Posts written by Waket

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    Ospiti


    VIII




    Youkai sembrava piuttosto scosso da quella rivelazione, ma Raizen sembrava pronto a tranquillizzarlo. Non era come credeva. Fece un sospiro di sollievo.

    Era anche peggio.

    Youkai impallidì. Se quella era l'esatta procedura, significava che quelle stesse anime erano state spezzate, letteralmente, per far sì che gli organi funzionassero come in origine. Per quello che ne sapevano, quelle potevano essere tutte mezze persone. L'Hokage non doveva averlo capito, oppure il suo era un esempio per Youkai estremamente fuorviante. Una cosa lo confuse più di altre. Perchè l'essere creature millenarie dovrebbe renderle meno importanti? Che fossero persone o draghi, fenici, o chissà cos'altro, frammenti della loro anima stanno alimentando Armi in cui di certo non volevano far parte. E probabilmente soffrono da millenni. Come guerriero del Vuoto di nuova generazione, sentiva ancor più il peso di quella responsabilità.

    La spiegazione sui Re d'Ombra gli mise più confusione che chiarezza. Nemmeno i demoni erano demoni?? Il giovane chunin rimase in silenzio, a far girare le rotelle per macinare tutte quelle informazioni confuse. Ma Feng forse aveva capito che la spettacolarità era ciò che serviva realmente all'Uzumaki. Rimase in religioso silenzio ad osservare il breve spettacolo degli Hai Urami, presentatisi con orgoglio. Era riuscito ad ammutolirlo. Lo osservava a bocca aperta, fissandolo come fosse una divinità. E poi le domande. Gli fu addosso in una manciata di secondi. In molti quanti?? Siete tutti maschi? Avete tutti la stessa personalità o tutti diverse? Vi parlate di solito?? Sto simpatico anche agli altri?? Avete gusti di cibo uguali o differenti?? E da dove vengono tutti?! Gli vomitò addosso una marea di domande, emozionato, incredibilmente incuriosito da quella nuova scoperta, senza nemmeno pensare al fatto di poter essere stato invadente. Fortunatamente il mercenario aveva già inquadrato l'individuo, e sapeva già di non dover temer nulla se non qualche domanda di troppo da parte di un nuovo fan.

    Sembrava anche che Feng apprezzasse Yato per aver salvato una persona a lui importante. A Youkai quella notizia bastava per mettere il giovane sotto una luce migliore. Raizen gli aveva chiesto tempo addietro di tenerlo d'occhio, ma non aveva mai notato nulla fuori dall'ordinario, se non che fosse particolarmente scorbutico. Ora, sapere che si fosse impegnato così tanto, al punto di ottenere la fiducia di un mercenario, lo aiutava a vederlo in modo diverso. Aveva comunque un po' di soggezione, ma perlomeno aveva una prova della sua bontà.

    Dopo che Raizen si sfogò con la storia di sua madre, mostrò quanto freddo potesse essere al di fuori del proprio villaggio. Una freddezza che per la maggior parte degli shinobi era normale, la pecora nera lì in mezzo era Youkai. Non sembrava troppo entusiasta della cosa, nonostante le spiegazioni. Nemmeno Feng sembrava turbato. La cosa lo spinse a non obiettare, ma avrebbe distolto lo sguardo, restando in silenzio. L'ordine di uscire e richiamare Yato era quasi una manna dal cielo. I discorsi di due jonin erano non solo complessi, ma anche pesanti da digerire, soprattutto ricordare quanto e quante volte avevano già avuto a che fare con la morte. Un po' di aria fresca gli avrebbe fatto bene.

    Ma la fretta è cattiva consigliera. Ormai nei pressi del quartiere Senju, si era reso conto di non aver nè preso con sè, nè controllato in Amministrazione la cartella di Yato, per trovarne l'indirizzo. Non poteva certamente tornare indietro a mani vuote, e rifare tutta quella strada gli avrebbe fatto perdere troppo tempo. Nemmeno mandare Taiyoko avrebbe aiutato. Si morse un dito, stressato. Poi, ebbe un'idea. Si portò di fronte alla prima porta della prima casa nel quartiere. Non sapeva se lo avrebbero riconosciuto come il segretario dell'Hokage, ma dal suo vestiario era chiaro lavorasse negli uffici. Salve! Mi manda Raizen. Yato abita qui? Ad una riposta negativa, avrebbe sospirato triste, spostandosi verso la casa successiva. Okai, grazie. A rivederla.

    Prima o poi avrebbe avuto fortuna, o uno dei Senju lo avrebbe indirizzato dalla parte giusta. U-Uhm. Cia-ciao, Yato. Salutò, visibilmente a disagio. Uh... L'Hokage... Ti vuole in Amministrazione. Mmmh. C'è anche il signor Feng, dice di conoscerti... Di certo dirgli che un amico era presente lo avrebbe messo a suo agio! Avrebbe aspettato finchè non fosse stato pronto, insistendo che doveva accompagnarlo ad ogni costo. Non avrebbe rimesso piede in Amministrazione senza di lui, non poteva permettersi così poca professionalità.

    Nel viaggio di ritorno sarebbe rimasto in silenzio, visibilmente imbarazzato ed incerto. Non sapeva se parlare, ma Yato non lo faceva sentire a suo agio a sufficienza per provarci. Una volta nell'ufficio dell'Hokage, avrebbe fatto entrare il Senju, chiudendo poi la porta alle sue spalle, zompettando poi al suo posto originale. Yato sarebbe stato un prezioso alleato per addentrarsi ad Ame senza dare sospetti, ma dubitava che lui, forse nemmeno Feng, avessero potere a sufficienza per riprendere il demone senza causare troppi problemi.
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    True Self


    XIII




    Avrebbe sorriso durante tutti i racconti sulle terre del Vortice di Kirie, nonostante lo avesse assalito una gigantesca ondata di malinconia. Non avrebbe mai avuto il coraggio di rivelarle cosa era successo a quel posto. Certo, la sua reincarnazione non lo avrebbe ricordato, ma perchè dare un'ulteriore delusione a quella ragazza? Si era fatto prendere dal suo stesso entusiasmo, facendole domande su ciò che descriveva, cercando di capire dove vivessero, con la promessa di visitare il Vortice il prima possibile. Avrebbe mantenuto la promessa. Sapeva solo che avrebbe trovato solo rovine, e forse qualche dettaglio superstite. Poco importava. Per lui quel posto era ora importante quanto il suo stesso clan.

    Amesoko non accettò la proposta del piccolo spettro. Non gli importava quanto vantaggioso potesse essere, doveva avere la sua parte prima di accettare il patto. Youkai strinse i pugni, impotente. I-Io... Gli si bloccarono le parole in gola. Nessuno voleva che lui sapesse chi era, e tantomeno sembravano volere che il drago sapesse della sua natura Uzumaki. Kirie aveva pochi ricordi, ma anche lei aveva una brutta sensazione a riguardo. Raizen stesso aveva il suo sguardo su di lui. Doveva saper rinunciare, diceva. Doveva fare dei sacrifici. Abbassò la testa, sconfitto. ...non mi ricordo. Non guardò in faccia l'enorme occhio. In un certo senso non aveva mentito. Ma non era molto bravo con le mezze verità. Non sarebbe stato in grado di mentire in quel contesto. Che il drago l'avesse capito o meno, non sembrava poi così interessato alla cosa. Il giovane chunin non avrebbe avuto quello che voleva... ma ad Amesoko sarebbe sfuggita un'anima che, come Youkai avrebbe scoperto a breve, rivoleva avidamente con sè.

    Il gruppo si riunì, facendo immediatamente sentire sia Youkai che Febh i terzi incomodi. Febh però sembrava vergognarsi molto meno di quanto non faceva lui, e si intromise immediatamente tra i due innamorati, senza però risparmiare il chunin e tirando in mezzo anche lui. Amesoko ha detto che non è stata colpa mia!! Borbottò, ancora imbarazzato dalla loro presenza. Non aveva confidenza sufficiente con i due per sapere come comportarsi, senza considerare l'ambiente e lo stress provato durante la loro permanenza. E l'accordo di Hebiko lo rese non poco geloso. Perchè lei poteva avere la sua parte soddisfatta in anticipo? Non si sarebbe permesso di controbattere, rovinare la vita di qualcun altro era l'ultimo dei suoi desideri... Ma dalla sua espressione confusa e contrariata era chiaro che qualcosa non gli tornava. Doveva portare pazienza. Doveva resistere. Sarebbe arrivato il suo momento, prima o poi.

    E il suo momento aveva la forma dell'Amministratore otese, ma tutt'altro cervello. Una persona a dir poco sospetta, anche se qualche dettaglio lo avrebbe presto portato a fidarsi. Pareva che la fidanzata dell'Hokage lo avesse ucciso, tempo prima. Eppure era lui che si stava scusando. Nemmeno a Raizen piaceva troppo quel Kaji. Ma lui aveva un ottimo motivo per farselo piacere. Gli aveva rivelato qualcosa. Una cosa. Non era molto, aveva saputo solo frammenti di vita della Ribelle... ma sapere di essere stato lei era qualcosa! La sua pazienza, le sue rinunce, avevano finalmente dato i loro frutti!! Il giovane era entusiasta, aspettava solo di poter tornare dall'altra parte, fuori da orecchie indiscrete, per farsi raccontare tutto...

    Ma Raizen non era d'accordo.

    Raizen aveva bloccato il trio, ed aveva poi estratto una gemma per assorbire Kaji. Sgranò gli occhi, inorridito. Non capiva. La sua unica occasione, stava per svanire di fronte ai suoi occhi, così come tutte le altre gli erano state negate. L'unica speranza a cui poteva aggrapparsi gli stava venendo portata via dalla persona che ammirava più di tutti. Libero? Mormorò, mentre l'Hokage gli vomitava addosso parole che lo pungevano come spilli, mentre minacciava di portargli via l'unica persona che aveva provato ad andargli incontro. ...Vuoi portarmi via tutto? Non aveva la forza di gridare come faceva lui. La sua voce flebile già annaspava, gli occhi lucidi che non si sarebbero sforzati a trattenere delle lacrime. Youkai? Non so neanche se sia il mio vero nome. Non sono nemmeno nel mio vero corpo. Non ho nemmeno i ricordi di questa vita. Si poteva sentire una disperazione crescente, mentre osservava il suo idolo, che al momento lo sovrastava, quasi minaccioso. Non so chi sono. Ho perso i ricordi. Posso creare un nuovo me. E se poi le perdessi di nuovo? Sarei di nuovo un'altra persona? O mi aiuteresti ad essere di nuovo Youkai? Era certo che la risposta sarebbe stata la seconda, dopotutto così lo conosceva. E cercare di mutarlo in qualcun altro se avesse perso la memoria sarebbe stato crudele. E allora perchè non posso recuperare le memorie delle mie vecchie vite?? Quello... E anche quella! Ero sempre io! Perchè non posso essere di nuovo me stesso?? Perchè vuoi che io sia solo lo Youkai che tu hai conosciuto?? Le lacrime già scendevano, ma riusciva a non singhiozzare. C'era solo profonda delusione nella sua voce, nel non sentirsi compreso dal suo leader.

    Raizen poi passò a parlare delle sue reincarnazioni. Delle sue esperienze che non conosceva. Di lui. Non siamo la stessa persona!! Alzò la voce, con una certa disperazione. Non era contento. Come puoi capire!? Il tuo destino non era quello di avere i ricordi delle vite precedenti! Ma a me era stato dato quel dono! E sono certo che ci fosse un motivo! E di certo ci sarà stato un motivo anche per averci voluto rinunciare... ma se mi fossi sbagliato?? Se... Se la mia parte femminile avesse preso una decisione affrettata?? Ai dubbi di Raizen sulla manipolazione sapeva già come rispondere. Karikitori ha detto che la precedente me era stata così buona da poter meritare una nuova occasione!! Beh... Se lei ha deciso di aiutare Kaji, allora lo farò anche io. C'era determinazione nel suo sguardo. Ma ce n'era altrettanta in Raizen. L'Hokage alzò la gemma.

    Se fosse riuscito ad intrappolare Kaji Youkai avrebbe sussultato. Dopo un paio di secondi, Febh ed Hebiko avrebbero visto il suo corpo cedere, seppur sorretto dalla coda del demone, come fosse svenuto all'improvviso. Il suo spirito si era spostato nella coscienza di Raizen, e con lui nella gemma, in compagnia del Rivoluzionario. Sarebbe apparso distante da entrambi, sia "fisicamente" che emotivamente. Il simbolo del vuoto sfarfallava sulla sua fronte, emanando energia instabile che gli smuoveva i capelli come una leggera folata di vento, che minacciava di farsi più forte ad ogni istante, seguendo le sue emozioni. Aveva le mani sui fianchi chiuse a pugno, e fissava entrambi con apatia, ma con un pericoloso velo di rabbia a tradirla. Spiegami, Raizen. Persino il suo tono di voce sembrava diverso dal solito, più duro, più neutro. Spiegami perchè non possiamo fidarci di nessuno. Spiegami perchè invece possiamo fidarci di Amesoko. Seppur neutro, il suo sguardo sembrava giudicarlo con un certo peso. Spiegami perchè dovresti affidare un cimelio tanto potente a qualcuno che ritieni un manipolatore. Se Raizen gli avesse chiesto cosa stesse succedendo, non avrebbe saputo rispondere, ma non ci si sarebbe voluto concentrare. Entrambi però avrebbero sicuramente ricordato che il Vuoto era un dono potente, ma anche terribile se declinato in un potere più mentale che fisico. Poteva ridursi come Lianshi, e perdere le sue emozioni. O anche peggio.


    Se il piano di Kaji avesse funzionato sarebbe nuovamente finito disperso in chissà quale parte dell'inferno... Ma senza una luna a fissarli. Osservò il cielo, come se qualcosa di così grande potesse sparire così facilmente, assicurandosi che fosse realmente limpido. Di fianco, il Consigliere di Oto... Forse. Youkai. Disse, fissandolo in modo a dir poco invadente. E lei è... Il signor Febh? Aveva sentito il suo piano, sapeva che voleva confondere Amesoko fingendosi l'altra sua metà-non metà. Assottigliò le labbra, incerto. Chiunque dei due fosse, aveva intenzione di essere gentile, e di non farsi nemici. E'... uhm. Un piacere conoscerla. Anche se... beh, insomma, lontani da casa. Man mano che la nebbia si diradava, cercò di scrutare l'orizzonte, alla ricerca di un obiettivo. Certo, avesse avuto di fianco Kaji, sarebbe stato lui a guidarlo dove dovevano. Um... Lei è un Jonin, vero signor Febh? Sarò al suo servizio per questa missione! Fece un rigido inchino, chiaramente a disagio, soprattutto per gli eventi che lo avevano portato fin lì ed il non sapere chi aveva realmente di fianco.
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    Il piano del Folle

    XIV




    Hebiko incrociò le braccia, inclinando appena la testa. Stava mentalmente rivalutando ogni parola del drago, alla ricerca di un inghippo, ma niente sembrava portarle alcuno svantaggio. Certo, forse questo Naga poteva essere molto più potente di quanto credeva... Ma non doveva ucciderlo da sola, non doveva nemmeno essere lei a dargli il colpo finale, e forse tantomeno doveva essere presente. Se gli fosse preso un acciacco il suo patto sarebbe stato rispettato. Morire non è nei miei piani. Una frase apparentemente innocente, che nascondeva però un desiderio più letterale: morire non era nei piani. Nè ora, nè mai. Suo padre aveva raggiunto quella che chiamava immortalità, anche se aveva dei chiari difetti visto che, per quanto fosse stato capace di crearsi il proprio "regno", era intrappolato dalla parte sbagliata. Questo mi basta. Mi manca sapere la sua posizione, e tutte le informazioni extra che pensi di potermi dare, ma considera sancito il patto. Febh aveva avuto una buona osservazione, ma quello per lei era parte del vantaggio. Questo significa solo che otterrò in anticipo quello che voglio, e che se questo Naga dovesse avere la meglio, non avrà un frammento in più con sè. Le conseguenze non mi preoccupano, non mi farò uccidere da un fratello a me inferiore. Ne parlava con disprezzo, senza nasconderne la superiorità. Dopotutto lui stava raccogliendo frammenti per diventare più forte. Lei? Non ne aveva bisogno.

    L'incontro con Kaji la rese quasi più tesa che al cospetto del drago. Anche se si trattava di qualcosa di diverso: in quell''esatto momento non temeva per la sua incolumità, era combattuta sul cosa pensare di lui. Una piccola parte di lei voleva andargli incontro. L'altra, non accettava tradimenti di alcun tipo. Soprattutto il suo, un duello all'ultimo sangue, nonostante avesse fatto di tutto per convincerlo del contrario. Ascoltava il suo punto di vista, un velo di rimorso era appena visibile su quel volto duro, che non sembrava accettare le sue scuse. Mi fa piacere sentirlo. Il suo tono anticipava un "ma". Questo non elimina ciò che hai fatto. Se tu fossi stato solo un poco più in forma qui ci sarei finita io. E tu saresti rimasto dall'altra parte, senza mai comprendere il tuo errore. Voglio credere che tu sia cambiato. Lanciò un'occhiata verso la donna, presentatasi indirettamente come la madre di Raizen. Ma questa storia della chiave mi puzza. Lo fissò, con fare accusatorio. Non aveva ancora chiaro quale fosse il suo piano, ma di certo non si sarebbe fatta sfuggire quel dettaglio. Non ho prove che tu sia realmente cambiato. Non ho prove che non vuoi usarmi solo per uscire da qui, al costo di sacrificarmi. Di certo era sorpresa dal suo cambio di idee su Orochimaru. Forse qualche punto lo aveva guadagnato... Ma quelle erano solo parole al vento.

    Non sapeva nulla sul piccolo konohaniano. O meglio, non sapeva nulla di quella faccenda, sapeva benissimo che Youkai era diventato il segretario di Raizen, e più di una volta gli aveva chiesto di tenerlo d'occhio, senza però mai sapere se i suoi ordini fossero mai stati eseguiti. Gli regalava persino degli adesivi ogni volta che passava a visitare l'Hokage. Proprio lui però sembrava volesse prendere l'iniziativa... Intrappolando i suoi alleati. Hebiko si ritrovò intrappolata dalle sue code, abbastanza larga per avere le braccia libere, ma senza sapere quale fosse la sua idea. Di certo non temeva volesse fare del male a lei, ma poteva comunque avere un piano folle in mente, e a giudicare dalla gemma che teneva in mano, era una di quelle occasioni.



    Raizen!? Che cos'è quella!?!



    Aveva molte parole per Youkai. Ma quel problema sembrava più personale che degli altri, anche se lei stessa aveva notato come Kaji si stava rivolgendo al giovane, forse cercando di corromperlo. Dopotutto non aveva certezze, e il piccolo konohaniano dava l'idea di essere uno che si beveva ogni cosa che gli veniva detta senza farsi dubbi.

    Non si fidava di Kaji. Non ancora. Ma vedere l'Hokage attaccarlo non le sembrava comunque giusto. Voleva che fosse incapace di tradirla di nuovo, non lo voleva ancora più morto di quanto non fosse già. Raizen cosa ti salta in mente!? Amesoko lo tentava, quasi ordinandogli di ucciderlo. E, nonostante avesse stretto il suo patto, non si fidava del tutto nemmeno di quel drago. Soprattutto considerando quali fossero le condizioni prima, e come avesse cambiato idea ora che vedeva un barlume di speranza nell'eliminare quella presenza fuori posto. Raizen fermati!! Possiamo prima discuterne!?! Kaji stesso col suo commento si voltò verso Hebiko, che però in quel momento sembrava più dalla sua parte, semplicemente perchè lui aveva aspettato ad agire, e nonostante le sue spiegazioni fossero scarse, si era sforzato di darne alcune. Raizen stava agendo d'impulso, e la Vipera detestava l'ignoto. Non conosceva le conseguenze, non conosceva quel potere, come avrebbe potuto aiutarlo anche solo volendo? Il suo sguardo si spostò su Febh, cercando di capire cosa pensasse di quella storia, osservandolo preoccupata. La sua metà non era esattamente una metà, quindi riunirli era inutile... Ma avrebbe voluto eliminarlo realmente?

    Aveva spiegato gran parte del suo piano al diretto interessato stesso, piano che sembrava comunque fin troppo instabile per la giovane. Non voleva Kaji morto, ma non voleva nemmeno che avesse con sè una gemma con quel potere a sua libera disposizione. Sei certo di cosa stai andando incontro?? Non le piaceva quel piano. Raizen sembrava piuttosto sicuro di sè, sarebbe stato molto difficile fermarlo. Voleva fidarsi, ma sembrava tutto molto azzardato. Raizen, guardami. Sei certo di ciò che stai facendo? Voleva dargli il suo supporto. Aveva solo bisogno di sapere che fosse realmente convinto di ciò che faceva. In ogni caso, la Montagna avrebbe agito.


    Se il piano fosse fallito Kaji avrebbe schioccato le dita, e ben presto si sarebbero ritrovati a viaggiare e cambiare scena. Hebiko sarebbe apparsa un po' stordita. Ripresasi, si sarebbe guardata attorno, vedendo sia Raizen che Febh. Dopo il breve teatrino con lo Yakushi, assottigliò lo sguardo, controllando la sua cicatrice all'occhio. Voleva controllarne la gravità, ma sfruttò il momento in cui l'altro le rispose con la giusta citazione per farlo. A prescindere da cosa avrebbe visto, si sarebbe calmata. Bene, sei tu. Siamo tornati tutti insieme allora! Citare Youkai l'avrebbe fatta reagire in modo sorpreso. Oh, oh sì, il ragazzino. Sono certa che stava simpatico a quegli stramboidi incappucciati, se la caverà. Annuì con decisione. Solo se Raizen si fosse mostrato più frustrato si sarebbe arresa, roteando gli occhi. Va bene! Lo recupereremo! Prima però cerchiamo di capire dove siamo noi.

    E dove erano loro non sembrava esattamente un posto dove la Vipera voleva trovarsi. In lontananza, una figura ben poco rassicurante li avrebbe invitati ad avvicinarsi, forse ad entrare in un castello dal quale uscivano grida di dolore e, ancor peggio, di piacere. A Hebiko vennero i brividi, osservando l'edificio con aria disgustata. Spero che il piano di quel folle sia rapido...
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    Preoccupazioni


    VII




    Il numero di avventure che entrambi portavano sulle spalle sembrava infinito. Ancora di più se si pensava che quelle informazioni erano solo ciò che li accumulava, e non ogni singola esperienza. Youkai poteva vantarsi di essere protagonista solo della vicenda all'Abete, e non era di certo qualcosa che amava ricordare. C'era l'eccezione dell'essere diventato un guerriero del vuoto, ma oltre ad avere grosse responsabilità, c'era anche il problema di doverne mantenere il segreto, almeno della sua declinazione. Una declinazione piuttosto potente, che invece di sfruttare la forza fisica sfruttava la mente. Il potere extra però rischiava di dover essere pagato con profondi cambiamenti di personalità, così com'era successo a Lianshi. Youkai aveva già avuto più di un assaggio del suo potere. Equilibrarlo per poterlo usare a suo vantaggio non sarebbe stato semplice.

    Si strozzò con uno degli stuzzichini nel sentir parlar Raizen di cosa fossero in realtà le armi, o perlomeno la loro fonte di energia. Sembrava più sconvolto di quanto non dovesse essere: aveva visto in prima persona uno di quei nuclei, ma per qualche motivo non aveva fatto 2+2. Ci sono persone vive nelle Armi!? Probabilmente entrambi sarebbero stati stupiti da quell'osservazione, aspettandosi che già lo sapesse. N-Non so a cosa ho pensato prima! Credevo... che avessero talmente tanta energia che in qualche modo aveva... preso coscienza o qualcosa di simile!! Qua-Quante altre Armi c'erano a giro!? Quante anime sono intrappolate in ognuna di loro!? Stava iperventilando. Era visibilmente shocckato da quella scoperta, e ancora peggio, sentiva il peso di quella responsabilità farsi sempre più insopportabile. Era un Guardiano, era il suo dovere. E grazie alle sue peculiari abilità, sentiva che fosse il suo dovere riportare quelle anime al loro ciclo naturale. Ogni minuto che passava era un minuto di eterna sofferenza che subivano. Inspirò profondamente, cercando di calmarsi. Avere fretta era inutile. Problemi simili andavano affrontati con la massima cautela, serviva spesso più di un Jonin per disattivare quei macchinari, e serviva un sacrificio. Era stato fortunato, non avevano dovuto sacrificare persone. Non ancora. Quelle anime avrebbero dovuto aspettare. Ma si sarebbe ripromesso di liberarle tutte, una dopo l'altra.

    Si concentrò sulle parole del Kaguya. Il Flagello si ritiene immortale? Poteva essere il suo modo per dire al mondo che nessuno poteva sconfiggerlo. Poteva forse aver realmente trovato qualcosa che gli permettesse la vita eterna. Ma Youkai avrebbe riflettuto a lungo su quella frase. Lui aveva vissuto molte vite, un tempo le ricordava, e forse in futuro, in questa o in una vita successiva, avrebbe ripreso il suo ciclo, riprendendo i suoi ricordi. Questo faceva di lui un immortale? Certo, le vite erano multiple, le esperienze differenti, ogni volta una diversa famiglia... Ma ricordare i propri passati non gli permetteva forse di essere sempre "lui"? In un certo senso, potersi tenere i ricordi, essere sempre sè stessi in ogni nuova vita, non era un po' come essere immortali? Ed era realmente una benedizione, o era più un peso che solo pochi eletti potevano realmente portare, in cambio di qualcosa di più grande? Il ricordo delle sue vecchie vite avrebbe realmente potuto portarlo ad essere un'entità ben distinta da un comune mortale, ma che agiva per la loro protezione? Di certo lo sperava. Il concetto di vita e morte era ancora incerto per lui, così come per moltissimi altri. Eppure sentiva di poterlo vedere da un diverso punto di vista grazie alla sua peculiare situazione.

    Al racconto dei Re d'Ombra ascoltò piuttosto interessato, riflettendo incuriosito. Sono come i demoni? Sapeva poco di loro, e questo poteva essere un male considerando che fosse allievo e assistente del miglior jinchuriki del continente. Ma, per quel poco che ne sapeva, entrambe le entità erano cumuli di "emozioni" (spesso negative), sembrava che la differenza fosse che i demoni andassero contenuti per il bene dell'umanità, mentre questi Re avessero bisogno di un contenitore per poter agire. Si voltò verso l'Hokage, quasi come volesse scusarsi. Oh, a parte la Volpe. Sono sicuro che lei sia diversa. Aveva sicuramente dato i suoi problemi decenni prima, come raccontavano i libri di storia, ma era dai tempi del settimo che era diventata un prezioso alleato per Konoha, per quello che ne sapeva il rosso. Anche Feng lo confuse. Anche lei ha dei demoni?? Più di uno?? Non aveva idea di tutte le vite e presenze che il mercenario portava costantemente con se, e forse, per il suo bene, sarebbe stato meglio non saperlo mai in prima persona.

    Fremeva dall'idea di incontrare Maya, la misteriosa esperta di fuinjutsu. Feng aveva garantito per la sua professionalità, e tanto gli bastava per fidarsi. Certo aveva citato altri aggettivi che non avevano attecchito al meglio sul giovane chunin. Oh, lussuriosa... Se è abituata alle ricchezze, sarà meglio che le porto un regalo all'altezza! Il suo stipendio come chunin era decisamente migliore rispetto a prima, anche se qualcuno lo aveva gentilmente convinto a lasciare circa il 70% dei suoi guadagni in banca, per il futuro. Probabilmente era stata una buona idea, considerando il piccolo problema di shopping compulsivo che Youkai sembrava avere ogni qualvolta si avvicinava a una bancarella interessante o gadget particolari delle sue serie preferite. La discussione sulla Zanna invece era ormai alla fine: Feng non poteva garantire un loro ingresso, ma forse, incontrando prima la Muuga, avrebbero potuto comunque fare qualcosa per Michi. Il rosso gli sorrise, speranzoso: non la conosceva, ma la sua salvezza era importante per lui quanto lo era per il mercenario.

    La visione del Kaguya sull'Accademia e sul suo scopo diede tutta un'altra prospettiva a Youkai. Era sempre partito dal presupposto che fosse giusta, che altri avrebbero potuto unirsi se avessero promesso di non danneggiare l'unione... Ma non aveva pensato a tutti loro come singoli gruppi di "ordine". C'era sempre stata un'automatica divisione di "noi" e "loro" nella sua testa, dove sapeva di non poter andare in certi villaggi perchè non era il benvenuto, perchè non c'era gente raccomandabile... Ma la realtà era ben diversa, ed un mercenario libero poteva vederla senza tutte le restrizioni imposte dal dover ubbidire ad un certo gruppo. C'era del buono nel marcio, e c'era del marcio nel buono. Avrebbe rimuginato a lungo sulla cosa nei giorni a venire.

    Si tappò le orecchie come ordinato, iniziando a trovare difficile continuare a tapparle e arraffare uno degli stuzzichini contemporaneamente. Ma Youkai era un birbante, e parte di quel discorso lo ascoltò lo stesso. Ma vere più dettagli su di loro, sapere fino a dove potevano spingersi, non era poi una pessima cosa. Non erano certo storie piacevoli da ascoltare, ma avrebbero potuto aiutarlo a decidere meglio cosa fare fosse capitato nelle vicinanze di uno di loro. Per non parlare di quanto Raizen era furioso nei confronti di Tensho Korin. L'Hokage però sembrava trattenere la rabbia molto più di Feng, visti tutti i nuovi insulti che il chunin era riuscito ad imparare da quel sipario.

    Youkai fremeva dalla voglia di partire, anche se il colosso non impiegò molto a spegnere il suo entusiasmo. S-Sterminio?? Lo osservò, preoccupato ed incredulo. Certo la post in gioco era alta, ma non c'era bisogno di puntare così in basso... O almeno pregava che così fosse. Di certo sarebbe stato molto, molto difficile andare incontro al suo desiderio.
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    CITAZIONE (Niaval @ 6/10/2021, 18:16) 
    Allora, sììììì, ho già delle belle idee sul mio PG donnicciola (???????), sto giusto cercando dove si trovano i Taijutsu che fanno più male. O le cose di fuoco. O entrambe.

    BEH a Konoha naturalmente, se vuoi fuoco e taijutsu è il posto migliore
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    nice
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    Benvenuto! Si chiacchiera un sacco di più su Discord, quindi mi limito a darti una buona permanenza e ti aspettiamo per sapere di più sul tuo pg >:)
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    Bottone, che sennò a ogni nuovo che arriva va spiegato appena si fanno il pg ed aggiunge solo alla confusione del primo impatto. Però pretty
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    Quando la fiction diventa realtà


    I



    M-Ma era troppo importante... Non pensi alle conseguenze che- Una voce femminile, dal tono sconvolto, rispondeva a Febh, che rincarava la dose, costringendola a mugolare in risposta, sconfitta. Shinodari forse non se ne sarebbe nemmeno accorta, colpita com'era dalle parole dello Yakushi. Lo shock di quelle parole aveva chiaramente scosso l'ex Amministratrice nel profondo. Altri, al suo posto, sarebbero spariti senza lasciare traccia, sapendo com'era la situazione. Ma lei si fece coraggio. Se anche quella fosse stata la sua ultima apparizione in quel di Oto, cascasse il mondo avrebbe parlato con Febh, forse il suo unico appiglio rimasto. E spalancò la porta, vomitando le sue emozioni, lasciando andare tutto.

    Una volta entrata, probabilmente dopo aver finito il suo discorso, distratta com'era da quel forte sentimento, avrebbe notato un paio di sguardi confusi puntati su di lei. Uno che conosceva benissimo, l'altra doveva essere la Consigliera che avevano citato al piano di sotto. La sua figura era parzialmente coperta da una piccola televisione posata sulla scrivania, che immobile fissava la sconosciuta di fronte a lei. Il pallore del suo viso, unito agli occhi da rettile, le avrebbe immediatamente permesso di capire di chi era discendente. Il carattere però sembrava molto più focoso di quello del fondatore. E tu chi diavolo dovresti essere??

    Premette un bottone da un piccolo telecomando, spegnendo la televisione. Si alzò in piedi, gonfiando il petto e cercando di ristabilire la gerarchia lì dentro. Non so come tu sia abituata dalle tue parti, ma qui ad Oto rispettiamo gli appuntamenti, e non mi risulta... Quello è il simbolo di Oto?? Mentre la squadrava dall'alto al basso, incrociò la nota appesa a mò di gingillo, non dissimile dalla sua spilla applicata sulla sua camicetta. Perse parte della sua compostezza, voltandosi verso lo Yakushi, visibilmente confusa. Febh?? Una spiegazione??


    Sarebbe bastato poco per farle capire chi avesse davanti. Oh dei, è proprio come Josei...Borbottò a bassa voce, un commento che solo Febh avrebbe capito in quella stanza, a meno di una spiegazione più completa (ma la piccola tivù dava già gli indizi necessari). Dopotutto aveva letto più di una volta dell'ex Amministratrice. Colei che aveva lasciato il villaggio quasi in rovina, consegnandolo forse al più irresponsabile degli shinobi di tutto il villaggio. La rossa era combattuta: c'era un misto di rispetto e di delusione in quel poco che sapeva realmente di quella persona. E, come suo solito, la prima reazione fu diffidenza. Continuava a guardarla dall'alto al basso, con sguardo duro, nonostante le rivelazioni. Suppongo tu ci debba diverse spiegazioni. Sarebbe toccato anche a lei, prima o poi, spiegare chi fosse. Portò una mano al petto, con fare teatrale. Io sono la Consigliera Dokujita. Se l'Amministrazione ha un ordine e la follia è perlopiù racchiusa nell'ufficio di Febh, è merito mio. Non avrebbe mai finto modestia per quel traguardo. Follia che, se ho capito bene, è iniziata proprio dopo la tua dipartita. Pronunciò, con fare accusatorio. Incrociando lo sguardo con il rettile, invece, arrossì appena, mordendosi le labbra. Non poteva certo perdere tempo a studiarlo proprio in quel momento, ma come erpetologa la curiosità era alta. I draghi erano già creature rare di per sè, vederne uno così corto e munito di ali non faceva che aumentare il suo interesse. Avrebbe nascosto goffamente quella sua tentazione, sforzandosi di mantenere lo sguardo su Shinodari, a braccia incrociate, in attesa delle sue risposte.
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    Il Dono del Tiranno


    IV
    Eiatsu, Fyodor, Saragi




    Il ragazzino era curioso, e allo stesso tempo poteva essere pericoloso. Non aveva prove a sufficienza, ma c'era già il piccolo sospetto che potesse essere uno degli innumerevoli esperimenti di Orochimaru, e che di conseguenza possedesse un suo frammento. Poteva anche essere un ribelle quanto lei. Non sapeva nulla di lui, se non che avrebbe voluto tenerlo d'occhio. Divertiti con l'agenda, ma non scarabocchiarla, hm? Se ti fai fare le fotocopie dai miei assistenti puoi colorarle. E' un piacere conoscerti. Avrebbe evitato di dirgli "sei arrivato nel momento sbagliato": sapeva essere più gentile con i bambini, perlomeno con quelli che se lo meritavano. Purtroppo aveva faccende troppo più importanti di cui occuparsi.

    Eiatsu rinchiuse il giovane in una serpe protettiva, mentre la giovane ancora osservava il ragazzetto, pensierosa. Impiegò poco a tornare sui giusti binari. Quella piccola pausa però sembrava averla calmata almeno in parte. E io come faccio a parlarne con te se nemmeno voi sapete i suoi piani?? Non prendetemi in giro, non siete qui per discutere, siete qui per una firma. E io richiedo il diritto di sapere cosa sto approvando. "Una guerra" non è una risposta sufficiente, considerando che, per le mie conoscenze attuali del villaggio, e visto il costo previsto... non possiamo permettercela. Solo partecipare a questa guerra richiede un enorme sacrificio, e gli dei non vogliano dovessimo perderla. Era arrabbiata, ma avendo placato in parte la sua furia, riusciva a spiegare meglio le sue preoccupazioni. Certo, mantenere quella calma era difficile con i due che la punzecchiavano. Sibilò con aggressività alla loro minaccia, puntando un dito contro Eiatsu. Mi stata già togliendo il mio ruolo. Ed io non ve lo sto permettendo.

    Arrossì infastidita alla proposta di Fyodor, puntellando i piedi stizzita, facendo risuonare il suo tacco per la stanza. N-Non mi serve aiuto! Sono solo molto impegnata! Esclamò, in modo molto convincente. Era da tempo che sentiva il peso di quella spada. Era parte della sua eredità, e brandirla con successo sarebbe stata la dimostrazione che sì, era l'Erede del Serpente bianco, e che meritava di scalare al potere. ...Ma se non fosse riuscita a brandirla? Se non fosse stata forte a sufficienza? Non aveva ancora avuto il coraggio di capirne realmente il potere.

    Hebiko incrociò le braccia, osservando il sottoposto di Diogene con un sopracciglio alzato. Non sono stupida. Voi siete al mio livello. Forse a forza non ancora, ma per importanza, la Consigliera non si sentiva nemmeno di un gradino inferiore a loro. So bene che un Kage merita un diverso approccio. Soprattutto uno testardo e... intraprendente come il Mikawa. Dovette sforzarsi per non perdere di nuovo la calma, Eiatsu sembrava lì per quello. Naturalmente. Se non dovessi avere torto e io non avessi una soluzione oltre al non andare in guerra, resterò in silenzio e gli lascerò sacrificare il villaggio. Hmph! Ridacchiò ironica. Non sembrava convinta. Terrò a mente il tuo consiglio.

    Il discorso finale fu un colpo basso. Hebiko non era stata abbastanza forte al momento giusto per essere protagonista dell'attacco Cremisi, e non aveva potuto fare altro che dare una mano dietro le quinte. La cosa le rodeva. Se solo fosse stata più forte. Se solo la riunione fosse andata diversamente. Se solo non fossero arrivati i Cremisi così presto. Fece un sospiro ad occhi chiusi. Il passato era ormai alle spalle, chi ne aveva preso i meriti li aveva ora appesi addosso come una medaglia d'onore, ma questo non implicava che avessero un lasciapassare nel fare ciò che volevano. E' vero. E il villaggio gli deve molto per questo. Tutti vogliamo una vendetta contro i Cremisi. Ma lo vuole anche l'Accademia. Ed io non voglio regalare a Kumo altre delle nostre vite. Vogliamo una vendetta certa, non un lancio di moneta. Sono sicura che il vostro leader formidabile saprà convincermi di quanto il suo piano funzioni senza dover ricorrere alla violenza. La frecciatina di Fyodor la fece stavolta sorridere, approfittando del suo appiglio. Come avete detto voi, un Jonin come Febh non ha avuto il "dono della verità". Ma la mia mente è ancora giovane, inesperta, plasmabile. Che mi dia questo dono. Che mi insegni a vedere. A quel punto, Diogene non guadagnerà solamente il mio consenso, ma anche una preziosa alleata per il futuro. E, se davvero non ho questo dono, saprà di non dover perdere altro tempo con me. Credeva in ciò che diceva? No. Sapeva cosa Diogene aveva fatto in segreto al villaggio, grazie alle informazioni di Raizen. Ma nessuno sapeva che lei stessa aveva quelle informazioni. E scoprire i veri piani del Mikawa senza almeno fare un passo verso di lui sarebbe stato impossibile. Di certo non avrebbe mai ottenuto nulla che potesse compromettere il suo ruolo in quel momento, no. Non era quello che voleva. Le bastava avvicinarsi, dimostrargli che poteva reggere una conversazione alla pari. Dimostrare di essere un tassello fondamentale per il suo piano di conquista, un tassello di cui però doveva guadagnarsi la fiducia. E proprio lì, ottenuta la sua fiducia, attendendo paziente nell'ombra, avrebbe potuto scovare i suoi inganni e rivelare a tutto il villaggio chi era veramente Diogene Mikawa. Allargò le braccia con fare teatrale. Che mi metta alla prova. Un leader dovrebbe essere in grado di convincere anche il più testardo dei suoi oppositori. Era arrivato il momento di sfruttare ciò che aveva imparato da Ogen.
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    Pacco sopresa


    I




    Hebiko passava la maggiorparte delle sue giornate fuori casa. Amministrazione in primis, qualche gita a Konoha per passare un po' di tempo col suo partner, qualche visita più timida e riservata anche a Villa Yakushi, ultimamente aveva persino trovato un delizioso locale che voleva visitare. Dopotutto Casa del The suonava come un posto perfetto per i suoi gusti. Hmm, potrò finalmente incontrare persone del mio livello con cui scoprire nuovi infusi e aromi. Pensava al locale, sognante, con la sola luce della televisione accesa ed una timida lampada da tavolo, trovando conforto in quella penombra. La confezione di ramen pronto fumava sul tavolino di fronte a lei.

    Sembrava vagamente irrequieta. nonostante fosse in casa sua, non si sentiva mai del tutto a suo agio. Non sapeva esattamente descriverne il motivo. Aveva sempre amato la solitudine, sin da quando era più piccola. Con il suo team doveva sempre faticare per ottenere del tempo per sè, quasi fuggendo dai suoi compagni di team per ritagliarsi un angolino per sè. Ma, soprattutto negli ultimi tempi, cercava di occupare la maggior parte del suo tempo solitario con qualcosa di molto impegnativo, che le tenesse la mente occupata, o andava a disturbare le poche persone che la sopportavano.

    Sospirò, andando a disturbare Darwin che dormiva pacifico sul divano, al suo fianco. Non appena preso in braccio si sarebbe svegliato, rantolando stanco e lasciando che la padrona gli arruffasse quel piumaggio squamoso che possedeva. Mentre giocava con il suo bizzarro animaletto da compagnia, dal becco di tucano, quadrupede, e con due buffe braccine extra che dovevano probabilmente essere ali di pipistrello fallite, sentò qualcuno bussare con una certa prepotenza alla porta. Alzò la testa, osservando la porta sospettosa. ...Dorian?? E' un altro mazzo di fiori? Gridò, restando sul divano. Nessuna risposta. Sibilò, alzandosi in piedi e raggiungendo la porta, aprendola abbastanza per metterne il muso fuori. Osservò confusa la figura di fronte a lei. Mai vista prima, eppure familiare. Le avrebbe consegnato una lettera, incitandola a leggerla. Hebiko si guardò attorno, con aria evidentemente confusa. ...Sei qui per una donazione? Vuoi soldi? Abbassò lo sguardo sulla lettera, notandone il sigillo. Oh. Iniziava a capire chi le ricordava. Che cos'è stavolta...

    Avrebbe alzato la testa dalla lettera solo dopo un lunghissimo minuto, facendo saettare gli occhi tra quella e la ragazzina. La realizzazione arrivò lenta. Con aria shocckata, si limitò a fare un passo indietro, sbattendo la porta di fronte a sè. Rilesse la lettera dentro casa, balbettando qualche vocale, incerta su cosa pensare. Si prese qualche secondo buono per soffocare un grido, per poi riaprire la porta, con aria furiosa, osservando la ragazzina. Stava frugando nelle sue vesti, alla ricerca di qualcosa. Estratta la seconda lettera, le avrebbe schiaffeggiato la mano, facendoegliela cadere. E basta con ste lettere. Vieni dentro, gremlin. Senza troppo preavviso, allungò il suo braccio avvolgendola, tirandola dentro casa con una certa fretta, e sbattendo la porta alle sue spalle.

    Certo Hebiko indossava solamente una maglia molto lunga e decisamente fuori misura, e a vederne l'etichetta originaria di Konoha, ma la giovane indossava stracci a forma di divisa otese. Hebiko le prese il viso, stropicciandolo, facendole aprire la bocca, toccandole i capelli, e tirandole le guance, abbastanza delicata da non farle male, ma comunque invadente. Spiegami, cosa diavolo saresti? Un clone? Una marionetta? Non cercare di farmi credere che sei figlia di Ledah, quell'automa non avrebbe mai messo su famiglia. ...Un esperimento, quello forse sì. Si allontanò, con aria vagamente schifata. Ugh. Puzzi ancora di laboratorio. Vai a farti una doccia, ti passo dei vestiti decenti. Ma poi mi devi delle risposte.

    E l'avrebbe lasciata nel bagno, dandole una delle sue vecchie divise otesi, asciugamani puliti, ed indicandole tutti i prodotti con i quali profumarsi. L'avrebbe attesa sul divano, con una seconda scatola di ramen pronto, posizionata esattamente di fronte alla posizione in cui si trovava Hebiko. Darwin non sembrava troppo interessato alla nuova arrivata, alzando pigramente la testa in sua direzione. La rossa fece un cenno con la testa, continuando a fissarla in un misto di curiosità e nervosismo. Beh, sentiamo. Dimmi chi sei e da dove vieni. E spiegami cosa diavolo significa che dovrei usarti. Sei un complesso antifurto o cosa?? Non riusciva a darsi spiegazioni. Beh, in parte ci riusciva, ma ognuna di esse sembrava pesantemente influenzata dalle soap opera di cui era diventata ossessionata.
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    L'ultimo regalo


    XIV




    Era stanca, era ferita. Sul suo corpo però non c'era traccia di alcuno scontro. Aveva combattuto a lungo, e ne era uscita vincitrice. Hebiko aveva osservato il fratello esalare il suo ultimo respiro, controllando che fosse realmente l'ultimo. E l'esaltazione di Kui le gonfiò il petto. Si sentiva superiore. E la cosa la faceva sentire bene. Abbassò la testa verso il serpente che l'aveva aiutata in quella battaglia, facendo un lento e delicato cenno di assenso, come una Regina che ringraziava i suoi sudditi del loro operato, che li ringraziava dei loro elogi. Avrebbe poi portato una mano a carezzargli la testa, scivolando sotto al muso per alzarglielo con delicatezza. Hai fatto un buon lavoro. Formiamo un buon team. Accettami come tua evocatrice, i tuoi giorni da prigioniero sono finiti. Gli sorrise gentile, lasciandolo andare.

    L'euforia della vittoria iniziò a scemare, ed iniziò a preoccuparsi di qualcosa che il suo compagno aveva fino ad ora ignorato completamente: Huh. E ora dov'è finito quel gigante cocciuto? Scrutò la stanza per vedere l'altro serpente, più grosso, del quale lui si era occupato d solo. Ah. Se nè andato per fatti suoi. Senza aiutarmi. Mi sembra giusto. Sibilò con rabbia, pronunciando alcune parole orribili nei suoi confronti che solamente la serpe che la accompagnava avrebbe potuto sentire. Ovviamente tocca a me cercarlo. Tanto non ero io quella che aveva bisogno di assistenza qui dentro! Cos'avrà mai trovato di così interessante da piantarmi qui a morire! Borbottò, visibilmente infastidita.

    Ebbe solo il tempo necessario per fare qualche passo nella stanza, che vide la sua unica via d'uscita sigillarsi con forza. Sussultò, facendosi immediatamente prendere dal panico, correndo verso la porta per cercarvi un bottone d'apertura, una fessura dove infilare una carta, qualsiasi cosa che potesse indicarle l'apertura della porta. Kui, dimmi che dalla tua gabbia potevi vedere tutto. Come riapro questa cosa!? E cos'altro si è attivato?? Era visibilmente in panico, e faticava a concentrarsi su una sola cosa. Il suo cervello vagava tra mille possibilità e scenari, molti dei quali con terribili finali. Ma c'era una cosa positiva nel pensare troppo e troppo velocemente: poteva valutare tutte le possibilità che aveva per uscire di lì. E' un malfunzionamento?! No, perchè dovrebbe, era tutto fermo fino ad ora... E poi non si sarebbe sigillata. Aveva provato a forzare l'apertura, senza successo. I suoi occhi saettavano nella stanza, alla ricerca di indizi o soluzioni. La gabbia rotta di Kui aveva lasciato vetri ovunque, di scarsa utilità al momento. Il computer era distrutto ed inutilizzabile. Il cadavere del fratello era a malapena vestito, ma avrebbe frugato nei suoi stracci alla ricerca di qualsiasi cosa che potesse somigliare ad una chiave.

    Non sembrava essersi accorta del veleno, vista la sua scarsa percezione. Kui?? E' un sistema di sicurezza? Hai mai visto qualcosa di simile accadere?? Eppure durante lo scontro non si era attivato nulla. Possibile che la morte del fratello avesse potuto attivarlo? Considerando che Kui era in gabbia al loro arrivo, forse era stato escluso da quel sistema di protezione. C'era solo da sperare che Kui sapesse, visti tutti gli anni passati lì sotto. L'assenza di ulteriori cadaveri non era una prova sufficiente a negare quella possibilità, il fratello se ne sarebbe sicuramente sbarazzato. Non mi piace, non mi piace... Detestava sentirsi in trappola. Non vedeva via d'uscita, rimpiangeva persino l'essersi addentrata lì sotto. Si sentiva quasi stringere dalla stanza stessa, al punto di soffocare. Gli occhi saettarono per la stanza, cercando una soluzione rapida. Doveva uscire subito.

    Lo sguardo si posò sui cavi scoperti del computer ormai distrutto. A-AH! Blackout!! Forse non aveva modo di annullare la chiusura, ma un blackout avrebbe sicuramente rimosso qualsiasi serratura che teneva sigillata la porta, permettendole perlomeno di aprirla manualmente. Si precipitò verso il computer, osservandone i cavi scoperti. Il sistema elettrico era sicuramente collegato a tutto l'edificio, nel peggiore dei casi era a sezioni. Ma a lei importava solamente di quella stanza. Se avesse avuto fortuna e il computer era stato sradicato dalla base, avrebbe forse potuto addirittura trovare uno dei cavi pricipali, più grosso degli altri. Avrebbe sradicato ciò che restava del macchinario con una presa se necessario, infilando le mani tra i cavi dopo aver composto un paio di sigilli, pronta a causare un sovraccarico con l'obiettivo di causare un blackout. [Tecnica] Scaricò più elettricità che poteva, implorando gli dei che funzionasse.

    Se la sua teoria era corretta, dopo essersi accorta del blackout, si sarebbe precipitata verso la porta, facendosi aiutare da Kui e forzandone l'apertura, impaziente di uscire. Trovare la porta al buio poteva essere antipatico, per quello prima del suo esperimento si era assicurata di capire in che modo si fosse potuta aprire la porta e in che direzione fosse, in modo da perdere meno tempo possibile per attivarla. In caso estremo, avrebbe potuto riattivare la sua tecnica per farsi luce, anche solo per qualche istante.

    Se l'esperimento fosse andato male, avrebbe iniziato a guardarsi attorno freneticamente. La prima cosa che avrebbe cercato era l'acqua: che fosse nella gabbia stessa di Koi o una perdita, avrebbe potuto sfruttarla per il blackout, se il sovraccarico avesse fallito. Avrebbe controllato tutta la stanza con una certa fretta, cercando di capire se vi fosse qualche scappatoia. Kui, c'è una via di fuga da qualche parte!? Una botola segreta, un tubo dell'aria, qualsiasi cosa!! Dopotutto la gabbia di Kui era sigillata, l'ossigeno doveva pur arrivare da qualche parte. E se anche fosse uscita nel piano superiore, dedicato alle piante, il vetro che proteggeva loro era certamente più debole, considerando cosa doveva contenere all'interno. Avrebbe controllato il suo interno più minuziosamente, cercando sia in alto che in basso, con particolare cura verso l'alto. Il veleno intanto continuava ad invadere la stanza, e forse presto avrebbe potuto accorgersene. [2 turni passati]Considerando che da solo un'occhiata rapida alla stanza, più minuziosa nella gabbia, e usa un tecnica, a tempistiche mi sembrava intorno ai due round come azioni eseguite. Ho messo l'abilità nella speranza che possa sentire la stanchezza e magari accorgersi che c'è qualcosa che la sta indebolendo. Tutto questo nell'eventualità che il blackout non funzioni e la porta non si sblocchi TvT
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    Uno Scambio Equo


    V




    Le due litiganti, richiamate dal Mikawa, arrossirono all'unisono per la vergogna, puntellandosi il dito addosso in contemporanea, borbottando a bassa voce:

    Questa è tutta colpa tua.
    Questa è tutta colpa tua.

    La reazione speculare le fece arrossire ancora di più, ed entrambe sbuffarono, incrociando le braccia. Avere un proprio "clone" con solo qualche mese di differenza di fronte avrebbe scatenato molte reazioni simili.

    Eiatsu stava cercando di ragionare sui dettagli che aveva ottenuto. L'Hebiko del passato, coinvolta dal mangiacadaveri, lo osservò con aria confusa, indicando poi l'altra se stessa. VOI mi avete portata qui! Siete venuti a prendermi a casa!! Chiedi a lei se vuoi sapere qualcosa su chi ha creato questo casino. L'altra sbuffò, cercando di ripensare agli eventi. Non lo so, tecnicamente ci sono arrivata per caso. Erano di nuovo mesi che il Kokage era assente, ed ero stufa di starmene con le mani in mano. Ma quando sono arrivata la Villa era in pessime condizioni, ed erano già presenti altre persone confuse quanto me. C'era il Mizukage, un kiriano, Shunsui, un sunese un po' creepy con gli occhiali, e... beh, degli intrusi che non ho avuto modo di vedere in tempo, perchè mi trovavo già nell'orologio quando sono arrivati. Sembrò illuminarsi ripensando al sunese. Ah! Shunsui aveva trovato un libro con una pagina strappata. Parlava del fatto che al Nidaime piaceva parlare al contrario o qualcosa di simile... Forse quella pagina contiene qualcosa che interessa a chi ha creato tutto questo casino. Ricordava quale fosse il numero della pagina e la copertina del libro, stava a loro ritrovarlo nelle loro immense librerie.

    Eiatsu insisteva sulla precisione, cosa che anche la Vipera solitamente amava, ma in quel momento sembrava quasi superficiale. Oh per gli dei, sarò precisa!! Dovette rifletterci un attimo, ma sarebbe riuscita a dare la data ed un orario approssimativoEvito di scriverla per non fare casini con la timeline, così nel prossimo post decidi tu una data adatta, ma considera come se Hebiko l'avesse detta. Non so tutto!! La villa era invecchiata! Sembrava fosse stata abbandonata da decenni almeno! E non aveva senso, naturalmente, ma non sembrava frutto di un genjutsu. E' stata attaccata solo poco prima che il viaggio temporale iniziasse. E per i limiti, beh... Chiaramente era quell'aggeggio a controllare tutto, quindi non penso che possano controllare il tempo senza. Dopotutto siamo riusciti a controllare il tempo noi stessi, per cui non dev'essere un'abilità unica di qualche loro shinobi, ma è quell'oggetto che permette a chi sa usarlo di controllarlo. L'unica cosa differente da un normale orologio a pendolo era un frammento di specchio al suo interno. Hm... Forse il fatto che fosse un frammento lo rendeva persino meno potente di quanto potesse essere davvero. Venne invece spiazzata dal discorso di Eiatsu, riflettendo a riguardo con aria incerta. Fu l'altra Hebiko a contrastare i suoi ragionamenti. Non ha senso. Lei non ha mai vissuto questa esperienza, altrimenti non sarebbe stata sorpresa nel vedermi. Qualsiasi cosa abbiano fatto al tempo, non è stata lineare. L'Hebiko futura annuì con decisione, confermando la cosa. E' vero, dovrei ricordare di essere stata al tuo posto... Ma non è mai successo. Quindi... E' come se tu non fossi realmente me, e viceversa. ...Un'altra dimensione? Entrambe sembravano piuttosto scosse dall'idea, quella del futuro ancora di più. Qualsiasi cosa stesse succedendo, sentivano che era molto più grande di loro. Confermò le successive teorie, parlando del libro. Ah... Sì, Shunsui lo ha trovato... Erano i kanji di "teatro". Quindi è possibile lasciare messaggi nel passato?? Iniziava ad essere sempre più confusa.

    La successiva domanda di Eiatsu le avrebbe fatto tornare la rabbia, ma con essa la concentrazione. Magari siete scarsi! Cosa vuoi che ne sappia, io ti posso dire in che condizioni erano la villa! Saranno riusciti ad ipnotizzarvi tutti, o avranno sfruttato qualche altro giochetto temporale, ma non c'erano segni di battaglia. Il cervellone fece un esperimento che però sembrò fallire. L'Hebiko del futuro aumentò leggermente il ritmo del respiro. Non le era piaciuto quel fallimento. Non... Non lo so. Qualcuno stava arrivando, quindi è possibile... Non sapeva cos'era successo e nemmeno chi li aveva attaccati. Potevano realmente essere stati i loro nemici, ed aver avuto la meglio sul gruppetto. Sarebbe stato Diogene a prendere in mano la situazione da quel punto. Distruggendo l'unico punto di contatto che avevano col futuro. Entrambe le Hebiko si lasciarono sfuggire un gridolino, e quella del futuro osservò con shock l'unica possibilità di ritornare al suo tempo che aveva, in pezzi. L'Hebiko del passato sembrava volesse dire qualcosa, ma si paralizzò vedendo lo sguardo arreso dell'altra sè stessa, decidendo che fosse meglio restare in silenzio.

    Hebiko osservò il colosso con sguardo arreso. Nonostante l'odio provato, non sembrava ce ne fossero tracce nel suo volto. C'era solo paura ed incertezza. Ed il terrore di essersi sacrificata per nulla. Ma Diogene sembrava d'accordo col suo piano. Non fu in grado di risvegliare alcuna scintilla nel suo sguardo, ma entrambe lo avrebbero seguito, esitando, consapevoli che non ci fosse alternativa. Ormai erano immersi in quella situazione, e dovevano uscirne.

    La camminata nel lungo corridoio fu accompagnata da un inquietante silenzio. Solo i loro passi rimbombavano, ascoltando bene si sarebbe potuto persino sentire il respiro dei presenti. Aveva ancora speranze di ritornare a casa? Certo, quella era sempre Oto, ma non era la sua Oto. Non era la sua vita. Per quanto le differenze fossero minime, era un'intrusa in quel luogo. E tutto perchè stava cercando di salvare la persona che forse odiava di più in assoluto. Un sacrificio così grande, per qualcuno che forse non se lo meritava. E ora non poteva che proseguire per quella strada.

    Quando arrivarono all'obitorio, scoprendo quale fosse la sua idea. Che poi era il piano di Hebiko, solo aveva preso una piega inaspettata. L'Hebiko del passato osservò inorridita la scena. No, non dirai sul serio. L'altra, infastidita, si fece avanti, ormai arresa. Non c'era molta scelta, dopotutto. Che sia una cosa veloce. E indolore. O ti spezzo le ossa. Sibilò verso Eiatsu, con rabbia. Poi verso Diogene. Ti ringrazio per avermi riportata in vita. Ma, con questo giochetto, riconsiderati alla pari. Sto ripagando il mio debito. Non si sarebbe certo lanciata in un simile esperimento gratuitamente, dopotutto. Aveva un grosso debito alle spalle, ma quel sacrificio era altrettanto grande da poterlo ripagare. Ora, prima di iniziare, mettiamo in chiaro un paio di cose. Si rivolse ad entrambi, anche se più ad Eiatsu, essendo il cervello dell'operazione. Non modificherai il mio corpo chirurgicamente. E' fuori discussione. C scambieremo le anime. Altrimenti... Beh, in qualche modo dovremmo poterci scambiare i corpi. Dopotutto io sono composta da serpenti, e tu da sangue. Ci sarà il modo di ridare ad entrambi un diverso corpo in cui possiamo adattarci, senza modificarci pesantemente, in modo da poter usare le nostre abiità comodamente. E dico "ci", perchè tu sei incluso. Non avrebbe accettato un no come risposta. Chiaramente io non facevo parte dei piani, per cui tu nel mio corpo sarai al sicuro. La me del passato proseguirà il suo lavoro come di norma, e quando sarà a casa, sarà il tuo momento di uscire e controllare la villa da lontano. Ti farò recapitare un corvo ogni giorno per aggiornarti della situazione e qualsiasi cosa sospetta. Rimuginava ta se e se, incerta su alcuni dettagli. Vorrei poter mettere almeno Yachiru al sicuro, ma la sua assenza potrebbe destare sospetti... L'altra mia idea era quella di uno scambio a tre. Io entrerò nel tuo corpo, tu in quello di Yachiru, e Yachiru nel mio. Ed in quel caso, la me passata dovrebbe solo occuparsi di tenerla a casa mia al sicuro. Qualsiasi zona segreta della villa era fuori discussione. Erano spariti tutti. Non c'è luogo segreto sicuro, per quello che ne sappiamo lo conoscono anche loro. Il problema più grande è che nel secondo caso saresti comunque vittima dell'attacco alla Villa. E potrebbe essere un problema. Sarei più tranquilla se tu fossi esterno, a casa mia... Ma in quel caso Yachiru dovrebbe restare qui. Posso provare a proteggerla, ma non posso garantire niente. Non so contro chi stiamo andando. Vorrei solo evitare che ci finisca in mezzo qualcuno di così innocente. Osservò Diogene, tesa. Quindi, Kokage? Cosa ritiene sia più saggio, essere comunque un membro della Villa e partecipare attivamente ma rischiare la cattura, o restare all'esterno anche se quello potrebbe dire intervenire tardi? Qualsiasi fosse stata la scelta, c'era sempre un fattore esterno che li avrebbe aiutati. La me del passato è comunque il nostro jolly. In un modo o nell'altro, abbiamo un esterno in grado di fare qualcosa. Non nego che vorrei che anche tu fossi esterno. Sento che avremo più possibilità di successo in quel modo.


    Qualsiasi fosse stata la scelta finale, ad Hebiko sarebbe indubbiamente toccato il corpo di Diogene. Descriverne il disagio che provava era inutile, era ben visibile sul suo volto. E probabilmente avrebbero dovuto lavorarci su un paio di giorni, mentre veniva istruita sulla sua routine ed i comportamenti abituali, per non destare sospetti. Avrebbe tenuto le interazioni al minimo, e si sarebbe allenata in segreto ad usare le proprie abilità in quel corpo. Sarebbe stato utile? Non appena avesse usato qualcosa di diverso dal sangue, i loro rapitori si sarebbero accorti dell'inganno. Ma in quel momento sarebbe già stato tardi per qualsiasi cosa.

    Le giornate sarebbero passate più difficilmente del previsto. Persino guardarsi allo specchio era difficile ed estraniante, ne aveva già distrutti un paio, ed Eiatsu era stato costretto a nascondere tutto. Essendo l'unico a conoscere quel segreto, sarebbe stato anche l'unico a poter ascoltare le sue lamentele. E le avrebbe ascoltate. Oh, se le avrebbe ascoltate.

    Avrebbe mantenuto il minimo dei rapporti possibili con gli abitanti della villa. Non sembrava poi così difficile, Diogene non era poi quel padrone di casa estroverso che appariva ovunque. Però sarebbe stato più freddo del solito. Spesso ai saluti rispondeva con un misero grugnito, avendo dimenticato il nome di chi aveva davanti. Ironicamente, non vedeva l'ora che arrivassero gli invasori, si sarebbe sentita meno tesa. E, come da accordi, avrebbe inviato un corvo ogni giorno, aggiornando il Mikawa, nascosto a casa sua, nel suo corpo. E vedi di trattarlo bene, o quando sarà tutto finito mi vendicherò.

    Grazie ad Eiatsu ed alle altre due Hebiko, avrebbe potuto preparare delle trappole, o quantomeno dei modi per anticipare il loro arrivo. Avrebbe ordinato ai suoi gregariAllora, qui potrebbe essere una cosa valida o meno. Dato che sta impersonando Gene, la considero in grado di usale le competenze gregario di Diogne, essendo competenze legate alla persona e non al suo chakra/corpo. Se non è possibile, semplicemente skippa questa parte, o considera come se fosse Eiatsu ad usare questo "potere" di fare dei turni di controllo in tutta l'area della villa, interna ed esterna. La scusa sarebbe stata molto semplice: Non troppo tempo fa Jeral è riuscito ad entrare al vilaggio indisturbato. Non voglio che la cosa si ripeta. Non in casa mia. Sperava che chi dovesse attaccarli si sarebbe lasciato dietro almeno qualche indizio, in modo da anticiparne il reale arrivo. Avrebbe inoltre fatto mimetizzare tutte le armi d'assedio disponibili, usando la stessa scusa, posizionandone la metà ai perimetri della zona, e l'altra metà in prossimità della Villa stessa. [Competenze usate] E, da lì in poi, non restava che aspettare.

    Non riusciva a credere fin dove stava arrivando pur di salvare il Kokage. Che disprezzava, come persona e come leader. Eppure eccola lì. Morta una volta, ed inconsapevolmente pronta a morire di nuovo, in un piano incredibilmente intricato che la vedeva come esca. Dopotutto non lo rispettava, ma nemmeno voleva la sua morte. Credeva solo che come leader non fosse abbastanza. Troppo megalomane, troppo avaro. Troppo poco cauto. Ma era uno shinobi di tutto rispetto, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per il proprio paese. Rinchiusa in casa sua per giorni, avrebbe avuto modo di conoscerlo meglio, tramite i suoi libri, la sua storia, la gente che viveva intorno a lui. Avrebbe sicuramente potuto vedere il Colosso da una diversa prospettiva. Il tutto mentre attendeva che il Caos arrivasse.
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    Titolo del Topic


    Sottotitolo del topic




    Hebiko tendeva ad essere sospettosa. Terribilmente sospettosa. Bastava una piccola variazione nel quotidiano (non in Amministrazione, grazie a Febh il "quotidiano" non esisteva) per metterla in allerta, dubitando ogni cosa avesse attorno. Non era un'abitudine salutare, ma poteva salvarle la vita. Così come quella lettera: il sigillo sembrava vero, il contenuto era il solito... quella piccola specifica, però. Le fece storcere il naso. Non era cosa così inusuale che chiedessero che solo un certo villaggio si occupasse della faccenda, a pensarci bene. Ma vista la sua esplicita presenza, qualcosa doveva riguardare strettamente Oto. O lei. Ed esserne all'oscuro non le piaceva.

    Il giorno incriminato si sarebbe fatta trovare di fianco al punto richiesto con largo anticipo. Era in zona da più di un'ora, osservandone i dintorni, e con comodità si era fermata a fare colazione, attendendo paziente l'arrivo degli altri, fortunatamente in orario. Anche troppo. Uno di loro si avvicinò fin troppo al giardino della casa in questione, chiaramente alla ricerca di qualcuno. Hebiko si alzò con calma, arrivando ad incrociare il ragazzino prima che potesse arrivare alla porta d'ingresso. Nonostante non fosse per niente alta, la sola presenza sembrava sovrastarlo, giudicandolo dall'alto, con la spilla di Oto che scintillava sul petto. Hai fretta? Speravi di tornare a casa per l'ora di cena? Avrebbe fatto solamente qualche passo per farlo indietreggiare, stabilendo il suo ruolo. Non provare ad entrare senza il team completo. Se si fosse trattata di una trappola, ti avremmo perso ancora prima di iniziare. Lo ammonì, severa. Lo invitò a spostarsi in disparte, e fu lì sarebbero stati raggiunti anche dalla sunese, che si presentò... con calma. Hebiko accennò un sorriso innaturale, osservando la giovane con preoccupazione. Oh dei. Attese con impazienza che terminasse, prima di presentarsi a sua volta. Hebiko Dokujita. Sarò la vostra capoteam. ...Se hai dei bigliettini, è il momento di usarli, zuccherino. Confido che tu abbia un modo per comunicare rapidamente in battaglia. Sorrise, sibilando un paio di volte e lasciando scoperta la sua lingua da rettile, aspettando che anche il kiriano si presentasse (nessuna sorpresa che proprio lui fosse quello avventato), e sarebbero entrati insieme.

    Hebiko accolse l'offerta del the con piacere, chiedendo una delle varietà più comuni nei dintorni. Varietà che conosceva bene e beveva spesso, permettendole così di sentire subito grazie all'odore o al sapore se la sostanza fosse stata manipolata in qualche modo. Era forse stupido essere sospettosi nella periferia del proprio villaggio... Ma si trattava pur sempre di Oto. O almeno così avrebbe voluto giustificarsi. Avrebbe risposto all'uomo, con tono cordiale: E' stato tranquillo, siamo freschi e riposati. Vogliamo essere sicuri di poter risolvere il vostro problema in modo impeccabile. Ascoltò con attenzione e silenzio la spiegazione del problema, analizzandone i vari dettagli. I due compagni di team furono i primi a fare domande, ed Hebiko notò con piacere che la sunese aveva i suoi assi nella manica per ovviare al suo problemino di balbuzie.

    Apprezzava sentire le loro domande, poteva capire come ragionavano e a cosa davano priorità. Attese pazientemente di poter leggere il bigliettino della sunese, per poi dire la sua sulla faccenda. La sua teoria non è da escludere. Se è nell'ambiente da poco e ha già successo, potrebbe trattarsi di un rivale geloso. Non voglio nemmeno escludere la possibilità che, come suggerisce il mio compagno, possano essere interessati a qualche sostanza chimica con cui producete il vostro sapone. Cos'ha di diverso il vostro prodotto rispetto ai vostri rivali? Quale ingredienti inusuali state usando? Essendo quella con più stomaco dei tre lì in mezzo, avrebbe anche fatto richieste più azzardate. Spero che ci sia concessa la libertà di analizzare il cadavere. O perlomeno di parlare con qualcuno che possa confermare cosa l'ha ucciso e se ci sono segni particolari che possano dirci che tecnica è stata usata. Potrebbe aiutarci a capire da dove provengono i colpevoli. Non si può nemmeno ignorare il fatto che potrebbe essere un attacco interno, dato che sembrano attaccare solo voi... O avete informazioni di altri che sono stati assaliti allo stesso modo?

    Avrebbe atteso risposte ed ulteriori domande, prima di suggerire una strategia. Credo che la scelta migliore sia quella di farci attaccare. Ci trasformeremo nei tuoi dipendenti, e faremo da esche. Dalla descrizione dei loro assalti sono sicuramente pesci piccoli, non saranno un problema per ninja del nostro calibro. E, sapendo cosa aspettarci, saremo pronti al contrattacco prima che se ne rendano conto. Voi due, se avete sensi raffinati o delle evocazioni che possano aiutarci, questo è il momento giusto per spiegare loro il piano. Avrebbe osservato le reazioni dei due. Certo, a meno che non abbiate idee migliori che non implichino il sacrificare altri dei suoi dipendenti. Sorseggiò il suo the, con calma. Quando è prevista la prossima partenza?
  15. .

    Il Patto


    XIII




    Per Youkai, che non aveva conosciuto altro se non l'ordine dettato dal villaggio e dall'Accademia, le parole di Karikitori erano incredibilmente interessanti. Avrebbe voluto chiedere di più, non fosse stato così intimorito dallo shinigami. Shinigami che aveva sfidato con troppa leggerezza, alzando la voce. Non era abituato agli scontri, non sapeva come reggere al meglio una discussione. E peggio ancora, non sapeva contro chi era meglio evitare. E l'entità non aveva la minima intenzione di perdonargli quell'errore.

    Il rosso sbiancò. La difesa di Kirie fu forse utile per evitargli danni più fisici, ma niente avrebbe potuto fargli più male di quelle parole. Una pugnalata al cuore non era sufficiente a descrivere cosa stesse provando. Sentiva come se la sua intera anima fosse stata strappata a brandelli, e più quelle parole rimbalzavano nella sua mente, più forte quella sensazione si ripeteva. Portò una mano al cuore, percependovi un dolore così forte che gli bloccò il respiro. Il suo respiro affannoso contrastava con il suo sguardo vitreo, privo di vita. Quei pochi pensieri che cercavano di ragionare su come fosse possibile, che dubitavano della veridicità di quelle parole, venivano soppressi da quel macigno che erano le parole di Karikitori. Non riusciva nemmeno ad immaginare di che peccati si fosse potuto macchiare, se persino uno shinigami li reputava orribili. Non si spiegava cosa gli aveva finalmente fatto cambiare idea, e cosa il precedente se avesse voluto nascondere nel sarcofago. In quel momento, nemmeno importava. Non voleva nemmeno fare domande.

    Il suo ciuffo di capelli venne scosso da un'energia misteriosa, ed una flebile luce si fece spazio sulla sua fronte. Il dolore era diventato insopportabile. Il simbolo del Vuoto era riapparso, rallentando il suo respiro. Per qualche istante, non percepiva più niente. Stava solo esistendo. Non c'era più dolore.

    Il simbolo però svanì con altrettanta rapidità. Non era chiaro se fosse stato un suo gesto volontario o meno. Si rannicchiò su se stesso, con gli occhi che avevano preso a lacrimare copiosamente, anticipati solo da deboli singhiozzi. E lì, sotto lo sguardo vigile di Kirie, si sarebbe sfogato, lasciando che il pianto avesse la meglio su di lui. Lasciando che quel dolore scorresse via, schiarendogli la mente. Era stato una persona orribile. Aveva compiuto atti innominabili. Ma era cambiato. Le sue future vite erano state migliori, al punto da guadagnare una possibilità di redenzione. Chissà cosa sarebbe stato senza quella. Chissà che cosa lo aveva spinto a cambiare. I peccati rinchiusi nel sarcofago erano forse l'orribile verità che fino ad ora gli era stata nascosta. Ma erano sicuramente anche la risposta del suo cambiamento. Il peso da dover sopportare per non ricadere nuovamente nel baratro.

    Si sarebbe rialzato solo quando era ormai troppo stanco per piangere ancora. Gli occhi arrossati e stanchi si sarebbero posati sulla ragazza, che avrebbe ringraziato con calore per il suo supporto, se anche fosse solamente rimasta vicino a lui durante il suo sfogo. Ti ringrazio... tanto. Non avrei voluto infilarti in una simile situazione. Spero tu possa perdonarmi. Si strofinò una guancia, ripulendosi dalle lacrime rimaste. Spero tanto di porterti incontrare dall'altra parte. Vorrei poterti ringraziare come si deve. Trovò la forza di sorridere, nonostante tutto. Non era solare come avrebbe voluto, ma era qualcosa.

    La situazione si alleggerì per un po', mentre fantasticava sulla Ribelle. Se c'era una cosa positiva uscita dalla discussione con lo shinigami, era che nelle ultime vite era stato buono a sufficienza per redimersi, ed ottenere un nuovo inizio. Se fosse stato realmente la Ribelle, avrebbe avuto la prova che la sua ultima vita era stata buona come lui sperava di diventare. Un'eroina ricordata con gioia da chi era stato liberato. Kirie non sembrava del tutto convinta, perlomeno della sua personale immagine dell'Uzumaki in questione. Nominò il Paese del Vortice, citando un archivio in cui dovevano esserci le sue informazioni. Youkai sapeva bene delle condizioni in cui si trovava il Paese del Vortice. Non avrebbe dato altro dolore a quell'anima.Visino angelico
    Speciale: L'utilizzatore è estremamente genuino ed innocente. Sarà più semplice apparire sincero in caso di bugie a fin di bene.
    [Da genin in su]
    Sì... Sì, è una buona idea. Annuì con convinzione, nonostante fosse ben consapevole che le speranze di trovare qualcosa erano minime. Ma minime erano comunque non zero. Potrebbero anche esserci tue foto?? E degli altri abitanti! Magari dei libri che descrivevano il villaggio dei tuoi tempi, e come la gente lo viveva all'epoca! Sembrava piuttosto eccitato all'idea di scoprirne i segreti. Il dubitare del vestiario della Ribelle lo portò prima ad ascoltare Kirie con interesse, e poi ad arrossire completamente, soprattutto all'idea che vestisse succinta. Una di quelle parole di cui non aveva ancora troppo chiaro il significato, poichè pareva che ognuno degli abitanti di Konoha avesse idee diverse a seconda del livello di pudore. Oah!? Su-Succinti come?? ...Tipo quelle gonne corte corte? Era curioso, ma non abbastanza da volersi trasformare di nuovo. Se non altro l''indizio della miko poteva essere utile, doveva aver avuto a che fare con qualche tempio, o almeno con la loro purificazione. Aveva una strada da percorrere, che si fosse trattato di una precedente vita, o solo di una persona da ammirare, voleva saperne di più.


    La riunione con Amesoko sarebbe stata più pesante del dovuto dopo i precedenti traumi. Fu sorpreso nel sentire che il drago non gli dava le colpe per il portale, nonostante le sue dichiarazioni. Una divinità più capricciosa avrebbe potuto sfruttare quella situazione a suo vantaggio, invece stava offrendo loro un passaggio per ritornare a casa gratuitamente. Qualcosa che non si poteva sottovalutare. I suoi patti erano sicuramente più subdoli, ma il rosso sembrava comprendere, almeno in parte. Il drago voleva il suo vantaggio, e più grande era la richiesta, più grande il pagamento. Nonostante il suo sguardo un po' spento, avrebbe ascoltato con interesse i discorsi.

    Sembrò illuminarsi appena quando il drago gli parlò di questo Don Kato, con un potere uguale al suo. Non aveva ancora avuto modo di incontrare qualcuno come lui. Aveva qualcos'altro da cercare, una volta a casa. A quanto pare non aveva un reale potere sulle anime... al momento. Si concentrò su sè stesso per un po', mugolando appena. Mi piacerebbe sviluppare al meglio questo potere. Ci sono tante anime in difficoltà, sia qui che fuori... Vorrei poterle aiutare. Vorrei poter prevenire altre mezze persone. O immortali come gli Hayate. La visione dell'aldilà era molto più neutrale rispetto al suo punto di vista: non c'era aiutare o non aiutare. Ciò che a loro importava era riportare l'ordine. Il desiderio di Youkai era più sensibile, e forse, proprio per quello, più problematico. Gli shishi sono miei amici ora. Vorrei impedire che altre trappole come il portale che ci ha risucchiati possano sbucare fuori.

    Ma terminato quel siparietto, Amesoko si fece più invasivo. Qualcosa in lui lo incuriosiva, ed in un primo momento lo avrebbe ammesso a voce, poteva sentire le sue spire come avvinghiarsi in quell'ambiente, come se l'attenzione si stesse lentamente spostando verso di lui. E poi, d'improvviso, si sentì come se decine di draghi lo stessero osservando, come se si trovasse fluttuante in uno spazio bianco, completamente illuminato, senza la possibilità di nascondersi da nessuna parte. Il respiro affannoso lasciava percepire il suo disagio, ma chiunque lo scrutava sembrava farlo con un'intensità capace di violare la più nascosta delle anime, quasi volesse possedere quel trofeo, tanto lo trovava curioso. Era un giocattolo incredibilmente raro alla mercè di una delle più potenti entità di quel mondo.

    La sensazione svanì in fretta, all'esterno. Ma per Youkai sembrava fossero passati interminabili minuti, ed ancora percepiva l'istinto di nascondersi, rintanandosi immediatamente dietro l'Hokage, lasciando sbucare solo la sua chioma. Tremava appena, visibilmente disgustato da quella sensazione, da quell'invasione non prevista che era arrivata a frugare fino al fulcro della sua anima. Nonostante avesse ammesso di non essere stato in grado di trovare qualcosa, quella percezione non sembrava sparire. Essere al centro dell'attenzione non era un grosso problema per lui. Essere una misera preda in balia di qualcosa, uno o molti, potenzialmente pericolosi e che non era in grado di fermare... quello era diverso. Raizen lo aiutò a distrarsi grazie ai suoi paterni consigli. C'era qualcosa di grosso in palio, ed il rischio era quello di ottenere ciò che volesse, unito ad una grossa perdita... O andarsene, senza nulla in mano. Trovò le parole del suo Hokage stranamente ispiranti. Fece un sospiro, riprendendo il focus. Quel sipario lo aveva reso più cauto, più protettivo nei suoi confronti. Fissava Amesoko con timore. Io... Non so quale sia il mio segreto. Avrebbe ammesso, discretamente deluso. Ho perso la memoria. E ho avuto modo di trovare degli indizi. Che mi hanno portato qui. Si rese più visibile, uscendo dal suo nascondiglio, anche se aveva avuto la prova che non c'era modo di nascondersi, da nessuna parte. Ed altri indizi mi hanno fatto capire che la risposta si trova nel Tempio dei Sussurri. Determinato, osservò l'immenso occhio che tutto scrutava. Mi lasci entrare. Mi lasci indagare. E, non appena uscirò da lì, avrà il mio segreto.

    L'ambiente sarebbe cambiato da lì a poco. Entrambi avevano un patto da firmare, e dopo un'ondata di nebbia che più ricordava una ventata di cenere, il paesaggio intorno a loro ricordava solo un vasto inferno di fuoco, dove solo Amesoko ed il fuoco regnavano sovrani. Il patto di Raizen sembrava terribile, e l'Hokage era arrivato a negarlo, incapace di sacrificare il padre per un simile capriccio. Youkai gli sorrise, approvando silenziosamente la sua scelta. Ma a lui? Cosa sarebbe toccato?


    La situazione si allegerì appena quando il resto del gruppetto apparve, apparentemente sani e salvi. Youkai potè sfruttare quella ventata di positività per sentirsi meglio, calmandosi. Avrebbe avuto qualche minuto mentre i due nuovi arrivati ricevevano anche loro una proposta da Amesoko, poco prima che il caos iniziasse.

    Strizzò gli occhi quando il nuovo gruppo apparve, ed uno degli incappucciati si rivelò essere l'Amministratore otese. Guardò prima Febh e poi Kaji, un paio di volte. Oh! E' la sua mezza metà! Potete finalmente riunirvi! Ma quelli non sembravano esattamente i piani. Ed il suo gruppo non sembrava poi così contento della cosa. Era facile percepire la tensione che si era creata da quel momento. Quel Kaji stava sfidando senza paura una divinità del calibro di Amesoko. E l'Uzumaki temeva quella tranquillità. Nessuno sembrava volersi fidare, la signorina dagli occhi affilati stava cercando di proteggere l'altra metà.

    Il sospetto non tardò a diventare reale. Quegli individui avevano un preciso piano, e tutto stava andando come volevano. Kaji aveva qualcosa da dire a tutti loro, e l'anello più debole lì in mezzo era certamente Youkai. Non poteva aspettarsi di sentire quelle parole. Spalancò gli occhi, le parole quasi gli soffocarono in gola per la fretta di voler uscire. E'... Allora è vero! Ero la Ribelle!? Avevo provato... Com'era?? Perchè ti aveva aiutato?? Ce-Certo, farò del mio meglio! Era estasiato. Sapeva inoltre che le sue ultime vite erano state buone a sufficienza da giustificare quella nuova possibilità, per cui non aveva motivo per diffidare di quell'individuo. Inoltre lavorava con la Santa, la stessa donna che si era presa carico dei suoi peccati. Come poteva dubitare del loro piano? Non di meno, poco dopo avrebbe chiamato Raizen figlio, scatenando un sussulto in tutti i presenti, forse persino alcuni degli incappucciati. Youkai era forse l'unico raggio di sole lì in mezzo. Tutto sembrava stesse andando per il meglio.

    Ma Raizen non era d'accordo. Le sue code avrebbero presto avvolto il trio, proteggendoli, ma il chunin si agitò immediatamente, cercando di liberarsi. N-No, un momento! Devo aiutarlo! Per favore! Ansimava, ascoltando confuso ed impaziente. Anche lui aveva iniziato a sfidare Kaji, e sembrava avesse qualcosa di molto potente tra le mani. Youkai spalancò la bocca quando sentì il suo piano finale, incredulo. Signor Raizen!? Non lo penserai sul serio?! Era shocckato, non poteva credere alle sue parole. Doveva essere un bluff. Ma il pensare di doversi separare da Kaji lo turbava. Sapeva più cose di quante sperava di poterne ottenere, aveva bisogno di sentirle. Non aveva ancora intenzione di andare contro al suo Kage, dato che al momento erano comunque tutti riuniti. Ma era facile leggere nel suo volto un'impazienza pericolosa.
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