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    La famiglia Igashi


    Capitolo 5

    Il giro di perlustrazione della cava diede i suoi frutti, anche se non quelli che la giovane sperava. Qualcosa non andava in quel posto, era evidente. Ai minatori, che iniziava a sospettare non fossero esattamente lì per loro volontà, come aveva messo in dubbio senza prove Tasaki, era impedita qualunque conversazione tramite quello che sembrava un sigillo o un'altra tecnica ninja. Sicuramente il jonin della Foglia se sapeva qualcosa, se non ne era il diretto responsabile. Nendo. La parola, per lei sconosciuta, fu pronunciata da un prigioniero palesemente fuori di senno. A giudicare dal contesto, doveva trattarsi di qualche sostanza, usata come ricompensa o per tenerli sotto controllo, probabilmente entrambi. Un po' a malincuore, abbandonò l'uomo al suo destino. Non poteva fare nulla per lui al momento, ma non se ne sarebbe dimenticata. Qualcuno avrebbe dovuto rendere conto di quanto stava accadendo lì.

    Trovato e indossato un cambio d'abiti in grado di farla scambiare per una del luogo - il caporione era stato piuttosto disponibile, ma le aveva lasciato un'impressione sgradevole, e non per la sua bassa statura - si riunì al gruppo, pronto a lasciare la cava. Finché lo shinobi armato di martello fosse rimasto con loro non poteva far parola delle sue supposizioni con gli altri, perciò si sarebbe limitata a tenere gli occhi aperti. Sebbene la tenue protesta dell'uomo fosse sensata, proseguirono con il piano del chunin del Suono, evitando di entrare nel territorio controllato dai nemici per il momento. Costeggiarono dunque la sponda meridionale del fiume, mandando in perlustrazione dei volatili. Inutile dire che nessuno dei pennuti fece ritorno per riferire ciò che aveva trovato.

    La capanna non sembrava particolarmente fuori luogo, considerando il bosco circostante. Un rifugio per tagliaboschi o cacciatori ad occhio, nulla di più. Ciò che attirava l'attenzione era la lanterna abbandonata a pochi metri dal riparo. Era ancora accesa, ma la sua fiamma si stava indebolendo ed era ormai in procinto di spegnersi. Avvicinandosi, notarono segni di bivacco piuttosto recenti. Harumi si inginocchiò, scrutando il terreno con la poca luce proveniente dalle stelle [Abilità]. I tizzoni erano ancora caldi, e tra l'erba si scorgevano almeno due serie di impronte. Un bambino e un uomo... e se ne sono andati di gran fretta direi. Come se fossero stati sorpresi da qualcosa... Alla kunoichi non era dato sapere da cosa fossero fuggiti, o se l'uomo avesse preso con sé il bambino con la forza. Avevano troppi pochi elementi su cui lavorare, al momento. Mazuri propose con un gesto della mano di controllare il capanno, e la kunoichi di Oto annuì brevemente. Meglio non lasciarci problemi alle spalle, diamo un'occhiata veloce. Tasaki, percepisci qualcosa? Il ninja originario di Kumo si era vantato delle sue capacità in precedenza ed era il momento di verificarle di persona. Quanto a Kuso... Sarebbe stata una sorpresa.
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    I Segreti del Mikawa


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    Khorne aveva vinto. Il trionfo del dio del sangue corse per l'aere, annunciato dalla sua risata mortifera. Diogene, Harumi, Matatabi, tutti loro erano stati ingannati, manipolati fin dall'inizio dalla pestilenza aliena che desiderava più di ogni altra cosa tornare ad ammorbare il mondo. La giovane jinchuuriki chiuse gli occhi davanti ad un attonito Mikawa. Forse c'era stato in passato qualcun altro che aveva fatto una scelta altrettanto stupida, mettendo la sua vita al primo posto, ma era ormai molto tempo che non provava quella sensazione. La solitudine del potere, un peso che sentiva di dover portare interamente sulle proprie spalle, l'aveva reso l'uomo che era, rispettato e temuto da tutti. Ma forse c'era dell'altro, qualcosa oltre quell'inestinguibile sete di dominio per la quale valeva la pena vivere.

    Quali che fossero i pensieri che correvano nella mente del Colosso e della divinità, Harumi non poteva saperlo, né forse avrebbe mai più avuto occasione di scoprirlo. Il manto nero della fine era calato su di lei, rendendola sorda ad ogni richiamo esterno. Spesso la morte veniva descritta come un tunnel luminoso, una soglia verso la quale incamminarsi per passare oltre. Altri rivedevano in quei pochi istanti la loro intera vita scorrergli davanti. Per la ragazza, invece, fu più simile all'oblio del sonno, quasi fosse caduta addormentata, serena, sotto le coperte. Niente dolore, niente pensieri, niente di niente. Una non esistenza che sarebbe durata in eterno, se un piccolo granello di polvere non si fosse incastrato tra i meccanismi del fato. Una variabile imprevedibile, trascurabile, che avrebbe potuto cambiare il destino di molti.

    Quando il sovrano dei Mikawa riaprì le palpebre, la prima cosa che avrebbe visto sarebbe stata una macchia rosa indistinta. Solo dopo che i suoi occhi si fossero abituati avrebbe riconosciuto l'adorata Yachiru. Un'espressione preoccupata incupiva il suo volto fanciullesco, e l'uomo ne avrebbe scoperto subito il motivo. La portatrice del Due Code giaceva a pochi passi da lui, immota. Il sangue che la copriva non le apparteneva. Era bensì suo, o meglio dei sacrifici che aveva richiesto alla sua piccola aiutante Khorne attraverso la bocca del capoclan, per poter riguadagnare lentamente le forze. Lo scontro durante la riunione dei kage e la volontà ferrea di Diogene l'avevano duramente provato, ma come ogni buon parassita l'essere si era celato tra i meandri della psiche del suo ospite, aspettando solamente il momento opportuno per agire.

    Il kokage allungò la mano verso Harumi, concentrando ogni briciolo di forza rimasta nel suo corpo e nella sua mente stanchi. Con attenzione e pazienza rimosse il fluido, che le era stato mortale, dai polmoni, rimettendolo in circolo e restituendogli la sua funzione di linfa vitale. Fece appena in tempo a percepire un flebile battito nel petto della ragazza prima di perdere nuovamente conoscenza. Aveva avuto successo, erano entrambi vivi seppure ad un passo dalla morte. Il sacrificio della fanciulla non era stato vano. Ora rimaneva solo un ultimo atto prima che la loro vittoria fosse completa. Cullato dal suono del cuore di Harumi, Diogene si addormentò.

    In quell'istante, la luce tornò nell'antro dove dimorava il Nibi. Il Signore del Caos si trovava ancora ai suoi piedi, schiacciato a terra dal potere sconfinato del bakeneko. Matatabi sorrise mostrando le zanne affilate, terribile a vedersi. Aveva pregustato quel momento fin da quando la sua sciocca portatrice aveva proposto il suo folle piano. Lentamente, per dare il tempo a Khorne di realizzare l'orrore che stava per compiersi, avvicinò le fauci grondanti bava alla testa del dio dimenticato. Mai aveva assaggiato disperazione più saporita.

    Itadakimasu

    L'aveva intravisto nella mente di Diogene, con la coda dell'occhio mentre esalava l'ultimo respiro. Una piccola figura era emersa dalla pozza di sangue. Sembrava formata da un'infinità di sottilissimi fili scarlatti in perpetuo movimento che si intrecciavano a creare quello che appariva inequivocabilmente come un gattino. Avrebbe giurato, quando già il buio l'abbracciava, di aver udito un lontano miagolio. Quella fu l'ultima sensazione che l'accompagnò verso l'oblio.

    La testa le doleva e udiva un sibilo sordo continuo decisamente fastidioso, ma già aver riaperto gli occhi le sembrava un miracolo. Morta nell'anima di Diogene, morta nel mondo reale affogata, eppure era viva. Come avrebbe scoperto solo in seguito, doveva ringraziare l'uomo che giaceva riverso al suolo poco distante. Tra di loro una Yachiru che sembrava tornata quella di sempre. Incapace di rialzarsi, dopo un paio di tentativi Harumi si accontentò di mettersi seduta. Frugando nel porta oggetti ingerì tutti i tonici che aveva con sé. Non che si aspettasse granché, in fin dei conti era appena risorta, ma tutto aiutava. Ehi Yachiru... Attirò l'attenzione della bambina, in quel momento concentrata a stuzzicare il capovillaggio incosciente, con un flebile filo di voce. Quando fu vicina, le accarezzò la testa, più per tranquillizzare se stessa che la piccola. Sei stata brava... Andresti a chiamare Eiatsu per favore? Riprese fiato, chiudendo per un istante gli occhi. ...e anche...Fyodor... Sapeva di poter contare su di loro per preservare i segreti del kokage. Erano le persone più fidate presenti a Villa Mikawa, e già in passato le loro competenze mediche e sui rituali li avevano salvati. La osservò allontanarsi, uscendo dalla cripta. Ci avrebbe messo diversi minuti prima di tornare. La giovane spostò lo sguardo verso Diogene. Aveva tante cose da dirgli, alcune più importanti di altre, ma avrebbe dovuto attendere che si riprendesse. Che fatica... Speriamo che sia finita...
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    Incontri mondani


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    La cortina fumogena si levò grazie ad una modesta brezza primaverile, liberando il campo di battaglia. Il kiriano era conciato male, ma vivo. E, soprattutto, deciso a non arrendersi. Un comportamento questo che li faceva cert oonore e la giovane apprezzava, ma al tempo stesso non proprio dei più intelligenti considerando la situazione. Un bravo shinobi doveva sapere anche quando battere in ritirata, secondo l'antico adagio. Fuggi oggi per combattere domani. Ammirevole, ma faresti meglio a rassegnarti. Un atteggiamento piuttosto aggressivo per la timida Harumi, ma l'influsso del demone continuava a farsi sentire. Non appena lo vide ingerire il tonico, sfidandola a venire a prenderlo, sul suo volto si aprì un sorriso inquietante. Ohhh, non me lo faccio ripetere due volte!

    La jinchuuriki dai capelli bianchi scatto verso il suo avversario, pronta a tentare di farlo a pezzi, quando dagli spalti si levò una voce tonante.

    Basta così.

    A parlare era stato il braccio destro del kokage, forse uno dei pochi a poter affermare di conoscerlo bene senza mentire. Eiatsu il Freddo comparve dall'angolo in cui aveva osservato non visto lo scontro, avvicinandosi con passo lento al centro dell'arena dove si trovavano i due contendenti. La sorpresa fu tale da bloccare la carica della kunoichi, sbigottita. Non aveva mai sentito l'uomo alzare la voce. Anzi, non era neanche sicura che sapesse farlo, fino a quel momento. Il jonin di Oto per la giovane era più di un semplice superiore, si poteva dire che fosse la cosa più vicina ad una figura paterna per Harumi, perciò il suo intervento venne prontamente ascoltato. Youshi avrebbe notato che la chioma della ragazza, nuovamente, era tornata al suo colore originale, lasciandosi dietro ciocche candide.

    Subito dopo, però, Harumi avrebbe assunto un'espressione imbronciata, volutamente esagerata per darlo a vedere, lamentandosi con l'uomo. Eiatsu-san, perché ci ha fermati proprio sul più bello? Io e il mio nuovo amico ci stavamo divertendo! Non è vero, Youshi-kun? Si sarebbe voltata verso il ragazzo della Nebbia, in cerca di approvazione. Ah, spero non ti dispiaccia se ti chiamo per nome. L'avrebbe aggiunto con leggerezza, quasi si fosse resa conto in quel momento di essersi rivolta con forse eccessiva familiarità al Tokugawa. Nel frattempo una squadra medica si stava prodigando ad offrire le prime cure ad entrambi i contendenti, iniziando dal kiriano visibilmente più provato. Una volta quello scontro sarebbe andato avanti fino a quando uno dei due non fosse stramazzato a terra privo di sensi o peggio di vita, oppure avesse calpestato il proprio orgoglio proclamando la resa. I tempi, però, erano cambiati, e l'eliminatore, giustamente, si era fatto avanti per evitare che andassero troppo oltre. I genin promettenti erano una rarità in quel periodo, non potevano permettersi di perderli per l'intrattenimento di due kage o una dimostrazione di muscoli diplomatica e probabilmente anche Diogene e Kensei, a malincuore, si sarebbero dovuti trovare d'accordo con quello.

    Ehi Youshi-kun, come ti senti? Mi dispiace averti fatto male, spero di non aver esagerato. La consueta Harumi cordiale e amichevole era tornata, anzi era particolarmente vivace. Forse le aveva fatto bene mettersi in moto dopo tanto tempo, facendo scorrere l'adrenalina e il chakra del demone come non faceva da molto. Mentre si informava delle condizioni dell'avversario, si tolse i bracciali che portava ai polsi, riconsegnandoli ad Eiatsu, e prese a massaggiarseli. Molto meglio così... Comunque sei stato incredibile, per metà del tempo non avevo idea di dove ti trovassi! Come fai a scomparire così bene in piena luce? Ha a che fare con le ombre, ho indovinato? Alla ragazza non sembrava neanche vero di poter parlare con un quasi coetaneo che non appartenesse alla cerchia ristretta degli abitanti della Villa, quindi si ritrovò ad avere una parlantina veramente sciolta. Magari non avrebbe fatto una buona impressione sul Tokugawa, che sembrava più riservato e taciturno, ma di sicuro non avrebbe colto nella sua voce la minima ostilità, soprattutto considerando che avevano provato ad ammazzarsi fino a pochi minuti prima.

    E poi le tue mani che si trasformano in lame, incredibile! La portatrice continuava a tessere le lodi al ragazzo, facendosi fin troppo vicina per un adolescente, per quanto si trattasse di un ninja addestrato. Secondo me se indossassi dei guanti rinforzati, magari con una lamina metallica, potresti essere ancora più pericoloso. Se vuoi conosco un fabbro che potrebbe costruirteli, si tratta di uno Yotsuki un po' scorbutico, ma sa fare il suo lavoro... Sperava che i consigli e la disponibilità fossero graditi, soprattutto perché a sua volta stava per chiedere un favore al giovane. E poi le tue finte, veramente notevoli! Io invece con la spada sono una novellina, ho imparato solo le basi, ma si vede che non sono ancora abituata a usarla, eheh. Avrebbe porto la wakizashi a Youshi, mostrandogliela ora con più calma. Il suo nome è Canto del Delfino, ed in origine apparteneva a Kiri. Insieme alla sua compagna, Respiro della Balena, fa parte della collezione di Villa Mikawa da molti anni. Spostò lo sguardo verso la tribuna, dove il capoclan e il suo ospite stavano discutendo, lasciando intendere al genin della Nebbia che fossero tra gli argomenti di conversazione. Diogene le aveva detto di riconsegnarla al termine dello scontro, e così avrebbe fatto nelle mani del Mizukage, ma prima avrebbe fatto un'innocente richiesta a Youshi. Mi piacerebbe brandirla meglio, come merita... Ti andrebbe di insegnarmi qualcosa? Stava a lui rispondere ora, ammesso che fosse sopravvissuto a quella valanga di parole.
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    Il legno della vita


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    Harumi afferrò l'asciugamano portole dal maggiordomo e si deterse il sudore che le imperlava il viso, per poi passare al collo e alle braccia. Il suo allenamento mattutino con la spada si era fatto più intenso dopo il duello in arena contro il rappresentante della Nebbia, sotto l'occhio attento di entrambi i kage. Il suo maestro nella Villa le aveva insegnato tutte le basi della scherma e la giovane era autonoma nella sua routine, perciò si era sorpresa nel vedere Antares osservarla chi sa da quanto, comparso silenziosamente come suo solito. Grazie. Accettando il panno offerto, rinfoderò la wakizashi dalla lama lucida. Dovere. Ah, signorina Harumi, è arrivata una lettera per lei. La ragazza alzò lo sguardo, curiosa. Doveva essere quello il vero motivo della sua presenza lì. Sulla busta campeggiava il sigillo dell'Accademia. Aveva tutta l'aria di essere una missiva ufficiale, quindi l'aprì senza indugio. In effetti si trattava della convocazione per una missione, di cui però non era fornita alcuna informazione. Increspando le labbra, si rivolse al maggiordomo con voce cortese, ma ferma. Per favore, avvisa Diogene-sama che mancherò per un po'.

    Il variopinto gruppo di genin, che contava almeno un esponente per ciascun Villaggio, stava seduto con malcelata impazienza ad ascoltare i versi declamati da una donna di una bellezza eterea e sfuggente, come i suoni a cui dava vita pizzicando delicatamente le corde del suo shamisen. Personalmente ad Harumi quell'atmosfera rilassante non dispiaceva, e trovava invece un peccato che non fosse stato servito loro del tè per apprezzarla a pieno. A spezzare l'incantesimo bastò però un singolo, innocente, petalo di ciliegio. Allo strumento musicale fece posto la spada, agli haiku parole di guerra. Già, erano ninja in procinto di partire per una pericolosa spedizione in fin dei conti, non annoiati cortigiani radunati per apprezzare l'arte e conversare sulle ultime mode dei daimyo.

    La jonin della Nebbia non si dilungò nelle spiegazioni, comunicando loro il minimo indispensabile. Quella mancanza di dettagli fu notata da tutti i presenti, i quali non avrebbero perso tempo a colmare tali lacune tramite una serie di puntuali e serrate domande mirate al nocciolo del problema. Non per niente erano i migliori genin che i quattro Villaggi potessero offrire al momento, a sentire loro. La giovane, dal canto suo, non era sicura di potersi annoverare a buon diritto tra di loro, ma non era più neppure una novellina. Le sembrava passata una vita da quando, salvata da un fine orribile, era giunta ad Oto. Per una serie di coincidenze, fortunate o sfortunate a seconda dei punti di vista, era stata accolta a Villa Mikawa, di fatto adottata da quello che sarebbe divenuto da lì a poco il nuovo capovillaggio. Ed ora si trovava lì, sapendo di dover dimostrare tanto ad Oto quanto a Diogene di non essersi sbagliati quando avevano visto qualcosa in lei.

    La kunoichi rimase in silenzio mentre veniva assegnato alla Vipera del Suono il compito di parlamentare con i locali. Quel soprannome era più che meritato, ma non solo per il suo legame con i serpenti. La sua lingua era biforcuta, anche fisicamente in effetti, e piuttosto acida, pronta all'ira e accondiscendente solo con i potenti, e a volte neppure con loro. Insomma, la peggiore opzione disponibile quando si trattava di contrattare. Tuttavia, questo valeva ad Oto. Forse, trovandosi in un altro contesto, rivestita di una responsabilità non indifferente per la buona riuscita della missione, avrebbe sostituito al veleno il miele. Harumi sospese il giudizio sulla neo consigliera, attendendo di vederla all'opera, ma aveva un brutto presentimento.

    Le sorprese, tuttavia, non erano finite. Un anziano signore, incredibilmente arzillo per la sua età, li mise in guardia verso una possibile perdita della memoria. Ancora, la jinchuuriki non lo interruppe, ma assottigliò gli occhi, sospettosa. Era chiaro che stavano nascondendo qualcosa, una precauzione tale non si prendeva senza un fondato sospetto. Accettò la lettera, riponendola immediatamente nella tasta interna del corpetto, al sicuro. Matatabi, hai sentito? Un brontolio sordo dentro la sua testa da parte del nekomata, che prese come un segno d'assenso, la tranquillizzò. Qualsiasi cosa li aspettasse nella foresta, sapeva di poter contare sul Nibi.

    Appena giunti nelle sale dell'Accademia c'era stato poco tempo per le presentazioni e i saluti, ma erano riusciti a scambiarsi almeno i convenevoli di rito. Quando Fudoh l'approcciò, la giovane socchiuse gli occhi a mezzaluna, sforzandosi di ricordare gli eventi lontani a cui si riferiva. Ma certo! Sì, mi sono portata a casa un grazioso carillon quella volta...è stato divertente! Soprattutto considerando che aveva passato metà del tempo a riposare di fianco a Diogene e l'altra metà a risolvere indovinelli come ad un gioco a premi, senza rischiare attivamente la vita come la maggior parte degli sventurati coinvolti. Io sono Harumi! Piacere di rivederti Fudoh, spero che andremo d'accordo! Glissò elegantemente sui nomignoli affibbiati ai suoi colleghi, di cui più o meno intuiva l'identità, anche perché la sua attenzione fu attratta da un ragazzo con un occhio coperto dal coprifronte della Nebbia. Youshi-kun, sono contenta di averti al mio fianco questa volta. Harumi gli sorrise in un modo che avrebbe fatto arrossire più di un adolescente. Guardami le spalle, d'accordo?

    Un trattamento simile, anche se meno esuberante perché li incontrava per la prima volta, riservò agli shinobi di Suna e di Konoha, entrambi circa della sua stessa età, o forse appena più giovani. Il mio nome è Harumi, mi affido a voi. Fece loro un piccolo inchino, dimostrandosi affabile. Matsumoto le diceva sempre che la prima impressione è importante, ma se c'era una cosa in cui si era scoperta brava era andare d'accordo con le persone. Abbastanza sconcertante, viste le sue esperienze infantili. L'unica con cui difficilmente sarebbe andata d'accordo in quella stanza era proprio l'altra ragazza, di Oto per giunta, ma lì il problema dipendeva più dalla consigliera che dalla portatrice del Due Code. Hebiko-san. Un cenno del capo appena abbozzato e un educato saluto distaccato sarebbe stato il massimo che la Vipera avrebbe ottenuto, a meno che non fosse lei la prima a rivolgerle la parola. Non correva buon sangue tra le due da quando lei aveva insultato Diogene, il quale non solo era il kokage del Suono, ma anche il custode di Harumi. La kunoichi si augurò che collaborare non risultasse troppo complicato, per il bene di tutta la squadra.

    Una team in effetti ben nutrito, quasi troppo per una missione all'apparenza così banale, come ebbe modo di notare una volta che fossero stati congedati dalla loro referente. I suoi compagni avevano fatto delle domande interessanti, che sperava avrebbero permesso di chiarire almeno alcuni punti, mentre lei si era limitata ad osservarli e a guardare in giro, con un fare che avrebbe ricordato a qualcuno quello di un gatto curioso. La prima ad aprire bocca fu Hebiko, la quale rimarcò la raccomandazione dell'uomo di non aprire assolutamente la lettera se non in caso di necessità. Non aveva detto niente di sbagliato, ma il tono con cui lo impose, unito ad una non velata minaccia, irritò il sensibile Tokugawa. Harumi gli si avvicinò, sfiorandogli il braccio per tranquillizzarlo. Youshi-kun, Hebiko-san si è espressa male, ma ha ragione, quella lettera è una sorta di assicurazione sulla vita. E poi ancora, dopo averne ascoltato la proposta. Buona idea! Magari quando saremo vicini alla meta potremmo scriverci sull'interno del braccio leggi la lettera, così nel caso non ne capissimo il senso a causa della perdita della memoria per prima cosa la apriremmo... Dovrei avere un pennarello indelebile da qualche parte... Si mise a cercare nella sacca porta oggetti, lasciando che gli altri nel frattempo ne discutessero. Ne approfittò anche per estrarre una mappa del continente, non troppo dettagliata a causa della scala, ma con diversi appunti aggiunti a penna. Intanto direi di studiare l'itinerario. Direi di fare una piccola pausa qui, prima di inoltrarsi nel bosco, in modo da essere freschi. Per ogni evenienza. In ogni caso prima di uscire si sarebbe recata da chi di dovere, chiedendo la carta più aggiornata del Paese dell'Orso a loro disposizione.

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    I Segreti del Mikawa


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    Il piano congegnato da Harumi e Matatabi aveva funzionato. Khorne, il dio del sangue, era caduto nella loro trappola. Troppo fiducioso di sé, aveva sottovalutato tanto il demone quanto la sua fragile portatrice. A causa di quella leggerezza si ritrovava in quel momento schiacciato sotto la zampa fiammeggiante del bakeneko, all'interno del mondo interiore della ragazza. Apparentemente avevano loro la mano vincente per quel giro. Ma la partita non era ancora finita.

    Questo è scorretto! Tu, VOI! Mi avete teso una FOTTUTA TRAPPOLA!

    Alle stesso tempo, però, la kunoichi e il Nibi non avevano considerato che la divinità decaduta avesse un piano di riserva. Anche se l'avessero previsto, comunque, non era in loro potere far nulla per evitarlo, poiché l'entità aliena era in grado di agire anche nel mondo esterno tramite il corpo di Diogene, più vicino ad un burattino di cui il nemico tirava i fili che al terrificante capovillaggio del Suono e capoclan dei Mikawa. La figura di Harumi, al contrario, era ormai completamente sommersa nella prigione di sangue vermiglia che, lentamente quanto inesorabilmente, stava ponendo fine alla sua vita in modo orribile, soffocandola mentre era ancora cosciente.

    La volta avvolta dal buio sopra la cella del nekomata vibrò ancora, mentre pezzi che la costituivano crollavano al suolo sollevando esplosioni d'acqua, simile all'interno di una cattedrale colpita da un terremoto incessante, che la smantellava un poco alla volta in un crescendo inevitabile. Mancava poco al colpo di grazia, e tanto Matatabi quanto il Gatto ne erano consapevoli. Quel corpo stava morendo. All'improvviso un lampo di chakra vermiglio come il sangue attraversò il cielo, se tale termine si poteva usare per quel luogo senza tempo. Fu il Nibi il primo ad accorgersi che qualcosa non andava. Abbassò lo sguardo sull'essere indicibile, stringendo la morsa delle dita artigliate sul suo simulacro e assottigliando ulteriormente le pupille feline.

    Che cosa hai fatto, dannato?!

    Il messaggio mortifero, veicolato da un'illusione dalla potenza ineguagliabile, aveva raggiunto direttamente la mente della giovane kunoichi, instillandole un pensiero non suo, ma incredibilmente affascinante. Lo spirito della jinchuuriki però stava in quel momento vagando all'interno dell'anima del Colosso e se ne sarebbe resa conto solo alcuni istanti più tardi, giusto in tempo per il gran finale. Un'idea folle, a lei completamente aliena, ma forgiata in modo tanto realistico da farla sembrare sua. Uccidere Aloysius Diogenes Mikawa.

    Harumi ce l'aveva fatta, aveva soddisfatto le aspettative del Due Code portando a termine il compito che si era prefissata. Sapeva, o meglio voleva credere, che da qualche parte nel profondo la coscienza del capoclan fosse ancora viva, pronta a lottare per riprendere il controllo del suo corpo e della sua vita. Ed aveva ragione. Nonostante sentisse le forze venire meno, non si era persa d'animo e infine l'aveva trovato. Annaspando alla ricerca di aria, aveva versato il suo sangue come tributo per risvegliarlo ed ora lo fissava negli occhi con un tenero sorriso che le richiedeva tutte le sue residue forze mantenere.

    Harumi...sei riuscita a trovarmi.

    Lei avrebbe annuito piano, incapace di parlare. Aveva fatto la sua parte, ora stava all'uomo riprendersi ed affrontare la divinità caduta. Perché, anche avendone il potere, non spettava a lei salvarlo. Gli avrebbe dato una mano, ma solo lui poteva salvare se stesso. Fu a quel punto, mentre i due si fissavano, l'uno inchiodato alla croce, l'altra che la croce la portava dentro, che Harumi sarebbe caduta ai piedi della motta di sabbia dopo aver portato una mano alla fronte. Una fitta allucinante alla tempia la travolse, come un chiodo piantato direttamente nel cervello. Provata, al limite dell'umana resistenza, la giovane ritenne che fosse il modo in cui il fisico comunicasse alla sua psiche che fosse giunta la sua ora.

    Invece dopo poco quel dolore acuto iniziò a scemare, lasciandola stranamente lucida e in forze. Che il Mikawa avesse riguadagnato il controllo sulla pozza di sangue in cui era sprofondata, tirandola fuori? Non appena il nome dell'uomo le ebbe attraversato la mente, Harumi alzò gli occhi verso la figura inchiodata. Il kokage avrebbe realizzato subito che qualcosa, dentro di lei, era cambiato. L'espressione sul suo volto era tirata, non più stanca, ma felice, bensì spaventata ed aggressiva, come un animale messo all'angolo. Lo temeva, chiaramente, ma c'era dell'altro. Il suo sguardo, solitamente limpido e di un'innocenza quasi fastidiosa, era rovente, affamato. Bramava la sua morte. Doveva uccidere Diogene Mikawa.

    La kunoichi abbassò lo sguardo, confusa. Aveva fatto tutta quella strada fino a lì, soffrendo nel corpo e nella mente, per...ammazzarlo? Sì, sembrava che fosse proprio quello il motivo. Perché non lo aveva ancora fatto allora? L'obiettivo era più che a portata di mano, con il Mikawa imprigionato, debole e impotente, e lei dotata di un'energia ritrovata. Eppure, non riusciva a ricordare come era giunta a tale decisione. Lo odiava? No, più ci pensava e meno gli sembrava che c'entrasse qualcosa un risentimento personale. Nonostante ciò, la ragazza si rimise in piedi ed iniziò ad avanzare nuovamente verso la croce dalla quale era ruzzolata giù poc'anzi. In fin dei conti non era importante, doveva semplicemente fare ciò che era giusto, senza pensarci troppo.

    Lentamente, si arrampicò lungo la china, raggiungendo l'altezza del Colosso appeso. Sorrise, ma per l'ironia: conciato così non incuteva nessun timore, assomigliava piuttosto ad uno spaventapasseri stropicciato. Matatabi avrebbe riso nel vederlo così. Giusto, il demone codato! Magari era suo quel desiderio bruciante, che l'ammantava con un fascino irresistibile. La ragazza inclinò un poco il capo, incerta, e tamburello sulla mandibola con un dito. No, anzi, sarebbe andato su tutte le furie per la condizione in cui era ridotto. Si sarebbe sentito tradito dal suo rivale prediletto per essersi piegato a qualcun altro che non era lui. Diogene era il destinatario finale della sua vendetta, il nekomata avrebbe odiato a morte la giovane per avergliela sottratta, prendendo per lei la gloria.

    Quindi perché era lì? Come erano arrivati a quel punto? Sapeva cosa doveva fare, ma la infastidiva all'inverosimile non capire, o riuscire a ricordare, una cosa tanto banale. Era un ninja, di Oto per giunta, ma non era un'assassina a sangue freddo. Non uccideva la gente per divertimento, o perché le veniva semplicemente chiesto. Non provava sentimenti malevoli, oscuri, da ormai lungo tempo, da quando gli aveva relegati nelle profondità più recondite della sua anima al punto di dimenticarli, con una tale intensità da far emergere una personalità alternativa, nata dalla fusione tra la sua parte peggiore e il potere del Due Code. Eppure, era lì davanti alla sua vittima con la stessa tranquillità di un macellaio di fronte ad un agnello.

    Stava per diventare carnefice di un uomo che tutto si poteva definire tranne che buono, sul cui capo pendevano colpe incalcolabili, troppo numerose anche solo per ricordarle. Se c'era qualcuno, nel continente, a meritare la morte, quello era lui. La giovane alzò la mano, le dita unite a formare una lama, le unghie insolitamente affilate. La portò con una lentezza esasperante sopra la testa, sotto lo sguardo incredulo dello shinobi. Era quella la fine di Diogene, capoclan dei Mikawa, capovillaggio del Suono, il Colosso. Nel momento in cui l'uomo chiuse gli occhi, calò il colpo.

    La prima cosa che avrebbe percepito sarebbe stato il calore, tiepido, del sangue. Poi, spalancate le palpebre, l'avrebbe visto. Il prezioso fluido vitale lo ricopriva da capo a piedi, per poi colare lungo l'asta di legno fino a dissetare la sabbia nera su cui sorgeva la croce. Eppure, non sentiva alcun dolore. Dove l'aveva colpito la ragazza? Perché respirava ancora? La risposta alle sue domande sarebbe stata evidente, non appena avesse abbassato lo sguardo. Harumi giaceva riversa al suolo, il volto rivolto verso di lui, la mano affilata piantata nelle carni al di sotto del costato. Respirava appena, ma sorrideva, e questa volta era un sorriso sincero, come quando poco prima l'aveva risvegliato dal suo sonno.

    Pochi istanti prima. Il braccio era appena partito, diretto alla gola del sovrano caduto, quando Harumi aveva avuto un'illuminazione. Khorne, la divinità del sangue, era lui che stava combattendo fino a poc'anzi insieme a Matatabi e al Gatto. Era lui il vero nemico che doveva affrontare. L'avevano sfidato, puntando su un'azzardo sconsiderato per trarlo in trappola. E l'essere oscuro aveva rilanciato, ribaltando il tavolo. Non c'era più possibilità di vittoria, se non andando all-in. Mettendo l'unica cosa che le era rimasta di valore sul piatto. La sua stessa vita. In cambio di quella di Diogene Mikawa. Un cambio più che vantaggioso, a onor del vero.

    Il liquido vermiglio si spandeva intorno al corpo della giovane come l'olio da una bottiglia rotta. L'emorragia interna stava riempiendo anche i polmoni, e nonostante continuasse a tossire sangue per liberarli non le arrivava abbastanza ossigeno al cervello. Presto sarebbe svenuta. Era quasi contenta, non sentiva più niente se non il morbido abbraccio della sabbia rovente. Si sarebbe lasciata lentamente avvolgere da quell'oscurità, questa volta tanto rassicurante. Si chiese se qualcuno avrebbe pianto per lei. Il Mikawa no di certo, e neppure Eiatsu, anche se forse si sarebbe rattristato. Matatabi invece si sarebbe infuriato come non mai. Povero Matatabi, lasciato di nuovo solo. Il suo pensiero andò al demone codato, chiedendogli perdono per aver infranto anzitempo la loro promessa.

    Infine, quando ormai sentiva la vita abbandonare il suo corpo e la vista si faceva sfuocata, riuscì ad incrociare lo sguardo con l'uomo cui aveva salvato la vita, donando al suo posto la propria. Cercando di trattenere i conati, gli rivolse uno sguardo incredibilmente sereno. La sua ora era giunta, ma non c'era traccia di tristezza sul suo volto, ne di rabbia. L'unica cosa che l'uomo vi avrebbe scorto era una sconfinata fiducia nei suoi confronti. Gli stava affidando quel futuro che lei non avrebbe potuto vivere. Qualcosa di dimenticato, sottovalutato, eppure fondamentale. Era quello il vero dono che Harumi stava facendo a Diogene.

    N...non...potevo...lasciarla morire...le pa...re?
    Non...me...lo avrebbero mai...per...donato...


    [Nota]Potenza Rilascio 30 + 60 (6 Leggere di danno)

    6 Leggere Autoinflitte +20 Leggere da Genjustsu = danno di 26 Leggere alla Vitalità

    Non avendo subito 30 Leggere o più di danno dovrebbe essere ancora viva, sebbene morente perché superata la Vitalità totale.

  6. .

    Incontri mondani


    6

    Circondata dalla cortina fumogena, Harumi non riuscì a capire se la sua offensiva aveva avuto successo o meno, ma dubitava che fosse bastata a mettere fuori gioco il kiriano e la parola fine su quell'incontro. Il sangue che colava dal taglio obliquo sulla fronte le scese tra gli occhi, infastidendola, e subito portò un braccio alla testa per detergerlo con la manica stropicciata. Non se ne era resa conto subito per via della furia che l'aveva posseduta, ma il colpo del Tokugawa aveva penetrato lo spesso stato di chakra e, sebbene la lesione non fosse profonda, l'emorragia non accennava ad arrestarsi [Nota]Ci siamo accorti insieme che nel post precedente Horla aveva dimenticato di indicare la potenza del colpo senz'armi, che va a sommarsi al resto. Ho quindi ricalcolato di conseguenza il danno, pari a mezza leggera. Subisco inoltre il relativo status sanguinamento già a partire dal turno scorso.. Purtroppo aveva già consumato l'unico tonico coagulante che si portava dietro, e non aveva decisamente il tempo di fasciare la ferita come si deve, con il nemico in agguato. L'unica cosa che poteva fare era stringere i denti e contare sulle incredibili capacità rigenerative concessole dal Nibi, oltre che dalla presenza di una squadra medica pronta ad intervenire non appena lo scontro fosse terminato, nella speranza che non le rimanesse una cicatrice.

    Rientrata in sé, con un attimo di respiro dopo l'attacco ad area che aveva portato, Harumi entrò di nuovo in contatto con Matatabi nel suo mondo interiore. La kunoichi aveva ricacciato l'ira irrefrenabile che l'aveva soverchiata ed era ora consapevole del limitato controllo che poteva esercitare su quel potere a causa dei bracciali degli Inferi. Se avesse tentato nuovamente di attingervi eccessivamente come in precedenza si sarebbe ripetuto lo stesso vergognoso spettacolo, con lei in preda ai suoi più abietti istinti. Però, se si fosse limitata al minimo necessario, era convinta di potercela fare. Nel frattempo, nel mondo reale, udì chiaramente l'impatto di un'arma contro il suolo ad alcuni metri da lei. Non aveva un istante da perdere, doveva tornare indietro subito. Lui stava arrivand. Matatabi, prendo un poco del tuo chakra in prestito. La fanciulla era l'epitome dell'educazione, se era arrivata ad imporre quella decisione, per quanto lieve, al demone senza neppure chiedergli il permesso era perché la situazione lo richiedeva. O forse, inconsciamente, era leggermente infastidita dal tentativo da parte del nekomata di farle compiere azioni che normalmente avrebbe rifiutato e quello era il suo modo infantile di vendicarsi [Slot Tecnica 1].

    Probabilmente Youshi non avrebbe fatto in tempo ad accorgersene, ma il colore dei capelli della ragazza era mutato nuovamente. Diversa però la risoluzione che avrebbe visto nei suoi occhi, a cui stava puntando, incredibilmente vividi e acuti. Se la ragazza non si era voltata a controllare in direzione del tonfo, era principalmente perché a quel punto dello scontro lo riteneva un errore troppo grossolano da parte del ninja della Nebbia, che fino a quel momento aveva fatto del silenzio e dell'invisibilità la sua arma più pericolosa. Harumi stava tamponando nuovamente la ferita sulla fronte con il braccio sinistro quando senza alcun preavviso, come volevasi dimostrare, l'avversario le saltò addosso praticamente impercettibile, allungando la sua mano affilata come una lama verso il suo viso. L'otese, che stava ancora cercando di controllare l'afflusso dell'energia demoniaca dentro di sé senza perdere di nuovo il controllo, fu presa in contro tempo, e l'unica cosa che poté fare per evitare danni maggiori fu sacrificare l'arto, fortunatamente già in posizione perché altrimenti non avrebbe fatto in tempo [Slot Difesa 1][Parata] Resistenza 575, Riflessi 400

    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 Res.
    [Controllo Demoniaco] +1 Res., -1 Vel.
    [Impasto] Basso +3 Res.
    [OverCAP] +4 Resistenza

    Danno: 1,5 Leggere al Braccio Sx
    Status: Semiparalisi Braccia +2 turni

    Nota: usando un arto con semiparalisi, perdo 1 Slot Azione
    .

    Argh... La giovane si lasciò sfuggire un gemito quando l'arto venne trafitto, rimpiangendo la mancanza di un parabraccia, ma sempre meglio dell'occhio. Nel frattempo Youshi era atterrato di fronte a lei, riprendendo immediatamente l'offensiva con una serie di finte a cui la ragazza iniziava ad abituarsi, senza però avere la calma e la capacità di discernere attraverso di esse. Si rassegnò ad incassare ancora, portando anche l'altro braccio davanti al viso, in una posizione che avrebbe dovuto ricordare la guardia alta di un boxer, con i pugni chiusi, i polsi incrociati davanti allo spazio tra gli occhi e i gomiti all'altezza delle spalle, ma in realtà assomigliava di più alla posa assunta da una ragazzina bullizzata. E tale dovette sembrare dall'esterno, mentre le gragnola di colpi si susseguiva. Testa incassata tra le spalle, gambe leggermente divaricate e ginocchia piegate per abbassare il baricentro ed offrire meno bersaglio al kiriano senza pietà [Slot Difesa 2]Resistenza 575, Riflessi 400

    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 Res.
    [Controllo Demoniaco] +1 Res., -1 Vel.
    [Impasto] Basso +3 Res.
    [OverCAP] +4 Resistenza

    Danno: 1/2 Leggera al Braccio Sx
    .

    Per fortuna quasi la metà dei colpi si rivelò null'altro che finte, tuttavia i tagli continuavano a susseguirsi e le braccia colanti sangue sarebbero state uno spettacolo spaventoso, se non fosse che entrambi i kage che assistevano allo scontro approvavano quella linea di pensiero e, come se non bastasse, erano abituati ad avere a che fare con il prezioso fluido scarlatto. E di quella linfa vitale neppure l'assassino della Nebbia era sazio, perché senza mostrare la minima remora o segno di rimorso cercò di decapitare la piccola otese con un colpo a forbice. Il taglio delle mani si chiuse poco sopra i gomiti racchiusi a difesa, intaccando i già provati avambracci , ma dando al contempo la possibilità ad Harumi di reagire. Stanca di subire, incapace di azzerare del tutto l'istinto omicida proveniente dal demone, incassò sacrificando le braccia e saltò letteralmente addosso al giovane con una ginocchiata alle parti basse, agevolata dalla posizione estremamente ravvicinata e dalla posizione rannicchiata [Slot Difesa 3 + Slot Azione 1][Subisci e Mena]

    [Subisci] Resistenza 575

    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 Res.
    [Controllo Demoniaco] +1 Res., -1 Vel.
    [Impasto] Basso +3 Res.
    [OverCAP] +4 Resistenza

    Danno: 1/2 Leggera al Braccio Sx, 1/2 Leggera al Braccio Dx

    [Mena] [Attacco in Mischia] Forza 475, Velocità 450, Pot. 10

    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 For.
    [Impasto] Basso +3 Vel.
    .

    Se avesse avuto successo, le possibilità di procreare da parte del kiriano sarebbero lievemente diminuite, ma aveva altro di cui preoccuparsi al momento. Infatti, non appena si fosse mosso per difendersi, nella direzione del suo spostamento sarebbero partiti una serie di fili acuminati, che altro non erano se non i capelli candidi come la neve della jinchuuriki cristallizzati dal chakra [Slot Tecnica 2]. La gittata era notevole, anche se il raggio coperto non molto. Tuttavia, la ragazza faceva affidamento sulla corta distanza per metterne a segno almeno una parte. Harumi si ritrovò a scattare ancora verso lo shinobi se si fosse tolto di lì, o ad aggirarlo con grazia felina se avesse scelto di subire [Slot Gratuito][Istantaneo] Movimento 6m. Si rese conto che era stranamente eccitata per il corpo a corpo serrato, e non bastava l'adrenalina in circolo a spiegarlo. Quello doveva essere l'effetto collaterale di ricorrere al potere del bakeneko. Doveva imparare a controllarlo meglio. Il combattimento che stava affrontando, per quanto suonasse strano dirlo, era un ambiente protetto rispetto a ciò che le riservava il futuro. Agire senza il completo controllo di sé in missione le sarebbe potuto risultare fatale, un giorno.

    Raggiuntolo, potendo, la kunoichi del Suono avrebbe tentato un calcio circolare con la sinistra ad altezza del volto, ma con una sottile ironia si sarebbe trattata di una finta [Slot Gratuito][Veloce] Finta. Dopo aver riservato al suo avversario lo stesso trattamento, portando il colpo troppo alto perché potesse essere pericoloso, si sarebbe data la spinta con l'unico piede d'appoggio continuando la rotazione. Alzata la gamba destra, avrebbe sferrato un calcio all'indietro, mirando con il tallone alla bocca dello stomaco del Tokugawa, nella speranza di mozzargli il fiato e spingerlo via [Slot Azione 2][Attacco in Mischia] Forza 450, Velocità 500, Pot. 10

    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 Vel.
    [Impasto] Basso +3 Vel.
    . Tuttavia il suo corpo ormai era al limite, e non sarebbe riuscita ad infierire ulteriormente sul ragazzo, se non verbalmente, con un'aggressività non propriamente sua. Allora, che ti prende? Sei Stanco? Faresti meglio ad arrenderti! Io posso continuare ancora per tutto il giorno! Un bluff, ma solo in parte. Perché se era vero che la giovane si sentiva esausta, lo era più a livello mentale per la concentrazione richiesta da uno scontro di tale livello. Il suo fisico, per quanto spinto all'estremo, continuava ad essere sorretto da quell'energia sovrumana donatale dal demone. Sebbene esistesse l'opzione di arrendersi, non era loro la scelta sulla durata di quell'incontro, bensì dei capovillaggio che li stavano guardando. A meno che uno dei due non fosse svenuto o morto nel frattempo, chiaramente.



    Chakra: 18/50
    Vitalità: 5/14
    En. Vitale: 25/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 425
    Velocità: 375
    Resistenza: 450
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: Parata
    2: Parata
    3: Subisci
    Slot Azione
    1: Mena
    2: Attacco in Mischia
    3: [semiparalisi]
    Slot Tecnica
    1: Chakra del Demone
    2: Mille Aculei
    Equipaggiamento
    • Kunai × 7
    • Bomba Sonora × 1
    • Cartabomba Deflagrante I × 1
    • Bolas × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Wakizashi × 1
    • Makibishi × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Kaiken × 1
    • Cartabomba I × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1

    Note
    Statistiche Energia Rossa, TS livello I
    Equipaggiamento modificato come da Tabella riassuntiva.
    Posizione iniziale 4 quadratini a sinistra sulla stessa riga. 1 quadratino = 2 metri.
    Altezza dei pilastri concordata in 7 metri, larghezza base 2 metri x 2 metri

    Status:
    - Semiparalisi Braccia 2/4
    - Scoordinato
    - DnT (Medio) Sanguinamento 1/3 leggere

  7. .

    Incontri mondani


    5

    Nonostante l'avesse preso in contro tempo, il Tokugawa si dileguò appena prima che le mani della kunoichi posseduta gli agguantassero il collo. Di certo non si poteva dire che il kiriano non era rapido a fuggire. La ragazza gatto, acuendo al massimo i suoi sensi animali, partì all'inseguimento, ma la gamba sinistra provata dallo sforzo compiuto in precedenza la trattenne dal muoversi come desiderava. Ciò nonostante, infine, si ritrovò abbastanza vicina allo shinobi da poterlo scorgere, sebbene a fatica, al limite del suo campo visivo. A meno di due metri da lei, appollaiato come aveva fatto la kunoichi in precedenza, sarebbe stato un attimo per il demone incarnato saltargli addosso. Tutto quel correre in giro, però, aveva permesso ad Harumi, quella solitamente dominante, di riprendere il controllo, facendo scemare progressivamente l'aggressività del Nibi e della sua parte più oscura. Lievemente affaticata, con il fiato corto, Youshi l'avrebbe vista ritrasformarsi, riprendendo l'aspetto di sempre. O quasi, perché tra i suoi capelli si scorgevano ora delle ciocche bianche, quasi lasciate indietro dalla trasformazione. Forse ne sarebbe stato lieto, interpretandolo con sollievo come un'indebolimento della sua avversaria: avrebbe scoperto presto quanto si sbagliava [Nota]Per effetto di Furia del Demone, non avendo usato almeno due slot azione su tre per attaccare la TS si disattiva (ho chiesto allo staff e contano anche quelli persi per lo status semiparalisi). Con l'ipotetica del round precedente finisco il movimento entro il metro e mezzo da Youshi, che è la percezione attuale di Harumi..

    Con la mente finalmente lucida, la jinchuuriki realizzò che sebbene ancora in grado di combattere, il suo corpo iniziava ad essere provato dagli sforzi eccessivi a cui l'aveva sottoposto. Doveva guadagnare tempo per riprendere il controllo su di sé, ma contemporaneamente non poteva permettersi di perdere il vantaggio che Matatabi le aveva fatto conquistare. Per la prima volta da quando era iniziato lo scontro era lei ad avere l'iniziativa. Non avrebbe sprecato quell'opportunità. La giovane portò le mani quasi insensibili dietro la schiena, nascondendole alla vista del suo opponente verso cui guardava. La prima cosa che fece fu sganciare la linguetta del fumogeno che conservava per situazioni come quella, quando praticamente lo stava ancora estraendo dalla sacca porta oggetti posteriore [Slot Azione 1][Equipaggiamento] Fumogeno

    Fumogeno [Bomba]
    Piccoli esplosivi che creano una nube di fumo che si dirada dopo 1 round, se utilizzato in un ambiente aperto, dopo 3 post, se in un ambiente chiuso. Zone fortemente areate diminuiranno l'efficacia dell'esplosivo. Concede Occultamento Parziale entro 4,5 metri dal punto d' impatto.Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 30)
    [Da genin in su]

    Nota: ho chiesto allo staff, in pratica lo status semiparalisi è unico per tutto il corpo, avere più parti colpite aumenta solo la probabilità di subirne gli effetti, quindi usare entrambe le mani mi fa perdere solo uno slot azione.
    . Il fumo iniziò ad avvolgerla ancora prima che il cilindro, abbandonato a se stesso, toccasse al suolo. E l'idea era proprio quella, perché allo stesso modo, con solo un istante di ritardo per assicurarsi di essere coperta almeno in parte dal fumo, avrebbe attivato con l'altra mano un secondo ordigno, altrettanto subdolo [Slot Azione 2][Equipaggiamento] Bomba Sonora

    Bomba Sonora [Bomba]
    Si tratta di ordigno sonoro dalle ridotte dimensioni. La carica sonora sviluppata all' esplosione può causare Confusione (DnT Medio) se impatta entro 3 metri. Entro 6 metri Assorda e causa Intralcio Leggero per 1 round.Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 30)
    [Da genin in su]

    Nota: ho appurato con lo staff che si tratta di slot azione offensivo, quindi non si configura AdO per due slot azione consecutivi non offensivi.
    .

    La ragazza fece appena in tempo a coprirsi le orecchie, probabilmente ormai non più visibile, prima che si realizzasse l'esplosione. L'onda d'urto si sarebbe propagata quasi istantaneamente, considerata la corta distanza raggiunta, coinvolgendo presumibilmente anche il Tokugawa. Ma la protetta di Diogene non aveva ancora finito. Contando mentalmente i secondi, non appena fosse stato sicuro spostare le mani dal capo le avrebbe unite a formare due rapide posizioni magiche, utilizzando un jutsu particolarmente insidioso data la situazione. La kunoichi emise un fumo minaccioso dalla propria bocca, veramente difficile da percepire in mezzo alla foschia artificiale creata ad hoc, con la quale si confondeva fin troppo facilmente. L'aurea di ceneri si diffuse rapidamente, ammorbando l'aria circostante insieme al fumo, ma non appena la ragazza interruppe il flusso, ne conseguì una violenta deflagrazione, in grado di coinvolgere tutto ciò che la circondava [Slot Tecnica 1]. Prima che la copertura offerta dall'equipaggiamento si dissipasse del tutto, l'otese sarebbe arretrata con un balzo, al limitare della cortina fumogena, sia che questa fosse stata ancora integra dopo il katon sia che si fosse indebolita, giusto per mettere un poco di distanza tra di loro, allontanandosi dalla colonna e dalla sua ombra [Slot Gratuito][Istantaneo] Movimento 3m

    Indipendentemente dalla tua posizione iniziale, mi sposto nella direzione più lontana dalle ombre proiettate dalle colonne. Non so se con il fumogeno ci siano ancora ombre, in ogni caso.
    . Per difendersi questa volta il nebbioso avrebbe dovuto proprio darsela a gambe. Se invece aveva qualche asso nella manica, era il momento di sfoderarlo.

    Chakra: 27,25/50
    Vitalità: 9,5/14
    En. Vitale: 28,5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità: 400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Eq. Fumogeno
    2: Eq. Bomba Sonora
    3: [semiparalisi]
    Slot Tecnica
    1: Nuvola Esplosiva
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 7
    • Bomba Sonora × 1
    • Cartabomba Deflagrante I × 1
    • Bolas × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Wakizashi × 1
    • Makibishi × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Kaiken × 1
    • Cartabomba I × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1

    Note
    Statistiche Energia Rossa, TS livello I
    Equipaggiamento modificato come da Tabella riassuntiva.
    Posizione iniziale 4 quadratini a sinistra sulla stessa riga. 1 quadratino = 2 metri.
    Altezza dei pilastri concordata in 7 metri, larghezza base 2 metri x 2 metri

    Status:
    - Semiparalisi Gamba Sx 2/2
    - Semiparalisi Braccia 1/2
    - Scoordinato

  8. .

    Incontri mondani


    4

    Harumi aveva ricevuto l'onore e onere di custodire il demone a due code dentro il suo corpo senza avere voce in capitolo. Si trovava semplicemente nel posto giusto nel momento sbagliato. Tutto ciò che era successo negli Inferi di Oto era dovuto ad una concatenazione di eventi che nessuno avrebbe mai potuto prevedere, né impedire. Il fato si era messo in moto, coinvolgendoli tutti nella sua trama. Che il risultato fosse un bene o un male non era deciso. La sorte non esprime giudizi, è neutra. Gli uomini definivano la fortuna buona sorte quando gli tornava comodo, la sfortuna mala sorte quando le cose non procedevano secondo i loro interessi. Matatabi apparteneva al destino della ragazza. Ma il loro futuro non si era ancora manifestato: dovevano scriverlo, insieme.

    Il legame tra il Nibi e la kunoichi si era rinforzato parecchio di recente, merito degli ultimi traumatici avvenimenti di cui erano stati partecipi a Villa Mikawa. Se già in precedenza avevano raggiunto un grado di convivenza accettabile, che sfiorava l'affatte da parte della giovane e la sopportazione da parte del gatto, ora erano perfino in grado di collaborare. Ciò nonostante, Harumi si faceva premura di ricorrere ai poteri del bakeneko. Non per timore che potesse liberarsi, ovviamente. Innocente, si fidava di lui, senza nessuna garanzia. La sua paura era al contrario quella di farlo sentire sfruttato, trattato come un'arma, al pari di chi l'aveva preceduta. Inutile dire come il nekomata non condividesse per nulla questa linea di pensiero. Per lui fuoriuscire dal mondo interiore dove era stato confinato dal sigillo di Eiatsu costituiva una notevole distrazione alla sua perenne noia e un'opportunità unica di sfogare almeno un minimo dell'enorme mole di rabbia condensata in secoli di odio continuo.

    D'altro canto, Diogene era stato piuttosto chiaro. Le aveva affidato una grande responsabilità con quell'incontro. Avrebbe dovuto mostrare ad un alleato le potenzialità del suo Villaggio. Ad aumentare la pressione sulla giovane, tra gli spalti altrimenti deserti stavano diversi abitanti di Villa Mikawa giunti apposta per vederla. Alcuni erano lì solo per fare il tifo, altri per assistere ai suoi miglioramenti dopo gli insegnamenti che le avevano impartito. Tra di loro, svettava proprio Eiatsu. Per Harumi era la persona che più si avvicinava ad una figura paterna. Patrigno, o suo guardiano, di fatto la custodiva mentre si trovava ad Oto, curandone l'addestramento con l'aiuto dei suoi compagni. Cuore di ghiaccio, solo raramente aveva lasciato trasparire dei minimi segnali d'affetto per la ragazza, ma quei momenti avevano un valore incalcolabile per lei. Non l'avrebbe deluso, a nessun costo.

    La vista della ragazza era ancora offuscata. Sebbene non ne fosse sicura, doveva trattarsi di un effettuo residuo dell'oscurità che l'aveva avvolta qualche secondo prima. Aveva provato, pure nelle condizioni di svantaggio in cui si trovava, a creare un po' di distanza tra sé e l'avversario, ma rimaneva ancora in sua balia. Con tutta la sua astuzia, non era riuscita a ribaltare la situazione. Il kiriano era semplicemente troppo sfuggente per lei, con la sua capacità di sfuggire tra le ombre e di sparire in piena luce. Si era difesa, ma non riusciva a prevalere. Era quello il suo limite, dunque. Con amarezza, la giovane si rese conto di valere ancora poco come kunoichi. Dentro di sé chiese perdono per quanti avevano sprecato il proprio tempo con lei. Non si era impegnata abbastanza. Però non era ancora tutto finito. Perché lei non era sola.

    Matatabi... Per favore, aiutami.

    Una preghiera, un'umile richiesta di aiuto. Mai si sarebbe sognata di dare un ordine al possente demone che albergava in lei, troppo grande era il suo rispetto per lui. Gli aveva fatto una promessa. Doveva provargli che lei era diversa. Voleva provarlo, ad entrambi. Harumi chiuse gli occhi, in ogni caso di scarsa utilità a causa del velo di tenebre sceso su di essi, concentrandosi sul suo tantien, il fulcro del suo chakra e luogo dove idealmente abitava il nekomata. Il flusso era distorto a causa dei bracciali simili a manette che indossava. Avevano paura che soverchiasse il suo avversario a cause del Nibi probabilmente, ed avevano deciso di sfruttare quell'occasione per testare quel nuovo giocattolo del Kokage, usandola come cavia. Due piccioni con una fava, in perfetto stile di Oto.

    Mocciosa, ti sei decisa finalmente a farmi uscire?

    La voce profonda del gatto demoniaco le pervase la mente, graffiante. Poteva chiaramente percepirlo fremere dentro di lei, non al punto dal non poterlo contenere, ma spingeva comunque prepotentemente per avere la sua dose di effimere libertà.

    Mi raccomando... Non voglio ucciderlo.

    Il verso del bakeneko fu intelligibile, ma trasmise tutto il suo disappunto. Era chiaro che, dal suo punto di vista, la ragazzina gli stesse togliendo il divertimento. Tuttavia, tra l'oscurità e le fiamme, i due occhi bicromi parvero sorridere.

    E va bene, per questa volta cercherò di trattenermi... Allora, andiamo!

    L'intera conversazione era durata non più di un secondo nel mondo esterno. Infatti, quando Youshi alzò il braccio verso di lei mirando alla sua gamba con l'insidioso lancia spiedi, già il chakra del Due Code aveva iniziato ad entrare in circolo, mescolandosi con il suo [Slot Tecnica 1]. Mentre il sottile dardo saettava verso di lei, la fanciulla aprì gli occhi, solo che le fessure si erano fatte affusolate come quelle di felino, ed il colore dell'iride era mutato dal viola al giallo, così come i capelli a partire dalla radice si tinsero istantaneamente di bianco. Lasciato cadere il kunai ai suoi piedi, sorrise in modo inquietate, mettendo in bella mostra due appuntiti canini. Chi conosceva un poco la protetta del Mikawa forse aveva già intravisto quella sua trasformazione, diversa da quella degli altri jinchuuriki per una lunga serie di motivi. Ma si potevano contare sulle dita di una mano quanti potevano dire di averla osservata ricoperta di quella sottile patina di chakra ribollente che le dava l'apparenza di un demone in miniatura [Slot Tecnica 2]Nota: se volete saperne di più...leggetevi le giocate ^_^.


    La kunoichi non vide in pratica l'arma che la colpì poco sopra al ginocchio [Slot Difesa 1][Parata] Resistenza 500, Protezione 5

    [Chakra del Demone] +1 Res.
    [Furia del Demone] +2 Res.
    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 Res.
    [Manto del Demone] Prot. 5

    Danno: 0

    Nota: non essendoci gli estremi per un AdO, lo considero un attacco normale.
    . Il motivo certo poteva essere che era apparsa ad appena un metro e mezzo da lei, tale era il suo raggio di percezione dopo il jutsu del kiriano, ma in realtà non vi avrebbe badato comunque. Una furia indicibile si era impossessata di lei, più intensa di quanto l'avesse mai provata fino a quel momento. Solitamente era in grado di distinguere tra i suoi pensieri, quelli di Matatabi e quelli del Gatto, ma a causa dell'artefanno di Meredora ora era tutto confuso, ed i desideri del Due Code si mescolavano prepotentemente ai suoi. Vendetta, sangue, odio, uccidere, dolore. Parole che risuonavano nella sua testa, sul punto di scoppiargli. Poteva opporsi, o almeno provarci, ma con chissà quali effetti sul combattimento in corso. Oppure assecondarli, assecondando il flusso di quella corrente tumultuosa rintanata nel suo angolino, cercando di controllarla per quanto possibile [Nota]Sto giocando con un'energia e un livello della TS in meno, giustificato in game da un equipaggiamento in fase di creazione. Harumi è solitamente in grado di controllare meglio il demone..

    Nel frattempo lo sfidante, che non era conscio del dilemma interno alla kunoichi, aveva fatto la sua apparizione come per magia, saltato fuori dalla minuscola ombra dello spiedo di fronte alla ragazza ed entrato nel suo ridotto campo visivo già con le mani unite a comporre delle posizioni magiche. Con gli occhi iniettati di sangue, osservò l'esecuzione della tecnica e la sua attenzione fu istantaneamente attirata sulla mano mancina, come per riflesso automatico [Nota]Subisco il genjutsu.. Se fosse stata in sé avrebbe trovato la cosa inevitabilmente sospetta, ma in quel frangente non gliene poteva interessare di meno. L'unica cosa che voleva era sfogare sul malcapitato shinobi la sua insoddisfazione per il combattimento fino a quel momento avaro di successi per l'otese, al punto da temere di stare offrendo ai due kage un gran magro spettacolo.

    Così quando alzò il braccio destro in una serie di finte ben congegnata, complice l'illusione, non vi badò più di tanto, continuando a squadrare il sinistro. E, proprio in reazione ad un montante mimato da questo, contrasse i muscoli in attesa di un attacco che non sarebbe arrivato. Il vero assalto infatti fu portato dall'altro lato, e dall'alto, cogliendo potenzialmente di sorpresa la giovane. Peccato che l'Harumi che aveva ora davanti il nebbioso fosse completamente un'altra persona rispetto a pochi istanti prima. Era lei, eppure al contempo non lo era. L'istinto di autoconservazione della kunoichi era quasi azzerato, a favore della sete di sangue del demone che trapelava attraverso il suo chakra strabordante. E, con esso, veniva alla luce la sua parte più malvagia, che aveva confinato talmente in profondità dentro la sua anima al punto da dimenticarsi della sua stessa esistenza. Una Harumi oscura che era emersa dopo il rituale per sigillare il Due Code e si era materializzata sfruttandone l'immenso potere. Dentro alla giovane convivevano fin da giorno fatale quelle tre personalità distinte, ma ora il Gatto e il Nibi reclamavano i loro tre minuti di gloria, al comando del fragile corpo della kunoichi.

    Le dita affilate del Tokugawa ebbero quindi gioco facile nel trovare il loro bersaglio, senza però provocare i danni sperati. Contemporaneamente, in pratica ignorando il fendente, le mani di Harumi saettarono in avanti attraverso la guardia completamente aperta del ragazzo. La jinchuuriki avrebbe tentato di stringere le dita intorno al collo del nemico, piantando le unghie affilate sul retro ad eccezione dei pollici, premuti sulla carotide in un tentativo di soffocamento piuttosto doloroso [Slot Difesa 2 + Slot Azione 1][Subisci e Mena]

    [Subire] Resistenza 500, Protezione 5

    [Chakra del Demone] +1 Res.
    [Furia del Demone] +2 Res.
    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 Res.
    [Manto del Demone] Prot. 5

    Danno: 0

    Nota: non essendoci danni, non subisco lo status perché la lama non riesce a penetrare la pelle.

    [Presa] [Attacco Doppio] Velocità 500, Forza 550, Pot. 15 *2

    [Chakra del Demone] +1 For.
    [Furia del Demone] +2 For.
    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 For.
    [Controllo Demoniaco] +1 For., -1 RIf.
    [Impasto] Mediobasso +4 Vel.
    [Manto del Demone] Pot. 5
    [OverCAP] +4 CAP Forza

    [OverCAP] (Status) Semiparalisi braccia 0/2
    [Sovraimpasto] (Danno) 1/2 Leggera Vitalità
    . Se fosse riuscita ad afferrarlo, l'avrebbe sollevato da terra, distendendo le braccia e allontanandolo da sé. Avrebbe stretto ancora di più la presa intorno al collo, non al punto da spezzarglielo, ma sicuramente vicina al farlo svenire per la pressione sulle carotidi che rifornivano di sangue il cervello o soffocare per le dita spinte sulla parte molle subito sotto l'epiglottide [Slot Azione 2 e 3][Mantenimento Presa] Forza 600 *2

    [Chakra del Demone] +1 For.
    [Furia del Demone] +2 For.
    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 For.
    [Controllo Demoniaco] +1 For., -1 RIf.
    [Impasto] 1/2 Basso +2 For.
    [OverCAP] +4 CAP Forza
    . Il lungo gioco del gatto col topo sembrava essere giunto ad un'inaspettata conclusione.

    Ti ho preso, nya~♥

    Se invece, sorprendendola, fosse riuscito ad evitare di essere agguantato o si fosse liberato, rimanendo però a portata, l'Harumi demoniaca sarebbe scattata in avanti con foga ed avrebbe sferrato una terribile ginocchiata con la destra da una distanza talmente ravvicinata da renderlo quasi inschivabile [Slot Gratuito][Istantaneo] Movimento 6m. Distratto dalle mani rivolte verso di lui, con il campo visivo limitato a causa della bandana sull'occhio, il colpo sarebbe giunto sotto l'ultima costola, dove veniva meno la protezione garantita dalla gabbia toracica [Slot Azione 2/A][Attacco in Mischia] Vel. 500, For. 550, Pot. 15

    [Chakra del Demone] +1 For.
    [Furia del Demone] +2 For.
    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 For.
    [Controllo Demoniaco] +1 For., -1 RIf.
    [Impasto] Mediobasso +4 Vel.
    [Manto del Demone] Pot. 5
    [OverCAP] +4 CAP Forza
    . A quel punto, la furia ebbe per un attimo il sopravvento sul controllo che Harumi cercava di mantenere sulle proprie azioni perché la mano più vicina si sarebbe mossa da sola sferrando un fendente con le unghie taglienti come rasoi in direzione dell'unico occhio sano rimasto al kiriano tentando di accecarlo del tutto [Slot Azione 3/A][Attacco in Mischia] Vel. 500, For. 550, Pot. 15

    [Chakra del Demone] +1 For.
    [Furia del Demone] +2 For.
    [Furia Demoniaca] 1/4 Basso +2 For.
    [Controllo Demoniaco] +1 For., -1 Rif.
    [Impasto] Mediobasso +4 Vel.
    [Manto del Demone] Pot. 5
    [OverCAP] +4 CAP Forza

    Nota: ovviamente se ti liberi al secondo slot non considerare questo nell'ipotetica.
    . Un'azione riprovevole, che la giovane non avrebbe mai scelto di compiere se fosse stata nel pieno possesso delle sue capacità mentali. Dentro di sé strinse le labbra fino a sbiancarle, dispiaciuta e si appigliò alla flebile speranza che il ragazzo avrebbe capito.

    Se al contrario fosse scappato, allontanandosi oltre il raggio della sua percezione, la kunoichi avvolta dal minaccioso manto di chakra si sarebbe posizionata a quattro zampe, annusando per un secondo l'aria ed affinando l'udito per cercare una pur minima traccia [Abilità]. Guidata da una cieca volontà di violenza, sarebbe balzata verso l'ombra più vicina, forse in parte consapevole delle elucubrazioni compiute dalla giovane in precedenza, ma più probabilmente in preda all'istinto. Se non l'avesse trovato lì, si sarebbe continuata a muovere verso l'ombra successiva, decisa a non lasciarselo scappare [Slot Azione 2/B][Movimento] 15m
    [Azione Rapida]

    Nota: perdo il 3° Slot Azione a causa della semiparalisi alla gamba sx.
    . Una volta avvistato, con un po' di fortuna, o sfortuna a seconda dei punti di vista, Youshi se la sarebbe ritrovata davanti, le zanne sguainate e lo sguardo affamato che incuteva un timore al di là della comprensione umana. Non l'avrebbe lasciato scappare così facilmente.

    Chakra: 29,75/50
    Vitalità: 9,5/14
    En. Vitale: 28,5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità: 400
    Resistenza: 475
    Riflessi: 375
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 350
    Agilità: 400
    Intuito: 350
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: Subisci
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Presa
    2: Presa
    3: Presa
    Slot Tecnica
    1: Chakra del Demone
    2: Manto del Demone + Furia del Demone
    Equipaggiamento
    • Kunai × 7
    • Bomba Sonora × 1
    • Cartabomba Deflagrante I × 1
    • Bolas × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Wakizashi × 1
    • Makibishi × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Kaiken × 1
    • Cartabomba I × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1

    Note
    Statistiche Energia Rossa, TS livello I
    Equipaggiamento modificato come da Tabella riassuntiva.
    Posizione iniziale 4 quadratini a sinistra sulla stessa riga. 1 quadratino = 2 metri.
    Altezza dei pilastri concordata in 7 metri, larghezza base 2 metri x 2 metri

    Status:
    - Semiparalisi Gamba Sx 1/2
    - Semiparalisi Braccia 0/2
    - Scoordinato



  9. .

    La famiglia Igashi


    Capitolo 4

    La giovane portò una mano alla guancia, pensierosa, mentre il responsabile della missione replicava alle sue osservazioni. A quanto pareva la vita continuava a scorrere come se nulla fosse nonostante la presenza dell'Aimedacca. Che lasciassero in pace la popolazione, concentrandosi sulle loro attività criminali? Non era dato saperlo senza recarsi al di là del fiume di persona. E quanto al tragitto, fu brusco nello scartare una deviazione fino al porto in quanto considerata una perdita di tempo. Fosse stato per lui, ed in effetti a conti fatti lo era, sarebbero dovuti entrare nel territorio controllato dall'organizzazione senza nessun indugio. Della stessa idea erano i suoi accompagnatori, Kuso e Tasaki. Insomma, per quanto Harumi si sforzasse di usare la testa, si ritrovava in netta minoranza. La jinchuuriki avrebbe anche voluto approfondire la questione della armi, ma non ebbe il modo: doveva prima badare al suo scalcagnato gruppo. Comunque probabilmente non avrebbe scoperto molto, considerando le parole dell'uomo, perciò lasciò cadere l'argomento.

    La ragazza alzò la mano, interrompendo la catena di azioni messe in moto dalle parole del chunin di Oto. Un momento, prima di ripartire ho bisogno di un'ora, più o meno. Arriveremo comunque con il favore del buio, perciò non dovrebbe essere un problema. Il suo sguardo non sembrava lasciare spazio a molte contrattazioni, e che gli altri accettassero o no Harumi si sarebbe allontanata, diretta verso la cava. Avrebbe passeggiato tra le ombre, ascoltando le conversazioni tra i lavoratori, attenta soprattutto a quelle che riguardavano la situazione nella zona, con un occhio sui piccoli dettagli solitamente trascurati, cercando però di non attirare l'attenzione [Abilità]. Sul continente poi si parlava bene o male la stessa lingua, ma ciò non significava che non esistessero differenze locali. Un orecchio addestrato sapeva coglierle, e non conoscendo i loro avversari voleva essere pronta. Infine, avrebbe raggiunto quello che passava per un ufficio, o una baracca dove il capoturno compilava le scartoffie. Mi scusi, avrei bisogno di un favore...

    Con tutte le buone maniere e persuasione di cui era capace, tirando in ballo il ninja della Foglia che gestiva la base se necessario, si sarebbe fatta consegnare se possibile un abito povero, di quelli indossati dai lavoratori e dai popolani al di fuori della cava. Anche se fosse stato leggermente largo, lungo o sciupato, non avrebbe fatto una piega, anzi le dava verosimiglianza. Così poteva passare più facilmente per una della zona. Nascose le armi sotto i vestiti per quanto possibile, distribuendole in parti del corpo diverse. In particolare fermò il corto pugnale che aveva all'interno della manica sinistra, comodo per ogni evenienza. Lei aveva fatto la sua parte, ma rimaneva il problema dei suoi compagni di squadra. Kuso, che tendeva a fare battute incomprensibili, a fermarsi a fissare un punto lontano come se stesse parlando con qualcuno che non era lì ed era vestito con colori brillanti che davano fin troppo nell'occhio. Tasaki, un uomo rude, che non accettava suggerimenti da nessuno e, come avrebbe scoperto da lì a poco, malfidente, ma al contempo eccessivamente ingenuo. Infine il foglioso monocolo di cui aveva già dimenticato il nome, per lei signor prima attacco poi faccio le domande. Il miglior team del mondo con cui compiere un'infiltrazione, insomma.

    Il viaggio sarebbe stata una sofferenza per Harumi, soprattutto una volta in vista del più vicino dei due villaggi controllati dai nukenin, dove l'unica nota positiva fu la decisione di abbandonare la strada principale non appena superato il punto di transito obbligato costituito dal ponte, tagliando attraverso i campi. Tasaki infatti se ne uscì con una proposta abbastanza stupida di suo, ovvero abbandonare il povero Kuso a se stesso, dopo insultato contemporaneamente l'intelligenza del loro capo missione alla cava e del suo sottoposto che li seguiva, considerato alla stregua di un barboncino da passeggio dal chunin. L'espressione della kunoichi rimase impassibile, ma internamente voleva piangere. Avrebbero fatto prima ad assaltare direttamente il forte dei nemici, se queste erano le migliori risorse dell'Accademia: sarebbero morti in modo meno idiota.

    Ehm...ecco... In effetti non mi sembra molto furbo mandarlo da solo in paese. Visto che siamo giunti fin qui, dovremmo andare a dare un'occhiata insieme. O almeno alcuni di noi. La ragazza alzò lo sguardo, cercando di valutare quanto mancasse all'alba. Considerando come era vestita, avrebbe destato meno sospetti giungendo di primo mattino. Magari poteva farsi passare per una bracciante o un garzone in cerca di impiego, a patto che gli altri non le stessero troppo vicini. In ogni caso una ricognizione poteva tornare utile. Visto che siete i più portati all'infiltrazione, Tasaki, Kuso, una volta tornati i volatili esploratori potreste fare una rapida ricognizione e poi riferire. Io e il nostro angelo custode vi aspetteremo qui, preparandoci per entrare in città non appena si fa giorno. Non era vero, o almeno non per entrambi, ma avrebbe cercato di convincerli con un flebile sorriso, mentre pregava che il loro collega sapesse rendersi meno sospetto agli occhi della gente, altrimenti avrebbe dovuto lasciarlo indietro. Oppure usarlo come distrazione, per allontanare l'attenzione da lei. L'importante era il risultato in fondo.
  10. .

    The Island


    Post 16 ~ ...che vanno in fumo

    La scelta compiuta dall'otese era stata ancora più scriteriata della proposta di attaccare Hayate. Se quell'azzardo alla fin fine aveva avuto i suoi risvolti positivi, nonostante il tributo non indifferente e per nulla metaforico che avevano dovuto pagare, riguardo alle circostanze in cui si trovavano al momento Shin nutriva gran poche speranze di cavarsela. Nel momento stesso in cui CaoCao perse conoscenza a causa della potente illusione del corvo, il mondo sembrò ruotare su se stesso ed ogni cosa si fece confusa. Solo l'enorme pressione dell'aria, che li stava scagliando lontano con una forza inimmaginabile fece realizzare al Kinryu che era lui, così come i suoi compagni, a starsi muovendo sotto sopra nel mezzo dell'enorme grotta sotterranea.


    La spinta iniziale fu sufficiente a fargli scricchiolare le ossa e se non fosse stato per il tesoro del Villaggio della Foglia e un immediato accumulo di chakra nei muscoli per riflesso involontario si sarebbe fatto anche più male [Difesa][Parata] Resistenza Nera, Protezione 20
    [Impasto] Mediobasso +4 Res.
    [Maschera della Volpe] Prot. 20

    [Danni] 4 Leggere (diffuse)
    . Inveendo dentro di sé contro l'amico, il giovane cercò di recuperare un minimo di orientamento mentre vorticavano verso l'ignoto, ma temeva di sapere cos'era successo. Era il simbolo del Vuoto che permetteva loro di attraversare il lago e lo spazio antistante. La luce del sigillo si era fatta più intensa durante l'estremo tentativo da parte dell'uomo di portarli via da lì per difendersi da un attacco inesistente, ma una volta che era svenuto per via del genjutsu si era progressivamente raffreddato, fin quasi a spegnersi. Proprio in quel momento l'acqua dall'azzurro brillante li aveva rifiutati, scagliandoli lontano. Contro una spiaggia lontana, se erano fortunati, contro una parete di roccia nel caso contrario.

    Per quanto cercasse di muoversi, Shin capì subito che si trattava di uno sforzo vano. La potenza del vento e l'assenza di punti d'appoggio li condannavano ad assecondare il flusso. Il foglioso si sorprese di sé per l'apparente fatalismo con cui stava vivendo la situazione. Il motivo, probabilmente, non era neppure quello che ormai era un dato di fatto, ovvero che sull'isola non si potesse morire indipendentemente dalle ferite ricevute, ma piuttosto dalla constatazione che da quando avevano messo piede su quell'isola le cose non avevano fatto altro che andare per il verso sbagliato. E, proprio quando sembrava che finalmente ne vedessero la luce, ecco un nuovo ostacolo sul loro cammino. Il Kinryu scacciò la tentazione di lasciarsi trasportare e ridursi in una polpetta, disgustato per l'idea e preoccupato di quanto tempo e quanto dolore gli sarebbero occorsi per ricomporsi e, soprattutto, aver voglia di muoversi di nuovo. Non che gli venissero in mente molte alternative, ma almeno doveva fare un tentativo.

    Se la sua intuizione era giusta, sciogliendo l'illusione attiva sul Guerriero del Vuoto aveva una possibilità, a patto che CaoCao fosse sufficientemente veloce da recuperarlo prima dell'impatto. Anche perché, da quel che aveva capito, se per loro esisteva una minima possibilità di sopravvivere, sebbene in forma di hamburger, per l'uomo morire sarebbe stata veramente la fine. Faceva ridere anche solo pensarlo, ma su quell'isola era così. Non a caso il giovane aveva sfiorato la follia, allungando una mano per abbeverarsi da essa, e solo l'apparizione di un avversario tanto sopra le righe quanto era il Coraggio l'aveva fatto rinsavire. Non era però quello il momento di abbandonarsi alle riflessioni: occorreva agire, e subito! Già, ma come poteva raggiungere il loro alleato? La corrente era troppo forte per contrastarla, e lo shinobi mancava di punti d'appoggio sui quali fare leva.

    Il suo destino sembrava segnato, quando intravide Kato comporre alcuni sigilli, evocando il corvo che viaggiava con loro più vicino a sé. Ma certo! Se avesse richiamato Anzu... Scosse la testa, o almeno l'avrebbe fatto se l'aria non gli avesse irrigidito ogni muscolo. Non avrebbe convocato la kitsune. E il motivo non era la promessa fatta ad Hayate. Semplicemente non voleva coinvolgerla in quella situazione disperata. La volpe per lui non era uno strumento di cui disporre a piacimento, ma una compagna preziosa, tanto importante da averlo fatto chinare supplicante ai piedi dell'Inquisitore di Kiri affinché la risparmiasse. Non l'avrebbe messa in pericolo, ma l'avrebbe protetta così come l'aveva sottratta alle grinfie dello spadaccino della Nebbia, sfidandolo, dopo che le trattative erano fallite. Lo Yotsuki nel frattempo si avvicinava a fatica verso il Guerriero del Vuoto, spronando la sua evocazione. Visto che il danno l'aveva fatto lui, poteva lasciargli l'onere di riparare. Se avesse fallito però ci avrebbero rimesso entrambi, quindi il foglioso doveva pensare ad un'alternativa, e alla svelta.

    Se non poteva evitare l'impatto, forse poteva ridurne l'effetto eliminando gli ostacoli che avrebbe trovato sul suo tragitto. In quel momento viaggiava ad una velocità elevatissima, seguendo una traiettoria su cui aveva poco o punto capacità di intervento. La similitudine con un proiettile gli aveva fatto venire in mente una cosa. Il vero pericolo di un dardo non era tanto nella forza con cui veniva scagliato, quanto nella sua capacità di perforare ogni difesa. Esattamente, ciò che a lui mancava era una punta in grado di superare la resistenza di ciò che gli si sarebbe parato davanti. Ma a questo poteva rimediare: era un ninja in fin dei conti, e come tale si sarebbe comportato. Se doveva andarsene, o per lo meno fine spiattellato in un blob di carne, l'avrebbe fatto con stile.

    Shin unì le mani a formare tre sigilli. Bue. Coniglio. Scimmia. Percepì il chakra che fluiva attraverso il braccio, accumulandosi nella mano sinistra fino a formare una lama di fulmini. Ci mise un poco ad accumulare l'energia necessaria, ma via via le saette che scaturivano dalle sue dita si fecero più intense e lo stridio più acuto, come se un migliaio di feroci rapaci si trovassero concentrati nel suo palmo. E proprio da quel caratteristico suono la tecnica prendeva il nome, il Mille Falchi di Konoha. Normalmente sarebbe stato necessario prendere la rincorsa per massimizzarne il potere, ma in quella situazione non ce n'era bisogno. Poteva infatti volgere a proprio vantaggio l'impareggiabile spinta prodotta dal lago. Ora aveva la punta della lancia, ma ancora non bastava: era troppo esile. Il Kinryu manipolò i fulmini, espandendo l'area ricoperta per quanto possibile tramite l'afflusso di chakra. Portò il braccio in avanti, al centro del corpo, sostenendolo con l'altro, la mano stretta all'incavo del gomito.

    Era consapevole che avrebbe perso l'arto, se fosse stato fortunato, ma era un sacrificio necessario. Si preparò all'impatto psicologicamente e fisicamente, ma prima avrebbe cercato di scansare eventuali sporgenze per quel poco che era in grado di muoversi, aiutandosi con misurate emissioni di chakra repulsivo e sfruttando eventuali detriti o appigli generati dalla tecnica. Se necessario infatti spostava di poco il braccio per intercettare sporgenze, stalattiti o stalagmiti, sbriciolandole sperava. Solo una volta in vista della destinazione ricorse alla tecnica a lui tanto congeniale da avergli fruttato un soprannome, datogli da un compagno di missione a Città di Pietra. Assecondando il flusso, si sarebbe spostato in un frazione di secondo quel tanto che fosse stato possibile, cercando di trovare la traiettoria più favorevole per quel proiettile umano in cui si era trasformato al fine di impattare contro la superficie meno minacciosa. A quel punto stava alla potenza del jutsu e alla sua capacità di penetrazione la decisione finale sulla sua sopravvivenza, ma preso dalla disperazione, con il cuore in gola, avrebbe dato fondo ad ogni sua risorsa, facendo letteralmente esplodere il chakra che fuoriusciva dal braccio, sfruttando la stessa forza che minacciava di porre fine alla sua storia. Distruggendo sé e ciò che incontrava, senza più logica che non fosse l'istinto di sopravvivenza [Conoscenze Utilizzate]Impronta di Chakra Elettricità [2]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Elettricità. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Raiton, il potenziamento è doppio se fronteggiate Doton. Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.[Da chunin in su]

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO. [Da genin in su]

    Maestro del Passo Lampo
    Abile: L'utilizzatore può utilizzare le tecniche di spostamento accelerato senza bisogno di posizioni magiche, ma il tempo di caricamento rimane inalterato.[Da genin in su]

    Miraggio inarrestabile
    Abile: L'utilizzatore, se utilizzata una tecnica di spostamento accelerato, può ignorare uno Status medio tra Azzoppato, Ingombro, Scoordinato e Semiparalisi durante l'esecuzione della tecnica e per tutta la durata dello spostamento; può essere utilizzata una volta per round.[Da genin in su]

    Passo del Miraggio
    Speciale: L'utilizzatore, se utilizzata una tecnica di spostamento accelerato, non può essere soggetto ad AdO o S&M nello slot tecnica utilizzato o nello slot azione immediatamente successivo allo spostamento accelerato.[Da chunin in su]

    Miraggio sfuggente
    Talento: L'utilizzatore può raddoppiare la distanza massima percorribile con la Tecnica della Sostituzione; può essere utilizzata una volta ogni due round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.[Da chunin in su]

    Distruzione ad Area (Intermedio)
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi corpo a corpo: il colpo si propagherà entro 1,5 metri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto, viene considerato come il danno di una [Bomba] per il calcolo dei danni. Nel caso vengano colpiti jutsu difensivi il danno ad area si somma al danno inferto sul punto di impatto diretto.(Mantenimento: ½ Basso a colpo)
    [Da chunin in su]

    Tocco Distruttivo (Superiore)
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi corpo a corpo; la potenza del colpo non armato contro oggetti e armi è aumentata di 10 ogni consumo ½ Basso. Non aumenta la potenza contro avversari. (Consumo: ½ Basso a colpo ogni 10 di potenza)
    [Consumo massimo: 4 Bassi])

    [Da chunin in su]

    Movimento Migliorato [2]
    Abile: L'utilizzatore si sposta molto più prontamente: la distanza massima dello slot azione aumenta di 9 metri.[Da chunin in su]

    Salto Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare (x1.5) l'altezza e lunghezza del proprio salto. (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da genin in su]

    Movimento Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare il proprio movimento con 1 slot azione di 6 metri. (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da chunin in su]


    [Slot Tecnica 1] [Avanzato] Mille Falchi
    Impronta di Chakra: Elettricità
    Azione Rapida

    [Slot Tecnica 2] Manipolazione della Forma
    x1.5 Raggio Mille Falchi

    [Slot Tecnica 3] Tecnica della Sostituzione
    Maestro del Passo Lampo
    Miraggio Inarrestabile
    Passo del Miraggio
    Miraggio Sfuggente

    [Slot Azione 1] Caricamento Mille Falchi

    [Slot Azione 2] Movimento se si trovano punti d'appoggio, fino a 2m
    Movimento Migliorato
    Salto Repulsivo
    Movimento Repulsivo

    [Slot Azione 3] Attacco con Chakra Distruttivo
    Distruzione ad Area (Intermedio)
    Tocco Distruttivo (Superiore) 4 Bassi +80 Potenza
    Fasce da Combattimento +30
    Attacco Base +10
    + Forza della Spinta

    Nota: potrei avere commesso qualche imprecisione nell'utilizzo degli slot o aver fallito completamente, ma è il meglio a cui sono riuscito a pensare. In ogni caso è un modo epico per schiattare.

    P.s: consumi e danni aggiornati nel prossimo post.
    .


    Il ragazzo ci mise tutto quello che aveva, ogni cosa che aveva imparato da quando era diventato uno shinobi. Era una follia, una completa follia, un'idea talmente pazza da fare tutto il giro fino a sembrare sensata. Proprio per questo, per assurdo, avrebbe potuto funzionare, se i kami l'avessero voluto.

    Chakra: 80/80
    Vitalità: 16/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 650
    Resistenza: 600
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Fasce da Combattimento × 12
    • Coltelli da Lancio × 5 2
    • Rotolo da Richiamo × 2
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Accendino × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Maschera della Volpe × 1
    • Equip. debilitante [-2 Vel.] × 1

    Note
    ///
  11. .

    Incontri mondani


    3

    Quello che era tutto sommato un bel piano rivelò tutti i suoi difetti contro un avversario scaltro com'era il Tokugawa. Contro ninja meno esperti o intraprendenti avrebbe avuto sicuramente successo, ma il kiriano non solo ne aveva individuato i punti deboli, ma glieli aveva rivolti contro. Harumi aveva fallito nel tentare di ribaltare la situazione e prendere l'iniziativa, ma ci aveva guadagnato qualcosa, sebbene non fosse qualcosa apprezzabile dai kage chiamati ad esprimere un giudizio. Quel sentimento che stava provando, non ricordava di averlo mai vissuto prima, eppure ne conosceva il nome. Si trattava di frustrazione. Si stava impegnando con tutta se stessa, senza però ottenere risultati. Tuttavia, non si sarebbe lasciata andare al disfattismo e di certo non avrebbe demorso. Anzi, avrebbe fatto tesoro di quella sensazione amara. Un monito a se stessa. Ogni volta che cadeva, l'unica cosa che doveva fare era rialzarsi.

    Youshi non perse tempo e si lanciò immediatamente al suo inseguimento. Oltrepassato l'ostacolo che gli bloccava la vista, tuttavia, si ritrovò davanti ben tre Harumi, nessuna delle quali vera anche se questo lui non poteva saperlo. Purtroppo, la tecnica utilizzata dall'otese era piuttosto basilare e le illusioni create fin troppo fragili. Al ragazzo non servì neppure toccarle per distruggerne un paio, una volta avvicinatosi abbastanza. Per fortuna non l'aveva ancora individuata, ma evidentemente anche la dea bendata sembrava decisa a voltarle le spalle. Simile ad un segugio, lo shinobi della Nebbia sfruttò tutti i suoi sensi per individuarla, visto che la vista non era sufficiente, e non ci mise che alcuni istanti ad intuirla. Probabilmente avrebbe dovuto usare un balsamo per i capelli meno profumato la sera prima, ma Matsumoto l'aveva scelto apposta per lei quando aveva scoperto che non ne aveva mai usato uno prima.

    Il giovane si era fermato a poco più di un metro da lei, ma scrutava l'aria con fare feroce come un lupo alla ricerca della sua preda. Prima di lanciarsi sulla piccola genin Youshi tirò fuori un altro dei suoi trucchetti, sputando senza il minimo preavviso un fiume di fumo denso e oscuro tutto intorno a sé. Harumi strinse i pugni senza muoversi di un millimetro, pronta a subire ciò che stava per succedere nella speranza di non spezzare l'occultamento ed anche perché non avrebbe fatto in tempo ad evitarlo, ma stranamente non provò dolore da nessuna parte. Per lo meno finché la gamba non tornò a farle male nel punto dove era stata ferita nonostante il taglio fosse già rimarginato [Danno]1 Leggera Vitalità. La sua tempra non era ancora abbastanza forte da impedirle di sobbalzare per la sorpresa e per la fitta, e poco ci mancò che lasciasse fuggire un lamento. Quella reazione, se pur minima, fu sufficiente per fugare ogni dubbio residuo al kiriano, che puntò la sua arma davanti a sé con un sorrisetto inquietante.

    Racchiusa con un ginocchio appoggiato alla colonna, era tutta questione di probabilità non avendo la possibilità di prendere la mira con sicurezza. Per fortuna di Harumi, il busto costituiva i due terzi della sua superficie esposta, perciò lo spiedo impattò senza danno alcuno contro il suo corpetto, rimbalzando [Slot Difesa 1][Parata] Resistenza 425, Prot. 25 (Corpetto)
    [Impasto] 1/4 Basso +1 Res.
    . Ma ormai la sua posizione era compromessa e il ragazzo, questa volta con un aperto ghigno sul volto, si fece sotto mirando alle gambe. Per intercettare la spazzata la portatrice del due code frappose il braccio, arrivando a sfiorare la fredda pietra, ma non vi su nessun impatto [Slot Difesa 2][Parata] Riflessi 400. Si trattava dell'ennesima finta da parte di quello specialista del sotterfugio: a quel punto la protetta di Diogene avrebbe dovuto aspettarselo. Continuando la rotazione, Youshi avrebbe estratto di nuovo le mani che aveva nascosto sotto il mantello mirando ai muscoli dell'unico ginocchio su cui poteva puntare, visto la posizione dell'altro. Tuttavia l'effetto sorpresa era perso e probabilmente si aspettava una reazione diversa all'offensiva tentata in precedenza, perché la posizione del corpo del kiriano era piuttosto sbilanciata e dovette spostare la mano che faceva d'appoggio per usarla nell'attacco.

    La ragazza si diede la spinta spingendosi lateralmente con il piede portante, facilitata dall'avere la gamba già ripiegata e pronta all'azione, e si trascinò dietro il resto del corpo, gettandosi ancora una volta giù da una colonna per difendersi. L'attaccò la sfiorò soltanto, lacerandole i vestiti, ma nella foga di togliersi d'impiccio la ragazza aveva comunque subito un contraccolpo all'arto già provato a causa del troppo chakra utilizzato. Colpa del bracciale che le avevano fatto indossare, probabilmente, che le impediva di incanalare al meglio la propria energia. Dopo un breve volo, la giovane stese gli arti alla stessa maniera di un gatto ammortizzando l'impatto con facilità. Rotolò un poco fino ad arrestarsi completamente ormai lontana oltre quattro metri dal pilastro di pietra [Slot Difesa 3][Spostamento: 5m] Riflessi 550
    [Impasto] Medio +6 Rif.
    [OverCAP] +4 Riflessi [Semiparalisi Gamba Sx 0/2]
    [Sovraimpasto] Danno 1,5 Leggere Vitalità

    Nota: considero solo lo spostamento in linea d'aria e non l'altezza, considerando che si tratta di una caduta libera, in modo da rimanere entro 1/3 del movimento. Dovrei essere ancora a portata del tuo movimento gratuito quindi non cambia, ma se fosse eccessivo avvicinami di quello che consideri corretto alla colonna.
    . Ansimando, si rialzò prontamente e cercò subito l'avversario con gli occhi, ma quello era sparito. Di nuovo. La kunoichi iniziava ad averne abbastanza di quel giochino da gatto col topo, piuttosto ironico visto il demone che portava all'interno. E proprio al Nibi si rivolse mentalmente la ragazza, in quel frangente di difficoltà, ora che finalmente poteva udire la sua voce [Nota]Chiudo il post senza fase offensiva a causa della condizione della Tecnica dell'Occultamento..

    Matatabi... Per favore, aiutami.



    Chakra: 34,5/50
    Vitalità: 10/14
    En. Vitale: 28.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità: 400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: Parata
    2: Parata
    3: Spostamento
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 7
    • Bomba Sonora × 1
    • Cartabomba Deflagrante I × 1
    • Bolas × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Wakizashi × 1
    • Makibishi × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Kaiken × 1
    • Cartabomba I × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1

    Note
    Statistiche Energia Rossa, TS livello I
    Equipaggiamento modificato come da Tabella riassuntiva.
    Posizione iniziale 4 quadratini a sinistra sulla stessa riga. 1 quadratino = 2 metri.
    Altezza dei pilastri concordata in 7 metri, larghezza base 2 metri x 2 metri



  12. .
    Harumi presente!
  13. .

    The Island


    Post 15 ~ Piani

    La conversazione tra CaoCao ed il gruppo non fu particolarmente proficua. Il sorrisetto sul viso di Kensei gli dava l'aria di chi pensava di saperla lunga. E magari era veramente così per quanto riguardava Akira. Shin si limitò ad annuire piano, augurando al kiriano di avere ragione a credere nel compagno. Non poteva definire lo spadaccino della Nebbia un amico, ma non aveva ragione per avercela con lui e ci aveva combattuto insieme in un'occasione fuori dall'ordinario. Invece l'Inquisitore non perse occasione per dimostrare il proprio dispotismo nel confronto tanto dei propri subordinati quanto degli altri presenti, tra cui lui, interpretando nel modo possibile le sue parole. L'intenzione del Kinryu era quella di sostenere la sua scelta di attendere di fronte al Guerriero del Vuoto, ma il messaggio non era evidentemente giunto a destinazione. Spero che tu abbia ragione, e di rivedervi tutti, compreso Akira. Quanto alla frecciatina sul fidarsi, il foglioso non si scompose. Non si fidava di CaoCao più di quanto si fidasse di Kensei, ma se lo seguiva era proprio per seguire gli ordini che aveva ricevuto. Di certo rimanere in attesa di Akira non li avrebbe avvicinati di un metro alla loro destinazione, soprattutto considerando le difficoltà di spostamento sul lago sotterraneo. Certo, ammesso che il kiriano non riemergesse dopo aver scoperto qualcosa di utile, ma era un azzardo che il Kinryu non sentiva la necessità di correre avendo CaoCao a portata di mano. Alla replica dell'uomo sulla pergamena si dimostrò per nulla turbato. D'accordo, ma teniamola presente prima di prendere decisioni avventate nell'altro senso. Darci un'occhiata non vuol dire attivarla. Forse, in realtà non aveva la minima idea di come funzionassero quegli antichi rituali. Fu così che CaoCao, Shin e Kato si lasciarono indietro il gruppo di Kiri. Prima di allontanarsi sulla barca che il Guerriero del Vuoto aveva fatto comparire dal nulla come per magia, lo shinobi di Konoha rivolse un'ultima occhiata al trio, rivolgendosi però solo a Fudoh. Mi dispiace doverci già separare, ma la missione chiama. Stai in guardia Fudoh. Da cosa lo stesse mettendo in guardia era difficile dirlo, visto che su quell'isola tutto cercava di ucciderti e nulla vi poteva riuscire. Probabilmente il suo non era che un augurio ad un collega che non gli aveva fatto nulla di male, e che aveva come unica colpa quella di dover obbedire ad un superiore intrattabile.

    Il potere del Vuoto era straordinario. Anche se assomigliava al suo Passo Lampo, non c'era neppure paragone in quanto a potenza. Il meccanismo stesso era completamente differente. Shin suppose che CaoCao deformasse lo spazio più che accelerare la materia, in un modo più vicino alla magia che alle arti ninja. Dopo averci rimuginato un po' su, ed in assenza di argomenti migliori di cui parlare, decise di provare ad approfondire l'argomento. Come sei in grado di manipolare lo spazio in questa maniera? Il merito è di questo famoso Sigillo del Vuoto, non è vero? Straordinario... Avrebbe blandito l'uomo, cercando di carpirne qualche segreto, sinceramente interessato. Però è troppo bello per essere vero, deve avere dei limiti altrimenti si potrebbero fare cose... Impossibili. L'applicazione pratica di quelle capacità nella loro massima espressione superava la fantasia del Kinryu, tanto da rendergli difficile fare un paragone. Ad un certo punto però la loro discussione, ammesso che fosse mai decollata, sarebbe stata interrotta dall'apparire dei messaggi del marionettista che provocarono una violenta reazione nel Guerriero. Con Kato in disparte, fu Shin a replicare punto per punto. Mi scuso se potrei mancarle di rispetto, ma uno di voi ci ha... Provato? A prendere il controllo dell'Arma per scoprirne i punti deboli. Man mano che parlavano la preoccupazione del ragazzo per l'amico aumentò, contenuta solo dalla fiducia quasi incondizionata nei suoi confronti. Shunsui non è debole, abbiamo già affrontato un pericolo del genere e siamo ancora qui per raccontarlo... Ma se anche fosse vero che finirà per essere corrotto, questo non vuol dire che ci stia mentendo ora. Se ha appena attivato l'Arma forse è ancora padrone di sé e ciò che dice corrisponde alla verità. Cosa abbiamo da perdere nel verificarlo? Dalla voce del Kinryu trasudava una certa urgenza, ma non era altro che ansia per l'amico. Se ciò che diceva CaoCao era vero non avevano tempo da perdere: dovevano trovare il Cuore e distruggerlo, prima che per Shunsui fosse troppo tardi.

    I loro piani però furono interrotti da un imprevisto che nessuno avrebbe potuto preventivare. Ovviamente l'uomo non aveva intenzione di sacrificarsi, se qualcun altro poteva farlo al posto suo. Perciò quando ritenne che fosse il momento si adoperò per recuperare la volontaria, sempre tramite la sua magia di spazio. Peccato che quella doveva averci ripensato, perché la mano del Guerriero afferrò l'aria. Dove doveva esserci la donna non c'era più nessuno. Che succede, CaoCao-san? Quello non gli rispose, intento a cercare meglio, arrivando per fino ad allargare il varco. Shin ne approfittò per osservare oltre la sua testa. Davanti a lui si trovava una prateria dalla quale si alzava un singolo albero, o per lo meno solo quello rientrava nell'inquadratura, da cui pendevano a mo' di corde delle liane. Aguzzando lo sguardo, si rese conto che dovevano essere state tagliate. Ed improvvisamente realizzò che forse il loro accompagnatore non stava raccontando loro tutta la verità. Appoggiandogli una mano sulla spalla, cercò di attirare la sua attenzione, con presumibilmente scarso successo. Si calmi e mi dica cosa sta succedendo! Ed ancora, facendosi più vicino. Chi è sparita? Quella Lianshi di cui parlava prima? E dove dovrebbe essere andata? Non eravate d'accordo? O forse le è successo qualcosa? E ora che si fa? Un batteria di domande che avrebbe investito un CaoCao presumibilmente sempre più intontito, anche se sarebbero occorsi diversi secondi preso dalla foga perché il foglioso se ne accorgesse, interessato com'era a far breccia dietro l'apparente menzogna che il Guerriero gli aveva appena rifilato, dimostrandosi però semplicemente preoccupato per la missione.

    In effetti quando Shin realizzò che qualcosa non andava, il piano di Kato era già avviato da un pezzo. Ad un certo punto si sarebbe guardato intorno, per capire cosa non andava, incrociando forse gli occhi con lui e vedendo poi il corvo più defilato avrebbe collegato. L'otese ne stava combinando un'altra delle sue. Avrebbe voluto sospirare, per più di un motivo, ma si trattenne, già intento a preoccuparsi delle conseguenze. Le dita del giovane strinsero con più forza la spalla di CaoCao, quasi a trattenerlo, mentre con l'altro braccio l'avrebbe sostenuto se avesse barcollato. Decise, in quella frazione di secondo, sì di reggere il gioco al compagno, ma allo stesso tempo di non compromettersi con l'uomo. CaoCao, si sente bene? Mi guardi, è tutto a posto? L'espressione del giovane era genuinamente preoccupata, anche se non per i motivi che poteva supporre la vittima dello Yotsuki. Solo il capogruppo avrebbe presentato i sintomi di qualsiasi cosa Kato stesse macchinando, e lo shinobi di Konoha si sarebbe comportato di conseguenza, rivolgendosi al collega. Ehi, CaoCao ha qualcosa che non va. Forse ha usato troppo il suo potere. E poi di nuovo verso l'uomo. Non si preoccupi e si appoggi a me, vedrà che ora si riprende... Il Kinryu rimase in attesa, assistendo CaoCao come meglio poteva. Cosa intendeva fare il ninja del Suono dopo avergli fatto perdere i sensi?

    L'avrebbe scoperto di lì a poco, se il piano dello Yotsuki avesse funzionato. Certo che per essere uno sempre pronto a fare a botte sapeva essere inaspettatamente subdolo e sottile a volte. Con CaoCao addormentato tra le braccia, avrebbe finalmente sospirato.Allora, si può sapere che diavolo di problemi hai? Cosa diamine ti passa per la testa, adesso? A quanto pareva all'otese non era bastata la batosta appena rimediata con Hayate, ma doveva sbattere la testa anche contro i Guerrieri del Vuoto. Ciò che ancora Shin non poteva sapere era quanto avesse influito l'incontro con il Coraggio sull'amico. Ciò che per lui non era altro che uno strumento da sfruttare, per lo Yotsuki era diventato un modello da seguire. Il piano era presto detto comunque. Rendere CaoCao manipolabile con un jutsu estremamente basilare. Il Kinryu inclinò la testa, perplesso. Sicuro che funzionerà? Io non ci farei troppo affidamento. Stavano parlando di un tizio in grado di piegare lo spazio, in fin dei conti. Certo, ormai la frittata era fatta, perciò tentare non nuoceva, con la dovuta attenzione. Dati un paio di schiaffi senza eccessiva forza sulla guancia, ponendo termine all'illusione, avrebbe atteso che il Guerriero del Vuoto si riavesse prima di avvicinarlo con tranquillità. Come ti senti? Hai avuto un mancamento e sei svenuto per qualche minuto. Si sarebbe interessato alla sua condizione, mettendolo a suo agio, per poi venire al punto. Ora che Lianshi è andata, non ci resta che ricorrere al piano B. Ma per prima cosa dire di avvicinarci al Cuore, che ne dici? Avrebbe così messo alla prova il fuunjutsu di Kato, verificando se la ritrosia precedentemente dimostrata da CaoCao per quell'idea fosse diminuita, soppiantata dall'artificiale fiducia in lui.

    Oppure poteva andare diversamente, e CaoCao si sarebbe accorto per tempo del trabocchetto dell'otese e l'avrebbe abilmente evitato. Il corvo che seguiva Kato doveva aver previsto questa opportunità, perché si mise prontamente a gracchiare di fantomatici nemici, il che poteva anche essere vero considerato dove si trovavano. Dalla sua posizione di fianco al Guerriero del Vuoto Shin si sarebbe guardato intorno dopo aver estratto un coltello da lancio ed essersi messo in guardia. Si tratta di Hayate? Come hanno fatto a trovarci? Avrebbe scosso di nuovo il loro cocchiere, sollecitandolo a sua volta a levarsi da lì. Muoviamoci, presto, qui siamo troppo allo scoperto! Faremo dopo il punto della situazione! Se avessero messo abbastanza urgenza addosso al Guerriero, probabilmente se la sarebbero cavata. Altrimenti, avevano dei grossi problemi, e il Kinryu avrebbe dovuto affrontare una scelta. Nel caso infatti che CaoCao avesse reagito in modo inconsulto alla minaccia le opzioni erano solo due: cercare di affrontarlo o abbandonare l'amico. Di fronte alla minaccia, prima che il Guerriero del Vuoto potesse attaccare indiscriminatamente o, peggio ancora, abbandonarli lì, Shin si sarebbe mosso, anticipandolo. Cosa... Maledetto otese! Dev'essere in combutta con Hayate! Detto ciò sparì, ricomparendo ad un passo dal collega, cui tirò un rapidissimo diretto alla bocca dello stomaco [Slot]Passo Lampo - Shumpo
    Abile: L'utilizzatore può utilizzare le tecniche di spostamento accelerato senza bisogno di posizioni magiche, ma il tempo di caricamento rimane inalterato.[Da genin in su]

    Scatto del Lampo
    Maestria: L'utilizzatore guadagna 1 tacca a Velocità per il primo attacco eseguito dopo una tecnica di spostamento accelerato.[Da genin in su]

    Assalto del Lampo
    Maestria: L'utilizzatore guadagna 2 tacche a Forza per il primo attacco eseguito dopo una tecnica di spostamento accelerato.[Da chunin in su]

    Assalto della Foglia [Avanzato]
    Talento: L'utilizzatore se messo a segno un taijutsu può allontanare l'avversario fino a 12 metri; la spinta non provoca danni aggiuntivi all'avversario, ma potrebbe provocarli l'impatto, la spinta ha Forza pari a quella dell'ultimo attacco eseguito; una volta ogni due round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.[Da chunin in su]

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO. [Da genin in su]

    [Slot Gratuito] [Istantaneo] Movimento 6m
    [Slot Azione] For. Nera, Vel. Nera, Pot. 10 + 30 (Fasce Potenziate)
    [Impasto] Basso +2 For. +1 Vel.
    . Più che la potenza, poté il flusso del chakra, che lo sbalzò via, travolgendo probabilmente anche il Maestro alle sue spalle. Trovandosi sul bordo della piccola scialuppa, i due sarebbero finiti presumibilmente fuori bordo, dando loro l'occasione perfetta per scappare.CaoCao, veloce, togliamoci da qui! Avrebbe quindi fatto atto di dargli le spalle, continuando a scrutare in direzione dello Yotsuki. Restava da capire se l'uomo gli avrebbe creduto, ma quella era la sua unica possibilità. Doveva evitare ad ogni costo di far saltare la sua copertura per poter portare a termine la sua missione. Kato avrebbe capito. Magari c'era andato un po' pesante, ma doveva essere realistico. Se tutto fosse andato secondo i piani più tardi si sarebbe scusato per aver fatto di testa sua. Dopo avergliela fatta pagare per quel piano avventato non concordato, chiaramente.

    Chakra: 80/80
    Vitalità: 16/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 650
    Resistenza: 600
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Fasce da Combattimento × 12
    • Coltelli da Lancio × 5 2
    • Rotolo da Richiamo × 2
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Accendino × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Maschera della Volpe × 1
    • Equip. debilitante [-2 Vel.] × 1

    Note
    ///
  14. .

    La famiglia Igashi


    Capitolo 3

    Chiunque avesse inventato quel nome doveva essere un cretino. Il gioco di parole, neppure tanto difficile, era tutto fuorché divertente, e continuava a ricordarle fastidiosamente la parola cacca. Lasciò ridere, anche se a posteriori fu piuttosto rischioso perché quasi soffocò nel farlo, l'impiegato, ignorando anche l'errore veniale sulla tecnica speciale degli Yotsuki, che non era trasmessa tramite il sangue, ma semplicemente gelosamente custodita dal clan. Prese comunque per buone le informazioni del loro mandante, decidendo in cuor suo di rimanere quanto più lontana possibile da quel Teschio. Tasaki poi non fece nulla per migliorare il suo umore, se non alzare ulteriormente i toni, ma la ragazza si eclissò lasciando che se la prendesse con l'uomo. Ormai avevano estratto ogni dettaglio utile per la missione, quindi si dipartirono dopo un inchino appena accennato. Quella faccenda diventava più fastidiosa ogni istante che passava, ma Harumi ancora non sapeva che sarebbe peggiorata da lì a poco.

    La giovane seguì lo scambio di battute tra il ninja di Konoha e il loro strambo compagno spostando lo sguardo da uno all'altro e gemendo in cuor suo. Non sapeva di cosa stavano parlando e non era sicura di volerlo scoprire, quindi per quieto vivere si limitò ad un flebile sorriso e dignitoso silenzio, entrambe cose che le riuscivano piuttosto naturali. Concluso il siparietto, il loro contatto rivolse la sua attenzione a lei ed approvò le sue osservazioni, sebbene basilari. D'altronde era difficile farsi un'idea della situazione prima di giungere sul luogo. Lungo il percorso, Harumi ebbe modo di osservare meglio sia lo shinobi dal martello facile sia Kuso. Se già la sua tutina attillata e modo di porsi turbavano la ragazza, iniziò ad esserne inquietata quando l'udì parlare da solo. Quasi inconsciamente si spostò in fondo al gruppo, frapponendo tra lei e lui Tasaki, che di certo aveva un mare di difetti, ma almeno non sembrava uno schizzato. No, in effetti anche lui era abbastanza spostato considerando come si era posto con Febh in amministrazione, però lo dava meno a vedere, almeno finché rimaneva zitto.

    Se volevano nascondere la loro presenza mimetizzandosi come minatori, avevano fallito alla grande. Alla kunoichi bastò un'occhiata per distinguere nella folla il caposquadra incaricato di coordinare le operazioni. Non che il loro gruppetto, compreso l'accompagnatore, risaltasse meno. In particolare Kuso, che era fuori posto come una suora in un bordello. Ma probabilmente sarebbe risultato fuori posto ovunque, tranne forse proprio in un bordello, ma solo di quelli dove gli uomini si vesto di pelle aderente e fanno giochini strani. Essendo tuttavia Harumi una fanciulla dai sani principi, o meglio dalla scarsa conoscenza del mondo sotterraneo appannaggio esclusivo degli adulti, continuava a trovare il compagno più buffo che equivoco. Non per questo si sarebbe avvicinata troppo, però. In fin dei conti le ragazze nascono con un sesto senso per queste cose.

    Harumi batté un paio di volte le palpebre, unico segno esterno della sua perplessità. Veramente quello che doveva essere almeno un chunin se non un jonin stava domandando consigli sul da farsi a quel, senza offesa, gruppo di scappati di casa? Anche lei, che pure non si considerava stupida, era solo un genin con scarsa esperienza. Per fortuna Tasaki la salvò dall'imbarazzo prendendo l'iniziativa e proponendo un'esplorazione. L'idea è buona, anche se purtroppo non potrò essere molto d'aiuto. Se si tratta di investigare o infiltrarmi, magari... Incredibile a dirsi, furono tutti concordi su quel punto, sebbene con declinazioni diverse. Facendosi coraggio la ragazza prese la parola e si rivolse al foglioso.I corvi hanno riportato qualche messaggio utile, a parte le posizioni indicate sulla mappa? Ci sono civili, contadini, mercanti, qualche andirivieni strano per la zona controllata da... dai ribelli? Era più forte di lei, non riusciva proprio a pronunciare quel nome ridicolo. C'era l'opzione di confondersi tra gli abitanti per raggiungere la fortezza, ma sarebbe bastato un sensitivo per scovarli immediatamente.

    Dopo essere rimasta per un po' pensierosa ad osservare la mappa, aggiunse puntando un dito sul corso d'acqua minore e spostandolo poi su quello principale. Il fiume costituisce il confine, ma è sotto il controllo di qualcuno? Potremmo discenderlo ed arrivare dal lato del porto. Anche se un attacco anfibio è difficile da organizzare e non è detto che siano meno in guardia da questo lato... L'uomo avrebbe avuto il tempo di rispondere, ma sarebbe poi stato distratto dal loro giustiziere mascherato. Harumi sospirò, decisa a lasciarlo fare finché non fosse risultato attivamente dannoso. La giovane iniziava ad avere un leggero cerchio alla testa, e non era sicura di poterlo attribuire interamente alla lunga marcia che avevano sostenuto. Perché intanto non riposiamo per recupare le forze? Questo posto è affollato e rumoroso, ma meglio di niente. Qualcuno vuole fare un turno di guardia o ci fidiamo che i minatori si accorgeranno di eventuali intrusi? Considerando come nessuno avesse alzato gli occhi da terra o avesse battuto ciglio di fronte a Kuso probabilmente era una preoccupazione fondata.
  15. .

    I Segreti del Mikawa


    6

    Il dio antico si risollevò nell'oscurità più totale. Il silenzio era rotto solo dallo sgocciolare costante, come se si trovasse in una profonda grotta in cui lentamente l'acqua filtrava attraverso la roccia fino a formare il lago ai suoi piedi. E come nelle viscere della terra, quello spazio indefinito era caldo e umido. Quasi della stessa temperatura di un corpo umano. Una vampata d'aria torrida lo colpì, e il buio fu squarciato da una lama di luce blu. L'ospite non sarebbe riuscito a scorgere il soffitto di quel luogo, né la sua fine. Il fascio di fiamme comparve di nuovo, incandescente, muovendosi piano ed acquisendo sempre maggiore intensità. Quando i suoi occhi si abituarono all'intensità del calore, avrebbe scorto non una, bensì due code, che pigre volteggiavano nell'aere. E davanti ad esse, gradualmente, iniziò ad ardere l'intero corpo della creatura a cui le estremità appartenevano, rischiarando al contempo l'ambiente circostante. Davanti al Signore del Caos si trovava il Demone Gatto, gli occhi uno giallo e uno verde puntati su di lui. Nonostante fosse accovacciato superava molte volte per dimensioni il dio del sangue, già di per sé imponente.

    Dunque è qui che ti sei nascosto, MATATABI!

    La voce tonante dell'essere abituato a dominare sui cuori delle genti tramite la paura e il potere riempì l'antro, rimbombando. Del secondo, trasbordava, mentre il primo non lo conosceva. Per quel motivo osava appellarsi al nekomata con il suo vero nome, tramandato nei secoli quasi con la stessa venerazione del proprio. Due entità simili, eppure diversissime.

    Pensa a cosa potremo diventare io e te INSIEME... una calamità fuori scala per questa realtà, un verdetto di sventura e morta per chiunque riteniamo indegno!
    Potremmo forgiare con il ferro e il sangue un IMPERO, una nuova era di splendore... non come l'idea smielata e senza senso del Mikawa. Unisciti a ME, io dall'esterno posso sbarazzarmi velocemente della mocciosa e fatto questo non ti confinerei come fanno gli umani in un corpo indegno di te, ti lascerei libero, nella tua forma più terrificante, COME TI VEDO ORA! Avrai la tua vendetta sull'otese e, portandolo allo stremo, lo costringeremo ad espellermi in maniera tale da poter diventare un'unica cosa!

    Le iridi feline lo osservarono in silenzio, mentre il dio proclamava i suoi intenti. Nientemeno che dominare sul mondo. Ma, per farlo, aveva bisogno della forza del bakeneko, né si faceva problemi ad ammetterlo. Era giunto lì con una proposta. Un'alleanza, all'insegna del sangue. Un impero fondato sulla morte. Declamata la sua orazione tacque, attendendo la risposta del demone codato. Quando l'immensa bocca del gatto si spalancò avrebbe avuto l'impressione che fosse sul punto di divorarlo sebbene tra loro vi fossero delle robuste sbarre ed un sigillo a trattenerlo.

    Hai un bel coraggio a pronunciare il mio nome... Senza avermi prima detto il tuo!

    Il suono era più simile ad un basso ruggito che ad una voce umana, sebbene risultasse intellegibile, quasi risuonasse dentro la testa stessa dell'essere. Con una calma estrema, quasi non avvertisse l'urgenza della questione e ancora di più della situazione del corpo che lo ospitava, si levò, svettando sul dio del massacro. Le fiamme che lo circondavano, o forse era meglio dire che ne costituivano il corpo, preso a brillare con maggiore intensità, ricacciando l'oscurità alle estremità di quel mondo.

    Un bel piano, niente da dire. Ma la mia risposta... è no.

    Quelle parole caddero come una doccia fredda sulla divinità malvagia. Ed in effetti la temperatura di quella prigione senza confini stava veramente calando. Un lieve tremito la percosse, seguito da uno scrosciare d'acqua, quasi si fosse aperta una crepa nel cielo sovrastante, ma in realtà fosse il fondo dell'oceano. Il bakemono si portò una zampa alla bocca e prese a leccarla, lasciando a Khorne il tempo di assorbire quel colpo. Un rifiuto secco, perentorio, senza possibilità d'appello.

    E dimmi... Dopo aver sottomesso il mondo intero al tuo volere, cosa vorresti fare? Sederti su un trono a riposarti, rimirando il tuo operato?

    Con calma studiata Matatabi si passò la zampa umida, per quanto potesse esserlo una creatura fatta di fuoco, su un'orecchio. Stava mostrando al suo ospite un'attenzione superficiale, quasi non fosse importante quanto quegli aveva da dire, come se non meritasse il suo rispetto. Era palese che lo stesse facendo apposta, ma probabilmente il Signore del Caos l'avrebbe attribuito al carattere del demone piuttosto che a ciò a cui veramente mirava il gatto.

    Visto che parli come se mi conoscessi ti racconterò una storia.
    Quando sono nato, questo mondo era ancora alla sua alba. Gli uomini erano giovani, il chakra scorreva da poco in loro, potente e incorrotto. Ma poi sono venute le divisioni, l'invidia, il rancore, la rabbia ed infine... l'odio. E quell'energia primigenia che avevano ricevuto dalla dea venne sporcata, perse la sua purezza e divenne uno strumento per perseguire i propri fini egoistici.

    Una nuova potente scossa fece vibrare l'intero spazio, seguita da rumore di macerie che crollavano sulla superficie coperta d'acqua. Quel corpo ormai era al limite, sebbene facesse del suo meglio per resistere e continuare a lottare. Non avevano molto tempo, ma sembrava che al nekomata non interessasse particolarmente, o per lo meno non lo dava a vedere.

    E poi ho aperto gli occhi. Io e i miei fratelli dovevamo custodire quel potere e mantenere l'equilibrio. E sai cosa è successo? Siamo stati usati! Eravamo nati proprio per impedire che accadesse, e invece... Buffo, vero? Quel giorno ho imparato che il destino non si può mutare. Certe cose devono semplicemente accadere e basta.

    L'araldo della distruzione avrebbe avuto l'impressione di sentirlo sospirare, o magari avrebbe confuso quel basso sibilo con un'espressione di rabbia. In fin dei conti era difficile capire le espressioni di un demone gatto. Intanto i tremori si erano fatti più intensi e l'aria più fredda nonostante la vicinanza alle fiamme del mantello del nekomata.

    Io sono nato dal chakra custodito dagli uomini, ma insieme ad esso mi sono giunti i segreti dei loro cuori. Per ognuno dei miei fratelli è così. I loro sentimenti sono in noi. E abbiamo avuto secoli per coltivarli, anni e anni di esperienze in mezzo ai mortali. Qualcuno ha ceduto alla rabbia, qualcuno alla solitudine, qualcuno all'invidia. Io sono stato ghermito dall'odio.

    Quella era la storia di Matatabi. Quando era un seme il suo creatore l'aveva piantato in quel mondo per poi abbandonarlo. Avrebbe potuto diventare qualsiasi cosa, ne aveva ricevuto il potere. Ma la vita l'aveva innaffiato di crudeltà, il terreno su cui era cresciuto era aspro. Non era passato molto prima che gli uomini bagnassero quel tenero virgulto con il sangue dei loro simili. Che attorno alle sue radici si raccogliessero montagne di ossa. Che il cielo sopra la sua imberbe chioma si coprisse del fumo di olocausti a dei oscuri, di roghi di innocenti. Se quella pianta che era il demone gatto era cresciuta storta, deviata, la colpa era degli esseri umani. Gli avevano inflitto più sofferenza di quanto fosse possibile sopportare senza venire inghiottiti dall'oscurità, divenendo parte di essa. Aveva raffinato l'odio che aveva ricevuto in dono con il potere, trasformandolo nella sua arma, nella sua difesa, nella sua ragione di vita. Quindi, perché non cedere alle lusinghe di quell'essere portatore di morte? Non avrebbe fatto altro che adempiere alla sua missione, dando libero corso alla sua natura. Forse, fino a poco tempo prima, l'avrebbe fatto. Non che gli interessassero cose futili come il dominio sul mondo. Però l'idea di trasformarsi in una calamità per seminare distruzione tra gli umani era stuzzicante. Eppure, aveva comunque detto di no. Perché?

    Potremo emettere il verdetto su chi riteniamo indegno, dici. Ebbene, per me tu sei indegno. Non appartieni a questo mondo, non vi sei nato, come me, e soprattutto non lo capisci affatto. Solo perché hanno invocato il tuo nome pensi di avere un posto qui. Ti sbagli.

    Khorne non avrebbe capito. Semplicemente non poteva. Aveva vissuto nel corpo di Diogene, ma per troppo poco tempo, passato per lo più rinchiuso, prima in un angolino della sua mente, poi nella Villa in attesa di riottenere le forze. Non aveva calcato i sentieri del mondo, non ne aveva assaporato l'aria, assaggiato la vita e la morte di quegli esseri inferiori che rispondevano al nome di uomini. Deboli e mortali, eppure capaci di grandi cose. In grado di provare sentimenti tanto intensi quanto un demone o un dio.

    Non diventerò un tuo strumento. Non sarò il tuo pupazzo. E non mi strapperai il mio odio. La mia vendetta è solo mia.

    Lei glielo aveva dimostrato, tanti anni fa. Per il poco tempo che avevano trascorso insieme era riuscita a mitigare il suo odio, facendogli scoprire colori nuovi. Ma, quando se ne era andata, l'aveva capito. Legarsi a loro era un errore, le loro vite erano effimere, le loro volontà deboli. Perfino il suo arcinemico, il Mikawa, terrore del Continente, era stato piegato da quel parassita dimensionale. E allora, perché continuava a combattere?

    Mi fido di te

    Il gatto riaprì gli occhi. Ad un certo punto doveva averli chiusi senza rendersene conto. Il dio oscuro era ancora davanti a lui, piccolo ai suoi piedi. L'acqua su cui poggiavano era increspata e si muoveva vorticosa, salendo rapidamente. Il tempo era finito. Non restava altro da aggiungere. Matatabi fece un passo avanti, muovendo l'enorme zampa fino a sfiorare il cancello che lo separava da Khorne. Le inferriate cigolarono, trattenute a stento dal sigillo al loro centro. Le due code infuocate si rizzarono dritte nell'aria mentre il nekomata si fletteva all'indietro, come se si stesse stiracchiando. O preparando ad un balzo.



    La prima cosa che Harumi percepì fu la sabbia contro la sua pelle. Aprì gli occhi e rimase per alcuni istanti a fissare il cielo d'un azzurro brillante sopra di lei. Completamente sgombra da nubi, così intenso da accecarla. Strinse il suolo tra le dita, sentendo i granelli fuggire dalla sua debole presa. Con fatica, si mise seduta, guardandosi attorno. Ovunque spingesse lo sguardo, scorgeva solo dune e sabbia. L'immenso deserto si stendeva a perdita d'occhio in ogni direzione. Prima di essersene resa conto era in piedi, camminando senza una meta. Il silenzio era assordante, tanto da rendere udibile il crogiolare del terreno sotto un sole al suo zenit, che ardeva senza pietà. L'aria era torrida ed ogni passo le causava uno sforzo immane. Eppure continuò a muoversi, alla ricerca di qualcosa. O di qualcuno. Non sapeva come fosse finita lì, ma sapeva cosa doveva fare. Aveva un compito, tutti lo avevano.

    Camminò, per un tempo che parve infinito. Il sole sopra la sua testa non smetteva di brillare, inclemente, ma sembrava lentamente calare verso l'orizzonte, in modo però strano, quasi fosse dipinto su una volta sconfinata che lentamente si incurva ad incontrare il suolo. Camminò a lungo, senza fermarsi, ignorando la stanchezza e la sete. Sarebbe morta lì? No, non poteva permetterselo. Doveva tornare indietro, ma non prima di aver portato a termine la sua missione. Harumi alzò una mano a schermare gli occhi. Le era parso di vedere qualcosa, in lontananza. Rinvigorita, accelerò il passo. Ma l'ombra che aveva intravisto sembrava allontanarsi da lei. Ancora allungò le falcate, fin quasi iniziare a correre. Eppure, non riusciva a raggiungerla. Le pareva un ragazzo dalla carnagione olivastra bruciata dal sole, come aveva visto tra le genti di Suna, a volte rannicchiato, altre volte di spalle, ma mai se ne distingueva il viso, perennemente sfuocato dalla calura. Ormai il disco solare era quasi al livello del terreno, quando si fermò. Stava inseguendo un miraggio. E, per quanto assurdo le sembrasse, quella non era un tramonto, bensì un'alba. Un passato sepolto, dimenticato sotto le sabbie. Harumi si prese un secondo per rifiatare, poi voltò le spalle alla visione e iniziò a incamminarsi nella direzione opposta.

    Ogni passo pesava come se stesse trascinando delle catene di ferro. La giovane portò la mano sana al collo, sofferente. Le mancava l'aria. Il suo corpo stava soffocando, e a lei non rimaneva molto tempo. L'astro luminoso sopra di lei si stava inarcando verso il tramonto, terribilmente lento. Il braccio sinistro penzolava inerme al suo fianco dopo che un dolore lancinante l'aveva attraversato poco prima. Era crollata a terra, ma si era rialzata. Aveva ripreso a camminare, anche se ormai assomigliava più ad un trascinarsi, verso la sua meta. Incontro al suo destino. Stava quasi per perdere la speranza, l'unica cosa che le desse la forza di continuare, quando lo vide. Una sagoma stagliata contro il cielo azzurro. Harumi si ritrovò a ridere senza accorgersene. Sì, era lui. Doveva essere lui. Con le ultime energie si portò ai suoi piedi, di fronte a quella altissima croce a cui era appeso il sovrano dei Mikawa.

    Il corpo macero, prosciugato, più simile a quello di un morto che di un vivo. Doveva aver passato l'indicibile per ridursi in quello stato, ma aveva resistito a lungo, più a lungo di chiunque altro. Lentamente, aiutandosi con l'unico braccio disponibile, la ragazza iniziò ad accumulare sabbia davanti a lui, il fiato sempre più corto. Per un attimo il mondo oscillò e si fece nero, sull'orlo dello svenimento, ma quando si riebbe si rese conto di avere davanti il suo viso. Aveva gli occhi chiusi e le labbra screpolate dalla sete. Non c'era acqua lì, ma la giovane sapeva cosa andava fatto. A fatica portò l'arto offeso verso il cielo, poi con l'altra mano estrasse un coltello dalla cinta e senza esitazione passò il filo della lama sulla pelle nivea. Da principio non successe niente, poi piccole perle rosso rubino iniziarono a spuntare dal braccio ed unendosi formarono un sottile rivolo. La prima goccia cadde sulla fronte dell'uomo, poi una sulla sua guancia, infine la terza sulla sua bocca. Un frammento di vita alla volta. Sulle labbra di Harumi il suo sorriso era debole e malinconico, ma brillava.

    Coraggio da bravo, bevi e svegliati.
    Quanto hai intenzione di rimanere a dormire, Diogene?



    L'intero mondo interiore stava tremando, scosso fin nelle sue fondamenta. Fuori, non era difficile immaginarsi il corpo della kunoichi dibattersi mentre lottava con tutte le sue forze per non soccombere. Eppure né al dio né al demone sembrava importare. Anzi, erano entrambi quasi ansiosi che la ragazza raggiungesse il suo limite. Quel fragile contenitore era tutto ciò che li separava dalla rinascita e dalla libertà. Un sacrificio che avrebbe aperto loro le porte del mondo che tanto bramavano. Una morte, che avrebbe permesso alla Morte di discendere sulla terra.

    Per troppo tempo il mio destino è stato tra le indegne mani dei mortali, influenzato da deliranti profezie e deboli shinobi. Ora sarò io a trovare la via per conquistare, di nuovo, questo mondo! Con o senza il tuo benestare!!

    Khorne il dominatore, forse era uno dei suoi tanti epiteti. Era chiaro ormai che la sua offerta non celava altro che bramosia. Mai sarebbero stati alla pari, l'aberrazione antica e il gatto demoniaco, bensì l'uno servo dell'altro. Matatabi aveva vissuto abbastanza a lungo da comprenderlo bene. In quel momento tutto il suo odio millenario era puntato su quella creatura disgustosa, che definiva se stessa un dio, quasi cercasse di schiacciarlo con quella pressione. Un tetro silenzio calò tra i due, quasi fossero in attesa di qualcosa, di un segno.

    L'ha trovato, nyahaha.

    Da un'angolo della stanza, emergendo dall'ombra nera come la pece, la metà oscura di Harumi fece la sua comparsa. Il sorriso inquietante, con quegli acuminati canini felini, non prometteva nulla di buono. Era stata nascosta lì tutto il tempo, oppure era appena arrivata? Lasciando scorrere gli artigli sulla massiccia inferriata, si avvicinò al centro del cancello dietro cui era rinchiuso il nekomata. I suoi passi erano tanto leggeri sul terreno bagnato da non udirsi. Le sue iridi, allungate e profonde, rimasero puntate sull'ospite per tutto il tempo, senza perderlo mai di vista.

    Quando ve ne usciti con quel piano pensavo che foste impazziti entrambi, nya.

    Eppure, aveva funzionato. Il due code aveva aperto un collegamento tra di loro e come risultato aveva portato l'anima del dio lì, nel mondo interiore, dove l'aveva trattenuto fino a quel momento. Allo stesso tempo, però, per qualcosa che entrava, qualcosa era uscito. La coscienza di Harumi si trovava nelle profondità dello spirito di Diogene, impegnata a cercarlo per riportarlo in superficie, interagendo con una parte di lui così nascosta che forse neppure il Mikawa sapeva di possedere, e di cui probabilmente non sarebbe stato cosciente neanche dopo essersi risvegliato, impegnato com'era a combattere su altri campi di battaglia nella sua mente. Ora che tutti i pezzi erano disposti sulla schacchiera, non rimaneva che mettere il re sotto scacco.

    Sai qual'è il bello dei sigilli improvvisati? Che sono facili da rompere, nya.

    A quelle parole, l'attenzione del dio si sarebbe portata quasi per forza sul simbolo tracciato tra le due ante del portale. Era stato tracciato da Eiatsu, negli Inferi di Oto, per confinare il potere del bakeneko e salvare la vita di Harumi. Curioso come un gesto di compassione compiuto da un uomo dal cuore di ghiaccio potesse cambiare la sorte di così tante persone. Nella fretta, però, l'eliminatore non era stato preciso, e di questo la giovane e il demone avevano preso coscienza col tempo. Ogni volta che la mente di Harumi affondava negli abissi del suo inconscio, si mescolava con i sentimenti di Matatabi. Dalla loro unione aveva preso forma il Gatto, la sua metà più oscura. Per colpa di quel lavoro malfatto loro due, o meglio tre, avevano faticato tanto prima di poter comunicare. Però non tutto il male veniva per nuocere. Mentre lo stavano guardando, alcuni dei simboli che lo componevano si sciolsero come acqua che diluisce l'inchiostro su un foglio. Con un boato, le porte scattarono in avanti, e ne uscì una zampa ammantata di fiamme nere e blu che tentò di bloccare al suolo il dio del sangue.

    Volevi essere espulso? Ebbene, lo sarai, ma da questa realtà!
    Di te non rimarrà nemmeno il ricordo del nome, e quando parleranno di te sarà solo per raccontare quanto fossi patetico.

    Il cancello reggeva appena sotto il peso del Nibi che spingeva con tutto il suo corpo sulle sbarre, allungando il più possibile l'arto infuocato. Dopo averlo trascinato fuori dalla mente di Diogene, ciò che rimaneva da fare era tagliare il legame, ma non potevano essere loro a farlo, non da soli almeno. Doveva essere il Mikawa a rinunciare a Khorne e a ricacciare il parassita dagli abissi dimenticati da cui l'aveva riesumato. Tutto ciò che potevano fare era aiutarlo a compiere la scelta e tenere occupato quell'essere immondo. Il kokage doveva agire, e doveva farlo subito. Anche perché fuori, nel frattempo, il corpo della kunoichi aveva iniziato a ricoprirsi di chakra ribollente, blu e nero, completamente fuori controllo. Un manto che iniziava ad assomigliare preoccupantemente alla sagoma di un gatto a due code.

    È il momento, nya.


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