Posts written by -< Etsuko >-

  1. .

    Al cospetto di Memai...


    La Vertigine non è paura di cadere ma voglia di Volare




    Come mi sarei aspettato il comitato d’accoglienza non era stato dei più calorosi. Trovai la donna intenta a lavorare una fune, probabilmente per emergere altre statue dal lago e liberare altri demoni interiori. Quello si che doveva essere un segnale d’allarme. Rinfoltire l’esercito d’imbattuti al servizio del samurai e sfuggiti al controllo di Verità. Bisognava ristabilire l’ordine delle cose e questa doveva essere una faccenda di “famiglia”.

    Pff...che esistenza patetica la tua. Una larva che fa di tutto per non sbocciare.

    Prendilo e trafiggiti il cuore. Muori e libera finalmente la tua vera essenza. La Divinità che alberga dietro quella ridicola carne. Libera il tuo Imbattuto e fatti da parte per sempre.

    Raccolsi lo spiedo, mentre sorridevo alle parole della ragazza. Ci giocai tra le mani, sino a spingerlo sul polpastrello dell’indice mancino. La pressione unita all’arma affilata, lacerarono l’epidermide lasciandone scaturire una goccia di fluido ematico, dal rosso scarlatto. Si raccolse rapido fino al punto che divenuto troppo pesante cadde macchiando il pavimento.

    Chissà dissi... chissà se anche la tua presenza qui oggi è legata al Sangue. Sai è strano.

    Portai il dito ferito alle labbra lasciando che la goccia successiva macchiasse la bocca, posandosi sulla lingua.

    Il sangue è spesso associato a funzioni e definizioni che esulano dal suo mero significato biologico... Il sangue è NUTRIMENTO e CALORE, Il sangue pagano è quello che sancisce la “fratellanza di sangue”. Simbolicamente ognuno di noi, ritmicamente, porta il sangue all’esterno, fino alle estremità: questo è portare il sangue VERSO il mondo, per fare esperienza. Poi lo riporta all’interno, verso il cuore: questo è il FEEDBACK dell’esperienza fatta nel mondo. Davvero il sangue sembra essere un mezzo, un veicolo per trasportare l’esperienza, ossia anche i ricordi.

    Chissà se anche tu Memai hai in te del sangue... chissà se il tuo creatore si è impegnato così a lungo nel danneggiare la sua mente fintanto che tu nella tua forma umana potessi eccellere nella definizione sin ai dettagli più mimini... chissà se anche tu conservi tramite il sangue i ricordi del tuo creatore.


    Oh, sono sicura che speravi di appellarti alla mia umanità...voi Akuma lo fate sempre. Non riuscite a capire che voi siete solo dei deboli prototipi da cui emergono le nostre forme perfette. Noi siamo oltre l'umanità, e Mitsuhide Akechi lo ha capito e può guidarci....servirlo per qualche decade non è nulla, dato che la sua vita non è che la luce di una candela rispetto a noi...e alla sua morte saremo liberi di dominare il mondo come è nostro diritto.



    Ahahahahahahahah...

    Di certo l’ironia non ti manca... quasi a dubitare che tu più che vertigine, sia SARCASMO... ma quello forse è un sentimento sin troppo raffinato per un imbattuto.

    Nessun appello all’umanità, so cosa sei, ricordi? L'hai appena detto sono un Akuma...


    Allora...la tua scelta? Io sono Memai e tu non puoi certo sconfiggermi...non ho nulla da temere da uno come te.

    E anche qui devo dissentire... tu sei Memai, è il nome che ti sei dato ma sai benissimo qual è la prova che un akuma doveva affrontare alla villa, la prova di sconfiggere il suo demone interiore, vincere il suo imbattuto. Quindi se c’è qualcuno che qui possa sconfiggerti, sono proprio io...

    Lascia che quelle parole galleggiassero nell’aria e appesantissero l’atmosfera tra i due.

    Sospirai.

    Ma non sono qui per questo.

    Tornando al sangue... lo spargimento di sangue, nei sacrifici, sigilla un patto fra l’umano e il divino, o il demone ed è proprio quello che ti propongo: un patto.

    Non un ricatto Memai, non sarai così ingenua da pensare che Mitsushide, abbia interessi diversi dal guidarvi se non legati alla sua vendetta... sa bene quanto siete pericolosi e non permetterà mai che voi possiate essere liberi. La tua essenza e sopravvivenza sarà legata alla sua necessità. Tu vivrai se lui ne avrà bisogno. Oggi per la vendetta nel paese del ferro, domani per un’altra ragione. Tu e i tuoi simili sottostarete alle sue volontà come cani al guinzaglio, sotto lo scacco di una spada che può distruggervi, rilasciarvi al minimo capriccio. In pratica un’altra Verità ma meno rispettosa e ben più letale.

    E non t’illudere che la tua schiavitù sia legata alla sua sopravvivenza... passerete di generazione in generazione come un lascito prezioso. Come il genio, prigioniero della sua lampada, nella speranza che qualcuno che lo definisca “amico” possa liberarlo.

    Io ti propongo un legame... un patto di sangue. Con me che sarò il tuo custode! Ti preserverò da chiunque provi a distruggerti e sai bene che sono uno dei pochi che ti può assicurare questo tipo di protezione... ti propongo uno scambio di favori... per una esistenza condivisa. Saremmo l’unica forma vivente di umano e divino che coesistono. Senza ricatti e senza inganni.


    Gli porsi la mano macchiata...

    Cosa ne pensi?
  2. .

    IL LAGO DEGLI IMBATTUTI


    Tra vertigine e Vergogna



    Etsuko, ce l'abbiamo fatta ma è stato uno scontro molto difficile. Non credo che potremmo replicare lo stesso risultato contro Kokai o Memai nelle condizioni in cui ci troviamo. Sì, ho scoperto l'identità e alcune abilità del mostro. Ma prima devo chiederti di svelarci alcune cose che so per certo che stai tenendo nascosto...

    Ritengo che tu abbia ragione Kato, sai per certo che sto tralasciando dettagli in cui per puro caso mi sono imbattuto nella villa, così come so per certo che voi stessi state tralasciando dettagli importanti che ritenete io non possa essere informato. Conosco la gravità della situazione e ad esser sincero persino il tuo gesto estremo di pocanzi mi sembra costruito ad hoc affinchè io potessi mostrarti gratitudine e fidami di te. Sorrisi, amaramente, ritenendo che i miei compagni di missione non mi ritenessero degno di conoscere la verità. Troppe son le cose che non mi tornano, prima mi avete allontanato con una scusa per affrontare molto probabilmente argomenti scottanti e ritorno e ti ritrovo sanguinante infilzato dalla lama di Shin. Per non parlare del mio ritorno dalla villa, non vi ho trovati per nulla sorpresi nel conoscere i dettagli dell’essere mostruoso che ci ha quasi uccisi e delle sue urla terrificanti. Sapete di cosa sto parlando vero? Avete permesso a Yato di allontanarsi benchè ci servisse tutto il supporto possibile per quale ragione? E perché non avete deciso di sbarazzarmi di me? Sono idee che mi ronzano per la testa da un bel po' e sincerità per sincerità mi aspetto delle risposte convincenti.

    La mia copia si è incrociata con il terzo mostro, si chiama Memai Akuma e subito ho pensato ad una schiava di Akechi ma in realtà essa serve il samurai perché l'ha liberata dal giogo, qualunque esso sia. Il suo potere è tremendo, ha riconosciuto che era una copia, magari usando i tuoi stessi occhi e non solo... ha spinto, forte di una propria illusione, il mio clone in bilico, come se fosse stato lanciato nel vuoto dal cielo. Inoltre probabilmente per gli stessi motivi Haij e Kokai stanno seguendo il Samurai, che mi ha detto essere esperto nella Scuola del Tamburo. L'intenzione di quell'uomo è semplice, sfruttare sicuramente questi mostri per rovesciare il governo del Ferro. Riesce a spostarli e controllarli, forse grazie ad una Pergamena di Indra o grazie ad estreme abilità di Fuuinjutsu e seguendo le informazioni che ho ottenuto trasferirà le loro anime, se così possiamo chiamarle, in oggetti piccoli... Un esercito in miniatura. Loro sono più che contenti perché Verità non ha più potere su di loro.

    Tu stesso hai citato Verità contro Vergogna... dunque alla Villa per forza di cose lo hai incrociato o lo conosci da prima. Il problema Etsuko è che sono quasi sicuro dell'identità del mostro che hai sentito ridere alla Villa, basandoci sulle varie descrizioni che abbiamo raccolt. Si chiama Coraggio di Hayate e le nostre strade si sono incrociate alla missione dell'Abete. Lo riconoscerei ovunque per via della sua risata, pure da sordo... perché la sua risata è talmente malefica da penetrare le ossa. E il Coraggio di Hayate non può essere sconfitto, te lo garantisco. Perché mi ha steso in pochi secondi, senza io che potessi anche solo contrattaccare. Dunque cosa lo sta tenendo fermo dal distruggere la Villa stessa? Perché ci hai tenuto nascosto Verità? Chi sono questi mostri? Come possiamo veramente fermarli? Considera che ho perso molte energie, anche per proteggerti e così ti ho dimostrato la mia lealtà nei tuoi confronti. Affrontare i restanti due mostri e magari anche il Samurai non è pensabile. Devi condividere le informazioni, ne va della nostra vita. La mia promessa è quella di aiutarti a risolvere la situazione.


    Choyume mi ha parlato di lei... probabilmente i suoi colleghi non avrebbero riconosciuto quel nome, come potevano? Anche su quello il kiriano aveva mentito o meglio “omesso”... poco fa, ho avuto una esperienza extracorporea, la chiamerei più che altro una richiesta d’aiuto e un’altra grana per noi. Il samurai per puro caso tempo fa si è imbattuto in un essere Farfalla... in grado di manipolare i sogni, una sorta di controllo mentale direi... proprio tramite questo espediente controlla gli abitanti del villaggio. Choyume a suo rischio e pericolo mi ha consigliato di seguire Memai per trovare Akechi. La spada che è in suo possesso tuttavia è in grado di tagliare i Genjutsu, quindi in tal caso, non sarà facile combattere con il samurai e gli IMBATTUTI contemporaneamente... sarebbe un suicidio. Ritengo che le abilità di Shin con la spada possa, impensierire il samurai con il supporto di Kato. I mostri, sono un mio problema... lasciate che me ne occupi io. Tuttavia, se conoscete un modo per riportare alla ragione il mostro nella villa... beh ci potrebbe essere molto utile, anche perché così facendo potremmo recuperare un alleato fondamentale tra le nostre fila, ossia Verità che al momento è impegnato a tenere a bada il Coraggio.

    Una volta entrati nel magazzino

    Etsuko, credi che sia meglio distruggere i simulacri o lasciarli così come sono? Nasconderli da qualche parte, che ne so gettarli in mare ad esempio, potrebbe farci guadagnare tempo?

    A dire il vero, questi ormi sono gusci vuoti, da quel che ho potuto capire, il samurai ha trasferito tutti gli imbattuti in monili che possono essere facilmente trasportati e facilmente controllati, persino la statua di Verità che tuttavia non può controllare e un gioiello al collo del samurai... Anzi... Shin, sarebbe molto utile se riuscissi a impossessarti di quella. Ci darebbe una grossa mano con quei mostri.

    Analizzai in seguito i ninja addormentati per poter comprendere se e quale tipo di legame vi fosse con le creature. O se fossero solo recipienti pronti all’ uso.



    … IL PIANO “Contorto”...


    Arrivò il momento di agire, così cercai tramite le mie doti di sensitivo e il magan se fosse stato necessario di intercettare Zoruto, per riferire a Kato, l’esatta posizione in cui si trovasse. Mi allontanai dal gruppo, cercando prima di recuperare un po' di energie ma soprattutto per riordinare le idee, ero stanco ma soddisfatto. Dopotutto avevo superato una delle prove per insidiose per gli Akuma, utili a sviluppare in modo convenzionale le abilità oculari. Kato prima di andar via mi aveva mostrato l’aspetto di Memai... la ragazza aveva spoglie mortali, probabilmente su di lei era già stato eseguito il rituale di possessione che il samurai voleva utilizzare con gli altri imbattuti per creare il suo esercito. Questo avrebbe coinvolto l’onore del clan, per scopi meramente personali. Non l’avrebbe permesso.

    LA VERTIGINE... ripensai tra me nel modo probabile per sconfiggerla. Tuttavia la richiesta era seguirla per scoprire dove si trovasse il samurai. Ma la mia domanda sorgeva spontanea, come l’avrebbe sconfitta in sua presenza? Ogni illusione sarebbe stata annullata dal potere della spada. Quanto forte fosse questo potere? Era tutto un grosso enigma.

    Riattivai il potere oculare per vedere dove fosse Memai... ma non mi sarei soffermato a questo, volevo scambiarci qualche parola. Volevo mettermi alla prova e mettere alla prova la fedeltà stessa della Donna. Quanto rimaneva in lei dell’Akuma che l’aveva generata? Era uno strumento nelle mani di qualcuno o sarebbe potuto diventare un’arma a nostro favore?

    Così se fossi riuscito a localizzarla e intercettarla, con calma mi sarei presentato al suo cospetto:

    Memai... che piacere Vederti. Vorrei solo scambiare con te qualche parola. Da Akuma ad Akuma...

    Chissà come avrebbe reagito la ragazza.

    Se invece avessi localizzato la ragazza in presenza già del samurai, avrei semplicemente seguito i suoi spostamenti per riuscire a identificarli. Recandomi a quello che era il punto contrassegnato prima di sera.




  3. .

    Contrattacco al Re Rosso


    inseguimento



    Alla fine tutto andò come doveva andare e l’azione combinata tra nebbia, illusioni e balzi gravitazionali ci avrebbe portati sin troppo distanti dai nostri aguzzini… si esatto, avete ben compreso, sin troppo distanti. Perché valutata con attenta analisi il da farsi, dato i movimenti dei 3 guardiani e il dilungarsi dell’ultimo, per la chiusura del Gate… quel che ci restava da fare era ben poco.

    OPZIONE A: tornarcene indietro… ma a quale pro? Avremmo scaricato la responsabilità della missione su Kensei e su Tasaki. Adesso che ci pensavo… che duo, affidabile.

    OPZIONE B: tentare un approccio con l’unico dei guardiani rimasti al di fuori della Barriera, per cercare di ottenere da quello, informazioni utili o anche perché no, riuscire ad ottenere un lasciapassare per l’interno.
    Così quando i miei compagni decisero sull’intraprendere l’opzione B, da avido sostenitore del FARE, piuttosto che inerzia, decisi di assecondare le volontà dei miei colleghi.

    Certo Youshi…
    Non ci sfuggirà stanne certo


    Vedevo tra la nebbia, sentivo il mio nemico, come un criceto sulla ruota, inconsapevole forse della teca nella quale si trovava. Ma non lo sottovalutavo, poco prima aveva mostrato il suo valore e di certo seppur provato, rimaneva un osso duro.
    Avrei così indicato la via, [POTENZIANDO] il mio incedere per ottenere un vantaggio in metri, sull’inconsapevole inseguito.
    Se tutto fosse andato come nei piani, avrei attivato ancora una volta il Magan, per assorbire nel mondo ammaliatore e illusorio, il guardiano. Tre costrutti, identici nelle fattezze dei ninja, sarebbero apparsi a bloccarne l’incedere. E così avrebbero parlato.

    Pensavi di esserti liberato di noi?
    Devi permetterci l’accesso alla barriera…
    Altrimenti… avrebbe armeggiato con la lama di un kunai, senza velare troppo la minaccia al nemico.

    Ognuno dei tre costrutti avrebbe pronunciato una frase, mentre i tre all’inseguimento, quasi giunti erano pronti a effettuare le reali mosse.
    note



  4. .

    Amministrazione di Kiri


    Strategie Politiche



    A discapito di quanto ella potesse pensare, mi piaceva quella ragazza. Aveva, inconsapevole, tanti punti d’intralcio con il carattere del Nono, benchè cercasse di evitarlo.
    So benissimo che sei in grado di capirmi, Akuma, non sei affatto stupido. Ho bisogno di poter decidere quale strada percorrere: quella di una diplomazia più aggressiva, incarnata dal candore di Jukyu e dal suo cuore traboccante rabbia, o quella di una diplomazia posata, elegante, ineccepibile, di cui tu sei l'emblema più alto in tutto il continente. Devo essere in grado di riuscire a definire, anche attraverso la vostra reciproca collaborazione, non solo il confronto, quando mi è permesso forzare la mano, quando posso pungere o quando devo accarezzare. Non voglio, però, che tu fraintenda: non ho scelto di affiancarti qualcuno perché non credo che tu non sia in grado di darmi questi consigli. L'ho fatto perché, anche dall'esterno, si veda che non sei solo tu a sussurrarmi nelle mie orecchie. La tua fama nel continente già ti precede. C'è bisogno di mischiare le carte, di creare difficoltà di lettura. Kiri deve essere tanto limpida e tersa come il cielo d'estate quanto nebulosa ed oscura come la sua nebbia - e questo è un ottimo modo per raggiungere questo obiettivo. I nostri alleati, tanto quanto i nostri nemici devono avere chiare le nostre intenzioni ma non riuscire a comprenderle dalle nostre azioni. Dobbiamo mantenere un'ambiguità assoluta che ci permetta di tirar fuor la carta della correttezza formale al momento del bisogno.
    Sorrisi, giocando con l’anello al dito raffigurante l’effige di casa Akuma



    l’occhio carminio che tutto osserva, regalando una visione del mondo che solo i prescelti possono ricevere in dono. E non sfuggiva ad Etsuko, la visione del Kage, quell’uomo era scaltro, non sarebbe stato facile per nessuno ingannarlo. Pragmatico, selettivo, autocritico… valutava le 1001 opzioni e strade possibile prima di scegliere tra le 1000 disponibili. Kiri era in buone mani, per quanto se ne potesse dire nel continente e per quanto la politica di Kensei non fosse, per l’opinione pubblica, magnanima e attenta alle esigenze dei cittadini di Kiri. Lui li aveva a cuore a suo modo e per quanto si sforzasse, non riusciva a dimostrarlo a Kiri stessa. Sarebbe stato questo il mio compito, rendere il volto del kage a kiri, meno spaventoso e alleggerire lo stress cittadino con eventi e espedienti che riportassero alla rivalutazione di Kensei stesso. La diplomazia parte da kiri stessa prima di espandersi al continente. E già avevo in mente qualcosa.
    Chiedetemi ciò che volete o che credete dobbiate sapere ed io vi risponderò. Iniziamo a delineare insieme la facciata formale che Kiri avrà con l'Accademia ed i suoi più stretti alleati.
    Bene Kensei… iniziamo da Konoha… credo che sia conveniente alleggerire i rapporti con Raizen, l’occhio vigile dell’Hokage, sugli affari di Kiri non è conveniente, per quanto lui possa contare su rapporti diplomatici e su alleati potenti. Anche nei miei confronti si è raffreddato e credo che questo sia dovuto al rapporto che noi due abbiamo instaurato… hei un attimo… quale rapporto c’era tra i due? A dire il vero, Kensei di punto in bianco aveva deciso di renderlo consigliere… ed era bastato questo ad associarlo allo spettro d’ira e d’odio che il Mizukage si portava dietro. Inoltre l’avvicinamento repentino al Mikawa di Oto, ha portato molte perplessità nell’accademia. Diciamo che lui non è tra gli alleati più affidabili e lo ha dimostrato diverse volte in passato. Ma credo che tu stia adottando tutte le precauzioni possibili, investendo in questo asse.
    Ma oggi qui voglio sapere… quali sono le vere mire espansionistiche di Kiri? Dobbiamo sapere quali carte poter giocare, quali intarsi diplomatici attivare e quali tenerci cauti.
    Inoltre Kensei, dobbiamo lavorare sulla tua figura qui a Kiri… c’è malumore tra le genti, le tasse gravose e i pochi momenti di divertimento e gioia, in un clima austero che circonda la tua figura, affossano le preoccupazioni dei cittadini, implementandole. Credo che una strategia di rivalutazione della tua immagine, all’interno del villaggio. Renderebbe i cittadini più tranquilli e il clima più disteso.




  5. .

    La nebbia e la bruma


    Attori e Omuncoli



    Come ogni viaggio che si rispetti, dovrebbe partire con una preghiera al Dio Abissale e così feci, per tirare dalla nostra parte i favori del vento e moti ondosi, avevamo sin troppi nemici sulla terra ferma, un amico nei mari sarebbe stato comodo.
    Ero così assorto accanto al parapetto di tribordo quando kensei attirò la mia attenzione.
    Osserva le navi davanti a te, Etsuko. Vedi insegne del Paese del Miele, per caso? Memorizza i loro particolari.
    Sarà fatto
    Non era difficile immaginare le intenzioni del kage, d’altra parte era una cosa a cui avevo già pensato. E quando mi richiamò ne fui sorpreso.
    Ho bisogno che tu ricrei i simboli del Paese del Miele che hai visto al Porto su questa nave. Il motivo è presto detto: come ti sarai accorto, ci sono in giro due voci principali in questo momento: il tradimento di due villaggi alleati con la Bruma e dell'attacco di una nave in mezzo al mare ad opera di, suppongo, Akira.

    Il solito Akira, quel ninja è troppo avventato, rischia di metterci tutti nei guai… lo sai non è vero?

    Certo che lo sapeva, avevo più volte sottolineato le mie perplessità sul ragazzo, sin da villa Mikawa, quando aveva quasi tentato di distruggere il frammento che ci permetteva di interagire con il jutsu temporale, facendoci vagare in un limbo indefinito tra lo spazio e il tempo.
    Attraverso le mie capacità non sono in grado di annullare il nostro chakra ma solo di diminuirne l'intensità; è quindi presumibile, o comunque non escludibile, che verremo individuati. Dobbiamo prepararci ad un controllo ed ho già ideato la storia perfetta: siamo mercanti del Villaggio del Miele - per questo la nave deve recare le insegne di quel villaggio - che, dopo aver sentito la storia dell'assalto alla nave della Bruma, ha deciso di cambiare rotta per non rischiare un attacco da qualche folle kiriano.
    Avrei fatto in modo che il mio chakra si annullasse tramite le mie capacità di sensitivo, ciò avrebbe dato meno grane a Kensei che avrebbe potuto tenere a bada gli altri.

    Sarà fatto mio kage…

    In un baleno gli stemmi del miele comparvero sulla vela maestra e sulle bandiere che contraddistinguevano con le loro effigi l’appartenenza alla flotta del paese.
    Ma non ci furono subito utili, eravamo a tre giorni di navigazione da Kiri a qualche ora dalla partenza, che avvertimmo qualcosa. Non era difficile osservare le vele cremisi all’orizzonte e la velocità con la quale si avvicinavano ci lasciava presupporre che la fuga non era una opzione da prendere in considerazione.
    Inoltre il kraken al di sotto dell’imbarcazione era un intralcio abbastanza grave verso una eventuale via marina da percorrere.

    40 ninja in tutto… di diversa potenza… uno scontro sarebbe da evitare, per non parlare del cucciolo sotto l’imbarcazione.

    Avrei fatto una analisi più dettagliata qualora me l’avessero chiesto ma sapevo non servisse. Il piano di Kensei era chiaro. Nasconderci, simulare, recitare e passare inosservati.
    Fu così che preparai la scena… in caso di abbordaggio.
    Etsuko, in caso di abbordaggio ... fai tu i favori di casa?



    Nel caso in cui qualcuno fosse salito a bordo, mi sarei avvicinato con fare languido a colui che poteva sembrare il capo.
    Sia lodato il cielo vossignoria… abbiamo sperato da ore di vedere all’orizzonte vele cremisi, pensavamo di non farcela, pensavamo di morire.
    Avrebbe scosso le spalle in senso di terrore e muovendo nervosamente le dita provocando il tintinnio dei numerosi anelli.
    L’uomo pareva il classico mercante, ricco e pomposo e fastidiosamente legato alle sue ricchezze. Lo testimoniavano anche i numerosi sacchetti colmi di monete d’oro che si portava alla cintola.
    I mari, ci hanno riferito che non sono sicuri… un mostro, un demone dalle mille lame… pericoloso e spietato, abbatte qualsiasi imbarcazione alla sua portata. Brrrrrr…
    Avebbe ripetuto il gesto di terrore in modo spasmodico e maniacale. Cerchiamo un luogo sicuro dove poter mercanteggiare, abbiamo merce di prima scelta… riso dei più buoni che possiate mangiare e spezie a volontà. Credo che gli abitanti della Bruma non disdegneranno la nostra mercanzia. Vi prego… non resteremo in mare un’altra notte ancora, con quel demone in giro…
    Il capo chino, in segno di sottomissione e la preghiera sincera del mercante, negli occhi il terrore per la remota possibilità di doversi allontanare dal suo oro.
    Attendevano così il responso dei loro ospiti.





    Fudoh/Shimura e il Khan


    alle strette



    Akiko tratteneva a stento l’ira, avrebbe volentieri distrutto parte dei macchinari medici lì presenti, lanciandoglieli contro a quel coglione di medico… ma cosa aveva in mente? Eppure l’espediente della famigliola in pericolo sembrava l’avesse persuaso a fare il cagnolino fedele e portare a compimento il piano.
    Quel bastardo del Khan doveva morire… erano gli ordini della Scarlatta in persona, così la corruzione avrebbe dilagato nel paese del lupo e il gioco sarebbe presto che fatto, il paese sarebbe crollato alla volontà dei cremisi.
    Ma quel coglione adesso rischiava di rovinare tutto, insospettendo quell’uomo che di certo non era stupido. E se quella missione fosse fallita, deglutì, toccandosi la gola, non avrebbe più avuto una gola da toccarsi.
    Così quando furono soli. Si scagliò sul dottor Shimura, con le fiamme negl’occhi.

    Tu lurido verme… se non fai quello che ti abbiamo detto, non avrai più una famiglia, una moglie e dei figli ne una tomba su cui piangerli. Perché i vermi non meritano di versare lacrime, non sfidare la nostra ira, perché non siamo persone da sfidare.
    Tenta ancora una volta di provare ad avvertire il Khan o insospettirlo e ti serviremo la testa dei tuoi, TENERI e ADORABILI, figlioli, ficcata nel culo della tua lurida moglie, siamo intesi?



  6. .

    …Kusa non Deve cadere…


    O forse deve?





    Che strano l’atteggiamento di Raizen, il kage, forse preso dalle dinamiche del conflitto aveva repentinamente cambiato l’approccio con Etsuko. Il kiriano ne rimase dispiaciuto, eppure non lo diede minimamente a vedere, non avrebbe intaccato il suo atteggiamento da diplomatico. Ma era forse il loro rapporto d’amicizia così flebile da spezzarsi al minimo accenno di vento?
    Beh forse si… e il kiriano aveva valutato male tante cose. Ma la storia si sa è imprevedibile e i suoi risvolti si possono valutare solo con il trascorrere del tempo.

    … al quartier Generale …

    Mi ero fatto carico del ritardo delle truppe kiriane al cospetto del kage, seppur il trattamento nei confronti dell’amministratore del suono fosse stato ben diverso, probabilmente per l’apporto delle forze in gioco o forse per la maggiore simpatia che provava per quello. Di certo l’ago della bilancia quel giorno non pendeva dalla nostra parte e avrei dovuto far qualcosa perché la situazione di Kiri migliorasse in quell’asse diplomatico. Dopotutto la nebbia era uno dei quattro villaggi fondatori dell’accademia e un atteggiamento di supremazia o di predominanza da parte dell’uno o l’altro villaggio, qualunque la situazione fosse… non era tollerabile.
    Così l’eccesso di zelo, di Raizen alla mia semplice richiesta d’ingresso di Youshi come duo diplomatico al servizio di Mizukage, fu ancora scambiato come pretesa o arroganza mia o della delegazione Kiriana. Così ancora ingoiai il rospo e guardando di sbiego il kage, feci accesso con il mio collega nella sala riservata alle decisioni.
    Ascoltammo in silenzio la situazione che si fece via via più drammatica, con richieste di ausilio e supporto in più parti del territorio dell’erba e con diverse grane da risolvere. Ognuno dei presenti così prese parola, proponendo l’uno o l’altro membro delle sue squadre, per l’una o l’altra missione. E arrivò anche il nostro turno. Mi sarei tolto qualche sassolino dalla scarpa…

    ZAssou… signori…
    Mi rivolsi con un inchino a tutti i presenti.
    Sono Etsuko Akuma, consigliere del Mizukage, lui è Youshi uno degli shinobi più vicini a Kensei… siamo qui in rappresentanza della delegazione Kiriana… siamo qui in veste accademica per combattere INSIEME una guerra… siamo qui pronti a sacrificare le nostre vite per proteggere queste terre in nome di una istituzione, l’ACCADEMIA di cui facciamo parte come villaggio fondatore.
    Adesso son costretto a rispondere qui davanti a voi di un ritardo delle truppe kiriane, per motivi logistici e organizzativi… e per questo ritardo me ne scuso ufficialmente. Ma ci tengo altresì a precisare un altro punto fondamentale… siamo qui per scelta… non per costrizione, siamo qui perché insieme abbiamo necessità di combattere una guerra. Ribadisco INSIEME…
    Non risponderò qui, oggi di dissapori passati tra diversi Kage, ne mi prenderò fardello… o mi assumerò le conseguenze.
    Dopotutto se la nostra presenza qui non è gradita o ritenuta scomoda, non resteremo di certo a subire frecciatine o trattamenti disparitari. Signori sono uno shinobi, ho orgoglio e onore a cui dar conto, nonché i gravosi oneri diplomatici. Ma rappresento un popolo e come tale, gradiremmo essere trattati al pari degli altri popoli qui presenti.


    Mi sarei seduto senza aggiungere altro, non esitando a mantenere la mia posizione. Ne a rispondere al Kage di konoha con atteggiamento minoritario, non era a lui che rispondevo. Eravamo lì per aiutare non per essere maltrattati.
    Se tutto avesse avuto un risvolto positivo mi sarei diretto al campo base.

    … ore 13.00 al campo base…

    Bene…
    Proporrei Fudoh e Samui, per la missione di Shida, son sicuro che il primario di kiri e il suo collega abbiano le caratteristiche giuste per portare a termine il compito.
    Hideo, andrà in ricognizione… inoltre ho diversi Genin che potrebbero affiancare chi ritenete opportuno nelle altre missioni di supporto.
    Io mi affiancherò a voi nella missione d’infiltrazione del re della Armature se ritenete che possa esservi d’aiuto.
    Il riferimento era velatamente rivolto a Raizen.
    Se le proposte si fossero concluse nel migliore dei modi, avrei comunicato ai kiriani presenti le missioni a cui erano stati affidati. Assicurandomi che fossero d’accordo e pronti a svolgerle al massimo delle loro possibilità.

    Ore 10.30

    TEAM ETSU
    Kanko RYO Sadanobu

    Com’è la situazione all’accampamento? Abbiamo notizie dal fronte Otese/kiriano?


  7. .

    Il Trono Vuoto


    Eiatsu e i segreti del sangue






    Che stupido, come avevo fatto a non pensarci prima? La soluzione era stata sotto i nostri occhi sin dall’inizio eppure avevamo perso tutto quel temp... hei un attimo… IL TEMPO!!! Era chiaro adesso che eravamo finiti in una trappola temporale, un loop in cui stazionava la villa e tutti i suoi inquilini… si esatto TUTTI.
    Di sicuro però chi li aveva intrappolati aveva studiato tutte le possibili mosse e varianti dei ninja accademici, potendo quelli andare a piacimento avanti e indietro sfruttando il frammento. Ma … se il frammento era in questo tempo e in questo specifico momento a loro disposizione come avrebbero potuto i nemici sfruttarlo?
    Sicuramente quella trappola poteva essere scardinata, aveva le sue falle, tutto stava nel cercarle e rivoltarle contro chi le aveva innsescate. Il Mikawa aveva dimostrato con l’espediente della mappa di essere a conoscenza della nostra situazione in un presente differente dal nostro e questo era sicuramente un vantaggio, Diogene cercava di aiutarci. Ma chi c’era dietro a tutto questo?

    “il sangue vi indicherà la via” diceva:

    almeno un paio dei membri del gruppo sapevano a cosa potesse riferirsi quella indicazione e fu proprio Kensei assieme alla ragazza, Harumi a spostarsi verso quella che doveva essere una stanza deputata al culto vero e proprio del Dio Sangue a cui il Mikawa aveva venduto la sua devozione se non proprio la sua l’anima.
    Ma le sorprese di certo non erano finite, fu quando io e il sunese, ci spostammo attraverso un cunicolo scavato nella roccia che conduceva ad un vero e proprio laboratorio degli orrori deputato ad alloggio che scoprimmo la vera sorpresa che la villa celava. La stanza emanava un forte odore di naftalina, gli organi erano conservati in bocce catalogate e disseminate sugli scaffali. Ad una prima occhiata quella stanza era stata investita dal jutsu temporale che aveva inghiottito la magione. Ma fu semplice scovare l’anomalia in una delle pareti. Le travi erano state mal disposte a ricoprire qualcosa e le mie doti da sensitivo più del Megan che ancora per un po' non avrei potuto usare avevano di certo individuato cosa.

    Kensei… c’è qualcuno al di là della parete…

    Dissi con tono grave, sicuro che qualcun altro dei mie compagni si fosse accorto dell’ospite e cercando di alzare l’attenzione dei presenti.
    Su una cosa eravamo sicuri, il Mizukage non si lasciava intimorire dalle situazioni sconosciute e neppure reo dell’esperienza che l’aveva privato dell’uso di un braccio, avrebbe sfondato senza la minima delicatezza il muro di travi e la porta che ci separavano dall’incognita.

    … SORPRESE E ASPETTATIVE …

    La ragazza l’aveva riconosciuto, era un abitante della villa. Forse davvero era riuscito a sfuggire al jutsu temporale. La cosa sorprendente ma non troppo, ormai in quella situazione paradossale, era che lui non parve minimamente sorpreso e di getto ci fece quella domanda.
    " ...non c'è tempo per le spiegazioni. In quale futuro siete finiti? Ditemi che non avete ancora preso l'artefatto. Se siete giunti qui avete rotto l'illusione ma il libro, il libro quante volte lo avete preso ?! "
    L’uomo sapeva… sapeva più di noi e questo DOVEVA essere un vantaggio che non avremmo dovuto lasciarci sfuggire.
    Le risposte furono rapide da parte dei compagni e io aggiunsi tutti i dettagli che conoscevo sul tempo in cui eravamo finiti, ogni minimo particolare poteva fare la differenza in quella corsa contro il tempo, quindi cercai di non trascurare nulla. Al termine della mia dettagliata descrizione, avrei atteso con i miei compagni l’evolversi di quella situazione paradossale, speranzoso che la compagnia si trovasse finalmente ad un punto di svolta. E che il nemico, perché di nemico si trattava, diventasse per lo meno tangibile regalandoci un minimo spiragli di certezze.



  8. .

    L’erba tinta di sangue


    ULTIMO PIANO; ULTIMA SPERANZA




    Dov’eravamo rimasti? Ah si…

    Kusa deve cadere

    Erano stati quelli gli ordini del kage, seguirono delucidazioni e sebbene le parole appena pronunciate fossero in perfetta linea con le intenzioni di Kensei. Stridevano non di poco con le modalità di attuazione. Di certo alcuni di noi sarebbero risultati più propensi all’arte dell’inganno e non avrebbero provato alcuno scrupolo nel sabotare le azioni accademiche ma come avrebbero reagito di fronte alla eventuale morte di amici di sempre? Era davvero quello il prezzo ultimo da pagare? Era quello l’unico modo per portare l’idea e la demagogia Kiriana oltre i confini di stato?
    Lasciai l’amministrazione pensieroso, non mettevo in dubbio la mia lealtà a Kiri e a Kensei ma quel che cercavo di ottenere era il risultato con il minor numero di sacrifici possibili, non avrei permesso nessun sacrificio inutile seppur fatto in guerra, non avrei macchiato le mie mani di sangue da traditore.
    Dovevo tuttavia capire come ottenere tutto ciò…

    …A OTO…

    Eravamo ormai abituati a viaggiare tra lo stormo dei pipistrelli evocazioni del kage e così giungemmo ad Oto, senza alcun problema. Kensei raggiunse la tenda del Mikawa e noi ci aggregammo allo sparuto gruppo del suono che come noi era stato designato a raggiungere il fronte. Riconobbi subito il ninja a capo della delegazione, il ragazzetto amministratore del villaggio, Febh, al suo fianco due ragazze, la prima non l’avevo mai vista, l’altra ragazza aveva dei lineamenti a me non sconosciuti… l’ultimo membro ma non per importanza era lo spadaccino Tasaki, rinomato oltre che per le abilità con la lama, per l’incapacità di tenere a freno la lingua. Ma quella riconobbi, era una attitudine piuttosto comune ai ninja del villaggio del suono. e il capogruppo ne era l’esempio più lampante.
    Mi avvicinai al gruppetto, prendendo parola dopo Youshi.

    Tasaki… Febh… ragazze… piacere di conoscervi, sono Etsuko.

    Quando l’evocazione di Febh comparve per essere usata come mezzo di trasporto, mi feci avanti come possibile passeggero. Avevo necessità di giungere prima possibile sul campo di battaglia, ero certo che nel mio ruolo diplomatico mi sarebbero state fatte parecchie domande, anche scomode, arrivare in ritardo mi avrebbe dato uno svantaggio. Inoltre preferivo restare distante da alcuni dei miei compagni di missione, ignari vittime della guerra appena cominciata e pedine di un piano nel piano, che avrebbe potuto prendere risvolti seriamente pericolosi.

    Sarei lieto di accompagnare il gruppo di Oto nel vostro viaggio, Febh sama, ho molto sentito parlare delle vostre evocazioni e sarei lieto di testarne personalmente le capacità… sia chiaro non in senso bellico… non mi sognerei mai di competere con loro, sotto questo punto di vista.

    Che l’amministratore avesse accettato o no… sarei giunto all’accampamento allestito dalla foglia a Kusa.

    L’ACCAMPAMENTO DELLA FOGLIA

    Non ci volle molto prima che Raizen, mi chiamasse a consulta. Prima di entrare in tenda, rivolsi una occhiata rammaricata a Youshi, reo di aver mal disposto il kage e consapevole ora che sarebbe toccato a me rimediare ancora una volta a quella delicata situazione.
    Una volta nella tenda:
    Etsuko, la nebbia di sangue deve aver fatto dei miracoli che andrebbero condivisi con l’intera accademia se vi ha reso capaci di sgominare un intero esercito in cinque!
    Non essere ridicole Raizen, abbiamo radunato il gruppo di noi più idoneo e ci siamo diretti qui per dare supporto immediato al fronte. Abbiamo tra noi ninja d’Elite, abili ognuno in un campo diverso, ben assestati e ben addestrati. Era il meglio che potessimo fare, in così breve tempo.
    Sei in grado di dirmi perché la lettera di Kensei prometteva gruppi ausiliari e cellule specifiche ma non li vedo ne all’orizzonte ne tantomeno entro i confini konohaniani?
    Stanno arrivando a nuoto?

    Non ti è oscura la situazione del continente e il dominio sui mari, abbiamo dovuto tracciare una rotta più lunga ma sicura, in questi tempi di guerra non si sa mai quali manovre il nemico abbia in servo. Meglio giungere in ritardo ma giungere, piuttosto che lasciar annegare l’esercito kiriano in acque nemiche e privarsi del supporto che Kensei ha promesso.
    Sono tempi bui per tutti Raizen, dobbiamo contare sulle forze che abbiamo a disposizione al momento, nessuno di noi era pronto alla tempestività del nemico che così facendo ci ha colti alla sprovvista. Siamo qui grazie alla baronessa che ci ha permesso di attraversare mare in totale sicurezza.


    Non avrei aggiunto altro se non vi fossero state ancora domande e ciò detto avrei lasciato la tenda raggiungendo il gruppo di Kiri, in particolare avrei richiesto del Primario, Fudoh, facendolo chiamare.

    Fudoh san, mi rendo conto che non abbiamo poi scambiato troppe parole sino ad oggi, purtroppo le situazioni non ce lo hanno concesso. Tu hai un ruolo fondamentale in questa guerra. Ho bisogno del tuo supporto costante e ti sarà richiesto il massimo sforzo. Dobbiamo limitare le perdite al massimo. Richiedi tutte le risorse necessarie, fammi sapere quello di cui hai bisogno e cercherò di procurartelo. Bada ai tuoi amici, chiunque essi siano ma non perdere di vista questo, indicai il coprifronte della nebbia. Ricordati che questo simbolo significa FAMIGLIA.

    Mi voltai andando via per raggiungere il palazzo amministrativo di Kusa. Era lì che avremmo delineato tutte le operazioni belliche.
    Prima di farlo mi sarei rivolto al resto dei Kiriani, cercate quante più informazioni possibili sul nemico, raccogliete ogni tipo di informazione dai superstiti. Intanto vediamo qual è la situazione al quartier generale. Avrei attivato la mia speciale vista che capire che fine avesse fatto la mia antitesi per antonomasia. Non vedevo infatti Youshi nei dintorno. Ma non mi fu difficile scovarlo nell’accampamento, fu così che un mio simulacro potesse raggiungerlo, aveva le fattezze di un piccolo pipistrello a sottolineare l’importanza del messaggio che conduceva. Avrebbe sicuramente compreso chi fosse il mandante di tale ambasciata.

    Ci vediamo al palazzo amministrativo di Kusa, torna a fare un po' le cose da grandi Youshi sama, Etsuko ha bisogno del tuo supporto.

    Così l’avrei atteso ai piedi del palazzo, le operazioni erano in fermento per l’imminente scontro, sebben gli animi fossero stati ristorati dalla presenza degli accademici la situazione appariva tetra e disperata, non era un mistero che la mancata presenza di Kiri ed Oto, destava sospetto e preoccupazione, il primo per la natura definita inaffidabile dei suoi due kage, la seconda per la condizione di inferiorità numerica che l’assenza comportava. Non appena Youshi fosse giunto…

    Abbiamo bisogno di capire i piani d’azione se vogliamo portare a termine la nostra missione. Ci risulterà più semplice salvare la pelle e rischiare il meno possibile. Sappi che non ho alcuna intenzione di sacrificare vite inutili.

    Dissi con tono severo all’altra mano del kage, una volta giunti al piano riservato ai massimi esponenti, ritenni superfluo presentarmi, vista la divisa ufficiale della mano d’oro di Kiri.
    Lui sta con me, sono gl’ordini di Kensei, sama… la mano destra e sinistra del mizukage a servizio di Kusa.
    Se avessero avanzato qualche resistenza avrebbero dovuto opporsi con la forza, visto che non avremmo bloccato l’incedere dirigendoci nella sala delle decisioni che contavano.

    L’ULTIMO PIANO e L’ULTIMA SPERANZA

    Le ultime speranze di Kusa erano riposte nei suoi 4 membri al comando, 2 uomini e 2 donne, il primo che sedeva sullo scranno pareva già rassegnato all’epilogo della faccenda. Ascoltai in silenzio l’elenco di cose da fare, e di incombenze a cui erano stati sino a quel momento pressati sin dai primi giorni dopo l’invasione dei Cremisi. Prima l’orda rossa, poi quella di profughi, lo spirito di fratellanza che si sfalda, la speranza che crolla e lo spirito nazionale che vacilla. Serviva una presa di posizione salda per rinsaldare animi e spingere a combattere con accesa ancora la fiamma della speranza. Ero davvero curioso di capire come avrebbe agito l’accademia a riguardo. Al momento, colui che doveva parlare era lo stesso che aveva convocato l’aiuto di tutti gli elementi che la costituivano.
    Noi avremmo Atteso.


  9. .

    Gli abiti della nebbia


    Consigli e consiglieri



    La ragazzina irriconoscente e frignona non avrebbe preso bene le mie parole… sapete che vi dico? E chissene… problema suo, non restavo zitto, non l’avevo fatto con Kensei per mostrare il mio disappunto verso la sua visione e figuriamoci se avrei dovuto farlo per quello scricciolo. Badate bene, la mia non era smania di superiorità, non mi ritenevo in forza e capacità superiore a nessuno. La mia era superiorità intellettuale su quel punto di vista si. Ritenevo modestamente di essere un gradino sopra a tanti. Di sicuro sopra di lei…
    Vedevo odio e basta, Kensei avrebbe potuto lavorarci, sarebbe stata fucina per un arma importante per Kiri, non era difficile intuire le sue intenzioni ecco perché la voleva al suo fianco e poi lei era la figlia del Nono… anche quella era un ottima ragione per portarla dalla sua parte, chissà… un giorno sarebbe potuto tornare e ottimo motivo di persuasione per un padre disperato. Come l’avrebbe presa in quella situazione? Sorrisi e mi accorsi di un piccolo cambiamento a livello climatico nella stanza, non fu difficile per i mie occhi comprenderne l’origine.

    Hei, hei… ghiacciolo, suvvia non surriscaldarti. Per così poco…

    Pensai. Pensai quanto potesse essere pericolosa quella collera repressa se bastava una parola fuori posto a farla esplodere. In missione, in amministrazione. Perché Kensei amava circondarsi di psicopatici? E di sicuro quella era una domanda retorica.
    La ignorai… e quando ella si avvicinò chiamandomi per nome… mi voltai non degnandola di attenzione, doveva dare rispetto se lo pretendeva e avrebbe dovuto ritagliarsi un posto al tavolo dei grandi, non ero per nulla accondiscendente in queste cose, nonostante Kensei lo avesse a lei concesso.

    Tornando a parlare di cose importanti…

    Il sacrificio di sangue, un altro. Avrebbe portato con se dei doni, le nuove divise di colore diverso in base alle funzione e ruoli che ognuno di noi avrebbe ricoperto. Guardai uno per uno i mei compagni senza soffermarmi troppo. Tutti parevano soddisfatti. Beh… quasi tutti, vedi Fudoh, lui era un personaggio enigmatico, degno di studio. Quel primario eccentrico, mi piaceva. Hei… hei… non prendetemi per il solito pervertito, non parlo di attrazione fisica. Mi incuriosiva, quello si. E mi ripromisi di andarlo a trovare in ospedale, dopotutto era un po' di tempo che non mi ci recavo. Chissà se fosse a conoscenza del mio laboratorio di ricerca.
    E poi c’era lei, avevo incrociato il suo sguardo qualche volta ancora, tentava d’ignorarmi, avete presente? Le persone stizzite, irritate, offese e colpite nell’animo, rancorose che fingono disinteresse? Ecco lei rispecchiava tutti i canoni appena elencati. Poveretta. Ma credetemi, la mia voleva essere non una offesa, una critica forse ma l’avrei addirittura fatta passare per un consiglio. Ma adesso secondo voi, poteva la consigliera del kage, incazzarsi e risentirsi in quel modo per un consiglio? Eravamo al paradosso.
    I membri della riunione uscirono uno ad uno… lasciandoci di volta in volta sempre più soli, come aveva richiesto Kensei.
    Fu prima che tutti avessero abbandonato la stanza che mi avvicinai a lei, rivolgendogli parola.

    Hei ragazzina… hai il ciclo?
    Chissà quel mio tentativo ironico cosa avrebbe scatenato. Avrebbe trasformato il mobilio dell’amministrazione in iceberg? Di certo non avrebbe allentato la tensione presente in se stessa.
    Quello che volevo dire… avrei proseguito prima che potesse ribattere o alterarsi. È che dipende tutto da te…
    Io conoscevo Itai e mi fa male sapere che persino sua figlia non crede alla sua visione delle cose, quando lui ha sacrificato tutto per essa. Poi tu ti potrai incazzare, con me, con tutti, contro ogni cosa. Certo potrai farlo, la rabbia ti farà sentire meglio nella foga dell’attimo… come spaccare ogni cosa da un tremendo senso di libertà… ma poi? Poi ti guardi attorno e non restano che cocci.
    Io non sono tuo nemico…

    E se credi che ti abbia mancato di rispetto, ti chiedo scusa, per quanto non ti ho mancato di rispetto. Tu l’hai fatto nei confronti di Kiri… e dovresti chiedere scusa a te stessa per il modo in cui ti sei espressa.
    Avrei parlato per poi tornare a rivolgere la mia attenzione verso il kage, ormai eravamo soli in quella stanza.



  10. .

    L’assassinio del rampollo


    Capitoli finali




    Noroi ebbe solo il tempo per interloquire con i suoi compagni di avventura prima di cadere in un sonno profondo e ristoratore.
    Yukine non ebbe difficoltà ad accertarsi che il ragazzo non era in pericolo di vita e facendo 2+2 aveva collegato gli eventi appena conclusi con l’intervento di Eraya. Aveva zittito quella che credeva essere la ragazza scomparsa, probabilmente per guadagnare tempo ma per far cosa?

    … nelle stanze di Eraya …
    Poco dopo l’incontro con la ragazza scomparsa

    La porta si era chiusa dietro la porta delle ancelle che seguivano la propria padrona, visibilmente adirata. Forse non sembrava agl’occhi dei più ma loro si, la conoscevano bene e capivano quando era il momento di evitare di parlare e essere più accondiscendenti possibili per evitare qualsiasi tipo di punizione.

    Sono degli incapaci… sibilò la donna, possibile che devo fase sempre tutto da sola? Chiamatemi Tiki…
    Il servitore arrivò poco dopo al cospetto della donna.
    Tu, scellerato, mi avevi confermato che tutto fosse sistemato e invece… mi ritrovo la puttana bella che viva e con la mia collana al collo… come è possibile?
    La guardia personale della donna non poteva dare alcuna spiegazione, si era assicurato lui stesso della fine delle ragazze, che spinte al di là del dirupo, avevano urtato diverse volte la scogliera finendo inesorabilmente nel baratro. Ne era certo, non avrebbero potuto in nessun modo salvarsi.
    Fortuna volle che l’ira della donna non potette abbattersi sull’uomo, perché proprio in quel frangente uno degli ospiti fece il suo ingresso nella stanza.
    Kyuke, avrebbe attirato l’attenzione della donna con illazioni mirate… il diario aveva svelato tanto, troppo dei rapporti tra i fratelli e ormai bastava un niente affinchè tutto venisse svelato.

    CITAZIONE
    Posso rubare un momento ?
    La ragazza ci ha detto che è stata una delle vostre guardie a ridurla in quello stato e purtroppo non abbiamo notizie della sua amica, temiamo che a lei non sia andata così bene. Avete qualche idea su chi e perchè uno dei vostri avrebbe voluto sbarazzarsi di due ragazze che stavano già lasciando questo posto?
    In più siamo venuti a conoscenza degli scambi che Akashi e suo fratello facevano anche a suo discapito, per dirlo in un modo semplice, lei è stata a letto con Takashi probabilmente senza neanche saperlo e quello che porta in grembo potrebbe essere suo figlio.

    la ragazza non sa neppure di cosa sta parlando… è in evidente stato di shock. Avrebbe risposto acida Eraya.
    Nessuno in questa casa avrebbe voluto far del male a delle servette, che ragione avremmo mai avuto?

    La donna diventava di volta in volta più nervosa, la situazione era evidente gli stesse sfuggendo di mano.



    CITAZIONE
    Avrei bisogno di spendere due parole con le vostre ancelle

    Ormai quella più che una richiesta pareva una imposizione e la donna apparve quasi sollevata perché avrebbe potuto riprendere fiato.



    CITAZIONE
    Akashi era solito scambiarsi con suo fratello per "spassarsela" con le ancelle! questo è quello che abbiamo scoperto grazie al diario del fratello defunto, avete qualcosa da dire in merito?
    Di questo ne eravate a conoscenza?
    Eraya ne è al corrente?

    Cosa avrebbero potuto mai dire quelle donne? Avrebbero detto delle orge che il nobile Akashi era solito realizzare? Di quanto alcol scorresse e di quanto fossero disinibiti tutti in quelle occasioni, avevano provato e dato estremo piacere, sperimentando più e più volte le molteplici vie del sesso. Unica e triste nella suo rapporto di monogamia era la padrona di casa, che aveva vissuto nella finzione di un rapporto idilliaco fin quando un giorno aveva scoperto l’inganno e allora le cose erano mutate.
    Ma nessuno avrebbe parlato e ancora un velo di omertà si sarebbe abbattuto sulla stanza.

    Non siate ridicolo, avrebbe ribattuto la padrona di casa.

    Ma anche in quella situazione qualcosa sarebbe accaduto, qualcuno tuonava alla porta…
    APRITE SUBITO

    … POCO PRIMA…
    Masu

    Yukine, incalzava con il capitano delle guardie



    CITAZIONE
    Vorrei parlarle proprio qui dove ci troviamo. Ora sembrano essere coinvolte delle guardie. Lei ha qualche sospetto? Non devo ricordarle che lei è responsabile delle guardie. E mi sembra strano che né Eraya né Akashi abbiano detto qualcosa in merito. Perché tentare di uccidere Irune se Takashi si è suicidato?

    delle guardie io mi fido ciecamente… esatto, sono il responsabile della sorveglianza e quasi tutte le guardie rispondono a me… Quasi tutte…
    ho già conferito con il nobile Akashi, spiegando i miei sospetti.
    Perché tentare di uccidere Irune? Perché probabilmente sapeva qualcosa che non doveva sapere, probabilmente, quello di Takashi non è un suicidio.

    Avrebbe guardato il ragazzino negl’occhi…
    L’ho capito poco fa vedendo la collana che indossava Irune. Quella era il regalo di nozze di Akashi a sua moglie Eraya… quindi probabilmente è la prova tangibile del coinvolgimento della donna in questa faccenda, non si spiegherebbe altrimenti. Irune, qualche giorno fa aveva provato a parlarmi perché mi diceva di aver trovato un oggetto nella stanza di Takashi, che inspiegabilmente legava una persona alla morte del rampollo. Ma non ho avuto modo di parlarci e poi era sparita.



    CITAZIONE
    Akashi e Takashi si scambiavano sai? Secondo Takashi, nessuno era in grado di riconoscerli. Akashi saltava le lezioni del padre e i doveri di marito con Eraya. Le risulta? Capisce la portata della situazione? E qualche secondo fa Eraya ha finto affetto per Irune.

    Quella donna… quella donna è un ARPIA…
    Sapeva tutto, sapeva tutto sin dall’inizio. Avevo detto al signorino che non era fattibile… lui invece. LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO. È sempre stato una vittima e ora deve ancora sopportare questo enorme peso…
    Le sue guardie… devono essere state loro.



    CITAZIONE
    Mi dica...chi è il ragazzo che negli ultimi tempi aveva legato di più con Takashi?

    Io e il signorino… abbiamo, cioè avevamo una relazione… poi lui ha scoperto di essere il padre. L’aveva confessato al fratello, era pericoloso, le richieste della sposa erano continue e una notte aveva ceduto… Lui aveva riso, se ne fregava, non l’amava… aveva sempre tratto giovamento da quegli scambi, sin dalla fanciullezza. Ma ora era una questione seria… era suo erede.
    Ti sopporti mia moglie e io me la spasso… è questo il tuo ruolo in questa casa…
    Lui era troppo buono per opporsi, l’avevo detto mille volte… non andrà bene.
    Ma lei lo sapeva… lo sapeva e voleva manipolarlo, lui è buono, il fratello no.
    Non avrebbe potuto manipolare Akashi, così l’ha ucciso, non ci sono altre spiegazioni e adesso ha in pugno Takashi e il potere sulla casata, avendo in grembo suo figlio, erede e ricatto.
    Che donna spregevole.
    Ma adesso porremo fine al regno dell’usurpatrice e renderemo di nuovo libero Takashi. Che potrà tornare ad amarmi.

    La confessione del capitano delle guardie era completa, liberatoria.

    Chiamate il signorino… conducetelo nelle stanze di Eraya.

    … ORA …
    La porta si spalancò e fecero accesso, Masu con le sue guardie e Yukine, poco dopo sarebbe giunto il rampollo… era tempo della resa dei conti. L’arringa finale spettava al gruppetto di ospiti e a loro il compito di rimettere ordine e riportare giustizia nella magione.



  11. .

    L'Erba tinta di Sague


    La guerra alle porte






    l'ombra di una guerra si sa, porta con se presagi, oracoli che prima sarebbero risultati intangibili, insondabili. come le piaghe apocalittiche, così eventi si riversarono sul continente ninja destabilizzando un equilibrio già abbastanza precario. di certo non sarebbe stato difficile ipotizzare per gli accademici un attacco imminente dei cremisi, dopo gli eventi della distruzione della loro flotta per mezzo del braccio armato del continente. ma in quanti si sarebbero aspettati una cosi devastante celerità? di certo non il paese dell'erba, il ricco e fiorente pascolo del continente, la DOCP del commercio mondiale aveva ceduto sotto i colpi dell'esercito. leggende narravano di guerrieri infaticabili, forze elite guidate da un paladino ricoperto di ferro che non conosceva stanchezza e che la sol presenza incuteva terrore e sottomissione.
    così Kusa, rappresentava l'ultimo baluardo della resistenza ma più di tutto, il valore simbolico della vicinanza nemica al paese del fuoco. un vero e proprio affronto di guerra a cui l'Hokage non sarebbe potuto rimanere tacito. e ciò infatti non successe e i corvi volarono e i messi in fermento percorrevano tutti i sentieri conosciuti per far correre le notizie il più velocemente possibile. raggiunsero così le terre aride di Suna, i terreni insidiosi di Oto e i mari di Kiri. a macchia d'olio suonarono i corni di guerra e le macchine belliche da troppo tempo sopite ripresero a muovere i propri ingranaggi con non poche difficoltà. in guerra si sa, alcuni per propensione son più pronti di altri. come il caso di Oto il cui Kage per tempo era stato considerato la mina vagante dell'alleanza o come per Kiri, l'inquisitore non celava le sue mire espansionistiche. Ed è proprio a Kiri che trova penna il racconto dei preparativi dei guerrieri della nebbia di cui vi racconterò le gesta.

    … Venti di Guerra …

    Così quando il messo busso alla porta del consigliere della nebbia, fu accolto da Auron fedele servitore della magione, Etsuko sedeva in biblioteca e sorseggiava una tazza di te accompagnato dal suono rilassante della sonata al Chiar di Luna di Beethoven, quanto è vero che spesso il destino si diverte ad accomunare attimi, ad incastrare momenti e questo era uno di quelli in cui la notizia, tetra come la più buia notte, arriva a suon di note, tristi perché la guerra è triste. E solo chi l’ha vissuta può raccontare l’immensa inquietudine che è capace di raccontare.

    … Etsuko…

    Alzai lo sguardo che fino a quel momento avevo mantenuti fisso sul libro, in realtà su una frase di “oceano Mare

    „La realtà sfuma e tutto diventa memoria. Perfino tu, a poco a poco, hai cessato di essere un desiderio e sei diventato un ricordo.“

    pensavo a cosa Baricco pensasse, scrivendola. Ma fui interrotto, Auron avanzò al centro della stanza, abbassando lo sguardo, cupo e preoccupato come spesso era prima di una missione pericolosa che mi avrebbe portato lontano. E forse leggevo nel suo sguardo la stessa paura dell’autore, la paura che io stesso diventassi memoria e non realtà, che persino io diventassi un ricordo. Che premuroso che era… mi aveva visto nascere e crescere e per lui ero come un figlio.

    Che succede Auron…

    Non rispose, cedendomi semplicemente la lettera che afferrai, poggiando la tazza di te ancora fumante sul tavolino di wenge. Mi basto leggere le prime righe per carpirne la gravità.
    Kusa non deve cadere…
    Imprimete nella mente queste poche parole, sempre per ritornare a quanto beffardo possa essere il destino e quanto una semplice variante possa in realtà cambiare le sorti del mondo.
    Mi alzai rapido dalla sedia, la vestaglia in seta era leggermente aperta sul petto, legata in vita a coprire le nudità.
    Preparami l’abito della mano dorata di kiri…
    Dissi al mio servitore mentre slacciavo in corridoio la cintola e mi liberavo della veste, scoprendo glutei e spalle definite e deliziando i miei ospiti per alcuni metri, di quella visione, prima di deviare velocemente in bagno e prepararmi.

    … il quartiere Kenkichi …

    Tutta Kiri era in fermento, i preparativi di guerra pressanti, viaggiavano a pieno ritmo, in realtà eravamo già in ritardo ed il grido d’aiuto di Kusa prima e del fuoco poi ne erano la controprova. I figli della nebbia erano pronti a far la loro parte e a donare la propria vita in nome di un’alleanza che insieme doveva schierarsi contro il nemico.
    Osservai gli sguardi, i volti di uomini e donne, alcuni spaventati, alcuni ricchi di aspettative. Che strano il genere umano. Parecchi di loro probabilmente non gli avrei più rivisti o forse loro non avrebbero più rivisto il mio. Chissà.
    Kensei ci attendeva davanti al palazzo del clan, non mi recavo spesso in quella zona della città, anche perché un tempo praticamente non esisteva. Era stato il kage in persona a ristabilire onore e potere della casata. Le parole di benvenuto, sottolineavano la gravità della situazione e l’urgenza d’intervento ci portò a radunarci in una e vera e propria sala da guerra. Le guarnigioni venivano mosse come pedine su una scacchiera ma ancora avevamo troppo pochi elementi per prendere qualsiasi tipo di decisione.
    Dovremmo capire come sono organizzati i cremisi, rifornimenti, accampamenti e forze in gioco. Credo che prima raggiungiamo il campo di battaglia e prima capiremo come adoperarci per salvare Kusa e respingere i nemici. Credo inoltre che sarà necessario mandare qualcuno in avanscoperta tra le fila nemiche se non è già stato fatto.
    Le parole di Kensei, erano sorprendenti ma stridevano clamorosamente con le sue idee di sottomissione e di astio nei confronti dell’istituzione “ACCADEMIA”. Che il nemico comune l’avesse ravveduto? Il piano era dunque raggiungere gli alleati Otesi e poi dirigerci al villaggio segreto dell’erba ove era stato allestito l’accampamento accademico. Il summit andò avanti senza intoppi e presto fummo tutti congedati. Lasciai così tra gli sguardi dei presenti il palazzo, intento a tornare a casa per fare un ultimo punto della situazione e magari studiare meglio il territorio, di cui avevo poca esperienza tattica. Ma non mi fu concesso. Fu facile capire chi richiedesse mia presenza, l’evocazione del kage dissipò ogni mio dubbio, c’era sotto qualcosa. Quando rientrai a colloquio, mi accorsi che tale trattamento era stato riservato ad altri miei due concittadini. La mia mano opposta, l’assassino di Kiri e Hideo.
    E fu li che riconobbi il mio kage…
    Sapete, la laconica frase che pronunciò, in realtà non mi sorprese. Non chiedetemi perché. Perché capivo bene quanto dolore fosse contenuto in quelle volontà, quanti rischi. Ma a pensarla bene quella era una mossa ben studiata che avrebbe potuto spostare nettamente tanti equilibri politici. Retava da capire bene gli snodi della faccenda.
    Sorrisi moderatamente e se Kensei o i presenti l’avessero notato, probabilmente sarebbero rimasti sorpresi, perché sapevano bene quale fosse la mia visione. Ma al momento i piani erano quelli ed io ero tremendamente curioso.
    Ciò che venne dopo, fu preparativi e il viaggio verso Oto prima e verso Kusa, poi seguendo direttive e disposizioni del Mizukage, ma questa è un’altra storia e ve la racconterò nel prossimo scritto. Per ora nella mia testa rimbombavano quelle semplici e poche parole
    KUSA DEVE CADERE…



  12. .

    I Kage


    il Ritorno del Nono




    un vicolo di Kiri, uno come tanti, quelli che attraversavo ogni giorno per dirigermi in amministrazione. Decidevo di farne sempre uno diverso, questo mi permetteva di rimanere in contatto con la realtà e conoscere la vera anima di Kiri, La Gente. Loro non sapevano chi fossi probabilmente e poco importava ma ogni tanto vagavo per le vie del villaggio cercando di recepire le esigenze degli abitanti trarne spunto per provare a CONSOGLIARE nel migliore dei modi, era quello il mio ruolo.
    E così ero lì che parlavo con un pover uomo che gestiva un piccolo negozietto in una via secondaria, la crisi del commercio creava malumori soprattutto nei piccoli commercianti che non erano pronti al mercato globale e l0iterscambio con le gradi nazioni Ninja, così l’uomo mi diceva di come faticasse ad arrivare a fine mese a sfamare i suoi figli e gestire le spese… quando l’ombra avanzò in quella viuzza e si espanse d’improvviso tra le case circostanti. Istintivamente alzai gli occhi al cielo, come tutti in quel viale e probabilmente al pari di tutta Kiri.
    Il ruggito era inequivocabile e il balzo al passato fu immediato, quando spesso i SUOI draghi solcavano i cieli della nebbia.

    Non può essere…

    Il pensiero fu fugace quanto rapida la sua ombra dal viale ora balzava sui tetti per raggiungere i luoghi in cui il Nono era diretto.
    Il figliol prodigo faceva ritorno a casa ad aspettarlo però non vi era l’amorevole padre, ma il decimo che peccava di dimostrazioni d’affetto benchè negli ultimi tempi aveva dimostrato una apertura interiore almeno percettibile.
    Atterrò lì nella piazza c’entrale propri vicino al palazzo amministrativo e fu lì che arrivai alla massima velocità che mi fosse consentita. Prima di me, erano già arrivate altre persone. Tra cui kensei sama, riuscì ad udire le sue laconiche parole di saluto verso la dragonessa e verso l’atro kage e le sue richieste di spiegazioni.
    Fu così che mi avvicinai al duo.

    Itai Sama, bentornato… che piacere rivederti.

    Lasciai scorrere lo sguardo dall’uno all’altro kage, faceva uno strano effetto vederli affiancati, due pezzi di storia della nebbia, il passato e il presente. Ma quanto il passato volesse rimanere tale, l’avremmo scoperto a breve.
    Mi accorsi solo allora dell’altra presenza, il guardiano Hideo… quel ragazzo m’incuriosiva, tanto quanto i ricevitori presenti sul suo colpo che potevano significare solo una cosa… avrei sicuramente approfondito quel discorso.



  13. .

    Contrattacco al re Rosso


    Tentativi di fuga




    Il piano non era certo infallibile ma chi si sarebbe aspettato che quel ragazzino avesse quella prontezza di riflessi e quella forza fisica sovrastante? Di certo le capacità nel Raiton non avrebbero semplificato il confronto.
    Così quando la bomba abbagliante esplose, dopo aver impresso un malus nelle prestazioni del mio occasionale avversario, provai a privarlo della facoltà di deambulare ma non era un novellino e si vedeva, riuscì a impastare chakra sufficiente per prevenire la lacerazione muscolare a cui era destinato, procurandosi solo una ferita profonda…
    Ohhh cazzo…
    L’esclamazione principesca mi sfuggi, quando mi ritrovai troppo vicino ai miei avversari nella situazione che più rifiutavo, quella del combattimento corpo a corpo. Ma per fortuna l’attenzione degli avversari fu carpita dai miei colleghi. Il ragazzo vittima del mio jutsu, venne letteralmente attratto dal potere gravitazionale di Fudoh ma anche quella volta se la cavò con pochi danni.
    Lo scontro tra il ragazzino e Youshi invece era più avvincente, la mano del kage, non se la passava troppo bene. Il suo avversario aveva dimostrato di essergli superiore in caratteristiche fisiche e tenergli testa in agilità e lo braccava con colpi fulminei “secondo tutti i sensi interpretativi”…
    Tentai di riallinearmi ai compagni raggiungendo la postazione intermedia ai due… non avevo mai provato le brezza illusoria di poter essere esente all’offensiva nemica, così quando questa arrivò, impetuosa non ne fui sorpreso, anzi, prontamente frapposi le mie contromisure.
    Un’unica posizione magica fu sufficiente a lasciar sgorgare l’acqua al di fuori della giara che mi accompagnava, il liquido si frappose a contrastare le saette che il ferito mi aveva scagliato contro e benchè queste esplosero rilasciando scariche elettriche a contatto con il liquido. Esse vennero intrappolate nel muro, incagliate tra i molteplici atomi di H e O e i legami che essi formavano. L’acqua si sa, è un ottimo conduttore ma nessuno avrebbe più toccato quel fluido che dopo l’uso protettivo franò a terra, scaricando la scarica elettrostatica al pavimento. SLOT DIFESA
    Indietreggia rapidamente a ricoprire la distanza con Fudoh e fu lì che ritrovai anche Youshi, la sua era una richiesta strana, Fidarci di lui… che cosa aveva in mente?
    Non avevamo di certo tempo per indugiare e così mi fidai, il movimento successivo fu fulmineo e ci allontanò di colpo dal duo di guardiani di una ventina di metri…

    Tranquilli… farò in modo di confonderli a dovere, lasciatemi divertire.

    Così sfruttai la nebbia che si creò sul campo di battaglia per destabilizzare i sensi del nemico. Una serie di costrutti in successione sarebbero apparsi in progressione spostandosi in modo specularmente opposto all’epicentro rappresentato dai ninja nemici. Fu il tempo dei primi due che dopo essersi fatti notare. Non sarebbe stato difficile vista la percezione arguta del piccolino. Avrebbero preso a muoversi di una ventina di metri tra la nebbia in direzione Nord-Sud per poi diradarsi nella nebbia, e riapparire allo stesso modo e con le stesse modalità dirigendosi in direzione Est-ovest.
    Intanto le doti di fudoh ci avrebbero portato lontani se solo quella strategia avesse funzionato.



  14. .

    Fiducia


    l'amministrazione



    Non opposi resistenza…
    Youshi scoperto l’inganno lasciò cadere la sedia in avanti, feci un salto per evitare di essere scaraventato via. Era quello il suo credo quindi, estrema fedeltà al Kage, no ma non era semplice prostrazione alle sue volontà. Anzi, lui era l’estremista, non a caso aveva rifondato la Nebbia Di Sangue, non a caso non tollerava divergenze di vedute, non a caso era pronto a fare tutto ciò che andava fatto, senza un minimo di titubanza. E così per la prima volta lo vidi… VIDI quello che era YOUSHI… e lo catalogai come persona di cui non potersi FIDARE. Era una persona estremamente pericolosa.
    Ritenni dunque non fosse il caso di non continuare, qualsiasi spiegazione o argomentazione lui non l’avrebbe ritenuta esauriente per spiegare il mio atteggiamento. Quello non capì che la mia era PROVOCAZIONE. Di certo il contrasto di vedute non screditava la visione dal kage ai ninja presenti, se così fosse stato, gli stessi avevano scarsa considerazione della massima autorità della nebbia. Quello che chiedevo a KENSEI era più condivisione e meno totalitarismo. UTOPIA? No di certo e le azioni successive me lo avrebbero confermato. Youshi, doveva ritrovare esempio nel suo Kage e imparare a pensare prima di agire. Questa volta avrebbe trovato in me TOLLERANZA… ma chissà se in un'altra occasione avrebbe avuto modo di ottenere quello che tanto desiderava, “LO SCOTRO”… in quel caso, sangue sarebbe stato versato e lì, non avrei mostrato pietà per una figura pericolosa come la mancina. L’erba cattiva andava estirpata, prima che potesse infestare tutto il giardino, instillando seme dell’odio e intolleranza. Lo misi a mente.
    Le azioni successive vennero bloccate dall’intervento di Kensei, gli bastò sollevare il braccio affinche un flusso d’aria mi spingesse verso di lui, anche in questo caso non opposi resistenza, non avevo modo di reagire in quella situazione. E finì proprio nella morsa di quello che sarebbe potuto essere il mio carnefice. Ma come vi ho anticipato le cose andarono diversamente.
    Rimasi colpito, lo ammetto. Colpito dall’umanità dell’uomo che ora mi stringeva il collo, dietro a quella maschera metallica scorsi un barlume di speranza. Speranza che non fosse solo quello che mostrava… ci doveva essere altro. Covava rancore il kage per quello che avevano fatto a suo figlio, in questo caso Raizen e non tollerava la mancanza di rispetto che all’insediamento del Decimo. Io ne fui colpito. Colpito perché conoscevo quel malessere. Sho me l’aveva mostrato, inconsapevole, nella nostra ultima missione alla ricerca di uno dei suoi lupi. Aveva mostrato tutta la sua fragilità mettendosi a nudo. Il martirio subito, i giorni interminabili di prigionia, le pene e la sofferenza. Avevano per un momento in quella missione permeato la mia anima, penetrando il mio cuore, così duro e insensibile, scalfendo la corazza che l’avvolgeva e me ne ero INNAMORATO. Innamorato di cotanta bellezza, di velata fragilità e della fierezza con cui aveva superato quell’ostacolo credendo ancora nell’umanità.
    Quindi… come potevo rimanere insensibile a quelle parole? Come potevo non cedere all’ira di Kensei, in parte condividendola? Non potevo e così sospirai… allentando la tensione intorno al collo. Il kage avrebbe avvertito il cambio anatomico. Quello era il mio gesto d’apertura nei suoi confronti. Mi fidai in quel preciso istante, tanto che con un semplice gesto avrebbe potuto spezzare il mio indifeso, collo.
    Lo fissai negl’occhi… oltre la maschera. E sussurrai…

    Si… ci tengo a conoscere gli eventi kensei e vorrei parlare con te un po' di questa storia.

    Feci presa sul suo braccio con entrambi le mani per vedere prima Fudoh, a cui era stato riservato un trattamento diverso dal mio per poi invece portare la mia attenzione sulla ragazzina. L’avevo ignorata fino a quel momento ma quando Kensei riassegnò i ruoli e notai ulteriori affermazioni sul Nono, non riuscì a tenere a freno la lingua.

    Smettila di blaterare ragazzina…

    La voce era leggermente strozzata dalla presa del kage.

    Come puoi evitare che le azioni nostre e di Kensei siano influenzate dalla tua parentela prossima a Itai se tu stessa non riesci a prendere decisioni senza lasciarti influenzare dalla sua ingombrante presenza?
    Tu preghi… certo, ci preghi che non dipenda da quello… in realtà esorti te stessa!
    Smettila di covare odio… quasi tutti in questa stanza dobbiamo qualcosa al Nono. E il fatto che le sue scelte l’abbiano condotto a fare quella fine non precludono il senso di ciò che ha fatto, la coerenza con cui ha fatto scelte per il nostro bene.


    Sorrisi…



    Adesso tu sei e sarai sempre la figlia di Itai… questo è innegabile e puoi decidere di essere ricordata per questo. Ma qui, oggi, Kensei ti sta dando un’occasione. ti sta dando l’opportunità di essere riconosciuta per le TUE scelte, non lasciarti prendere dal timore, smettila di fare domande stupide e se ritieni che questo per te sia il meglio, decidi di accettare.
    Ma bada… non fare questa scelta con leggerezza… perché ricorda… quando la destra non risponde come dovrebbe… sta alla mancina decidere di amputarla.


    E indicai con un cenno del capo in direzione di Youshi. Il riferimento a ciò che era da poco accaduto in modo provocatorio era chiaro.
    Ciò che sarebbe accaduto dopo era tutto un mistero. Non appena il kage mi rilasciò mobilità, ripresi la mia posizione adempiendo al sacrificio ulteriore di sangue che mi veniva richiesto.



  15. .

    il lago degli imbattuti


    Tu Sei Vergogna



    Haji e Kokai sono stati generati molto, moltissimo tempo fa. Vergogna e Rimorso sono sentimenti potenti, comuni nella mente degli Akuma che si spegnevano, e ogni nuovo Haji o Kokai generato da un morente con quel sentimento andava presto a riunirsi con gli Haji e Kokai originari, che li avevano preceduti, in un unico Imbattuto. Spiegò. Non conta chi li ha generati, conta quello che sono, ma io in questo momento sono una schiava, non saprei affatto come contrastare il Rimorso o la Vergogna, che al momento sono macigni sul mio animo...quello dovrai farlo da solo.
    Quindi non conta chi li ha generati, in realtà ogni sentimento di vergogna o rimorso li alimenta ma allora come poterli contrastare e sconfiggere?
    La creatura alla villa non è umana. Il suo spirito e il suo corpo sono in terribile disaccordo, e Kokai lo ha dominato rapidamente...c'era tantissimo rimorso in lui e l'Imbattuto ne ha approfittato, altrimenti Mitsuhide Akechi non avrebbe avuto possibilità contro di lui, anche con il mio supporto. Io sono stata ridotta in schiavitù mesi fa, quasi per caso, mentre lui testava la sua spada: mi incontrò mentre cercava di tagliare i sogni di un suo avversario nel sonno. Il mondo del sogno traballava, il risveglio era imminente. Non posso portarti da lui o svelarti le sue difese, sarebbe un tradimento eccessivo. Ma posso dirti chi seguire: Memai. Una fanciulla del villaggio che agisce come sua servitrice. Non rimane nulla dell'umana, ora quel corpo è completamente dominato dall'Imbattuto Memai, la Vertigine, che ha addosso il gioiello cui è legato. Ti ricordo che rompere il gioiello è inutile, troverebbe presto una nuova ancora. Ma se riesci a seguire Memai, ti potrebbe portare dal Samurai.
    Così il sogno svanì assieme all’essere etereo che lo abitava. Quanto dolore quella donna possedeva in se, il senso di oppressione che viveva lo manifestava pienamente nell’espressività del volto e per un attimo provai pena. L’avrei liberata ma adesso avevo cose ben più imminenti a cui pensare. Mitsuhide Akechi era un avversario temibile, la sua spada avrebbe potuto contrastare qualsiasi mio Genjutsu… per questo motivo non aveva avuto alcuna difficoltà nel “DOMINARE” gli imbattuti. Forse però le abilità di Shin sarebbero potute risultare di grande aiuto ma anche in questo caso le priorità erano altre. Inoltre avevamo le informazioni necessarie per scovare il Samurai, bastava seguire Memai, adesso tutto stava nel scovarla, chissà se i miei amici di missione avevano raccolto informazioni a riguardo.

    … Nell’incubo…

    Mi bastò udire le parole scandite dal demone per finire lì dove ogni uomo evita di andare… li dove la notte prima del sonno si finisce per fare i conti con la propria coscienza, con le scelte sbagliate, le occasioni perse e con i propri demoni. Si tu sei vergogna, sei presente in tutti noi, ognuno di noi contribuisce a renderti reale, contribuisce a rafforzarti.
    “Di notte, quando sono a letto, nel buio della mia camera, sento due occhi che mi fissano, mi scrutano, mi interrogano, sono gli occhi della mia coscienza.”
    Così tornai a Kiri ai tempi di Senji, alle prigioni a quando l’avevo liberato ignorando le volontà del kage Kaguya, che fossero state quelle scelte a rendere possibile la fine che aveva fatto? Il dargli speranza, l’aveva forse deviato dal sentimento di rettitudine, l’averlo appoggiato l’aveva forse reso cieco ai doveri morali della lealtà? Era quello il tormento che stringeva lo stomaco, il pugno che ti mozza il fiato.
    Mi tornò in mente l’esplosione dell’amministrazione, i complotti con l’amministratore di un tempo, per la ricostruzione della nebbia, era quella la scelta giusta da fare o erano le visioni distorte di due giovani intraprendenti e impulsivi?
    Le lande di Genosha… il pentimento, il cilicio che mi ero imposto per assolvere i peccati, il non meritare la presenza di nessuno la certezza che la solitudine fosse per me l’unica scelta possibile. Avevo sofferto per essa? Non ne ero sicuro, qualcosa di certo appesantiva il mio animo ma Kiri per me poteva ancora essere definita casa? Al ritorno nulla era cambiato, avevo attorno a me volti famigliari ma conservavo ancora l’inquietudine e il senso di incompletezza che mi spingeva ad andare oltre.
    DISONORE, INQUIETUDINE, MALESSERE, VERGOGNA…
    Le parole si succedevano ripetitive e costanti nella testa, rimbombavano, riecheggiavano non permettendomi di pensare ad altro.
    Tornai da Kensei e l’ampolla del mio sangue che aveva conservato, la fiducia con riserva che mi era stata concessa “VERGOGNA”.
    Eppure sapevo, sapevo perfettamente quello che mi stava accadendo, ero esperto di illusioni, giocavo con le illusioni, ero io il manipolatore delle menti altrui. Allora perché non facevo nulla?
    Perché farlo Etsuko…? Non stai bene forse qui in compagnia degli errori del tuo passato a rivivere quelli avvenimenti che forse non avresti mai voluto che accadessero?
    La voce di Masamune ora si era ritagliato posto nella mia mente, l’Etsuko che tutti conosciamo è relegato all’angolino, seduto con le ginocchia avvolte tra le braccia e la testa chiusa a guscio. Prigioniero di se stesso, in una prigione dorata e ovattata che lasciava fuori nuovi e insopportabili stimoli, preferivo fare i conti con i demoni del passato per non incorrere in quelli presenti e futuri. Paradossalmente per me quello era un Sollievo.

    Lasciatemi… non ho voglia… non ho più voglia di lottare, ogni giorno la mia vita è una lotta, ogni giorno è un ripetersi incessante di soprusi, ingiustizie, ingratitudine, inettitudine… che senso ha? Risolvere un problema per essere schiacciato dai successivi 10… e 10… e 10 ancora all’infinito? Noi esseri umani non siamo destinati ad essere FELICI.
    Ma quella sensazione non durò troppo a lungo. Come una gettata d’acqua gelida, qualcosa contribuì a destarmi… riaprì gli occhi tornando alla realtà, poggiai la mano destra sul viso, conscio che qualcosa l’aveva sfiorato e me la ritrovai imbrattata.
    Ma questo è…
    Si lo era, era Sangue, non il mio e mi bastò alzare lo sguardo per capire le dinamiche di ciò che fosse accaduto. Ero stato DEBOLE, ero stato EGOISTA e qualcuno aveva lottato per me, qualcuno si era sacrificato per me.
    Kato… tu…? Perché…?
    Etsuko! Non potrò difenderti nuovamente! Combatti, DEVI sconfiggi quell'essere!
    Perché l’aveva fatto? Aveva preferito salvarmi subendo il colpo in pieno. Questo cambiava tutto, era colpa mia se quell’essere si era rigenerato così in fretta e si era potenziato, l’avevo reso più consapevole di quello che era, certo ma doveva essere consapevole di ciò che in realtà fosse la vergogna. Ero io l’unico che poteva sconfiggerlo sul piano che un imbattuto richiedeva per essere sconfitto. Avevo deciso di tenere i miei amici allo scuro di alcuni dettagli e ora ci trovavamo in quella situazione critica. Dovevo porvi rimedio.
    Rimasi affascinato dalla maestria con la quale i due combinavano i propri attacchi, di certo erano abituati a combattere insieme, i colpi si susseguivano con una sincronia che non andava per nulla a discapito di velocità e potenza e non riuscì a non rimanerne affascinato. Così se la successione di colpi fosse andata a buon segno avrei dato di certo il mio contributo e prima che Haji potesse toccar terra due stalagmiti appuntite della dimensione di 1,5 m di altezza sarebbero apparse sul pavimento pronte a infilzarlo, l’azione non sarebbe finita, con esse 4 catene illusorie avrebbero bloccato gli arti legandoli alla base dei costrutti di roccia.Slot Tecnica+ slot Azione
    Se tutto fosse andato come doveva andare o ad ogni modo avrebbe preso parola Etsuko.
    Tu sei vergogna Haji, credi di essere il tormento di ognuno, trai vigore e soddisfazione nel vedere soffrire la gente ma ciò che non sai è che tu sei un sentimento effimero… momentaneo… destinato ad essere superato… esattamente. Sei indispensabile in ognuno di noi, come il lupo nero per i bambini, la paura che ci impone la coscienza. La realtà è che Il valore di una persona dipende dal numero di cose delle quali si vergogna. Tu rendi le persone migliori, le metti a confronto con la propria coscienza e le rendi consapevoli delle importanza delle proprie decisioni.
    Tutti tra noi abbiamo fatto i conti con te… ma guardaci oggi? Quanto a lungo hai scalfito il nostro animo? Perché la realtà è che ti abbiamo superato, oggi siamo orgogliosi delle scelte che ci hanno resi quel che siamo diventati. Oggi Siamo ORGOGLIO… siamo FIEREZZA
    le parole di Etsuko sarebbero state accompagnate. Dalle facce di tutte le persone che conosceva che sarebbero apparse attorno a Haji per sussurrargli parole, prima di scomparire.

    C’era Etsuko senior, i suoi genitori, kato, shin, kensei, Raizen… tutti gli sguardi degli Akuma che ogni giorno lo osservavano dai dipinti della sua magione.
    Era un susseguirsi di sussuri…
    Tu mi hai reso libero. Tu mi hai fatto capire l’importanza di essere padre. Grazie a te ho capito quanto per me contasse il mio villaggio. Ora so, qual è il valore di una vita. Oggi sono orgoglioso di ciò che sono.
    E ancora avrebbe incalzato Etsuko.

    Tutte le notti faccio i conti con te Haji… e per tua sfortuna so benissimo come sconfiggerti. La SPERANZA, la FIDUCIA che ricerco nel domani… la forza delle persone che mi stanno intorno, sono la mia fonte di potere, non la tua. Puoi ingannarci per un attimo ma non puoi ingannare te stesso. Adesso è l’ora di lasciare spazio al nuovo giorno e lasciare al passato i tormenti della notte… torna da dove sei arrivato noi ti ringraziamo per ciò che sei.




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