito, si sarebbe decisamente sentita più tranquilla. ...Grazie. Non era ovvio aspettarsi che lo Yakushi mostrasse tanta gentilezza verso un idiota qualsiasi, che nonostante il buon cuore e la presunta innocenza, aveva rischiato di provocare pesanti danni al villaggio. Ora sparisci! Ho un appuntamento estremamente importante, non posso farmi distrarre dalla tua missione.


    Makoto alzò appena la testa all'entrata di Febh, e sentendo la sua frase il suo labbro prese a tremolare, facendolo poi scoppiare in un triste latrato, affondando nuovamente la testa tra le sue ginocchia. Come ho fatto a dargli fiducia!! Sembrava così onesto!! Dopo aver pianto per qualche altro minuto, annuì con convinzione alle richieste dello Yakushi, se non altro sembrava pronto ad ubbidire senza obiezioni. Alla menzione di un sigillo, prese a spogliarsi, levandosi la giacca e la maglia per restare a torso nudo, anche se il "dettaglio" che cercavano era sulla sua schiena: un jutsu che la ricopriva per metà, sconosciuto a Febh, ed un più comune e più piccolo sigillo di tracciamento. Sono entrambi ancora attivi. Chi li ha analizzati ha deciso che doveva essere una decisione del Consigliere cosa farne. Indicò goffamente il più grande, cosa che gli veniva difficile visti i suoi muscoli ed una scarsa elasticità. Hanno detto che questo è strano. Io non me ne intendo per niente. F aveva detto che serviva a rendermi invisibile per passare oltre le mura, ma i vostri dipendenti l'hanno riconosciuto come... hmmm. Si fece più pensieroso. Beh, non l'hanno esattamente riconosciuto, dicevano che fosse unico nel suo genere. Però hanno capito che si tratta di una sorta di... dicevano parabola. Per colpa di questo stupido tatuaggio, sono riusciti ad usare qualche jutsu da chissà dove, facendo sì che partisse direttamente da me stesso! Era frustrato, ferito, e probabilmente vendicativo. Da solo però sapeva di non avere le capacità sufficienti per farsi valere come avrebbe voluto... Però Febh poteva dargli un'occasione per farlo.

    Prese la cartina con confidenza. Certo che riesco a leggere. Vediamo un po'... Spinse la cartina così vicina al suo volto che la punta del naso ne creava un bozzo dalla parte opposta. Grazie alla lente avrebbe avuto più spazio di manovra, indicando grossolanamente il percorso fatto direttamente da una periferia di Kumo. E poi siamo passati da questo cancello. Indicò il nord gate, cancello che Febh sapeva essere attivo e controllato. Per quanto riguardava un re-incontro, scosse la testa. Oh no, F lo sapeva che questa mia scelta mi avrebbe reso a tutti gli effetti un traditore di Kumo. Però qualcosa gli ho raccontato, sembrava un sacco interessato nei confronti della signorina Hebiko, persino orgoglioso del fatto che avesse fatto carriera in politica! Non era difficile immaginare il perchè, visti i giorni precedenti. Quando lo Yakushi confermò di volerlo portare con sè, in un chiaro intento di vendicarsi del torto subito, Makoto scattò in piedi, gonfiando il petto e sbattendo i pugni tra loro. Sarò la sua ombra!! Ogni suo comando è per me un ordine! [Testo Visibile]



    Alla menzione sulla gelosia, Hebiko rimase interdetta per qualche secondo. Non pensava che la sua strategia avesse attecchito a tal punto su Meredora, soprattutto sapendola così fredda e calcolatrice. Ridacchiò, arrossendo appena. Ohoh, che dire, sono come miele per le api. Scherzò, dando più peso al suo lato sarcastico, anche se la domanda successiva lasciava intuire che forse non stava poi scherzando... oppure era declinazione professionale. Un po' come si conoscono tutti ad Oto: un'addestramento mortale. Era il modo più rapido per riassumere la pessima esperienza di quel giorno. Alzò un sopracciglio, incrociando appena le labbra ridacchiando. Meredora! Mi stavi forse interrogando? Il tono era giocoso, ma la sua era anche una tattica per distrarla ed evitare di spiegarsi meglio, cosa aiutata ulteriormente dal corvo in arrivo.


    Hebiko arrossì pesantemente, nonostante l'addestramento con Ogen certe affermazioni ancora la coglievano di sprovvista, e Meredora non sembrava il tipo di donna da andarci leggera sul tema. Arrossì visibilmente, coprendosi la bocca con la manica del kimono. Hoho, sei divertente! Vuoi farmi credere che possa essere in grado di sottometterti in qualsiasi modo? Emotivamente c'era chiaramente già riuscita, forse anche troppo bene... Ma era meglio non lo sapesse. La Vipera teneva la guardia alta, proprio perchè aveva già una discreta esperienza in quel bosco, ma Meredora non sembrava affatto turbata, forse al punto da essere incosciente. Avrebbe presto scoperto che in realtà il motivo era una differenza di esperienza abissale tra le due donne per quanto riguardava il Bosco. Oh, Kami... Lamentò, immaginando ciò che dovevano subire i dipendenti. Di cui uno dei suoi aveva appena preso le loro fila. Spero che il mio uomo sappia cavarsela, non vorrei aver pesantemente sottovalutato le sue capacità. Un po' ci teneva, nonostante volesse liberarsene, di certo non lo avrebbe voluto mangiato da qualche strana bestia. Anche quando furono finalmente di fronte alla grotta, la donna ragno mostrò abilità invidiabili, trovando tracce che per la rossa erano completamente invisibili. Aggrottò la fronte in un primo momento, come a voler cercare le stesse prove lei stessa, quasi incredula di come fosse riuscita a capire simili informazioni, e iniziando a domandarsi chi potesse essere il terzo ospite, del quale aveva ben poche idee. Di certo sapeva di Kaji, e quasi sicuramente Aji Tae lo accompagnava. Un leggero ghigno apparve sul suo viso, mostrandosi genuinamente orgogliosa della guardiana al suo fianco. Impressionante... Orgoglio che la guardiana non evitò di sfruttare, carezzando appena la guancia di quella che credeva la sua preda. Hebiko reagì con un leggero sorriso, prima di aumentare il passo, impaziente di metter piede nella grotta e nascondere il suo imbarazzo.

    L'imbarazzo mutò rapidamente in shock, e nuovamente incredulità: l'inospitale e umida grotta era stata trasformata in un residence privato di lusso, con tutte le comodità necessarie, più svariati extra tra cui una stanza dedicata interamente alle terme. La Vipera non potè evitare di restare a bocca aperta, non solo per la presentazione, ma anche e soprattutto perchè l'idea che avesse preso una settimana di tempo solo per creare tutto ciò le faceva ribollire il sangue. Non bastasse, dei petali di rosa sul pavimento indirizzavano un possibile ospite verso la camera da letto. E Meredora pensava fosse stato creato a pennello per lei. La Vipera sbattè gli occhi, ancora distratta da tutta la situazione, balbettando confusa verso la donna ragno: No, no, io non... Si sarebbe voltata in sua direzione, con confusione crescente. ...ma quali catene, cosa te ne fai- Oh, santo Tenchou. Per concludere, entrambe vennero distratte dall'apparizione del vero proprietario di casa: il primo "Febh", cosa che bastava per mandare in pappa il cervello della carceriera... e mezzo nudo, appena uscito dalla vasca, dettaglio che invece avrebbe colpito di più la Vipera, che socchiuse lo sguardo dopo un sorriso profondo, coprendosi parte del viso ormai completamente rosso con il kimono.

    Naturalmente. Commentò la donna, in risposta alla (forse) delusione di Kaji di saperla in compagnia. Che mi dici di te, invece? Sei rimasto qui, tutto solo, ad aspettarmi? Commentò, con un'espressione volutamente intenerita e vagamente sottomessa, che puntava a distrarlo dal raggirare la sua risposta. Dopotutto doveva testare quanto l'Hakai fosse realmente onesto nei suoi confronti. Al suo invito, rispose con un debole sorriso. MI piacerebbe molto. Temo però che seguire il tuo consiglio ti impedirà di... concentrarti su ciò che è realmente importante. Commentò, con sorriso malizioso. Saper usare la propria bellezza significava anche sapere quando "nasconderla", non poteva certo vantare di essere un tesoro irraggiungibile se la concedeva a chiunque. Era arrivato il momento di limitare anche i danni fatti a Meredora, per i quali si schiarì la voce con leggera difficoltà. A-ehm. Prima di continuare... Meredora, ti presento Kaji. Kaji, Meredora. A qualsiasi vago dubbio facciale della donna, chiaramente confusa dalla figura che aveva di fronte, avrebbe lentamente scosso la testa, sgranando gli occhi. No, quello non era lo Yakushi che tanto odiava, ma non aveva tempo di spiegarle tutto per filo e per segno. Se ne sarebbe accorta dal suo carattere.

    La mia accompagnatrice è libera di fare come più le piace, col permesso del padrone di casa. E' stato un lungo viaggio
    in mezzo al bosco, avrai bisogno di una rinfrescata.
    Inclinò appena la testa, concedendole un leggero sorriso, ed uno sguardo che invece quasi le imponeva quella scelta. La donna ragno stessa aveva probabilmente realizzato di aver bisogno di una doccia fredda, prima di scoppiare d'ira e indignazione di fronte al non Yakushi, la rossa confidava che seguisse il suo consiglio. Sperava solo che non tornasse poi nella stanza in bikini.

    Ma a quel punto, con Meredora o meno nella stanza, era arrivato il momento di attuare il suo piano improvvisato. Aveva ormai notato quanto la donna fosse aggressiva nel mostrare il suo interesse verso la viperella, e Kaji, per quanto ben più criptico, non sembrava da meno. Aveva di fronte a sè due temibili e scaltri avversari, che l'avrebbero potuta divorare se solo avesse voltato le spalle ad uno di essi... ma perchè preoccuparsene, se poteva usare quella passione contro loro stessi? Perchè non far sì che proprio loro "combattessero" tra loro per ottenere l'approvazione e chissà cos'altro dell'innocente ed elegante principessina? Hehe. Ammetto che il mio piano era di venire qui da sola, ma Meredora era così preoccupata. Devo ammettere che mi è stata estremamente utile, ha reso il viaggio in mezzo al nostro terribile bosco alquanto piacevole. Certo, si riferiva ovviamente a quanto fosse stato facile attraversarlo con le conoscenze approfondite della carceriera, per Kaji sarebbe stato ovvio, no? Non voleva però fare lo stesso errore con Aji e apparire indisposta, per cui, quando decise di accomodarsi su uno dei divani, invitò Kaji a fare lo stesso accanto a lei, aggiungendo: Ero impaziente di rivederti. Il caro Aji è stato fin troppo criptico quando parlava di te, iniziavo a temere ti stesse usando. Certo, da come l'ha descritto lui, sei sfuggito dalle mie mani alla prima occasione disponibile... Portò una mano a coprire goffamente la bocca, non nascondendo un'espressione di genuina delusione: non le serviva mentire, era realmente delusa dal sapere quanta poca influenza aveva realmente su Kaji, soprattutto il giorno in cui le serviva di più. Ma, se non altro, quell'emozione l'avrebbe aiutata a far sentire l'Hakai in fallo, come se il suo passo falso avesse fatto fare alla Vipera un passo indietro nei suoi confronti, in un certo senso avvertendolo di doversi rimettere in carreggiata se voleva realmente attirare la sua attenzione. Se così non fosse stato, avrebbe sicuramente ottenuto ulteriori informazioni sulle sue reali motivazioni. Sospirò, intristita. Immagino di essere stata una pessima compagnia. Piuttosto, raccontami meglio cos'è successo dopo. Dev'esser stato bello tornare ufficialmente tra i vivi dopo tanto tempo. La prendeva volutamente con calma, dopotutto l'uomo stesso con la sua settimana d'attesa e la sua accoglienza sembrava non avesse alcuna fretta. Lo sguardo scivolò sulla sua sigaretta. Ne hai anche per gli ospiti? Sorrise appena, aveva imparato ad apprezzare diversi miscugli di erbe, e se Kaji le avesse offerto la sua stessa pipa come sperava, l'avrebbe accettata con piacere, assaporandone gli intensi fumi... E probabilmente lasciando un leggero segno di rossetto sul bocchino. Su, aggiornami un po' sulla tua situazione. Ho tutto il giorno.
  6. .

    Talento innato

    XIV




    Il Simbolo del Dolore concedeva a Youkai un vantaggio non da poco, che non era ridotto solamente al non percepire dolore: la disattivazione di ogni pensiero negativo gli permetteva di concentrarsi meglio sulla situazione in cui si trovava. Certo, forse una piccola debolezza la aveva: senza la paura a dargli un freno, rischiava di diventare un po' troppo... arrogante.

    Nel sentire la risposta di Watoru al suo breve interrogatorio, capì di aver fatto bene ad attivare il suo Simbolo. Ora doveva scegliere la strada giusta: mantenerlo, o disattivarlo? Da neo Guardiano aveva un controllo purtroppo impreciso di quel potere così antico, e disattivarlo significava rinunciare a quel potere per almeno una giornata. E non gli restavano che poche ore dall'arrivo dei rinforzi. Non poteva prendersi quel rischio, il Simbolo doveva restare. Hehe. Ridacchiò, come divertito. Dopotutto mentire in quello stato era come un gioco. La medicina di Ame non è avanzata come quella del Fuoco, immagino. Quasi lo prendeva in giro, come se il suo dubbio fosse ridicolo. La malattia crea dolorose variazioni del chakra, certo che ho un sigillo a difendermi. Non lascia segni visibili, quindi devo supporre di essere sotto tortura? Rude. Aggrottò le sopracciglia, mettendo il broncio. Forse fuori luogo in una situazione simile, ma un comportamento così rilassato poteva forse aiutare la sua causa? Dopotutto, per quello che ne sapeva Watoru, l'insetto poteva aver reagito a queste presunte mutazioni di chakra, aveva davvero mentito?

    Era arrivato alla decisione finale: mostrare o meno il simbolo? Poteva essere rischioso, non aveva idea se avessero avuto modo di riconoscerlo o meno. Di certo doveva giocarsi il tutto per tutto, e un gesto simile diventava una decisione leggera se presa in un momento giocoso, stato in cui si trovava per via del Vuoto. Non percepiva il dolore, ma poteva comunque capire dal tocco approssimativamente quanta forza stava usando la Nara, specie sentendo come fosse resistente mentre in un debole tentativo si dimenava appena, cercando di rimettersi comodo. Oooh, come sei forte. Sembrate proprio spaventati da un ragazzino malato! Watoru mostrava segni di stanchezza, e uno scintillìo inquietante sarebbe apparso nello sguardo del ragazzino. Uh-oh. Sembra che siano apparsi i primi sintomi... Se ti vengono i brividi, dovresti correre da un dottore bravo. Lo sguardo si spostò verso Umma, mostrando un sorriso che in una situazione simile non poteva che risultare inquietante. Tu sei vicina. Potresti essere la prossima. Ridacchiò appena. Non portavo certo una mascherina perchè mi divertiva. Sembrava trovasse ilare la prospettiva di aver infettato ben due persone.

    Il simbolo brillava sulla sua fronte, proteggendolo dal Dolore. Se vuoi ti do l'indirizzo di chi mi ha scritto questo simbolo. Temo che presto ti servirà. Commentò, mostrando i denti in un sorriso innaturale, una gioia contorta. Sorriso che si spense alla menzione di Kitori, e al sapere che qualcuno di ancora peggiore lo stava torturando. Se non fosse stato per Youkai, le lacrime avrebbero già iniziato a scorrere, distrutto nel sapere a che destino aveva ridotto un povero ragazzo innocente che si era fidato di lui. Ma il Vuoto era abile nel mettere da parte quelle sensazioni. Il Vuoto lo rendeva più lucido, gli permetteva di valutare meglio la prossima mossa... Anche se, al contrario del temibile Oni dello Yakushi, utilizzava un approccio più infantile. E l'infantilità, in simili occasioni, faceva venire i brividi. Kai sembrò farsi serio per qualche istante. Oh, così non va bene. Fece un profondo sospiro. Che fosse arreso? A questo punto, mi sembra inutile nascondervi la verità. Voleva finalmente confessare?

    Un ghigno apparve sul suo volto. La trasformazione mi serviva per nascondermi da voi. Parlava della giornata in banca. Ed avevo avuto qualche informazione esterna. Poca roba. Sapevo però di Kitori. Del suo debito con la vostra banca, della sua famiglia disastrata... E di quanto il nostro sistema circolatorio del chakra sia compatibile. Aggrottò le sopracciglia, pretendendo una rabbia fittizia che il Vuoto gli impediva di rendere reale, ma che poteva ancora recitare. Voi di Ame siete così avidi di soldi, lo stupido medico che segue la mia malattia doveva per forza farsi assumere anche da un altro cliente, e sapevo che la mia presenza in banca sarebbe stata inevitabile. Non potevo permettere a voi altri dipendenti di ricollegare una possibile scomparsa di Kitori a me. Così ho usato un volto fittizio, facendo però sapere a lui che fossi sempre io. Così avreste sospettato di qualcuno che non esiste. C'è cascato con tutte le scarpe, non è stato difficile. Ghignò nuovamente. Ma chiaramente quel Kitori non vi serve. Se lo avessi saputo, avrei pagato direttamente voi per averlo, mi ero illuso che poteste essere quantomeno gelosi dei vostri dipendenti. Dopotutto, le operazioni che intaccano il sistema circolatorio del chakra sono piuttosto dolorose, e non sempre finiscono bene... Ma potrei guadagnarci ANNI di vita. Osservava Watoru, con un velo di disperazione nello sguardo. Le malattie del sistema circolatorio del chakra erano rare, e cosa più importante, erano tutte parecchio mortali, specialmente per degli shinobi, cosa che Youkai aveva ammesso di essere prima della malattia. Se era vero che aveva studiato medicina ne conosceva probabilmente l'esistenza, alcune di esse scoperte a Shulva, abbastanza per credere che Youkai stesse dicendo la verità. Quanto vuoi? Mio padre è disposto a pagare bene. E a voi quel Kitori nemmeno interessa... Tsk!! Ad averlo saputo prima mi sarei risparmiato un sacco di problemi! Erano in una situazione di stallo: avrebbero creduto alle bugie di Youkai? Se la sua storia fosse stata vera, avrebbe avuto senso il perchè avesse mentito alle due domande di Watoru, dovendo coprire quel poco che aveva detto su Kitori, rendendo però quella lunga interrogazione un'effettiva perdita di tempo per i due Quadri. Non gli avrebbe dato troppo tempo per ragionarci su, il frammento nel corpo di Watoru avrebbe raggelato il suo petto da lì a pochi istanti, causando un dolore atroce che difficilmente avrebbe nascosto restando impassibile. Alla prima smorfia di dolore, Youkai avrebbe commentato: [ST I] Uh oh. Beh, spero proprio che Kitori non sia compatibile con te, lui serve a me. Doveva mettergli fretta, costringere entrambi a prendere una decisione affrettata. Aveva ancora senso perdere tempo con quel ragazzino? Certo, poteva aver mentito... Ma se non lo avesse fatto? Il dubbio serviva a dar loro solo pochi attimi per prendere una decisione, facendo sì che qualsiasi imprecisione nella storia di Youkai non venisse notata finchè non era troppo tardi. Forse Kitori lo avrebbe odiato da lì in avanti, ma non vedeva altre soluzioni: al momento, era l'unico modo che aveva per proteggerlo. Voleva dargli una vita migliore, ma per farlo doveva prima assicurarsi che restasse vivo.
  7. .

    Facile Bersaglio

    I



    L'invasione di Febh nell'ospedale aveva messo tutti in allerta: non solo uno Yakushi era un evento più unico che raro lì dentro, a meno che non fosse medico lui stesso, ma la proverbiale distruttività del Consigliere lo rendeva ancora più pericoloso intorno a pazienti giù indeboliti. Aaah... Febh-sama, veramente... Era chiaramente in difficoltà, gestire una paziente come Hebiko era stato complesso a sufficienza, senza che si intromettesse anche lo Yakushi. Non sappiamo cosa sia successo nell'ufficio, ma quella che abbiamo in stanza è indubbiamente la nostra dolce Consigliera. Probabilmente è ancora un po' scossa dagli eventi, non le consiglio una visita. Ma lo Yakushi non era bravo a seguire gli ordini.

    Il medico non parlava a caso, Febh avrebbe aperto la porta e avrebbe percepito uno spiedo fischiargli di fianco l'orecchio, andando a piantarsi nel muro del corridoio. Osservando l'interno della porta ora aperta, avrebbe notato una sua foto, con un bersaglio disegnato con un pennarello rosso, e diversi spiedi già conficcati sul suo volto. Ma sarebbe stata la voce stridula della Consigliera ad attirare la sua attenzione. TU!! Gridò, nera in volto, con i capelli del tutto sciolti, ma che schioccavano come fossero vivi, si poteva quasi sentire un leggero sibilìo lontano. Sporco, viscido... geko traditore!! Stavolta gli spiedi sarebbero arrivati all'originale, ma la donna era ancora indebolita a sufficienza perchè nessuno di quelli fosse particolarmente difficile da schivare (nemmeno se fosse stata a piene energie, ad essere onesti). Non provare ad avvicinarti sai!? Non appena mi rimetto in sesto darò fuoco a te e a quello stupido modulo!! Viste le minacce, era improbabile continuare a credere che quella fosse una spia. Si sarebbe leggermente calmata se Febh avesse tenuto le distanze, o avesse avuto l'accortezza di procurarsi dei dolci, cosa che l'avrebbe portata ad abbassare momentaneamente l'ascia di guerra. Oh ne abbiamo di cui parlare... Cosa che avresti dovuto fare nel MIO UFFICIO. Ringhiò, sibilando selvatica, come se tutto l'addestramento di Ogen fosse svanito in pochi secondi. Certo che non ero io quella che ti ha firmato il modulo. Ma ERO io quando vi ho visti entrare dalla porta, e anche quando ho subito il tuo stupido attacco. Borbottò, calmandosi solo in presenza di cioccolata e zucchero. Se avesse chiesto chiarimenti sarebbe stato accontentato, anche se i capelli ancora si muovevano aggressivi come a volerlo stritolare. Non lo so cos'è successo. Un secondo prima ero sorpresa nel vedere che fossi riuscito a recuperare Makoto così rapidamente, ed un attimo dopo qualcun altro aveva il controllo del mio corpo. Commentò rapidamente. Ho a MALAPENA avuto il tempo di reagire a quella COSA!! Se sapevi già che c'era qualcosa di sbagliato, dovevi pensare a stordirmi IN MODO DIVERSO!! NON PUOI RISOLVERE TUTTO CON LE ESPLOSIONI!! Da lì a poco sarebbero arrivati diversi infermieri ad implorarlo di andarsene, a meno che non fosse riuscito a calmare l'irritabile Vipera.

    Makoto era invece in una diversa stanza dell'ospedale, tecnicamente pronto ad essere dimesso, ma era rimasto lì tutto il tempo, forse in attesa di potersi avvicinare ad Hebiko. Chiedere ad un infermiere avrebbe dato Febh una breve spiegazione: Ah, lui. Non nascose un'espressione di odio e disgusto. La Consigliera gli ha dato un lasciapassare. Insiste che non sia il colpevole. I nostri mentalisti sono stati in grado di riconoscere che ci fosse un leggero dubbio nelle sue parole, ma non vuole sentir ragioni, lo dichiara innocente e non abbiamo prove sufficientemente schiaccianti. Anche se qualcosa avevano, visto l'astio che provava per il colosso di Kumo. Sarebbe stato libero di parlare con lui, se lo desiderava. Lo avrebbe trovato chino su sè stesso, tenendo gli scuri occhiali in mano, con gli occhi arrossati dal pianto Traditore... Non sono altro che uno sporco traditore... Aveva una lunga giornata davanti a sè.


    Aveva avuto modo di riprendersi completamente fisicamente, anche se mentalmente era ancora abbastanza scossa. La presenza di Febh ancora la irritava e la metteva in allerta, decisamente più del solito. Le flirtanti "minacce" di Meredora invece la mettevano in una diversa difficoltà, che mascherava magistralmente grazie al suo rigoroso addestramento, nonostante fosse internamente nel panico. Le continue visite della donna ragno, miste al silenzio di Kaji non la aiutavano a schiarire la mente da quella faccenda.

    La carceriera avrebbe ritrovato un ufficio ancora spoglio e sottosopra, ma pulito con alcune zone tattiche particolarmente in ordine, come gli scaffali principali e la scintillante nuova massiccia scrivania, generoso regalo degli Yakushi per il "piccolo incidente". Fece un profondo sospiro verso la donna. Abbiamo ripreso i ritmi, devo solo trovare il tempo di ridecorare la stanza e renderla di nuovo mia. Il mio servizio da the preferito, andato in mille pezzi... Mugolava, rattristata, facendo scivolare lo sguardo su Meredora. Ah. Certo. Non sei qui per questo. Fece un sorriso leggermente tirato, mostrandosi indaffarata tra un documento e l'altro, mentre le spiegava la situazione. Come dire... Il mio contatto è una persona particolare. Mi ha garantito la sua presenza, ma sa farsi aspettare. Una prima donna, se vogliamo. Serviva un po' di gossip, per tenerla calma. La fortuna però aveva iniziato a girare dalla sua parte, vista la lettera del corvo, arrivata nel perfetto miglior/peggior momento. Dopo una rapida lettura, Hebiko avrebbe sorriso alla donna. Heh. Parli dell'Oni... ed ecco che sbucano le corna. Meredora voleva seguirla, idea che Hebiko non disprezzava nemmeno... Peccato per il piccolo, insignificante problema dell'aspetto di Kaji e la sua identità praticamente identica a quella dello Yakushi. Iniziò a sudare freddo, sorridendo alla donna. Ahhh... Non credo sarà necessario, per quanto apprezzi... Dopotutto è un amico, non ho certo bisogno di una guardia del corpo con lui. Ma la Carceriera insisteva, volendo guardare il messaggio. Con la stessa identica scrittura di Febh. Hebiko strinse la lettera nella mano, allargando il suo sorriso. Ma dopotutto, perchè no! Una guardiana mi farebbe bene, no?


    Il viaggio sarebbe stato perlopiù silenzioso, dopotutto la Carceriera era di poche parole di suo, però la Vipera voleva prepararla psicologicamente. Sono grata della tua presenza. L'unica cosa che ti chiedo, è di essere la mia silenziosa guardiana. Il mio contatto è... particolare. Ma so con certezza che non è pericoloso nei miei confronti. Non aveva intenzione di spiegarle del fatto che fosse una copia di Febh, lo avrebbe giustificato come un gemello quando fosse arrivato il momento, ma non poteva ancora sapere. Non fino a che non fosse stato troppo tardi. Devi fidarti di me, d'accordo? E' importante, potrebbe essere l'unica occasione che ho per sapere qualcosa su mio fratello, e sono informazioni della massima importanza. Dopotutto ne andava della sua stessa vita. Peccato non potesse confessarlo. Era certa che, del gruppetto, sarebbe stato il piccolo Uzumaki a cedere per primo. Avrebbe aspettato di sapere quali fossero state le sue conseguenze, prima di pensare se rivelare qualcosa a qualcuno. Non prese nemmeno l'iniziativa nello spiegarle del perchè la caverna, era così e basta. Doveva fidarsi. La caverna sarebbe stato niente confronto ciò che le aspettava al suo interno.
  8. .

    The better me

    XV



    Youkai teneva Yamato per la collottola, ascoltando la sua confessione forzata, anche se stava dando pochi indizi utili. Lo sguardo dell'Uzumaki si inasprì nel sentire per la seconda volta "Hayate" come risposta. Hayate, Hayate, sempre Hayate. Rimase calmo solo per qualche secondo, osservando il fastidioso ghigno di sfida sul volto del genin... Per poi colpirlo senza preavviso con un gancio sul naso, lasciandolo andare immediatamente dopo, con le mani tremanti per la rabbia ed il rimpianto di quell'azione impulsiva. Quello che è giusto!? Ma fammi il piacere... Si allontanò dal prigioniero di sua spontanea volontà, riuscendo a trattenersi a stento. Il padre rispose con qualche parola di supporto, con una frase costruita a pennello per star bene in una vignetta di Spiderboy. Iniziava a riconoscere come i messaggi sparsi in tutto il fumetto fossero a tutti gli effetti rivolti più a lui (o meglio, a Yuuki) che al resto del mondo, come la figura del padre lo avesse sempre guidato da lontano nonostante tutto. Si osservò la mano, ancora tremante, con le nocche appena macchiate di sangue. Inspirò duramente. Non avevano nemmeno ancora iniziato a risolvere il loro problema principale, e già si sentiva pesantemente in svantaggio, nonostante giocassero in casa.

    Mentre Raizen era distratto con Yato, i genitori ebbero modo di prendere Youkai da parte, per aiutarlo con i ricordi delle arti Uzumaki. Arrossì appena all'idea di essere più forte della madre, faticava ad immaginarcisi: non che conoscesse realmente le sue abilità, ma per quello che aveva avuto modo di vedere, sembrava talmente sicura di sè da apparire imbattibile. Sentire il chakra di Hikaru scorrere in lui gli diede una sensazione di conforto e calore, misto a nostalgia, probabilmente dei momenti in cui era stata addestrata in passato. Chiuse gli occhi, e mentre faceva respiri profondi facendo scorrere quel chakra, mise in atto le parole del padre, rivedendosi rinchiuso come un bozzolo al centro di un fuinjutsu, con i kanji che lo circondavano che ne descrivevano la personalità, anche se in tanti di loro c'era la definizione di come il mondo lo vedeva, più di come lui vedeva sè stesso. Solo uno di questi brillava particolarmente, quello che teneva posizionato a livello del cuore, e sentiva come la sua stessa essenza: "determinazione". A quel punto, fu semplice estrarre le catene a piacimento, facendole scorrere in forme più e meno intricate, capaci finalmente di avvolgersi dove volesse, anche se vibravano di chakra oscuro, tentennando nervose. Il commento di Hojo lo fece reagire come aveva fatto fino a quel momento: uno stretto e forzato sorriso, incerto su come rispondere, ma certo di averlo deluso. Non sapeva se biasimarlo o meno, dopotutto, fino a che non avesse recuperato ogni singola memoria di Yuuki, quella parte di sè era agli effetti morta, ed il padre aveva tutto il diritto di piangerla. Heh... Ci alleneremo di nuovo insieme, no? Si domandava se fosse realmente possibile recuperare tutte le sue memorie, e se a quel punto potesse davvero dire di essere "Yuuki", o se il misto di vecchi e nuovi ricordi avrebbero semplicemente dato una nuova forma a "Youkai". Dopotutto, se era possibile recuperare Yuuki, niente gli garantiva che Shennong sarebbe rimasto sopito chissà dove, tanto meno le altre vite passate. Era curioso, ma era anche cosciente del pericolo.

    Anche Raizen aveva qualcosa da dire sulle sue catene, dandogli una piccola speranza di poter interagire un minimo con le anime altrui. Gli occhi si illuminarono all'idea di quella potenzialità. Forse... Se potessi in qualche modo far sì che il mio chakra la raggiunga, potrei utilizzare ciò che mi ricordo per intrappolarla nel suo stesso corpo. Non so se riuscirò ad estrarla... Ma farò il possibile per tenerla ferma. Aveva un briciolo di speranza, dopotutto le anime erano un argomento in cui aveva il vanto di essere un esperto. E, se anche solo una delle catene la avesse catturata, c'erano altri due Uzumaki a supportarlo, e renderle impossibile una fuga. Dopotutto, ucciderla non era il loro obiettivo, sapevano che avrebbero fatto solo il suo gioco. E, spesso, la morte non è che una scappatoia per qualcosa di decisamente peggiore.

    I genitori avevano qualche dubbio sulla trasformazione, ma Raizen li rassicurò spiegando meglio il suo piano, e poi fu il turno del figlio: Usciremo tutti insieme non appena sarà davanti a noi. Ma nasconderle almeno parte di noi potrebbe prenderla più alla sprovvista. Sa benissimo che siamo diretti lì, ma ancora non sa chi e quanti siamo. Lo scoprirà quando sarà troppo tardi. Strinse i denti, le mani che fremevano dalla voglia di saltarle al collo. Prima della loro trasformazione, la madre gli concesse un raro caldo sorriso, che avrebbe dovuto scaldare il cuore di Youkai, ma gli provocò invece una tremenda, tremenda sensazione. Rimase ad osservarla, stringendole la manica per qualche secondo. Li aveva appena ritrovati. Non avrebbe permesso a nessuno di separarli di nuovo.

    Youkai poteva aiutare poco con le sue abilità per quanto riguardava qualsiasi perdita di sangue. Non guardare me. Io mi occupo di anime. Forse Yato sarebbe stato più utile, come medico, ma allo stesso tempo, nonostante fosse all'oscuro di Youkai, era meglio se un membro del Progetto Y in meno fosse stato a disposizione in quella stanza. Non era solo la Speranza che stavano combattendo, ma Seira stessa. Una Seira a cui importava molto poco di Konoha, e ancor meno di mandare all'aria il progetto di una vita pur di dare agli Hayate quello che volevano.


    Il chunin non avrebbe fatto altro che seguire gli ordini di Raizen attraverso i cunicoli, sfruttando i suoi sensi ora più affinati grazie alle arti Uzumaki per scovare eventuali Fuinjutsu, e seguendo le strade dichiarate libere dai cloni. Attraversato il primo corridoio sicuro, l'Hokage chiese a Youkai e Fujiko di fare strada, in modo che i due potessero scovare eventuali sigilli più nascosti. Non appena si fosse imbattuto in uno di essi, Youkai lo avrebbe goffamente indicato, risultando forse ancor più innaturale nel corpo di Raizen, fermo in attesa sul dafarsi. Ed il dafarsi era disfare tale fuinjutsu. Ah... Non lo so fare ancora. Il Colosso sembrò sbiancare per un momento, vedendosi una certezza crollare, facendo sentire Youkai un inetto per l'ennesima volta in quella giornata. Aveva studiato a fondo quei libri, dopotutto gli erano tornati decisamente utili durante la missione ad Ame, ma si era concentrato di più sulla sezione "creativa", per copiare e crearne di nuovi, che sul distruggerne. Fece il muso, irritato. Sarebbe bastato l'ennesimo appunto su come Yuuki sapesse distruggerli con la grazia di una farfalla per farlo esplodere: CHIEDI A YUUKI DI DISTRUGGERLI ALLORA! Ruggì, ben più intimidatorio ora che aveva la voce ed il corpo di Raizen, facendo qualche passo indietro per allontanarsi dal gruppo nella direzione dichiarata sicura e facendo sbollire la rabbia.

    Si poggiò al muro con la fronte, rilasciando un pesante sospiro. mentre estraeva una catena per osservarla più da vicino, e la tristezza si faceva spazio tra la frustrazione. Sospirò, quello era un pessimo momento per sentirsi giù di corda. Forse Yato non ha tutti i torti nel credermi inutile... Rimuginava tra sè e sè, sforzandosi di ritrovare una concentrazione che era ora annebbiata solamente da cose che non sapeva fare, ma che la sua alter ego a quanto pare faceva anche ad occhi chiusi. Si fece tornare in mente alcune memorie che aveva visto in precedenza, dove si godeva il tempo passato con i genitori, ricordi più o meno sbiaditi, che mostravano una vita che a malapena ricordava, di cui sentiva comunque una forte nostalgia. Un ricordo in particolare, era una giovanissima Yuuki, a cui erano stati portati via i suoi biscotti preferiti, della pastafrolla a forma di stella ricoperta di zucchero a velo. Era stata Hikaru a negarglieli, dopotutto a breve era ora di cena, si sarebbe rovinata l'appetito. Ridacchiò della propria strategia, mentre si spostava nella stanza dove il padre era occupato con i suoi disegni, conscia che fosse il genitore più facile da corrompere, e gli faceva gli occhioni dolci. Hojo non poteva resistere a quel faccino. Il contenitore aveva un semplicissimo fuinjutsu, una bazzecola per un adulto, ma per una bambina come lei un lucchetto piuttosto arduo da superare. Forse per sfida, forse per resistere alla tentazione e non cedere ad essere il genitore che si fa controllare dai figli, Hojo le diede una sfida. Le insegnò come sbloccarli. Se voleva il delizioso tesoro all'interno di quel barattolo, doveva guadagnarselo. I ricordi erano incerti e vaghi, ma qualche informazione era lì presente. E la parte in cui otteneva il suo tanto agognato premio indicava che sapesse farli anche lui. Se aveva quel ricordo, ne aveva anche le abilità. Doveva solo unire quei pezzi con le nozioni dei libri.

    Il commento di Raizen sulle sue catene gli diede ulteriore speranza, anche se quella piccola luce era ovattata dalle incertezze. ...Mmmh. Ho imparato ad usarle cinque minuti fa, e la Speranza è un'esperta in questa roba. ...Certo, non sappiamo quanto di fretta fosse quando li ha fatti... Si sarebbe ri-avvicinato al fuinjutsu trovato, abbastanza intimorito dall'idea di attivarlo mentre tentava di fare esattamente l'opposto. Beh... Spero sia a bersaglio unico. Avrebbe estratto due catene, piantandole dove si trovava il sigillo, e facendo scorrere il suo chakra, che un pezzo alla volta avrebbe ricoperto il fuinjutsu. Il chakra si accese di energia, man mano che bruciava frammenti del sigillo sottostante, lasciando solamente una sbiadita macchia di una trappola non più attiva. Si voltò, con un goffo ed incerto sorrisetto stampato sul volto, forse nemmeno lui riusciva a credere di esserci appena riuscito. Stavolta però, non era un biscotto ciò a cui ambiva. [Rilascio]


    Avrebbero finalmente raggiunto l'entrata principale, preceduti da Tetsuba e Soken. Youkai fece un semplice accenno con la testa, restandosene muto per il momento. Entrambi sarebbero stati controllati mentalmente, non potevano permettersi di avere altri traditori tra le mani. Da lì a breve, ci fu un breve scambio tra Raizen e la Speranza, che commentò in modo chiaro dichiarando cosa voleva. A Youkai tremavano le mani, faticava a trattenersi. "Lasciarvi in pace"?? Questo sigillo è stato fatto per tenere lontano l'Assassino, non voi, vecchia idiota. Saranno anche spaventati da un veroimmortale... Non poteva non provocarli. ...ma voi non siete altro che zecche fastidiose. Sarà una passeggiata scortarvi personalmente in prigione. Ringhiava, furioso ed impaziente di averla faccia a faccia. Poco gli importava che avesse l'aspetto di Seira, dato che la Yamanaka gli aveva fatto lo stesso torto, ma nel passato. Non sarebbe accaduto una seconda volta.

    Youkai fece cenno a Raizen di aspettare, disegnandosi due sigilli sul petto, che avrebbe poi coperto naturalmente grazie agli abiti. [Sigilli] Fece un leggero con la testa non appena fu pronto. Il sigillo avrebbe sicuramente funzionato solamente finchè si trovava nel corpo di Raizen, ma tanto gli bastava per la sua strategia. Sarebbe arrivato il momento di tapparsi le orecchie, mentre il colpo di Raizen apriva loro la strada con un pesante boato.

    I vari shinobi partirono all'assalto, non avevano certo intenzione di lasciarsi scappare un simile vantaggio. Youkai invece, dovendo custodire quel corpo, rimase più indietro rispetto agli altri. Avrebbe fatto il suo ingresso per ultimo, restando di fronte alla porta, mostrandosi avvolto da tre catene che formavano come una gabbia sferica intorno al suo corpo. [Attivazione TS+Slot 1-2-3] Questo poteva dar subito l'idea che lui non fosse Raizen, viste le catene che lo avvolgevano, e gli Hayate sapevano di sicuro lui non fosse un Uzumaki... Ma allo stesso tempo, avrebbe fatto venir loro il dubbio, dopotutto si stava proteggendo, ed era stato l'ultimo ad entrare. Era stato così avventato da nascondersi mimetizzato in un diverso shinobi, sapendo che un piccolo taglietto avrebbe dato ad Hayate quello che volevano? Non fece altro che alimentare i loro dubbi. Meno sapevano su che bersaglio concentrarsi, meglio era per loro, che avrebbero sfruttato la situazione a loro vantaggio. E, grazie ai fuinjutsu, li aspettava una brutta sorpresa nel momento in cui avessero deciso di avventarsi proprio su di lui, e distruggere le catene per cercare di ottenere il suo prezioso sangue. [Riassunto sigilli]

    Chakra usato: 10,5
  9. .

    Young sensei

    VII



    Youkai tendeva ad evitare il discorso accademico e le sue problematiche, nonostante di tanto in tanto fosse costretto a riflettervi, spesso per una situazione in prima persona. Gli piaceva pensare che ci fossero villaggi alleati uniti sotto la bandiera dell'Accademia, non gli piaceva realizzare che, nonostante tutto, non ti potessi comunque fidare di ognuno di loro che rispettasse il patto, che si parlasse di piccoli soldati ribelli, o peggio, degli shinobi ai piani più alti. Solo il Daimiyo poteva tener loro a bada, e c'era da sperare che lui stesso non venisse convinto del contrario.

    Non potè evitare di arrossire, genuinamente sorpreso dal complimento di Kairi. Dopotutto si trattava di un evento piuttosto raro. Sorrise goffamente, distogliendo lo sguardo. Heh... Ho solo... Detto quello che pensavo. La faccia si colorò completamente quando sentì Raizen ridacchiare. E-Ehi!! Una volta tanto! Nascose il volto tra le mani, rantolando tra se e se. Fortunatamente il discorso si spostò rapidamente sul dare qualcosa da fare a Kairi mentre si reintegrava al villaggio, e premiare gli ultimi sforzi di Youkai, che si divertiva a dare una mano a sensei e studenti. Oh, d'accordo. Mi diverte passare del tempo con i più piccoli, e magari grazie a te saprò anche se sto insegnando bene quello che devo. Sorrise a Kairi. Dopotutto i bambini erano tra i pochi che gli davano retta, e con cui poteva condividere le storie di Spiderboy senza annoiarli.

    Fu più sorpreso di sapere che le maschere nascondevano un potenziale ben più grande di quello che credeva, anche se aveva avuto modo di osservarne degli impressionanti ricordi. Forse avrebbe dovuto dar più attenzione a quello spirito racchiuso al suo interno, non era semplicemente un'emanazione di chakra, c'era sicuramente qualcosa di più. Annuì con decisione, prima di venir congedato, per nulla impaziente di tornare al suo noioso lavoro di suddividere ogni rapporto con gli stickers appropriati. In un certo senso quello era un suo segretissimo codice, sarebbe stato utile se qualcuno oltre a lui fosse riuscito a tradurlo.
  10. .

    Little one

    VI



    Era una bella sensazione avere qualcuno che pendeva dalle sue labbra, per di più con ammirazione, soprattutto vista la delicata situazione in Amministrazione, e la ancor più problematica situazione con i suoi fratelli. Mostrò un sorrisetto forzato, chiaramente in difficoltà nel rispondere al piccoletto, non tanto per il piccolo innocente patto che aveva fatto con gli dei dello Ying e dello Yang di silenzio assoluto, ma soprattutto per non infangare il suo ancor puro cuoricino con la cruda realtà del mondo in cui vivevano. Hmmm... Bella domanda. Ci pensò su per qualche attimo. Alcuni fratelli sono gelosi di altri, dopotutto non siamo stati creati tutti allo stesso modo, alcuni sono più sfortunati di altri. E lei, che aveva i capelli così rossi per un collegamento non ancora del tutto chiaro con Kurama, faceva decisamente parte dei fortunati... e dei più probabili bersagli. Questi fratelli gelosi potrebbero non essere entusiasti di vedere qualcuno di loro in una posizione di potere più prestigiosa della loro. Se ci pensi, non è poi diverso da una qualsiasi famiglia. Solo noi siamo... un po' più numerosi. Nemmeno lei sapeva definire quanti possibili fratelli ci fossero in giro. La sua spiegazione non era del tutto corretta, il Trono verde implicava che si uccidessero a vicenda a prescindere da tutto, ma il suo paragone era la cosa migliore che poteva dare a Saragi sapendo di rispettare il patto.

    La donna gongolò tra sè e sè, mentre il piccolo Saragi vedeva come un onore inimmaginabile quella somiglianza. Qualsiasi istinto di sopravvivenza di Hebiko era stato cancellato per far posto agli istinti di sorella maggiore: doveva proteggere quella fragile anima ad ogni costo. Non bastasse, sembrava avesse una discreta conoscenza del passato di Oto fin nei più piccoli dettagli (che gli interessavano, perlomeno). Oh, qualcuno ha fatto i compiti. Lui è Aoda Terzo. Manda è ormai passato a miglior vita, però... E' un pezzo che non faccio visita al suo discendente. Lasciò solamente intendere l'esistenza di un Manda secondo, ancora ricordava la pessima giornata durante la quale liberò il Primo da una sofferente prigionia immortale, per permettere al Secondo di vivere. Ci sono un paio di appunti a riguardo nel quaderno. Avrai modo di saperne meglio una volta letto. Hebiko osservò invece con discreto interesse il piccolo Aku, parecchio simile all'altro serpentello bianco che aveva salvato tempo addietro. Uno più adorabile dell'altro. Si morse il labbro, dovendo resistere a ricoprire entrambi di regali e vizi. Si voltò verso Aoda, quando indicatole. Oh. Sì, per la maggior parte. Ma non lo definirei un coinquilino, è più... Aoda si schiarì la voce, alzando per bene il collo, elegantemente posato. A-ehm. Il mio compito è servire la signorina Dokujita e prendermene cura al meglio delle mie possibilità. Deve sapere, signorino Saragi, che la signorina spesso dimentica di bere o mangiare, troppo concentrata sul lavoro, e durante i suoi pianti inconsolabili sono sssempre io ad avere a portata di mano fazz- Hebiko gli strinse il muso con la mano, con un sorriso stiracchiato. GRAZIE, può bastare. Un maggiordomo, decisamente più simile ad un maggiordomo.

    Heh, allora saprò chi contattare quando mi servirà farci un giro. Se non altro era un posto indubbiamente sicuro anche per uno shinobi inesperto. Probabilmente. Sapevo fin da piccola che presto o tardi queste simpatiche bestiole sarebbero diventati i miei più preziosi alleati. In un certo senso, lo erano già da allora. E mi sembra di capire che tu non sei da meno, hm? Fece un cenno con la testa verso il suo coinquilino, implicando come ci fosse la possibilità che potessero avere interesse anche in lui. E forse, permettendo così ad Hebiko di tenere più di un occhio addosso al ragazzino, e, se realmente fossero stati fratelli, prevenire che l'influenza del Trono verde avesse la meglio su di lui. Aspetta mie notizie, ti contatterò presto. Lo congedò, impaziente di tornare al suo lavoro dopo quella movimentata mattinata, fortunatamente conclusasi meglio di come credeva.

    Prima ho sbagliato, a quanto pare ho 6 post, non solo 5
  11. .

    See you soon

    XII



    Hebiko ridacchiò, nonostante il caso in sè non fosse da prendere alla leggera, al momento stava ancora solamente godendosi un caffè con un'attraente donna. Hehe. Più o meno, ero abbastanza sicura potesse essere un'esca. Non ne ho la certezza, conoscevo quell'uomo quand'ero più giovane, ma non ho sue notizie da parecchio. Poteva essere un criminale qualsiasi, ma dovevo verificare di persona. Osservò la donna ragno con un leggero sorriso di malizia e di sfida. E tu, naturalmente, potevi essere complice di quella Serpe, non potevo certo permetterti di fare il tuo gioco. Ridacchiò di nuovo. Ora so che saprai coprirmi le spalle... A patto che io sia dalla parte giusta della legge. Meredora aveva alcune piccole obiezioni, che però decise di lasciar andare ad un momento successivo, permettendo alla Dokujita di fare le sue indagini e spiegarsi meglio. La Vipera sorrise, accogliente. Naturalmente. Se il colpevole dovesse essere chi penso io, non me lo merito un vero the con pasticcini? Commentò, giocosa (e viziata). Se non altro una era andata.


    Hebiko trattene il respiro per tutta la conversazione. Sapeva di aver messo tutto quello che poteva sul tavolo, e comprendere le reazioni senza vedere il volto del suo interlocutore era estremamente difficile, soprattutto uno esperto come Aji stesso. Lo sguardo le si illuminò quando comprese di aver centrato l'argomento. Farò il possibile per farvi sentire come a casa. Ce l'aveva fatta, aveva ottenuto quello che voleva. La innervosiva sapere di dover attendere così tanto? Naturalmente. E anche l'idea che Kaji avesse chissà che affari non le piaceva affatto. Se l'era già fatto sfuggire, prima di lasciarlo a piede libero voleva capire con chi aveva realmente a che fare. Se non altro, aveva una scusa per forzare la loro vicinanza, che gli piacesse o meno.


    Le parole di Febh raggelarono il sangue della Consigliera, che rimase immobile sul posto. Lo fissò intensamente, con finta calma rovinata da una furia che non sapeva nascondere. ...Quindi? Pensi che non sappia dove trovare la mia roba in casa mia? Commentò schietta, senza muovere un muscolo. Febh iniziò ad impastare sigilli. La donna sussultò non una, ma ben due volte, mostrando un'espressione inorridita e terrorizzata. Impastò dei sigilli a sua volta, e la potente energia rilasciata dallo Yakushi fece esplodere la solida scrivania in più frammenti, dando il via ad un discreto incendio che grazie agli spruzzini sul soffitto si sarebbe spento altrettanto rapidamente... ed il corpo della Consigliera venne diviso in due, all'altezza della vita, mentre i fulmini avevano creato ustioni su tutto il suo corpo. La sua faccia si deformò, aprendosi innaturalmente e vomitando un'Hebiko intatta, ricoperta solamente della sua saliva, ma che non riuscì a fare altro se non cadere goffamente sul pavimento, alzando appena la testa, osservando con aria terrorizzata il suo assassino, Febh Yakushi in persona. Per..chè...

    La testa cadde, lasciandola esanime. [Rinascita+danni] Aoda strillò, in panico, fiondandosi dalla sua padrona, incapace di farla rinvenire. Makoto sbiancò, incapace di reagire. Non sapeva che fare, dopotutto era lì solamente da qualche ora. Il caos fece precipitare due guardie nell'ufficio, che reagirono in modo simile, un ufficio completamente nel caos, e la Consigliera a terra, mentre l'altro Consigliere stava in piedi, tronfio delle sue azioni. Per non parlare del colosso di Kumo lì con lui. Sguainarono una spada ciascuno, e mentre una delle guardie chiamava una sua evocazione per allertare tutta l'Amministrazione, l'altra si rivolgeva ai due uomini: ...Yakushi-sama. Cos'è successo? Non era uno dei soliti disastri a cui erano abituati, era una situazione decisamente più grave. Una delle due guardie si mostrò più aggressiva nei confronti del colosso di Kumo, indubbiamente colpevole ai suoi occhi. Maledette bestie! Sei stato tu ad attentare alla vita della Consigliera?? Mentre parlavano, una squadra medica aveva raggiunto l'ufficio di corsa, allertata dalle guardie stesse. Anche loro si mostrarono piuttosto sorpresi, non capendo cosa fosse successo, ma approcciando comunque Hebiko, affrettandosi per portarla in ospedale.

    La guardia avrebbe ascoltato la spiegazione dello Yakushi, senza però abbassare le armi. ...Capisco. Commentò. Il tono era grave. La Consigliera Dokujita verrà analizzata in ospedale. Non credo possa nascondere nulla ai nostri medici in quelle condizioni. La spada era ancora puntata verso l'altro Consigliere. Se anche lei è chi dice di essere, allora immagino non avrà problemi a seguirci.Aoda intervenne in sua difesa, per quanto il tono di voce impanicato nascondesse a malapena l'astio che provava per il gesto di Febh. Ssss... Ssssì, quello, è lo Yakussssshi!! Ma questa... Quessssta è la signorina Hebiko!! Ssss... Sssssi comportava in modo un po' insolito, ma... Sssss.... Oh, missssss... L'altro sarebbe intervenuto invece nei confronti di Makoto. Tu invece seguici senza fare storie, nessuno di noi si farà problemi a tagliare una testa di troppo di quelli come voi. Una rapida interrogazione ci aiuterà a far luce sull'accaduto. Febh grazie ad Aoda aveva forse un testimone chiave, e di conseguenza avrebbe potuto dare una mano a Makoto. Per Hebiko invece, non avrebbero potuto fare altro che attendere i risultati dall'ospedale.
  12. .

    Soul fight

    XIV



    Youkai rimase impassibile alle parole di Yamato, restando concentrato sulle sue domande e fissandolo con un'espressione che non garantiva pietà. Mostrò più frustrazione quando non riuscì ad ottenere i nomi, per colpa della strana fissa degli Hayate che avevano nel vedersi come una singola entità a più teste. I nomi con cui si stanno nascondendo. Ringhiò a denti stretti. Non poteva lasciarne scappare nemmeno uno. La sua ultima affermazione non fece che far reagire Youkai più bruscamente, lasciandolo a terra di malo modo. Non provare a paragonarci!! Li ho già affrontati una volta, non ero che un genin, esattamente come te. Inspirò pesantemente. Salveremo i tuoi genitori. E anche TE, dall'influenza di quel mostro. ...Sempre che lo vogliate. Gli diede le spalle, frustrato ma turbato dalla sua stessa furia. Il conforto della madre e l'espressione soddisfatta del padre però raccontavano un'altra storia.

    Vederlo ricoperto di sigilli gli diede un discreto scossone, che lo riavvicinò alla realtà. La furia si sopì, facendo posto ad un'espressione incerta, forse pentitasi di essere stato tanto inflessibile. Posò leggermente la testa sulla spalla di Hojo, osservando quello che era ora un prigioniero. Non so... come dovrei sentirmi. Da una parte empatizzava con Yamato e la spiacevole situazione in cui si era ritrovato, dopotutto avevano preso in ostaggio le persone a lui più care. Dall'altra, la sua fiducia cieca lo aveva quasi fatto uccidere, per mano dei suoi stessi genitori. Come poteva perdonarlo? Di certo aveva la possibilità di ribellarsi, di cercare aiuto? Sapeva che non avrebbe mai avuto la sua risposta senza trovarsi nella sua stessa situazione, e forse anche a quel punto le loro differenze li avrebbero portati a trarre diverse conclusioni.

    La madre commentò il suo bisogno di fiducia dandogli una spinta positiva che lo rese più sicuro di sè. Di certo non si aspettava quanto rapidamente la situazione con Yato sarebbe degenerata. Venne spinto via in malo modo, mentre l'altro iniziava a gridare, lasciando l'Uzumaki in uno stato confusionario. IO... SCUSA, OKAI!? L'HO FATTO PERCHè... Sembrava avessi bisogno di supporto! E' così che vorrei essere consolato io, quindi ho pensato... Gli gridò contro con altrettanta foga, ma la sua non era spinta dalla rabbia, solo da una reazione che non aveva appresso appieno, e di conseguenza si spense molto più rapidamente, mentre il Senju al contrario non sembrava far altro che rincarare la dose. Una pugnalata dietro l'altra, strappava pezzo dopo pezzo l'idea che Youkai si era fatto, di uno shinobi fin troppo stoico e rigoroso, che aveva solo bisogno della giusta spinta per rilassarsi, riducendola in così piccoli frammenti che la persona che rivide davanti non diventò altro se non uno sconosciuto di cui conosceva il nome.

    Il suo volto si spense. Vedersi distrutta la figura di una persona a cui stava donando la sua fiducia, proprio dopo aver scoperto di aver protetto quello che non sapeva essere un Hayate, furono una brutta scossa alla sua psiche. Rimase in silenzio solo per poco. Messaggio ricevuto. ...Grazie per la tua sincerità. Commentò con un leggerissimo inchino. Dopotutto avrebbe sempre potuto provare a sfruttarlo, così come aveva quasi fatto Yamato. Lo osservò con una punta di ostilità quando parlava di poter scendere unicamente ad una collaborazione, come se la sua richiesta di fiducia fosse un patto a cui potevano scendere a compromessi. Ma non avrebbe dato una risposta. Con permesso. Sarebbe scomparso così. Senza più gli occhi del Senju addosso, lasciò andare un sospiro pesante quante un sasso. Si sarebbe avvicinato alla madre a piccoli passi, cercando timidamente un abbraccio, quasi tremante per il timore di un ennesimo rifiuto. Avrebbe inspirato profondamente, affondando la testa nella morbida pelliccia, lasciando che il suo profumo gli schiarisse la mente, riportandolo a felici ricordi d'infanzia da tempo dimenticati. Non penso di essere molto bravo a scegliere le persone giuste.

    Era arrivato il momento di trarre le conclusioni. Youkai si era spostato sul divano, piuttosto scosso visti gli ultimi eventi, con Taiyoko stretto tra le braccia, in un certo senso anche lui parte della famiglia (gli Shishi insistevano che, nonostante lui potesse chiamare alcuni di loro per chiedergli un favore, fosse proprio Youkai quello adottato, e non viceversa). Strinse il simil corgi ancor più stretto a sè quando Raizen spiegò come la Speranza fosse esperta nel liberarsi delle creature, alimentando il suo odio. Stupida stronza... La proposta di Raizen venne accolta da uno sguardo che doveva essere neutro, ma la sua instabilità emotiva lo faceva apparire ben più alterato ed ostile. Si limitò ad estrarre un paio di catene dalla schiena. Niente spettro. E conosceva ancora ben poco delle sue temporanee abilità. Mamma? Papà? Siete stati voi ad insegnarmi le arti Uzumaki, c'è qualcosa di particolare che sapevo fare? Con un po' di aiuto, potreste aiutarmi a scavare nel mio subconscio per... insomma... Combattere nuovamente come Yuuki. Youkai era fin troppo affine alle anime per sapere le vere potenzialità di quelle catene. Qual'è la nostra peculiarità? Sappiamo toccare le anime anche noi? Non voglio finire in panchina o diventare un peso, non proprio con le mie arti di clan!

    Raizen aveva un buon piano, anche se Youkai non era certo dell'idea di rinchiudere troppe persone in un singolo bersaglio. Se io devo fingere di essere te, mi servirà la tua "spada". Altrimenti non funziona. Hojo ed Hikaru potrebbero trasformarsi in essa insieme. Io nascosto nel tuo corpo originale terrò la vera spada, così quando torneremo ognuno al proprio posto sarai pronto a combattere. Diluire le fusioni poteva aiutarli ad avere più scappatoie, e più effetti a sorpresa uno dopo l'altro. Raitei fece la sua comparsa, entità che Youkai aveva già avuto modo di vedere distrattamente un paio di volte, nonostante non fosse riuscito ad avvicinarsi a sufficienza per accarezzare alcuna delle nove fluffossissime code.

    Youkai aggrottò le sopracciglia all'affermazione dell'Hokage. La mia anima è donna. Gli shinigami non potevano sbagliarsi, dopotutto. Certo, c'era da domandarsi se venire a conoscenza delle sue vite precedenti ed essere forzato a vivere con la convinzione di essere un uomo avessero potuto impasticciarla in qualche modo. Non era un rischio che potevano prendere proprio in quel momento. La Speranza NON deve morire. Non in combattimento. Non sappiamo ancora cosa sia la Lacrima nè come sia fatta, e considerato che si sposta con lei durante la trasmigrazione, se dovessimo infliggerle un colpo fatale, sapremo già di aver perso. Se potessimo dare ad Hikaru qualche fuinjutsu di protezione non sarebbe male. Dopotutto non possiamo nemmeno garantire che non cerchi di suicidarsi solo per sfuggirci. Commentò freddo. Non conosceva le conseguenze di quella specifica trasmigrazione, per quel che ne sapeva poteva essere istantanea. Non permetterò che ci sfugga, nè che possa prendere possesso di mia madre. Se miss Speranza non vuole morire, la accontenteremo. Una volta trovata la Lacrima vera e propria, il Giseigan farà il resto. Tra sè e sè, iniziava a chiedersi se il suo stesso chakra potesse avere un effetto ulteriore sugli Hayate. Il Giseigan dopotutto veniva dal "suo" chakra, in un certo senso. C'era però la possibilità che quel tipo di potere fosse sopito, o sigillato, magari proprio nel sarcofago che la Santa custodiva gelosamente (per suo stesso volere). Ma, se quel potere si fosse rivelato utile per contrastare gli Hayate, recuperare il contenuto del sarcofago sarebbe diventata un'urgenza che nemmeno Raizen si sarebbe sentito di negare. Se solo avesse saputo del karma, avrebbe iniziato a rimuginare tra sè. Karikitori dopotutto gli aveva detto che aveva accumulato una quantità di karma inimmaginabile, non solo grazie a quanto fosse antica la sua anima, ma per via delle sue... pessime vecchie abitudini. Tuttavia, poteva essere un ulteriore vantaggio. E, verosimilmente, trovandosi nella mente di Seira, e potendo collaborare con Mineru e tutta la radice, sapeva anche che Youkai non era del tutto maschio. Ma la cosa non lo spaventava affatto. L'idea che potesse trovare più "accogliente" il suo corpo, soprattutto sapendo che avrebbe destato meno sospetti possibili nascondendosi nel corpo di un "finto" maschio, avrebbe non solo salvato sua madre, ma permesso Youkai di affrontarla faccia a faccia, in un terreno che conosceva, senza vie di fuga. Di certo non doveva sottovalutarla, ma se davvero nascondeva un mostro dentro di sè, e poteva essere usato per liberarsi di una simile minaccia, non ci avrebbe pensato due volte nel sfruttarlo.

    Yato si sarebbe invece occupato dei genitori di Yamato. Gli diedero tutte le informazioni necessarie, l'interrogatorio aveva dato loro un minimo di risposte, fornendogli forse un vantaggio sufficiente per aumentare le possibilità di successo. Taiyoko, vai con lui. Il corgi roteò la testa, leggermente confuso, ma ubbidì con un forte abbaio, zompettando in direzione del Senju, ronzandogli attorno eccitato. Dove andiamo?? Dove andiamo?? Youkai gli rivolse la parole un'ultima volta, mentre sistemava la maschera del Cervo sul lato della testa, garantendogli protezione, ma volendo comunque mostrare la faccia per ricordare alla Speranza chi aveva davanti, non appena si fosse separato dal corpo di Raizen. Sono bravi a proteggere cose. Taiyoko un po' meno, è ancora piccolo, ma i suoi portali potrebbero darti un discreto vantaggio. Trattalo bene. Gli Shishi fanno la guardia anche alle porte dell'aldilà, non saranno gentili con chi non rispetta i loro cuccioli. Commentò con freddezza. Sapeva di non potersi realmente fidare dopotutto, e non gli avrebbe permesso di far del male a Taiyoko, nemmeno per il bene della missione. Non potendolo portare con sè per affrontare la Speranza, voleva almeno garantire ancor più possibilità di successo per salvare i genitori di Yamato. Restavano pur sempre Uzumaki, fino a prova contraria.


    Finalmente si approcciarono a quello che sarebbe stato il luogo dello scontro finale. Youkai non nascondeva una certa tensione, anche se la frustrazione faceva da padrona. Avrebbe parlato solo dopo che Raizen sguinzagliò diversi cloni nel tentativo di scogliere le trappole più banali. Potremmo passare dal soffitto. Potrebbe aver piazzato meno trappole lì. Il vocione profondo del corpo di Raizen suonava parecchio strano. Ad un accenno dell'Hokage, avrebbe attivato il chakra adesivo, addentrandosi in quella che sapevano essere una trappola. Non si tornava più indietro. Se non altro era un Esperto in Fuinjutsu, nonostante insistesse che stava ancora imparando, quindi prese posto subito dietro a Fujiko, in modo da poterla avvertire in tempo se non se ne fosse accorta per prima.

    Corpo di Raizen -> mente Raitei + trasformazione con Youkai + Garyu originale
    Corpo Raitei -> mente Raizen + Garyu finta con i genitori fusi
    Clone di Raizen -> trasformato in Fujiko
    Fujiko -> trasformata in Raizen
  13. .

    Ogni pezzo al suo posto

    XI



    Hebiko ridacchiò alle giocose provocazioni di Meredora sullo Yakushi. L'eccezione che conferma la regola, mh? Temo che avremmo comunque metodi diversi per approcciarci al problema. Dopotutto una stanza simile per uno Yakushi non è troppo diversa da una stanza per i massaggi. Una riduzione delle ferie, d'altro canto... O uno spoiler sulla sua serie preferita, ma non era il caso di approfondire.

    Hebiko riuscì a continuare a sorridere di fronte alla donna ragno mentre vantava la sua impeccabilità nel suo lavoro, con un certo orgoglio, nonostante il terrore che percepiva mentre ne parlava. Oh davvero? Posso essere molto carina, sai? Commentò ridacchiando, lasciando intendere che quella di finire in una simile stanza fosse una possibilità tanto remota da essere praticamente impossibile. Dentro di sè, sudava freddo, completamente all'oscuro di ogni pratica di tortura, e per almeno una settimana non avrebbe avuto che incubi sulla donna ragno che la inseguiva con delle tenaglie, probabilmente accompagnate da un kanji della parola "dozzinale" in cima ad un bastone rovente.

    Meredora si stava agitando, mostrandosi più fredda, ma intuendo la strada che quel discorso stava percorrendo, la donna si mostrò più dolce, seppur restando sicura di sè, accennando un leggero sorriso. Oh, certo che il tuo non è lavoro sporco... Ma io so come la pensano al piano di sopra. Dopotutto, la superficie e le prigioni erano agli effetti due mondi a parte. E conosco anche bene la fama della temibile Carceriera, che non si lascia sfuggire nemmeno la più piccola delle informazioni, che ora sento anche di conoscere un po' più da vicino. La osservava seria, ma accogliente. Ora, di chi pensi io mi fida di più? Di qualche ometto ricco ed imbelletato che ha rilasciato una certa sentenza, oppure dell'istinto della Carceriera senza pietà, che non ritiene la tortura un "lavoro sporco", ma una dignitosa professione che altri sono troppo codardi per intraprendere? Lei per prima, si poteva pensare, preferiva nascondere il suo lato più sadico in quella sua nuova identità, ma non negava che era probabilmente troppo impaziente per fare quel lavoro in modo impeccabile. Tu pensi che la tua intuizione non sia che un buffo dettaglio da nulla, Ma io, che ti ho vista per quello che sei realmente, e ritengo la tua intuizione una prova fondamentale. Il perchè sarebbe arrivato in breve, dove Hebiko potè rilasciare parte del suo fastidio. Immagino non ci sia più motivo di nascondertelo. Ho forti motivi per sospettare che il misterioso profumo che hai trovato non sia altro che un veleno... prodotto da mio fratello. La questione diventava personale. Portò una mano sulla fronte, aggrottando le sopracciglia. Probabilmente hai ragione nel pensare che non vogliono incastrare te... Ma si tratta di mio fratello. E, senza scendere troppo in questioni di famiglia... Temo che potrei essere il suo prossimo bersaglio. Per colpa di quei due dei gemelli, non poteva parlarle del triste destino di ognuno dei suoi fratelli, ma non c'era problema nel sapere che qualcuno poteva attentare alla sua vita, soprattutto se il vero argomento del discorso era il profumo. Osservò nuovamente la donna. Vorrai perdonarmi per aver perso la calma... Ma a questo punto, temo che il mio timore fosse fondato. Se quel profumo proviene realmente da mio fratello, ho ragione a credere che il tuo carcerato innocente non fosse che una sfortunata cavia. Sospirò. Il tuo istinto potrebbe avermi salvato la vita... e pensare che lo reputi così poco importante... Nascose parte del suo viso con il ventaglio, non nascondendo però un trattenuto triste sospiro. Si sarebbe dunque alzata. Entro un'ora avrai i miei moduli per posticipare l'esecuzione. Nel frattempo... Devo considerarti parte delle indagini, o devo considerare il tuo lavoro concluso? Stava a Meredora scegliere se voleva avere una parte nel possibile salvataggio della Consigliera, e godersi i meritati ringraziamenti, o se lasciarsela scappare, forse per sempre.


    Hebiko si tappò la bocca per il timore di produrre qualsiasi suono quando udì la voce di Aji. Ironicamente, sentirlo parlare attraverso una tremenda decorazione vegetale la aiutava a non esserne troppo intimidita. Dovevano solo parlare, ma la pressione era la stessa del trovarsi nel punto focale di uno scontro. Perchè, non posso chiamare solo per risentire la vostra voce? Hehe. Ridacchò, allentando la tensione. Purtroppo si tratta di una questione importante. A seconda di quanto tiene alla vita di Kaji, probabilmente urgente. Fece una leggera pausa, doveva lasciargli intendere la gravità della situazione. Sono felice che Kaji abbia trovato un corpo in cui essere accolto, ma se non agiamo per primi la sua permanenza nel mondo dei vivi potrebbe essere più breve di quanto credevamo. Doveva calcolare bene quanto raccontare e quanto no, o poteva costarle un'altra informazione sfumata. Sospirò, con un filo di tristezza nella voce, che non dovette nemmeno sforzarsi di recitare. Tuttavia, non so quanto sarebbe contento che una simile informazione venga sparsa in giro... pensi di riuscire ad organizzarci un incontro privato? Con tutto il rispetto, credo che le mie informazioni saranno più al sicuro se riferite direttamente dalla fonte principale al diretto interessato. Gli Hakai sono maledetti a sufficienza così come sono, ed i Kemono sanno essere spietati quando vogliono... Verosimilmente, potrebbero essere già in azione. Dopotutto le serviva una scusa per evitare di confessare tutto subito, nonostante l'urgenza, e lasciar intendere che l'argomento generale fossero gli Hakai. Lasciare a loro la scelta del luogo d'incontro dava ai due una discreta libertà, e di conseguenza un vantaggio, forse la certezza che non avrebbero lasciato andare Hebiko senza le sue informazioni. L'urgenza però implicava che dovesse essere facilmente raggiungibile dalla donna.

    Non lo avrebbe ancora confessato, ma il suo obiettivo era una mezza verità: mettere al corrente (o eventualmente ricordare) che l'arrivo di Kaji nel mondo dei vivi aveva scombussolato l'equilibrio degli Hakai, ora che quattro di loro erano in vita, pur essendo lui una "mezza vita". E la sua notizia non era nemmeno l'unica moneta di scambio che aveva. Oh, mi raccomando, anticipagli che ho una soluzione al suo problema. Non avrebbe potuto anticiparla, se avesse chiesto ulteriori delucidazioni, la donna avrebbe ridacchiato. Suona arrogante così, ma io sono parte della sua soluzione. Non posso dirti di più, Aji caro. Quando potrò vedervi? Dritta al punto. C'era una certa urgenza, quindi non serviva girarci troppo attorno. Aveva rilasciato abbastanza indizi per lasciar intendere come avesse molta carne al fuoco, ed in parte era vero: dopotutto, dai ricordi di suo padre, aveva scoperto di essere una mezza Kemono, o comunque di esser stata "ingegnerizzata" appositamente per essere il più affine possibile alle loro arti. Avrebbe mentito nel dire che aveva la soluzione a portata di mano, ma non nelle intenzioni: voleva trovare quegli sciamani da tempo ormai, saperne di più su quelle abilità ancora sconosciute, e se farlo poteva anche aiutare Kaji, poteva forse contare su un aiuto extra, ed un favore in cambio di un problema in meno.


    Makoto credeva ad ogni parola di Febh, iniziando già ad immaginare una ben più giovane Hebiko, che si approcciava all'abitazione dello Yakushi come una piccola fiammiferaia nel mezzo dell'inverno. OH!! Così fragile! Le avevo detto che il centro del villaggio poteva essere spietato! La vipera iniziò a sibilare, osservando con aria confusa l'Amministratore mentre proseguiva con le sue follie, nonostante il colosso di Kumo continuasse a penzolare dalle sue labbra. Quindi è grazie a lei che è sopravvissuta, ed arrivata tanto in alto!? Non sss.... Non sono sicuro fosse così la storia... Makoto però dedicò un profondissimo inchino allo Yakushi, con le braccia drittissime sui fianchi, nemmeno gli fosse grato per la sua stessa vita. Intoccabile e capace Amministratore!! Non potrò mai ringraziarla a sufficienza per aver protetto la signorina Hebiko!! E' incredibile che il destino l'abbia portata da una persona tanto generosa ed affidabile! Aoda spalancò le sue fauci per la sorpresa, dopotutto conosceva l'Amministratore in prima persona. Quesss... Quessssss.... SSSte sono tutte sssciocchezze!!! Iniziò a commentare, anche se verosimilmente sarebbe stato presto ammutolito dall'Amministratore stesso. La proposta di Febh, di fatto l'accettazione dell'essere ufficialmente accolto nel villaggio, gli fece scendere una lacrima silenziosa sulla guancia, ma alla notizia reagì in modo più posato, mettendosi in posa militare, e trattenendo la sua commossa voce tremante. Sono al suo servizio, Generale Capace!

    Makoto mostrò a Febh un sorriso ebete quando chiese specifiche su F, annuendo con ampi gesti della testa. Non colse la reazione dello Yakushi, alla quale rispose: Gli devo molto sai! Non tutti sarebbero disposti a farti fuggire dal tuo villaggio, per unirti ad uno nemico. Ma diceva anche che se alcuni di noi di Kumo riuscissero ad integrarsi a modo ad Oto, forse potremmo diventare alleati prima o poi! Sorrideva ancora, mentre Aoda era ancora agitato per i vaneggiamenti precedenti. Oooh, non posso tenere la signorina Hebiko all'oscuro di tutto questo... Di certo nessuno dei due si aspettava di veder Febh accusare Makoto di essere una trappola. Non potrei mai far del male alla signorina!! Mi ha aiutato molto quando eravamo giovani, non fosse stato per lei forse non sarei qui per raccontarlo!

    in Amministrazione, nessuno dei due sembrò ottenere la reazione sperata, lasciando Makoto a mugolare qualcosa a bassa voce, prima di ricevere lo scappellotto che lo riportò all'attenzione. Aoda aveva già il muso pronto a sbirciare in direzione della sua evocatrice, ed ubbidì dopo aver mostrato ai due un leggero inchino. Sarebbe uscito dopo solo qualche minuto, leggermente agitato. La signorina sta sparpagliando documenti ovunque. Sss... Sembra stia cercando qualcosa con una certa fretta. Non so cosa stia cercando di preciso però, non sembra... ordinata, nella sua ricerca.

    A Febh quello bastava ed avanzava. Spalancò la porta, facendo sobbalzare la Consigliera, che rapidamente cercò di replicare. Ma allora!? Non ho detto che avevo da fare?? Metà degli scaffali erano aperti, sul tavolo e sul pavimento erano sparpagliati documenti vari, tra cui identità di alcuni shinobi, rapporti scollegati tra loro, persino documentazione dell'ufficio di poco conto, tra edificazioni, permessi ed altri documenti civili. Hebiko sospirò, roteando gli occhi. Ah, certo... Speravo te ne fossi dimenticato. Dammi qui. Allungò la mano per prendere possesso del documento, e dopo aver frugato in tre cassetti diversi, sempre se Febh non avesse avuto da ridire, avrebbe finalmente trovato una penna, affrettandosi a firmare. Sei contento adesso? Ora fà il bravo, non mi ci vorrà molto.
  14. .

    Indagini in corso

    X



    Hebiko dedicò un piccolo inchino alla donna, come ringraziamento per il suo complimento. Internamente non potè che provare un leggero fastidio nel sapere che fossero di nuovo gli Yakushi, più precisamente Febh, ad averle dato i veleni e gli antidoti necessari per il loro piano. Febh sapeva sempre rovinarle tutto. A mente fredda però non potè che ammettere come fosse un'ottima strategia, dopotutto il suo fastidio era dato unicamente dal voler far scappare qualcuno al suo interno, perchè proprio quel qualcuno le interessava, era grata nel sapere che i criminali all'interno avevano poche chance di uscirvi. Non credevo fosse realmente possibile dare una libertà controllata, senza pesanti rischi. Eppure sembra che tu abbia pensato davvero a tutto! Impressionante. Sorrise appena, coprendosi rapidamente il volto con il ventaglio, come se si vergognasse della sua espressività incontrollata.

    Usò nuovamente il ventaglio per coprire parte del volto, ma stavolta per coprire il disgusto, e in parte anche il suo ben controllato ma sempre presente terrore per i vari attrezzi di tortura presenti nelle apposite stanze. Non aveva nemmeno bisogno di fingere, e non intendeva nascondere il suo disagio a riguardo, dopotutto voleva lasciare che Meredora fosse la regina assoluta in quel posto... O almeno lasciarglielo credere. Così come quando le fu negato il suo the, dove si lasciò andare ad un deluso sospiro. Questa dovrebbe essere una punizione per i carcerati, non le oneste guardie al lavoro. Alla menzione del caffè picchiettò il ventaglio chiuso sulla sua guancia un paio di volte, con fare pensieroso. Si può fare. Annuì una singola volta, lasciandosi accomodare nella stanzetta che la donna ragno chiamava ufficio.

    Sei crudele, Meredora. Commentò, con una risatina. Sarebbe divertente vederti in azione, ma ho una repulsione per... quel tipo di pratiche. Dopotutto, "torturare" un dipendente troppo pigro era ben diverso dal cercare di ricavare informazioni da un prigioniero con la bocca cucita. Mi rincuora sapere che c'è gente non solo affidabile, ma spietata. Certi criminali non meritano alcuna pietà. Si complimentò, anche se in maniera velata. La Vipera sorrise di rimando, cogliendo il gesto giocoso di sfida. Interrogare una torturatrice... Conosci così tanti trucchi e segreti del mestiere, non mi stupirebbe vederti mettere in trappola il tuo stesso torturatore. Ridacchiò, ascoltando di come altri avessero tentato di flirtare con lei nella speranza di una via di fuga, ottenendo forse una punizione ancora peggiore di quella prevista. Che fosse un velato avvertimento? La rossa non sembrò coglierlo, ascoltando con interesse le sue storie, ed annuendo solenne alle sue osservazioni.

    Riuscì ad arrivare a Sylas, dove iniziò il suo piano per convincere lei stessa a liberare il prigioniero. In un primo momento Meredora rispose freddamente su come ogni cosa fosse stata eseguita nel migliore dei modi, e non lasciasse spazio ai dubbi. Hebiko poteva notare come stesse riuscendo ad avvicinarsi emotivamente alla donna ragno, quando lei, proprio dopo aver ritratto la mano, fece restare la Vipera di sasso. ...Mh? La fissava, sbattendo gli occhi più volte. Si ricompose, posando la sua tazza di caffè con forzata calma, posando quindi la schiena sulla sedia. Ti ascolto.

    Ascoltò con attenzione, assicurandosi di cogliere ogni piccolo dettaglio. Sia sulle ricerche di Meredora, che sul suo arrendersi alle pur sospette prove apparentemente inequivocabili, che però sembravano lasciare enormi dubbi proprio a causa di un'esecuzione così perfetta. Un profumo? Uno ben più particolare di quello che potevano pensare. Aggrottò le sopracciglia nel sentire che non si trattava di un prodotto tipico otese. Oh? Per niente sospetto. Commentò, ovviamente ironica, pur mantenendo un tono serio per via della situazione. Sentirne il nome la portò a fare un grave sospiro. Capisco. Il suo sguardo era apparentemente calmo, ma con le pupille tanto affilate da scrutare l'animo di Meredora. Quindi tu, la Signora delle Prigioni, hai trovato una prova che potrebbe scagionare un innocente da una sentenza di morte, eppure hai deciso di lasciar perdere perchè qualcuno di chiaramente più incompetente di te ha già dato la sentenza, consapevole che sarai comunque tu a fare il lavoro sporco. Non distoglieva lo sguardo dalla donna, giudicandola e senza nascondere come stesse analizzando ogni sua più piccola espressione nel viso. Oggi è toccato ad un cittadino innocente qualsiasi, domani potrebbe capitare a qualcuno ai piani più alti, come un Consigliere che qualcuno non vede di buon occhio. Non avrebbe girato intorno al discorso, fu diretta nel far intendere il problema di quella sua mossa. Certo, sempre se l'esecuzione non renda automaticamente anche te una complice, se chi ha cercato di nascondere a tutti noi quel profumo sospetto non stia aspettando proprio la morte di quel prigioniero. Sarebbe rimasta pazientemente in attesa di una sua reazione, stavolta però fredda ed impassibile.

    Dopo qualche minuto, Hebiko si lasciò andare in un più morbido sorriso, portandosi in avanti sulla scrivania di Meredora, incrociando le mani appena sotto al mento. Ti dico io cosa faremo. La sua voleva essere una generosa proposta. Come Consigliera, io sono la Voce del Kage. Ho il potere necessario per rimandare l'esecuzione a data da destinarsi per ulteriori indagini, prendendomi così la responsabilità dell'esito di questa storia. Si era lavorata Meredora per cercare di ottenere un permesso ben più grande di quello, a confronto rimandare un'esecuzione sospetta di qualche giorno era una cosa da niente. Noi continueremo ad indagare, per capire chi vuole incastrarti e costringerti ad uccidere un innocente. Ho una pista da seguire, ed un amico che sono sicura saprà illuminarci sulla vera natura di quel profumo. Doveva pur dimostrarle di avere in mano la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo. E poi... Quando tutto sarà finito, potrai catturarmi e punirmi per i miei "crimini". Le fece l'occhiolino, con un ghigno ammiccante. Cosa ne pensi?


    Se tutto fosse andato come previsto, la sera stessa avrebbe iniziato i preparativi. Doveva contattare Aji Tae, e doveva probabilmente fare una delle cose peggiori possibili, soprattutto con un mercante: indebitarsi. Non aveva nemmeno troppo timore che le dicesse di no (ne aveva, parecchio), ragionevolmente avere un debito non avrebbe fatto altro che dare un enorme vantaggio ad Aji, che poteva chiederle qualsiasi cosa in cambio. Dal canto suo, sperava che quel tipo di informazione fosse "economica" a sufficienza per garantirle che il debito in questione non fosse esagerato, concedendo così ad Aji un'ottima occasione per sfruttare un aiuto gratuito, ma tale aiuto doveva restare equilibrato con la richiesta. Coraggio, coraggio. Quanto potrà valere quell'informazione? L'urgenza la rende sicuramente più importante... Si morse il labbro. Non aveva molte altre opzioni al momento, e non usare il suo più valido alleato sarebbe stato stupido, nonostante il costo. Avrebbe inizialmente usato il coltello regalatole, conficcandolo in una pianta così come ordinatole, chiedendo ad Aji un secondo incontro, magari più privato, lasciando intendere che volesse indebitarsi per una piccola informazione (quella era la sua esca, dopotutto). Se il coltello non avesse funzionato, le sarebbe toccato andare da Ogen, usando ognuna delle sue tattiche di scuse e di sottomissione, chiedendole con umiltà un modo per avere un secondo incontro con Aji. Ho imparato la mia lezione, e ne continuerò a pagare le conseguenze. Ma è anche vero che siamo ora partner in affari, un innocente incontro amichevole non farà che migliorare i nostri rapporti.


    L'omone di Kumo, dall'alto del suo metro e novanta e protetto da possenti muscoli, era comunque visibilmente intimorito dal Consigliere. Sei un pericoloso piccolo uomo. Commentò, nonostante fosse praticamente un insulto, con rispettoso timore, soprattutto dopo la minaccia per niente velata. Aoda stava ancora trattenendo a fatica la sua crisi di nervi, annuendo allo Yakushi. La signorina mi ha raccontato di aver imparato le basi del chakra da uno strano medico, e di averle poi insegnate a sua volta al suo vecchio gruppo. Makoto annuì. Non che fosse molto brava a spiegare, perlopiù ci prendeva a pugni, si lasciava guidare più dall'istinto che dalla conoscenza. Però grazie al suo aiuto eravamo il team più temuto della nostra periferia! Commentò con orgoglio, dopotutto pochi altri potevano vantare di aver ricevuto un addestramento da un vero shinobi, e aveva dato loro, ma ancor di più Hebiko, un netto vantaggio nella zona perlopiù abbandonata a se stessa dove vivevano, nessuno dei civili poteva competere. Oh, eravamo un bel gruppetto! Commentò con orgoglio ed una certa nostalgia. Vediamo... C'era Kenzo, pessimo in combattimento, ma era bravissimo a raccattare aggeggi dalla spazzatura e costruirci aggeggi utili... quando non esplodevano. Junko e Sylas, che si combattevano sempre le attenzioni di Hebiko più di tutti gli altri, Shosuke, il più giovane, praticamente un bambino silenzioso e un po' strano, e naturalmente io. Contò tutti con le dita mettendosi poi in posa orgoglioso quando arrivò il suo turno. Ero bravino anche da giovane, ma soprattutto a Kumo sono diventato un cuoco provetto. Aveva ben poco altro da fare in quel di Kumo, tenuto in disparte dai compiti più importanti, abbandonato costantemente a servire gli altri shinobi con compiti ritenuti meno importanti, e per sua fortuna le sue basi culinarie gli avevano permesso di trovare un posto tranquillo dove sfogare il suo talento. I miei scarafaggi al vapore sono i migliori.

    Il colosso di Kumo portò una mano sotto al mento alla menzione della furtività dello Yakushi, annuendo genuinamente interessato. Ingegnoso... Iniziarono ad incamminarsi in Amministrazione, mentre Febh chiedeva delucidazioni su chi lo avesse convinto ad andare lì. Oh, il mio caro amico F! So che suona strano, ma gli piace farsi chiamare così, anche gli altri del gruppo hanno nomi simili, K, L... Cose da shinobi come saprai bene. Annuì con convinzione. Non ho fatto in tempo a guadagnarmi una lettera anche io, ma francamente non mi interessa. Ho sempre vissuto qui ad Oto, è questa la mia vera casa. Poteva interrogarlo come voleva, era indubbiamente sincero su ogni suo commento. F sapeva che fosse Consigliera, e gli orari a cui lavora. Certo, dato che ci lavori anche tu, forse tu li conosci meglio. E' stato un grande aiuto sai? Me l'ha anche descritta, è cambiata molto da quando la conoscevo! Spero che sotto sotto sia comunque la solita. Era malinconico nel tono, e forse anche preoccupato, dopotutto non era certo che non lo avrebbe rifiutato. Sapere che lei stessa aveva mandato questo Febh a cercarlo gli dava una forte speranza.

    Febh decise di esporre i suoi dubbi sulla sua possibile identità di infiltrato. Hmm, ingegnoso... Lei è davvero un capace Amministratore. Due menti affini. Ci rimuginò un po' su, prima di iniziare a commentare. Beh, so che ora la signorina indossa spesso kimono e abiti eleganti, ma un tempo non era così. Dopotutto nessuno di noi poteva permettersi qualcosa di tanto costoso. Però una volta abbiamo trovato una carovana abbandonata, avevano già rubato parte della merce, ma avevamo trovato alcuni tessuti pregiati un po' rovinati, ed un paio di kimono, con roba varia per il trucco e gioielli. Probabilmente una nobile signora aveva fatto una brutta fine. Junko ha convinto Hebiko a provare quella roba su di sè, per cercare di renderla più femminile. Quando è entrata nella stanza, Sylas si è messo a gridare e Kenzo è svenuto sul colpo. Si è arrabbiata così tanto che ci ha picchiati tutti, non l'ho più vista tentare di essere più femminile per almeno tre mesi. Aggrottò la fronte. Hmm, forse questo era un ricordo più doloroso, che imbarazzante, ho ancora il ricordo dei lividi. Si fece nuovamente pensieroso, per poi schioccare le dita. Oh! C'è stata quella volta in cui era tutta strana quando passava del tempo con Sylas, gli parlava con una vocina più acuta, e sembrava dimenticarsi come fare un sacco di cose che faceva sempre senza problemi, ma noi glielo ripetavamo sempre che sapeva già fare quelle cose. Poi un giorno si è chiusa nella sua stanza a piangere e da lì in poi ha smesso. Sbuffò, con fare nervoso. No no, neanche questo è imbarazzante. Hmmm... Si illuminò di nuovo. C'è stata quella volta che uno shinobi proveniente dal centro di Oto si è fatto vivo in cerca di talenti! Le avevo preparato un piatto abbondante, ricco di carne e carboidrati per darle forza. Quando è arrivato il suo turno di mostrare la sua forza, per schivare un colpo del suo avversario si è abbassata, ricevendo una ginocchiata sullo stomaco, e ha vomitato addosso al sensei. Non è stata scelta quel giorno. Hehe, a momenti nemmeno il ragazzino che è stato scelto voleva seguirlo, puzzava terribilmente. Commentò, tronfio di aver finalmente trovato la storia giusta.


    Sarebbero arrivati in amministrazione non troppo tempo dopo il ritorno di Hebiko dalla casa del the. Non appena entrarono in ufficio, il volto della donna si illuminò sorpreso, non si aspettava tanta rapidità dallo Yakushi. Oh miei kami, lo hai trovato sul serio!! Oh- Ti sei allenato vedo. Se lo ricordava decisamente più smilzo. Si spostò dalla sua postazione, approcciando entrambi. Hebiko!! Makoto era eccitato, era la prima volta che la rivedeva da così tanto tempo. Le prese le spalle, lasciando la donna leggermente interdetta, togliendosi gli occhialetti e fissando la donna con intensità. Hebiko sforzò un sorriso, nonostante fosse genuinamente contenta di vederlo, restava ben poco abituata al contatto fisico. Il colosso di Kumo sorrise, dandole un leggero ma rapido abbraccio, sembrava conoscerla bene pur non resistendo nel concedersi quel piccolo gesto. Sono... Sono contento di sapere che hai persino mandato qualcuno a cercarmi! Era sul punto di piangere. Lo sguardo di Hebiko si spense, tornando seria. Bene. Finalmente ce l'hai fatta. Commentò, lanciando un occhiata anche a Febh. Ora che sei qui non c'è più bisogno di fare le cose di fretta, andate a divertirvi da qualche parte, ho del lavoro da sbrigare. Fece cenno ad entrambi di uscire, spostandosi poi frettolosamente verso le varie cartelle archiviate del suo ufficio, iniziando a frugare in modo scomposto tra i vari cassetti. Allora? An-da-te. Grazie per la visita, ma vi rivedrò più volentieri quando avrò finito il mio turno. Non avrebbe detto altro, non offrì del thè, a malapena li degnava di uno sguardo, troppo impegnata a cercare solo lei sapeva che documento tra i vari scaffali. Makoto rimase leggermente scosso dalla sua reazione, ma dopotutto erano passati anni, si sarebbe voltato invece da Febh che, come suo collega, forse poteva aiutarlo a capire in che modo fosse cambiata.
  15. .

    La giovane Serpe

    IV



    Hebiko continuò la sua discussione con il duo di sottoposti del Mikawa, stizzita ed innervosita dalla loro insistenza. Dopotutto non erano venuti lì con una scelta, ma con un obbligo. Aveva poco da ribattere, se tutto ciò che volevano era una finta approvazione, forse una scusa a cui puntare il dito qualora i loro piani fossero falliti. Ne aveva abbastanza di loro, e decise di fare il loro gioco: con un rapido gesto della penna, lasciò loro la tanto agognata firma. E' tutto vostro. Ora sparite. Non voglio più sentire una parola, nè vedere uno di voi parassiti nella mia Amministrazione. Etsuko aveva mandato una sua pseudo evocazione a parlare col piccolo Saragi, ma Hebiko affrettò la loro discussione, forzandone la fine in modo brusco, impaziente di buttar fuori quelle che chiamava "spie".

    Chiusasi la porta alle spalle, fece un sospiro profondo. Aveva rimandato un problema al futuro, non voleva più pensarci, non fino a che non avesse avuto le forze di ideare un piano salvagente. Lo sguardo però scivolò sull'intruso ancora presente nel suo ufficio, il quale la fissava con più ammirazione e scintille negli occhi di prima. Un sorriso tirato apparve sul suo volto, mentre il suo sguardo confuso osservava il ragazzino. Um. Giusto. Come posso aiutarti? Alla menzione dell'Erede avrebbe annuito, intuendo il suo interesse. Dopotutto, il serpentello che lo accompagnava ed la sua carnagione estremamente pallida, seppur non fossero certezze, erano due importanti dettagli che potevano catalogare i due come parenti più stretti di quello che immaginavano. Oh, quello. Immagino la notizia non si sia ancora espansa a sufficienza. E' vero, hai di fronte a te l'unica Erede di Orochimaru. Fece un piccolo elegante inchino, prima di correggersi. L'unica di cui si abbia notizia, quantomeno. Si dice che ci siano parecchi fratelli in giro. Ma raramente qualcuno si rivela... Sembra che non ci piaccia sapere che esiste più di un solo Erede in vita alla volta. Ridacchiò, nonostante la rivelazione vagamente macabra di un segreto massacro in corso. E guardati! Non sembriamo nemmeno tanto diversi, io e te. Il giovane Saragi si presentò, rivelando come il suo compagno fosse con lui dalla nascita. Pessimo, pessimo segno. La Vipera sorrise. Insomma... Due fratelli insoliti. O coinquilini, così hai detto mh?

    Non poteva dirlo con certezza, ma da parte sua sarebbe stato stupido non capire che Saragi era quasi sicuramente un fratello, almeno tanto quanto lo era Mitsuki. E, nonostante la loro maledizione che voleva spingerli ad uccidersi a vicenda, Saragi era sì stato in qualche modo attratto verso la sorella, eppure ancora non dimostrava alcun istinto violento. Al contrario, era fin troppo mansueto per gli standard otesi, almeno per quei pochi minuti con cui ci aveva avuto a che fare. Non avrebbe mai avuto il coraggio di uccidere un bambino tanto giovane, a meno che non si fosse mostrato apertamente aggressivo o corrotto dal loro padre. No, quello che voleva era testare la sua teoria: assoggettare i suoi fratelli più deboli, dar loro fiducia, aiutarli a crescere, ma sempre con un obiettivo in cambio: proteggere lei, l'Erede principale. Dopotutto il patto era semplice: quello, o la morte. E poteva forse arrivare a quel risultato tramite l'affetto, piuttosto dell'imposizione. Anche io ho qualche amico serpente, sai? Una goccia di sangue sul pavimento, ed ecco che come dal nulla apparve Aoda, la Vipera blu di Hebiko che dedicò un sentito inchino ad entrambi. Al vostro servizio, miss Hebiko. La donna roteò gli occhi, non si era mai abituata a quanto fossero servizievoli le sue evocazioni. Questo è Saragi. E lui, invece, si chiama Aoda. Non è mio... com'è che dicevi, coninquilino, ma è una mia evocazione. ...Talvolta significa la stessa cosa. Dopotutto erano più le volte che Aoda passava il tempo nella dimora della sua evocatrice che nella sua grotta. Troverai qualche informazione su di loro anche nel mio quaderno. Sai, il loro clan fa parte dei discendenti che hanno servito Orochimaru ed il suo sottoposto Konohaniano! Gli sorrise, pronta ad osservarne le sue reazioni. Capire cosa pensava del Fondatore l'avrebbe aiutata a comprendere come renderlo innocuo e magari con che tipo di favori guadagnarsi la sua fiducia.

    Fece un sospiro, aggrottando la fronte. Dunque, perchè eri qui... Ah! Il tuo coprifronte. Aoda, ti dispiace? La vipera rizzò il collo, prima di strisciare sullo scaffale, usando abilmente il suo corpo e coda come fossero arti con cui aprire un cassetto ed estrarre una scatola, dalla quale tirò fuori una targhetta di ferro con una nota incisa sopra. La donna si chinò sulla sua scrivania, compilando rapidamente le poche scartoffie che confermavano l'appartenenza di Saragi al villaggio. Così giovane eppure così talentuoso. Devo tenerti d'occhio, non possiamo di certo sprecare il tuo talento. E magari, vista la tua affinità, assegnarti qualche missione... serpentosa! Ridacchiò appena, chiaramente al di fuori di qualsiasi slang che potevano usare i giovani, ma se non altro dava l'apparenza di essere gentile e di aver ascoltato quel poco che Saragi aveva avuto da dire. In effetti, è da un po' di tempo che devo controllare come sta uno dei cuccioli... Un serpentello bianco, che aveva salvato tempo addietro in un laboratorio abbandonato, e che sembrava rimasto in uno stato di ibernazione per parecchio tempo. Facciamo così: tu studia per bene quel quaderno. Quando ti sentirai pronto, se le altre serpi ti riterranno degno, ti porterò con me alla loro grotta. Era una prova estremamente semplice ma importante: capire cosa più gli interessava, valutare la sua determinazione a riguardo, e magari farsi dare qualche risposta sulla provenienza del piccolo "coinquilino", non dissimile dal serpente che ancora aspettava di svegliarsi.
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