Votes taken by Jotaro Jaku

  1. .

    Eredità di Famiglia



    Non fu difficile per Shinken allontanare il simulacro che stava cercando di saltargli al collo, spostandosi per poi colpirlo con un buffetto, più che con un colpo vero e proprio. Che il jonin non provasse una vera e propria minaccia dalla figura che aveva davanti? Da come il fratello si era posto, quella strana "cosa" sembrava più un regalo che un nemico, o una prova. Infatti, quando il falso Arima fu respinto, Shinken avrebbe potuto giurare di aver scorto qualcosa di simile ad un sorriso nei lineamenti neri del suo quasi-fratello della foglia. Quando l'otese portò l'ultimo colpo però, la sua mano sembrò come affondare dentro il suo rivale come se questi fosse fatto di pece e non di carne. A quel punto, il simulacro sorrise nuovamente e si rilassò, abbandonando ogni posizione di lotta, mentre il fedaikin, tramite la propria mano ancora addentro allo stomaco di Arima, poteva chiaramente percepire qualcosa che gli stava permeando il corpo attraverso l'arto superiore bloccato. Quindi l'effetto ebbe fine. La mano rilasciata, e il corpo nero di Arima iniziò a mutare di forma, come se si stesse lentamente trasformando in qualcosa di diverso.

    Pochi istanti ancora, e il simulacro avrebbe assunto le sembianze di Kamuro Uchiha Jaku, un antico jonin della foglia, uno dei primi ad unirsi alla "famiglia". Famoso per la sua maestria con la spada e per la sua padronanza con gli occhi del suo clan; il quale avrebbe assunto una posizione marziale, piegato sulle finocchia, con entrambe le mani a cingere l'elsa della sua spada, tenuta orizzontalmente davanti al volto, in attesa di un assalto di Shinken; ma prima che questo potesse avvenire, la creatura avrebbe nuovamente cambiato aspetto, ribollendo e scoppiettando come fosse un sacco di nero di seppia pieno di petardi, si allungò ed accorciò, come una massa informe di formaggio fuso, fino a che, al termine, si divise a metà, assumendo due forme completamente separate, simili ma diverse. Assunse le identità di due fratelli del clan Hyuga, anche loro membri del clan, Kaze e Kyoshiro, famosi al loro tempo come due tra i più promettenti ninja del villaggio, che avrebbero guidato il clan a nuova gloria, entrambi erano in posizione di combattimento, quella che solo gli Hyuga sono in grado di padroneggiare con eleganza.
    I due fratelli guardarono Shinken, e per quanto fossero completamente neri e privi di dettagli, l'otese avrebbe potuto chiaramente avvertire la sensazione di essere guardato, giudicato, fin nel profondo.

    In quel momento, convinti, i due fratelli si rivoltarono l'uno contro l'altro, colpendosi a vicenda le mani destre, con un colpo di juuken, tornando ad amalgamarsi in un'unica massa nera, che assunse altre forme in sequenza, tutte squadrarono Shinken, severe, per poi scomparire. Shinodari l'amministratrice di Oto, Yhui la sorella di Jotaro, Kamuro Shinretsu il chunin della nebbia e ultimo guardiano di Pelle di Squalo, Tobi Inuzuka, Amano, e tutta un'altra serie interminabile di altri ninja che negli anni, avevano rimpolpato i ranghi di quella famiglia dissoluta, fino a che, la massa nera si fermò. Assunse per ultima la forma di un giovane spadaccino, in tenuta ronin, con i capelli tenuti in una coda, con una spada in cintura. Shinken avrebbe facilmente riconosciuto se stesso in quel simulacro.

    La massa nera esplose in una polvere nera, che si mischiò all'aria, e si diresse come brezza verso Shinken, penetrando nella sua pelle e nelle vie respiratorie, diventando per lui un bagaglio da portare.


    << E' stato più lungo e teatrale del previsto. >>
    Jotaro era apparso di nuovo, seduto a terra dietro a Shinken, con una boccetta di sakè e due ciotole per poterlo bere.

    << Sei tu l'ultimo Jaku ora, ti ho lasciato la conoscenza su tutte le tecniche del clan, anche quelle che non ho mai appreso. Sta a te esplorarne i limiti e farne buon uso. Io ho già questo nome, non voglio altro sulle spalle, voglio seguire la mia strada. Bevi ? >>
  2. .

    Ragni e Tele



    [Oda]
    Quando il sensitivo della foglia rivolse il proprio occhio interiore agli avversari, avvenne qualcosa di strano, che probabilmente il giovane ninja non aveva ancora mai sperimentato. Non percepì assolutamente nulla dei 7 individui attorno a Shiro. Non solo a livello energetico, ma anche fisico. I 7 non emettevano alcun suono, nè traccia olfattiva. Non avevano un peso sul terreno e non possedevano una riserva di chakra, sembravano non essere nemmeno lì, sebbene fossero davanti a loro.
    Shiro invece, era ancora più strano. L'Oni aveva si una riserva di chakra, ma ben inferiore a quella dell'Hokage, e forse persino a quella del fratello Sho in aiuto col proprio demone. Oda percepì che le impronte di chakra del nemico gravitavano grandemente su fuoco e terra, ma tutta l'analisi fu disturbata dall'inizio alla fine. Intermittente, lontana, come se un velo energetico interagisse con il sensitivo, disturbandone le capacità.


    Le analisi e i ragionamenti dei vari ninja si susseguirono senza intoppi da parte dei loro avversari. Kairi analizzò a suo modo i vari simboli, senza rivelare formazioni particolari, nè attivazioni o interazioni col proprio chakra. Quando colpì l'albero, nel chiostro lì vicino, un frutto tropicale a guscio duro sarebbe caduto dalle fronde, rischiando di colpirla sulla testa. [Potenza 5]
    Riguardo i simboli, Oda riuscì a percepire una traccia simile ad un fuuinjutsu, ma nei simboli non c'era chakra; non solo, la traccia sembrava condurre in un luogo molto lontano a nord, nord-ovest, ad una distanza così siderale, che il giovane cacciatore di spettri avrebbe probabilmente pensato ad un errore nelle sue capacità per la sua inesperienza, piuttosto che a una vera e propria analisi veritiera.


    I cloni di Raizen, quando questi si teleportò sul tetto del palazzo, riempirono tutto il volume della struttura, rivelando unicamente un essere vivente, il Daymio stesso, Kazutoshi Murasaki in persona. Asserragliato nel proprio ufficio al primo piano, in tuta da battaglia, con il suo arco da guerra in mano, e una decina di faretre piene disposte tutto attorno a lui. Si era circondato di mobili e scrivanie, al centro della sala che usava sia come studiolo che come luogo di ricevimento diplomatico, e teneva sotto tiro qualunque insetto si spostasse sotto il suo naso.



    Quando vide apparire i cloni dell'Hokage, la sua tensione era così elevata, che in un rapido scoccare di frecce, ne colpì e distrusse almeno 5, colpendoli alla testa, prima di rendersi conto di chi si trattava.

    - RAIZEN. SEI QUI ?!? PERCHE' SEI VENUTO FIN QUI !?!?? -

    Della famiglia o di altri individui nemmeno l'ombra.

    [Barriera di Individuazione]
    Quando Oda eresse la propria barriera, localizzò, oltre a tutti gli alleati, anche altre tracce vitali.
    Percepì il Daymio all'interno del palazzo, proprio dove lo aveva localizzato Raizen.



    Localizzò anche due dei 7 nemici. Volpe e Cinghiale si trovavano a Sud, oltre le caserme.



    Non solo, Oda per un istante avrebbe potuto giurare di aver percepito anche Shiro, localizzato, nello stesso volume occupato dal corpo di ogni singolo ninja della foglia!


    [Note: di seguito vi spiego una parte del funzionamento del rituale, ovvero quello che i vostri personaggi possono comprendere direttamente. Ogni ninja può interagire unicamente con gli avversari di cui possiede il simbolo.
    Per interagire si intende: vedere, odorare, sentire, toccare fisicamente, sia verso i corpi, sia verso tecniche, oggetti ed emissioni dei suddetti corpi.
    Tutti gli altri possono invece interagire con gli EFFETTI, che i nemici, tutti, causano al campo di battaglia.

    Esempio: Volpe utilizza una tecnica che crea un raggio in direzione di Oda. Solo lui può vedere o sentire Volpe, e il suo raggio.
    Oda schiva, e il raggio impatta a terra creando un foro. Tutti i ninja, anche non marchiati, sono coscienti del foro e dell'esplosione che lo genera.]


    Intanto, tutti i presenti avrebbero lentamente percepito l'aria attorno a loro farsi leggermente più pesante, e la temperatura aumentare di un grado, o un grado e mezzo. Niente di fiaccante, o fastidioso, ma certamente percepibile da chi fosse stato attento a certe cose. Improvvisamente una voce oscura avrebbe risuonato in tutta l'area dei possedimenti del padrone del Fuoco.

    - HO GIA' VINTO. INDEGNO. -



    Turni al completamento del rituale: 19

    [Altrove]

    L'individuo che aveva notato la luna rossa, stava ancora studiando antichi tomi nella biblioteca dell'accademia, senza riuscire a trovare niente di utile. Visionò tomi risalenti anche a un secolo prima, alla grande guerra dei ninja che aveva causato il bisogno della Fondazione, senza trovare alcun riferimento a un evento simile, tranne quello della Luna causata dalla rivolta del redivivo Madara, evento che nulla aveva a che fare con il presente, almeno secondo le descrizioni dell'epoca. Preso dallo sconforto, per non avere non solo appigli, ma nemmeno la minima e più pallida idea di dove andare a sbattere la testa, scelse, per scrupolo, di buttare un occhio annoiato ai pochi scritti sopravvissuti ai secoli, cercando tra i più antichi a disposizione, sperando in una risposta.

    Offgame
    E' estremamente utile, quando effettuate spostamenti complessi, utilizzare la mappetta che vi ho fornito. Unire al post qualche immaginetta, tipo queste, rende tutto molto più chiaro, se avete voglia, provate!
  3. .

    Il forziere del Tesoro




    Che il monco avesse ben poche doti era piuttosto evidente, altrettanto evidente era che il chakra adesivo e la sua applicazione non erano proprio tra queste, quindi si assicurò di barare quanto bastava per riuscire almeno a darsi una spinta lungo la salita. Puntando la mano destra in alto, mirò verso l'altura che si stagliava più in alto, e non senza fatica e numerosi scossoni dati dalla signora T, Jhin sbattè un occhio, e un suono metallicò scattò nel palmo della mano in questione. Un proiettile simile ad un arpione sibilò nel vento, verticalmente, fino a raggiungere l'altitudine desiderata della montagna, conficcandosi nella roccia che la componeva, aprendosi, e rivelando una composizione ad arpione. Il marchingegno era composto da una corda che arrivava fino a dentro il braccio fasullo dell'uomo, il quale, con un fischio involontario, ne attivò il meccanismo. La corda iniziò a vericellare dentro il braccio, sollevando lentamente l'uomo lungo la parete. Con l'aumentare all'altezza aumentava anche la velocità. Tremito stava utilizzando il chakra adesivo, o meglio, quello che aveva appreso, per correre, a modo suo ovviamente, lungo la parete, facendo riavvolgere la corda più in fretta. In un batter d'occhio sarebbe stato in cima.

    Ahhhhh adoro LO SMEGMA il vento tra i capelli...speriamo nessuno mi abbia SFRATTATO visto usare l'arpione segreto.

    Il corpo di Jhin era molto più singolare di quanto Densen immaginasse, infatti...un attimo. Dove è finito Densen? Sembra scomparso da quasi un anno ormai! Il giovane col nome simile ad un prodotto per la pulizia delle stoviglie si trovava dentro il monastero, accolto da Gado il serpente, che in realtà un serpente non era! Infatti, quando il giovane si fosse rimesso in piedi, avrebbe notato nella sua stessa stanza, una bellissima donna dic circa 20 anni. Vestita con un abito di cuoio verde come la giadeite. I capelli cortissimi, quasi rasati a zero, e degli occhi di una forma stranissima, affusolati alle estremità, come quelli di un rettile. Chi era costei?!? La donna si avvicinò al ragazzo, fissandolo negli occhi ma senza dire assolutamente nulla. ERa estremamente bella, ma di una bellezza selvaggia, una guerriera forse, poco avvezza alla femminilità. Quando finalmente decise di proferire parola, avrebbe probabilmente scosso il ragazzo nel profondo, più di quanto il grosso serpente aveva fatto poco prima.

    - Il mio nome è Gado, penso tu sia in grado di capirmi ora. Sei qui per il tesoro vero ? Non abbiamo molto tempo. Aiutami a uscire da qui, e potrai portare con te il tuo peso in oro, te lo prometto! -

    Inquietanti rivelazioni da parte della giovane! Non solo aveva intuito quali fossero i propositi del giovane, ma si era offerta addirittura di aiutarlo, in cambio di essere condotta fuori da quel posto. Ma cosa intendeva esattamente? Densen l'avrebbe quindi potuta ammirare mentre, a seguito di alcuni sigilli, la donna assumeva nuovamente la forma del grosso serpente che aveva conosciuto poco prima. Lei lo avrebbe invitato a seguirla dentro il monastero, per fargli conoscere la pianta dell'edificio, spiegandogli che fino a che le fosse restato vicino, non avrebbe avuto nulla da temere. Doveva anche restare quasi in silenzio, parlando sottovoce, in modo da non farle attivare. Poichè il troppo movimento, i pensieri ostili, e il rumore, le mettevano in allerta. Ma di che sentinelle parlava? E perchè una donna serpente stava passeggiando con Densen? Le risposte sarebbero arrivate a breve. La ragazza spiegò al giovane, mentre lo conduceva nel chiostro; di essere una combattente. Una figlia di Shulva, una città situata tra le montagne a Est. Aveva lasciato la città molti anni prima, quando era ancora una bambina, ed era finita nel monastero, a seguito di una sciagura in mare. Era stata soccorsa dai monaci, era stata curata e nutrita, ma per la sua cupidigia, aveva provato a rubare il tesoro. Era stata scoperta e maledetta dai monaci a servire come guardia del tempio per l'eternità, senza poter invecchiare o lasciare il palazzo. Da allora erano passati oltre cento inverni. Cosa avrebbe fatto Densen? Avrebbe anteposto il furto al salvataggio della donzella? O avrebbe cercato di andarsene con la bella e il malloppo? Ma soprattutto, avrebbe smesso di zoppicare entro le 8 di sera?


    [Digrigna i denti] - GNIEEEEK GNEEEEEIK GNIUUEEEEK- [muove la spalla sinistra dopo averci colato dell'olio][tossisce] - TERMODEV! -

    In tutto ciò, Jhin era arrivato al monastero passando dalla parte superiore. La costruzione, in parte appoggiata sul promontorio, in parte scavata nella roccia, era di una bellezza sconvolgente; era composta da molte ali diverse, e da un grosso chiostro quadrato al centro, aperto, dal quale era possibile ammirare il cielo e le stelle. Dal punto in alto, Tremitò potè analizzare bene la situazione, e rendersi conto di non aver capito ancora dove si trovasse il tesoro. Senza contare che l'altro ragazzo che li accompagnava non era stato troppo chiaro, e il monaco cigolava più di Tremito stesso. Con circa una fossa di un paio di centinaia di metri che li separavano, Jhin utilizzò nuovamente il suo arpione, mirando al tetto del tempio, per creare una sorta di liana che lo avrebbe condotto dall'altra parte, dritto dentro il palazzo dei monaci. Ovviamente sbagliò mira, e conficcò l'arpione in una grossa statua di una strana bestia, posta come svariate altre molto simili, sul tetto del complesso, attorno al chiostro. Quando questo succedeva, Densen stava abbandonando la propria stanza in compagnia di Gado, dirigendosi all'aperto.

    - Non senti questo...cosa è questo suono ? -


    - AHHHHHHHH CORPO DI MILLE TOMBINI ! LANCIA L'ARPIONE, PANTEGANA HO DETTO, FERMATE QUESTO SORCIO DA BATTAGLIA AFFARE. - [Suoni metallici e di legno che scricchiola, assieme ad altre urla, imprecazioni e colpi sordi su qualcosa di duro.]


    Sopra alle loro teste, una scena tra il comico e il tragico. Il chiostro a pianta quadrata era privo di tetto, e sia Densen che Gado, avrebbero potuto notare come una strana creatura simile ad un grosso uccello, ma più tozzo e di pietra, stesse volando in cerchio sopra di loro, a una decina di metri dal tetto del complesso. Vorticando e cercando come di liberarsi da qualcosa. La parte strana era lo strano oggetto attaccato alla bestia in questione grazie ad una grossa fune. L'oggetto in questione era Jhin. E penzolava dalla bestia, ovvero la statua, animatasi. Gado fu molto preoccupata, quella era una delle sentinelle, per qualche motivo era stata risvegliata, e ora volava in cerchio sopra di loro. Nemmeno lei era al sicuro da quelle creature, figurarsi Densen, pure zoppo. Per non parlare del soggetto allucinato che le penzolava dal deretano maledicendo ogni sostantivo possibile.

    [...]

    In quel preciso istante, da una porta del chiostro appena aperta, uscì uno strano individuo in vesti sacre, molto simile allo strano monaco meccanizzato che il trio si era portato dietro dalla riva. Monaco che ricordiamo al momento era sparito chissà dove. Lo strano tizio, con degli occhi estremamente poco amichevoli, si stava dirigendo presso Densen, con quella che sembrava una grossa mazza ferrata tra le mani, e con poca voglia di utilizzarla come fermaporte. Con Gado che si stava lanciando sul tetto per abbattere la sentinella e aiutare lo strano cecchino-piccione, cosa avrebbe fatto Densen lo zoppo?


  4. .

    Un umile servo della Nebbia


    [Mantenimento velo]




    Con l'influenza del misticismo che gravitava attorno a Sanjuro ma senza cingere la sua mente, lo sciamano era in grado di confezionare ragionamenti complessi, ma era anche consapevole che quello status di improvvisa lucidità non sarebbe durato ancora a lungo. Fosse stato in possesso delle sue piene capacità, vivere come Sanjuro lo sciamano pazzo non gli avrebbe impedito di salvare gli amici, ma in quella situazione non era sicuro di sè stesso, figurarsi di riuscire a salvare tutti. Doveva risolvere la situazione e prestare soccorso, in fretta. Quindi recuperare la sua ciabatta.

    - Si principessa, quel nobile guerriero è un ninja della Nebbia, prodigioso spadaccino, ma non altrettanto prodigioso uomo di sciamanesimo, purtroppo. Riguardo la ciabatta, si è come questa, è estremamente importante per me recuperarla. - In quel momento, il loro nemico redarguì lo sciamano con fare strafottente per il suo stato di uomo semi nudo. Per tutta risposta il vetusto ultracinquantenne scrollò le spallucce rachitiche, facendosi scivolare addosso la lingua di serpente del ragazzo.

    - Che posso farci se ho caldo. -

    Pochi istanti, e il ragazzo chiamò a sè altri due...individui. Che parlasse di loro il pipistrello bianco appena liberato? Due creature di forma quasi umana, ma in parte meccanizzati, con artigli impressionati e altri dettagli che li rendevano macchine più che uomini. Successivamente una lunga serie di azioni portarono il vantaggio dalla parte dei nemici degli shinobi: Akira affermò che i suoi cloni gli erano stati sottratti, sebbene Sanjuro li vedesse esattamente come fino a pochi istanti prima, Keiji sembrò come essere più drogato di prima, e il ragazzo dai bei capelli, compiendo uno strano gesto con la mano che non impugnava niente, evocò...qualcosa, in direzione di tutti loro. Il fatto che Akira venisse bersagliato prima di lui, fu l'unica cosa che permise a Sanjuro di salvare la pelle, poichè ebbe la possibilità di capire cosa tramava quello strano squarcio, che rispondeva ai movimenti della mano del nemico, e quando il compagno si difese dai proiettili, Sanjuro era già in posizione per poterli evitare, e sebbene la loro velocità, lo sciamano riuscì a salvare la pellaccia buttandosi letteralmente faccia a terra, in modo molto poco dignitoso. Nel farlo dovette consumare persino del chakra. [Difesa 1][1/2 Basso]
    Durante l'attacco a distanza, uno dei due individui-macchina aveva percorso alcuni metri, aggirando il gruppo, per arrivare contro Sanjuro e la ragazzina. Lo sciamano si era appena rialzato, borbottando qualcosa riguardo il dover analizzare i nemici da una prospettiva diversa, ecco il perchè del "tuffo" in avanti. Quando la macchina fu piuttosto vicina, invece di attaccare direttamente, avanzò gli arti superiori per sparare, letteralmente, dei kunai verso di loro, come una sorta di arma a scoppio. Sanjuro temeva per la sua alleata, bersagliata a sua volta, e usò tutto il chakra che poteva senza arrecarsi danno, per scattare verso di lei, evitando i kunai che lo bersagliavano [Basso, riflessi verde+4][difesa 2] e andando a posizionarsi quasi sulla linea di tiro che vedeva la giovane come bersaglio. Nel farlo, Sanjuro aveva, durante lo spostamento rapido, spinto Gassan nel terreno per qualche centimetro, sia per darsi una spinta, sia per raccogliere tracce di umidità nell'estremità inferiore del bastone, ricoprendolo di uno strato di ghiaccio appuntito. Gli sarebbe servito più avanti. [Slot tecnica manipolazione 1/2 basso] Quindi usando il bastone, facendolo ruotare in modo che l'elsa di legno tondeggiante fosse rivolta verso di sè, usò la punta del bastone indurita dal ghiaccio, per deviare almeno un paio di kunai, rendendo la difesa della ragazza meno ardua. [Difesa 3]
    Al termine dell'attacco, lo strano petto meccanico del nemico era cambiato, una luce si era spenta in quello strano pannello. Un dettaglio che al Sanjuro stratega non era sfuggito affatto, e che aveva messo in moto alcuni ragionamenti nella sua testa.


    - Lascia a questo umile servo della Nebbia di pensare al resto. -



    Quindi non si mosse, restò davanti alla ragazza, come per proteggerla col suo corpo, ma in realtà Sanjuro stava facendo ben altro. Stava ricorrendo a tutta la sua concentrazione per poter ricorrere a una delle sue tecniche, sebbene i sigilli di imprigionamento gli impedissero di usarla a piena potenza, data l'assenza di una grossa quantità d'acqua sul posto. Con il nemico che avanzava letale verso di lui, lo sciamano restò immobile, con le gambe leggermente divaricare, ad attendere. L'androide nemico stava ormai a tre metri da lui, portava in avanti i suoi artigli, avrebbe colpito al volto lo sciamano.
    In quel momento che sembrò durare un'eternità, le iridi di Sanjuro diramarono un colore più azzurrino del normale, per un breve istante, mentre all'ultimo secondo spostava leggermente la testa inclinandola sulla destra, proprio mentre l'artiglio del nemico gli stava a pochi centimetri dalla faccia. La mano destra dello sciamano, che impugnava Gassan con la punta rivolta verso il basso, compì una rapidissima rotazione in senso orario, e fu avanzata in un affondo verso il petto nemico [Basso velocità verde +3] proprio mentre l'artiglio penetrava nel legno della maschera e nella guancia sinistra dello sciamano, provocandogli un lungo solco dall'inizio delle labbra fino all'orecchio, con un suono sordo di legno che si frantumava. [Subisci e mena. Difesa 4 - Azione 2 - Ferita Medioleggera al volto] Il piano di Sanjuro era di colpire il nemico al petto con la punta di ghiaccio di Gassan, ma il subdolo fattucchiere non intendeva penetrare il nemico come si fa con un cuore. Se anche la punta non avesse rotto la placca, ma si fosse conficcata tra il metallo e le carni, creando una tasca, lo shinobi della nebbia sarebbe stato soddisfatto. Se la sua intuizione sul nemico era giusta, avrebbe avuto la meglio.

    Tutta la sua concentrazione serviva proprio per quell'istante. Proprio dopo aver usato Gassan come apriscatole, Sanjuro avrebbe tirato indietro il bastone per lasciare la cavità, e ricorrendo a tutto il suo talento con le arti magiche, avrebbe creato la trappola che aveva architettato. Una serie rapidissima di posizioni magiche, mentre la maschera ormai rotta cadeva a terra assieme al suo sangue, e dal nulla, un globo azzurro di acqua limpidissima avrebbe avvolto il suo nemico robotizzato, comparsa da sotto il velo di nebbia.


    Prigione Acquatica - Suirou no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Serpente, Capra, Cavallo, Coniglio, Capra, Cavallo, Coniglio (7)
    L'utilizzatore può imprigionare all'interno di una sfera d'acqua un obiettivo entro 1,5 metri se questo a contatto con una quantità d'acqua pari a 12 unità. All'interno della sfera non sarà possibile respirare. Ogni slot azione impiegato dall'utilizzatore annulla uno slot azione e uno slot difesa della vittima; la vittima non può usare slot tecnica all'interno della sfera. L'utilizzatore deve mantenere sempre il contatto con la sfera, altrimenti la tecnica si disattiverà. È possibile per la vittima liberarsi tramite il chakra spendendo Medioalto di chakra: causa AdO.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso - Mantenimento: 1/2 Basso)
    [Da genin in su]

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.

    Tecnica Svincolata [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata senza i componenti elementali richiesti; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Se richiede oltre 10 slot dimensionali di un elemento, può essere utilizzata 1 volta al giorno. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.


    La sua intuizione sarebbe stata giusta? Non aveva intenzione di bloccare il nemico, quello che voleva era far penetrare una grossa quantità d'acqua dentro quell'abominio, per generare un bel corto circuito, e rimettere quel falso uomo al suo posto. Per liberarsene e procedere ad aiutare i suoi compagni. Avrebbe provato ugualmente a bloccare il nemico nella sfera d'acqua, anche se non fosse riuscito a creare un varco nel suo avversario. Era servita tutta la sua concentrazione per poter usare quella tecnica senza avere a disposizione tutta quell'acqua. Una concentrazione che al suo attuale livello, sapeva di non poter ritrovare. Gli sarebbe stato impossibile per il resto della giornata, attingere nuovamente a tutto quel chakra elementale, con le sue capacità ancora sigillate, sperava di aver avuto successo, mentre il sangue colava lungo la pelle bianchissima, che difficilmente avrebbe tradito la sua età. In ogni caso non si sarebbe dato per vinto, anche se avesse fallito nel creare un foro nella parte meccanica del nemico. In quel caso, avrebbe fatto capire alla ragazza di colpirlo con una freccia in un punto critico di collegamento tra le carni e le zone meccanizzate, utilizzando la sua manipolazione per creare un tunnel nella prigione acquatica lungo il percorso della freccia, perchè non fosse rallentata dal liquido. In qualche modo avrebbe fatto saltare quello schifo. [Eventualmente 1/2 Basso + slot azione 3 manipolazione]

    Offgame
    Ferite: 8/12
    [Coscia e ginocchio destri]
    [Medioleggera al volto, lato sinistro]
    Chakra Usato: Bassissimo velo, 1/2 Basso difesa 1, basso difesa 2, 1/2 basso manipolazione, Basso affondo, Mediobasso prigione
    Chakra Rimanente: 9 Bassi e 3 bassissimi
    Slot: trasformo azione 1 in difesa 4 per aiutare Ipokash


  5. .
    anche shinken che è senza pc.
    jonin blu/viola
  6. .

    Ricordi e rimasugli [III]



    Mentre Raizen rassicurava Hebiko, la ragazza di Oto; Jotaro si limitò ad annuire serio. Alla fine un buon clima di lavoro era la cosa migliore. Era da molto che non aveva a che fare con le nuove generazioni di Oto, e parevano essere molto diplomatiche; molto diverse da come le ricordava lui. MOLTO, diverse.

    << Perchè a Oto sanno cosa sia l'insubordinazione? Quando ci vivevo io si ammazzavano come cani e basta. L'ultimo ninja di Oto con cui ho avuto a che fare si è presentato squartandosi un cervo sopra la testa e facendo il bagno nel suo sangue. >>[Rengoku, primo torneo di oto]

    Riguardo alla rinnovata confusione di Kairi sullo status dello shinobi, lui lasciò cadere il discorso, come per dire che era una storia lunga e complessa, ma molto meno interessante del previsto.

    Quando il gruppo si fermò per prepararsi alla discesa, Jotaro, sempre intento a preparare l'equipaggiamento, rispose al vecchio allievo, riguardo il posto in cui si trovavano.


    << Ti assicuro che so poco e niente anche io, ma se fosse il posto giusto, e spero non lo sia, probabilmente non crederesti alle mie parole. Io stesso farei fatica. >> Il tono era scherzoso.

    La scena di Raizen che si infilava la tuta era la cosa più divertente che gli aveva mai visto fare da quando lo conosceva. Seconda solo, forse, a quando lo aveva visto contorcersi dal dolore per aver perso un braccio per finta durante il loro primo allenamento. Tutti scesero, e si introdussero nella struttura. Una volta dentro, sia Kairi che Hebiko compresero la pericolosità di utilizzare determinate arti all'interno del Soma, e Jotaro annuì a tutte le affermazioni. Era proprio quello il punto, potevano esserci bolle di ossigeno, sacche di aria, e la struttura stessa poteva essere malmessa; una scelta sbagliata e avrebbero marcito sul fondo dell'oceano ridotti a un budino.
    Vedere Hebiko che si conficcava una bombola nello stomaco gli dipinse una scena di disgusto sul volto. Per un momento si immaginò Orochimaru con i seni e i capelli rossicci. Non fu una bella immagine.


    << Non necessariamente evitare, ma fai attenzione. >> Rispose all'affermazione della ragazza sui raiton.

    Quando effettivamente l'elevatore non tradì il gruppo di ninja, i primi due a scendere furono proprio l'Hokage e la ragazza di Oto, come predisposto da Raizen stesso, e il collega non si oppose. Una volta che il primo viaggio ebbe inizio, Jotaro e Kairi avrebbero dovuto attendere circa 30 minuti per la discesa, e altri 30 per il ritorno dell'elevatore, oltre ad altri 30 per la loro discesa. Un tempo piuttosto lungo da passare in silenzio, dato che, oltretutto, era evidente il disagio che la ragazza aveva parcheggiato in volto, per essere costretta a restare da sola con lui; ma improvvisamente fu proprio lei a rompere le righe. Il momento era tranquillo, non potevano fare altro che aspettare, e una ninja preoccupata era controproducente, quindi il ronin decise di aprirsi un po' con la ragazza, magari stupendola, per farla tranquillizzare.

    << Non è di me che si fida, è dei miei metodi. >> Disse tranquillamente, dopo essersi seduto a terra in un angolo del container, per generare un'atmosfera di familiarità.

    << Ti metto a disagio Kairi? Non serve uno sharingan per capire che sei tesa. >> La buttò subito sull'emotività, così da sciogliere il nodo che la teneva legata a terra come una zavorra. Dopo una eventuale risposta aggiunse:
    << Posso sembrarti strano solo perchè appartengo ad un'epoca diversa, la mia apparenza tradisce i miei quasi 50 anni, io sono cresciuto in un periodo dove i ninja erano in guerra in ogni angolo, dove le madri erano abituate a non vedere tornare a casa i figli la sera, ma non per questo devi avere tensione verso di me. Sono qui solo per aiutare. >> E lo intendeva davvero, in realtà lui invidiava molto la generazione di Kairi ed Hebiko. Loro non avevano ancora conosciuto la guerra, e se anche avessero preso parte ad una, non avrebbero mai compreso, per fortuna, il nascere come arma e il crescere tenendo la testa bassa per le esplosioni.
    << Voglio svelarti una cosa, che rimanga tra noi, così magari potrai rilassarti un po' quando sei in missione con me. C'è un motivo se il tuo capovillaggio ascolta un tizio uscito dal nulla, e come dici tu, si "fida" di lui. Mio padre era l'ottavo Hokage, Ayato. E io sono un vecchio ninja che un tempo serviva la foglia. Ho servito il tuo villaggio per decenni fuori da esso, per mio padre, per Shika dopo di lui, e ora per Raizen. Fu proprio mio padre a vedere qualcosa in lui, e quando io conobbi, beh, era praticamente in fin di vita, debole e sconfitto da un nemico più forte di lui. Lo aiutai, lo addestrai, lo insultai, e lo umiliai, perchè non era pronto a essere nemmeno se stesso. Guarda ora cosa è diventato, è un faro per tutti voi giovani ninja, per questo si fida; perchè non importa quando è tortuosa la strada che prendo, alla fine porterà da qualche parte per il bene di tutti. Quindi ecco, rilassati, che tra poco avrai tutti i motivi per essere preoccupata, risparmiatene uno se puoi. >>

    Ovviamente doveva rovinare il finale mettendo l'ansia addosso alla ragazza. Altrimenti non sarebbe stato lui.
    Alla fine, l'ascensore sarebbe tornato.
    Quando tutti fossero stati assieme nella struttura principale, avrebbero subito notato come davanti a loro, fosse presente un'enorme parete composta da una strana energia azzurrina, come se il muro fosse fatto di acqua, o roba del genere. Jotaro la fissò per un istante preoccupato, quindi rilasciò un sospiro di sollievo.


    << Oh beh, poteva andare peggio. >> Completamente sicuro di cosa si ergesse davanti a lui, la attraversò senza aggiungere una parola, e una volta dall'altra parte, si voltò verso il gruppo, facendo cenno di proseguire. Il passaggio avrebbe privato di molto chakra tutti i ninja. [La riserva massima viene ridotta di 1/3 arrotondando per eccesso]

    << Quella è lì per bloccare l'uscita di qualcosa, non l'entrata, quindi meglio non spegnerla....anche se il sigillo che la alimenta non si trova qui vicino. * fuuinjutsamenti incomprensibili all'indirizzo degli altri* >>

    Una grossa targa si trovava posta sul soffitto, e la stessa scritta era stampata sul pavimento davanti a loro, in questa grossa sala di rivestimento bianco, come una grossa hall di un ospedale modernissimo.

    Benvenuti al S.O.M.A.



    << Oh...merda. >>

    Tutti, da quel momento, e per tutta la durata della permanenza, avrebbero iniziato a sentirsi in tensione; i loro sensi si sarebbero fatti più acuti, e ad intervalli irregolari avrebbero sentito suoni inesistenti provenire da direzioni diverse. Ognuno avrebbe percepito suoni generati da ricordi, o sensazioni personali, senza poter udire quelli degli altri. Oggetti rotti, voci di persone conosciute, passi, o altro. Più o meno ogni 5...10...o 20 minuti. Sempre molto bassi, in lontananza o molto vicini, senza uno schema. Questa sensazione non sarebbe stata una presenza chiara e riconducibile ad una illusione, ma una naturale percezione umana, che non li avrebbe indotti a pensare ad un attacco, quando più a un timore rivolto alla struttura stessa. Come se i loro nervi fossero più in tensione del solito; nulla comunque che fosse così presente da doverlo comunicare rispettivamente tra di loro.
    Una ventina di metri più avanti, c'era la sala principale. Adornata con tutto ciò che Keiji, Torke e Ryu avevano potuto godersi mesi prima.


    [La sala]
    Le luci a parete e sul soffitto che sfarfallavano, si udivano rumori elettronici e metallici in lontananza, come ci fossero parecchie cose rotte che cigolavano o che sbattevano, c'era un pessimo odore di cadavere, ed erano circondati di gente morta. Gente di tutti i tipi, da quelli in uniforme ninja, a quelli in camice bianco; alcuni erano perfino nudi. In gran parte i corpi apparivano seviziati, ad alcuni mancavano gli occhi, ad altri erano state strappate parti del corpo a caso, altri ancora sembrano essere stati sbranati, altri spellati vivi. C'erano kunai e shuriken conficcati praticamente ovunque, e il posto era inzuppato di sangue, anche se ormai totalmente secco. Avranno avuto attorno a loro, almeno fino a dove potevano vedere, una ventina di cadaveri, in un corridoio lungo all'incirca venti metri, che terminava con un paio di scalette, dando scena ad una grande sala leggermente rialzata; una sorta di centro di accoglienza, o di hub, o di reception. La situazione lì era ancora più surreale, il salone di forma ovale, era letteralmente tappezzato di altri cadaveri, ridotti ancora peggio dei precedenti. Agli angoli della stanza si snodavano 4 ulteriori corridoio leggermente illuminati, ma con molte lampadine fulminate.
    Ad una analisi rapida, sembrava che in quel salone si fosse combattuta una terribile battaglia, una sorta di ultima linea di difesa; erano infatti stati disposti oggetti di qualunque tipo a formare barricate; e non solo, gli stessi cadaveri erano stati ammassati per bloccare gli accessi ai corridoi laterali, ma i muri di carne erano stati abbattuti, e ora la via era accessibile. Morti ovunque.
    Il salone, al centro, aveva un ulteriore rialzamento, con una porta situata nella direzione esattamente opposta all'entrata utilizzata dai ninja, con una porta scorrevole cilindrica, che si apriva e chiudeva ruotando su se stessa. Sopra la porta, era affissa una targa che recitava " FONDALE "
    Accanto alla porta, e al centro della sala, numerosi terminali elettronici, danneggiati ben oltre possibili riparazioni, alcuni sfondati, altri fulminati, tranne uno.
    L'unico elemento che sembrava in buono stato, era una console situata a circa un metro dalla misteriosa porta, recava 4 incavi, in uno dei quali era inserita una chiave con una catenella, alla quale era attaccata una mano, alla quale, era attaccato il suo proprietario. Un uomo in uniforme da ninja recante il simbolo del villaggio della Nuvola, era morto con la mano ancora attaccato alla chiave inserita. I suoi occhi erano flagellati dalla paura, e il suo corpo era stato dilaniato dallo stomaco in giù. Ne mancava letteralmente metà, ed era uno di quelli messi meglio.
    Accanto alla suddetta chiave, ne era presente una seconda inserita, pulita, senza particolari dettagli degni di nota.

    Nella sala era presente un ulteriore oggetto, una mappa della struttura, o almeno della porzione in cui si trovavano i ninja, posta su una cartina in mezzo alla sala, coperta di schizzi di sangue e cervella.



    Il S.O.M.A era diviso in altre 4 parti oltre al salone in cui si trovavano i ninja: La mensa, il laboratorio, il dormitorio e la sala medica, e a giudicare dalla mappa, ognuno dei corridoi situati agli angoli, portava in una zona diversa del complesso. Ogni corridoio si snodava per parecchie decine di metri illuminate male, quindi dalla sala era impossibile determinare qualcosa dei singoli luoghi della struttura. Quello che era molto evidente, era che il corridoio che portava alla sala medica, era sbarrato da una grossa paratia verticale, sulla quale si stagliava una luce rossa fissa, e un segnale di allarme. Se avessero indagato scrutando attraverso le paratie, per quel poco che la luce del sole potesse illuminare a quella profondità, avrebbero notato che oltre la paratia...non c'era alcuna sala medica. La porta stagna conduceva nell'oceano. Tutta quella parte di struttura era scomparsa.

    Mentre esploravano la sala principale, avrebbero presto notato che Jotaro non li stava più seguendo. Il ninja aveva rallentato sempre di più, per poi fermarsi davanti al rialzamento coi terminali, e adesso si era appoggiato a terra in ginocchio, con i pugni piantati per terra davanti a sè, più che per la stanchezza, come se avesse un enorme peso sulla schiena che gli impedisse di alzarsi.

    << Primo consiglio della giornata, vedete quella grossa parete azzurra dietro di noi che abbiamo appena attraversato? Riattraversatela e datevela a gambe. >> Un'affermazione abbastanza emotiva e improvvisa, persino per lui. << Hai presente quando ti ho detto che non avresti creduto alle mie parole? Ecco, benvenuti a casa mia, io sono nato qui. E me ne sono reso conto solo adesso, purtroppo. >> Qualunque cosa stesse succedendo, era chiaro che aveva effetto solo su di lui. << Questo è il soma, o come lo conoscevano una cinquantina di anni fa, la struttura operativa per la manipolazione anatomica. Fanatici della biochimica di ogni genere venivano qui sotto a condurre i loro esperimenti e a creare cose, tra cui me; e ora che sono rientrato, la struttura mi ha riconosciuto come una delle cavie, quindi non penso proprio di riuscire a muovermi da qui, fino a che non saranno disabilitate le contromisure di contenimento. >> Potevano lasciarlo lì e tornarsene via, ma la fregatura non era solo quella, e lui ci sarebbe arrivato pochi istanti dopo. Forse anche Raizen lo avrebbe capito.

    << Temo che io non sia il solo a non poter uscire....>> Disse senza alzare la testa dato che era obbligato a tenerla reclinata per il peso. Se Raizen avesse provato ad attraversare nuovamente la porta energetica, si sarebbe sentito opporre una forza che non avrebbe potuto respingere. Eventuali teletrasporti lo avrebbero portato non oltre i muri della sala principale. Qualcosa lo teneva vincolato lì dentro. E lui sapeva bene perchè, aveva ricevuto qualcosa da Jotaro anni prima. Con il passare del tempo la cosa si era diradata, ma una traccia era ancora presente e gli impediva di esserne completamente libero. << Quando ti ho passato il mio sangue anni fa, penso che la cosa non ci sia di aiuto. Oltretutto questo posto contiene informazioni provvidenziali per qualunque minaccia potremo trovarci davanti, senza contare che distruggere tutto libererebbe qualcosa di molto brutto; quindi dovete trovare il modo di spegnere questi dannati sigilli senza demolire tutto il Soma. >>

    Forse una squadra diversa, con esperti sensitivi o esperti di sigilli sarebbe stata più adeguata, ma ormai la frittata era fatta e dovevano portare a casa le uova con il paniere che si erano scelti. Jotaro non avrebbe potuto accompagnarli, ma forse avrebbe potuto aiutare in altro modo. Invitò tutti i ninja ad avvicinarsi, e ad apporre una mano su di lui. In quel momento un tentacolo violaceo sarebbe fuoriuscito dal corpo del ninja, per ogni mano, e avrebbe avvolto le braccia degli altri 3 ninja, comparendo subito dopo, e lasciando al suo posto una sorta di sigillo. Un simbolo a forma di occhio.

    << Posso aiutarvi e attirare su di me alcuni degli effetti che saranno scaricati su di voi da questo luogo. Io ero un neonato, e sono andato via da qui quando avevo poco più di tre anni, non so cosa troverete, ma sono convinto ci siano trappole di ogni genere. Fate attenzione e raccogliete quante più informazioni possibili. Non fidatevi di nessuno e uccidete tutto quello che si muove. >>

    OffGame
    CITAZIONE
    Sala principale [in corso]
    Effetto: La percezione dei ninja aumenta di +3
    Effetto: I ninja tendono a percepire suoni inesistenti
    Effetto: I ninja sprecano 1 Basso senza rendersene conto ad ogni consumo di chakra

    Jotaro può attirare su di sè una delle illusioni del Soma ad ogni turno, da parte di un personaggio. Catalizzare il suo aiuto richiede 1 Slot tecnica e un costo di chakra pari a Basso.
    Lo stesso personaggio non può catalizzare per due turni di seguito.
  7. .

    La vera via del ninja [4]



    Durante gli ultimi scrosci del viaggio, Kairi fece appello a tutto ciò che ricordava della madre, in un disperato tentativo di aggrapparsi a qualcosa che potesse farle trattenere una speranza di salvare la madre ai suoi occhi. Il suo accompagnatore non le rispose, continuando a guardare avanti verso la via. Non voleva aggiungere altro a quello che avrebbe detto una volta arrivato; poteva raccontarle tante altre cose su Taka, ma aggiungere benzina sul fuoco forse sarebbe stato controproducente, quindi scelse di stuzzicare la sua curiosità in modo da farla impegnare al massimo nella missione.

    << Vuoi sapere che tipo era tua madre? Se torneremo a casa avrai la verità su tante cose che riguardano tua madre. >>

    Quando arrivarono presso il presidio, la consegna del sigillo d'implosione la lasciò a metà strada tra il confuso e lo spaventato. Per la prima volta stava sperimentando cosa significava essere davvero un ninja, e non solo un membro dell'esercito. Quelle erano le vere missioni, quello il vero rischio.
    Quindi, mentre Jotaro controllava il suo equipaggiamento, composto da corde e rampini, una grossa serie di grimaldelli e pugnali, e molti altri oggetti molto poco ninja, tra torce, acciarini e altro, Kairi gli chiese se era davvero sicuro di volersi separare da lei. Lui la fissò per un momento, e sorrise, senza aggiungere altro. Per un momento, un breve istante, la ragazza avrebbe potuto giurare di aver visto un leggero bagliore violaceo negli occhi dello shinobi. Forse un'allucinazione dovuta allo stress.


    Ma la successiva domanda rese lui scosso, non lei.
    Jotaro la guardò nuovamente negli occhi, corrugando la fronte.


    << Kairi, questa missione non ha fallimento, nè viene abbandonata. Avremo le informazioni e uccideremo i bersagli, in un modo o nell'altro. Non si torna a Konoha a mani vuote. Spero di essere stato chiaro. >> Sull'ultima frase spalancò gli occhi indicando col mento il sigillo che la ragazza aveva in mano, appena ricevuto.

    Aveva capito stavolta? Quella missione non era su nessun documento. Kairi Uchiha, per quanto tutti sapevano, si trovava al villaggio, in allenamento. Sarebbero dovuti partire per una guerra entro pochi giorni, e dovevano avere quelle informazioni, eliminando quante più spie di Cantha possibili. Non avrebbero abbandonato la missione, se fossero stati sconfitti, si sarebbero uccisi per arrecare il massimo danno al nemico, il fallimento non era nemmeno calcolato. Quello era il livello successivo con cui ogni ninja prima o poi imparava a convivere. Per lei era arrivato prima che per i suoi compagni.

    << Da quello che so, le guardie della struttura non dovrebbero essere troppe, anche loro non vogliono dare nell'occhio, quindi sommati anche gli informatori che deve incontrare tua madre, non dovremmo trovarci davanti più di venti persone. In caso contrario, fanne fuori il più possibile prima di tirare le cuoia. Se proprio vuoi saperlo, se non avremo finito nel giro di una trentina di minuti, forse vuol dire che finiremo affatto. >>
    Il tatto aveva abbandonato quelle sponde molto tempo prima.

    Il ninja la salutò con un cenno del capo, mentre si dirigeva presso una grata lì vicina, la sollevava e ci si calava dentro. Probabilmente l'ingresso delle fogne.


    [...]

    Kairi avrebbe potuto raggiungere la guardiola in molti modi. Il primo era il chakra adesivo. La roccia non era difficile da scalare e avrebbe potuto arrivare ad una delle finestre nel giro di poco tempo [4 slot azione per la difficoltà] altrimenti avrebbe potuto saltare la prima parte di palizzata[4 metri], stando attenta a non farsi scoprire, quindi avrebbe dovuto raggiungere una piccola scalinata in pietra, e sarebbe giunta alla porta di legno che fungeva da entrata per la guardiola. Altrimenti avrebbe ricevuto da Jotaro un rampino e avrebbe potuto salire con la forza delle braccia. [2 slot azione per la difficoltà]
    Se in possesso di capacità che le avrebbero permesso di localizzare i nemici, avrebbe scoperto che:
    - Dentro la guardiola erano presenti due guardie nemiche, sedute a un tavolo a circa 2 metri dalla finestra, intente a giocare a carte.
    - Oltre la palizzata era presente una guardia intenta ad affilare una spada ( che l'avrebbe notata in caso di salto del muro o scalata, ma non in caso di arrampicata col chakra)
    - Probabilmente qualcuno era presente più avanti nella piazzola situata oltre la scala di pietra, che l'avrebbe potuta notare se avesse scelto quella strada.

    Altrimenti, avrebbe dovuto affidarsi alla fortuna. In base alla scelta fatta, avrebbe dovuto colpire a morte nel minor tempo possibile e provocando poco o nessun rumore, altrimenti avrebbe rischiato di attirare rinforzi.
  8. .

    Il nemico alla porta



    [Legenda Mappa: Un quadretto equivale a 10 metri. I ninja arrivano nel locale "rimessa" a nord-ovest.]

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    [Prima del viaggio]

    - Hokage-sama, si siamo in grado di comunicare con le guardie del Daimyo, anche se con difficoltà. Ovvero siamo certi che i messaggi arrivino, ma non riusciamo ad avere conferme precise; così come per i nostri sensitivi a lungo raggio. Qualcosa disturba la nostra capacità di scandagliare tutto il palazzo, una cortina di chakra forse, o qualche manufatto. Otteniamo solo frammenti di informazioni, utili in parte, ma anche potenzialmente dannose se interpretate in maniera errata. -

    Lo Yamanaka quindi si consultò con i suoi luogotenenti e con la squadra di dislocazione, prima di rispondere alle successive richieste dell'Hokage.

    - Siamo fortunatamente in grado di analizzare le zone circostanti la magione e il villaggio, come al solito; nessun esercito passerà inosservato; riguardo la sfera...-

    - Riguardo la sfera non è un problema, ma per farla arrivare direttamente al bersaglio è necessario in rituale diverso, e una minima parte di energie, che date le tempistiche attuali, potrebbero interferire con il vostro trasporto. Farete prima a consegnargliela direttamente ve lo garantisco. - Assecondarono alle successive richieste, tenendosi pronti a ricevere il Daimyo.

    [Al castello]

    La magione del Daimyo del fuoco era un imponente palazzo in stile Edo, di circa un centinaio, forse di più, di metri di pianta per lato, con, all'interno delle mura di cinta, svariate costruzioni in legno e argilla, con diverse funzioni. A nord-ovest c'era la rimessa; una sorta di piccolo magazzino che ospitava anche il sigillo per il trasporto d'emergenza. Era anche l'unico accesso alle fogne del castello, e al corso d'acqua sotterraneo che lavava via gli scarichi del castello, dato che ne divideva trasversalmente la pianta a metà. Accanto c'era il chiostro, un ammirevole giardino, tenuto con grande cura, dove il Daimyo organizzava gli incontri con gli ospiti, e dove la moglie coltivava le sue famose rose. Ancora ad est il palazzo vero e proprio, Una dependance per la famiglia nobile, con qualche stanza per gli ospiti e qualche ufficio, oltre che un grande salone. Il palazzo era a tre piani. Le sale al piano terra, gli uffici al primo e gli alloggi al secondo.

    A destra e a sinistra del palazzo, correvano trasversalmente lungo le mura le due costruzioni più grandi: gli alloggi dello staff a ovest e i magazzini a est. Al centro della pianta c'erano le caserme dei soldati dislocati, mentre a sud-est c'era il mercato coperto, centro commerciale della famiglia reale e dei nobili tutti. Le strade del palazzo erano tutte lastricate di pietra, la stessa che componeva le mura. Le quali erano interrotte in tre punti: a ovest, a sud e a est, da tre porte con ponte levatoio e grate verticali. Le mura erano alte circa 8 metri.


    [Dopo l'arrivo]
    All'interno della rimessa, i ninja avrebbero trovato qualche scaffale vuoto, degli attrezzi agricoli e poco altro di interessante. La porta che conduceva alle fogne sotterranee presentava un sigillo/barriera apribile solo dalla famiglia reale e dai capiguardia, che ad una analisi accurata avrebbe risultato non essere scattato, nè violato. I nemici non erano passati da là.
    La rimessa presentava alcune finestre con delle grate, ma estremamente piccole per essere usate per uscire ( avevano la grandezza di una scatola di patate ) e un portone di legno a due ante.
    Quando avessero deciso, in parte, o in gruppo, di uscire dalla rimessa, accarezzati dal buio della notte, avrebbero notato immediatamente tre cose:
    La prima era che il simbolo rosso presente nel cielo non era l'unica cosa singolare; dal momento che anche ai ninja meno acuti, la stessa luna sembrava come stesse iniziando a tingersi di un rosso vermiglio.
    La seconda, era che in piedi davanti alla rimessa, c'era un uomo.
    Un uomo che sarebbe rimasto fermo, a fissarli.
    La terza e ultima, e decisamente non un dettaglio, l'uomo non era solo, aveva altre 7 persone disposte in fila, in bella mostra, accanto a sè.


    [L'uomo misterioso]

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    Il tizio che stava accogliendo i ninja, era un bell'imbusto dalla fisicità importante, anche se inferiore a quella di Raizen. L'uomo aveva un'armatura con inciso in rilievo il simbolo dell'Oni sulla spalla destra, e uno spallaccio a forma di "grande" simbolo dell'Oni, che fuoriusciva diramandosi in aria, su quella sinistra. Lunghi capelli marrone scuro, scompigliati, e un volto inespressivo, coperto di cicatrici in ogni dove. Il guerriero sembrava essere lì da pochi istanti, non avendo addosso nè una goccia di sangue nè una di sudore, e presentava una grossa quantità di stiletti e pugnali riposti in numerosi foderi disposti lungo l'armatura. La mano sinistra lungo la figura, mentre la destra teneva in mano, tre....teste. Stringendole dai capelli.

    Shiro Tagachi, l'Oni di Cantha



    [La scorta]

    L'uomo era accompagnato da 7 figure, ognuna infilata in un'armatura diversa, molto elaborata, ma che permetteva di riconoscere dalla fisicità della singola persona il suo sesso di appartenenza, indipendentemente dalle scaglie di metallo che le componevano, e dalle maschere che portavano in volto. 6 uomini e una donna si trovavano accanto al misterioso uomo.
    Da sinistra a destra, il gruppo era così composto:


    Il cervo
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    Il ninja più a sinistra, era quello con l'armatura meno spessa. Anche se sul viola tendente al porpora, come tutti gli altri; l'uomo portava quella che sembrava più una tunica che una bardatura, ed era caratterizzato da una grossa cintura con molti nodi tenuta in vita; degli aggressivi spallacci a punta, e una grossa maschera bianca dalla quale fuoriuscivano lunghi capelli bianchi probabilmente non appartenenti all'uomo. La maschera aveva due grosse corna, e il kanji del Cervo, impresso sulla fronte. La peculiarità dell'uomo, non era solo riporta nel fatto che questo tizio...era sospeso a una decina di centimetri da terra, ma aveva un enorme cerchio, più grosso di lui, forse di metallo, che gli restava sospeso in aria dietro la schiena.

    Il cinghiale
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    Accanto al primo individuo, si ergeva un secondo, molto più robusto e dall'armatura più pesante e decorata. Lo schema di colori era lo stesso, ma questo era coi piedi per terra, e teneva in mano una kama a cui era attaccata una grossa catena, la quale si estendeva dietro alla schiena del guerriero, fino a terminare in una grossa lanterna zen che era tenuta con la mancina. Da quest'oggetto veniva emanata una strana luce vermiglio, come se dentro di essa fosse stata presente una fiamma immobile. L'uomo aveva a sua volta una maschera cornuta, con il kanji del Cinghiale.

    La scimmia
    PeotsrC
    Posto tra il Cinghiale e l'uomo misterioso, c'era un individuo estremamente smilzo, con un'armatura leggera, e una maschera con il simbolo della scimmia in volto. L'uomo aveva una silhouette che ricordava più quella di un ballerino o di un artista teatrale che di un guerriero, se non si considerava l'enorme oggetto che portava tra le mani. Una sorta di balestra gigante longilinea, che ricordava più i lancia-arpioni dei pescatori, che la suddetta arma da tiro.

    La volpe
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    Ancora a destra, oltre l'uomo misterioso, era presente una donna dalla fisicità molto atletica, e un'armatura leggera a sua volta. Non sembrava armata, ma a differenza dei compagni, la sua armatura e la sua maschera avevano artigli e corna molto più pronunciati. Sul volto il simbolo della volpe.

    La tigre
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    Il penultimo, sulla destra, era nuovamente un uomo, piuttosto basso, con una chiara predisposizione per la marzialità. La sua posizione sembrava così stabile da fare invidia a una montagna e il suo sguardo illuminato di rosso oltre la maschera, emanava la terribile sicurezza di un predatore. Una grossa chioma rossa adornava la sua maschera, e una lunga masamune riposta nel fodero, adornava la sua cinta. Sulla fronte, il kanji della tigre.

    Il serpente
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    Ultimo sulla destra, un altro individuo molto alto e smilzo, con un'armatura a tunica, e degli spallacci irrobustiti col metallo. Era l'unico con un cappuccio sopra la testa che lasciava intravedere il kanji del Serpente sulla fronte. Il corpo era coperto con un lungo mantello, e sembrava non tradire la presenza di armi.

    Il lupo
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    L'unico, piegato sulle punte dei piedi, quasi in ginocchio, situato davanti all'uomo misterioso, era un individuo particolare, un'armatura particolare, diversa dalle altre, con molte zone del corpo scoperte, e una grossa faccia di demone sul tronco, oltre a una maschera con meno dettagli e una grossa mazza ferrata in mano, tenuta dietro la schiena. Il simbolo del Lupo sulla fronte.

    Shiro Tagachi: - Bene arrivato Hokage, fatto buon viaggio ? Aiutateci a completare l'opera, di grazia. -

    Disse l'individuo prima di sparire in una nuvola porpora assieme a tutti i suoi alleati, ma non senza aver prima lanciato le teste delle 3 guardie del Daimyo ai piedi di Raizen; lasciando i ninja nuovamente soli. Eventuali tentativi di saltare in faccia al gruppo, avrebbe solo causato a chi avesse provato, un attraversamento della coltre di fuliggine cremisi.

    In quell'esatto momento, su ognuno dei ninja della foglia, comparve una coppia di simboli color sangue sul corpo, visibile. Sulle mani, o sulle spalle, o sul volto. Ogni simbolo aveva un diverso significato. E provocava un discreto bruciore. Intanto la luna divenne più rossa. Su Sho comparve solo il simbolo del Lupo.


    Assegnazioni:
    Sho - simbolo del Lupo
    Oda & Shin - simboli di volpe e cinghiale
    Yato & Kairi - simboli di tigre e scimmia
    Kiyomi & Asami - simboli di serpente e cervo



    Ad eccezione del Lupo, su ogni ninja vennero marchiati due simboli, dal niente. Raizen, come avrebbe presto notato, era stato totalmente ignorato da questo strano accadimento. Una coincidenza o un piano ben preciso ? Nel frattempo, attorno ai ninja regnavano una calma e un silenzio spettrale, come se non si trovassero all'interno di un vero e proprio assalto, ma piuttosto un picnic al chiaro di luna, rossa.
    E il satellite sembrava rosso per davvero, anche a molti km di distanza. Non a Suna, e forse nemmeno a Kiri, ma al centro del continente, certamente chiunque avrebbe potuto scorgere lo stesso strano fenomeno. La sfera era color vermiglio invece che bianco latte, ed estremamente più grande del normale.
    Qualunque cosa stesse succedendo, i ninja della foglia avrebbero dovuto venirne a capo, e alla svelta.


    Turni al completamento del rituale: 20

    [Altrove]
    In un diverso luogo, situato poco fuori dalla foglia, un ninja aveva scorto la luna insanguinata, e ne era rimasto affascinato. Nei minuti precedenti alcuni ninja di rango mediobasso erano corsi da tutte le direzioni fin dentro il centro operativo, e il ninja in questione, dal suo trespolo nel villaggio della Foglia, dove era rimasto dopo essere tornato dall'ultima missione, aveva notato anche questo. La sensazione di malessere che quella visione in cielo gli provocava, lo spinse ad introdursi nell'archivio del villaggio della Foglia, usando più delle semplici doti da scasso, che il chakra; per potersi documentare su antichi rotoli e pergamene. Aveva sentito, di sfuggita, in passato, di una cosa del genere, ma sempre in maniera vaga. E per un uomo che aveva passato la vita a trafficare informazioni, essere all'oscuro di qualcosa significava grande antichità, o grande segretezza. Nel caso specifico, non sapere perchè la luna aveva assunto il colore del sangue, poteva vagamente non essere un buon segno. Sommerso da rotoli, libri e pergamene, lo strano Anbu che giorni prima aveva presenziato alla riunione, cercava una risposta a quello strano fenomeno.

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    Offgame
    La quest, o almeno l'interruzione del rituale, deve terminare entro il numero massimo di turni. Per il vostro bene.
    In base alle vostre azioni questo numero potrebbe variare improvvisamente. Come sempre l'ordine dei post non è fondamentale. Il termine ultimo è nuovamente 15 giorni.
  9. .

    LIKE A DRAGON - FINALE



    Quando i tre si riunirono sulle sponde meridionali dell'isola che ospitava la grande città della Nebbia, qualcosa dentro di loro sembrò sgombrare i ricordi, e tutti si sarebbero ricordati di una festa che aveva avuto luogo in un chiosco non molto distante dalla piazza centrale del villaggio della Nebbia. Quando fossero giunti a Kiri, la gente avrebbe preso a fissarli. Senza dire una parola, semplicemente li avrebbero guardati, e giudicati. Tutti e tre avrebbero compreso che per qualche motivo, a parte Keiji che era praticamente a casa, erano noti alla gente del villaggio, e non proprio per qualcosa di bello. Girando per le strade, avrebbero prima o poi incrociato la loro strada con una persona. Un monaco, o almeno sembrava tale per via della tunica sgualcita, intento a bere da un cartone contenente una bottiglia di vino. L'uomo era seduto a terra, accanto ad un muretto, e sembrava in pessime condizioni, sia fisiche che mentali. Quando l'uomo li avesse notati, avrebbe lasciato cadere a terra la bottiglia, e i suoi occhi si sarebbero riempiti di lacrime, ma non si sarebbe mosso dalla sua seduta.

    - Siete...voi....siete tornati...? -

    In quel momento, da dietro l'uomo, sarebbe comparso qualcosa. Uscendo da un cespuglio vicino, una scimmia piuttosto grandicella, tipo un bambino di 8-9 anni, si sarebbe diretta presso il monaco, sedendosi accanto a lui.
    Oda avrebbe subito notato che la scimmia possedeva un anello al dito opposto al proprio.
    Keiji sarebbe stato assalito da un terrore atavico.
    Sho si sarebbe sentito estremamente sporco.
    E tutti e tre avrebbero immediatamente ricordato quello che era successo settimane prima.

    [Molto tempo prima, durante la festa di fine anno]

    Il trio di ninja si trovava ad un chiosco di ramen, dove senza saperlo, stavano trangugiando una potentissima droga allucinogena in quantità estremamente superiori alla dose massima. In quel momento, un monaco si sarebbe avvicinato in compagnia della sua migliore amica, una scimmia che lo accompagnava durante ogni viaggio. L'uomo aveva chiesto un ramen, ma sentendo che non ne erano rimasti alcuni, si stava preparando ad andarsene; ma i ninja, dividendo le proprie ciotole, rimediarono una porzione per il religioso e per la scimmia. Tutti e 5 mangiarono di gusto il ramen che era stato preparato con la droga di Sanjuro.
    Nei successivi 5 minuti, Oda si innamorò della scimmia, il monaco si offrì di sposarli, Keiji si offrì di trovare la location perfetta, e Sho pianificò in segreto di rubare la prima notte d'amore al fratello con la sua promessa sposa.
    Tutti e cinque si recarono quindi a Kiri, sotto consiglio di Keiji, che allestì il matrimonio in pochissimo tempo. La coppia Oda-Scimmia venne quindi sposata dal monaco ( che successivamente sarebbe stato scomunicato per aver sposato un uomo e una scimmia, cadendo in disgrazia) e tutti i Kiriani vennero invitati all'evento. Durante i festeggiamenti, Oda scoprì il fratello Sho mentre questo consumava un rapporto completo con la sposa sotto un tavolino, ed ebbe inizio una delle risse di paese più violente nella storia dei matrimoni inter-specie.
    Mentre la rissa procedeva, Kuso, che si trovava lì come testimone della sposa, sentì un irrefrenabile bisogno di unirsi con Keiji, e si lasciò su di lui, ma senza che il suo piano avesse successo. Terrorizzato nel vedere l'"equipaggiamento" del ninja misterioso, Keiji si dette alla fuga, correndo come non aveva mai corso prima, inseguito da Kuso, diretto verso il mare.
    Al matrimonio invece, Sho riuscì a dileguarsi dal fratello, che grazie al potere degli spiriti (?) stava massacrando il fratello, demone compreso. Il ninja della foglia si fermò un momento davanti alle mura di Kiri, per liberare le viscere, quindi si allontanò verso il mare, nuotando fino al continente.
    Oda invece, pieno di rabbia, e deciso a farla pagare al fratello, lo seguì fino al mare, ma scambiò un pescatore per Sho, e dopo averlo saccagnato di mazzate, salì con lui sulla sua barca, per essere intercettato dai terribili pirati della nave di terra.

    Il resto, è storia.
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    Ciao Isy X3
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    Il Drago e l'Oni



    [Presso il palazzo del Daimyo del fuoco - Ore 01:00 am]

    Una figura sottile si fece strada nel cortile interno del grande palazzo del Fuoco. Un'ombra solitaria che a grandi passi attraversava come un'onda i giardini e i ponticelli sui piccoli laghetti che adornavano i numerosi chiostri del grande edificio medioevale che componeva il luogo massimo del potere del governo del fuoco.
    Due guardie si trovavano in piedi davanti ad una porta di media grandezza, in metallo, presenziando al loro turno di guardia, quando due proiettili, rapidi come gli artigli di un rapace, colpirono primo lo stomaco di una delle due, piantandolo contro la parete, quindi la testa di quest'ultimo, unendo il suo cervello col muro, e destando il collega dal torpore del riposo durante il piantone. L'espressione della guardia fu di sorpresa, quindi di paura, quindi la sua testa venne mozzata con un fendente rapido e preciso all'altezza degli zigomi, da una lama finemente decorata, terribilmente letale.

    Una lama che già aveva seminato sgomento nel villaggio della Nebbia.


    L'ombra non era più sola, illuminate dalla luna, c'erano ora altre 7 ombre dietro di essa. La stanza davanti a loro venne privata della porta, e razziata dei suoi contenuti, ma non senza che nelle stanze del padrone del castello, i sigilli di allarme fossero attivati.
    Quella notte la luna si sarebbe tinta di sangue.



    [Centro operativo del Villaggio della Foglia - Ore 1:40]

    A Konoha era una notte di tarda primavera come lo erano state molte altre, piuttosto calda, ma con una leggera brezza fresca, il silenzio regnava sovrano, se non per qualche ubriaco per strada, o per il suono del vento tra gli alberi. La maggior parte dei cittadini dormiva, così come anche i ninja del villaggio. Il centro operativo era comprensivo di un piccolo gruppo di ninja, per la maggior parte elementi sensoriali, capitanati da un membro del clan Yamanaka. Improvvisamente, qualcosa scosse la mente di questo jonin, una sorta di fastidio continuo, pressante, aggressivo. Il ninja si posizionò presso la postazione di comunicazione avanzata, e utilizzò le sue capacità di clan per sintonizzarsi sul messaggio che tramite il chakra stava percependo; una normale comunicazione non lo avrebbe raggiunto senza uno strumento che potesse amplificarne la ricezione, ma in questo caso era diverso.
    Quando lo Yamanaka ebbe trascorso una sola manciata di secondi concentrato sulla ricezione, la sua bocca si sarebbe spalancata, i suoi muscoli facciali irrigiditi, e i suoi pugni si sarebbero stretti per la rabbia. Immediatamente avrebbe tuonato.



    - CHIAMATE IL KAGE, ABBIAMO UN'EMERGENZA -

    [Centro operativo - Ore 1:55 am ]

    Raizen era già stato avvisato e si trovava già dentro la stanza che ospitava la squadra comunicativa; sul grande tavolo erano già stati predisposti i primi rapporti, e un gruppo di ninja del villaggio appartenenti alla guardia del Daimyo, dispiegati a Konoha, avevano già iniziato a disporre sigilli a terra in una zona sgombra della sala. Il rapporto che Raizen avrebbe ricevuto non sarebbe stato rincuorante.

    - Hokage-sama! Abbiamo ricevuto una comunicazione di emergenza dal palazzo del Daimyo circa 10 minuti fa, i nostri sul posto riportano un attacco da parte di sconosciuti, arrivati dal nulla. Le difese esterne non sono scattate e le guardie interne stanno cercando di arrestare l'avanzata del nemico nel palazzo. Dal poco che sappiamo potrebbe trattarsi di un piccolo gruppo di invasori, forse non più di dieci, ma non riusciamo a stabilire una comunicazione, abbiamo compreso solo che il nobile Murasaki, daimyo del fuoco, si trova in grave pericolo, e non abbiamo il tempo materiale di inviare un contingente. Possiamo approntare delle squadre che possono raggiungere il palazzo non prima di alcune ore. -

    Lo Yamanaka con un gesto della mano indicò i ninja del team che il Daimyo aveva predisposto presso Konoha, dopo l'attacco presso Kiri [La zanna si è premurata di diffondere la notizia in tutto il continente], i quali risposero con un saluto militare al gigante di Konoha.

    - Hokage-Sama, possiamo trasferire un gruppo di ninja presso il palazzo del nostri signore immediatamente, ma 7, 8 al massimo, per fornire un aiuto immediato. -

    Il gruppo era specializzato in un rituale di dislocazione per le situazioni di estrema emergenza, ma dopo aver trasferito alcune unità, sarebbero stati troppo esausti per inviare interi gruppi. Oltretutto più energia avessero trasferito, meno avrebbero potuto inviarne; ma data la situazione, Raizen avrebbe dovuto inviare i migliori, i più forti a disposizione, persino se stesso, se voleva avere una possibilità di impedire una vera disgrazia. Questo significava trasferire anche un demone, forse due, riducendo di molto le capacità di trasferimento della squadra speciale. Lo Yamanaka concluse il rapporto.

    - Signore, alla squadra speciale servono altri 12 minuti per completare il rituale di trasferimento, posso avvisare telepaticamente alcuni ninja selezionati, in modo che arrivino immediatamente, senza ricorrere a messaggeri o staffette. Mi bastano i loro nomi. -

    [ Konoha - ore 2:02 am ]

    Nella mente di alcuni ninja della foglia, sarebbe quindi risuonata una forte voce di allarme, fossero essi svegli o addormentati. L'energia sprigionata avrebbe avuto un forte senso di fretta, spingendo i ninja selezionati a muoversi per rispondere alla chiamata dell'Hokage, svelti come non erano mai stati; e avrebbero dovuto raggiungere il centro operativo nel minor tempo possibile, perdendo il fiato se necessario. Coloro che l'Hokage aveva scelto erano i seguenti: Oda e Sho Saitama, Yato Senju, Kairi Uchiha, Shin Kinryu, Asami Hoshiyama, Kiyomi Saito, e nelle loro menti sarebbe risuonato il seguente messaggio.

    CITAZIONE

    - COMUNICAZIONE DI EMERGENZA GRADO S, PRESENTARSI AL CENTRO OPERATIVO ENTRO 15 MINUTI. EQUIPAGGIAMENTO COMPLETO. -


    E il messaggio avrebbe proseguito con prepotenza fino a che ogni ninja non si fosse messo in piedi e avesse iniziato a prepararsi. Come da manuale, sapevano che quel tipo di comunicazione significava segretezza assoluta, e tempo limitato. Potevano avere a che fare con un nemico nel villaggio, il rilascio incontrollato di un Bijuu, o una missione che sarebbe iniziata immediatamente. Tutto quello di cui avevano bisogno, avrebbero dovuto portarlo in quel momento, o non avrebbero avuto il tempo di tornare a casa per organizzarsi.

    [...]

    Alle 2:20, la squadra speciale avrebbe inviato il gruppo presso il palazzo del daimyo con il rituale di dislocazione. Chi avesse tardato, sarebbe rimasto indietro. Sarebbero apparsi sul posto in una stanza adibita a magazzino, e dall'unica finestra avrebbero visto chiaramente in cielo in enorme simbolo color rosso vermiglio. Un simbolo che a Kiri avevano ancora impresso nella mente. Il simbolo della gilda dell'Oni di Cantha. Shiro Tagachi era lì, e non aveva intenzione di nasconderlo.





    Offgame
    Benvenuti alla qvd per le maschere di Konoha, non è necessario un ordine di post, e non è necessario limitarsi a uno a testa. Io posterò minimo una volta ogni 15 giorni, allo scadere del tempo, chi cè cè. Non importa depositare un link a una versione della scheda; ormai sapete come funziona, e sapete da soli cosa possedete al momento dell'apertura; niente materiale in apprendimento o non valutato, solo presente in scheda adesso.
  12. .

    L'Antico





    I dubbi di Garth erano più che fondati. Da un lato l'obiettivo. Una vetta molto importante da scalare, divenire un ambasciatore dell'accademia, assieme alla conquista e alla sicurezza di un villaggio, dall'altro i piani di Diogenes, e i futuri problemi che avrebbero interessato il mondo. Far collimare le due cose nello stesso tempo era pressochè impossibile; era necessario agire il prima possibile, non si potevano usare i normali metodi che Jotaro aveva sempre utilizzato. Avrebbe potuto riuscire nel suo intento, senza dubbio, ma in dieci, forse venti anni; tempo che al momento nessuno aveva. Riallacciare conoscenze, farsi conoscere, generare bisogno e far favori da farsi restituire, erano tutti dettagli non da poco, passi fondamentali e necessari per raggiungere la vetta politica alla quale Jotaro aspirava.

    << Senza dubbio ho sempre preferito la politica alla battaglia, e questo è il tempo giusto per preferirla alla lotta. Il nome della mia famiglia può essere un aiuto come un freno, lo scoprirò solo una volta iniziato. >>

    Jotaro chinò leggermente la testa. Diogenes aveva ragione. Quando lui avesse terminato di tessere trame politiche, il mondo sarebbe stato incenerito da quello che stava per arrivare, ne era certo. Era il momento di lasciarsi alle spalle i metodi normali, e passare a quelli risolutivi. Era il momento di ascoltare quella voce, e lasciarla parlare al suo posto.

    << Mi hai frainteso, quando ho detto che volevo una posizione di potere senza spargimenti di sangue, non intendevo di farlo chiedendo il permesso. Non ho tempo per chiedere il diritto di comandare. La tua figura e la tua faccia sono viste sicuramente male ovunque, io condivido il tuo fine, ma agirò autonomamente. Sarò un ambasciatore dell'accademia. Se mi presentassi come il tuo, di ambasciatore, mi troverei le porte chiuse in faccia ancora prima di poter parlare. >>

    Quindi le spalle del Jaku sembrarono rilassarsi, e Diogenes lo avrebbe visto pronunciare qualche parola tra sè e sè, come se parlasse a labbra socchiuse dentro se stesso. Poi sarebbe accaduto qualcosa. Qualcosa che forse il gigante di sangue avrebbe avvertito come un Genjutsu, ma non del tutto. Una manifestazione che gli apparve davanti, e dietro, tutto intorno a lui, priva di tempo e di spazio, avvolgendolo.

    << Non userò il mio nome.....>> Disse



    "USERA' ME"

    "ERGITI FIERO AL NOSTRO FIANCO. E I FALSI IDOLI CHE PORTANO IL MIO NOME VERRANNO ABBATTUTI"



    Una manifestazione gargantuesca, che apparve nella mente del Mikawa, lasciata libera da Jotaro di esprimersi da dentro di lui, aveva appena lasciato udire la propria voce, dopo molto, molto tempo. Una creatura dalla forma umana, o almeno lo era un tempo, con appendici simili a rami, o tentacoli, o artigli, piene di occhi azzurri. Con un ulteriore occhio nella fronte, e con occhi del medesimo aspetto ovunque sul corpo. Così grande e terribile da far sembrare il gigante del suono grande come un insetto al suo cospetto. Diogenes avrebbe facilmente compreso, anche senza che gli fosse rivelato, che quella cosa antica, non era un demone, nè un potere di Jotaro, ma qualcosa di autonomo, che esisteva dentro di lui, o meglio, attraverso di lui.
    Quando tutto cessò, erano entrambi nella stanza, il tutto durò appena cinque, sei secondi, e Feng non avrebbe percepito nulla, se non un innaturale silenzio.

    << Tutti siamo il contenitore per qualcosa. Ambizione, sentimento, o altro. Farò capire a tutti l'importanza di un obiettivo comune. >> Fissò Diogenes, in modo sicuro, ma spaventato in un certo senso, e finalmente pronunciò il suo nome, accettando quello che era sempre stato il suo destino, fin dal momento in cui era stato scelto come contenitore per altro. Accettò che quello che aveva provato nel sotterraneo era la realtà, che la presenza che lo aveva accompagnato tutta la vita non era una sua sensazione, ma era la realtà. E quella realtà avrebbe rimediato agli errori di altri, che ora rischiavano di macchiare il mondo nel suo nome.

    << Altrimenti lo farà Indra. >> Riprese a mangiare. Non aveva altro da aggiungere.
  13. .
    Jotaro accettò l'offerta di Aloysius e seguì la donna che gli fornì nuovi abiti ma declinò l'altro genere di offerta. Il sesso non era più di suo interesse da molto tempo, si sentiva un anziano sotto certi aspetti, non aveva interesse nelle donne e negli uomini ormai da quando aveva troncato la possibilità di una vita alla Foglia accanto alla sua compagna. Passò un po' di tempo, giusto quello di rinfrancarsi con un bagno caldo, durante il quale, con solo gli occhi e la fronte fuori dall'acqua della vasca, l'uomo sembrò come percepire l'enorme vuoto dentro di sè. Era davvero tornato in vita, o si trattava di un sogno ? Sentiva come se qualcosa di suo non fosse tornata indietro con lui, ma qualcos'altro lo avesse seguito sulla terra, sfruttando un passaggio non chiesto per questo mondo, aggrappato a quello che restava della sua anima martoriata. Era così preso dal futuro, dai pericoli e dai piani, da non percepire più nulla, non gli importava del calore di un altro corpo, nè aveva ancora minimamente pensato a correre a salutare luoghi e persone; era lì, ma non ne era consapevole. Forse qualcosa era davvero cambiato, non tutto di un individuo poteva essere riportato del tutto indietro. Forse era la stessa cosa avvenuta a Raizen anni prima, quando lo aveva portato indietro usando il sangue, quel rituale aveva resuscitato il gigante della nuvola, ma magari lo aveva segnato, portandolo sulla strada che ricerca il potere. Ancora il Jaku non riusciva a comprendere il significato recondito della smania che covava dentro, nè comprendeva di non essere del tutto solo, ma di essere accompagnato da qualcosa.
    Quando uscì dal bagno caldo, si asciugò e si rivestì con un kimono scuro legato da una cinta rossa, ringraziando la donna, e invitandola ad unirsi ad altri ospiti che avevano lasciato quasi chiaramente intuire di desiderare le di lei attenzioni; quindi fece rotta per la sala da pranzo.
    Quando la vecchia Ombra si sedette al posto a lui assegnato, non potè non notare la quantità esorbitante di cibo che era stata preparata, per non parlare della qualità; pareva di essere al tavolo di una vera e propria delegazione diplomatica. Aloysius non doveva aver badato a spese, al punto da far pensare che questo ospite sconosciuto fosse magari una personalità molto importante. Certamente, pollo a parte, una simile cena non poteva essere tutta in virtù della felicità di aver ritrovato il suo vecchio collega Jotaro, di questo il ninja era piuttosto sicuro.
    Ma quando tutti furono seduti, davanti a tutto quel cibo, intenti a ragionare di come ribaltare il mondo, un sorriso nostalgico avrebbe agghindato la faccia del ninja, che per un attimo ricordò dei pomeriggi passato con il Mikawa e Yashimata, a fare la stessa identica cosa.

    Jotaro, terminato il proprio intervento, ascoltò tutti i presenti, annotando più informazioni possibili nella mente. Il mondo era rimasto traballante come quando era morto, con l'unica differenza che coloro che lo tenevano in bilico, ora avevano nomi e volti. Certamente dall'espressione sul volto di Feng all'interesse di Jotaro riguardo l'Erba, una spiegazione più precisa sembrava essere doverosa.

    << Non fraintendermi, Kusa non ha assolutamente nulla in sè per sè, è una terra piuttosto povera sia in termini di risorse che di popolazione. Ma guarda dove si trova. E' lo stato cuscinetto perfetto, divide due delle nazioni maggiori tra loro, la Foglia e la Terra, e allo stesso modo due paesi che campano sulla criminalità. E' allo stesso tempo snodo commerciale, e nascondiglio per la feccia. Oltre a sorgere in una valle ai piedi dei monti del ferro. Sarà piena zeppa di vene di minerale che i poveracci che la abitano nemmeno avranno mai scoperto, chiusi in continui scontri causati dalle nazioni vicine. E' questo il punto, prendere quel posto per noi, darebbe una grossa posizione di forza in tutta la zona centrale del continente. Senza contare che avere una base vicino alla Pioggia sarebbe utile, se come dici la situazione è burrascosa. Se Oto volesse intervenire in qualche modo a ovest, da Konoha a Kiri lo saprebbero ancora prima che le forze di questo posto abbiano raggiunto metà percorso. Senza contare che quello è uno dei pochissimi posti in cui la mia testa non sia seguita da un numero a molti zeri e dal simbolo dei Ryo. Per questo intendo fondare un sistema Kage in quel piccolo paese, per iniziare a rendere stabile tutto quello che c'è attorno. >>

    Certo il problema era inserirsi come capo in un paese che di lui non sapeva nulla, se non qualche voce sul fatto che anni prima fosse un nukenin. Le cose ora erano molto cambiate.

    << Io non posso conquistare Kusa, non ne ho nè la forza militare, nè quella popolare. Ma se fossi un sannin dell'accademia, le cose sarebbero molto diverse. Sono in debito con te Aloysius, quindi butto subito le carte in tavola, in modo da farti sapere a cosa punto, così potrai trovare nelle mie azioni qualcosa che possa farmi sdebitare. >>

    Eccolo lì, il piano. Arrivare a Kusa come una figura totalmente diversa da quella che era stata in passato, e mostrarsi una fonte di sicurezza incorruttibile e dal fine pacifista e populista; una sicurezza che Kusa non vedeva da secoli e secoli.
    Il discorso generale proseguì riguardo molti altri argomenti, e Jotaro continuò ad ascoltare, dal momento che molto gli era sfuggito negli anni. Al pronunciare di Hohe, la sua espressione cambiò. Divenne bonaria.

    << Il ragazzo delle bombe? E' ancora vivo? Sapevo che avrebbe dimostrato valore. Non nascondo una certa emozione nel volerlo incontrare di nuovo, potrebbe non essere così ostacolante come pensi... >> Quindi il discorso generale giunse al termine, se non per una domanda che Jotaro aveva riservato ai suoi ospiti per tutto l'incontro.

    << Insomma, ma chi diavolo è questo Jeral. >>
  14. .

    Nuove modalità di Gioco PVP



    Lo svecchiamento dell'arena ha funzioni svariate, fondamentalmente si spostano i combattimenti classici, tra i vostri personaggi esistenti, all'interno del mondo del gdr, facendo effettivamente valere le conoscenze che sono state acquisite in arena, ed esponendosi ai rischi di sorta. In questo modo l'arena non potrà più essere utilizzata per acquisire la conoscenza sul funzionamento di una ts nemica senza alcun rischio conseguente.
    Volete fare un combat classico tra Naruto della foglia e Gaara della sabbia? Da adesso potrete farlo come sempre, aprendo una giocata in una qualsiasi parte del mondo, rendo gli incotri tra i personaggi, davvero amalgamati col gdr, con le normali valutazioni di sempre.

    Le nuove sezioni di combattimento, serviranno unicamente a menare le mani, come spiegato in seguito.


    Sezione principale: PVP (Ex Arena di combattimento)
    • Regolamenti generali di come funziona il pvp
    • Hall of Fame

    La sezione della vecchia arena servirà da raccolta di tutti i combattimenti passati e futuri, raccoglierà le regole delle sezioni pvp e ospiterà l'Hall of Fame con i titoli conseguiti dai giocatori, i banner che vinceranno, le classifiche di sorta e i trofei.

    Volete finirvi le mani sui trofei che avete guadagnato con fatica in pvp? Questa è la sezione.

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    Circolo delle Ossa

    Circolo delle Ossa


    • Arena Situata nel paese del ferro ( la locazione serve solo per la questione scommesse, non per chi combatte)
    • Personaggi creati da zero, di qualunque energia, grado o villaggio, appositamente per il circolo
    • Possibilità di scommettere
    • Scommesse non coperte dal conto vanno richieste agli strozzini

    Personaggi
    • Saranno completamente in stile sandbox. Potrete crearli nel modo che preferite, utilizzando una funzione specifica di Nlapp
    • Conoscenze varie totalmente libere
    • Valido il materiale personale di qualunque giocatore, se già approvato

    Giudizi
    • I giudizi nel circolo saranno limitati. Lo scopo della sezione non sarà accumulare stemmi ma picchiarsi per il gusto di farlo e scovare bug del regolamento ancora ignoti. E' possibili richiedere un intervento chiarificatore quando si dovesse incorrere in un bug, così noi lo segnamo nella lista da correggere dandovi una direzione definitiva, e voi potete continuare a darvele di santa ragione.

    Tornei
    • Il circolo ospiterà ogni tipo di torneo per personaggi.

    Scommesse
    • Sarà possibile piazzare scommesse sui combattimenti presenti nel circolo o sui tornei. Per piazzare una scommessa con un personaggio sarà sufficiente segnalarlo in un topic apposito e lo staff provvederà a scalare la cifra dall'account. In caso di scommesse non coperte dal conto bancario del pg sarà necessario presentarsi personalmente all'arena per stipulare un contratto particolare...E pregare di vincere.

    Questa sezione ha il duplice scopo di far scovare a noi i bug mentre voi vi pestate a sangue, e di aumentare le potenzialità dei Ryo. Possono essere creati personaggi con in qualsiasi parco di conoscenze miste di ogni villaggio (sempre rispettando i limiti massimi di conoscenze per grado) e possono essere utilizzati i materiali personali già controllati, approvati e uppati.
    E' presente l'ufficio di un allibratore che permetterà di scommettere sugli incontri in corso, con le dinamiche che saranno spiegate nell'apposito topic, e di scommettere anche cifre che non si possiedono, correndo il rischio di attirare l'ira degli strozzini del Circolo, gente poco affabile.

    Volete creare un pg del nebbia genin nera per vedere come pesta? Questa è la sezione

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    Stagione

    Stagione PVP



    Funzionamento
    • Durata della stagione 10 Mesi
    • Personaggi creati da zero da studente bianca
    • Niente materiale personale di alcun genere
    • Presenza di una barra di esperienza per potenziare il personaggio e acquistare power-up
    • Morte non definitiva
    • Scommesse

    Giudizi
    • Essendo questa la nuova arena, i giudizi veri e propri saranno qui a fine combat, ma solo se richiesti.

    Premi
    • I premi della stagione sono interni alla sezione pvp. Non si guadagneranno stemmi come nel normale gdr ma il raggiungimento di particolari pietre miliari permette la riscossione di titoli e trofei, oltre alla possibilità di cominciare la stagione successiva con dei bonus favorevoli o sblocchi già acquistati.


    La stagione è la progressione pvp classica che già molti di voi conosceranno da altri giochi. Lo scopo della sezione è affinare le proprie conoscenze in un ambiente competitivo. Come per i personaggi del circolo, sarà possibile utilizzare il creaschede per generare pg appositamente per questo scopo, come spiegato nei topic appositi presenti nelle singole sezioni pvp. I PG da stagione avranno ( già implementata dal nostro abile -Max) una barra di esperienza all'interno della loro scheda, che aiuterà a quantificare i raggiungimenti del personaggio. La progressione andrà ad esperienza raggiunta, mentre l'acquisto di tratti decrementerà l'esperienza del personaggio, come fosse un pool di punti da spendere.

    Volete creare un pg apposito il cui scopo sia scalare la catena alimentare degli incontri? Questa è la sezione.
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    Mentre Keiji rimuoveva le bende, la donna cadde su una sedia lì accanto, e se fosse stata seduta, avrebbe cercato di alzarsi, come per cercare con un ultimo spasmo di fermare il kiriano, prima di tornare comunque a sedere, mentre il padre di Oda, e di Sho, continuava a digrignare i denti e a ringhiare.

    - FUORI DA QUESTA CASA. ADESSO. -

    A nulla servirono le minacce dell'uomo, che ben immaginava cosa avrebbe significato quel gesto, infatti, proprio mentre le bende dell'uomo scivolavano a terra e il collo veniva rilevato, chiunque nella stanza avrebbe potuto notare limpidamente la presenza di una particolare voglia all'altezza della scapola sinistra, poco sotto il collo.



    Un marchio di nascita a forma di stella, rossiccio. Una voglia particolare di per sè, ma niente di esorbitante, non tanto quanto i singhiozzi della madre, la quale, con la sua reazione molto sopra le righe, causò la cessazione degli episodi di durezza del padre dei ragazzi, che ignorò l'ospite e si recò ad abbracciare la donna, per calmarla, la quale continuava a singhiozzare e a emettere suoni sconnessi.

    - E colpa mia...sono una madre orribile...non merito neanche te...come ho potuto lasciare che accadesse....-

    A poco servivano le parole dell'uomo, che cercavano di far capire alla donna che non doveva biasimarsi per quello che stava avvenendo. Entrambi sapevano in cuor loro, che un giorno quel momento sarebbe arrivato, e dovevano accettarlo.
    Ma cosa c'era di strano nel simbolo che Keiji di Kiri aveva appena mostrato, non senza riluttanza? Beh, lo spirito analitico di Oda non avrebbe dovuto spingersi troppo nell'immaginazione per fare due più due; dal momento che suo fratello, Sho, aveva praticamente la stessa voglia, più o meno nello stesso punto! E tra una lacrima e l'altra, entrambi i genitori dei ragazzi, cominciarono a chiedere a Sho di perdonarli, dicendo che non avevano avuto la forza di dirgli la verità riguardo il suo passato, e che tutta quella situazione era unicamente colpa loro, che lo amavano esattamente come il giorno precedente, e che avrebbero continuato ad amarlo anche il giorno successivo.
339 replies since 24/9/2014
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