Posts written by Shiltar Kaguya

  1. .

    Cavie e Serpenti

    Vecchi e Nuovi



    Saragi fu un attimo sbalordito dalla reazione dello sconosciuto, specialmente dell'esternazione di sorpresa per l'apparizione del mio basso coinquilino.
    La sorpresa continuò quando l'altro parlò di aver deposto un "vecchio serpente": come ammise poi con me, il giovane Shi pensò Deporre? Parla di uova di serpente?, ma un "vecchio" serpente che nasceva da un uovo, per questo verosimile era strano che un serpente nascesse già vecchio.

    Quei pensieri furono interrotti bruscamente, però, quando senza nemmeno toccarlo, con una velocità impossibile da seguire, l'uomo dai bizzarri occhiali fece un gesto che portò Saragi in ginocchio, evitandogli qualcosa che, nel frattempo, passò veloce lì dove prima c'era il suo collo.
    Che cosa?, si chiese, come poi mi confermò, guardandosi intorno, mentre Akteru-sama sembrava riconoscere lo sconosciuto con il simbolo del Suono sulla felpa.
    Ogni discussione fu però interrotta quando tutti si voltarono su uno strano roditore con una bizzarra falce in mano.
    Ma fu quando lo sconosciuto parlò di nuovo a Saragi che accadde qualcosa di strano: Haku?, pensò il genin, seguendo lo sguardo dello sconosciuto fino a me, per quanto entrambi fossimo stati convinti che io ero rimasto a casa. [Nota]
    Io sono Saragi Shi., esordì il basso otese, E lui è Haku, il mio coinquilino., aggiunse, indicandomi, mentre l'altro ci sollevava, di nuovo, senza toccarci.

    Quello sconosciuto dai buffi occhiali ci ordinò di occuparci dello strano ratto, mentre lui, che si definì un superiore del genin, avrebbe tenuto chiusa la botola.
    Probabilmente, è anche lui legato al Fondatore come l'Erede-dono., mi bisbigliò Saragi, appuntandosi di chiederlo dopo aver concluso quella missione e portando la sua, e la mia, attenzione, verso quello strano essere dal viso scheletrico, ma che sembrava avere dei muscoli.

    La prima considerazione nel vedere quella creatura fu che doveva essere veloce: non aveva visto il colpo che gli aveva quasi mozzato la testa, scartò quindi l'idea di sfruttare il più basilare dei suoi hebiton, come poi mi spiegò.
    Anche ad avere un vantaggio numerico, sprecherei più che altro chakra., pensò, mentre sollevava la mano destra, con in mano la sua scimitarra e sfruttava il piatto della stessa per produrre un rumore, mentre scattava verso la strana creatura.
    Il rumore sarebbe stato il suo vero primo attacco. [ST 1 & SG]

    A quel punto, se fosse stato abbastanza vicino, avrebbe cercato con la scimitarra, adesso impugnata a due mani, di spingere verso l'alto la falce che l'altro impugnava, provando a distanziarla da loro due e cercando, in quel modo, di aprire la guardia dello strano roditore. [SA 1]

    Che fosse riuscito anche solo minimamente ad aprire le difese avversarie sul tronco, allora, liberata la destra dall'impugnatura della scimitarra, avrebbe cercato un affondo con il pugno chiuso, dalle cui nocche sarebbe scattata fuori la sua lama interna, lenta, ma decisamente più forte per un secco movimento del bacino. [SA 2]

    Nel fare poi un passo indietro, Saragi avrebbe cercato un nuovo colpo discendente con la scimitarra, di nuovo presa a due mani, a meno di brutte sorprese, per provare a mozzare via il muso oblungo del roditore-cavia. [SA 3]

    Così si sarebbe rimesso in guardia, con me sul collo che osservavo la scena e... chissà dov'era finito Akteru-san in quel momento?

    Saragi Shi

    Statistiche Primarie
    • Forza: 200
    • Velocità: 200
    • Resistenza: 200
    • Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 200
    • Concentrazione: 200
    • Intuito: 200
    • Precisione: 200
    Chakra
    [14]/20
    Vitalità
    10/10
    Slot Azione

    1. Attacco con Sciabola

    2. Attacco con Lama Interna

    3. Attacco con Sciabola

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Kyomeinancho

    2. ///

    Note

  2. .

    Un jonin fuori le Mura

    Un guardiano sulle stesse



    Se sei un Jonin, poco importa che tu sia disarmato, ninja di Oto., queste le parole che avrebbero accolto l'uomo giunto dal Deserto.

    E sì, come l'assenza di balbuzie potrebbe avervi fatto facilmente intuire, questa non è una storia che riguarda la nostra amica Nekki: no, Ryugi era impiegata in ben altri problemi che interessavano il suo villaggio in quel momento, ma ne parleremo in un contesto diverso, forse.

    Alle Mura di Suna quel giorno, intanto, c'era un giovane ninja del clan Chikuma, Risho il suo nome, un semplice genin, ma un genin che sapeva bene come la minaccia di un ninja non si misurava dalle armi che portava in bella vista.
    In fondo, le storie sul Sesto Kazekage, Gin "Tatsumaki", o sul suo discepolo, Hoshikuzu il "Turbine Rosso", della casata principale, come i membri della casata cadetta, Furui "Lama Pazza" durante la Guerra Cremisi, o suo nipote Gensho (che aveva avuto l'indecenza di non scegliere un esagerato soprannome!), erano esempi di quanto uno shinobi di elevate capacità, anche con un semplice kunai, o disarmato, poteva essere pericoloso.
    E quello sconosciuto si era presentato come un jonin, un jonin di Oto.

    Di quei tempi, o almeno fino a quel giorno (che sembrava sarebbe stato così "fatidico"), la gente di Oto non era particolarmente gradita a Suna: avevano sottratto il Quattro Code alla Sabbia, seppur Risho non sapeva molto di più a riguardo, e, per dicerie nel clan Chikuma, in qualche modo il Kokage era anche responsabile della scomparsa di Hoshikuzu dal villaggio.
    Certo, c'erano voci che davano la responsabilità più ad una fuga d'amore del Rosso, anziché ad intrighi fra villaggi ninja, ma quel genin non voleva credere a tali voci: come per molti altri giovani, l'Eremita dei Fennec era un modello a cui guardare, non potevano credere avesse preferito la stabilità all'avventura.

    Dici di dover fare degli acquisti, shinobi di Oto, ma di che tipo? Dovrai offrire più informazioni, se vuoi che le porte siano aperte., continuò Risho, forte non delle sue capacità, ma delle responsabilità che il ruolo di Guardiano gli davano.
  3. .

    Illusioni e Realtà

    Un brutto quasi risveglio



    Ammetto che quello che successe mi lasciò sorpreso, in negativo: la saliva potevo aspettarmela, gli occhi che piangevano sangue mi sembravano una reazione eccessiva, che mi portarono a temere per un qualche danno cerebrale, dovute ad uno stimolo scorretto, sull'Akuma.
    Poi arrivarono le visioni generate da Etsuko-san, ma non c'era nessuna villa, piuttosto un luogo tetro e strano, pieno di quelle che mi sembrarono farfalle e con... Due Etsuko?, pensai nell'osservare la scena.

    Il vero problema arrivò dopo, quando da quelle immagini fummo attaccati da delle catene che intrappolarono tanto me quanto Shitsuki.
    Che diavolo?, balbettai, Per tutti i Gusci, ragazzo, che hai combinato?, mi domandò di rimando l'anziana tartaruga, Io? Direi che è stato Etsuko-san, ma sì, forse ho un pò di colpa anche io, dovrei cercare di sistemargli la testa... ma queste catene sono un problema, non sapevo avesse poteri simili., commentai, prima di fermarmi a riflettere su un dettaglio.
    Le catene erano apparse assieme alle immagini: sapevo poco delle abilità dei vari clan di Kiri, ma sapevo che Etsuko-san faceva parte di una clan che usava illusioni.
    Sono vittima di un genjutsu., realizzai, Lo siamo entrambi, Fudoh-chan., mi corresse Ma-Tsu-dono, Evoca Ryka, lei è più brava in questo campo di me., suggerì poco dopo.
    Chi?, le chiesi, Ryka! E' una tartaruga della Valle che ha studiato le arti illusorie. Non sarà all'altezza di un Akuma, ma potrebbe avere qualche modo per aiutarci., si fermò un secondo a guardarmi, come guardava il figlio quando minacciava di tirargli una ciabatta, Santi Gusci, sei l'Evocatore, dovresti saper richiamare chiunque di noi senza ostacoli. Cerca una presenza più sfuggente fra le tartarughe: sai riconoscere me, Don e gli altri, cerca una presenza che sia diversa., osservò.
    Con tutto il rispetto, Ma-Tsu-dono, ma come diversa? Siete in tanti, forse saprei escludere Ijapa-sama, o Kurma-sama, ma ci sono anche altre tartarughe, no?, chiesi di rimando.
    Certe volte, sei più lento di mio figlio. Ascolta: quella tecnica che usate sulle illusioni, che le indebolisce, fa affidamento su un legame con il chakra più affine ai genjutsu, ok? In più considera che le arti mediche sono diametralmente opposte, perché si affidano allo Ying più che allo Yang del chakra.
    Tu sei un medico, ragazzo mio, quindi devi cercare qualcuno che senti completamente diverso alla sensazione che ti danno le tue arti curative.
    , suggerì.
    Qualcosa di simile al Rilascio delle Illusioni e duale rispetto alla mia impronta Luce? Uhm... ok, proviamo., mi dissi, eseguendo dapprima un rilascio per cercare di liberarmi da quelle catene ed essere più focalizzato su quel tipo di sensazione. [ST 1,2]

    A quel punto mi sarei morso un dito ed avrei eseguito la tecnica del richiamo sfruttando i suggerimenti di Ma-Tsu-dono per cercare la tartaruga più affine a tali conoscenze: conoscevo perfettamente la sensazione di richiamare quelle con cui ero legato da più tempo.
    Tong, dal chakra così semplice; Myk bravo nel rilasciare dal guscio i veleni; Lio duro come metallo incandescente; Gyoza, che ancora portava vivido il legame con il Freddo; Don, che avevo richiamato poche ore prima; anche la sensazione legata ad Ijapa-sama e Kurma-sama mi era abbastanza nota, così avrei cercato fra le altre tartarughe qualcuna che sentissi più analoga al Rilascio appena eseguito e meno a ciò che percepivo ogni volta che sfruttavo le mani curative.
    Sarei riuscito a richiamare la tartaruga corretta? [ST 3]

    [...]

    Nel frattempo, per quanto io ne fossi inconsapevole, giacché pensavo che fosse dovuto alla stessa proiezione illusoria, assieme alle catene, di tutta quella scena infernale (letteralmente) era rimasto uno dei due "Etsuko" manifestati dagli occhi dell'Akuma.
    Quello che non potevo immaginare era che quello era effettivamente l'Amministratore del villaggio: la sua coscienza, forse a causa del fuuinjutsu, non era rientrata nel corpo, così come non c'era rientrato Vendetta.
    Il corpo di Etsuko era in uno stato di profondo sonno, vivo, con funzionalità di respirazione perfettamente funzionanti, ma privo di una coscienza di alcun tipo dentro.
    L'Imbattuto era nascosto in una parte di quel costrutto illusorio, che era l'Akuma stesso al momento e forse, l'amministratore di questo non era consapevole, ma di certo doveva vedere il proprio corpo (e forse anche me che interagivo con le tartarughe).
    Sarebbe riuscito Etsuko-san a pilotare la propria coscienza fino all'interno del corpo? O ci sarebbe riuscito l'Imbattuto in qualche modo?
    Forse le Farfalle potevano aiutare uno dei due? Ma come contattarle?
    Se fosse stato Vendetta a contattarle, o lo avessero notato, di certo non avrebbero dato loro aiuto, in fondo era stata la fuga della seconda coscienza a scatenarle nel mondo reale.
    Forse potevano allearsi, Etsuko e Vendetta? O il primo avrebbe preferito fidarsi delle proprie evocazioni? Ed il secondo avrebbe cercato di restare nascosto a quel punto?
    Di certo, a seconda delle loro azioni, lo sciame delle Farfalle del Mondo dei Sogni avrebbe reagito in modo diverso. [Nota]
  4. .

    Sincerità

    L'ultima arma rimasta



    Quindi vi conoscete? Bene, credo..., esordii, notando che Shitsuki-dono e Badassanu-san parevano aver avuto incontri precedenti, malgrado la vecchina non sembrasse avere un'ottima opinione del Tartarugone.
    Una storia un pò complicata, Ma-Tsu-dono: una strana tribù chiamata Kijin ha rapito questo saggio Armadillo e la gente che ci abita sopra e così uno strano volpino anziano ha chiesto aiuto ad Ijapa-sama, che mi ha mandato ad indagare e qui c'era già Badassanu-san, così ha accettato di darmi una mano... zampa., spiegai per sommi capi.

    Le due tartarughe, intanto, si scambiavano commenti non proprio amichevoli, mentre varcavamo l'ingresso di quella strana sala con i veli, che Ma-Tsu-dono mi avvisò di non toccare, prima di alcune domande che spesso rivolgeva tanto a me quanto a Don.
    Certo, Ma-Tsu-dono, ho la mia Cotta di maglia della salute, ma non posso però fare promesse per le cicatrici., risposi sorridendo, mentre con una mano toccavo il Gashadokuro sotto i vestiti leggermente laceri.

    Il discorso con Aladdin non andò per il meglio, sembrava sinceramente preoccupato per il primate e diffidente nei miei confronti: Non ho ucciso nessuno, sono un medico io!
    L'ho distratto con un leggero inganno, quello sì, ma non ho ucciso nessuno.
    , spiegai un pò infastidito da quelle accuse.
    Peccato che la sorpresa sulla natura di Arumajiro e, soprattutto, le mie conoscenze sul tema portarono il Pakkun ad accusare l'intera Accademia di voler creare un nuovo Dio Guerriero.
    Non mento, l'Accademia non sa niente di tutto ciò, come io non so niente di quello che è successo a questi Kijin! Quel Rukai è stato il primo che ho incontrato!, dissi leggermente innervosito dal mio precedente errore, prima che la situazione, di nuovo, precipitasse.

    Il mio attacco con Ma-Tsu-dono fu un nulla di fatto e quel grosso essere di sabbia senza testa si avventò contro di me, tanto da costringermi a fermare il tentativo di contattare Arumajiro per sfruttare quello stesso chakra per irrobustire i muscoli.
    Così presi in pieno il colpo di spada, che, ringraziando il Gashadokuro, non mi tagliò a metà, ma probabilmente mi lasciò un bel livido. [SD 1 + Danno]

    Sul successivo attacco, portai il chakra alle gambe, da poco ripresesi dopo aver evitato i colpi del Kijin, per spostarmi evitando il fendente contro il mio collo. [SD 2]

    Il mostro senza testa, però, non sembrava volersi arrendere, ma fu Ma-Tsu-dono ad intromettersi sul successivo attacco, sollevando la barriera di vento prima che le lame ci colpissero. [ST 1]
    Attento, Fudoh-chan!, mi avvisò nel frattempo l'anziana tartarughina, prima che una seconda voce si mettesse in mezzo: Accura docu!, urlò Badassanu-san, mettendo in mezzo la sua stazza contro un attacco che non avevo notato, al contrario del tartarugone rimasto alle mie spalle fino a quel momento. [SD 3]

    No!, urlai, vedendo la Testuggine del Deserto bloccata dalla mano di sabbia, mentre il Pakkun, quello che doveva essere parte di un popolo pacifista, mi minacciava di un processo, mi imponeva di arrendermi e che loro non amavano combattere, ma avrebbero lottato per la loro libertà.
    Che devo fare?, mi chiesi.
    Badassanu-san non poteva di certo più essermi d'aiuto, anche se la mano di sabbia lo avesse liberato. [Nota Badassanu]
    Potevo rischiare che anche Shitsumaki facesse la fine di Myk e della Testuggine del Deserto? Stremata e ferita a causa mia?
    Avevo un dovere verso le mie evocazioni, ma lo avevo anche verso quel Pastore del Mondo: ero stato generato dall'orribile violenza fatta ai suoi simili, malgrado ciò che potessero pensare gli altri Dei Guerrieri, io sapevo che era stata una violenza, non c'era altro modo di definirla.
    E non avrei mai permesso che qualcun altro facesse qualcosa di simile, che fosse l'Accademia o qualcun altro.

    Guardia il golem senza testa: sapevo che non avrei mai potuto batterlo, a stento mi reggevo in piedi, forse potevo ingannare la persona dietro i veli? Ma perché? L'ultima cosa che volevo, appunto, era fare del male ad un Pastore del Mondo e, nella stranezza dei suoi discorsi, quel Aladdin sembrava tenere egualmente al falso Armadillo.
    I suoi discorsi..., pensai, perché, in effetti, avevano delle lacune.

    Mi hanno detto che voi Pakkun siete un popolo pacifico e tu mi dici che state combattendo solo per proteggere Arumajiro e, se veramente quello che stanno pensando di fargli è ciò che dici, allora ti posso assicurare che sarò più che pronto ad aiutarvi.
    Non posso accettare che una simile violenza sia compiuta adesso, come fu compiuta millenni fa.
    Mi hanno, però, detto che questa tribù, i Kijin, vi ha rapito, ma tu dici che sono venuti ad avvisarvi di un qualche piano nel Paese dell'Erba e di andare assieme a combatterli.
    Io ho piena fiducia nelle Tartarughe della Valle del Guscio, forse sono state anche loro ingannate? Ti prego, spiegami, perché ci sono molte cose che ancora non mi sono chiare.
    Come facevano i Kijin a sapere dei piani del Paese dell'Erba? E come sapevano che Arumajiro era un Colosso?
    Ma ancora di più: come facevano l'Erba e l'Accademia a sapere queste cose? Non credo siano notizie diffuse, le uniche tre persone che mi hanno parlato di queste creature sono state l'Hokage di Konoha, la Signora di Taki ed un Drago Bianco.
    Chi di questi tre ha detto ai Kijin di questi Esseri dal forte legame con la Natura? E chi sapeva che anche Arumajiro è uno di loro?
    Come hai sottolineato anche tu, qualcuno sapeva, sa, che millenni fa i simili di Arumajiro sono stati soggetti ad una così terribile violenza per creare... le Armi di Iwa, ma chi?
    Le due notizie non sono per forza correllate.
    Sapere della vera natura di Arumajiro, non implica sapere il terribile destino dei suoi simili millenni fa.
    , mi fermai, solo dire la parola "Arma", parlando di noi Dei Guerrieri, mi aveva ferito quasi quanto vedere Myk e Badassanu feriti.
    L'Hokage, appunto, è una delle poche persone che sanno qualcosa di questi fatti, per mia conoscenza, e quindi potrei concedere che forse l'Accademia abbia informazioni a riguardo, ma l'Erba?
    Come faceva a sapere di Arumajiro? Chi poteva avergli detto qualcosa? Quando Kusa è stata a contatto con questo Colosso? O pensi che l'Accademia gli abbia fornito quest'informazione?
    Non ti sembra troppo scontato, troppo semplice? Kusa chiede un Colosso perché ha quei progetti contronatura e Suna gli dice, sì ne abbiamo una, la teniamo nel deserto a gironzolare da qualche millennio, e di punto in bianco pensiamo che sia il caso di donarvela!
    Credi sia andata così? Perché dopo tutti questi anni, dopo che ben due Armi sono state sconfitte, dovrebbero accettare questa proposta e tradire Arumajiro?
    Perché Saban'Na dovrebbe tradirvi?
    Un Colosso è una creatura millenaria, immagino che lui non viva in questo deserto da poco, per quel che so di loro, penso che dire che Arumajiro viva nel Deserto è... offensivo, lui dovrebbe essere il custode di questo luogo.
    I popoli di Suna e di Saban'Na hanno improvvisamente deciso di distruggere la natura che li circonda per cosa? Denaro? Un'Arma in più?
    Perché quei Saggi del Deserto che ho incontrato per la prima volta l'altro giorno, e che suppongo conoscano da millenni il Colosso, abbiano scelto, all'improvviso, di tradirlo?
    E come hanno fatto a saperlo per primi i Kijin, che suppongo non vivano a Saban'Na?
    , domandai ancora ed ancora, stando attento al golem senza testa.

    Avrei voluto dirgli che quel gigantesco uomo scimmia mi aveva parlato di un piano di conquista dell'Erba, di usare quel Pastore del Mondo come esca, ma probabilmente sarebbero stati i tasti sbagliati da toccare.

    Non voglio combattere, ma ti chiedo di risparmiare le tartarughe che mi accompagnano e, di permettermi di sentire le parole di Pastore del Mondo: se sarà lui a confermare tutto questo, se mi processerà e dirà che sono colpevole, accetterò ogni punizione!
    Non penso che questo gli impedirà di avanzare nel frattempo, o mi sbaglio?


    Ed infatti non avrei attaccato, avrei solo aspettato che Badassanu fosse liberato e, se possibile, avrei pareggiato anche lui.

    Ti posso giurare, Aladdin-san, che evitare una simile violenza ad Arumajiro vale per me quanto la mia stessa vita.

    Fudoh

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 600
    • Resistenza: 600
    • Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 675
    • Intuito: 600
    • Precisione: 600
    Chakra
    [6]/80
    Vitalità
    6/18

    Chakra Badassanu
    1/12
    Vitalità Badassanu
    ?/9

    Chakra Tsumaki
    4,5/12
    Vitalità Badassanu
    9/9

    Slot Azione

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    4. ///

    Slot Difesa

    1. Parata primo attacco

    2. Schivata secondo attacco

    3. Difesa Badassanu

    4. ///

    Slot Tecnica

    1. Guscio del Vento

    2. ///

    3. ///

    Note

  5. .

    Uno Sconosciuto alleato?

    Tentativo di contatto



    Saragi era in silenzio, il cuore in gola, mentre ascoltava le parole di quel bizzarro sconosciuto.
    Quando lo vide fermarsi proprio sotto di lui, ad analizzare le vasche semidistrutte, fu ben felice di essere così diversamente alto da non rischiare di essere sfiorato, come poi ammise con me, ma era comunque abbastanza vicino da sentire i suoi ragionamenti ad alta voce.
    Ottimo per tonici? Usa i prodotti del Fondatore per produrre qualcosa?, si chiese sorpreso e perplesso, continuando ad osservare in silenzio mentre il sempre più bizzarro individuo iniziava a lamentarsi della... polvere.

    Se volete sapere la mia, spero che quel tizio non venga mai qui a casa nostra: io non sono esattamente un serpente che fa le pulizie come Aoda Terzo per l'Erede-dono, né il mio basso coinquilino spicca per la sua attenzione all'ordine casalingo.
    Quindi, considerando cosa fece subito dopo quel tipo, come mi raccontò Saragi, decisamente mi augurai che non venisse mai a casa nostra: lo sconosciuto, infatti, eseguì un qualche jutsu che attirò a lui tutta la polvere e nel farlo, generò una tale scarica elettrostatica che persino il mio basso coinquilino fu costretto stringere e migliorare la propria posizione sulle vasche, di fatto disattivando la tecnica dell'Occultamento.

    [SE] lo sconosciuto non si fosse subito accorto della presenza, ora abbastanza evidente, del mio basso coinquilino, allora il neo-genin avrebbe atteso ancora, con il cuore in gola, senza disturbare le azioni dell'altro, che vide raccogliere in un bizzarro sacco quanto più possibile, mentre parlava di sfondare le pareti.

    Sfondare pareti per cercare altre stanze?, un'idea che il piccolo Shi sapeva di non poter attuare da solo, così, alla fine, avrebbe rilasciato i serpenti e, mentre l'altro stava iniziando a leggere la pergamena in bella vista, Saragi si sarebbe mosso, lasciando anche andare Akteru-sama, per poi cercare di darsi un pò di contegno.
    Fermo lì, chi... chiunque tu sia. In nome di Oto!, avrebbe esordito.

    Vi lascio immaginare la scena così come l'ho immaginata io: questo sconosciuto con i suoi strani occhiali finti ed il vestiario con tanto di simbolo del villaggio e, dall'altra parte Saragi, nel suo metro e quaranta scarso, i vestiti stropicciati, i capelli ancora scossi per la strana scarica elettrostatica (come mi aveva confermato lui stesso), gli occhi bicromatici che guardavano con timore e perplessità all'altro.
    Io sono qui su ordine del Villaggio e lei sta derubando un laboratorio del Fondatore., avrebbe continuato, cercando di non piegare troppo il collo verso l'alto per guardare l'altro in faccia, quindi guardandosi intorno avrebbe aggiunto, Ma questo laboratorio è stato usato di recente per nuovi esperimenti, come abbiamo scoperto., continuò, indicando anche l'Oscuro Serpente che lo accompagnava, cercando da lui conferma.

    Però lei ha fatto sparire ogni traccia della botola che c'era qui, quindi dovrebbe aiutarmi a continuare nelle mie investigazioni, se veramente può trovare la presenza di altre stanze., avrebbe chiesto con un tono forse apatico, ma per Saragi il più gentile possibile.
  6. .

    Ritorno a Tsuya

    Picche & Fiori



    [Ame - 3 Febbraio 0044: Delirio e Delizia]

    Era un membro di basso rilievo nelle file dei Cuori, rientrato ad Ame dopo aver compiuto un lavoro fuori dai confini del Villaggio.
    Aveva pagato il dovuto tributo alla sua Regina e poi, con il denaro rimasto, aveva deciso di trovare un pò di divertimento, di Perdizione.
    E quale luogo migliore del Locale del Lord della Perdizione?
    Peccato che questo piccolo uomo dei Cuori finì nelle mani, esperte mani, di una fedele seguace della Regina di Fiori, Lashmi.
    Non è dato sapere cosa fece la donna, ma quando l'uomo abbandonò il locale, non aveva solo un sorriso sul volto ed il portafoglio parecchio più vuoto, ma anche delle informazioni in meno nella testa, informazioni che la Mescitrice offrì al Signore della Perdizione.

    [Ame - 5 Febbraio 0044: La Lacrima d'Argento]

    Jaro Shimasu, volto più noto all'Oleandro che non al Fiore Lupo, varcò le porte della Locanda.
    Era un membro dei Fiori, tanto quanto la padrona di quel locale e, ironicamente, al pari di lei, era un traditore di Oto, seppur di una generazione precedente, ma lo Shimasu non era lì né per il piacere di provare la compagnia che la "Lacrima" offriva, né per rivangare nostalgici ricordi (anche perché, non aveva alcuna informazione sulle origini di Yuri, ovviamente).
    Il motivo della presenza del maestro e sottoposto di Lashmi alla Lacrima era semplice: un ordine della Regina di Fiori, un messaggio da recapitare direttamente al Fiore Lupo.
    Fu per quello che, non appena si trovò davanti una delle "impiegate" , fu diretto nella propria richiesta: Porto ordini del Lord della Perdizione, devo parlare con la vostra Matrona.

    Una volta che fosse stato condotto da Yuri, avrebbe ripreso a parlare: Yuri-dono, piacere di vederti.
    Sono Jaro Shimaru, al pari tuo al servizio del Lord della Perdizione e di chi si trova sopra di lui.
    , si fermò un attimo con un brivido di perplessità, mentre nella sua mente immaginava il Poeta cavalcare la Regina di Fiori.
    Una scena orribile anche solo a pensarsi.
    Goemon-sama richiede fra due giorni la tua presenza all'ultimo piano del Grand Hotel, per il tramonto: c'è una missione che vuole assegnarti., ancora una pausa, c'era una piccola postilla che non lo entusiasmava, Qualora lo volessi, sei invitata anche ad unirti a lui per l'ora di pranzo: il Lord ha deciso di dare un banchetto-orgia di sei ore, prima di incontrarvi ed esporre la missione., forse, al di là dell'invito di per se, Yuri avrebbe notato l'uso del termine "incontrarvi": un'altra persona sarebbe stata assegnata alla stessa missione?

    [??? - 5 Febbraio 0044]

    Yato Senju avrebbe trovato un messaggio, se non direttamente visto scrivere lo stesso, sul 7 di Picche che il suo maestro gli aveva donato.
    Un messaggio del suo Asso.

    Shichifuko,

    Come ben saprai, un messaggio può essere mandato solo a riceverlo ci sono tanti elementi, quanti ne bastano per un punto del Poker, bé, in questo caso abbiamo una doppia coppia di Assi e Regine, a Picche e Fiori, con un Sette di Picche per completare la mano.
    Lasciando da parte questi convenevoli, comunque, ti ho contattato perché si è presentata un'opportunità di una missione in squadra fra noi delle Picche ed i Fiori.
    Avevano bisogno di un bravo assassino che, però, ne sapesse anche qualcosa di arti mediche, quindi ho pensato: chi meglio del Sette di Picche?
    Non posso offrirti in questo messaggio tutti i dettagli che mi sono stati dati, non basterebbe questo breve messaggio per spiegarli, ma avrai modo di scoprirli tra pochi giorni.
    Sei atteso, infatti, fra due giorni al Grand Hotel Delirio & Delizia, al tramonto: mostra la tua carta all'ingresso e ti sarà aperta la strada fino all'ultimo piano dell'edificio, dove avrai un colloquio con la Regina di Fiori qui inclusa, assieme a chi ti affiancherà nella missione.


    Poco sotto quel messaggio, ne sarebbe apparso un secondo, ben più breve:

    Sette di Picche, sono la Regina di Fiori: se hai voglia di fraternizzare un pò, ho indetto un pranzo con orgia per mezzogiorno, così da passare le ore prima dell'incontro con te e l'altra con cui partirai.
    Droghe, alcool, sesso, in piena libertà e per ogni gusto.


    Forse il giovane Senju avrebbe potuto immaginare il suo Sensei scuotere il capo con disappunto su quel semplice addendum (malgrado non potesse immaginare i commenti delle voci nella testa del Risorto).

    [Ame - 7 Febbraio 0044: Delirio & Delizia]

    Che si fossero presentati per il particolare pranzo, o solo al tramonto, Shichifuko ed il Fiore Lupo sarebbero stati accolti in un'anticamera dell'ultimo piano, dove avrebbero trovato di nuovo il Musico al servizio dei Fiori,Piacere di rivederti, Matrona della Lacrima d'Argento, e piacere di conoscere te, Shichifuko, io sono Jaro Shimasu.
    Goemon-sama si sta un attimo cambiando, dopo le lunghe attività di queste ore, prima di entrare a colloquio con lui, ha pensato che fosse più saggio condividere con voi quanto le Picche ci hanno fornito, per darvi un'idea di cosa dovrete fare.
    e detto ciò, passò ad entrambi una serie di fogli con diverse informazioni.

    Kusa:

    Ottobre 0041: il Paese dell'Erba è stato invaso dalle forze Cremisi, guidate da un uomo che veniva chiamato il "Re delle Armature".
    Kusagakure ha chiesto il supporto dell'Accademia e le forze dei quattro villaggi ninja si sono riunite per cercare di aiutare l'Erba.
    La situazione si è conclusa con un poco di fatto.
    Il Daimyo dell'Erba è stato ucciso, così anche il suo secondogenito.
    La moglie, i restanti due figli maschi e la figlia del Daimyo, così come diversi parenti di vario grado, sono riusciti a fuggire.
    Kusagakure pare sia stato quasi del tutto distrutto e, per quanto non ci siano più informazioni precise sulla posizione del "Re delle Armature", di fatto l'invasione lampo è diventata una situazione di assedio silenzioso.
    Molti abitanti del Paese dell'Erba sono fuggiti nei Paesi circostanti e diversi parenti del Daimyo sono adesso occupati a richiedere costante aiuto agli altri Paesi.
    I Cremisi hanno messo delle taglie molto elevate sul resto della famiglia del defunto Daimyo e sui ninja di maggior grado dell'Erba.


    Probabilmente, Shichifuko avrebbe potuto aggiungere che, con piccole missioni, l'Accademia aiutava quella che veniva definita la Guerriglia di Kusa: attacchi alle roccaforti Cremisi nel territorio dell'Erba, scorta ai politici di minor rilievo ed altre attività simili.
    Ma queste erano informazioni in possesso di Yato Senju, non del Sette di Picche.

    Un secondo foglio, poi, continuava con differenti notizie:

    Tsuya:

    Anonimo villaggio di confine fra il Paese del Fuoco e quello delle Cascate, è diventato famoso per la battaglia avvenuta nell'anno 0035.
    Nel villaggio è stata, infatti, scoperta e riattivata una delle Armi di Iwa, il Gashadokuro.
    Un'alleanza fra ninja accademici, un mercenario, e la Mansuetudine di Hayate, ha permesso di distruggere l'Arma e sconfiggere un gruppo di Kijin, in combutta con un ninja di Taki.
    Dopo gli eventi di quel giorno, un gigantesco albero è cresciuto sui resti dell'Arma, un albero che la gente del luogo ha battezzato Sareshigami e che viene trattato alla stregua di una divinità da alcuni degli abitanti.
    Nell'ultimo anno, molti dei profughi fuggiti dal Paese dell'Erba, hanno iniziato a risiedere nel villaggio.


    A queste informazioni, ancora una volta, Yato avrebbe forse potuto aggiungere qualcosa che, forse, nemmeno il suo Sensei sapeva: circa un anno prima della guerra con Kusa, un gruppo di Kurotenpi, guidato da un "sosia" del Nono Mizukage, aveva cercato di compiere un qualche tipo di attentato a Tsuya, per poi venire fermato dal Senju ed altri tre ninja accademici.

    C'era infine un terzo foglio:

    Masao Wakabe.
    Età: 23 anni
    Altezza: 1.75cm
    Peso: 70kg
    Occhi: Verdi
    Capelli: Neri
    Gruppo Sanguigno: A
    Parenti noti: Taseo Wakabe - Daimyo dell'Erba (padre, defunto)...
    Posizione attuale: Tsuya
    Taglia (vivo o morto): 20000 ryo

    Note:
    Un membro dei Cuori è stato pagato da alcuni uomini di Kusagakure per eseguire un'operazione su Masao, modificandone i lineamenti e rimuovendo ogni segno particolare dal corpo, oltre ad altre operazioni di modifica corporea.
    L'operazione è avvenuta nella cittadina di Tsuya, per un totale di quasi 12 ore di intervento.
    A seguito dell'operazione, il paziente, che non ha abilità ninja, non potrà lasciare il villaggio per almeno 10 giorni.
    L'operazione è avvenuta il 1° Febbraio 0044.
    Non è chiaro quale sia il nuovo volto del terzogenito del Daimyo di Kusa, ma ha almeno 2 ninja dell'Erba come guardie del corpo.


    I due ninja di Ame avrebbero dovuto attendere con Jaro per buona mezz'ora prima che gli fosse concesso di entrare nella stanza chiusa all'ultimo piano, qui, però, non trovarono il Lord della Perdizione, bensì una donna, che, forse, nessuno dei due aveva mai incontrato prima (al contrario dell'assente Oleandro).



    Benvenuti, Goemon-sama ha avuto altri impegni più urgenti, quindi ha lasciato a me l'incombenza di riempire ogni dubbio residuo sulla missione che vi aspetta.
    Mi chiamo Lashmi.
    , fu la laconica presentazione della donna, che ispirò poi un'altra boccata della sigaretta che aveva con se, prima di continuare.
    Come potete immaginare, la vostra missione sarà trovare ed uccidere il terzogenito del Daimyo di Kusa.
    Il ché, di per se, già spiega come mai ci sia un membro delle Picche qui, mentre tu, Matrona della Lacrima d'Argento, sei stata proposta dalla nostra Regina sia perché è grazie a noi dei Fiori che l'informazione è stata ottenuta, sia perché, citando Goemon-sama, questo tipo di cose sono il tuo campo d'esperienza, qualsiasi cosa significhi.
    , nuovo sbuffo della sigaretta.
    Purtroppo non abbiamo informazioni precise sul nuovo aspetto di questo Masao: i ninja che lo affiancavano hanno fatto un bel lavoro nel sigillare alcune informazioni, lasciandone altre che ci hanno permesso di ricavare dettagli sull'identità del ricco paziente e, soprattutto, su dove si troverà ancora per altri quattro giorni, più o meno., ulteriore pausa per un nuovo tiro di sigaretta.
    Per questo ci serviva un medico, qualcuno che potesse riconoscere i segni dell'operazione, o anche solo fare un'analisi sul momento del gruppo sanguigno del nobilotto, che non è un ninja, per individuarlo.
    Ma soprattutto servono due shinobi sufficientemente esperti, perché Tsuya non è solo il luogo dove si accumulano profughi dell'Erba, no, lì ci sono ninja di ogni dove al momento.
    Cremisi nascosti che vanno a caccia di ninja di Kusa, così da sterminare le forze nemiche.
    Shinobi dell'Erba, che organizzano le controffensive, o proteggono nobili nascosti fra la gente normale.
    Probabilmente anche qualche accademico potrebbe essere lì in mezzo.
    Per questo motivo si è scelto di formare una squadra di almeno due persone da mandare a trovare ed uccidere Masao Wakabe.
    Uccidetelo, riportatene il corpo e la taglia sarà divisa equamente fra Picche e Fiori.
    , un'ultima pausa prima di aggiungere, Ovviamente, Ame non ha intenzione di fregare Kumo con il cadavere di qualcun altro, non per timore, ma per professionalità, quindi, non pensate minimamente ad uccidere il primo scemo che butterà gli occhi sulla nostra Matrona, appena arrivati a Tsuya, ok?, avrebbe concluso con un sorriso freddo, prima di un'ulteriore tiro di sigaretta, aspettando per possibili domande dal duo.

    [Tsuya - 8 Febbraio 0044]

    Quale che fosse stata la strategia con cui i due ninja si fossero diretti a Tsuya, avrebbero scoperto con incredibile facilità che, escludendo le case dei nativi del villaggio (o quelle abbandonate), c'erano solo due opzioni su dove risiedere.

    Una era il tempio di Sareshigami, gestito da Kyoshiro Mifune, dove moltissimi profughi erano accolti ed accuditi dall'uomo e dalla moglie.
    L'altra opzione era la Locanda "Terrore delle Scimmie", che era stata ricostruita per la terza volta (e per altrettante aveva cambiato nome), ma sempre gestita da un uomo che, forse, Yato Senju avrebbe ricordato: Tanaka.

    Come avrebbero iniziato a muoversi i due con le informazioni in loro possesso? Dovevano cercare il classico ago in un pagliaio.
  7. .

    Gelide Scimmie

    Caldi Contatti



    [Konoha]

    Maitsuki. Mai. Membro delle squadre mediche all'Ospedale di Konoha.
    Queste le poche informazioni che la definivano: da quanto tempo era ospite della Foglia? Non avrebbe saputo dire se erano anni, o molto meno.

    La scoperta che Raizen, la prima persona incontrata al suo risveglio, fosse un ninja, e non un mercante, non le era stata molto gradita, ma non aveva altri a cui affidarsi, non conosceva nessuno, se non quel gigante chiacchierone, così, lo aveva seguito fino a Konoha.
    Nel villaggio della Foglia aveva scoperto che il suo unico conoscente era non solo uno shinobi, ma il Kage.
    Lui, in compenso, le aveva offerto una possibilità di lavoro nell'Ospedale del villaggio ed il lavoro le era piaciuto.

    Maitsuki era spesso affiancata da un'altra ninja medico, una signora con due simpatici cani; le volte in cui mancava quella dottoressa, coincidevano, per la maggior parte, con le visite di controllo ad uno Hyuga su una sedia a rotelle, o ai giorni in cui Youkai andava a farle visita, facendole una "sorpresa".
    Coincidenze per Maitsuki, ma non per chi, nel modo più gentile e riservato possibile, era incaricato di sorvegliare la smemorata "Eruzione".

    I giorni, comunque, diventarono settimane, poi mesi e così via, finché Raizen, offrendo un bollente thè alla sua ospite, le chiese aiuto per una missione.
    Il racconto sul Macaco e gli altri che erano con Mai prima che perdesse la memoria, la lasciarono confusa, perplessa, ma, più di tutto, desiderosa di sapere: la vita in ospedale le piaceva, ma Maitsuki era consapevole che le mancasse qualcosa, forse quelle creature le avrebbero permesso di scoprire che cosa.

    Con quel desiderio in mente, la donna seguì l'Hokage fin nel cuore di un vulcano, o almeno fin dove l'altro poté avanzare, prima di ascoltarne la domanda e lasciare che eseguisse quella particolare tecnica.
    L'immagine di Sun Wukong s'insinuò nella mente di Maitsuki e questa semplice azione sembrò aprire una porta, un varco verso immagini e ricordi sopiti.

    Una Mai molto più giovane, che lasciava cadere al suolo un coprifronte delle Sorgenti Termali, vagando da sola in un ambiente che andava cambiando lentamente, oltre a scivolare di continuo dalla fresca vegetazione delle Terre delle Sorgenti, fino ad un sempre più fitto ambiente innevato.
    Era solo il passare del tempo? Oppure nei suoi ricordi, Mai si stava spostando verso ambienti più freddi e rigidi?
    In quelle terre ricoperte di neve, Mai, triste e confusa, incontrò un macaco in armatura, qualcuno che Raizen avrebbe potuto riconoscere come un Sun Wukong più giovane.
    L'Hokage non riuscì a sentire il dialogo fra di loro, forse la memoria della donna non si era ancora risvegliata abbastanza, ma poté vedere il Macaco offrire la mano a Mai.
    La donna accettò quel cordiale invito e seguì Sun Wukong, mentre una leggera, e costante, nube di vapore si espandeva dalle zone scoperte del corpo del Primate, per quel contatto.
    Assieme li vide oltrepassare un passo di montagna fino ad una zona celata fra immensi pareti innevate, una zona che, forse, sarebbe stata paragonabile ai Fari dei Draghi, per come fosse ben celata.
    Il luogo a cui giunsero era una piccola foresta che cresceva fra calde terme dense di vapori e montagne innevate.

    La Montagna Sacra... la Valle Huaguo., bisbigliò Maitsuki, sbalordita dai suoi stessi ricordi.
    Raizen aveva adesso una meta e, forse, un percorso.

    [Suna]

    La nostra giovane Ryugi Nekki, dal canto suo, allenava di continuo la memoria, studiando resoconti di passate missioni, a cui aveva accesso come membro delle Squadre Speciali, o leggendo dai tomi della Biblioteca del Villaggio la storia dei passati Kazekage e di tutta Suna.
    Quando non era occupata con le sue attività da kunoichi, la nostra balbuziente amica si occupava di aiutare in casa, specie in quei particolari periodi in cui tanto il padre, ninja non di altissimo grado, quanto la madre, commerciante di ben più innegabili qualità, non erano al villaggio per i loro impegni.

    So che non vi aspettereste questo da una kunoichi delle Squadre Speciali, ma per quanto prossima ai vent'anni, la giovane Nekki non aveva fatto una carriera brillante come ninja e, quindi, viveva ancora con i genitori.
    Per questo motivo, doveva rispettare le regole della madre ed occuparsi, nel tempo libero, delle faccende di casa.
    Quel giorno rientrava in questa tipologia: era sola, intenta nel riordinare casa.
    Quando, però, uno dei membri della scorta dei genitori tornò prima del previsto, cercando di lei, in Ryugi ci fu un misto di preoccupazione, per l'inatteso ritorno anticipato, e sollievo, perché poteva interrompere la noiosa routine.

    Cccc chchchchchc che sususususususu succede?, avrebbe chiesto all'altro membro del clan Nekki, uno di quelli che avevano seguito il padre, offrendosi come scorta al viaggio di lavoro materno.
    Quello che il suo parente le mostrò sorprese Ryugi, oltre a provocare uno sguardo di estrema tenerezza tenerezza per quella specie di peluche che respirava avvolto in una coperta e, apparentemente, privo di sensi.
    Una scimmietta! Che tenero!!!, pensò impressionata, ascoltando come la creaturina, con tanto di pantaloni, avesse raggiunto il padre, assorbendone parte del calore, e probabilmente del chakra, al semplice contatto.
    Mumumumumu... , si fermò, piccolo respiro, Parla?, chiese ancora all'interlocutore, studiando ulteriormente la creaturina.
    I genitori le avevano affidato di scoprire cosa fosse successo al misterioso macaco, così la kunoichi allungò le braccia per prendere il fagotto e portarlo nel salotto di casa, poggiandolo su un tavolino rialzato.

    A quanto pare, questa creatura necessita di calore, o forse è stata attirata dal chakra di mio padre, quello dei Nekki?, si chiese la kunoichi, valutando le sue opzioni.
    Un katon potrebbe essere un'opzione altrettanto valida? O un oggetto riscaldato con il chakra?, enumerò ancora.
    Se avesse già imparato ad usare il Kiseki, forse avrebbe potuto sfruttare quello, o se avesse portato a compimento i progetti per possibili bombe incendiarie basate sul chakra, ma non aveva niente di tutto ciò.
    Posso provare una cosa, però., ipotizzò, aprendo la mano e generando una piccola vampa, che avrebbe mantenuto sospesa sopra il dorso, mentre poggiava il palmo sul corpicino della scimmietta. [Nota Vampa]
    Se la creaturina si fosse svegliata, grazie al contatto con la nostra giovane Nekki, questa avrebbe cercato di comunicare con il piccolo primate: Cicicicicicici, si fermò, ispirò e si concentrò sulla fiamma che danzava sul dorso della mano, Ciao, ssssono Ryugi. Tu come ti chiami?, avrebbe chiesto, ispirando e coordinando il respiro con la danza della vampa, Da do...dove vieni?, aggiunse infine.
    Ora c'era da vedere il comportamento del Macaco.
  8. .

    Il Sonno di un Imbattuto

    Come non potersi riposare a Kiri



    [L'Imbattuto, il Fantasma e la Farfalla]

    Esatto, Indesiderato, non serve a nulla rifiutare la richiesta di Etsuko., la voce introdusse in quel mondo fra i Mondi lo sciame di Farfalle, lo stesso che aveva condotto Vendetta fin lì.
    Non conosco Kiri, non conosco questi Otesi, ma noi, Farfalle del Mondo dei Sogni, conosciamo Etsuko Akuma: l'uomo che ci ha salvato, ci ha liberato dalla tirannia del Samurai., affermò decisa, citando le parole di Choyume.
    La voragine parve piegarsi, aprirsi quasi, come un fiore che sbocciava.
    Io sono [...] e posso tenere aperto questo varco, Etsuko-sama, poiché lei è il nostro salvatore e non accettiamo che la sua vita sia usata da costui.
    Il chunin di Kiri sembrava avere una scelta: la possibilità di tornare alla sua vita, di tornare in vita, ma cosa avrebbe avuto da dire Vendetta su tutto ciò?
    Che l'Imbattuto replicasse allo sciame di farfalle, o si rivolgesse all'uomo che lo aveva generato, di lì a pochi istanti, delle mani di terra sarebbero sorte dall'ambiente infernale, iniziando ad aggrapparsi al corpo di Vendetta e cercando di tirarlo verso il suolo che risultava sempre più morbido, addirittura, forse, liquido.
    Cosa avrebbe fatto l'Imbattuto? Ed Etsuko? Avrebbero accettato ciò che lo Sciame offriva loro? Scambiarsi, tornare ognuno da dov'erano partiti appena poche ore prima, a causa delle azioni di Youshi Tokugawa?

    Poteva un Imbattuto morire? In fondo, era un sentimento che nasceva dal corpo morente di un Akuma, un qualcosa di così forte che superava il concetto stesso di illusione o costrutto, manifestandosi, alla morte del creatore.
    Allo stesso tempo, cosa stava facendo realmente lo Sciame? Etsuko sapeva, o almeno avrebbe dovuto sapere, che quelle creature erano più potenti nel generare e legare illusioni e costrutti, non nel combattimento fisico: non era proprio per quel motivo che il Samurai le aveva "schiavizzate"? Per sottomettere gli Imbattuti.
    Voleva comportarsi allo stesso modo? [Note Sciame]

    [Il Primario, la Tartaruga e le tracce]

    Con Ma-Tsu-dono arrivammo fino in biblioteca.
    Ora, so cosa penserete: "Fudoh, ma tu ci sei mai stato prima?", ovvio che sì, quando Meika-sama mi dava dei testi da studiare, da genin, ci andavo spesso a recuperare libri di medicina, tant'è che l'impiegata mi riconobbe e salutò, non appena varcammo la porta con la tartarughina.
    Vi dirò, quando non avevo ancora il mio ufficio in ospedale, qualche volta ci ho anche dormito fra quei libri, ma sto divagando, scusate.

    Tutto quello che trovammo durante le ricerche, furono accenni, riferimenti di un paio di Akuma, forse qualcuno in più, del clan di Etsuko che erano arrivati da qualche parte nel Paese del Fuoco e di un qualche Guardiano.
    Ma poi, perché il paese del Fuoco?, mi chiesi, continuando a leggere e cercare informazioni, fino al commento finale di Shitsuki: avevamo una diagnosi.

    Sapete: anche l'idea che fosse l'istinto a portarmi a cercare informazioni mi lasciava un pò perplesso, così come quella diagnosi, seppur ammetto che furono utili per arrivare ad una nuova strategia.
    Se qui non ci sono informazioni, allora proveremo a pungolarle dalla testa di Etsuko-san stesso., replicai con calma, riprendendo con me l'anziana tartarughina e dirigendoci di nuovo verso l'Ospedale.
    Non ci volle molto, né per arrivare, né per prepararmi: materiale sterile, guanti, una mascherina sterile anche per Shitsuki, che non sembrò entusiasta, La professionalità prima di tutto, Ma-Tsu-dono., dissi all'anziana testuggine, Hai ragione, giovanotto, bravo., concordò, ma ammetto che non ero sicuro se stesse scherzando o meno.
    Cosa vuoi fare esattamente, Fudoh-chan?, mi chiese, quando la appoggiai su uno sgabello vicino a me ed io, a mia volta, mi portavo vicino alla nuca dell'assopito Akuma.

    Vede, Ma-Tsu-dono, io non ho una vera e propria tecnica di Interrogazione Mentale, so che alcuni ninja ne sono provvisti, ma non io.
    In compenso sono dignitosamente bravo con un Fuuinjutsu, se posso vantarmi un pochetto, il Sigillo della Memoria.
    Di norma si usa per sigillare informazioni, ma ora voglio provare a forzarne uno, o meglio, vorrei forzare la mente di Etsuko-san a tornare nello stato in cui era quando gli ho fatto l'anestesia che ha scatenato quella strana allucinazione.
    , spiegai all'anziana tartarughina.

    Sembra un pò pericoloso, non credi?, avrebbe chiesto l'altra, Bé, non sto compiendo un'operazione aprendogli la scatola cranica: è un fuuinjutsu che posso rimuovere.
    Potrebbe dimenticarsi di essere stato anestetizzato, se non avrà effetto.
    , conclusi con un'alzata di spalle, prima di fermarmi un attimo e guardare la mia interlocutrice con il guscio, Però meglio non dirgli niente a riguardo, potrebbe criticare la mia etica medica., aggiunsi con un sorriso.

    Di certo non posso forzare un ricordo con il Sangue degli Dei, ma se la mia Bionda sorella sa reinventare ogni fuuinjutsu possibile, io potrei spingere leggermente oltre le mie abilità su questo che conosco così bene, no?, conclusi fra me, iniziando a lavorare al fuuinjutsu ed a come modificarlo per l'effetto desiderato. [Nota Fudoh]
  9. .

    Il Segreto di Arumajiro

    La Colpa



    Ci credereste? Il mio piano con il Simbolo della Memoria aveva funzionato!
    Il grosso scimmione, dopo qualche istante di perplessità, decise di correre da Masa-san e, come vi ho già detto, la mia speranza era che il tizio andasse avanti e si ritrovasse confuso, per poi riprendere coscienza e non attaccare il chunin di Suna, ma che mi desse abbastanza margine di tempo per raggiungere questo Alladin.

    Posso anticiparvi che una parte del piano andò come sperato: il Kijin corse via ed io, barcollando con le gambe indebolite, così come il povero Badassanu ridotto veramente male a sua volta, riuscimmo ad andare avanti, fino ad una strana struttura che era circondata da un chakra che, persino da non sensitivo, avvertito come in qualche modo famigliare: mi fece ripensare alla Valle del Guscio ed anche all'impronunciabile Montagna dei Fennec.
    Stavo per fare il primo passo verso la scalinata, quando la Testuggine del Deserto mi fermò.
    A stari accura, 'ca je unni si parra cu Arumajiro!, parlava in modo affannato, il ché di certo non aiutava a comprenderlo: Badassanu-san, ho capito solo il nome dell'Armadillo., ammisi, dolorante alle gambe, mentre mi tastavo le tasche e controllavo il mio equipaggiamento residuo.
    Avevo sacrificato un chakram durante l'attacco iniziale, me ne restavano due alla cintura, avevo ancora tutte le dosi di veleno dietro, Ma posso rischiare di usarne su questo Alladin? Non lo ucciderà, ma di certo non è un buon modo di presentarmi., pensai, continuando a tastarmi le tasche, trovando tre tonici, dato che uno lo avevo dato al Tartarugone all'inizio dell'infiltrazione.
    La spada del Biondino infame era rimasta indietro, ma avevo ancora il Gashadokuro e la Bakekujira con me, così come la Salpa, la katana datami da Elmo-san.
    Oh, ho le due cartebomba., considerai, tastando una tasca, ma valutando che, probabilmente anche quelli non erano adatti alla situazione.
    Non sapendo cosa ci aspettasse, presi una decisione, anzi, più correttamente ne presi due: la prima fu di dare alla Testuggine del Deserto un tonico per migliorare quanto meno le condizioni fisiche e di ingerire io stesso quello che mi avrebbe, seppur in minima parte, fatto recuperare un pò di chakra. [SA 1]
    Inoltre, la seconda idea fu che ci serviva qualcuno di intelligente, ergo, sfruttando il sangue (degli Dei) rappreso che avevo addosso, utilizzai di nuovo la tecnica del richiamo.
    Ora, come probabilmente immaginerete, Tong (che non rientrava nella descrizione) e Myk erano da escludere, egualmente Don non era esattamente il più furbo della cricca, e Gyoza aveva l'ulteriore problema di essere troppo affine all'acqua per quei luoghi.
    Restavano due scelte, ma scartai il troppo focoso Lio per Mamma Tsu-dono. [ST 1]
    Fudoh-chan, che succede?, avrebbe chiesto l'anziana tartaruga, Chiedo scusa per il disturbo, Ma-Tsu-dono, lui è Badassanu-san e siamo qui per salvare un Armadillo, quindi mi serviva un aiuto in più, se possibile., avrei spiegato molto brevemente, prima di avanzare lungo la scalinata.

    Improvvisamente mi sentii a contatto con una sorta di parete d'acqua, ma non umida, né tanto densa da farci resistenza, mentre entravo con la tartaruga bianca su una spalla ed il tartarugone che ci seguiva pochi passi dietro.
    Poco dopo ci trovammo in una stanza, un'anticamera forse, piena di veli che nascondevano una specie di altare con una figura umana lì seduta.
    Nii tuccari sti vila, capisti?, domandò, o almeno credo, Badassanu-san, ma prima che potessi chiedere a Mamma Tsu se almeno lei lo capisse, una voce ben più chiara mi si rivolse, con un'ovvietà.
    Almeno siamo d'accordo che non sono un Kijin., valutai, mentre l'altro criticava le mie tartarughe e parlava di un Tradimento di Saban'Na?
    Io non voglio uccidere nessuno, non sono qui per questo., risposi alle sue prime domande, per poi fermarmi, con la bocca ancora spalancata, quando disse una frase che mai mi sarei aspettato.
    Fudoh-chan, chiudi la bocca, che se no entrano le mosche. E stai attento a quella sabbia., sentii vagamente le parole dell'anziana tartaruga, cercando di ascoltare l'individuo dietro i veli, mentre comprendevo anche la sabbia che si accumulava
    L'Ultimo Colosso libero?, ripetei nella mia testa, mentre l'altro argomentava di qualcosa che per me non aveva senso: Kusa stava chiedendo un Colosso per creare un'Arma?
    Tutto questo non ha senso., esclamai, guardando la figura senza testa fatta di sabbia e con due spade.
    Accura, capisti?, ripeteva Badassanu dietro di me, ma a quel punto ero, decisamente, troppo concentrato su quelle nuove informazioni.
    Senta, Alladin-sama, io non sono qui per uccidere nessuno: Ijapa-sama della Valle del Guscio, mi ha chiesto di aiutare i Saggi di questo posto chiamato Saban'Na, gli hanno detto che voi, Pakkun, e Arumajiro, un Armadillo, eravate stati rapiti da qualcuno., spiegai con tutta la sincerità possibile.
    E per quanto ne so, Kusa è in guerra con Kumo, non con Iwa., continuai, alzando le spalle spazientito, prima di calmarmi ed aggiungere, Arumajiro, l'Armadillo, è davvero uno dei Pastori della Terra?, chiesi con un tono di voce che tradiva, probabilmente un misto di stupore e preoccupazione, Chi dovrebbe sapere come usarlo per fare ciò che le hanno detto? Non penso che Kusa, o l'Accademia, abbiano queste conoscenze... né che sarebbero così spietati da usarle!, conclusi.

    Mentre dicevo quelle parole, mi tornarono in mente due ricordi diversi, entrambi vissuti nel Paese delle Cascate.

    Noi siamo Gashadokuro, un agglomerato di parti dei nostri predecessori: esseri incompleti e infelici, incapaci di raggiungere la perfezione. Prendendo ciò che avevano di meglio gli Dei Guerrieri sono stati portati al mondo. Noi Gashadokuro abbiamo potere nella nostra voce e nelle nostre ossa, pertanto siamo l'insieme di molte voci e ossa, e parliamo al plurale. Tutti gli Dei Guerrieri nascono come ascensione e miglioramento dei colossi che un tempo erano schiavi della terra, meri coltivatori che plasmavano il pianeta senza comprendere la loro vera vocazione. E lo stesso vale per te, anche se non sappiamo nel dettaglio come tu sia stato generato. Ognuno degli Dei Guerrieri era un caso a sè stante. Unico, perfetto e inimitabile.

    La spiegazione del Gashadokuro su com'era stato generato: c'erano voluto molteplici Colossi, Pastori della Terra, per crearlo, per creare ognuno di noi.
    Non era possibile che con il solo Arumajiro, se era veramente una Prima Generazione, si potesse creare un nuovo Dio Guerriero.

    La Signora ha convinto i Samurai a cercare il ferro dei Tengu perchè le serve per i suoi piani. Non so bene di cosa si tratti, pensavo dovesse creare armi e armature per un esercito ma in realtà lo accumula per costruire una cosa molto grande, solo che non so di cosa si tratti, è qualcosa che segue il Cavaliere Rosso, Watanabe.

    Questo aveva detto, invece, lo sgherro della Signora di Taki, la mia presunta sorella, accennando ad un progetto che ai tempi pensavo folle, ma, forse, non lo era più e se lei sapeva come crearne uno, chi mi diceva che, in realtà, non lo sapessero anche altri. [Nota]

    Elmo-san creerebbe mai un suo Dio Guerriero da usare? E l'Hokage? Lui li uccide di norma. Il Kage di Suna mi sembra una brava persona, ma quello di Oto chissà come sarà, potrebbe fare una cosa del genere? E dove hanno recuperato le conoscenze per farlo?, mi domandai, ripensando anche alle parole del Kijin.
    Magari sono gli uomini scimmia a sapere come crearli?, mi chiesi, prima di guardare verso la figura, che si intravedeva dietro i veli.

    Chi vi ha detto tutto questo, Alladin-sama? L'Accademia come potrebbe creare qualcosa del genere? Perché vi fidate tanto di questi Kijin, invece che di Saban'Na?, domandai, sperando di insinuare il dubbio nell'altro.
    Poi avrei azzardato un'ulteriore domanda: Mi permetta di parlare con Arumajiro, ascolti anche lei mentre parliamo.
    Se davvero il Pastore è convinto che l'Accademia potrebbe fargli questo, che i Kijin siano più affidabili, chiedo solo di poter discutere con lui.
    , avrei proposto.

    SE il Pakkun non si fosse dimostrato disponibile alla discussione, allora sarei passato all'azione: Mamma-Tsu sarebbe volata, letteralmente, spinta dal mio chakra naturale-gravitazionale, contro quella strana statua senza testa, puntando al busto. [SA 2,3]

    Avrei poi riattirato verso di me l'anziana tartaruga, con Badassanu ancora al mio fianco, mentre mi abbassavo leggermente, lasciando che il chakra medico fosse la guida per ciò che avevo già fatto in passato.
    Anni prima, come sapete, avevo usato il contratto di evocazione ed il chakra medico, per riuscire a raggiungere il moribondo Gyoza nel Freddo, in seguito usando il mio legame con gli altri Dei Guerrieri e quella stessa tecnica, ero entrato in contatto con il Gashadokuro.
    Potevo sfruttare quelle stesse capacità per parlare con Arumajiro? [ST 2 & 3]

    Che fosse stato con il beneplacido di Alladin-sama, o mediante quella tecnica: sarei riuscito a comunicare con il presunto Armadillo? E, se davvero era un Pastore della Terra, come avrebbe reagito dinanzi alla mia natura di Dio Guerriero?

    Fudoh

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 600
    • Resistenza: 600
    • Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 675
    • Intuito: 600
    • Precisione: 600
    Chakra
    [13 o 10]/80
    Vitalità
    9/18

    Chakra Badassanu
    2/12
    Vitalità Badassanu
    7/9

    Chakra Tsumaki
    11/12
    Vitalità Badassanu
    9/9

    Slot Azione

    1. Uso Tonici

    2. Repulsione Grav (Ev)

    3. Attacco Tsumaki (Ev)

    4. ///

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    4. ///

    Slot Tecnica

    1. Tecnica del Richiamo

    2. Attrazione Grav (Ev)

    3. Mani Curative (Ev)

    Note

  10. .

    L'Imprevisto

    Lo sconosciuto dai bizzarri occhiali



    Fu a questo punto che la missione del mio basso coinquilino ebbe un risvolto imprevisto, ma lasciate che vi racconti passo per passo quello che è stato il resoconto di Saragi.

    Il piccolo Shi, infatti, non trovò un evidente punto d'accesso per un passaggio segreto, malgrado i rumori che tanto lui, quanto il Serpente Scuro, avevano udito, ma, più di questo, notò un particolare in quello che, di fatto, era il rotolo in condizioni migliori nell'ampia sala: quel rotolo aveva un titolo.
    Tsuchinoko?, lesse incuriosito il genin, Spiriti della Terra?, continuò, osservando il sottotitolo dello strano rotolo, che, secondo il mio simile, che lo affiancava, doveva essere una sorta di falso, o addirittura una trappola.
    Proprio mentre valutava questa seconda opzione, il genin notò lo scuro serpente agitarsi ed avvertì un vago rumore, mentre Akteru-sama lo avvisava che qualcuno stava arrivando: sarebbe stato lì in pochi minuti.

    Saragi si guardò intorno, non senza paura, come poi ammise con me: non conosceva le abilità combattive di Akteru, ma sapeva che, semmai fosse arrivato qualche nemico, non avrebbe potuto fare moltissimo per affrontarlo da solo.
    Realizzò anche un altro motivo per cui preoccuparsi: aveva lasciato delle tracce del suo passaggio!
    Se io sono riuscito a capire che altri sono stati qui, i proprietari di questo posto, o meglio chi lo ha preso al Fondatore, di certo scoprirà che sono stato qui!
    Si guardò intorno ancora una volta, il tempo scorreva, quindi fece un piccolo azzardo.

    Le due grosse vasche rotte, avevano dei tubi, sperò resistenti, e le vasche stesse, per quanto rotte in alcuni punti, sembravano sufficientemente stabili da reggere il suo peso, così, il ragazzino avvicinò la mano al grosso serpente scuro, Mi perdoni, Akteru-sama, se mi permetto., bisbigliò, provando a raccoglierlo con la mano sinistra, mentre apriva la destra verso i tubi attaccati alle vasche, lasciando che uno dei suoi hebiton lo tirasse verso gli stessi. [ST 1]

    Avrebbe cercato, così, di spostarsi senza lasciare ulteriori tracce e portandosi in una posizione un minimo sopraelevata, poggiando i piedi su tubi diversi, per distribuire il peso, e mantenendosi attaccato con la tecnica sfruttata (in fondo, Saragi non aveva alcuna conoscenza del controllo del chakra, vi ricordo), eseguì uno dei jutsu più basilari in suo possesso, per nascondersi. [ST 2]

    Da quella posizione, sperando che avesse retto, avrebbe visto uno sconosciuto arrivare nell'ampia sala circolare.
    Saragi non conosceva molta gente, vi ricordo: Eiatsu-sama, l'Erede e Consigliera, il palestrato compagno della precedente missione in quei boschi e, pochi altri individui, quindi la persona con gli strani occhiali e la felpa con il simbolo di Oto gli era del tutto sconosciuta.

    Un ninja del villaggio?, fu il suo primo pensiero, che quasi lo tranquillizzò, ma poi sentì l'altro parlare (da solo) e dire alcune parole che fecero sparire quella tranquillità, Razziare? Laboratori saccheggiati?
    Il mio basso coinquilino ipotizzò, da quelle parole e dai modi dello sconosciuto, che non doveva fare parte delle persone che occupavano normalmente il Laboratorio del Fondatore, ma, dai termini usati, non era nemmeno stato mandato lì da Eiatsu-sama per indagare, come Saragi stesso e lo Scuro Serpente.

    Deve essere qui per sottrarre i segreti del Primo Kokage!, pensò fra se il ragazzino, scegliendo a quel punto di restare nascosto e cercare di capire cosa avrebbe fatto il bizzarro individuo.
  11. .

    Misteri e Risposte

    Conversando con Doki Inari



    Ryugi ascoltò in silenzio le parole del suo compagno di squadra, quasi si imbarazzò per come l'altro si scusava delle sue disconoscenze: Nonononono c'è ppppp problema, Hihihihihihhih Hideo-san., disse, con qualche piccola difficoltà, la kunoichi.

    [...]

    Il commento sui veleni e poi sui Cremisi fecero, apparentemente, rimanere impassibile l'interlocutore con la sciarpa, ma rispose all'osservazione successiva: Mercenari, cacciatori di taglie, etichette diverse, ma egualmente senza patria che inseguono i soldi., lamentò con uno sbuffo, appoggiato allo schienale della sedia, mentre, osservando il trucchetto di Hideo sul tavolo.
    Doki Inari fu evidentemente incuriosito dalla lente di ingrandimento, catturato dal simbolo di Kusa, ma, infine, rimase confuso dall'ultimo pezzo del rebus.
    La discussione, comunque, s'interruppe quando il samurai, apparentemente impazzito, cercò di attaccare ambo i commensali, interrotto solo dalle azioni di Hideo stesso e poi dall'intervento dei guardiani restanti.

    Alle lamentele di Hideo, uno degli altri due samurai meno aggressivi non poté fare molto di più che scusarsi: Non ne ho idea, mi dispiace, non so cosa sia preso a Aoseo., affermò, osservando il compagno, che, con la testa ciondoloni, sbavava ed appariva incapace di articolare anche la minima affermazione.
    Uhm..., mugugnò Doki Inari, guardandosi attorno, prima di avvisare i restanti samurai, Vi suggerirei di controllare tutti i presenti., affermò, proprio mentre Hideo si dirigeva a parlare con il locandiere.

    E mentre questi accordava la stanza, anzi la offriva gratuitamente, al giovane kiriano, la nostra Ryugi, iniziò a sua volta a guardarsi intorno, notando che il numero di persone nella Locanda era diminuito.
    Probabilmente con l'intervento di Hideo sarebbe stato persino più veloce, ma non ci sarebbe comunque voluto troppo tempo per ricostruire che, chiunque fosse seduto al terzo tavolo dal lato opposto della sala, era andato via dal "Covo Noto" non appena iniziata la breve rissa.

    Devo apprendere la moltiplicazione superiore prima o poi..., pensò fra se la nostra giovane amica, ricordando ancora una volta uno dei suoi maggiori difetti, mentre un dilemma si poneva per i due giovani shinobi: cercare fuori delle tracce, inseguendo il misterioso fuggitivo, oppure continuare la discussione con l'uomo di Kusa? [Inseguimento richiede Occhio di Falco & Investigatore]

    SE avessero scelto di salire nella stanza al sicuro con Doki Inari, Hideo avrebbe portato avanti il suo parlamentare, chiedendo all'altro di sbottonarsi, cosa che portò l'uomo di Kusa ad un piccolo applauso.
    Prima di tutto, con una signorina in stanza, mi sembra decisamente di cattivo gusto, propormi di sbottonarmi., esordì con un sorriso furbo, In secondo luogo, come cortesia personale, eviti di citare sempre i Cremisi: per lei, magari, saranno solo un modo per farsi bello e cercare la mia simpatia, ma sta parlando della gente che ha invaso la mia patria ed ucciso persone che chiamavo amici... lo trovo di cattivo gusto., avrebbe atteso qualche secondo, cercando una sedia abbastanza comoda ed accomodandosi.

    Chiarito questo, dai suoi disegni sul tavolo, lei cerca qualcosa di Kusa, o da Kusa, per quanto il terzo simbolo non ho proprio capito cosa fosse.
    Io, invece, ero qui per incontrarmi con la squadra di supporto del nobile Kujiro Zamata ed arrivo solo per scoprire che lui è scomparso e nessuno sa niente della squadra.
    Dovevo aiutare ad esplorare un pezzo di foresta qui nei dintorni: le ricerche del nobile Zamata, che ha fatto approfonditi studi archeologici prima dello scoppio della guerra fra diversi luminari storici, ci avevano dato delle indicazioni geografiche, coerenti con basi geologiche, su dove cercare il fantomatico oggetto caduto dal cielo.
    Quindi, per rispondere la sua domanda di poco fa: no, non sono qui per cercare misteriosi e leggendari tesori, ero venuto in questo luogo sperduto per aiutare ad analizzare tracce storiche di un archeologo di fama nazionale del mio paese.
    Sono quello che fra i ninja si può definire un Esploratore.
    , concluse, restando serenamente poggiato allo schienale della sedia.
    Adesso che mi sono sbottonato, mi dite chi siete: chiacchierone e balbuziente?, tagliò corto, attendendo delle risposte dagli altri due.
  12. .

    La Fine del Colloquio

    Ultimi discorsi serpentosi



    Come mi spiegò poi Saragi, quel discorso sui fratelli gelosi, gli sembrò un pò esagerato: Se sono figli del Fondatore, capisco che puntino alla gloria, ma dovrebbero aiutarsi fra loro, no?, aveva pensato in quel momento, ma non voleva interrompere il discorso della Consigliera.
    La mia unica famiglia è sempre stato Haku, ma posso immaginare che se fossimo di più, forse qualcuno potrebbe essere invidioso di chi ha maggior cibo., ammise il mio basso coinquilino, incerto su come esprimere i propri pensieri.

    Quel pensiero, comunque, scomparve all'accenno della somiglianza con l'Erede stessa, così il discorso andò avanti.
    Per di più, quando oltre ad Aoda "Terzo", l'altra accennò anche ad un Discendente di Manda?, la domanda fece trasudare tutto lo stupore, la curiosità e l'emozione nella voce di Saragi.
    Sapere che nel quaderno aveva informazioni su questo secondo Manda, glielo fece stringere ancora di più fra le braccia, mentre anche io mi agitavo incuriosito.

    La spiegazione poi su cosa facesse esattamente Aoda per la Consigliere mi fece capire il discorso sui fratelli gelosi: Aoda Terzo riusciva a portare cibo ed acqua all'Erede! Io, al contrario, dipendevo dal piccolo Shi per avere del cibo e, inoltre, notavo lo stupore negli occhi di Saragi stesso ad ogni parola dell'altro serpente.
    La proposta, poi, di andare nella caverna da cui i miei simili provenissero, ci entusiasmava entrambi, per poter conoscere le stesse creature che l'Erede aveva sempre sentito come sue alleate.
    Sì, anch'io, anche noi, ci siamo sempre sentiti vicini agli altri serpenti: Haku è con me fin da quando mi ricordo e poi ho imparato ad usare gli Hebiton, so bene cosa intende, Consigliera-dono., confermò Saragi.

    Alla fine, assieme al coprifronte, ed ad altri complimenti, il mio basso coinquilino ricevette anche la prospettiva di essere contattato per una missione: Studierò ed aspetterò quel momento con entusiasmo, Consigliere-dono, glielo assicuro.

    Con un inchino, dopo quelle parole, il giovane Shi sarebbe uscito dall'ufficio e saremmo tornati a casa, pronti a studiare il tesoro costituito da quel quaderno.
  13. .

    Vivere un Sogno

    Incontrando l'altra Orihara



    [Chiacchiere al Porto: il Ragno Dorato & il Braciere]

    Lo confermo, quel "Q" era proprio simpatico: tutto ciò che avevo sentito dire sui Cremisi, non sembrava combaciare con lo spadaccino dal drago addormentato sul collo.
    Allo stesso modo, il mio disprezzo per l'Hayaccana era confermato da ogni gesto e parole di quella "persona" priva di una propria identità.

    Come, però, immaginerete, il più delle mie attenzioni non era né verso drago e spadaccino, né verso l'orrida torturatrice di Dei Guerrieri o, tanto meno, per il poco affidabile Kage di Iwa, no, la mia attenzione andava alle mie probabili sorelle.
    Specificatamente alla Bionda di Iwa, che mi stava raccontando del clan di suo (nostro?) padre e della missione di sorvegliare un braciere, da cui apparentemente dipendeva la vita del clan Yujin.
    Quindi anche la mia e quella delle mie sorelle, indirettamente?, mi chiesi con leggera perplessità.
    Eravamo le tre parti dello Jorogumo, ma eravamo anche i figli di quel Rei Yujin, per quanta antipatia mi facesse, perciò anche noi dipendevamo da quel fantomatico braciere?
    Se torno nel mio tempo, devo cercare Yato-san e chiedergli se conosce qualche Yujin., pensai, mentre Maya accennava all'essere stata quasi tentata di spegnere quello che le era parso un normalissimo braciere.
    In che senso, la fiamma è una forma di energia? E' normale fuoco suppongo?, chiesi incuriosito da quella frase.
    Quando poi le proposi di far saltare via suo (nostro) padre, Maya si rivelò gentile e misericordiosa verso quella versione dell'uomo che l'avrebbe abbandonata, anzi, che probabilmente, ci avrebbe abbandonati entrambi.

    L'accenno a Sakura-dono non ebbe il risultato sperato, anzi vidi l'esperta di Fuuinjutsu accigliarsi, mentre mi chiedeva che vantaggio ne avessi avuto.
    Optai, come sempre, per una risposta il più sincera possibile: Non saprei bene come spiegarlo, ma di certo passare del tempo con lei mi ha permesso di incontrare Tenma-san e Toppu-san, se non lo avessi fatto, non avrei trovato nessuna traccia per raggiungere la posizione del Tengu in tempi ragionevoli.
    Ma abbiamo chiacchierato principalmente della famiglia di Sakura-dono, di come i miei capelli somigliassero a quelli di suo padre e del fatto che suo nonno, Maya-sama, era anche un evocatore di...
    , ebbi un brivido di orrore prima di dirlo, gabbiani., ovviamente nel raccontare tutto questo, glissai volutamente sul fatto che parlare della famiglia di Sakura-dono implicasse i vari Dei Guerrieri e noi tre, parti dello Jorogumo che le eravamo succeduti.

    L'Esperta di Fuuinjutsu, comunque, sembrava poco interessata alla madre rispetto ad ottenere un guadagno da questa situazione, Capisco perfettamente, Maya-sama., ammisi a quella osservazione: in fondo, il me stesso orfano che non aveva mai saputo di essere un Dio Guerriero, non aveva mai avuto alcun interesse nello scoprire chi fossero i genitori che lo avevano abbandonato, se facessero parte di un clan e cose simili.
    Tutto era cambiato con il Gashadokuro e con il senso di perdita per la Bakekujira: il dubbio di essere solo una "prigione", come mi aveva definito l'Albero Teschio, mi aveva causato molte domande, che ne avevano portate altre, tuttora non pienamente soddisfatte.
    Tutto questo mi faceva capire al meglio il punto di vista della Bionda, abbandonata dal padre e che non aveva mai conosciuto la madre.

    [La Corte: Fra un Demone Bianco ed un Ragno Nero]

    Sbuffai leggermente ai commenti del Sovrano sulla mia testa, appoggiandomi una mano sul viso, per nascondere tanto il mio sconfitto disappunto, quanto la disperazione per quella creatura, di cui avevo sì maltratto un simile, ma che minacciava già di trattarmi come un mix fra un posacenere ed una latrina, confermando ancora una volta che avevo ragione sulla sua razza.
    Probabilmente nessun Dio Guerriero userebbe mai una persona come latrina! Forse il Kappa, ma è un Esteta svitato!, valutai, confermando ancora una volta che quei demoni erano peggiori della mia stirpe.

    Quando, poco dopo, vidi che la mia spiegazione era stata sufficientemente convincente per daltonici e non, mi rilassai un pò, fui quasi tentato di replicare alle parole del Kage di Iwa, ma l'Esperta di Fuuinjutsu mi anticipò, portandomi a sorridere.
    Q-san, invece, spiegò che sarebbe servito Toppu, perché i due draghi potessero aprire il passaggio e lì successe una cosa che mi fece un attimo preoccupare: l'Hayaccana propose di andare lei ad incontrarlo al porto.
    Forse potrei chiedere al demonio qui sopra di mandare uno dei suoi a fargli da guardia, ma se non mi ricordo il nome, rischio la prima scagazzata., valutai, incerto fra le necessità della situazione ed il mio amor proprio.
    Fortunatamente, il mio padre di Maya si offrì per seguirla, probabilmente incitato dall'altra sua futura figlia.

    Rimasti soli, mentre il Re dei Gabbiani, per mia fortuna, si allontanava per confabulare con il povero Dageki e prima che riuscissi ad avvicinarmi ad ascoltare la discussione sui Fuuinjutsu dei due esperti, Obi-san mi rivolse la parola.
    Mia sorella vuole parlarmi?, pensai stupito, prima di rispondere: Certamente, Obi-san..

    Sapete da quanto tempo aspettavo questo incontro? Da quando Bendino-chan mi impedì di scambiarmi con quei marmocchi a Taki, da allora mi chiedevo chi fosse questa donna che aveva il Sangue degli Dei, quella che ancora non immaginavo fosse effettivamente mia sorella, ma che sapevo mia simile.
    Come avrei potuto dire di no?
    Lo spazio all'interno della sua carrozza era, indubbiamente, comodo, ben arredato e, più di questo, insonorizzato contro il caos dei Gabbiani, peccato per il mio mal di testa, che incrementò parecchio a così breve distanza dalla Signora di Taki.
    Ma con Maya è stato così?, mi chiesi, riflettendo sull'interazione di poco prima al porto, o del salto assieme dalla prigione.

    Quel pensiero fu interrotto dalle parole ed azioni della Bruna: mi chiamò Fudoh Orihara, ma più di questo, rivelò il suo aspetto.
    Fu come essere tornato nella foresta del Gashadokuro, per qualche istante: le due bambine identiche, una bionda ed una mora.
    Era l'esperta di Fuuinjutsu, ma non lo era, aveva occhi neri, capelli altrettanto scuri e, soprattutto, era smagrita, il ché mi stupì e mi fece anche riflettere sugli accenni alla sua salute da parte di Obi-san.
    La Signora, intanto, continuava a parlare: Con Maya vicina la Coscienza del Ragno è più forte? Perché con me no?, pensai, ancora sorpreso e confuso, prima che citasse un nome che ravvivò un ricordo: Koma.
    Nella mente, focalizzai le parole di Fiammetta, anni prima (dopo?), solo e sconfitto, che elencava le identità dei Quattro Cavalieri di mia sorella.
    A quanto pare, in quel momento, la Signora desiderava vicino l'uomo che le filastrocche di Tian avevano donato alla Jorogumo di quella generazione.

    Ma si vede che anche lei stava divagando, poiché cambiò argomento, proponendomi di leggermi la mano: EH?, fu la mia prima risposta, mentre ancora parlava e colpiva con ancora più forza.
    Lei sa di Maya e non vuole che Maya sappia di lei, che collima con quello che diceva il Cavaliere Dorato.
    Ma non sa di me? Quel cavaliere non gli ha parlato di me?
    , mi chiesi, quasi adirato con il biondino dei fulmini, giacché la Bruna sembrava interessata a chi fossi ed a cosa sapessi delle "Armi di Iwa".
    In una parte della mia testa, trovavo offensivo che anche lei ci chiamasse così, nemmeno fossimo veramente oggetti.
    Vuole ogni mezzo per vincere i barbosi shinobi di Taki? Quindi veramente sta cercando di creare un altro di noi? Ma come? Ha trovato dei Pastori del Mondo? Come potrebbe fargli di nuovo una cosa del genere?, quelle domande mi tempestavano la testa, assieme alla leggera emicrania, mentre la Bruna ancora parlava.
    Colsi la sua ultima osservazione e cercai di riprendermi, rispondendo, mentre le porgevo la mano: Io sono il Primario di Kiri, se lei conoscesse l'attuale Mizukage saprebbe che mantenere quel lavoro è già una piccola azione per la pace del mondo., scherzai.
    E se Elmo-san o Bendino-chan ti conoscessero, Sorella, passeresti un brutto periodo senza i tuoi Cavalieri qui nei dintorni., pensai, senza aggiungerlo.

    Il contatto mi fece innalzare ancora di più il mal di testa, ma, cosa più assurda, Maya sembrava non percepirlo minimamente, anzi, dopo aver detto qualcosa di incredibilmente banale, arrivò a ciò che realmente le interessava.
    Tracce del Gashadokuro e della Bakekujira? Non sente altro?, fui sorpreso, finché non capii due cose: la Signora aveva cercato quel contatto per scoprire cosa sapevo di Dei Guerrieri, ma, cosa più importante, se io avevo un minimo controllo del Sangue degli Dei, lei aveva un altrettanto minimo potere di percezione ed interazione con i nostri simili.
    Avrei riso, non fosse stato per le sue domande, che dimostravano come mi fossi tradito nel trattare con il dovuto rispetto i nostri simili, per quanto sembrava l'unica ad essersene accorta.

    Chi sono? Io sono Fudoh, il Primario dell'Ospedale di Kiri e ninja del villaggio della Nebbia., esordii, ritirando gentilmente la mano.
    Da genin ho partecipato alla missione all'Abete che ha portato alla sconfitta della Bakekujira: abbiamo viaggiato all'interno del suo corpo ed io ed il mio parigrado Tokugawa, che si trova anche qui, siamo finiti in una strana situazione fra le ombre all'interno del suo corpo., iniziai a raccontare.
    Avrei optato per una verità che fosse il più vicino possibile all'essere completa, ma senza un particolare dettaglio: più o meno la stessa che avevo offerto al Fantasma-san.
    Tempo dopo, partecipai ad una missione a Tsuya, lei è di Taki e mi pare di capire che sa del Gashadokuro, quindi saprà anche che il suo corpo era stato divorato da questo gigantesco albero.
    Ecco, ero finito in quel villaggio per una serie di strani omicidi per cui avevano chiesto all'Accademia di investigare, ma la prima sera, mentre ero in meditazione, ho avuto questa visione di uno strano e piccolo albero.
    Deve sapere che ad Azumaido, l'isola vicina a Genosha, nel Paese dell'Acqua, mi dissero che avevo le potenzialità per diventare uno Sciamano, lì riuscii a viaggiare nel Freddo per entrare in contatto con una creatura che era rimasta intrappolata a causa del Biondino Infame.
    , mi fermai, riflettendoci un attimo, Sto divagando, mi scusi.
    Dicevamo: Tsuya.
    Chiesi al Sacerdote del luogo, che venerava quel gigantesco albero, informazioni sull'alberello e mi raccontò che sulla cima di Sareshigami, l'albero gigante, oltrepassato un sentiero che drenava delle proprie forze, era possibile raggiungere un piccolo albero.
    Quel luogo, a suo dire, donava l'illuminazione, se ci si riusciva ad arrivare.
    Così, una notte, durante le nostre indagini, ammetto per puro desiderio egoistico di sapere, percorsi quella strada, finché, in preda alle allucinazioni e quasi privo di chakra, arrivai al piccolo albero rosa.
    Ci crederebbe? Lì trovai un albero a forma di teschio che mi parlò! Disse di essere il Gashadokuro, uno degli Dei Guerrieri, nati come miglioramento di creature che chiamò i Pastori della Terra.
    Il resto del discorso è piuttosto fumoso, sotto certi aspetti, ma capii una cosa quel giorno: quelle che all'Abete mi erano state presentate come Armi, avevano una coscienza, erano esseri viventi, non avevano colpe, ma in una qualche misura erano a loro volta vittime, intrappolati da chi li aveva sconfitti.
    Quella fu indubbiamente un'illuminazione per me.
    , spiegai ancora.
    Li chiamo Dei Guerrieri perché, malgrado io non possa sapere cosa successe in una guerra di migliaia di anni fa, ho letto tutta la documentazione possibile su quelle che i più chiamano Armi e ho scelto che, nel mio piccolo, come medico e come persona, li avrei trattati come degli esseri viventi, piuttosto che come meri oggetti, almeno questo rispetto, dopo che erano rimasti intrappolati per così tanto tempo, gli era dovuto., a quel punto avrei fatto spallucce, ad indicare che mi sembrava un'ovvia conclusione.
    Per me lo era: voi lo sapete, siamo semplicemente Oggetti, quindi, anche se non fossi stato un Dio Guerriero io stesso, una volta scoperto che avevano una coscienza, mi piace pensare che li avrei comunque trattati con il rispetto dovuto.
    So poco di più dai rapporti letti: che l'Oni è l'unico la cui voce viene sentita da tutti e che ci sono stati diversi avvistamenti di tentacoli, simili a quelli di un altro Dio Guerriero, incontrato in una missione a cui partecipò un mio amico medico di Konoha anni fa, il Kappa, che non fu ucciso.
    Non credo che queste informazioni possano, però, aiutarla per la sua vittoria politica a Taki, mi dispiace...
    , aggiunsi prima di guardarla un pò perplesso, Come posso chiamarla? Signora, come il Kage di Iwa? Ma avrà un nome, immagino., se mi avesse risposto con il nome che condividevano, avrei sorriso ed aggiunto: Ora mancano solo vostra madre, Sakura-dono, e vostro nonno, che a quanto pare è in missione ad Iwa, se no, il mio piano sarebbe sfumato miseramente., bisbigliai l'ultima parte.

    Se mi permette, già che siamo qui: lei è la Signora di Taki, il modo in cui la chiamavano i suoi sottoposti ed il Kage di Iwa me lo avevano fatto sospettare, ma dato che ha confermato di essere della Cascata, ormai ne sono certo e per il bene di tutti, mi sembra giusto metterla al corrente di un fatto.
    Il mio compaesano che è qui con noi, il Tokugawa con un occhio solo, non lo avvicini. Tempo fa abbiamo partecipato assieme ad una missione contro il Cavaliere Dorato, il possessore di Ago, ci siamo salvati per fortuna, ma diciamo pure che il mio compaesano se l'è presa parecchio a male.
    Aggiunga che una stretta parente del nostro Mizukage è finita in una sorta di stato comatoso a causa sua, seppur non conosco i dettagli, e capirà perché il cagnolino da riporto più fedele al Kage della Nebbia è meglio che non la veda.
    Perché tutti quanti riescano a tornare al nostro tempo, ritengo sia meglio posticipare i problemi fra Taki e Kiri.
    , suggerii, onde evitare di dover scegliere fra Bendino-chan e la mia sorella Bruna.

    E per lo stesso motivo eviterò di parlare di lei a Maya-sama, ma se posso chiederlo: come mai lei sa di sua sorella, ma non il contrario? Cioè, Maya-sama diceva di essere cresciuta con il padre dopo la morte della madre.
    Se lei non rientra in questo quadro, o vostro padre l'ha abbandonata con una missiva che raccontava tutto quello che vi era successo, o non saprei bene come possiate essere in questa situazione.
    , avrei domandato, sperando che la versione della Signora mi desse qualche dettaglio in più e, ovviamente, sorvolando sui dettagli che potevo immaginare Sakura-dono, come che la Signora sapesse chi erano i suoi genitori grazie alla Coscienza del Ragno della madre.
    In ultimo avrei azzardato un'altra domanda: Lei si è fatta un'idea del perché tutti noi siamo finiti qui? Cosa ci accomuna?magari lei, con il sapere del Jorogumo della nostra era, aveva qualche idea più chiara degli eventi.

    Finita la chiacchierata con la Bruna, avremmo dovuto attendere il resto della squadra dei daltonici.

    [Riuniti (?)]

    Per primo arrivò Apachi, con alcuni dettagli e richieste dell'Hokage, tanto per cambiare, ma non tutta la storia, che iniziò a farsi più chiara solo all'arrivo della Montagna che, decisamente, non aveva un bellissimo aspetto, sotto forma di una grossa lampada con sangue rappreso addosso.

    Il primo commento che mi rivolse, comunque, fu per Bendino-chan ancora assente, mentre ci allontanavamo dagli altri: Abbiamo mandato il mio compaesano a ferire due Kage ed un... che cos'è? Un generale l'altro tizio? Assieme al più abile assassino Tokugawa delle ultime generazioni, sì, ma anche insieme alla persona più infida sotto il metro e cinquanta della storia recente kiriana.
    La possibilità che qualcosa vada male non è affatto improbabile, ma la capisco, anch'io sono preoccupato per Tenma-san.
    , concordai.

    Lo so cosa state pensando: "Ma come, Fudoh, e non ti preoccupi per Bendino-chan? Già lo hai venduto alla Signora!", ma non l'ho venduto a nessuno, ho solo cercato di fare in modo che non scoppiasse una guerra interna mentre cerchiamo di salvarci tutti la vita e tornare a casa.
    Sto divagando, lo so, ma, incredibilmente, parte del discorso dell'Hokage mi incuriosì: suggeriva e discuteva del sigillo che aveva rinchiuso in lui un... quello che lo rendeva Jinchuuriki.
    Che volete che vi dica? Per quanto Masa-san sia uno dei miei più cari amici, assieme a Yato-san, non mi sono mai fermato a chiedergli dettagli su cosa implicasse nello specifico essere un Jinchuuriki, ho apprezzato che volesse condividere quella informazione, però.
    In questo caso, però, ero curioso di sentire il parere tecnico dell'Esperta di Fuuinjutsu sul sigillo che aveva il Kage e su come potesse migliorarglielo.

    La discussione, invece, su come il corpo non reggesse bene quel dolore, mi fece riflettere più da medico e, in secondo luogo, da Sangue degli Dei: Rendere il suo corpo più resistente a questa condizione? Potrei riuscirci? Forse mia sorella potrà fare qualcosa semplicemente con fuuinjutsu., mi dissi, ascoltando la Montagna che parlava di un "sigillo maledetto".

    Sì, se ve lo state chiedendo, la mia successiva domanda era un'altra: Posso fidarmi? E' sempre lì a dare ordini, a chiedere chiedere... Elmo-san poi non ne ha una grande idea. e per quanto il Mizukage avesse i suoi difetti, lo conoscevo e, in qualche modo, di lui avevo imparato a fidarmi nel tempo, potevo fidarmi del suo giudizio sulla Montagna?

    Mentre riflettevo su queste cose, l'Hokage parlò con il nuovo arrivato, di armi e di non voler parlamentare, cosa che mi fece storcere il naso, prima che accennasse al paradosso che poteva rendere tutto reale.
    Avete scoperto qualcosa in più su cosa sta succedendo?, avrei chiesto, Avete mandato Apachi-san a raccontarci i fatti, lo sapete, sì?, avrei aggiunto laconicamente, come se non servissero altri motivi per chiedere dettagli. [Nota]

    Una fonte di chakra infinita sta sognando, o forse stava sognando? Il Tengu? Come diceva Sakura-dono ha una fonte infinita di chakra e l'Oni si sta dirigendo da lui., pensai fra me, unendo le parole della mia probabile madre con quello che avevo sentito dire dall'Oni e ciò che dicevano adesso.
    Per questo lo sento tutto intorno a noi, siamo nel suo subconscio!
    L'Hokage non voleva parlamentare, ma come diceva l'altro tizio, probabilmente il Tengu qui era imbattibile, in fondo avevo sentito anche io il Fantasma-san parlare di un luogo circondato da una tormenta costante.
    Mi balenò un'idea in mente, anzi, me ne iniziarono a girare parecchie.

    Maya-sama, Montagna-san, ed anche lei, Guerriero del Vuoto-san., avrei detto, invitandoli a metterci un pò più in disparte, poi puntando sul nuovo arrivato, Anche lei, se ha un minuto..., avrei chiesto, non ricordandomi il nome minimamente.
    SE anche Bendino-chan ed il resto della sua cricca fosse stata lì, avrei chiesto al mio parigrado di raggiungerci.
    Voi direte, perché solo loro?
    Nel caso del Minuto Infame, di suo fratello e di Apachi, non potevo fidarmi a pieno, egualmente della Signora ed i suoi cavalieri, il carattere della Bruna non mi aveva impressionato in positivo.
    Hayaccana? Non parliamone nemmeno.
    Il Kage di Iwa, per favore, dai!
    Q-san (e forse Tenma-san) era, probabilmente, ancora preso con il Sovrano demoniaco e più lo tenevo lontano quel diavolo bianco, meno rischiavo di trovarmi scagazzato sulla testa.

    So che quello che sto per suggerire non è qualcosa a cui crederete o accetterete, basandovi sulla mia parola, ma sono convinto che sia il sogno del Tengu e la sua, la coscienza che dobbiamo convincere., avrei aspettato le possibilissime critiche, sperando di trovare come rispondere, prima di andare avanti: Anche se così non fosse, comunque, l'obiettivo è, se non il Tengu, nelle sue vicinanze e, sono d'accordo con parte del piano dell'Hokage, ma per favore, non ditelo al mio Kage., sottolineai, prima di indicare quel grosso lampadario di chakra e sangue rappreso che era la Montagna di Konoha al momento.
    Lei non deve andare dal Tengu, lei deve rallentare l'Oni, deve farlo dubitare che tutto questo sforzo sia effettivamente necessario., proposi e questa parte del mio piano si basava su un'idea semplice.
    Io sono consapevole della presenza del Tengu, anche l'Oni, forse anche il Sognatore sa di noi? Se avvertisse l'Oni rinunciare tutto sarebbe già più facile., valutavo in testa, considerando l'altra parte del mio piano.
    A quel punto mi voltai verso mia sorella, Maya-sama, penso che dovremmo cercare di creare il più potente sigillo del Pensiero mai fatto, dobbiamo convincere il Tengu che... non gli mentirei mai e deve fidarsi ciecamente di me.
    Io, specie se l'Hokage veramente riuscirà a rallentare l'Oni, non dovrò mentire nel convincerlo ad abbandonare questo sogno e farci svegliare tutti.
    Parlamenterò io con lui.
    , conclusi sicuro.
    Voi direte: "Fudoh, hai appena suggerito a quattro persone che parlamenterai con quello che creano un grosso oggetto dotato di ali.", oppure potreste dire: "Le uniche due volte che hai parlamentato con altri Dei Guerrieri stavi per essere tramutato in un bellissimo cadavere, oppure controllato da un teschio volante".
    Avreste ragione in ambo i casi, ma ho anche incontrato Sakura-dono e la Maya di Iwa, che mi hanno dimostrato che saremo anche tutti bizzarri, noi Dei Guerrieri, ma non per forza cattivi.

    Resta, però, un grosso ostacolo, assieme a decine di ostacoli più piccoli, ne sono certo, che non sto valutando, ma per quello stiamo qui a parlare.
    Dicevo, l'ostacolo più grande: quella tormenta. Come la sorpassiamo?
    Al momento la mia idea migliore è usare il Minuto Infame e l'Hayaccana come scudi umani, ma va contro tutto quello in cui credo come medico, quindi, anche se sono sicuro che Toppu-san e Dageki sarebbero d'accordo, non posso proporvi di aiutarmi a farlo.
    Quindi mi vengono in mente solo altre due opzioni.
    , mi sarei voltato verso il Guerriero del Vuoto, Cercare di fermare per un breve lasso di tempo la Tormenta, se riusciamo ad aprirci un varco con abbastanza potenza di fuoco, potremmo oltrepassarla, con il tempo bloccato, sul dorso del Re dei Gabbiani., avrei spiegato con un sospiro finale.
    Oppure oltrepassarla mediante le ombre, se riuscissimo in qualche modo a generarne di abbastanza estese., avrei continuato, voltandomi verso Bendino-chan, Ci siamo già mossi così, persino all'interno di un altro... Dio Guerriero., conclusi.

    A quel punto avrei guardato tutti i presenti in attesa di tantissimi dubbi e critiche che immaginavo già sarebbero arrivati al mio piano. [Nota 2]
  14. .

    Il cerchio si stringe

    Le certezze vacillano



    Ryugi ascoltò con una nota di preoccupazione le nuove risposte dell'Iga: sembrava non essere convinto della teoria di una terza parte che cercava di danneggiare i Soshi.
    D'altronde, senza prove, o qualcuno di reale da accusare, le mie non sono niente di più che illazioni., dovette ammettere con se stessa, mentre l'altro gli dava delle spiegazioni su come lavorasse il veleno del clan del ghetto.
    Nelle parole del poliziotto ci furono dei particolari che la kunoichi mandò che le parvero strani: Il punto di vista del suo clan sul veleno è antiquato? E lui conosce i dettagli sugli effetti perché li ha trovati già in altri omicidi?, si chiese la giovane.
    Ryugi, come ormai avrete capito seguendo le sue storie, non aveva mai studiato niente sui veleni, poiché riteneva, da semplice genin, che non si combinassero bene con le vampe del clan Nekki.
    Questo, però, non le impedì di comprendere le basi di ciò che le fu spiegato, seppur questo portò ad una domanda verso il poliziotto.

    Iga-sama, mi scusi, ma se ricavare un veleno Soshi è possibile anche da una semplice lama, si deve comunque riuscire a sottrarla e saper manipolare un veleno di quel clan, giusto?
    Quindi è questo che ha fatto quel Muramasa?
    Altrimenti, se fosse ancora più facile copiarlo, almeno per chi ne capisce di veleni, non dovrebbero essere così orgogliosi dei loro veleni, temo, ma non è quello che ho visto in quelle poche ore fra di loro.


    Avrebbe osservato, prima di seguire gli ordini del poliziotto e tornare al Centro di Sorveglianza.

    [...]

    La seconda discussione con Ikue-san e la scoperta dei video manomessi offrì un sospetto: Proprio l'uomo che si è sentito male oggi.
    Chozo, questo il nome della persona che quel giorno non si era presentata e che risultava, però, presente, il giorno in cui il video era stato manomesso, cioè il giorno del penultimo omicidio.

    Queste informazioni, assieme a quelle che gli diede ulteriormente Ikue-san, portarono nuove ipotesi alla kunoichi, che si affrettò ad appuntare su una carta ninja i propri pensieri:Non c'è nessuno che supervisiona costantemente tutti i video, ma qui lavorano solo tre persone, quindi i turni devono essere necessariamente organizzati.

    Muramasa aveva detto che le informazioni su quando sarebbe accaduto uno specifico omicidio arrivavano con sufficiente anticipo: che l'assassino sapesse quando poteva manomettere una specifica telecamera, o manomettere direttamente un video anche in funzione di un ulteriore aiuto qui nella Sala di Controllo?
    In fondo, non si possono controllare costantemente i video, nessuno passerebbe le sue a farlo, ha ragione Ikue-san, ma forse c'è qualcuno che può essere pagato, o minacciato, per manomettere un video ogni tanto? Come chi viene minacciato per rendere una telecamera inutilizzabile.


    Questi riflessioni portarono a rivolgere nuove domande alla donna che lavorava nel Centro di Sorveglianza:

    Ikue-san, mi scusi, le ultime domande, glielo prometto:
    I vostri turni di lavoro, essendo solo tre persone, vengono organizzati, e condivisi con voi, con dovuto anticipo?
    Chi li organizza? Uno di voi, o c'è una persona che decide chi deve essere qui e quando?
    Inoltre: mi potrebbe dire negli orari approssimativi degli omicidi chi era di turno? Sarebbe possibile avere un elenco di questo genere?


    Concluse quelle domande, sperava con più certezze che dubbi, Ryugi si sarebbe mossa verso l'Ospedale.

    [...]

    Le informazioni che le diedero i medici furono poche e lasciarono la nostra amica Nekki con nuovi, e più preoccupanti, perplessità: La pppppp, piccola pausa, La popopopopo, altra piccola pausa per ispirare ed espirare, La polizia? Chi era?, chiese alla fine, sorpresa di quel dettaglio, specie considerando che, fino al suo secondo incontro Ikue-san, non sapeva nemmeno di quel Chozo in ospedale, né, sembrava, ne sapesse niente la polizia.
    L'Iga-sama mi ha detto che supponeva ci fossero più persone che lavoravano con Ikue-san, ma non sembrava sapere niente di tutto questo., rimuginò fra se la Nekki.

    Vedendo che, comunque, i medici non erano propensi a condividere altre informazioni, e soprattutto dopo aver scoperto che Hisu-sama non era all'obitorio, né ci era mai arrivato, non poté che tornare al Centro di Sorveglianza.

    [...]

    Mimimimimimimimi, piccola pausa dopo la fredda presentazione della seconda impiegata, a cui Ryugi chinò la testa, in segno della vergogna per i propri modi sgarbati.
    Mi scuuuusi., nuova pausa, Kkkk Kae... Kaede-saaaan., ulteriore pausa, Io sosososososo, la genin ispirò, Io sono, espirò nel dirlo e poi concluse, Ryugi Nekki.

    Dopo quella faticosa presentazione, continuò ad osservare i video con l'addetta alla sorveglianza, guardando sorpresa Hisu Iga che letteralmente saltava da un tetto all'altro: Doveva solo verificare una cosa all'obitorio, perché tanta fretta? Lo aveva detto anche lui che i referti non erano pronti, ma c'erano già delle informazioni iniziali. Forse gli era sorto qualche sospetto?, ma quel pensiero fu escluso quando lo vide dirigersi verso l'ospedale.
    L'Iga-sama ha vietato che qualcuno parlasse con il terzo impiegato in ospedale? Ma sembrava non sapere della sua esistenza!, valutò ancora, mentre il tempo passava e non c'era traccia dell'uscita del poliziotto dall'ospedale nei video.

    La kunoichi dei Nekki iniziò a camminare avanti ed indietro nella stanza davanti alle telecamere, sfogliando i suoi precedenti appunti e rileggendo alcuni dettagli, fra cui quelli su cui l'aveva messa a parte Masayoshi-san dopo l'interrogatorio di Muramasa e del Chikuma scemo (ma questa non è una definizione che avrebbe usato Ryugi, sappiatelo).

    C'era la documentazione di una diatriba fra i Soshi e Muramasa, quindi c'erano dei precedenti, forse è riuscito a scoprire di loro a partire da questo? Ed alcuni pizzini sono arrivati con impiegati accademici, quindi erano mascherati da ordini ufficiali?

    Ulteriori idee iniziarono a ronzare per la testa della kunoichi, rimettendo assieme alcuni dettagli: dubbi, teorie e particolari, forse, a guardarla da fuori, sapendo che era una Nekki, ci si sarebbe aspettati che una vampa le si generasse dalla testa.

    La nostra kunoichi, intanto, mise per iscritto le nuove idee:

    L'assassino (o gli assassini), usano forza lavoro, pedine, persone che possono manovrare in qualche modo.

    Gli serviva qualcuno che manomettesse le telecamere poco prima degli omicidi: Muramasa.
    Gli ordini e le minacce gli arrivavano mediante messaggi cartacei, tutto partendo da prove di quello che aveva fatto. Prove probabilmente acquisite dalle stesse telecamere.

    Qualcuno doveva visionare liberamente i video, perciò serviva una persona nel Centro di Sorveglianza: quel Chozo, probabilmente.
    Ma per impedire che venisse qui a lavoro oggi lo hanno avvelenato? Perché?
    Sapevano che avrei investigato prima che potesse manomettere i video di qualsiasi dettaglio necessario? Oppure, semplicemente, non gli serviva più?

    Un passo indietro.
    Come sapevano di poter incastrare Muramasa? Qualcuno lo stava già sorvegliando? Diceva di rubare i veleni da quand'era genin, che gli aveva fatto fare il salto di qualità.
    Il veleno dei Soshi, però, a quel che diceva l'Iga, ha una caratteristica particolare a contatto con le vittime, forse qualcuno ha studiato il cadavere di una vittima di Muramasa e ha scoperto il legame?
    Chi studia i cadaveri? L'obitorio? Le squadre speciali forse? La polizia se è un crimine che riguarda il villaggio?

    Qualcuno ha recuperato le informazioni, forse dalle telecamere, ma di sicuro qualcuno sapeva sempre dove si trovavano le telecamere da disattivare, qualcuno che lavorava qui? Chozo?
    Forse il supervisore che ha affidato l'incarico a Masayoshi sospettava di uno degli impiegati, oppure di chi doveva investigare?
    Ikue aveva detto che le morti precedenti erano state tante e nessuno aveva fatto niente: chi aveva investigato su quei casi? E c'erano così pochi dettagli rispetto alle stranezze che ho trovato io oggi?
    Nessuno ha mai notato le telecamere manomesse e controllato gli orari in cui era accaduto?
    O le indagini sono state sempre più lente di così e nessuno ha trovato tracce così evidenti?


    Si fermò un attimo, la kunoichi, perché non voleva mettere per iscritto l'ultima domanda che le passò per la testa: Perché l'Iga-sama mi ha mandato a vedere ore di video, mentendomi sulla sua destinazione?

    A quel punto, i suoi stessi sospetti la fecero preoccupare: aveva bisogno di alcune ultime e Chozo, il suo primo sospettato attualmente, non poteva aver manomesso i video di recente, perciò decise che poteva investigare su alcuni dettagli.
    Così, usando un diverso foglietto, fece nuove richieste all'impiegata del Centro di Sorveglianza:

    Kaede-san, mi scusi infinitamente, avrei degli ultimi video che vorrei visionare.

    Prima di tutto: potrebbe cercare nelle telecamere vicino all'abitazione del suo collega, Chozo-san, nel lasso di tempo fra l'altra notte e quando doveva iniziare il suo turno di lavoro oggi?


    Ryugi avrebbe aggiunto come orario approssimativo di inizio delle ricerche, poco dopo l'omicidio a cui lei stessa era stata, inconsapevolmente, testimone.

    La nostra giovane Nekki vedeva poche possibilità, per cui pose quella richiesta.
    A meno che non ci sia una quarta, o quinta, persona in mezzo a tutto questo caos, chiunque usava Chozo, non può averlo avvelenato prima dell'ultimo omicidio, non poteva rischiare che stesse male prima dell'attacco al quartiere Soshi, perché avrebbe potuto parlare in quel caso., fu l'ipotesi che l'aveva portata a delimitare l'intervallo di tempo, continuando le sue valutazioni.

    O qualcuno si è introdotto a casa di Chozo mentre lavorava, avvelenandone il cibo, oppure si devono essere incontrati con l'assassino seriale.
    Quindi, o il carnefice è andato dalla vittima, o la vittima è andata dal carnefice.


    E su questo pensiero, in effetti, qualora avessero visto nei video uscire l'impiegato quella mattina, avrebbe chiesto di seguirne i movimenti, verosimilmente fino all'arrivo in ospedale.

    Inoltre, preoccupata da un dubbio, Ryugi avrebbe fatto un'ulteriore richiesta, più uno sparo alla cieca:

    Potrebbe controllare tutti i movimenti di Hisu Iga-sama da stamattina nel quartiere dei Soshi in poi?
    So che stamane nel quartiere dei Soshi le telecamere non funzionavano, ma intorno si dovrebbe poter vedere dove sia andato dopo, se direttamente alla Centrale di Polizia, o a fare altre investigazioni, forse così saprò dove contattarlo.


    Propose, mascherando leggermente il vero motivo per cui temeva di dover fare quel particolare tipo di ricerca, motivo che, in parte, era legato ad una domanda che le era balenata in mente rileggendo gli appunti: Non c'erano segni di lotta anche in presenza di più ninja che sono stati uccisi, durante i vari omicidi, come se non si fossero potuti difendere.
    E se non fosse stato per un attacco a sorpresa?


    Gli Iga non attaccavano a sorpresa, ma teoricamente non usavano nemmeno veleni.
    O almeno questo era il pensiero con cui Ryugi cercava di scacciare i suoi dubbi.
  15. .

    La Vipera ed il Serpentello

    L'Erede ed il Fan



    Il grosso serpente color latte che ci avvolgeva, si ritirò prima di completare il suo racconto, lasciando me ed il mio basso coinquilino di nuovo nell'ufficio amministrativo assieme alla ragazza che era stata etichettata come "Erede della Vipera".
    E' la figlia del Fondatore!, pensò sbalordito Saragi, ascoltando le parole di quella che definì la "Consigliera di Oto".
    Maggiore fu lo stupore, come poi mi confermò, quando la ragazza accennò alla possibilità di altri figli dello Shodaime Kokage, con un dettaglio che portò Saragi a porre una domanda: Perché gli Eredi del Fondatore non vogliono stare assieme? Dovrebbe essere un grande onore ed una gioia?, chiese con tutta l'innocenza che, alle mie orecchie di serpente, era possibile al mio basso coinquilino.
    Dal suo punto di vista, essere legati alla mitica figura di Orochimaru, che lui venerava, doveva essere un motivo di gioia, non qualcosa da tenere nascondere.
    Proprio per questo suo punto di vista, arrivò persino ad arrossire (cosa facile con quella pelle pallida che si trova), quando l'Erede sottolineò una qualche somiglianza fra loro.
    Lei è troppo gentile, Consigliere-dono., sussurrò in risposta, con un inchino.

    Il mio stupore, poi, si unì a quello del mio coinquilino, quando l'Erede, usando una goccia di sangue, richiamò un serpente azzurro, che si presentò come "Aoda".
    Ammetto che mi sollevai fino ad arrivare con la testa parallela agli occhi di Saragi stesso, mentre osservavamo l'altro rettile nella stanza.
    Si chiama come il successore del Sommo Manda? Il Grande Serpente del Fondatore!, esclamò il mio coinquilino, condividendo un mio pensiero, d'altronde avevo sentito e risentito i racconti che leggeva su Orochimaru.
    Gli occhi (bicolore) del ragazzino si sarebbero allargati nello stupore, mentre con deferenza si rivolgeva al mio simile: Aoda-sama, piacere di conoscerla., avrebbe esordito, indicandomi subito dopo, E lui è Haku..
    Alzato poi lo sguardo verso l'Erede, avrebbe aggiunto: Quindi lui vive a casa sua, Consigliera-dono?.

    Posso ammetterlo con voi, in quel momento Saragi mi stava facendo un pò imbarazzare: non riusciva a nascondere l'eccitazione e la gioia dinanzi a ben due esseri viventi legati al suo eroe, Orochimaru, tanto che strinse a se il quaderno con gli appunti sui serpenti datogli dalla ragazza, facendo dei cenni affermativi, mentre lo trattava come se fosse il più prezioso dei tesori.

    Oltre l'imbarazzo, però, provai un pò di invidia: Aoda si mosse, seguendo la richiesta dell'Erede, e recuperò un coprifronte per il mio basso coinquilino: io a malapena stritolavo i topini che mi venivano procurati ogni tanto per pasto, o mi muovevo attorno al collo del giovane Shi, di certo non ero capace di niente di così complesso come aprire un cassetto.

    Missioni Serpentose?, chiese entusiasta Saragi, richiamandomi dalle mie riflessioni sull'incapacità prensile che avevo rispetto ad Aoda.
    Certamente, Consigliera-dono., continuò, mentre sentivo la sua interlocutrice riflettere su un cucciolo, di serpente immaginai, prima di fare una proposta al diversamente alto ninja di Oto.
    La Grotta dei Serpenti? Quella dove si trova il Contratto usato dal Fondatore e dai suoi seguaci? Anche lei ha quel contratto? Certo che sì, è l'Erede!, esclamò sempre più incontenibile il piccolo Shi, entusiasta della possibilità che l'altra gli stava offrendo.
    Certamente, studierò tutti i serpenti che ci sono su questo quaderno, Consigliera-dono! Apprenderò tutto sulle loro abilità!, confermò ancora, stringendo al petto l'oggetto datogli dall'altra, probabilmente già dimentico dell'offerta del serpente color latte di Eiatsu.

    Lo capivo comunque, sapete? Anche io ero curioso di visitare la famosa grotta dove si trovavano i miei simili, specie considerando che, esclusi i due di quel giorno, non avevo avuto tante possibilità di interagire con altri serpenti.
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