Posts written by Lucious

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    Prithivi Mata


    III



    Tutto stava andando per il meglio, la gente qui sembra davvero essere di buon cuore, o forse Sendoh gli ha messo addosso una paura di quelle davvero brutte. leghiamo le corde, nodi stretti, esattamente dove servono. Li ho fatti io, per lo più, anche se c'è stato bisogno di salirgli addosso per impacchettarlo ben bene. D'altro canto peso meno di una piuma, se quel bestione è finito in buca credo sia stata principalmente colpa sua e del suo grosso culone muscoloso. Se fosse stata una trappola come tante sarebbe bastato un nutrito gruppo di persone ad attivarla, invece è scattata solo con lui, ma adesso le provviste sono al sicuro quindi non abbiamo nulla di cui preoccuparci all'infuori della sua incolumità. Poi la sabbia sprofonda inesorabilmente, trascinandolo con lui verso quello che sembra un abisso senza fondo, e avrei giurato che sarebbe andato a spiaccicarsi da qualche parte. Invece le corde si tendono di nuovo, e cominciamo a tirarlo in alto, cosa a cui ho contribuito finché non ho cominciato a sentire delle voci provenire da quel buco. Anzi, una sola, e pure bella forte, sicuramente abbastanza dal farmi calare lungo una delle corde. Ed eccoli la sotto, i veri seguaci del grande dio cattivo, incappucciati e chini ad ascoltare il sermone del loro leader spirituale. Il numero di fedeli era considerevole, davvero, ma alla fine non mi impressionò più di tanto. Quello che mi ha terrorizzato è stato il rumore, metallico, come di una porta che si apre. E poi sabbia, che cadeva da tutte le parti, fori che si aprivano sull'interezza della cupola in cui era stato scavato quell'immenso tempio. E tutto d'un tratto i pezzi si misero assieme da soli, con una certa rapidità, ed io salii quella corda come se avessi un demone alle calcagna. Risalii quasi subito, ma questo non mi impedii di sentire le grida, e di immaginare la caduta prima della morte, sentire le viscere che esplodevano come palloncini impattando sulla dura roccia. Ed alcune di quelle grida erano così stridule, così innocenti, così piccole.Continuate a tirare, state lontani dal bordo! Qualunque cosa accada se vedete la sabbia che comincia a muoversi allontanatevi immediatamente!

    Mi guardo intorno, e sento di nuovo quei rumori così familiari. La gente che grida, la sabbia che sbuffa, tanti piedi che si muovono velocemente, lontani da quelle voraci bocche scavate nel terreno. Non importa quanto contunderanno a correre, prima o poi la sabbia li trascinerà la sotto, sacrifici. Gli occhi scattano intorno freneticamente, vedo la gente ammassarsi ai bordi delle voragini, le tende mosse dal vento e da chi vi cerca rifugio. Ma scappare non servirà a nulla, dobbiamo chiudere quelle voragini, anche per poco. Abbastanza per far evacuare l'intero campo, minimizzare le vittime, salvare il salvabile. Non è solo una questione di principio, ci sto pensando solo desso, ma forse questo culto potrebbe avere del vero alla base della sua esistenza. Forse limitare il numero di sacrifici riuscirà a mandare all'aria l'intero piano. Mentre Sendoh viene tirato fuori smonto una delle tende, tengo fra le braccia le assi che ne compongono la struttura, poi guardo i teli. Semplici e resistenti, intessuti da un popolo laborioso, fanno al caso mio. Vorrei prendermi una piccola pausa, per vomitare, mettere insieme le idee. Ma davvero non ho proprio il tempo per stare dietro all'ansia da missione, nonostante io possa virtualmente essere l'unico ninja rimasto qui sopra che possa portare in salvo tutti quanti. Ne sono già morti parecchi, ed altri seguiranno, ma questo non cambia il motivo della mia presenza nel campo. Afferro quattro assi solide, corda e tessuto per comporle in un solido quadrato con il telo legato agli angoli, largo abbastanza da poter ostruire il buco. Nemmeno un dio può contestare la geometria. Smontante le tende, cercate di farne altri come questi, assicuratevi che siano larghi abbastanza da ostruire i buchi nel terreno!
    Se questi tombini di fortuna riusciranno a bloccare o anche solo limitare la discesa della sabbia, allora la gente avrà modo di scappare da questo campo di morte. Sono persone laboriose, sempre pronte ad aiutare gli altri, ma di certo non potranno rimanere qui, non dopo quello che è successo. Devono venire verso Suna, dobbiamo trovare un luogo in cui farli stabilire, scavare un quartiere nel sottosuolo se necessario! All'inizio sarà difficile, così tante persone all'improvviso. Quando la mia gente giunse eravamo solo un piccolo clan in fuga, loro invece sono un intero popolo, ma devono raggiungere il villaggio. Devono farsi forza, anche se questo significa dover marciare per tre giorno abbondanti tra le sabbie infuocate di Suna. Questo, certo, sempre se la mia idea non faccia cilecca, ed il peso della sabbia sia sufficiente a spezzare le assi. In quel caso tutto quello che mi rimane da fare è trascinarne via il più possibile, sperando che la morte degli altri sia rapida e indolore. Anche se so che, in fondo, questo non è vero.




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    Prithivi Mata


    II



    Già al solo avvicinarsi alla tendopoli fummo accolti da una putrida zaffata puzzolente di urina e feci, questo già la diceva lunga su cosa ci attendesse una volta dentro. Le vie della tendopoli erano strette come i cunicoli di un labirinto, alla vista dei grossi pacchi carichi di provviste più di qualche occhio curioso si fisso su di noi. Anzi, su di lui, che fortuna vuole sia abbastanza grosso da fare più paura di quanto la fame non possa sopportare. Almeno per ora, in una manciata di ore l'aspetto da solo potrebbe non bastare più per dissuadere i famelici profughi, ed allora forse la sua stazza potrebbe non essere più sufficiente per fermare i loro numeri. Deboli, disidratati, malnutriti, ma dannatamente numerosi e disperati. Basta fare poche domande in giro per scoprire dove tengono i bambini e le donne in cinta, le tengono lontane dagli altri per timore che qualche malintenzionato possa vederli come bersagli facili, approfittarsi del caos della tendopoli. Qualcuno parla di un dio, si portano dietro le sue statuette, lo pregano, lo venerano. Quando il bisteccone ne distrugge una sto quasi per dirgliene quattro, comunque qui la gente crede in questa roba, tanto vale non spaccare i loro idoli di legno. Spero che qualche fanatico santone non venga a darci fastidio più tardi, o ad avanzare qualche stupida pretesa sui rifornimenti in virtù di qualche sacra intercessione o altro. Che gran casino.


    Carestie, fughe senza ragione, un dio... mi chiedo che altro debba ancora succedere in sto posto.



    La verità è che tutti loro mi fanno una gran pena, perché li capisco, so cosa stanno provando. So cosa vuol dire abbandonare la propria casa all'improvviso, senza potersi guardare indietro. Marciammo per giorni senza alcun sostegno, senza alcuna risorsa, spinti da fame e disperazione in una terra di cui non conoscevamo nulla. Pagammo il prezzo per aver scelto una vita di pace in un mondo dilaniato dalla guerra, dove chi sceglie di distaccarsi è solo un debole ed una facile preda. Prima braccati, poi persi, poi arrivo il deserto. Metà di noi morì prima che i ninja di Suna potessero trovarci, ero ancora una bambina. Ma ricordo tutto quanto, ogni passo, ogni vescica, ogni pianto e ogni incubo. Il sole ci massacrava di giorno, il freddo ci consumava di notte. Per settimane, poi arrivammo a Suna, e non ce ne andammo più. Era al nostra casa, e lo rimarrà per sempre. Se necessario, moriremo per proteggerla.


    Bene credo che sia di-... o ma porca...



    Questione di un attimo, un forte tonfo e poi il bestione giù nella sabbia fino alla vita, grande inizio. Non ci vuole un genio per capire che qualcuno non vuole che le scorte giungano a destinazione, che la gente divenga sempre più disperata, sino a rivoltarsi contro i propri guardiani. Che si sia la storiella del dio dietro a tutto questo? Possibile, ma dovrò pensarci dopo. Mentre il bisteccone sprofonda io inizio a racimolare quante più corde possibili, legarle saldamente intorno alle sue braccia come un'imbracatura da scalata, ma non basterà. Anche se tirassi con tutta la mai forza, che poi non è molta, non sarei mai in grado di tirarlo fuori di li. No, mi serve il loro aiuto, e quel grosso zaino pieno di cibo è esattamente ciò di cui ho bisogno per far si che non abbiano scelta.


    Bene, l'avete sentito, dentro quel grosso zaino c'è abbastanza cibo per sfamare i vostri figli e le vostre mogli, e anche le vostre nonne se la cosa vi rende felici. Se lui sprofonda nella sabbia continuerete a patire la fame per giorni, quindi adesso gli uomini devono formare due file ordinate ed afferrare le corde, tirerete insieme e solo al mio segnale per massimizzare lo sforzo. Nessun dio verrà in vostro soccorso oggi, se volete aiutarvi è ora che iniziate ad aiutare quelli che invece ci tengono veramente a voi. E non vogliamo qualche preghierina per aiutare chi ne ha bisogno, noi lo facciamo perché è la cosa giusta da fare. Tutto chiaro? iniziamo!



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    Serpi in Seno


    I



    Ho vissuto tra queste mura per anni, lunghi ed interminabili, una strana casa di cui sentirò la mancanza. Quello che è stato il mio addestramento può ormai definirsi concluso: "Tempo di sistemare alcune formalità burocratiche, poi potrai tornare a Kiri." Così dicono loro, gli stessi che al mio arrivo fecero di tutto per rispedirmi al villaggio, lontana da questo posto: "Un onere troppo grande, non vogliamo addestrare una bambina traumatizzata." Non mi è mai importato, non gli ho mai dato peso, non avevano scelta. Poi sono cominciati gli addestramenti, le prime lezioni, l'insegnamento di quelle che erano le basi del combattimento: "Prova ad usare una lama, Haseya, non hai bisogno di combattere solo a mani nude." Loro hanno ragione. Io ho le mie preferenze. Quando l'addestramento finiva i maestri ci consigliavano di usare la palestra per migliorarci fisicamente, rendere più rapido lo sviluppo fisico, stare al passo con ciò ce apprendevamo. Di giorno c'erano troppe persone, troppo caos, senza contare chi andava li solo per sprecare tempo a parlare con i loro amici. Amici, mai avuto bisogno di loro, me la sono sempre cavata da sola. Però quando il sole tramontava, se ne andavano via tutti, tornavano alle loro stanze. Per parlare, per scherzare, per lamentarsi. Ed io andavo da sola, mi allenavo, notte dopo notte. Quello che era un corpo esile divenne lentamente il fisico di un combattente, o di un mostro. Nonostante il dolore, la fatica, i fallimenti, non mi sono mai fermata: "Attenti, sta arrivando l'ogre!" Fu l'ultima cosa ce un Otese con uno spiccato senso dell'umorismo mi disse, prima di ritrovarsi in infermieria con metà dei denti, troppo confuso dal colpo per ricordare cosa fosse successo. Va bene così. Il rumore ritmico dei pesi metallici che cozzano contro il manubrio, le mani strette a morte attorno l'impugnatura di stoffa, per evitare che il sudore potesse compromettere la presa. Respiri ritmici, regolari, che seguono il movimento. Non bisogna sbagliare, comprometterebbe tutto l'esercizio. Non ho bisogno di loro. Sono tutti nelle loro stanze, c'è silenzio, nessuno passa mai di qui. Perché dovrebbero? Ormai è quasi finita. Domani potrebbe essere l'ultimo giorno qui all'accademia.


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    Ho ancora tutta la notte per starmene qui, dove nessuno mi viene mai a disturbare. Non i cagnolini di Konoha, sempre col loro spiccato senso di giustizia e quella strana tendenza ad immischiarsi negli affari degli altri. Non i topi di Suna, astuti e saccenti, pronti a vantarsi dell'asperità della loro terra natia. Non le vipere di Suna, talmente insignificanti dal dover vivere in un villaggio dimenticato, capaci solo di pugnalarti alle spalle. Ci sono le eccezioni. Sono poche, troppo poche. Mai abbastanza per fare al differenza, per scrollarsi di dosso quel mantello fato di stereotipi e luoghi comuni. Sembra quasi si affannino per apparire esattamente come la gente se li immagina. Un piccolo zoo. Come animali nei recinti, alcuni si fingono amici, ma poi fanno sempre a gara per dimostrare che loro sono migliori. Che il loro villaggio ha i migliori guerrieri, di cui poter essere fieri ed orgogliosi: "Ma a Kiri le balene le fanno tutte così grosse?" Lo sfidai a braccio di ferro, lui accettò. Gli spezzai il braccio, quando mi chiese di lasciargli la mano glie lo torsi. Nulla a che vedere con l'orgoglio nazionalista, o con quello personale. Non sopporto gli idioti e il loro atteggiamento da pagliacci saccenti. Il riso abbonda sulla bocca degli stolti. Se ci sarà una nuova guerra, se quel che si dice in giro è vero e i Cremisi stanno tornando, quanto di loro sopravviveranno? Pochi, molto pochi. Forse troppo pochi. Non è un mio problema. Io sarò pronta. Io riderò per ultima, sulle loro tombe.
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    L'Acchiappasogni


    VI



    Questo è il tuo posto, non v'è ragione di pensare altrimenti. Stesa a terra e sconfitta, spezzata e distrutta nel corpo e nello spirito, senza anima alcuna a cui chiedere aiuto. Ogni volta che le nocche scavano nel volto di ceramica sento un brivido risalire lungo la schiena, un'euforia mai privata prima d'ora. Ogni volta che la crepa sul suo volto finto ed imperfetto si allarga ed il suo sguardo si storce, tinto ti paura e sporcato dalla sconfitta, mi sento viva come mai sono stata sino a dora. Non mi fermo, ed ogni impatto, ogni concussione, ogni colpo inflitto sembra come un sogno divenuto realtà. Un ghigno di sadico piacere si prende forma sulle mie labbra, gli occhi sgranati senza un battito di ciglio, iniziano a bruciare ma non voglio chiuderli. Voglio guardarlo dritto nei suoi occhi vitrei, voglio assaporare ogni attimo del suo terrore, non voglio che finisca. SOFFRI. Lo colpisco ancora, ed ancora, ed ancora. -Smash- Ancora... -Smash- Ancora. -Crik- ANCORA. -Crak- ANCORA! Fu un attimo, un fragore come quello di un tuono, un bagliore accecante che mi scosse da capo a piedi. Pochi preziosi attimi, che la marionetta sfruttò per scrollarmisi di dosso come si fa con una foglia secca. Quando mi rialzai lei stava già correndo via, non lo avrei permesso. PUTTANA. Non dopo quello che mi ha fatto, non dopo quello che ha fatto con le mie memorie. La spezzerò, le caverò gli occhi, le faro ingoiare la porcellana del suo volto. Non mi importa cosa le farò, purché soffra.


    Scatto in piedi, scavo nel suolo vetrato come volessi fracassarlo, scatto verso la figura della marionetta [Azione I] per tagliare la breve distanza fra me e lei. Appena sono a portata le stampo un calcio sulla schiena, per scaraventarla nuovamente a terra, farla capitolare come la bambola senz'anima che è, [AdO], spazzatura priva di vita propria. Cadi. Fu allora che, forse terrorizzata all'idea della morte, ella decise di creare attorno a se una sfera di cristallo. Mi fermai, allungai la mano per carezzarne la superficie liscia come il ghiaccio, non v'era riflesso. Riuscivo a vedere la sua ombra, raggomitolate all'interno, come un feto nel ventre materno. Per un attimo quasi esitai, non so perché, c'era qualcosa di profondamente triste nel vedere quella sagoma spezzata e spaventata. Durò solo un attimo. Carico il pungo, guardo nelal sfera per localizzare quella che deve essere la testa del burattino. Il colpo carica rapidamente, non mi importa se farà male [Azione III], non mi importa se la manderò in mille pezzi. Voglio vederla ridotta a brandelli, voglio spaccarle il cranio contro il pavimento, sgozzarla con le schegge fracassate della sua barriera. VOGLIO VEDERLA MORIRE.


    Non so se l'AdO consumi uno slot azione o no ,quindi nel dubbio non ho usato tre azioni ma solo due.
    Per lo schemino devo farmene uno fisso, e convertire le stats in valori numerici per inserire chakra e vita.

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    Kasei


    IX



    Sono riuscita ad imboccare un altro colpo vincente, con i due cervelloni di Suna insieme a me non c'è voluto molto a tracciare un paio di cerchi prima di localizzare la presunta tana della regina. Oppure formicaio? In fondo stiamo comunque parlando di un insetto, per quanto strano e vorace questo sia. Adesso sta a noi scovarla e segnalare la sua posizione ai Kariudo, o magari se la minaccia non è poi così grave potremmo finire il lavoro senza coinvolgerli. Il tipo coni capelli strani crea un'enorme volatile d'argilla su cui possiamo sederci tutti, facendoci poi dirigere la destinazione. Deve essere una vera pacchia potersi muovere così, specialmente quando c'è da attraversare il deserto intorno a Suna. Aria fresca, il vento tra i capelli, anche una visuale niente male. Senza contare che i tempi di viaggio sono sensibilmente ridotti, ed ecco che all'improvviso un'idea mi assale la mente. Perchè cavolo non abbiamo usato il piccione d'argilla per spostarci sin dall'inizio? Non avremmo fatto prima? Magari saremmo anche arrivati in tempo per salvare i due rapiti. Anzi, adesso glie lo chiedo.


    Sai, non metto in dubbio che tu abbia pi
    esperienza di me, ma... Perché cavolo non abbiamo usato il piccione d'argilla sin dall'inizio per spostarci? Le foreste qui sono belle a vedersi, ma comunque avremmo accorciato un po i tempi, no?



    Beh, come si dice a Suna, inutile piangere sul succo di cactus versato. Arrivati ad un chilometro o già di li di distanza dal punto X uno dei due ha deciso che è meglio proseguire a piedi. In fondo hanno consumato dei passeri esplosivi, potrebbero disporre di vedette volanti. Ed esplosive, come se l'Argilla Esplosiva non fosse già preoccupante di suo, adesso c'è anche al versione con cervello integrato. Dopo le lunghe camminate affrontate durante l'intero arco della giornata ho le gambe a pezzi, anche col riposino fatto sul piccione ormai sono allo stremo delle forze. Ma non posso certo dirlo, un ninja la fatica non deve nemmeno sentirla! Un ninja deve essere una macchina da guerra infallibile! ma a ragion del verso io ninja ancora non sono, devo finire l'allenamento, non so nemmeno perché abbiano voluto trascinarmi fino a qui. Beh, immagino non si aspettassero una minaccia del genere quando siamo arrivati qui, ma come si sa il campo di battaglia è in costante mutamento.


    Quella è una... palizzata?



    Ultima volta che metto piede in questo postaccio infernale! Vanno bene i Draghi, i Passeri Esplosivi e le Formiche Acide. Va bene anche che buona parte della Flora sia tossica, allucinogena o corrosiva. Ma quella cosa? Quello stramaledetto aborto tra una persona, uno scarafaggio e gli incubi di un veterano di guerra? Priam pensavo che Kaya esagerasse con l'essere preoccupata, ma porca di quella puttana Otese affogata nelle risaie, vogliamo scherzare? beh, lavoro finito, abbiamo trovato la tana della regina e dei suoi figlioletti dalle smanie violente. Adesso ce ne torniamo al campo dei kariudo, diciamo tutto alla tizia ragno, e poi ci riposiamo. Appena arriva l'alba ce ne andiamo da questo postaccio, e col cavolo che ci ritorno! Hmmm... magari il tempo per la colazione si trova.


    Bene, adesso ce ne possiamo andare? Non voglio diventare l'antipasto della regina.


  6. .

    Prithivi Mata


    I



    Alla gente non piace il deserto, si lamentano per un sacco di cose. Dicono che è troppo caldo, che con la sabbia ci si stanca prima a camminare, che non c'è un filo d'ombra neanche a pagarlo, che solo un pazzo deciderebbe di vivere in un postaccio del genere. Che più di qualche Sunese sia un po cotto? Non gli darei davvero torto, nel villaggio c'è n'è di gente strana, ma strano non significa necessariamente cattivo! Noi Danzatori non siamo dl posto, siamo stati accolti qui e nonostante i primi tempi siano stati un pochino ardui c'è da dire che una volta appresi i trucchi e i segreti del deserto in realtà questo è un gran bel posto dove vivere. A cominciare proprio dal villaggio, quel posto è una vera e propria fortezza scavata nella roccia, situata nel bel mezzo del deserto. Se anche qualcuno decidesse di invaderla sarebbe prima costretto a camminare per chilometri e chilometri tra le sabbie desertiche, che se fatto senza una conoscenza propria del territorio vuol dire morire di disidratazione prima di essere a metà strada. Conoscere la posizione delle oasi e le rotte dei nomadi aiuta, ma l'acqua non basterebbe mai per dissetare un vero e proprio esercito. Le mura di Suna poi sono un capolavoro di pazienza e natura messe insieme, un caposaldo di civiltà nel cuore infuocato delle sabbie sferzate dal vento. Ma avere la possibilità di vivere in un posto del genere non viene mica gratis, per niente, a questo mondo nulla viene dato per nulla. Il territorio di Suna sarà anche un deserto, ma è anche dannatamente immenso e difficile da controllare. I ninja di Suna devono essere incredibilmente mobili e pronti a coprire anche grandi distanze in tempi sostanzialmente brevi, sempre e comunque. Certo poi non si puà dire che i talenti Sunesi non siano davvero vari...


    Ma in famiglia siete tutti così alti? Comunque, mi chiamo Taiga... ma questo già lo sapevi visto che ci hanno chiamato per nome. Inoltre non sono ancora una ninja,d evo finire l'addestramento e fare un paio d'esami ma ormai credo di essere a buon punto. Per i viveri da portare agli altri spero basti quel pacco di roba che ti sei caricato sulle spalle, perché al mercato la misericordia e l'umanità ormai l'hanno finita già da un po.



    Prendiamo ad esempio questo bisteccone da duecento chili che mi è stato assegnato, Kaede. A vederlo non si può considerare come uno dei ninja più tradizionali, gli unici ninja giganti di cui abbia mai sentito parlare sono quelli di Konoha, e questo perché hanno una tecnica apposita per farlo. Lui credo che abbia sollevato sassi da quando aveva tre anni per diventare così, ma se non altro è ottimo come mulo da trasporto. Non che tutto quel cibo possa davvero fare al differenza, da come hanno spiegato al villaggio ci vorrebbe un'intera carovana di vettovaglie per stabilizzare la zona. Non sarei stata sorpresa se fossimo arrivati per trovare il posto circondato dalle fiamme nel pieno di una rivolta, ma con ogni probabilità l'avanguardia è stata in grado di mantenere la situazione quantomeno sostenibile. Ma l'apparenza inganna, e non appena siamo entrati nella tendopoli abbiamo realizzato quanto quel posto fosse sul punto di esplodere. Tutto questo col pensiero che il mio Mulo da Guardia aveva diversi chili di cibarie attaccate alla schiena. Beh, non possiamo salvare tutti, quindi cominciamo a fare un po d'ordine.


    Cerchiamo al sezione della tendopoli dove tengono bambini, donne incinte e anziani, facciamo un po di priorità e decidiamo come distribuire il cibo. Sicuramente qualcuno sarà essere abbastanza disperato da attaccarci per avere un sorso d'acqua, se succede non facciamoci scrupoli, non avranno rispetto per noi quindi tanto vale che abbiano paura. Se siamo fortunati il villaggio riuscirà ad inviare una carovana carica di provviste prima che questo posto diventi lo scenario per un massacro fratricida.

    <div class="gdr">Mi passo una mano sulla nuca sospirando, socchiudo gli occhi, ma questo non rende la situazione più sostenibile di prima. Una tendopoli nel mezzo del deserto picchiata dal sole per più di metà giornata, col calare della sera il freddo falcerà quelli che di giorno non sono morti di stenti o disidratati, senza contare i ladri o i pazzi che sarebbero disposti ad accoltellare anche i propri fratelli per un pezzo di pane. L'unica cosa che vale la pena di pianificare oltre alla distribuzione di cibo è una via di fuga se tutto dovesse precipitare, cosa che temo accadrà molto presto se questo tugurio non riceve un supporto adeguato entro le prossime ventiquattr'ore. Un po mi ricorda quando il mio clan fu costretto alla fuga, la grande traversata del deserto Sunese. Anche allora ne morirono parecchi, ma noi non eravamo così numerosi, per il villaggio non fu difficile aiutarci. Qua invece non sono nemmeno sicura ci sia una scappatoia.

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    Good good.

    Quindi, si batte in ritirata, si?

    No perché una poiana d'argilla kamikaze nel nido ci potrebbe comunque stare.
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    CITAZIONE (Yusnaan @ 12/5/2016, 19:36) 
    Sto per vomitare :dappa: E a me quell'hentai che vi sconvolge tanto non mi fa né caldo, né freddo :sese:

    La realtà dei fatti è che non devi temere l'hentai, bensì la certezza che esso esiste perché qualcuno è disposto a pagare per poterlo leggere.
  9. .
    CITAZIONE (Yusnaan @ 12/5/2016, 19:33) 
    Una gangbang con un feto? Ma neanche gli hentai arriverebbero a tanto!

    Tranquillo, ci arrivano :sisi:
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    CITAZIONE (-Max @ 12/5/2016, 19:31) 
    "feto" più che bambino

    Pardon allora, necrofilia.
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    CITAZIONE (F e n i x @ 12/5/2016, 19:21) 
    CITAZIONE (Dolcecattiva @ 12/5/2016, 15:53) 
    Dunque max che riempe.... hoshi che si svuota.... un bambino... è una gangbang?

    perchè c'è la parola "bambino" in questa frase?
    mi... rende insicuro.

    Potrebbe essere pedofilia, stai attento :sisi:
  12. .

    Kasei


    VIII



    Questa è proprio una di quelle situazioni dove buone e cattive notizie si accalcano costantemente l'una sopra l'altra, anche se previste, in qualche modo. Il Comandante Ragno sembra essere venuta a capo dell'identità del colpevole, che guarda caso è proprio un insetto, nello specifico una formica. L'idea che fosse arrivato col naufragio era giusta, così come quella che ormai sia già riuscito a stabilire una tana. Ma ora che la gravità della situazione è stata stabilità, con priorità piuttosto alte, sembra che il Paese dei Demoni si trovi con un bel grattacapo fra le mani. Tora si occuperà della parte logistica, organizzerà le pattuglie e farà si che l'allarme venga diramato. Ma starà a noi tre e Kaya rintracciare il nido delle formiche in modo da poterne comunicarne la posizione direttamente al Comandante. Grazie alla vasta conoscenza raccolta nelle librerie e all'altrettanta impressionante memoria di Kaya, che senza esitazione trova immediatamente il libro ove sono trascritte tutte le informazioni che riguardano il nostro fastidioso ospite. Informazioni che non mi fanno proprio saltare dalla gioia, ma che d'altro canto nemmeno mi deludono. Insomma, ci troviamo dinanzi alla prospettiva di un formicaio pieno di formiche mutanti con potenziali autodistruttivi e corrosivi, ma se non altro basta uccidere la regina per mettere fine a tutto questo macello! Il che porta comunque al problema principale, ovvero trovare la tana dove si è andata a nascondere. Non mi intendo molto di geografia, ma credo di avere un'idea. Inoltre, c'è anche un'altra cosa che devo assolutamente fare.


    Ho trovato! Dovremmo prendere una cartina e segnare tutti i luoghi dove sono avvenuti gli attacchi. Magari escludiamo i primi due perché li c'era ancora lo zampino della regina, ma dal drago in poi erano sicuramente troppo grandi per essere stati presi da lei. Se ha una tana, allora i cacciatori avranno un raggio d'azione dalla stessa, basterà mettere in comune i luoghi rimasti e trovare un punto comune da cui presumibilmente sono partite le formiche cacciatrici, poi cerchiamo li in zona e confidiamo un po nella buona sorte. Io e Kaya provvediamo alla cartina, intanto voi due fate mente comune e vedete se avete un modo per restringere il campo di ricerca.



    Il mio addestramento è lungi dal potersi definire concluso, però ho sempre fatto del mio meglio per prestare ascolto, assimilare le informazioni più importanti. Uno degli istruttori si impuntava sempre sul concetto di gioco di squadra, sull'importanza di ogni membro e di come anche un minimo squilibrio possa fare la differenza tra successo e fallimento, tra la vita e la morte. In questo momento Kaya, per quanto si stia impegnando, non è certo nella sua forma emotiva perfetta, ma a questo poso rimediare. Con i due esperti lasciati a discutere tattica ci vorrà almeno un minuto per raggiungere la cartina, visto e considerato che lei saprà già dove si trova, ma in fondo non devo fare poi molto. Durante quello che immagino sarà un breve tragitto, mi faccio vicina a lei, abbracciandola per un fianco con la mano sinistra e portandomi a portata di sussurro. Se i due facessero domande, un semplice "cose da donne" basterà a saziare la loro curiosità.


    Sai, capisco che il comandante non ti vada proprio a genio, anche a Suna ci sono dei capoccioni di prim'ordine, ma comunque cerchiamo di non dargli peso. Lei pensa che sei l'ultima ruota del carro, e allora? Guarda quello che siamo riusciti a fare grazie a TE, pensi veramente che avremmo trovato tutti quegli indizi senza il tuo aiuto? Mi è stato insegnato a giudicare le persone dalle loro azioni e, per quel che mi riguarda, tu sei una delle migliori compagne di squadra che mi è mai capitato di avere con me. Senza contare che sei anche carina, ma magari di questo ne parliamo a missione compiuta...



    Chiudo il tutto con un occhiolino condito con un sorrisetto malizioso, lasciando che la mano scivoli sul suo fianco mentre mi dirigo nuovamente verso il tavolo, lasciando che Kaya prenda una mappa della zona per iniziare le ricerche. Certo ormai è quasi notte, forse sarebbe meglio attendere l'alba prima di partire per la nostra ricerca. Non c'era molto in riferimento alle formiche cacciatrici, ma se sono riuscite a prendere e portare via due persone adulte di certo sono più di due e belle cattive. Mi avvicino al tavolo per riferire l'idea ai miei validi compagni d'avventura


    Forse sarebbe meglio attendere l'alba prima di iniziare le ricerche, non credo che quella foresta sia un bel posto di notte.


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    Path of the Blade + Fiend Patron, putting the WAR in Warlock since 5E.

    Comunque, se ti scarichi il manuale online (pure piratato perché sticà) e c'è un master che sa organizzarsi allora basta un sito per lancio dei dadi e le sessioni si fanno pure su Discord o Skype.
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    Kasei


    VII



    Ovviamente avevo ragione, non che ci volesse sta gran scienza per risolvere l'arcano delle porte parlanti. Quello che c'era dietro, ecco, quello si che era qualcosa di memorabile da vedere. Kaya aveva detto che quella era la loro zona d'addestramento, ma pensavo fosse una piccola fortezza, un'accademia di sorta. Invece si tratta di un piccolo ecosistema, con la sua foresta e i suoi laghetti, sarebbe più corretto considerarlo un piccolo villaggio in effetti. La cinta muraria deve estendersi per chilometri e chilometri, se quella cosa fosse già entrata di certo non avrebbe alcun problema a farsi una tana e aspettare il momento giusto per mangiarsi un kariudo o uno degli studenti. Potrebbe persino cercare di mangiarsi Kaya! Talmente impegnata a dirigersi verso la struttura centrale dal non averci nemmeno notato se non a destinazione raggiunta. I kariudo, a quanto pare, sono una specie di guardia forestale. Non difendono solo il paese, si impegnano anche a mantenere l'equilibrio della fauna e a garantire la salvaguardia della flora. Forse è per questo che sa tutte quelle cose, altro che capacità innate, qui si tratta di sano studio e pazienza. La strada verso il Comandante Tora è breve, una stanza dentro la parte più alta dell'accademia, in teoria doveva essere un ufficio. Ed ancora una volta mi sono sbagliata.


    ...



    Tora, una donna ancora nel fiore degli anni, con una strana passione per rettili ed insetti. Li tiene tutti in teche appese ai muri, la stanza stessa in effetti non è poi molto illuminata ed a lei questo non sembra dispiacere affatto. Però so per certo che non bisogna fidarsi di lei, nemmeno Kaya sembra averla tanto in simpatia, ma di certo ne ha anche un certo timore. O paura, non ne sono sicura, ma una tizia strana come lei non può certo promettere bene. Kaya gli dice quanto abbiamo scoperto, ma non sembra gli basti. La congeda, vuole sentire ciò che noi abbiamo da dire, vuole sapere più di quanto Kaya non gli abbia mai detto. Il capogruppo gli ha detto quasi tutto, ma ha tralasciato un paio di cosucce. Cose di poco conto, se si guarda il quadro generale della situazione. ma se stiamo parlando con la maggior esperta di insetti del paese dei demoni, perché che sia la migliore del mondo ci credo poco, allora tanto vale prendere in considerazione anche i dettagli. Inspiro profondamente, braccia incrociate sul petto, forse per la prima volta da quando sono entrata qui dentro la sto guardando dritta negli occhi. Cavolo se fa venire il ribrezzo, questa qui.


    Beh... ci sono buone probabilità che il coso sia arrivato qui naufragando con una nave mercantile. Le prime cose che ha mangiato dopotutto erano acquatiche, quindi ha senso che abbia iniziato dal suo ambiente natio prima di espandere il menù. E... beh... visto e considerato quanto è grosso il campo d'addestramento, non è difficile credere che il coso si sia già fatto una tana, e stia aspettando l'occasione buona per papparsi un kariudo solitario. Insomma, forse sarebbe il caso di indire una battuta di caccia. Mi chiedo se il vulcano possa c'entrarci qualcosa con tutto questo...


  15. .

    L'Acchiappasogni


    V



    Non si può correre per sempre, per quanto si possa rimandare uno scontro arriverà il giorno in cui ci troveremo con le spalle al muro. Non ci saranno vie di fuga, non ci saranno seconde possibilità, non ci sarà nessuno ad aiutarci. Finché quel giorno non giungerà, nostro dovere fare del nostro meglio per migliorarci, per divenire più, per far si che quello scontro non segni la nostra fine. Ma quando si deve affrontare un fantasma, allora che cosa si deve fare? Quando ci si ritrova davanti ad una battaglia che ormai sembrava essere svanita, dissipata nel tempo, allora che cosa si deve fare? Che cosa devo fare? ASSASSINA. Non sono un mostro, non posso ucciderla, non voglio ucciderla, non devo ucciderla. Però a lei questo non sembra importare, continua a colpirmi, non si ferma, nemmeno per un istante. Sorride quando le sue mani si stringono attorno al mio collo, la schiena che impatta violentemente al suolo, la ginocchiata non era però così forte. COLPEVOLE. Lo merito, non è forse così? Non è sempre stato così? Gli allenamenti, il desiderio di voler combattere per il villaggio, di votarmi anima e corpo al campo di battaglia, di rischiare la vita per la grande causa del Paese. La morte, ecco cosa mi aveva davvero attratto, il vero motivo per cui ho deciso di abbandonare l'ospedale. La prospettiva di poter morire, una morte degna, guadagnata versando il sangue degli altri. ODIO. Lei mi odia, con tutto il cuore, vuole uccidermi. Mi sento soffocare, i muscoli incapaci di contrarsi per l'eccessiva pressione, il soffio vitale dell'aria intorno a me ormai negato. Sento gli occhi gonfiarsi, le lacrime scivolare sulle guance, sino a cadere sul suolo vetrato. Sembra tutto così confuso adesso, a malapena riesco a sentire le urla degli altri, il corpo sembra farsi leggero, però riesco a vederla, mi sta guardando. Sorride, è felice, va bene così. Sto morendo? Credo di si, questa sensazione è così familiare, credo di averla già provata, una volta. Molto tempo fa, prima di Kiri. Prima...


    Prima... quando ero lontana da qui, così a nord da poter vedere la neve, faceva davvero freddo. Però stavo bene, anche se eravamo pochi, anche se vivevamo di caccia e pesca. Facevamo i buchi nel ghiaccio, per prendere i pesci, insieme a lei. Lei mi somiglia, sorride sempre, mi mette sempre addosso quel grosso abito imbottito. Pizzica, ma mi tiene calda, al sicuro dai venti gelidi. Ed ero felice anche io, pur avendo così poco, pur essendo così distante da tutto e da tutti. Poi, però, giunsero loro. E da quel giorno non fui mai più felice, non importa cosa o chi cercasse di farmi pensare altrimenti. Quando le squadre di pattuglia Kiriane riuscirono a trovarmi, ormai avevano già fatto di me quel che volevano. Ricordo che mi lasciavano a digiuno, in gabbia, scommettendo su quanto sarei durata prima di cominciare a delirare. Fujiko, lei si interessò molto a me, per pura professionalità. Fu solo dopo qualche mese che comincio a sviluppare un attaccamento emotivo, con lei sorridevo sempre, anche se non ero davvero felice. Però faceva quello che poteva nei suoi limiti, mi voleva bene, ed io ne volevo a lei. Sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male. Tu... Le mani scattano in avanti per afferrarle la trachea. [S&M] No, afferrargli, si tratta solo di un patetico burattino. Sono comunque più grande di lei, più robusta, più pesante, il vantaggio mi appartiene. Cerco di rotolare sulla destra, per invertire le nostre posizioni, costringerla al suolo e cercare di stamparle una testata dritta dritta sul viso [Azione II], tenerla al suolo con la mia mole, negarle ogni movimento. Tu sei solo un fantasma. Lasciare che il senso di colpa mi tormenti per il resto della vita non servirà a correggere i miei errori, non la farà tornare in vita, non cambierà ciò che è già stato. Lascio la mano destra libera, carico indietro e poi colpisco ancora. [Azione III] Un singolo pugno diretto alla mascella, per toglierle dal volto quel sorrisetto sbiadito e imperfetto. Perché nessuno ha il diritto di prendere il suo volto. Perché nessuno sa sorridermi come faceva lei.


    Dovrebbe essere tutto in ordine, credo.

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