Posts written by Jotaro Jaku

  1. .

    Ombra del Gigante


    [8]



    La distruzione dell'ultimo idolo provocò una piccola scossa di terremoto che continuò per una buona decina di secondi, fino a che la parete davanti a loro non iniziò a generare una discreta massa di polvere e sedimenti, venendo lentamente abbassata verso il suolo. Quando le scosse terminarono, il duo avrebbe potuto ammirare una sala completamente circolare, di circa 30 metri di diametro, completamente scavata nella roccia del tempio. Al centro della sala, una sorta di vasca rivestita di pietra azzurrina, sebbene completamente asciutta. Sanjuro avrebbe preceduto Akira fino alla porta, ma non sarebbe andato oltre.

    Akira-san, non posso seguirti nella sala, l'accesso mi è precluso. Dentro troverai molte cose, alcune derivate dal lattosio. Sono sicuro che saprai cavartela, così da riattivare la corrente della cascata e tornare tutti a casa.

    Quindi lo sciamano lo avrebbe picchiettato sulla schiena con delle pacche come ad invitarlo a entrare, ma prima che questo fosse avvenuto, Sanjuro avrebbe nuovamente bloccato Akira. Componendo alcuni sigilli con le mani e toccandolo nuovamente sulla schiena:

    Coniglio, Serpente, Capra, Cinghiale, Coniglio, Serpente, Capra, Cinghiale, Cane, Serpente



    Bof, quasi mi ero scordato. Su su vai, non farli aspettare.

    Prima di varcare la soglia, se si fosse voltato, Akira si sarebbe reso conto che il figlio di Sanjuro era scomparso, così come il suo fido destriero, così come la ragazza poggiata sull'altra alla fine della sala. Qualcosa non quadrava affatto.

    [Nella Sala]



    Quando Akira avesse varcato la soglia, con un irritante sciamano che lo salutava come se stesse partendo su un battello a vapore, la porta si sarebbe lentamente richiusa dietro di lui con le stesse scosse con le quali si era aperta pochi minuti prima. A quel punto, la sala al suo interno divenne come viva. La vasca azzurrina prese a riempirsi di acqua cristallina fino a coprire completamente il rivestimento. Saranno state alcune decine di litri, non molta. Più che una piscina, sembrava una piccola pozza. Ad un certo punto, il liquido prese vita, e uscì dalla pozza disponendosi in 16 accumuli tutti attorno alla sala, i quali presero forma e si sollevarono, a formare delle figure umane. 15 di loro erano assolutamente simili agli spiriti che Akira aveva visto sulle tombe, mentre una era disturbata, come se non fosse completa, e andando ad esclusione, basandosi sui pochi dettagli che la figura fatta d'acqua sembrava mostrare, dai capelli e la fisionomia, pareva proprio l'idolo raffigurante un giovane Sanjuro.
    Poi delle voci invasero la testa di Akira, assieme a delle immagini, come dei ricordi che venivano riprodotti dentro la sala, chissà quanto tempo prima.


    Spirito: - Dobbiamo farlo, altrimenti il distruttore della valle sarà libero di raggiungere la superficie.
    Spirito: - Ha già preso con sè la giovane donna, basterà il sacrificio di 16 persone, non una di più, altrimenti l'equilibrio del rituale potrebbe danneggiarsi e chissà cosa potrebbe accadere. Solo uno di noi restarà come guardiano della valle, il più giovane.
    Immagine disturbata: - Mio figlio ha risvegliato il distruttore, voi non dovreste pagare per i suoi errori. -
    Spirito: - Abbiamo tutti prestato giuramento Gassan, tutti prenderemo parte, non incolparti. -

    In senso orario, partendo dal primo spirito accanto alla figura disturbata, uno ad uno, iniziarono a cadere a terra, con un bagliore che usciva dai loro corpi e andava a tuffarsi al centro della vasca. La figura disturbata era posizionata vicino alla porta, e sarebbe stata l'ultima ad essere sacrificata; ma prima che questo avvenisse, dei colpi sulla porta di pietra la fecero aprire improvvisamente, e una nuova figura, sarebbe comparsa nella sala, correndo e urlando. Junpei

    Spirito: - PADRE FERMATEVI, POSSO ANCORA RIUSCIRE, POSSO ANCOR... EEEWWGHHHHHH -
    Figura disturbata: - JUNPEI VATTENE, NOOOOOOO !!! -

    La figura sarebbe come rimasta un momento immobile, per poi terminare la corsa inciampando e scivolando in avanti verso la vasca, dove il suo bagliore sarebbe entrato nel giro di un istante. A quel punto, l'ultimo bagliore sarebbe uscito dalla figura disturbata, ma in maniera diversa, la luce sarebbe stata molto più debole, e la figura stessa non si sarebbe sciolta come tutti gli altri spiriti scomparsi fino a quel momento, ma si sarebbe accasciata al suolo, ansimante, e avrebbe appoggiato un lato del volto al pavimento, iniziando a fare strani versi con la bocca.

    Una nuova figura, un molto irriconoscibile Samoru, molto più giovane, magro, ma con la stessa benda sull'occhio, sarebbe apparso dalla porta, non in versione costrutto liquido ma come una sorta di fantasma, che arrivato nella sala sarebbe caduto sulle ginocchia, portandosi le mani al petto e iniziando a gridare. Ovviamente Akira non avrebbe sentito alcun suono. Dopo poco avrebbe afferrato la figura disturbata per gli abiti, cercando di trascinarla fuori dalla sala, urlandole contro parole che Akira non avrebbe potuto udire, mentre questa avrebbe racconto uno dei tanti pezzi di legno presenti nella sala, visibile nel flashback, mentre Samoru lo portava di peso lontano da lì.


    Figura disturbata: GAAAAASSAN, GASSAAAN, GASSAAAAAAAAAN.

    A quel punto, la vasca si sarebbe illuminata, e il treno di ricordi sarebbe scomparso.
    Quando il gioco di luci e ombre fosse terminato, Akira avrebbe potuto molto chiaramente scorgere una figura umanoide fatta d'acqua torbida, al centro della sala, posizionata proprio nella vasca asciutta, e qualcosa gli avrebbe fatto capire che a differenza di quanto appena accaduto, quello non era affatto un ricordo, ma proprio quello che le azioni sue e dello sciamano, avevano liberato.

    La storia della valle non poteva a questo punto essere più chiara. Dopo il fallito colpo di stato ai danni del Daimyo dell'Acqua, l'unico anbu sopravvissuto era fuggito, tornato a casa da suo figlio, nella valle segreta sotto l'oceano, vicino all'isola della Nebbia. Lì, si era riunito al gruppo di sciamani ninja che avevano giurato di tenere lo spirito del distruttore segregato, ma con la speranza di riportare in vita la sua amata, il figlio dell'anbu aveva ceduto alle lusinghe del grande malvagio, e lo aveva liberato, rischiando di scatenarne la furia sul mondo. Come ultima risorsa, 16 dei 17 guardiani avevano celebrato il rituale di sigillo come era stato effettuato in passato, un'arte proibita che avrebbe richiuso il maligno nella sua prigione, al corso della vita di quasi tutti i suoi carcerieri; ma durante l'esecuzione, il giovane si era messo in mezzo, nel tentativo di risolvere ciò che lui aveva causato, generando uno scompenso nel rituale e offrendo inavvertitamente la sua vita. L'anbu, ultimo nella linea di sacrificio, aveva perso solo parte di sè, restando come un folle che aveva causato la morte del figlio, incapace di distinguere se stesso da un pezzo di legno trovato a terra.

    Per qualche ragione, una parte di Gassan, l'anbu della nebbia, era perdurata, e aiutato da Samoru, l'unico guardiano recluta ancora in vita, era tornata nel mondo, alla ricerca di qualcuno che potesse riaprire la cella, per porre fine una volta per tutte a quel nemico.




  2. .

    Un passo alla volta


    [5]



    Jotaro era arrivato alle porte del villaggio, le aveva oltrepassate e aveva calpestato alcune decine di metri di terra in direzione sud, quando un sospiro ne aveva arrestato l'avanzata. Si voltò verso Oto, solitamente non si sarebbe trattenuto durante un simile evento, rimandando eventuali discussioni ad un secondo momento, ma il tempo era tiranno; sentiva, di dover conversare col nuovo Kage di molti argomenti, eppure di nessuno in particolare; una smania lo stava trattenendo al villaggio, doveva tornare indietro e scambiare due parole con Aloysius, prima di andarsene alla ricerca di qualcosa in grado di volgere i conflitti, o almeno alcuni di essi, in favore dei ninja accademici. Sebbene non sapesse nemmeno da dove cominciare.
    Il mondo era davvero grande per qualcuno obbligato a percorrerlo a piedi.

    [...]

    Tornò indietro, fino a scorgere nuovamente Aloysius e Febh in lontananza, si avvicinò al gigante cremisi come se fosse atteso, e infatti dopo poco, un cenno della testa di quest'ultimo spostò l'attenzione proprio sul ronin.


    CITAZIONE
    " Non sei ufficialmente un ninja del Suono e questo può esserci molto utile in questo momento. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me; hai passato quasi un anno nella burocrazia accademica e so che ti sei fatto un nome tra quei politici panzuti...Devi organizzare una riunione tra i cinque Kage; scegli tu il posto migliore ma che si svolga a breve, i nostri nemici non ci concederanno molto tempo prima di riattaccare. Sia tu che Febh sapete benissimo quanto ci tenga a spazzare dalla faccia della terra Iwa ma il male che ci colpisce dall'est è qualcosa di ancora più preoccupante...nessuno meglio di te, Jotaro, può saperlo. Dovremo agire con forza e rapidità contro i Cremisi ma al tempo stesso prepararci per la guerra più brutale che avverrà; per vincere contro Cantha servono tutti i paesi accademici, quindi dovremmo riallacciare dei legami ormai praticamente logorati da anni. Servirà inoltre raccogliere tutto il materiale che abbiamo trovato su Shiro e il suo esercito: mappe dettagliate, studio dell'equipaggiamento, jutsu già mostrati in pubblico...negli anni l'accademia e i singoli villaggi hanno raccolto molte di queste informazioni, il tuo compito sarà raccoglierle tutte. Prendi inoltre la pergamena di Indra, studiala e trova un modo per estrarre altre informazioni...magari un legame che possa condurci alle altre. Spero tu abbia migliorato nel tempo trascorso dal nostro ultimo incontro il tuo legame con Lui. Mettiti subito all'opera, non c'è tempo da perdere. "

    Jotaro, durante tutta la spiegazione, non disse una parola, si limitò ad annuire, come se stesse prendendo appunti sulle varie cose da portare a termine. Riguardo i Cremisi, non era mai stato troppo redarguito al proposito; la loro attività si era concentrata durante la sua assenza e non aveva avuto molto a che fare con loro, sebbene il loro passaggio avesse raggiunto anche Oto in tempi piuttosto recenti. Quanto a Iwa, era forse il territorio con cui aveva avuto meno a che fare. Per il resto invece c'era molto su cui riflettere, soprattutto riguardo la pergamena. Ne aveva sentito parlare, ma era la prima volta che ne vedeva effettivamente una. Per uno studioso come lui, si trattava di un oggetto estremamente interessante, non tanto per le sue capacità, ma proprio per la fattura in sè. Il ronin annuì e tirò fuori dal mantello un contenitore rigido da rotoli. Quando ricevette la pergamena, e la inserì nel contenitore, un rigolo di sangue molto molto scuro, colò dalla sua narice destra, e il ronin si asciugò con un piccolo fazzoletto di cotone. Gene avrebbe percepito chiaramente, con le sue doti, che non era affatto sangue.

    Posso organizzarla in breve tempo. Conosco alcuni posti adatti. Sarebbe saggio però non rivelare il motivo della tua breve assenza o la destinazione. Chiederò a tutti i capovillaggio di farsi accompagnare massimo da un collaboratore, non vogliamo attirare troppa attenzione.

    Quindi Gene applicò un sigillo sulla sua spalla, poco prima di congedarlo con parole piene di speranza. Forse quello era davvero il Kage di cui Oto aveva bisogno.

    ..Suvvia non essere così rozzo, è maleducazione applicare sigilli alla gente senza prima chiedere, non siamo mica cani come quei Canthiani. Disse il ronin con un mezzo sorriso, prima di girarsi verso Febh salutando il vecchio allievo con un cenno della testa. A quel punto si, avrebbe lasciato Oto.

  3. .

    L'ombra del gigante


    [7]



    Durante la capralcata di ritorno, Sanjuro rallentò per rispondere ad Akira e chiarire i suoi dubbi.

    Su non essere così spaventabile Akira-san, non hai mai visto una tomba? Questi uomini e queste donne hanno combattuto per il futuro di Kiri in passato, e scegliendo di servire il villaggio e il misticismo che lo abbraccia, hanno scelto di farlo anche dopo la loro dipartita mortale, proprio come ho fatto io, e come hai fatto tu. Non c'è niente di strano, guarda Itai-sama, è ancora Kage nonostante sia morto e sepolto da una vita! La fedeltà alla Nebbia così forte in noi Kiriani che nemmeno la morte può portarcela via! E ora alla carica!

    Concluse, prima di dare un colpo di reni alla povera capra che, lamentandosi, riprese a capralcare a tutta velocità. La spiegazione di Sanjuro era effettivamente sensata, persino per uno scettico come Akira. Quanto a Junpei invece, il poveretto era così preoccupato per la sua amata e spaventato per aver appena visto dei fantasmi, da non voler avanzare alcuna opposizione. Temeva che il padre avesse risposte mistiche anche per lui.
    Proprio come erano partiti, sarebbero tornati al tempio. E al suo interno, avrebbero notato come 12 dei 16 idoli, erano completamente sbriciolati a terra, mentre restavano in piedi gli ultimi 4, posti poco prima di una parete liscia, che per qualche motivo, ora sembrava molto diversa da come appariva in precedenza. Come se emanasse una strana energia. Sanjuro camminò lungo il corridoio, lasciando cadere le pietre raccolte fino a quel momento, sulle polveri dei vari idoli. Quindi procedette verso le 4 statue rimanenti e si rivolse ad Akira.

    Akira-san. Spero tu abbia ancora con te l'altra metà del limone che ti ho chiesto. Prendila ti dispiace?

    Quindi Sanjuro frugò nella sua gonnella, e ne estrasse due particolari gemme, diverse da quelle che aveva recuperato alla tomba, appartenenti a chissà chi, e le posizionò ai piedi di altri due idoli, che si sbriciolarono proprio come i precedenti. Probabilmente lo sciamano aveva portato con se quelle due gemme e le aveva sempre avute a portata di mano in caso di un eventuale ritorno in quelle terre desolate.

    Poi accadde qualcosa di strano. Sanjuro afferrò Gassan, non come faceva sempre, ma lo sollevò, portandolo vicino al volto, e sussurrò in maniera molto evidente della parole al bastone, incomprensibili e a bassa voce, prima di conficcare il bastone in un piccolo spiraglio ai piedi del penultimo idolo, le cui increspature vennero riempite da chakra azzurrino, prima di diventare un cumulo di macerie come i precedenti. Quindi Sanjuro recuperò Gassan.

    Prego Akira-san, il limone. Posizionalo ai piedi dell'ultimo idolo. E preparati per un'aspra battaglia.

    Quando Akira si fosse avvicinato all'ultima statua, si sarebbe reso conto che aveva dei lineamenti molto familiari. Era un uomo piuttosto alto, sul metro e 80, longilineo e dalla muscolatura allenata ma non robusta, aveva dei capelli lunghi scolpiti come fossero di seta, e dimostrava forse una 20ina d'anni. Fosse stato più anziano, e gobbo, con una maschera in faccia, sarebbe stata la copia sputata di Sanjuro!


  4. .

    Dopo il Tramonto


    [5]



    Sanjuro stava semplicemente annuendo, pur continuando a dare le spalle ai presenti, concentrato com'era sulla via che si stagliava davanti a loro sull'acqua; fino alla domanda di Fudoh, dopo la quale si voltò.

    Siamo quasi arrivati, ancora poco e saremo in terra di Kumo.

    Quel "poco" sarebbe però presto divenuto molto, dato che Akira aveva appena frombolato la propria prigione di legno e metallo in faccia al povero Samoru, che come sempre, non aveva colpa di nulla se non di essere amico di lungo corso di Sanjuro, il quale, svenne. Svenendo cadde sul timone, che girò rapidamente facendo eseguire una svolta improvvisa alla piccola imbarcazione, che già estremamente vicina alla costa, non potè evitare di schiantarsi contro la parete di roccia che delimitava il lato sinistro dei passeggeri. Lo scontro fece finire lo sciamano in mare, e in pezzi la barchetta che accompagnava le spie di Kiri in uno dei territori più pericolosi del continente.

    Il luogo dello schianto



    Non appena tutti i presenti fossero arrivati a riva, o meglio, al piccolo anfratto tra le rocce dove il tempo aveva eroso un piccolo sentiero, Sanjuro li avrebbe guidati nell'interno, per circa 200 metri, in mezzo a una piccola foresta di sempreverdi, che caratterizzavano quella zona. Quando tutti e 4 più Gassan e il gabbiano mezzo morto fossero stati riuniti, Sanjuro prese nuovamente la parola.

    Il misticismo mi ha mostrato la via per trovare la traditrice che ha portato il dissenso nel nostro villaggio. A mezza giornata verso sud, arriverete ad una zona termale tra le rocce, un posto poco ospitale, ma con scarsa presenza di ninja della Nuvola, da lì, procedendo verso la costa, troverete un piccolo villaggio di pescatori a cui chiedere un mezzo per raggiungere quella.

    Disse lo sciamano indicando un punto imprecisato nel grande mare. Aguzzando lo sguardo, era possibile notare tre isole, la prima di media grandezza, la seconda, più lontana e molto più piccola, e appena l'inizio di una terza. Sanjuro spiegò, a modo suo, ad Akira e Fudoh, che l'accompagnatrice che il vecchio Daimyo portava sempre con sè, si trovava nell'isola di mezzo, la più piccola. Quel luogo era molto vicino a Kumo, e probabilmente una delle zone marittime più presidiate dalla Nuvola, proprio per la sua importanza geografica. Trovare qualcuno lì poteva essere molto pericoloso...

    ...motivo per il quale siete soltanto in due.

    Aggiunse semplicemente lo sciamano, prima che Samoru, ancora intontito, completasse alcuni sigilli che trasformarono lui e lo sciamano in una pozza d'acqua. Probabilmente una sorta di teletrasporto per tornare a Kiri, di cui Sanjuro aveva dimenticato di notificare l'esistenza. Fatto sta che ora, i due alleati più improbabili, si trovavano in uno dei posti più pericolosi della terra, alla ricerca di una persona sconosciuta in un luogo mai visto. Da soli.


  5. .

    Un ospite a cena


    [1]



    Sanjuro uscì dalla baracca attirato dal rumore dei corvi, il cui gracchiare copriva il suono della palude stessa.
    Incuriosito da questo nuovo e strano fenomeno, lo sciamano, accompagnato da Gassan, fece capolino dalla finestra, uscendo da essa, nonostante la porta fosse spalancata. Probabilmente a seguito di un particolare rituale di sicurezza nel caso i corvi fossero stati ostili, o qualche altra diavoleria misticistica.
    Vicino alla dimora era presente anche un ragazzo, un individuo che Sanjuro non aveva mai visto, almeno non con gli occhi che aveva sul volto, ma nessuno poteva sapere cosa potessero vedere gli occhi della mente.

    TOC

    Un colpo di Gassan sul pontile di legno marcio, e tutti i corvi, in blocco, volarono via dalla palude. Chiaramente un segnale energetico di sconosciuta intensità, che perpetratosi tramite Gassan, aveva spaventato i volatili fino a farli fuggire.
    Lo sciamano quindi si avvicinò, molto ingobbito, al nuovo ospite fino a fermarsi praticamente a un metro da lui. Lì, Sanjuro lasciò la presa sul suo bastone che incredibilmente restò in posizione verticale, senza cadere a terra, mente lo sciamano esibiva un inchino di benvenuto al nuovo arrivato. Normalmente una carica di un villaggio dovrebbe conoscere i nomi di coloro che formano le fila militari del proprio paese, ma non Sanjuro, che non aveva la minima idea di chi fosse quella persona; forse lo aveva scambiato per un diplomatico di chissà quale villaggio.

    Ben arrivato nella mia umida dimora, nobile ospite, sono Sanjuro, consigliere del defunto Kage e sciamano della Nebbia.

    Il "come posso aiutarla" era sottinteso. Quindi afferrò nuovamente il bastone e attese una risposta del giovane, prima di invitarlo nella sua casupola delle meraviglie mistiche.

  6. .
    TOTALE
  7. .

    La giornata sbagliata


    [3]



    In cuor suo, Jotaro sperava che quel ninja alle prime armi non lo avesse seguito sulla nave. Avrebbe preso il largo e una volta giunto nel paese del Tè avrebbe lasciato quel gruppo di scapestrati al loro destino, senza nemmeno ricordare i loro volti; un passaggio come un altro. Eppure, sfortunatamente, colui che sembrava del tutto intenzionato a rendere molto infausta quella bella giornata di sole, fu in grado di issarsi sulla nave, opponendosi a tutti i presenti, contando sull'aiuto del ronin ammantato. Del tutto incapace di misurare le capacità dei nemici, e decisamente troppo confidente nelle proprie, il Sunese aveva commesso un grosso errore quel giorno. Se fosse stato in possesso del suo chakra, magari avrebbe potuto fare qualcosa in merito, ma quel giorno, proprio quel giorno, non era nella posizione di poter far qualcosa per il ragazzo, e lui non poteva scendere dalla nave dopo aver visto che un individuo proveniente da Suna, era salito su una nave rubata; la sua missione attuale prevedeva un elevato livello di segretezza, motivo per il quale aveva scelto una bagnarola trovata a caso appena fuori dal deserto, per imbarcarsi.
    Uno sciocco troppo zelante non avrebbe mandato tutto in pezzi.


    Perchè non sei rimasto a terra...

    Sussurrò, più che altro a se stesso Jotaro, mentre con una rotazione sul posto, estraeva e lanciava dalla manica uno dei kunai che aveva con sè, con bersaglio il petto, o l'equivalente posteriore, se fosse stato girato, del ragazzo che quel giorno aveva deciso di riuscire a compiere un salto assai complesso. [Slot Azione 1][Forza 425]
    Quindi, che il colpo avesse ferito o meno il ragazzo, avrebbe approfittato della distrazione, per arrivare praticamente addosso al ninja, abbassare il baricentro, [Slot azione 2][Vel 375] e compiere un fendente obliquo dal basso verso l'alto, da sinistra a destra, con la mano destra, armata di tirapugni con lama, per separare con un taglio netto la testa dal corpo, con l'intenzione di farla rotolare sul ponte della nave. [Slot azione 3][Vel 375][For 425] Se questa combinazione avesse avuto come risultato il decesso dello zelante ninja della Sabbia, l'ennesimo compatriota ucciso da Jotaro, questi, senza mai privarsi delle stoffe che ne coprivano il corpo, si sarebbe andato a sedere in un angolo, senza disturbare nessuno, ma rivolgendosi a Yozo.


    Lasciatemi sulle rive del Tè, dove seppellirete questo shinobi, poi sarete liberi di andare dove più vi aggrada. Questo è il mio prezzo per la vostra libertà.

    Stava a Yozo a quel punto, accettare l'offerta, o far aumentare il numero delle teste sul ponte.

    [...]

    Se invece il ragazzo fosse sopravvissuto alla combinazione, il ronin avrebbe atteso una qualche mossa del giovane, o di qualcuno dei presenti, per porre fine alla vita dello stolto.



    Chakra: ???/40
    Vitalità: 13.5/13.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 425
    Velocità:  375
    Resistenza: 375
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Lancio Kunai
    2: Avvicinamento tattico
    3: Fendente con tirapugni a lama
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 10
    • Accendino × 1
    • Tirapugni con Lama × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Shuriken × 5
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Mantello × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1

    Note
    ///


  8. .
    Angelo-kun il programmatore
  9. .

    Evasione


    [2]



    Le urla, i cori a tempo, e quel tipo che correva lungo il pontile. La figura ammantata scattò nella sabbia, mangiando i metri che lo separavano dal pontile come un derviscio sulle dune. In un attimo fu appresso alla recluta della Sabbia, poi oltre. [Slot Azione 1] [Vel375]
    Arrivato alla fine del pontile, invece di rallentare, il ronin aumentò il passo, caricandosi come una molla per saltare in avanti, verso la nave che era ormai oltre 3 metri dal pontile con il lato più vicino alla riva. [Salto 5 metri][Slot Azione 2] Mentre era in volo, sempre chiuso nella sorta di turbante che proteggeva il viso dal sole, il ronin cercò con lo sguardo i presenti, senza fare domande.
    Prima di atterrare sul ponte principale dell'imbarcazione, avrebbe lanciato almeno 4 kunaiKunai [Distanza]
    Piccoli pugnali a lama quadrangolare, affilati sui due angoli stretti; alla fine dell'impugnatura (grande appena per una mano) si trova un buco, per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. I kunai hanno gittata pari a 15 metri. Possono essere utilizzati anche come AdCC.Tipo: Da Lancio/Lama - Taglio/Perforazione
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 8 | Durezza: 3 | Crediti: 10)
    [Da studente in su]
    in linea retta, tracciando un percorso nella propria mente, tenendo come bersaglio chiunque nella nave fosse stato posto in fila, in modo da poter iniziare a sfoltire i ranghi. [Forza 425][Slot Azione 3]

    Se non avesse notato alcuna persona sul ponte, tranne lo strano individuo che aveva scorto dalla riva, quello con la manetta al polso, sarebbe atterrato sulla superficie lignea, e rimanendo immobile, avrebbe atteso lo svilupparsi della situazione, voleva che fossero i presenti a farsi avanti, anche se fossero stati in cinquanta. La sua memoria riguardo taglie e ricercati era inattaccabile. Presto sarebbero volate teste.

    Chakra: 0/40
    Vitalità: 13.5/13.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 425
    Velocità:  375
    Resistenza: 375
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Corsa
    2: Salto
    3: Lancio Kunai
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 10
    • Accendino × 1
    • Tirapugni con Lama × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Shuriken × 5
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Mantello × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1

    Note
    ///


  10. .

    Porte Aperte per chi Porta


    [13]



    Gaho annuì alle affermazioni di Hohe riguardo le reliquie, e chi le aveva sigillate. Secondo lui, che comunque all'epoca non fu così sveglio da accumulare più informazioni possibile, complice il terrore che provava per Orochimaru, rinchiudere i tesori in un guardiano inconsapevole, era assai imprevedibile, e quindi sicuro, di sigillarle in un luogo che poteva essere comunque scoperchiato, o con dei guardiani adetti che potevano essere corrotti da ciò che sorvegliavano, o potevano ribellarsi e rubare a loro volta il bottino.

    [...]

    Con Gaho ormai più rilassato, e forse deciso a non farsi ammazzare, almeno per l'immediato futuro, il jonin della sabbia si avvicinò a Jotaro, ponendogli la sua vicinanza per i fatti di cui era appena venuto a conoscenza, il ronin ringraziò piegando la testa in segno di sottomissione, anche se lasciò andare un sospiro appesantito quando Hohe mostrò il simbolo che ancora aveva sulla pelle. Riguardo il nome di Yura, pronunciato dal ragazzo, Jotaro si limitò a ripeterlo a bocca stretta, come se non avesse proprio idea di chi il ragazzo stesse parlando; nemmeno lui aveva del tutto chiaro il suo passato, e alcuni erano solo frammenti, o dettagli di frammenti.
    Quando gli Shulviani completarono la tecnica per creare il passaggio, Jotaro prese nuovamente in braccio Riwa e lo portò con sè sull'aquila creata da Hohe, venendo sorretto dalle piume dell'animale di argilla, dato che egli non era in grado di usare il chakra adesivo. Senza dubbio il volo era una caratteristica necessaria per l'esplorazione dentro la cavità di Shulva. Una caratteristica che anni prima, durante la sua unica e sfortunata missione con le Ombre, non possedeva, e probabilmente, una delle cause del loro fallimento. Ogni futuro approccio alla città, avrebbe richiesto come necessità che qualcuno nel gruppo fosse in possesso di fonti di movimento volanti, almeno fino a che il nemico non avesse imparato a rapportarcisi.


    [...]

    Avevano percorso un buon 80 % del percorso, quando il ponte cessò di estendersi, il potere delle Lucciole era alla fine venuto meno e i ninja avrebbero dovuto percorrere il resto del percorso in volo. Come Hohe potè facilmente notare, tanti, piccoli sguardi dal lume verdastro, stavano iniziando a brillare lungo le pareti, come tante piccole luci che si accendevano al loro passaggio. Col passare dei secondi, le piccole luci iniziarono ad apparire sempre più rapidamente fino ad illuminare parte della cavità, non più al loro passaggio, ma avevano iniziato ad anticiparli. La Marea si stava svegliando più in fretta di quanto loro stessero attraversando la cavità. Avrebbero dovuto sbrigarsi.
    Quindi accade, con un rapido movimento, il jonin avrebbe potuto evitare i primi, ma a questo punto era chiaro che i corpi degli infetti stavano letteralmente piovendo dal cielo! Non solo si stavano lanciando dalle pareti della cavità ma sembravano essere persino appesi ai costoni di roccia sopra di loro. Sarebbe stata una vera e propria corsa in mezzo a una tempesta, fino a che, dopo un paio di minuti, finalmente l'accampamento delle Scolopendre non apparve in lontananza. Erano quasi arrivati. Ancora poco e avrebbero potuto atterrare in mezzo ai loro alleati.
    Quando, improvvisamente, Hohe avrebbe sentito una tasca appesantirsi delicatamente, e il movimento dell'Aquila farsi più rapido, come se il peso trasportato fosse improvvisamente diminuito. Voltandosi indietro in quell'istante, tutti i presenti avrebbero notato come Gaho avesse deliberatamente allungato indietro il suo corpo, fino a lasciarsi cadere nel vuoto, senza che nessuno, nemmeno Jotaro, si aspettasse quest'azione.

    La Marea cessò di lanciarsi sull'aquila, per andare a inseguire in caduta libera, il corpo del grande omone, che in una manciata di secondi, sarebbe sparito nel vuoto della Grande Cavità, seguito da tanti corpi e tante luci, tali erano gli occhi degli infetti del Veleno. Interrompere il viaggio per virare avrebbe richiesto troppo tempo, e se ci avessero anche solo provato, sarebbero stati sommersi dagli Shulviani in caduta libera, anche perchè quando i passeggeri si fossero accorti del fatto, dato che Gaho si era posizionato sull'estremità posteriore del volatile, ormai l'uomo era quasi del tutto nell'oscurità. Persino il ronin rimase esterrefatto di quanto avvenuto, gli era chiaro che quell'uomo aveva rinunciato alla sua vita, ma mai avrebbe immaginato fosse disposto a terminarla in maniera così cruda, per permettere agli altri di avanzare più in fretta, distraendo per altro i loro inseguitori.
    Quello che rimase di Gaho, il costruttore di porte, fu il ricordo di uno shinobi morto tale, e un rotolo nella tasca di Hohe. Rotolo che una volta atterrati, e aperto, si sarebbe rivelato un rotolo di contratto, delle stessa porta che Gaho aveva utilizzato per difenderli dall'attacco di Riokko.
    Non una parola prima di gettarsi, tale era la sua fermezza.


    [...]

    Nell'accampamento delle Scolopendre, furono letteralmente accolti come dei miracolati. Quando Surwa li aveva salutati, in cuor suo era convinta che non li avrebbe mai più rivisti. Era convinta che il fratello avesse scelto la via della morte, per non essere più legato a quell'orribile fato di difensore di una città indifendibile, e che avesse trovato il coraggio di farla finita, coraggio che a lei era sempre mancato. E invece, con appena una febbre, curabile, erano tornati.
    Non solo in possesso delle loro vite, ma anche con quella che poteva essere la chiave per iniziare la riconquista della città. Grazie alla ricetta dell'antitossina, sarebbe stato possibile quantomeno combattere, e non subito scappare alla vista degli infetti. Gli ingredienti necessari erano persino semplici da rimediare: il sangue di Riwa, e alcune erbe selvatiche che abbondavano nella piana antistante la grande porta, e sui monti a nord di Shulva, un compito estremamente basilare per chiunque avesse voluto accollarselo.
    Non quel giorno. Dato che Surwa, complice l'emozione di averli visti tornare, avrebbe vietato categoricamente ai ninja di prestare ulteriore aiuto, invitandoli invece di tornare a casa, la loro casa, e diffondere la storia di Shulva, affinchè altri potessero arrivare e prestare soccorso, e non finisse tutto nelle mani di due soli shinobi che sarebbero potuti cadere in battaglia il giorno stesso.


    OT
    Grazie Hohe!


  11. .

    Evasione


    [1]



    La sagoma di un individuo avvolto da molti indumenti, simile ad un beduino, apparve dal centro del deserto, camminando in direzione della spiaggia. Chiunque fosse era talmente coperto da apparire irriconoscibile. Solo un piccolo spiraglio tradiva la presenza di due sfere oculari nell'oscurità. La figura longilinea dal lungo mantello scuro, non sembrava arrivare da un avamposto di Suna, non sembrava nemmeno essere un ninja, poteva essere persino uno spirito delle sabbie.
    Giunto sulla riva del grande mare forse per cercare un porto grazie al quale imbarcarsi per le terre del Tè, il misterioso beduino scorse non troppo lontano una barca ancorata vicino alla spiaggia, apparentemente abbandonata, con un solo individuo che si stava precipitando lungo il porticciolo per raggiungerla. Dalla distanza lo straniero non riuscì a sentire le grida, lanciate quando egli era troppo lontano; ma la situazione attuale finì per incuriosire l'uomo del deserto, che decise si avvicinarsi all'imbarcazione per chiedere informazioni o semplicemente curiosare. Magari avrebbe potuto persino rimediare un passaggio verso le terre del Tè.
    Del tutto ignorava il reale significato di quel mezzo di trasporto, o del fato cui era riservato.


    Chakra: ???/40
    Vitalità: 13.5/13.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 425
    Velocità:  375
    Resistenza: 375
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 10
    • Accendino × 1
    • Tirapugni con Lama × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Shuriken × 5
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Mantello × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1

    Note
    ///


  12. .

    Evasione





    Territorio:
  13. .

    Chiusura Incontro



    Premettendo che lo scontro è stato appassionante e lodevole sotto ogni aspetto...
    La prima fase della lotta rivela le intenzioni dei duellanti ed è ben descritta, così come la prima parte della lotta, poi i dettagli e le descrizioni delle azioni diventano leggermente più vaghe e lasciate all'immaginazione di chi legge. Molte idee su come descrivere al meglio i movimenti vi sono probabilmente rimaste nelle dita, e alcune frazioni di lotta sono meno comprensibili. Così come non ho trovato troppo sensata la scelta di Masayoshi, dopo aver appurato quale che fosse il campo di specialità di Fudoh, di allontanarsi per tirare una tecnica di mediocre effetto ( non per l'utilizzo ma proprio per la tecnica in sè) sperando che potesse risolvere chissà cosa e poi in caso di fallimento, estremamente probabile, lanciarsi nuovamente a capofitto nella mischia, con uno svantaggio ulteriore dovuto alle ferite, seppur di ridotta entità.
    In entrambi i casi, la tecnica non avrebbe portato alcun reale beneficio, riducendo però la riserva di una quantità importante. Essendo un colpo improvviso, dispendioso e verosimilmente valido per portarsi in vantaggio, avrebbe dovuto essere concatenato in una combo più pericolosa, piuttosto che lanciato a caso dopo un allontanamento.
    Appunto per entrambi, ricordate che un misto di combinazioni arma-mano/piede/ nudi non è così efficace come può sembrare, data la notevole differenza di lunghezza.
    Il primo attacco di Masayoshi è un esempio opposto, il colpo di scimitarra e il pugno, dopo una rotazione adeguata, è uno scambio molto valido. I successivi, di entrambi, lo sono meno.

    Nota per Shil: ricorda di segnare i totali delle statistiche, e non solo a quanto ammontano in bonus e malus. Nota per entrambi: Lodevole l'utilizzo delle finte come azione base di combattimento corpo a corpo.

    Attenzione ad utilizzare la testa nelle finte, non è un'idea saggia avvicinare il capo al nemico, come consuetudine, specialmente se non lo si fa per un colpo vincente. E' vero che a rigor di regole Fudoh non avrebbe potuto effettuare un ADo in quel frangente, ma immaginificamente, allungare il capo verso un nemico armato, potrebbe essere pericoloso.

    Utilizzo fondamentale dell'Ado da lodare, ottimo tempismo, su una tattica di Fudoh davvero ben congegnata, ma che con una semplice azione rapida sarebbe stata devastante; nonostante questo l'azione che ne consegue da parte di Fudoh è altrettanto curiosa e rimane in contesto con quella precedente.

    Alla fine della fiera, sebbene la resa di Masayoshi, lo scontro è rimasto tirato fino al termine, con un'eccezionale sportività da parte di entrambi, e per un combattimento così corretto, sia dal punto di vista del gioco che dei giocatori, sarei per premiare entrambi con un pareggio.

    Ma i pareggi sono noiosi, e dichiarando Fudoh vincitore del primo round, magari presto o tardi ci sarà una rivincita.

    Assegno quindi un totale di 4 stemmi a Fudoh e 3 stemmi a Masayoshi, che potete proporvi a vicenda, complimenti per la bella lotta!


    Fudoh

    Realismo&Lealtà ( 9/10)
    Strategia&Regolamento (10/10)
    Composizione (8/10)
    Punteggio: 27/30


    Masayoshi

    Realismo&Lealtà (9/10)
    Strategia&Regolamento (8/10)
    Composizione (9/10)
    Punteggio: 26/30


    Jotty
  14. .

    [Ombra del Gigante]


    [6]



    Con un tonfo il corpo del gigante impattò al suolo, per poi in pochi attimi sciogliersi e divenire fango, che si distese per tutta l'area della grotta, arrivando ad alzarsi fino alle caviglie dei presenti. Al centro della sala, in mezzo al fango, due gemme grandi come una pallina da golf, rosse, risplendevano di luce propria. Due rubini particolarissimi, dal valore incredibile. Lo sciamano si diresse subito verso di essi e li raccolse, nascondendoli sotto il gonnellino.

    Ottimo ottimo, possiamo procedere. Per favore Akira cerca di tenere ferme le mani la prossima volta.

    In groppa alla capra, con Junpei sul cavallo, e Akira ovviamente a piedi, il gruppo abbandonò la grande grotta, per dirigersi a nord, dalla parte opposta a quella da cui eravano arrivati. Il viaggio non fu troppo lungo in realtà, appena un paio d'ore, fino a che l'erba non prese ad addolcire i passi dei ninja, minuto dopo minuto, senza quasi accorgersene, stavano cavalcando su un grande prato in salita, fino ad arrivare sulla cima di una collina, dove una grande pietra a forma romboidale di colore blu, ne ornava la sommità. Sanjuro scese dalla capra e proseguì a piedi, fino ad arrivare sotto alla grande pietra, che vista da vicino era un realtà grande come una quercia.
    Il giovane Junpei rimase a bocca aperta davanti ad un simile blocco di cristallo, scolpito chissà da quale maestro artigiano, e formato chissà da quale minerale.
    Ai piedi della roccia, lo sciamano restò immobile, con le mani conserte per qualche secondo, mentre i presenti avrebbero potuto notare come, nascoste all'ombra del grande cristallo, 10 lapidi, disposte tutte accanto l'una all'altra, componevano una fila di tombe. Su ognuna delle lapidi era incastonata una pietra. Erano tutte di colore diverso, ma dalla forma molto simile alle due che Akira aveva rivelato, sconfiggendo i guardiani di pietra e fango.

    Che il misticismo sia con voi sempre amici.

    Lo sciamano prese a staccare le varie pietre e a intascarle, fino a che tutte loro non furono state rimosse. Questo atto ebbe un qualche tipo di risvolto, dal momento che sopra ad ognuna delle lapidi, come per magia, apparve uno spirito. Dieci individui, 6 uomini e 4 donne, tutti vestiti come ninja di Kiri, con tanto di coprifronte, fluttuavano sopra le lapidi, spiriti destati dal loro lungo sonno.
    Junpei cadde col sedere a terra, paralizzato dal terrore. Sanjuro, invece, dal canto suo, nemmeno si voltò a guardare gli spiriti, e risalì sulla capra. Non disse una parola, nè al figlio nè ad Akira, e riprese il viaggio verso sud.

    Andiamo scansafatiche, c'è un lavoro da fare, non facciamo attendere chi ci sta aspettando.

    Sarebbe stato chiaro ad Akira, ora come non mai, che lo sciamano era strano; non che Sanjuro fosse una persona normale, ma da quando erano arrivati in quel posto, si era comportato in maniera più singolare del solito, e tutta la storia del figlio uscito dal nulla, e della valle, c'era qualcosa di molto insolito, persino per Sanjuro.
    E quando una cosa era strana persino per lo sciamano di Kiri, le cose sarebbero andate molto, molto male molto in fretta.

  15. .

    Dopo il Tramonto


    [4]



    COL CAVOLO !!

    Alla porta appena spalancata del Mizukage, era presente, più o meno in piedi, un molto abbrustolito sciamano, che si arreggeva agli stipiti verticali della porta dell'ufficio, cercando di non capitolare a terra. Come fosse atterrato e tornato in cima al palazzo in una manciata di secondi, era quantomeno un mistero, e il giorno in cui tutti i misteri di Sanjuro sarebbero stati rivelati sarebbe giunto; ma sicuramente non era quello il giorno.
    Lo sciamano deambulò fino al proprio bastone, e dopo averlo raccolto, tornò nuovamente verso la porta ma non prima di aver scosso via un po' di cenere dai suoi abiti; quindi, occupando l'uscita col suo corpo raggobbito, si rivolse ai tre ninja presenti, con delle parole che forse nessuno dei presenti si sarebbe aspettato.

    Il Misticismo vi ha forse mostrato la via, ma io non vi ho chiamati qui per questo. La voce di Sanjuro era stranamente bassa rispetto al solito, e meno sciamanica. Si schiarì la gola e riprese a parlare.

    Voi tre siete i difensori della Nebbia. Sarei un folle ad assegnarvi tutti e tre ad una missione di infiltrazione nel mezzo del territorio nemico, senza sapere a cosa andate incontro. Dopo la morte di Itai-San, è mio compito assicurare la vostra sopravvivenza. E' doveroso ricordare appunto, che per Sanjuro il Mizukage era morto, sepolto, e infestava il villaggio in qualità di fantasma; secondo lo sciamano, questa presenza non avrebbe abbandonato Kiri fino a che lui non fosse riuscito a crescere la nuova generazione di Ninja, per ripagare il debito che aveva contratto verso il villaggio e il suo defunto capo.

    Per questo motivo siete tutti e 3 informati della situazione, in qualità di rappresentanti di varie organizzazioni, e come i più forti del villaggio. Ma solo uno di voi, assieme ad un rinforzo, partirà dal villaggio. Akira.

    Quindi Sanjuro avrebbe abbandonato la stanza lasciando tutti i presenti sul posto, come dei poveri fessi. Un comportamento decisamente non da Sanjuro, almeno non da quello che loro 3 conoscevano. Cosa c'era sotto ?
    Per quanto Akira lo avesse cercato, lo sciamano non si sarebbe fatto trovare per almeno 48 ore. Niente di mistico, semplicemente Sanjuro stava cercando Fudoh in ogni barile del villaggio e persino nei cassonetti ma non era in grado di trovarlo; alla fine, dopo non poca difficoltà, ebbe successo guardando sul retro di un ristorante di pesce. La presenza lì del ragazzo della profezia, era nota solo a quest'ultimo.

    Fudoh-san. E' tempo. Seguimi.

    Che nella lingua degli sciamani era un modo per farsi seguire. Oppure si sarebbe stati legati mani e piedi, e immersi in un barile di salamoia.

    [Il giorno seguente, 48 ore dopo la convocazione]



    Akira si sarebbe svegliato improvvisamente, scosso dal movimento dolce delle onde e dalla durezza del legno contro la faccia. Quando avesse preso coscienza di sè, si sarebbe accorto di trovarsi dentro ad un barile di quelli usati al porto di Kiri, con tanto di coperchio chiuso, ma non inchiodato. Uscendone, si sarebbe accorto di essere legato mani e piedi, dentro un barile di legno, su una barca a vela piuttosto piccola. Davanti a sè, seduto sull'imbarcazione, un ragazzino che forse non aveva mai visto, o forse sì. Oltre il giovane, Sanjuro era seduto sulla prua della barca, con le gambe che ciondolavano fuori. Il vero incubo. Il vero dramma, la vera sopresa, era chi si trovava dietro di lui. Al timone.

    Samoru.

    Ben svegliato Akira-San, dal momento che non potevamo rischiare che le informazioni su questa missione super segreta finissero nelle mani di qualche manigoldo a causa del tuo radicato problema di frequentazioni serali, ho ritenuto saggio imbarcarti personalmente, ovviamente con l'aiuto del mio fido apprendista Fudoh.

    Da qualche parte nei recessi della sua mente, Akira avrebbe potuto ricordare di un bicchiere di aranciata bevuto il giorno precedente con uno strano retrogusto, una successiva botta di sonno improvviso, e voci sommesse di uno sciamano che stava bastonando un ragazzino mentre quest'ultimo cercava di legare qualcosa...O forse, era stato tutto un sogno...
    A differenza della penisola del Fulmine, che si stagliava davanti a loro.


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