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  1. .

    Vuoto


    XVI






    lo stratagemma della Muuga lo rasserenò e gli annuì soddisfatto.

    Non ti dico buona idea perché di sicuro non è un idea dell’ultimo momento, ma complimenti.

    Nella capanna la discussione su Akira continuava con qualche dubbio che si insinuava nella Muuga.

    Non sono irruento, ma più di un tassello sta componendo questa strada, mi limito a saltare da una deduzione all’altra.

    Gli venne poi fornita una spiegazione sulla natura più profonda della zanna che però lo lasciò un po' interdetto.

    Una questione culturale?
    Di educazione?
    Non che sia comune come cosa vivere nel risentimento anziché cercare un compromesso, considerando che avete trovato la vostra stabilità continuare a vivere nel risentimento senza cercare un compromesso per raggiungere una certa serenità mi sembra un po'… antiumano?
    Senza offesa, davvero.
    In pratica è ciò che vi sostiene e vi unisce, ma non c’è modo migliore di dirlo se non il tuo: vi definisce… Però mi hai anche detto anche che Akira non è nato alla Zanna, per quanto uno possa abbracciare simili concetti l’unione e l’attaccamento derivati da quella che è praticamente una religione, un credo non si possono rendere mai totalmente proprie, anzi, è probabile che ne nascano aberrazioni perché contaminate da esperienze precedenti.
    Un cocktail pericoloso.
    Non so quanto facilmente possiate adottare un forestiero e chiamarlo fratello.
    Ma qui direi che mi sto spingendo oltre, questi sono affari che potrebbero andare sul personale, in caso stai attenta, i sentimenti hanno il brutto vizio di ferire due volte.
    Solo una cosa: da dove veniva?


    Sorrise amaramente quando lei sottolineò la divisione tra Konoha e Kiri.

    Beh, è normale, l’accademia dopotutto è un alleanza tra enti indipendenti, chi più chi meno puntano al loro tornaconto.
    Azioni simili ci permetteranno di dialogare e di trovare un’ accordo che rimetta la bilancia in pari.
    L’accademia è un’alleanza precaria è vero, ma dura proprio perché siamo coscienti della sua necessità, non possiamo farci la guerra anche tra di noi.
    Devi ammettere che basandoti esclusivamente la Zanna come esempio stai considerando solo un quarto del problema.


    Inspirò, sfiduciato.

    Non credo di poterti offrire qualcosa in cambio dei torti che avete subito, sarebbe irrispettoso proportelo.
    Tu vuoi la distruzione di ciò che ci tiene in vita, ma io so cosa è l’accademia e quale sia il vantaggio più grande che comporta una simile alleanza, anche a fronte dei problemi che causa, e non posso far altro che difenderla.
    È una questione di sopravvivenza, e mi dispiace, ma se riuscirai nel tuo intento non avrai comunque le mani pulite.


    Chiuse gli occhi dispiaciuto, dopotutto un dialogo simile, scevro da parti che cercavano a tutti i costi di prevaricale sull’altra, gli permettevano di essere più empatico e sincero con i suoi sentimenti.

    Non riuscirò mai a capire però perché gli errori delle generazioni passate debbano ripercuotersi sulle future, le nostre quanto le vostre, quando queste potrebbero invece lavorare per far nascere qualcosa di migliore, soprattutto considerando che questo conflitto farà comunque vittime innocenti.
    Cosa ha causato tutto questo?


    Il tempo delle chiacchiere finì presto e senza nuove osservazioni sulle sue teorie si misero in viaggio abbastanza in fretta, incontrando uno Shinretsu che pareva aver conosciuto Ayato.

    Sensibilmente?
    È forse buona educazione le tua, Kysugi?


    Sorrideva mentre parlava.

    In cosa siamo diversi?
    Mi piace sempre capire come sono visto all’esterno.


    Il suo tono era sincero, non era quello di uno strafottente che cercava insulti per gettarsi in una scazzottata.
    Venne poi il momento di risolvere il problema delle rovine.

    Certo che si.

    Disse con naturalezza e sincerità quando la Muuga gli chiese se l’aveva impressionato, era a tutti gli effetti l’unica ninja della zanna con cui aveva interagito ad avergli dato qualche spiegazione che non fossero insulti e minacce.

    Mi avete detto che la fiducia è importante per voi, e ora cerco di impressionarvi a mia volta.

    Certo, i sigilli erano una parte minore di quella tecnica così complessa, ma non era un errore prenderlo come un segno di fiducia.
    Il sigillo si illuminò, ed ancor prima che riuscisse a capire che era stato attivato con successo e distoglierne lo sguardo, una pacca gli scosse una spalla a sufficienza da fargli capire al primo colpo che per una volta non avrebbe dovuto chinarsi.

    Oh, ciao.

    Salutò quasi disorientato, non si aspettava di ritrovarsi di fronte ad un uomo una volta disattivato il sigillo, anche se forse avrebbe potuto immaginare che qualcosa di così durevole fosse stato impresso più che del semplice chakra.
    Il collo e la schiena esultarono con qualche schiocco.
    Stava per chiedergli se fosse Pangu, nonostante quello che avesse davanti non corrispondesse minimamente all’idea che si era fatto del più potente dei maestri di fuuinjutsu, quando questo si presentò come guerriero e custode del vuoto e del sigillo.

    Tu sei il primo che incontro.
    Ma non ho compreso molto di questo sistema di sicurezza.


    Ammise appesantito dalla sua ignoranza.

    Sono il figlio di Tian, la sua maledizione ha permesso questo strano incrocio di eredi.
    Mi chiamo Raizen.
    Fuori di qui si stanno concatenando dei terremoti e ho visto che ci sono rovine simili alla tua, ma dato che mi hai parlato di sciogliere un sigillo immagino che come temevo qualcuno stia già sciogliendo gli altri.
    Prima che io prenda una decisione compagno Guan Yu vorrei che tu mi parlassi del funzionamento di questo sigillo, voglio capire cosa succede al suo scioglimento, dalle scosse sembra che l’isola stia per affondare a causa del loro scioglimento.
    Sembra che tu abbia il capo di una catena in mano, per come affonda nel terreno sembrerebbe la concretizzazione del sigillo, se c'è un altro capo dove porta?


    Sarebbe poi passato al Vuoto, cercando di comprenderne qualcosa in più.

    Mi hai inoltre detto di essere un guerriero del Vuoto Cosmico, cosa significa?
    È il tuo potere?


    Accorgersi della natura di frammento del guerriero lo fece dubitare sulla quantità di informazioni che questo potesse fornirgli, ma avrebbe comunque continuato con qualche domanda.

    Non so se tu possa rispondermi ma vorrei chiederti se ricordi o se hai mai visto le Pergamente di Indra, più precisamente se Pangu era in grado di leggerle.

    Che avesse ottenuto o meno una risposta avrebbe inspirato per porre la sua ultima domanda.

    Guan Yu.
    Ti va di tornare dell’altra parte per un’ultima battaglia?


    Non sapeva quante emozioni potessero rimanere a quel frammento, ma tentare, come per le domande non costava nulla.

    Se i tuoi fratelli sono tutti a guardia delle altre rovine come te, al tuo ritorno da loro avrai da raccontargli qualcosa di glorioso che vi permetterebbe di non avere nessun rimpianto!
    Ed anche di fargli vedere che in confronto al valoroso Guerriero del Vuoto Cosmico sono tutte mezze tacche! Senza bisogno che i centimetri lo confermino ahahahah!
    Io purtroppo sono stato privato di gran parte dei miei poteri, e nella battaglia finale potrei non essere d’aiuto come la gravità della situazione vorrebbe.
    Se tu sei realmente un frammento di chakra potresti venire dall’altra parte attraverso me!
    La tua presenza dovrebbe trasferire la chiave del tuo sigillo a me e forse potresti riuscire a trasmettermi il tuo Vuoto, quello che ho usato per arrivare a te penso sia solo una goccia di ciò che potrei fare se avessi una maggiore comprensione dei miei e dei tuoi poteri.
    E poi, combatteremo insieme!


    Negli occhi di Raizen brillava una luce in cui sicuramente Guan, se era un guerriero valoroso e concreto come pareva essere, si sarebbe potuto rispecchiare.
    Se c'era un modo di fare ciò che la Montagna proponeva era certo che il guerriero del vuoto sarebbe stato spronato a dare tutto il possibile per realizzarlo.
  2. .

    Il Metallo Dei Desideri


    - III -






    Raizen sorrise leggermente all’ammissione di Sho.

    Ma guarda in realtà è un vanto, che vuoi essere “Sho, quello che brandiva la spada fortissima?”

    Si alzò ed iniziò a vagare per la stanza.

    Ma capisco che ci si possa sentire inadatti se il tuo avversario tira fuori qualcosa di più pericoloso di una semplice katana e tu sei ancora li a menartela con una specie di kunai troppo lungo.

    Non vagava però senza meta, cercava infatti uno schedario preciso, non conteneva troppe cartelle ed erano tutti incarichi che parevano abbastanza datati.

    È uno schedario di opportunità lavorative questo.

    Parlava mentre scorreva la lista di cartelle.

    Non di quelle ninja però.
    A volte capita che in una missione si possa trovare qualcosa che, in un modo o nell’altro ha acquistato capacità straordinarie, magari contatto con il chakra, o semplicemente il risultato di un interazione dello stesso, o magari qualcosa che ci interagisce di suo.
    Siccome noi esseri umani siamo un cancro sparso un po' ovunque è raro che ci lasciamo sfuggire questi eventi, e quando li troviamo o meglio li trovano, chiedono aiuto proprio a noi.
    Oh eccola.


    Tirò fuori una cartella, per niente corposa al contrario di quelle che si potevano vedere per missioni di una certa rilevanza, solitamente condite con report sulla situazione dei dintorni del luogo in cui si andava ad operare.
    Li dentro ci stava ben poco oltre il luogo ed una generica descrizione, forse anche datata, del paese e di come si sostentava.

    Eccola qua.
    Qualche tempo fa nel villaggio dell’Orso si è schiantato un meteorite.


    Sbuffò vistosamente quando consultò la mappa.

    Ohhhh che palle, dovendo aggirare Iwa ci vorra un giorno di cammino pieno per arrivarci.

    Borbottò ancora qualcosa mentre dava una rinfrescata alla memoria.

    Niente di troppo grave, ma come immaginerai è un evento più unico che raro, soprattutto se si parla di un meteorite di origine metallica.
    Sembra che la zona in realtà abbia qualche leggera predisposizione a ricevere meteoriti, vai a sapere cosa gli da problemi ma sta di fatto che ci fondarono un villaggio che prendeva nome proprio dalle loro disgrazie.
    Venne poi distrutto e adesso sono dei taglialegna in pratica.
    Ma a noi ci interessa il meteorite per l’appunto.
    Quando quel tipo di meteorite si schianta sulla terra cambia, a causa della pressione il metallo si trasforma in una delle cose più resistenti in natura, e da replicare non è affatto semplice con una forgia e un martello, però lavorarlo è sempre interessante.
    O dovrebbe, non l’ho mai provato.


    Rimise tutto nella cartella e pareggiati i fogli guardò Sho.

    Bene.
    Direi che andiamo a dare un occhiata.

  3. .

    Omaggi


    - I -






    Quando le lettere non arrivavano con i corvi c’era sempre da preoccuparsi, i ninja ci tenevano a far arrivare in fretta le brutte notizie.
    Lo sapeva bene Raizen e lo sapeva bene la mano che con incertezza prese la busta.
    Due cose non tornavano, ed il che non faceva che preoccuparlo ulteriormente: era presente il sigillo di Kiri ma l’evocazione che aveva davanti non era di certo ne un tengu ne un drago.
    Aprì la lettera e nel leggerla la fronte gli si corrugò, non erano buone notizie.

    Puoi andare, giungerò a Kiri entro la fine della giornata, avverti pure del mio arrivo.

    Accartocciò il foglio.
    Più di un villaggio era rimasto senza Kage per periodi di tempo estremamente lunghi, Oto stessa pur avendo ninja che definire valorosi era riduttivo aveva lasciato la poltrona praticamente vuota per chissà quanti anni, e a Kiri, un villaggio che amava Itai, erano riusciti a disfarsene in una manciata di giorni?
    Per chi poi?

    Kensei Hito.

    Provò a rievocare nella mente l’individuo, ed al momento l’unica occasione in cui ricordava d’averlo visto era proprio la recente riunione dei Kage, non il migliore dei ricordi, vista la delirante uscita di scena.
    Itai era suo amico prima che Mizukage e conosceva bene il suo nindo, non sarebbe stato in grado di seguirlo, ma sicuramente sarebbe stato in grado di proteggerlo dal Raccoglitore della promessa, Giustiziere Incarnato ed Inquisitore di Kiri.
    In quell’urgenza, in quelle parole, in quegli aggettivi vedeva ben poco se non un delirio di onnipotenza nutrito di responsabilità autoconferite.
    Kiri non era affar suo, non per il momento, ma forse la famiglia di Itai meritava protezione, o forse questo Kensei non era tutto sommato la brutta persona che dimostrava d’essere sedendosi su una sedia ancora calda.

    Ufffffhh

    Non amava troppo gli eventi mondani, non portavano mai niente di buono, ricordava il colpo di testa che ebbe quando tirò su il palco per la sua elezione, e pur ricordandolo con un sorriso non poteva che rabbrividire al sol pensiero di rifarlo, molto probabilmente fu una delle ragioni che portarono qualcuno a non vederlo troppo adatto al suo ruolo.

    Certo che senza di me la musica metal a Konoha chi cazzo la conosceva.

    Finiti di indossare i vestiti da cerimonia avrebbe dato una riassestata ai capelli ed indossato il cappello da Hokage.
    Uscì dalla porta, guardandosi attorno e notando che la vita a Konoha non era cambiata di una virgola, come tutti i villaggi segreti si riusciva a fare il callo alle stragi in un certo senso, e nonostante serpeggiasse sempre un’aria di tensione la gente era tornata alla vita di tutti i giorni.
    Non era comune vederlo in abiti cerimoniali, ragion per cui qualcuno dei cittadini si sarebbe voltato incuriosito, soltanto all’apparire di Ou avrebbero ripreso le loro faccende, consapevoli che se il drago era li presto l’Hokage si sarebbe allontanato, segno che niente di particolare sarebbe successo quel giorno a Konoha.

    Ou.
    Kiri ci aspetta, ma io non so cosa aspettarmi da lei.
    Itai non c’è più ed è passato decisamente troppo poco tempo perché venga sostituito.


    Il volto squamoso della creatura si corrucciò al pari di quello di Raizen quando lesse la lettera, non era di certo nato ieri ed una simile notizia era in grado di agitare anche lui.

    Era anche legato ad uno di noi, mi dispiace.
    Ma intuivo dai tuoi vestiti che ci fosse un occasione particolare in vista.


    La Montagna annuì mentre gli saliva in groppa.

    Spero non sia necessario dispiacerti.

    È per questo che lui è qui?

    Lui è li in caso ci si debba dispiacere, ma forse sono solo troppo paranoico e troppo abituato a questo genere di strategie.
    Non voglio che il villaggio resti scoperto, per ora questo è l’unico modo.


    Comprendo.

    Una pacca sulla testa e con Raizen seduto sopra di essa Ou prese quota muovendo verso Kiri.
    Nonostante la possanza della Montagna il freddo iniziava ormai a farsi pungente e fu grado ai suoi sarti per avergli fatto un kimono sufficientemente pesante da mettere sopra l’equipaggiamento, anche se l’umida attraversata marina mise alla prova anche quel caldo tessuto.

    Rilassati Raizen, sembra di trasportare un macigno.

    Per tutta risposta l’Hokage si limitò a sospirare, stendendo leggermente i muscoli che tutti quei pensieri gli stavano facendo inconsciamente tendere.
    Non aveva scelto casualmente Ou, nonostante fosse un drago dalle dimensioni più che considerevoli il suo colore non era sicuramente minaccioso come quello di Hibachi, cosa che, insieme all’atterraggio a qualche decina di metri dalle mura gli permise di scongiurare qualsiasi pensiero negativo da parte dei guardiani, a cui avrebbe dichiarato di essere l’Hokage e di aver intenzione di incontrare il Mizukage per porgli i suoi omaggi.
    Non sarebbe stato necessario depositare il suo equipaggiamento, l’aveva infatti lasciato ad Ou che avrebbe aspettato fuori dalle mura.
    Non aveva niente con se se non vestiti e cappello, ed una titanica quantità di chakra.
    L’umida Kiri non gli era mai piaciuta troppo, ma se non altro era meglio di Oto e Suna, che si combattevano a suon di lordura e desolazione il titolo di villaggio più inospitale.
    Non pretese alcun trattamento di favore, sedendosi all’esterno dell’ufficio all’ombra del suo stesso cappello, che gli permetteva di mantenere la sua faccia dubbiosa senza che dovesse renderne conto a qualcuno.
    Certo, questo non gli avrebbe impedito di pensare che lasciare un Kage ad aspettare fuori dal proprio ufficio fosse una mancanza non da poco per un leader al suo primo giorno in carica, ma non era un problema suo infondo, aveva pensieri a sufficienza da non potersi annoiare.

    Juudaime.

    Squadrò l’uomo che aveva dinnanzi, provava una certa repulsione, e infondo si disse che non era sbagliato visto che si ritrovava un uomo completamente bardato di impenetrabile acciaio, cosa che rafforzò ulteriormente le incertezze che aveva riguardo Kensei.
    Freddo e duro acciaio, forse troppo lontano dai sentimenti irruenti che spesso guidavano Raizen. Freddo e duro acciaio, niente di più, niente di meno, nonostante le arti ninja permettessero di ripristinare praticamente qualsiasi danno; neanche immaginava di cosa potesse essere sintomo la volontà di restare così deturpato o danneggiato da rendere necessario l’utilizzo di un elmo.
    Nonostante tutto però, nulla gli impedì di fare un leggero inchino quando la porta si richiuse alle sue spalle.

    Le auguro una lunga e prospera permanenza.

    Evitò di aggiungere “nella sedia che fu di Itai” solamente perché si convinse che gli affari di Kiri erano pur sempre di Kiri e metterci bocca gli avrebbe portato solo guai, prima politici e col giusto tocco di permalosità anche fisici.

    I preamboli di cortesia non sono il mio forte, come saprà sono sfortunatamente noto per questo mio lato.
    Itai, prima che un Kage era un amico, e la sua scomparsa non mi lascia indifferente, anzi, tutt’altro.
    Ed è parzialmente la ragione per cui sono qui, ricordo la sua fretta e la sua ira, Kensei, nell’abbandonare la riunione dei Kage.
    Immagino saprà che quella riunione ha un valore simbolico coltre che strategico, piantare tutti in asso perché non si è sufficientemente sconsiderati da dichiarare la guerra totale non è un buon segnale.
    Tuttavia, non è certo mia intenzione rimproverarle niente, ma mi è necessario esternarglielo per farle comprendere che certe azioni possono far sorgere dei dubbi.
    Posso ancora considerare Kiri ed il suo nuovo Kage alleati di Konoha e dell’accademia?
    Non penso Itai sia partito senza senza lasciarsi nulla alle spalle, se si è informato a riguardo capirà che quella tra Acqua e Fuoco non era un alleanza retta sulle mere parole.


    Dopotutto le informazioni che Raizen aveva passato nel corso del tempo a Kiri erano una prova importante a sostegno delle sue affermazioni, e il nuovo kage non avrebbe faticato a trovarne conferma visto che Itai non era solito cancellare le tracce del suo operato.


    Edited by F e n i x - 9/11/2019, 02:59
  4. .

    La Rottura


    III
    Il Tessitore





    Era fatta, l’Archivista aveva passato la fiaccola, un nome che dal suo punto di vista era ben più di una metafora, così come una fiaccola era inutile alla sua vista infatti il potere era inutile al suo corpo.
    L’impegno fiorisce solo se coltivato nel terreno adatto, e l’unica cosa che lui poteva coltivare era la conoscenza.
    E se le maggiori forze che controllavano il mondo andavano affidate al puro caso, in attesa che il destino le riunisse, lo stesso non valeva per le altre, qualcosa doveva guidarle, qualcuno.
    Quando il vecchio agitò la mano nell’aria sembrava che scacciasse un insetto solo com’era nella stanza, eppure, ancor prima che la mano ricadesse sul bracciolo della sedia, un occhio si affacciò da una delle nicchie del muro. Bisognava che la luce ne toccasse direttamente i lineamenti per permettere al vecchio di voltarsi a guardarlo, dai piedi nudi e la faccia polverosa non era difficile comprendere che era un bambino di umili origini.

    Ma non è detto che il talento fiorisca solo dentro i palazzi.

    Tra le rughe di un uomo di quell’età non era facile vedere gioia o tristezza, troppe cose erano passate sotto i suoi occhi, un tempo neri e profondi, ma davanti ad un Segno come quello persino le lunghe crepe del suo viso non potevano che addolcirsi.

    Dimmi, cosa hai visto questa volta?

    I suoi occhi si accesero, una luce timida, come una fiamma appena nata in un nido di paglia.

    Mmmhhh… L’uomo senza nome non credo accetterà mai nulla da te, da nessuno, è solo e crede che lo sarà per sempre.
    Mmmhhh… è possibile che sia più vecchio di quanto sembri?


    Esitava non perché ragionasse, ma perché doveva ricordare una sensazione che da poco aveva imparato a collegare ad un’informazione.

    Possibile…
    E gli altri due?


    Erano sinceri, ma non puri quanto lui.

    L’Archivista gli fece un altro cenno e il bambino gli si accostò.

    Fatti guardare.

    Ciò che per gli altri era poco più del riflesso di un’intuizione per lui era qualcosa di noto, qualcosa di tardivo che nei suoi occhi era giunto insieme alle cataratte, ponendo un velo d’attesa sopra a tutti i suoi sogni.
    Un destino crudele il suo, non avere ambizioni per una vita intera e svilupparle solamente quando si otteneva lo strumento per realizzarle, ma non abbastanza giovane da sfruttarlo.

    Iniziavo a pensare che la mia fosse la peggiore delle maledizioni, vivere nell’incertezza e nella paura che ciò che avevo raccolto in una vita intera non fosse altro che polvere destinata a perdersi nel tempo.

    La vecchiaia aveva reso le mani dell’archivista simili a tralci di vite, talmente nodose e viziate dai compiti immutati di una vita intera che quando il piccolo le sentì sul viso non potè che divincolarsi leggermente, ma non perché stranito o impaurito, ne era incuriosito, divertito e gli facevano un po' il solletico. E quando l’anziano lo strinse tra le mani gli sorrise.

    Mi hai detto che vorresti imparare a leggere, giusto?

    Il bambino annuì

    E se oltre alle pergamene ti insegnassi a leggere il cuore delle persone?

    La domanda rapì totalmente l’attenzione del piccolo, gli anni che si posavano sulle sue spalle non riempivano nemmeno i palmi di due mani, ma era acuto a sufficienza da comprendere che nessuno oltre a quell’anziano signore poteva insegnarli una cosa simile.
    Così come l’Archivista l’aveva capito guardandolo anche lui intuì che ciò che vedeva nei suoi occhi non era il tenue luccichio dell’astuzia data da una vita inusualmente lunga, ma qualcosa che li accomunava.
    Sapeva da quel momento che per dare una risposta a quell’uomo bastava incrociarne lo sguardo e fu così che rispose.

    Da oggi il solo nome non ti basterà, avrai bisogno di un cognome, Akai.
    Ti darò il mio: Kurogane.


    I genitori del bambino erano persone semplici, gli avevano dato quel nome per via dei suoi occhi, nacque con gli occhi aperti, non succedeva spesso, ma non era neanche il primo caso, eppure lui qualcosa vedeva. Ogni volta che passava dalle braccia di un adulto ad un altro, prima di piangere o sorridere, per un momento, era in grado di Comprendere.

    Non sarà semplice il tuo cammino, ciò che ora per te è solo un’intuizione, più in là diventerà una certezza, a volte non vorrai averla, altre la benedirai, ma saprà guidarti e proteggerti da ciò che le persone sono realmente.
    Forse in futuro troverai la persona, o il modo per trovare qualcuno che ti protegga, e ne avrai bisogno, perché gli dei sono avari e dovrai capirlo subito.
    Danno un solo dono, e dovrai imparare a vivere di quello, e se reputeranno che non lo sfrutterai a dovere potranno anche togliertelo o renderlo inutile, come hanno fatto con me.
    Il tuo dono è il cuore altrui e non avrai altro all’infuori della certezza della sua natura.


    Si alzò e lo prese per mano.

    Il mio è stato la conoscenza, e fino ad oggi non sapevo cosa farne.

    Con la mano salva afferrò invece il bastone, alleviato del peso delle colpe del vecchio.

    Adesso so, che ciò che io ho compreso e scelto, tu donerai.
    Un giorno.


    Lo guardò con un tenue sorriso.

    Quando saprai, quando comprenderai.

    Fino al giorno della sua morte l’Archivista non avrebbe speso parole se non per insegnare e trasmettere, spiegare e plasmare, fino all’ultimo giorno.

    Di più non ho potuto, Akai.
    Di più sarai tu a dover fare.


    Erano passati vent’anni, e sul letto nel quale da due mesi ormai Akai doveva recarsi per ascoltare gli ultimi sussurri di una vita che si spegne giaceva più di un maestro.
    Davanti a lui si spegneva l’ultima luccicanza, la stessa che aveva allungato la vita dell’archivista quanto bastava da riconoscere in Akai un uomo in grado di fare del suo sogno realtà.

    Segui l’uomo senza nome, segui il Veterano, da lui apprenderai ciò che nemmeno le pergamene, per quanto potere possano contenere, sanno trasmettere.

    Nel dirlo gli strinse il polso, una forza inaudita tanto per il vecchio quanto per un uomo nel pieno delle sue forze e dotato di buona muscolatura, senza alcuna leva era certo che stesse per rompergli l’avambraccio, ma proprio quando stava per gridare dal dolore, insieme ad un bagliore, che era certo di non aver visto con gli occhi, la presa perse vigore.

    Gli uomini sono deboli, bugiardi, meschini… sono… impauriti.
    Ma ogni cento anni nasce un puro.


    Un periodo fin troppo preciso e dal retrogusto profetico per essere più di una metafora.

    Un Puro?

    Si, un puro, ti ho insegnato cosa vuol dire, vero?

    Si, una persona retta, in grado di spingere tutti, chiunque, verso la propria direzione, i cui intenti potrebbero anche non apparire giusti.

    Il vecchio annuì, e con un sorriso pronunciò le sue ultime parole.

    E tu dovrai trovare quello giusto, perché quello verso la pace è un cammino tortuoso e pieno di insidie.

    Mentre Akai sfiorava gli occhi del suo maestro, notò che l’impronta di tutte e cinque le dita era rimasta impressa sul suo braccio.

    Cinque sono le forze, corpo e mente sono doni.

    Lunga sarebbe stata la storia di Akai, e quando ancora il Veterano non sapeva che sarebbe diventato il suo consigliere lui avrebbe dato un colore alla sua via: Cremisi.


    [“Presente”]

    Tutte le battaglie avevano un loro sapore, ma quando si combatte per un obiettivo così grande e così vicino il retrogusto era sempre quello del sacrificio.
    Akira fu il primo a muovere, forse né il suo paese né i suoi geni si adattavano ad uno spirito passionale ed irruento come il suo, sordo ai consigli del suo kage scattò verso il veterano, ma prima, con un fendente in grado di far vibrare persino la terra cercò di distrarre il trio di lacchè, causando uno sbuffo di fumo per nulla preoccupato da parte dello stratega quando l’attacco impattò su di lui.
    Tuttavia Murasaki aveva già ricevuto un ordine da una mente ben più fine della sua: doveva impedire che qualcuno interferisse col veterano.
    Il salto che gli avrebbe fatto schivare [SD 1]Schivata rif 900 (impasto bassissimo) il Crocevia dei Sentieri l’avrebbe infatti fatto frapporre tra il kiriano e il Veterano, incassando in pieno il colpo diretto al braccio dell’Unico.
    Il suono metallico, frammisto al frastuono del tuono che derivò dall’impatto rese subito evidente che lo scudo di Raijin [ST 1]Raiton: Raijin no Tate
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare, in corrispondenza di un avambraccio, uno scudo di fulmini circolare di dimensioni pari a 2 Unità. Lo scudo ha potenza pari a 40 e dura fino al termine del round. Lo scudo consente di annullare le tecniche a contatto con esso come se toccate.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Alto)
    [Richiede Scudo di Raijin III]
    [Da chunin in su]
    era stato nuovamente evocato.

    La prossima volta scriverai un bigliettino per rendere più chiare le tue intenzioni?

    Quella difesa così efficace però non avrebbe terminato in quel momento la sua utilità, Akira infatti voleva sfruttare la sua posizione per un fendente aereo, e nonostante Murasaki avesse qualche metro di svantaggio questo non gli impedì di tendere il braccio in cui vestiva lo scudo e lanciarlo a protezione del Veterano, questa volta però non si udì lo stesso scenico rumore: la tecnica era infatti stata totalmente annullata [SD 2]Abilità annullamento dello scudo +
    Il mio Braccio è il mio scudo
    Arte: l'utilizzatore può sfruttare l'abilità d'annullamento dello scudo anche se non direttamente a contatto con esso.
    Consumo: Bassissimo
    e la lontananza del nemico gli avrebbe impedito di attaccare nuovamente [Nota]Dopo un metro e mezzo di distanza a cui ti spara la prima tecnica, qualche metro di caduta libera, è improbabile che il veterano sia ancora a tiro delle tue lame

    [Murasaki]

    Il destino però pareva non avesse ancora finito di regolare i conti con Murasaki, mentre riguadagnava il terreno infatti, Kato aveva appena concluso il suo spostamento minacciandolo con una salva di 3 kunai, nulla di cui il suo scudo, in caduta libera verso il braccio alzato e pronto ad afferrarlo, non potesse occuparsi. [SD 3]Parata scudo potenza 40 + resistenza 775
    In a quel punto si rese conto che erano gli intrepidi accademici a caricare e non viceversa, e sarebbe stato un flusso che non si sarebbe lasciato sfuggire, contrariamente a quanto ci si potesse aspettare infatti avrebbe azzerato la distanza tra se e Kato, caricando letteralmente l’onda assordante, annullandola [ST 2 + SD 4]spostamento/ carica verso Kato + annullamento ed utilizzando il suo avversario come scudo umano, cosa che avrebbe pesantemente penalizzato gli attacchi nei punti cechi.
    Ed infatti il fastidioso teleporter si trovò il suo stesso alleato tra i piedi, rendendo impossibili gli attacchi a stomaco e ginocchio mentre Kato tentando il lancio a quella distanza riuscì a conficcare malamente l’arma nella spalla avversaria, pur senza danneggiarla gravemente [Ferita]Mezza leggera spalla
    Ma era solamente l’inizio dell’ondata di attacchi che lo aspettava, ed il piccolo teleporter stava iniziando a dare spettacolo.

    Murasaki-san, coraggio.

    Poche parole, gelide, non si sa se di incitamento o di monito, ma il ninja dai capelli viola ne parve ulteriormente rinvigorito. [Abilità E]resistenza murasaki + 2 riflessi +1

    Siete tediosi!

    Il braccio si irrigidì mentre il pugno si stringeva attorno all'impugnatura dello scudo.
    Per quanto il ragazzetto si teletrasportasse pareva non avesse ben chiare le capacità di quello strumento che avrebbe sostituito Kato, probabilmente in grado di farsi da parte, ed accusando tutti gli attacchi senza un grande sforzo da parte di Murasaki.
    Per quanto Kunihiro fosse capace di teletrasportarsi infatti tutti gli attacchi erano frontali ed una leggera incurvatura della schiena dietro allo scudo fu sufficiente a porre la protezione tra lui e le spade avversarie, certo qualcosa era in grado di passare attraverso quella difesa di chakra, ma la sua pelle era assai temprata e quei graffi non sarebbero bastati ad impensierirlo. [Ferite]Res. 825 + impasti vari (basso) 900
    danni totali ferita medio grave suddivisa tra i vari attacchi


    Mi ronzi attorno così inutilmente che ti darei della mosca se questo non facesse di me qualcosa di sgradevolmente maleodorante.
    Probabilmente sfogliando un libro con i piedi mi sarei fatto più male.


    Quando shin piovve dal cielo aveva già gli occhi puntati su di lui

    Oh, è arrivato l’ultimo della classe.
    Postazione affollata nei ranghi accademici, non temere.


    Schivò l’attacco senza troppi problemi [SD 5]Riflessi 875 spostandosi lateralmente, solo per vedere l’avversario sparire dinnanzi a lui, ed immaginandolo sprovveduto come Kunihiro mise lo scudo a protezione dell’addome: inutilmente.
    Shin era stato infatti più accorto, portandosi alle sue spalle e solamente il rumore della spada che sgretolava il suo scudo gli permise di reagire.
    Le due tecniche si annullarono a vicenda, rendendo il fendente niente più che un fendente, ma questo non toglieva che era dotato di una potenza mostruosa che se non arginata gli avrebbe fatto perdere i gioielli.
    La mano sinistra sarebbe scattata verso il basso, rivestita da un parabraccia sarebbe riuscita a bloccare la lama, ma la mano non si sarebbe salvata, il fuoco della foglia, quella follia suicida che avevano inventato nelle terre del fuoco gli avrebbe tagliato la mano per il lungo fino a poco sopra il polso: quella era la misura della forza del Loto e di Shin, sufficiente ad infrangere lo scudo di Raijin. [Ferita]Grave alla mano + sanguinamento (DnT medio)

    AAAAAARGH maledetto!
    E!
    EEEEEE!
    DALLE TUTTE A ME!
    TUTTE!


    [E]

    Dopo l’atterraggio successivo al salto [SD 1]Schivata riflessi 800 scambio con intuito + occhio dell'imperatore per evitare l’attacco dell’acquoso kiriano, possibile anche in carenza di riflessi grazie anche alla semplicità di quest'ultimo, l’acuto generale intanto aveva il suo da fare con un’impegnativa selva di attacchi, fortunatamente a nessuno degli accademici venne in mente di agire in controtempo alla tecnica del sunese che venne quindi facilmente evitata con un semplice movimento laterale [SD 2]Schivata riflessi 600 dopotutto tra i due intercorreva una differenza di potere troppo elevata perché gli attacchi in solitaria fossero una minima minaccia.
    La preparazione di E infatti era sufficiente permettergli anche di deflettere lo shuriken diretto al viso con il dorso della mano [SD 3]Deviazione/parata riflessi 600 e lasciandosi addirittura ferire da quello diretto al torso [Ferita]MezzoLeggera Resistenza 600.
    Discorso differente per la scimitarra [Nota]non è propriamente un arma da lancio, quindi non efficacissima, soprattutto con questo divario di abilità che venne afferrata a mezz'aria [SD 4]Riflessi 600 + occhio dell'imperatore = 725per poi far fluire in essa una quantità di chakra sufficiente a tagliare in due lo squalo del kiriano, [SD5 ST 1-2][lame di chakra + mortificazione]
    Forza 725 (scambiata con intuito)
    + scimitarra (totale 1.5m)
    + 10 (lama di chakra)
    + Occhio dell'imperatore rif. 725
    (slot azione convertito)
    deflettendo per puro caso l’esplosione verso lo stratega che sfarfallò per un secondo, guardando in cagnesco E.

    Oh!
    Mi perdoni, non avevo visto quella fastidiosa cartabomba.


    Il solito tono pacato e gentile che però non ammansì lo stratega che, senza nemmeno un gesto spense una piccola fiammella sul suo abito, come se l’avesse soffocata solo pensandolo
    In qualche modo una parte di lui era stata lesa. Quantomeno dei suoi abiti.
    Distratto dalle doverose scuse E avrebbe incassato gli attacchi di Shin, opponendosi con poco più di alcuni impasti per sopportare il dolore [Ferite]Resistenza 800 (scambiata con intuito) + impasto Basso con un sorriso che, in quella situazione, non poteva che risultare sinistro.

    Ti impegni proprio tanto.
    Bravo.


    Possibile che calci di quella potenza non avessero sortito effetto su di lui?
    Decisamente no, aveva infatti usato entrambe le volte gli avambracci per mitigare la potenza del colpo, ma nonostante tutto manteneva un contegno incredibile, che avesse un secondo scopo? [Ferite]Ferita MedioGrave ad entrambe le braccia
    Stava addirittura per tendere la mano e afferrarlo quando questo estrasse un kunai già armato con una cartabomba, un attacco insidioso a quel punto, ma a cui poteva...

    ...DALLE A ME!
    TUTTE!


    Si arrestò abbassando la guardia, mostrandosi quasi felice di ricevere l’attacco.
    Per un momento sarebbe stato doloroso, certo, ma Murasaki a quel punto avrebbe potuto far vedere di cosa era capace lo scudo di Raijin quando si abbatteva sull’elmo.
    La cartabomba esplose, portando via carne e ossa e carbonizzando ciò che restava, ma un curioso processo di guarigione era in atto: le ferite infatti si rimarginavano come se una saetta stesse rimettendo le cellule al proprio posto una per una, e mentre crepitava sulla pelle di E questo veniva connesso a Murasaki, ormai in ginocchio per i danni subiti, non solo suoi, un braccio era tutto sommato recuperabile, ma anche i potenti calci di Shin, che la sua resistenza poteva comunque mitigare, e la cartabomba che lui stesso aveva chiesto a E di subire.
    Sarebbe molto probabilmente morto a breve, ma qualcuno l’avrebbe seguito. [ST 3]Sigillo di Raijin
    Villaggio: Kumo
    Posizioni Magiche: 5 (disegno)
    L’utilizzatore può scambiare la propria vitalità ed energia vitale con un bersaglio alleato su cui ha imposto il proprio sigillo, curando fino ad una ferita critica.
    Il bersaglio può decidere quali ferite curare.
    Tipo: Fuuinjutsu
    Sottotipo: Speciale
    (Consumo: MedioBasso)
    [Richiede Scudo di Raijin III]
    [Da chunin in su]
    (imposto precedentemente)

    Saigo no Kaminari
    Villaggio: Kumo
    Posizioni Magiche: 5
    L’utilizzatore può provocare una detonazione elettrica incentrata sul suo corpo con potenza pari a 60 entro un raggio di 10 metri, causa Assordato e Accecato.
    Se esaurito il sigillo del protettore nel medesimo turno può caricare l’esplosione duplicando il raggio e la potenza, non saranno richiesti sigilli. Ha velocità di propagazione pari alla resistenza dell’utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Elevato)
    [Richiede Scudo di Raijin III]
    [Da chunin in su]

    Resistenza: 825

    Completato il sacrificio di Murasaki vennero evocati altri due tesori della potente divinità del fulmine: il suo taiko ed il suo martello.
    L’impatto fu assordante, ma gli effetti sarebbero stati ancora più devastanti, il frastuono però era solamente una parte, dal tamburo infatti andava propagandosi una vera e propria sfera di fulmini la cui intensità era ben visibile, chiunque fosse stato colpito, alleati esclusi, sarebbe stato carbonizzato, se non totalmente quantomeno gravemente.
    Era l’ultima parola di Raijin, morto per la vittoria del Veterano.
    Crollò a terra, gli occhi già sbiancati, il corpo fumante, forse annichilito da quell’ultimo immane sforzo.
    Ma se gli accademici non avessero focalizzato tutta la loro attenzione sulla morte saettante che gli correva incontro si sarebbero accorti che il suono del cranio di Yobu che andava in frantumi era stato coperto proprio dal tuono generato da Murasaki.
    Tutta quella luce aveva aggiunto un macabro dettaglio della scena: la testa dello scienziato era stata spremuta come un cachi maturo mentre le sue braccia ricadevano prive di vita lungo i fianchi, il corpo ormai morto sarebbe stato abbandonato alla distruzione di Murasaki, ma il potere della vita era ormai in mano al Veterano, inarrestabile grazie all’interruzione di Akira e alla difesa del gigante viola.
    In quel luogo senza tempo ora era la figura del Prescelto a svettare su tutti, la luce prodotta dal ninja dai capelli viola parve non volersi estinguere addosso al corpo del Veterano, restava viva in lui, se per un istante avessero ignorato chi si ergeva dinnanzi a loro avrebbero quasi potuto immaginare che quella presenza fosse benevola, ma il sorriso sinistro che ne piegò i lineamenti avrebbe cancellato ogni dubbio: era fiero di ciò che aveva ottenuto, empio di un potere che diventava sempre più ineguagliabile.

    Murasaki…

    Tese la mano verso di lui, un fugace bagliore e quelle braci di vita si adagiarono sul suo possente braccio.
    Quell’uomo era sicuramente più alto del generale di mille battaglie, ma questo lo teneva come se fosse un bambino, con la testa che inerme cadeva oltre il braccio, mentre le gambe si adagiavano al suo ginocchio.

    …grazie.

    Dalla mano destra, quella libera, una luce, piccola ma insondabile per via della sua intensità, si spostò verso il corpo del ninja ridandogli fiato, qualcosa di inascoltabile talmente era sofferto e affaticato, ma indubbiamente vivo!
    Quella non era carità, era una dimostrazione di potere che gli era capitata a portata di mano.

    Stratega.

    Il corpo del fedele shinobi non fece quasi a tempo a scomparire, portato chissà dove dallo Stratega, che il segno dell’ennesima regola violata dal Veterano si palesò ai presenti, sembrava quasi l’eco di un tuono, un tremore lontano, come un terremoto che si avvicinava un passo alla volta, ma non fece vibrare quella gabbia di energia, la spezzò!
    Fuori dalla stessa era difficile comprendere cosa ci fosse, un miasma indistinto che ogni qualvolta ognuno di essi avesse provato a focalizzare la vista, anzi, ancor prima il pensiero, avrebbe restituito immagini diverse, come se queste giungessero come risposte inviate in qualche modo da qualcuno. Dopo un turbinare indistinto di informazioni quel ciclone si stabilizzò in maniera leggermente differente per ciascuno di essi e ognuno di loro ricevette stralci di vite che non gli appartenevano.


    [Un tempo indefinito, primo veterano]

    Akai era in piedi, davanti al generale senza nome che non aveva richiesto nulla all’archivista.

    Veterano, mio signore, questo non è un potere che prendete in prestito, va guadagnato, le pergamene non sono una fonte certa di potere, in mano ad uno sprovveduto, ma anche ad un esperto combattente senza i giusti mezzi risulterebbero inutili o addirittura controproducenti!
    Il sapere al loro interno è una mera indicazione, solo mediante la conoscenza personale è possibile apprezzarne la vera nat…!


    Ho detto no.
    Metti via quei rotoli, il destino mi ha donato una giovinezza che ad oggi non sento ancora sfiorire, nonostante abbia combattuto al fianco dei nipoti dei guerrieri a cui il mio scudo ha evitato la morte, le mie mani hanno impugnato lance e vessilli tante quante le righe che le tue dita hanno seguito in questi anni e forse anche di più.
    Non bramo l’eternità, porterò a termine il mio compito nel tempo che mi è stato concesso solo con la forza con cui sono stato benedetto.


    Così sia, mio Signore.

    Non c’era astio nelle parole di Akai ma consapevolezza: la via Cremisi non si sarebbe certo interrotta con la testardaggine di un singolo uomo.


    [Un tempo indefinito, 20 anni dopo, primo veterano]

    Qualche tempo dopo Akai mostrava i segni di un primo invecchiamento, ma il mondo attorno a lui era differente, i vestiti suggerivano che gli anni erano passati molto più rapidamente attorno a lui che non addosso a lui, era impegnato a tracciare i dei sigilli in un luogo che quella visione sembrava mostrare senza confini, ma era possibile vedere che al centro giaceva il veterano esanime, chiaramente segnato dal tempo al pari di un centenario, ma con un corpo ancora possente e sicuramente in grado di sottomettere un normale guerriero nel fiore degli anni.

    Niente andrà sprecato, tutto sarà ereditato.
    Le vite che non ti sei accorto di rubare sono sicuramente più di cinquecento, veterano, e ciò che hai fatto non sarà dimenticato, ne dal tuo corpo ne… da te stesso.
    Grazie al sangue.


    Quei sigilli raccoglievano qualcosa, preparavano un dono per prossimo Puro, qualcuno che Akai avrebbe educato personalmente, qualcuno che avrebbe accettato un dono.


    [Un tempo indefinito, le pietre del potere]

    Dentro al laboratorio si sentiva esclusivamente il continuo rollare di una pietra da affilatura quando l'artigiano lavorava, e le sue opere le migliori le faceva solo la notte, la luce del giorno infatti creava troppi riflessi nelle gemme.
    Da quell'oscurità spuntò Akai, il maestro gli era stato indicato come il migliore nel suo lavoro, anche se non accettava tutte le richieste, ciò che creava andava ben oltre il pericoloso se usato in maniera impropria.

    Sembra che tu sia il mastro intagliatore più talentuoso qui, fai anche gioielli su richiesta?
    Se ti mettessi al corrente di una tecnica particolare accetteresti di lavorare solo per me?
    Una tecnica unica in grado di fare a meno di quelle primitive scritture che ti tolgono la vista per essere incise.



    [Un tempo indefinito, secondo veterano]

    Akai era ora dinnanzi ad un consiglio di guerra, stese sul tavolo delle mappe sul quale gli esperti pontificavano senza certezze su quali strategie applicare, ma con perdite comunque importanti nonostante le vittorie, il suo momento giunse solamente quando tutti lasciarono la stanza.

    La pace sembra sfuggirle ancora di mano, mio Signore.

    Si maestro, per quanto io mi stia impegnando ancora non riesco a vedere una linea certa in cui poter far passare la mia lancia e disperdere il nemico, posso pregare e chiedere aiuto in eterno, nessuno mi risponderà.

    Oh, le battaglie spesso si vincono con l’esperienza, un vero peccato che non ci sia il modo per recuperare quella dei grandi generali del passato.

    Non ci fu alcuna proposta, ma quando la mano di Akai si schiuse le memorie del precedente veterano erano li, e chiamavano a gran voce il nuovo Puro che dalle sconfitte aveva appreso la modestia.
    Qualità che comunque non sarebbe stata sufficiente, le memorie si dimostrarono complesse da gestire, conflittuali, ragione per la quale era meglio convertirle in nozioni più che in veri ricordi, in modo da non intaccare le nuove menti ospitanti facendole maturare senza correre il rischio di perdere un elemento così importante come lo era questo eletto, divenuto comunque in grado di guadagnarsi il sangue necessario al suo ritorno.


    [Un tempo indefinito, terzo veterano]

    Le nuove memorie permettevano ora al Veterano di acquisire esperienze fondamentali per la vittoria, apprendendo dalle precedenti sconfitte, ciò che per loro fu disastroso erano i nuovi doni, il corpo non era in grado di gestire poteri che scavalcavano l’ordine naturale delle cose, era necessario un medium, qualcosa che proteggesse il corpo ma facesse fluire volontà e pensiero.
    Un pugno che potesse gestire il potere… un guanto che nel presente solamente due shinobi avevano visto.


    [Un tempo indefinito, ??? veterano presente]

    Le memorie e l’intervento di Akai nell’educazione dei puri iniziavano a produrre una coscienza sempre più coerente, in grado di integrarsi con le nuove memorie, fino all’arrivo di un corpo in grado di sostenere il potere.

    Qui, Stratega, sono presenti le memorie di migliaia di battaglie, più di quante siano mai state vissute o raccontate, qui c’è la vittoria, l’eredità, lo strumento.
    E il mio arrivo.
    L’archivista non sapeva che la nostra vita può legarsi ad uno scopo.


    Il tempo, aveva la curiosa abitudine di ripetersi, così come ad Akai fu lasciato il testimone proprio nel letto di morte lui l’avrebbe passata allo Stratega, l’uomo dall’intelletto più fine che avesse mai conosciuto.

    Consegnalo al generale quando riterrai che sarà giunto il momento.
    È in grado di sostenere il rituale, il suo corpo sarà immortale, potranno separarlo da esso, ma lui non perirà mai, lui tornerà…


    Il suo polso era ora libero da qualsiasi impronta.
    Poi ci fu un momento di ripensamento, o rimorso, qualcosa in grado di far piangere un uomo che aveva scrutato migliaia di cuori alla ricerca della purezza, e visto migliaia di vite.

    Perdonami, perdonami, perdonami.
    Con tutto me stesso desideravo che il tuo corpo fosse in grado di resistere, sono stato accecato dalla speranza di aver trovato una persona il cui cammino fosse inciso nell’acciaio.
    Non avrei dovuto rilasciare l’indice dal mio polso, non in quel modo, ma tu puoi guidarlo, possiedi anche tu le sue memorie, ma sei più accorto, più fine!


    Forse quello non sarebbe stato il letto di morte di Akai, non quella sera quantomeno, non fino a quando pronunciò quelle parole che lo soffocarono per mano dello Stratega, insieme ad un segreto che sarebbe morto con lui.
    Non si sarebbe mai saputo se ad essere sbagliato fosse il metodo, il soggetto oppure il fatto che in qualche modo fu in grado di conservare se stesso nonostante l’innesto delle memorie, ma fu proprio con i suoi occhi che videro il rituale con il quale queste venivano innestate nel veterano Presente


    [Un tempo indefinito, ??? veterano presente]

    Al centro del medesimo rituale che aveva ridotto lo stratega nello stato attuale adesso non c’era il suo corpo, debole e non predestinato a trovarsi lì ma il Veterano che il destino aveva designato come degno, o forse era il caso di dire che la genetica l’aveva scelto.
    Potevano vedere il rituale con gli occhi dello Stratega ma oltre all’ultima parte del processo sapevano solo che la storia di questo veterano era iniziata in un altare nelle terre di Kumo, potevano vederlo ergersi al centro di un momento durato secoli che pareva materializzarsi per dargli forma.

    Mio signore.

    Lo destò il suo mancato predecessore.

    È tempo per il rituale dei cinque pilastri, ora è in grado di sopportare il chakra che le appartiene di diritto.
    Siamo pronti a rilasciare il pollice.
    Dopo sarà in grado di controllarle senza limiti.


    Quello dei cinque pilastri era un rituale che sacrificava cinque persone descritte, ma mai indicate personalmente da Akai, cinque persone in grado di rappresentare una stirpe, che si sacrificassero per donare al Veterano un chakra in grado di controllare a pieno ciò che le pergamene offrivano.
    Ma senza la guida della vera conoscenza, senza lo strumento preciso, anche una mente antica come quella del veterano, anche una mente fine come quella dello stratega poteva sbagliare e mancare l’obiettivo, trasformando il rituale di creazione di un biju in una maledizione che sparse il loro signore in cinque angoli remoti del globo.
    Il potere andava gestito, la carne immortale era una soluzione all’eredità delle memorie, ma non riusciva a contenere ciò che era destinato ad una pietra del potere, il cui senso d’essere nel creato era fornire una base indistruttibile al contenuto delle pergamene, qualcosa che Akai aveva già predisposto, malgrado loro non sapessero.

    Il quinto errore è stato compiuto.
    La quinta vita è stata consumata.


    Le profezie avevano uno strano modo di consumarsi.


    [Presente]

    Intanto il Veterano pagava con il dolore l’assenza dello strumento che gli permetteva di controllare il potere, ogni qual volta utilizzasse le pietre una lunga ferita gli lacerava il corpo quasi come se si strappasse, a volte non era neanche visibile tanto si rigenerava in fretta, ma quell’aura cremisi che adesso lo avvolgeva altro non era che il sangue perso nel processo.
    Non si sarebbe abituato in fretta a quella mancanza, e per quanto gli accademici ne sapessero il suo potere non era ancora all’apice, il Veterano non poteva ancora attingere ad un’illimitata fonte di chakra, segno che qualcosa poteva essere fatto per evitare il peggio, ma non quel giorno.
    Quel giorno il Veterano avrebbe aperto un passaggio ed insieme ai suoi si sarebbe dileguato, lasciando che il tempo si curasse da solo e rispedisse tutti i partecipanti di quella battaglia senza tempo da dove erano venuti esattamente quattro mesi dopo l’apertura della rottura con un'unica certezza: ritardare ulteriormente li avrebbe probabilmente costretti a pregare un nuovo dio.




    Alcune Distanze potrebbero non tornarvi, ma ho fatto parecchia fatica a trovare nei post delle indicazioni a riguardo, potrebbero esserci errori quindi un pò per deduzione un pò per semplificazione, non trovando strategie basate sul posizionamento, ho semplificato il tutto mettendovi gli uni davanti agli altri ad una distanza da corpo a corpo


    Edited by F e n i x - 9/10/2019, 09:57
  5. .
    ma certo cubino mio
    (e non ti nascondo che la tua persistenza mi commuove ç_ç)
  6. .

    Dietro i Sogni


    - III -




    Il rifiuto di Oda sorprese negativamente Raizen che si sarebbe voltato a guardarlo deluso.

    Mi avevi promesso fiducia, Oda.
    In una situazione come questa nemmeno ti ha sfiorato l’idea che Kunihiro non fosse che una via di fuga che ci permettesse di portare a casa la pelle senza problemi per noi e per gli altri, spero che la prossima volta che avrai un dubbio non sarà la mia testa ad andarci di mezzo.
    Pensa al ruolo che rivesti: la mia guardia personale, la persona che ho scelto tra tutti gli shinobi del villaggio.
    Avremmo modo di parlarne al villaggio, spero avrai deciso per allora se fidarti di me o dell’immagine che il mondo ha di me.
    Per ora resti un pezzo di salame.


    Avrebbe quindi cessato quella comunicazione mentale, scuotendo leggermente il capo.

    Kunihiro, la prossima comunicazione potrebbe essere una richiesta d’aiuto, al tuo arrivo preoccupati soltanto di portarci nuovamente a Konoha, a meno di esplicite richieste differenti.

    Dopo l’opposizione di Oda però le sorprese non parvero voler finire, e proprio quando avrebbe voluto replicare alle parole del fin troppo leggero Jotaro, le vesti da accademico svelarono chi nascondevano, lasciandolo impietrito.

    Tu…

    Boccheggiò senza parole.
    Cosa voleva dire la presenza della donna?
    Era stata uccisa in un primo momento dalla sua stessa figlia poiché una traditrice, poi era scomparsa dall’obitorio, di fatto mostrando solo che quello era stato un ottimo stratagemma per introdursi nell’ospedale e di conseguenza nel villaggio senza alcun problema, non bastasse tale infiltrazione era legata a doppio filo con l’attacco di Shiro.
    Poteva essere una spia?
    Ma se il suo lavoro aveva messo a repentaglio la vita del villaggio, di fatto ponendo fine a quella di dieci anime innocenti, senza che nemmeno l’Hokage sapesse qualcosa sicuramente non faceva la spia con il fine ultimo di arrecare beneficio al villaggio.
    Avrebbe voluto riaprir bocca ma ciò che la donna fece lo costrinse nuovamente a boccheggiare ammutolito, si stava preparando al peggio, ma ciò che venne eseguito era un rilascio, e all’improvviso il chakra della volpe cominciò a fluire nuovamente, libero.
    Poggiò la mano nello stomaco, il centro del tantien, il punto materiale in cui i chakra dei due esseri confluivano in una sensazione che mai era stata così positiva. Più di una notte i dubbi l’avevano tenuto sveglio, sapeva che quando esclusivamente la tecnica per l’estrazione del demone sarebbe dovuta essere attiva quella donna aveva attivato lo sharingan, dal suo punto di vista inutilmente visto che nessuna illusione ne era scaturita.
    Quindi, se non per un illusione per cosa?
    Ci aveva pensato a lungo al motivo dell’imporporarsi degli occhi della traditrice, ma l’unica risposta che riuscì a darsi era che l’Uchiha avesse attivato un illusione inimmaginabile in quel momento: quella che il demone fosse stato Realmente perduto, nonostante non fosse vero.
    Tuttavia per quanto quell’idea potesse essere strampalata, visto che sul momento non ne comprendeva l’utilità, non la reputava priva di logica, tuttavia esponendola ad esperti di genjutsu
    la risposta fu solamente una: non era sotto genjutsu, non qualcosa di individuabile, cosa che invece, insieme all’assenza del chakra del demone, confermava l’assenza di quest’ultimo.
    Ma non era l’unico dubbio, infatti la morte del daimyo aveva poco senso visto che i danni dell’estrazione del demone erano ben differenti da quelli di una normale ferita, si trattava di uno scompenso di natura ben differente rispetto ad una ferita, qualcosa che non era possibile trasferire.
    Si trovava dunque ad un bivio, l’estrazione, con l’attivazione apparentemente inutile di una tecnica, una vita salvata dal baratro senza alcun motivo e la morte di un politico anziché quella di un individuo realmente pericoloso per loro, oppure l’illusione per rubare solo una parte del chakra del demone ma senza privarlo di esso, cosa che comunque non giustificava le azioni della donna ne l’intera situazione, ma rendeva la morte del daimyo più sensata viste le ferite riportate dal pestaggio.
    Ma per quanto si arrovellasse e cercasse risposte non riusciva a confermare senza dubbi alcuna delle due ipotesi, non gli restava che accettare che non avesse più Kurama sigillato al suo interno, e che tutte quelle teorie e giustificazioni fossero la parte di lui che rifiutavano un così abnorme fallimento.
    Di contro non riusciva a non pensare a quei dettagli così evidenti e stonati in tutta quella situazione non riuscendo ad ignorarli, ritrovandosi a riflettere per lunghe ore prima di dormire lunghi sogni agitati in cui veniva assillato da quel pesante respiro.

    Ero… io…

    Alzò lentamente la testa.

    Oh no… Oh no…
    Oh no, no, no...!


    Si trovava dentro il suo mondo interiore, nella medesima posizione di quella esterna, segno che non era stato lui a domandare la sua presenza li dentro, ma davanti a lui non c’erano ne Kage, ne accademici dell’ultim’ora, aveva davanti la volpe, a terra, magra come l’incarnazione della carestia, debole come chi la viveva.
    Si inginocchiò sulla testa di quello che al momento non era che un mucchietto d’ossa e pelliccia, circondandogli il collo con un abbraccio fraterno, era rimpicciolita oltre che magra, la stringeva compulsivamente come se cercasse di mettere insieme dei pezzi invisibili per far tornare il demone al suo autentico potere, ovviamente inutilmente.

    Mi dispiace.
    Mi dispiace.
    Guarda come ti ho ridotto.
    Volevo soltanto proteggere tutti, senza errori.
    Non sono riuscito a fare niente, a proteggere nessuno, ho detto fino alla nausea di reputarti un compagno ma alla fine la mia incompetenza ti ha reso niente più che una tanica e me un imbuto.




    Si aggrappava al manto della volpe in un misto di sensi di colpa ed una felicità che seppur ledesse il suo orgoglio non riusciva a non provare, dopotutto del buono in quella situazione c’era: il demone non aveva corso il rischio di essere danneggiato o manipolato.

    Non pensarci… sarebbe inutile, il chakra di un moscerino come te mi eviterà soltanto qualche ora di recupero.
    Era impossibile trovare una soluzione per te, persino io ero stato coinvolto nel genjutsu, pensavo di essere stato sigillato in una di quelle orribili reliquie, l’ho sciolto quando hai iniziato a sentirmi, ma ero troppo debole per raggiungerti, aiutarti a rilasciare il genjutsu poi… del tutto impossibile in questo stato.


    Annuì senza proferire parola.

    Non succederà più.
    Mai più.


    Nessuno gli aveva creduto, tenersi dentro quel segreto, quel punteruolo affilato di sensazioni e logica gli perforava il cuore, lasciandolo ancor più solo di quanto il suo carattere già non facesse, ma quella conferma lo risollevò.
    Quando il bagliore scemò, lasciando per un attimo intravvedere i lineamenti di un mantello nero fatto di chakra inspirò profondamente.
    Trovava difficile tacere, e trovava del tutto assurdo che quella donna fosse presente li, non chiedere sarebbe stato oltre il limite del razionale.

    Momento.
    Credo che sia necessario comprendere chi sia Taka.
    Prima nukenin, poi alleata di Shiro e ora… mia salvatrice?
    Non ci sto capendo molto, ma non penso di essere mai stato informato ne della sua identità, ne della missione che compiva, per cui, per conto di chi agisce?
    Da quando?
    Che informazioni può darci?
    Essendo così a contatto con Shiro dovrebbe sapere qualcosa su chi gli tiene il guinzaglio e per ricollegarmi al discorso di Oda…
    No, non useremo le armi del nemico per combatterlo, le distruggeremo, questo il mio voto in merito.
    O quantomeno per me sarebbe bene farlo se non arriviamo a comprenderle a sufficienza, nella fattispecie: siamo certi che non siano in grado di riprendersi il maltolto?
    Il rischio è alto per il minimo vantaggio di usare contro di lui qualcosa che già conosce meglio di noi e che magari sa anche dov’è in questo momento.


    Guardò torvo la lanterna.

    In soldoni, se vogliamo usarle assicuriamoci di poterlo fare come se siano nostre, e se riusciamo a comprenderle a sufficienza, per essere certi di non incorrere in problemi, facciamone delle repliche, io stesso ho buone conoscenze nella produzione di armi dai poteri particolari, e come me Itai ed Hoshi in campi differenti.
    Collaborare tra noi per studiarle penso ci lascerà all’oscuro di ben pochi segreti.


    Tornò poi su Febh e Diogene.

    Per quanto riguarda Oto ed il Kokage, il problema non è ciò che tu sei e puoi fare Febh.
    So di poterti considerare un alleato, ma so anche che Oto è importante per te, com’è giusto che sia, e per quanto questo non mi renda felice devo ammettere che non saprei cosa metteresti al primo posto.
    Ma siccome non stiamo convogliando a nozze direi che sono affari tuoi, per l’appunto.
    Ciò che cerco di dire è che non mi importa cosa ha da dire un otese riguardo Diogene e le politiche interne ed ed esterne otesi, a me interessa che Diogene, anzi no, il Kokage, cali la maschera e che tutti lo vedano per ciò che è, e sapendo questo decidano se reputare sensata o meno un alleanza con lui, con tutto ciò che questo comporta.
    È una scelta complessa, mi sembra ridicolo cercare di bypassarla a dango e sakè.
    Come anche il tuo rifiuto a combattere la zanna, c’è qualcosa che devi dirci in merito?
    La zanna mi sembra non sia mai stata gentile con gli otesi, e il nascondersi dietro i torti subiti in passato per ledere chi vive nel presente non mi sembra la migliore delle azioni.
    Si potrebbe pensare ad un qualche tipo di armistizio con loro, ma li ho sempre trovati molto legati alla loro vendetta, pericolosamente legati ad essa.
    Ma andiamo oltre.


    Indicò il rotolo.

    Distruggendo il guanto, Febh, avrei saputo molto meno di ciò che so.
    E noterai che siamo qui proprio perché il Sapere ha una certa importanza.
    Ho interagito con quella pietra e scoperto che il suo chakra ha una coscienza che definirei… basica. Come se fosse necessaria per non renderlo nient’altro che un mero accumulo di chakra, forse un sistema di difesa, e contemporaneamente, a quanto pare, che il suo chakra non gli è indispensabile, ma probabilmente potrebbe ancora sfruttarlo se gli cadesse tra le mani.
    Quello che mi chiedo, e ti chiedo Itai, visto che conosci meglio di me i poteri del veterano è se posso far assorbire quel potere alla volpe e sfruttarlo mediante essa.
    Concettualmente, visto il potere dei biju di assorbire e integrare chakra non è impossibile, ma non vorrei che questo rendesse la volpe assoggettabile al veterano.
    Possiamo smantellare quel sassetto e renderlo utile ai nostri scopi?


    Ottenuta una risposta sarebbe poi passato ad una questione molto più delicata.

    Vorrei inoltre proporre una modifica sostanziale a ciò che sono gli attuali patti accademici che vedono due demoni affidati ad ogni villaggio e che fino ad ora hanno solo causato contrasti.
    Potrebbe sembrare leggermente controcorrente, ma vorrei calare il numero dei demoni su cui i villaggi possono esercitare potestà ad uno soltanto, quindi quattro in totale, gli altri saranno affidati all’accademia, e sarà lei a decidere a chi affidarli sulla base di quanto i candidati si dimostreranno favorevoli all’alleanza.
    Se l’accademia deve esserci, credo che abbia bisogno di essere armata, in modo da non essere rasa al suolo ogni mattina che Kurotempi si alza con l’alba storta.
    Cosa che, tra le altre cose, ci permetterebbe di combatterci i demoni sulla base della fedeltà all’alleanza.
    Il tutto, ovviamente, funziona se si crede ancora in quest’alleanza.
    Chiudendo l’ennesima parentesi.


    Si girò verso Kensei.

    Estenderò al villaggio la tua richiesta, Kensei, chi vorrà si unirà a te, farò pervenire le adesioni all’amministrazione kiriana.
    Anche noi abbiamo un conto in sospeso con lui, ma è un cane sciolto che comunque resta solo, per quanto potente non è di certo paragonabile alla minaccia degli eserciti dei cremisi e di cantha.
    O di Ame.


    Disse mentre si sfregava il mento.

    In realtà ho un conto in sospeso con quei maledetti.
    I problemi che abbiamo fuori dall’accademia ci sono stati in parti causati da loro, sembrerebbe vogliano porsi come una terza fazione slegata da cremisi e cantha, ma probabilmente non faticherebbero a fare affari con entrambi, mercenari traditori in soldoni.
    Riguardo il conto in sospeso hanno uno dei demoni di Konoha, il 5 code.
    Ho già qualcuno sulle sue tracce, e penso che recuperarlo non sia impossibile, tuttavia recuperare il maltolto sarà ben poca cosa rispetto a ciò che sono in grado di fare.
    Non so ancora di preciso come siano organizzati i loro ranghi, ma hanno almeno 4 figure di spicco in grado di rivaleggiare con noi kage.
    Di qualcuno conosco le abilità sommariamente, ma ciò che importa è che se vogliamo cercare di indebolire il nemico possiamo cominciare a ragionare da loro.


    A quel punto avrebbe allungato una mano sul tavolo porgendo un disegno serigrafico ai presenti, col volto di Feng.

    Forse da lui.
    È un mercenario, ma contemporaneamente ricopre una delle alte poltrone di Ame, con le giuste leve potrebbe attivarsi e fare il triplo giochista.
    Fatemela fare molto semplice: sta dalla nostra ma attira il nemico in una trappola offrendo l’appoggio di Ame.
    La pioggia stessa ha usato questo stratagemma per attirare me, quindi non è troppo al di fuori delle sue corde come esca.
    Ovviamente senza studiare un minimo la situazione non so cosa potremmo mettere sul piatto.
    Ma se cantha è interessata al cinque code, ad esempio potremmo fingere, se tutto fila liscio, che sia ancora in possesso di Ame.
    Shiro potrebbe trasformare la Pioggia in una pozzanghera a forma di stivale.


    Inspirò per riprendere fiato.

    Quanto al veterano… non è facile inquadrarlo, onestamente.
    Come anche i cremisi.
    Hanno uno scopo, la conquista totale.
    Questo rende difficile infiltrarsi nei loro ranghi perché non cercano altre forze o alleati, o patti, o sei con loro, e questo vuol dire assoggettato, o sei contro di loro, l’assenza di qualsiasi tipo d’accordo con Oto ne è la prova.
    L’unica cosa in nostro possesso è il chakra del loro leader, ma non so a cosa possa servire, anche perché pare che a prescindere dal suo recupero questo sia stato in grado di agire come se lo avesse, ma non so da dove l’abbi potuto recuperare.
    Giocare questa carta è rischioso.
    Per il resto…


    Guardò al verso il Ronin Kiriano.

    Grazie per il tuo parere Akira, ma noterai che partire per Cantha è stata fin dall’inizio una possibilità parecchio lontana, ho detto da subito che la bussola è uno strumento pericoloso non per caso.
    Per quanto riguarda Ame invece ho già detto la mia.
    Per tutto il resto la risposta è semplice: al momento sono pesci piccoli.
    Se dovessimo preoccuparci di tutti non ci basterebbero venti riunioni.
    Pericolosi, certo, ma certamente non quanto i nemici di cui stiamo parlando.
    Hayate è persino stato in grado di dimostrarsi utile!
    Ma Kurotempi, Zanna, ed Hayate sono marginali, nessuno di loro si è mostrato in grado di essere una vera e propria minaccia per l’Accademia, ma in caso non concordaste con me, nell’archivio accademico sono presenti i rapporti di tutte le missioni in cui Hayate e comparso e i di cui i konohaniani hanno fatto rapporto a me.
    Non ho celato nulla, o quasi.
    Nel quasi ricadono informazioni marginali o incomplete, inutili se non dannose al quadro generale.


    E con quell’ultima frase passava finalmente la parola.
  7. .
    BOOOOM Fenix breaks the internet
  8. .

    La Prima Testa a Crollare


    - II -




    Sorrise al Kazekage, ma senza troppa enfasi.

    Una bella serata, kazekage?
    A Suna conoscete bene il concetto di “occhio del ciclone” immagino.
    Ora ci siamo comodamente seduti in mezzo, persino respirare impudentemente potrebbe spostarlo.
    Non alzi troppo la voce.


    Il suo tono, come quello di Hohe era tranquillo, ma non per questo poco serio, era realmente ciò che pensava, per quanto i presupposti fossero buoni infatti tra quelle quattro persone non era certo buon sangue che scorreva.
    Salutò con un cenno della testa l’ingresso di ogni singola persona in quella sala, conosceva tutti tranne l’individuo che scortava Itai, a cui tuttavia concesse il medesimo saluto per pura formalità.
    Jotaro prese subito la parola imbastendo gli argomenti da trattare durante la riunione più pericolosa di sempre, facendo un appunto sui draghi a cui Raizen rispose solamente col pensiero.

    Fossero in grado di ucciderci tutti in una volta sola di certo non sarebbe la segretezza dell’incontro a salvarci.

    Ma per il bene della riunione tacque, sorprendendo perfino se stesso, si concesse solo un cenno di diniego.
    Il resoconto fu abbastanza generico, atto a far sputare ai protagonisti di quella riunione qualsiasi informazione in loro possesso, sorprendentemente, e ben oltre ogni sua più assurda immaginazione il Kazekage parlò senza accennare minimamente ai dissapori che intercorrevano tra loro e il Kokage.
    Ma prima di prendere parola, tenendo fede a ciò che aveva anticipato a se stesso, avrebbe taciuto fino a quando anche Itai non avesse parlato, fortunatamente riportando la ragione a quel tavolo, anche se solamente per pochi minuti.
    Quando la voce del Colosso si spense fu Raizen ad inspirare, mai in maniera così grave in vita sua.

    Oda.

    Chiamò mentalmente.

    Preparati a comunicare con Kunihiro, non si sa mai.

    Tornò quindi sui presenti, stringendo le labbra.

    Temo di dovermi scusare Jotaro, ma dovrò scendere nel personale, esimermi dal farlo renderebbe questa riunione ancor più ridicola dell’accademia.

    Avrebbe passato lo sguardo su tutti i presenti, ma senza restare in silenzio a sufficienza da cedere la parola.

    Credo che l’inizio di questa riunione non debbano essere sporche menzogne, ne tantomeno parziali verità.

    Guardò verso Diogene.

    È giunta l’ora di finirla con questi giochetti da poppanti.

    Si orientò nuovamente verso Jotaro, in assenza di una figura imparziale da osservare mentre si apprestava a parlare di argomenti che interessavano tutti.

    Sono l’Hokage, e come i miei predecessori uno dei sostenitori più convinti dell’alleanza a cui abbiamo dato il nome di accademia.
    È un traguardo raggiunto con enormi sacrifici che non andrebbe mantenuto esclusivamente per inerzia, ma perché ogni villaggio singolarmente non è che uno sputo di fronte ad ogni singolo pericolo finora elencato.
    Ed è per questa precisa ragione che oggi siedo a questo tavolo.
    Io stesso in passato non vedevo alcun vantaggio nell’alleanza chiamata Accademia, io stesso facevo parte di quel gruppo di sovversivi capitanati da Diogene che verso la stessa ed i villaggi ad essa appartenenti non avevano che intendi distruttivi.
    Suna e Kiri non erano che terre da spartire nei patti fatti tra me e il non-ancora-kokage.
    Non è vero che Kiri non è stata danneggiata dalle tue mani, possedevi e temo tu possegga ancora le precedenti katane o wakizashi della nebbia.
    Lo so bene perché usandole come merce di scambio avrei dovuto utilizzarle per attirare il precedente mizukage ed ucciderlo.


    Inspirò nuovamente, era un informazione che meritava un minimo di riposo, per chi la sentiva la prima volta e per chi pensava non fosse mai venuta a galla.

    Ma il tempo e le esperienze cambiano tutte le persone, o quasi.

    Si voltò nuovamente verso Diogene.

    Ho trovato un tuo diretto sottoposto, Eiatsu, che durante la festa per la mia elezione a Prima Fiamma del paese del fuoco progettava ben due attentati ed ha avuto la pessima idea di confessarmeli proprio quel giorno.
    È stato catturato ed interrogato riguardo la tua persona e l’operato della tua associazione, di cui Yashimata faceva parte.
    Kiri e Konoha sono state danneggiate, o ci sono andate parecchio vicino.
    Di Suna siamo tutti ben al corrente, non mi dilungherò oltre.
    Non possiamo stringerci la mano ed accontentarci di quattro parole, persino mal combinate, e procedere come se nulla fosse accaduto.
    Io so con chi sto parlando, ma non fatico a comprendere la posizione del Mizukage o del Kazekage.
    Per quanto io possa fidarmi di Febh anche lui ha dei limiti, l’essere solamente UN uomo e non un kage che dispone di un intero villaggio.
    Mediante le informazioni ottenute mi sono impegnato a sedare gli animi, cedendo di quando in quando scoperte anche vecchie di mesi, ma utili a far apparire la situazione in costante movimento e sotto controllo, facendo da cuscinetto tra Kiri e Oto, mentre rendevo a Suna uno shinobi che non mi stupisce non sia seduto al posto di Hohenheim.


    Chinò leggermente il capo in segno di rispetto.

    Non è per i miei sforzi che chiedo onestà, ma per dare prova della volontà di mettere un piede davanti all’altro, accettando che il passato dei quattro villaggi sia impossibile da riscrivere per quanto disastroso, ma sufficientemente piccolo rispetto alle volontà dei quattro kage riuniti perché questi possano metterci una pietra sopra, se le eventuali divergenze verranno appianate.

    Allungò la mano verso il suo cappello indicandolo.

    È la fedeltà alla mia nazione che guida le mie azioni, ed è per essa che sostengo l’alleanza.
    Se vogliamo che questa riunione porti dei benefici, a prescindere da chi eravamo, dobbiamo credere in essa, con tutto ciò che questo comporta.
    Fino a quel momento condivideremo informazioni col timore che ci vengano in qualche modo ritorte contro, in un circolo vizioso in cui ogni informazione è un arma data a coloro che ancora non reputiamo Veri alleati e ci accontentiamo di riceverne a nostra volta perché sicure di poterle usare eventualmente come difesa.
    Questa non è un alleanza, è un armistizio, una guerra fredda.
    Dobbiamo interromperlo, è l’unico modo perché ciò che diremmo da ora in avanti possa essere produttivo.


    Di sicuro era strano sentire quelle parole proprio da Raizen Ikigami, meritevole dell’appellativo di montagna del fuoco, se non per la sua stazza per la passione e l’ardore che lo contraddistinguevano nell’agire, spesso, in solitaria.

    Per quanto possa valere vi chiedo scusa per le azioni da me compiute o programmate in passato, e per la mancanza di onestà nelle mie azioni.

    Si sarebbe alzato in piedi per poi piegarsi, ma senza inchinarsi, la lieve inclinazione della sua schiena suggeriva rispetto verso i tre paesi, ma non sottomissione, era un gesto che chiedeva di essere emulato più che semplicemente accettato.
    Nonostante tutte le parole, nonostante tutte le azioni, nella sua mente ancora torreggiava un unica parola, indelebile, come marchiata a fuoco: Indegno.
    Forse, nemmeno quel giorno se ne sarebbe liberato.
    Se il vento del cambiamento avesse iniziato a soffiare con un sorriso sincero si sarebbe seduto al suo posto.

    Direi che possiamo realmente cominciare, scusa Jotaro, non potevo davvero evitarlo.

    Disse riferendosi al discorso appena sciorinato per poi compiere cinque sigilli e far comparire Kubomi, portava con se un rotolo.

    Grazie, puoi andare adesso.

    Difficile descrivere l’espressione e l’emozione del drago nel ritrovarsi davanti a tutte quelle personalità, ma fino a quando non avesse rilasciato il richiamo l’avrebbe mantenuta, come se pietrificato.

    Iniziamo da queste.

    Disse indicando l’innocuo rotolino di carta.

    Al suo interno sono contenuti due oggetti, il primo ha mostrato di essere in grado di trasmettere la propria posizione, mentre il secondo potrebbe farlo, quindi vorrei estrarli solo se estremamente necessario.
    La prima è una grande tentazione che ancora oggi guardo con sfiducia.
    Un mio shinobi l’ha portata da cantha, e ad essa è in grado di riportarci, ma non ho mai smesso di pensare che il suo ago non punti che la morte.
    La seconda… forse Febh può riconoscerla.
    Qualche tempo fa ci fu un emergenza a Kawakin, e tra un indagine e l’altra trovammo un guanto particolare, per i cremisi pareva essere importante, ma ne scoprii il reale potenziale solo successivamente.
    Il guanto in cui era incastonato come le altre pietre non erano che uno specchietto per le allodole, quest’unica pietra è infatti un… cristallo di chakra?
    Non saprei come definirlo al meglio, ma in esso è sigillato un mondo interiore simile a quello dei jinchuriki in cui si trova il chakra del Veterano.
    Dai recenti rapporti pare che la sua mancanza non sia stato in grado di fermarlo, ma al suo interno è costituito comunque un grande potere e se è vero che fuoco mangia fuoco un arma utile contro un nemico che si prospetta ben più ostico di quanto mostrato.


    Spiegato dei due artefatti sarebbe passato alle altre informazioni in suo possesso.

    Riguardo Iwa e delle armi che vi furono create, Kumo e Cantha mi sembra di non aver omesso nulla dei rapporti che mi sono giunti dai miei ninja, ma se necessario mi occuperò di far fare un lavoro similare ai fascicoli di Diogene.
    Ci sono però importanti novità riguardo alle armi, una di loro pare sia nascosta nei dintorni del paese della Zanna, nelle porzioni più orientali, e sembra si stia attivando.
    L’arma in se è una donna immortale che potrebbe aver dato alla luce una figlia a cui ha passato sia i suoi poteri che la natura di arma.
    Non chiedetemi come, sono tecniche vecchie di millenni.
    Tecniche scritte nelle pergamene di Indra.
    C’è più di un filo che connette più di un evento alle stesse e pare che di persè non siano gran cosa, ma gli appunti riportati sono importanti indizi per la creazione di nuove arti ninja.
    Grazie ad una è stata creata un arma in grado di disperdere le anime delle persone, un altra poteva dare vita a cose inanimate, è stata applicata all’arma ad esempio… penso ce ne siano di tutti i tipi, non mi stupirebbe scoprire che le hijutsu dei villaggi derivino da esse.


    Ripensò poi alle parole di Diogene con un mezzo sorriso.

    Per quanto ho capito dei cremisi, sperare che le armi convenzionali siano in qualche modo utili è mera fantasia, noi siamo ninja, abbiamo armi ben più efficaci di archi e frecce leggermente evoluti.
    La guerra in campo aperto non ci appartiene, e per lo stile che abbiamo probabilmente non ci apparterrà mai.
    La nostra vittoria sta nel lavoro di squadra che i nostri shinobi possono fare tra di loro.
    Dal mio punto di vista, quantomeno.


    A quel punto avrebbe passato la parola a chiunque volesse aggiungere qualcosa.

    Ah, e auguri Diogene.

    Un sorriso onesto, alleggerire la tensione era un obbligo a quel punto.
  9. .

    Destino Rosso


    - ??? -




    La creatura aveva già levato l’arto, pronta a colpire in una dimensione in cui era l’unica ed incontrastata padrona quando Oda parlò di vendetta.

    Tu…
    Tu farai cosa?


    Quella dell’uomo non era esitazione, era vero e proprio stupore, quell’anima così vendicativa non aveva pochi anni sulle spalle, alla montagna dei kage mancava addirittura qualcuno dei volti noti, segno che i suoi tentativi e i suoi ricordi lo torturavano da almeno vent’anni.
    Non poteva attaccare, non in quel momento, non ora che il ragazzo aveva dimostrato di sapere e comprendere ma soprattutto non ora che aveva una reale e concreta possibilità.

    L’hai promesso.
    ...L’hai... promesso…


    In quel momento nulla oppose più resistenza allo Yamanaka, lo spirito indietreggiò, tornando alla normalità, fino a riprendere una faccia umana e timorosamente felice.
    Tutto cambiò mentre, pur non voltandosi, si allontanava da Oda, i sentimenti che lo legavano così ardentemente a quel luogo andavano affievolendosi e tutto ciò che rimase fu un piccolo camino, nella penombra, in cui sua moglie e la sua bambina lo aspettavano, davanti ad uno scoppiettante fuoco che ardeva delle profumatissime castagne.
    Si sedette li, e le abbracciò, in silenzio.
    Attorno a quei pochi metri quadri il nulla.
    Solo la felicità di quell’unico momento.
    Si ritrovò fuori, con Youkai in lacrime ed impotente di fronte alla sete di vendetta che aveva assimilato quella piccola anima.
    Al ritorno di Oda ai due non sarebbe rimasto che dirigersi all’esterno e andare a fare rapporto, ma fu la porta ad aprirsi da sola quando questi stavano per toccarla, alle sue spalle Raizen Ikigami trafelato.

    STATE BENE?!?

    Un tono di voce alterato, dovuto in parte ad una corsa a perdifiato probabilmente, sentite le ovvie risposte però si sarebbe accigliato.

    Mh.
    Ma ne siete sicuri?


    Chiese ad entrambi, evidentemente dubbioso delle risposte ricevute.

    Stringi i denti Oda, ci vuole qualcosa di potente.
    Ah, io ti do la spinta iniziale, ma probabilmente devi fare la tua parte, sembra roba tosta.


    Non sarebbe stato facile che per potente Raizen intendesse un montante poco sotto al diaframma, carico di chakra atto a ripristinare il flusso di chakra.
    Le ferite scomparirono, quantomeno quelle causate fino a quel momento dallo spirito, ma la stanchezza no, e tantomeno quelle ferite non causate dall’interazione col fantasma.
    A quel punto lo Yamanaka, probabilmente barcollante, dopo essere stato sostenuto se ne avesse avuto bisogno, avrebbe notato che i ricercatori non avevano il petto sfondato, ne la stanza era piena di sangue, ma forse avrebbe potuto notare che era sufficientemente piccola da poter essere dominata da un esperto di genjutsu.

    Qualsiasi cosa fosse non era facile da gestire.
    Ditemi cosa è successo.
    Poco dopo essermi allontanato sono scattati una miriade di allarmi che facevano sembrare le luminarie della via centrale un triste lampione kiriano.


    Annuì mentre gli veniva fatto rapporto.

    Tutto abbastanza veloce per pensare ad un illusione, non ci sono arrivati nemmeno loro.

    Il trattamento di Raizen venne riservato anche ai ricercatori che si risvegliarono con un urlo straziante ma assai singolare, sembrava infassi che venisse fatto al contrario, in tutti la reazione fu la stessa: palparsi freneticamente lo sterno alla ricerca di un foro che non c’era. L’ operazione gli era però costata un po' di energie, considerando che pure Youkai ne avrebbe avuto bisogno si sarebbe seduto dopo aver ultimato il giro.

    Accidenti, ci si era messo d’impegno!
    Chiunque cercasse doveva averlo deluso poco.
    Dopo aver attivato le illusioni sui ricercatori ha trasformato sia loro che la stanza in un medium, modificandone le apparenze.
    Buona trappola.
    È anche chiaro perché dovesse continuare a modificare i sigilli, di fatto nessuno era uscito dalla stanza e nemmeno lui poteva.


    Annuì, come se si complimentasse per l’inventiva.

    Prova a cercarlo tra gli archivi del villaggio o del tuo clan, potresti trovare qualcosa di interessante, pare ti abbia lasciato con diversi dubbi.
    Eventualmente aggiornami.
    Andiamo Youkai.


    Gli toccò la spalla con una mano, scuotendolo leggermente, lo spirito del bambino era l’unico a non essere tornato, per lui fu realmente la fine, ma non era facile sapere cosa questo comportasse.
    Ciò che era più importante al momento erano le lacrime del ragazzo, si sarebbe potuto dire tutto di Raizen, ma non che potesse rimanere impassibile davanti ad una scena così patetica, o almeno così amava definirla tra se e se.

    Non hai una manciata d’anni, ma è anche vero che per strada te ne sei perso parecchi.
    Li in mezzo ci stava sicuramente un concetto abbastanza importante.
    A volte alcune cose devono semplicemente accadere, non importa quanto si può essere forti o quanto di dovrebbe esserlo, non si può prevedere il futuro ne le sfide che questo ci metterà davanti, addossarsi le colpe non serve.
    Quantomeno, non in questo modo.
    Puoi però stringere i pugni e guardare avanti, acqua passata non tira mulino, dicono.
    Ma è anche vero che ci hai macinato del grano che ti terrà la pancia piena.
    Mangia quindi, e cresci, in nessun caso oggi avresti potuto salvare quello spirito, ma domani forse si.


    Pensò tra se e se che, vista l’assenza di dati certi avrebbe fatto un piacere a tutti se gli avesse scontato qualche anno dalla carta di identità.

    Quando un genjutsu è fatto bene potresti non distinguerlo mai.
    I genjutsu sono un arte finissima, non roba da ignoranti come i taijutsu e i ninjutsu.
    Però questo non esclude la presenza di errori, in quanto prodotto della mente altrui possono presentare carenze dovute ad elementi che il tuo avversario non ha tenuto in conto o che magari alterano la realtà in maniera troppo particolare.
    Ma ce ne sono di più stronzi, si ancorano ai tuoi ricordi, pescandoli da parti di cervello che nemmeno pensavi di avere e li modificano.
    Se erano traumatici è probabile che il tuo cervello già abbia messo delle toppe, un genjutsu a quel punto sarebbe indistinguibile perché non si sa dove inizia il trauma tuo e dove inizia quello dell’avversario!
    O se semplicemente questo ha risvegliato solo il trauma.


    Eppure mentre Raizen parlava, per quanto tentasse di analizzare i dettagli di quell’orrido ricordo si ricordava che diventavano sempre più sfumati, come un brutto sogno che perdeva i dettagli mano a mano che il cervello si svegliava, ne rimase solo il concetto: sua madre che veniva rapita e lui abbandonato chissà dove.

    Penso tu non debba dargli troppo peso però.
    Potrebbe essere di tutto, da un tuo trauma a qualcosa creata dal tuo avversario, all’unione di più ricordi che ti appartenevano.
    Potrebbero portarti fuori strada diciamo, a volte è comodo non essere nessuno.


    L’ultima frase gli venne fin troppo malinconica.
    Ma erano arrivati agli uffici e il baccano poteva coprire qualche sentimento di troppo.
    Aprì la porta del suo e fece entrare il piccolo shinobi.

    Per il resto mi serve qualche descrizione più dettagliata, e preferisco prendertela dalla testa.

    Gli fece cenno con un indice di avvicinarsi mettendogli una mano sulla testa con la semplicità con cui un uomo normale afferrava una noce di cocco.
    Appena porse la domanda sullo spirito che l’aveva alleggerito del peso necessario a farlo uscire dal regno dei morti le immagini si fecero chiare come sempre, senza filtri dovuti a descrizioni fallaci: poteva vedere e sentire ciò che Youkai stesso aveva sentito.
    Fece qualche passo indietro intanto che tutti i tratti del suo volto si allontanavano dalla bocca in un esplosione di stupore.
    Solo in quel momento realizzò il cambio di colore dei capelli.


    cazzo.


    Si abbandono ad una sedia, quasi crollandoci sopra, mantenendo la stessa espressione.

    Io… io non...

    Si stava evidentemente sforzando di mettere insieme più di un informazione ed al contempo rimettere al suo posto il senso di stupore.

    Incredibile.
    Temo… temo che tu possa essere un Uzumaki.
    Quello che ti ha liberato corrisponde alla descrizione di... oddio, sarebbe riduttivo definirla creatura o troppo definirla un dio.
    Diciamo l'amministratore dell'altro mondo, quello che si occupa delle cose realmente importanti.
    Gli Uzumaki sapevano come metterlo dalla loro parte in qualche modo.


    Tamburellava sul tavolo mentre continuava a riflettere.

    Ci credo che fosse difficile trovarti, evidentemente volevano nasconderti bene.
    Per dirla in modo schietto sei un potenziale che era meglio tenere segreto.
    Quando sei un pezzo unico una volta rotto sostituirti è impossibile.


    Stava ancora riflettendo su come fosse possibile che una simile informazione fosse stata nascosta, l’unica ragione è che non fosse mai nemmeno passata per gli archivi.

    Questo tuo lato probabilmente è stato celato da sempre.
    Non sei originario del villaggio.
    Qualcuno ti ha portato dall’esterno e ti ha protetto, successivamente addestrato.


    La sua espressione non prometteva nulla di buono.

    Abbiamo nuove informazioni, un inizio e una fine, riusciremmo a collegarle in qualche modo.

    Ciò di cui non parlò era tutta la parte riguardante il mondo degli spiriti, ma dopotutto al piccolo genin non importava, la possibilità che quello fosse l’ingresso alla dimora di Amesoko era affare unicamente suo.



    CITAZIONE
    Giocata conclusa!
    Buona per entrambi!
    Post conclusivo e poi dritta in timeline per gli stemmi!
  10. .

    L'ombra del Bosco




    Conoscere parti di se a volte poteva dare accesso a catene di collegamenti che riportavano alla mente cose ormai dimenticate, il cervello aveva la fama di essere un organo incomprensibile e misterioso a buona ragione.
    Quando Alinamaru concretizzò il suo desiderio in qualcosa con cui poter interagire accadde proprio quello, gli tornò alla mente un ricordo.
    Se stesso bambino, e come tutti gli altri bambini era affascinato dalla propria ombra, quella strana sagoma piatta così simile ad un essere umano che non si staccava mai da terra, bastava veramente poco per immaginare su di lei occhi e bocca. E in quel pomeriggio assolato la sua ombra era così netta nel patio di casa, era primavera e a quell’ora già si poteva sentire il legno intiepidito dal sole sotto i piedi nudi.
    Fu quello il primo giorno in cui notò che quella sagoma proprio non ne voleva sapere di allontanarsi da lui per così tanto tempo, per quanto corresse, per quanto in alto saltasse prima o poi l’ombra tornava da lui.
    I giorni potevano scorrergli davanti, ma tutti i giorni quando usciva a godersi l’ultimo sole pomeridiano la sua ombra era li, nella stessa posizione, fedele.
    Sarebbe stato un Nara come tutti gli altri se dopo aver capito che quel fenomeno era legato al sole e non alla volontà di quella sagoma, non se ne fosse totalmente disinteressato, lasciandosi vincere dalla pigrizia e dalla scarsa voglia di essere come suo padre o i suoi fratelli.
    Eppure era incredibile come i suoi fratelli e suo padre riuscissero a fare praticamente di tutto con essa, ma a lui importava poco, per quanto ci riflettesse riusciva a trovare ben poco senso nella vita ninja come nell’utilizzo dell’ombra ai fini della stessa.
    Forse ora poteva capire?
    Il grande palco di corna dell’animale fece un piccolo cenno d’assenso.

    Ora sai cosa sono i Nara.

    Un affermazione ben diversa dall’essere un Nara.
    Riflettere sul significato forse avrebbe aiutato Alinamaru, ma intanto il cervo aveva abbassato il muro di spine d’osso che si frapponeva tra di loro.

    State con me.

    Il grosso erbivoro si sarebbe dunque voltato e con due rapidi balzi si sarebbe portato all’entrata del bosco.

    Vieni qui a guardare, Alinamaru.

    Che i due si fossero avvicinati frettolosamente o meno, appena i piedi del Nara avessero pestato le ombre del bosco questo si sarebbe immobilizzato, pietrificato per la precisione, la sola facoltà rimastagli era quella di muovere gli occhi e parlare.

    Diventerai un Nara in grado di controllare le ombre.
    O diventerai un ombra tu stesso.


    Mai parole furono più vere, per qualche ragione infatti le ombre del bosco si stavano muovendo sul corpo si alinamaru sovrapponendosi ad esso, ed ogni ombra che riusciva a vincerlo faceva sparire una parte del suo corpo, come se la integrasse, forzandola a terra, quello che rimaneva erano grossi poligoni che ricordavano gli spicchi di cielo che era possibile vedere tra gli alberi, era però strano da vedere, perché il ninja manteneva la sua corporatura seppur fosse “interrotto”.

    Sono ombre Alinamaru, ma non appartengono a nessuno se non ai Nara.
    È il modo più brutto per conoscere il bosco della tua famiglia, ma anche il più veloce per entrare a far parte di essa.


    Il cervo si voltò poi dalla Hyuuga.

    Le ombre sono nere e pesanti.
    E Alinamaru inesperto.
    Il tuo colore può respingere le ombre?


    In effetti il cervo aveva dato ai suoi occhi un colore poco prima, che si riferisse al profondo contrasto che ci fosse tra loro e le ombre?
    Non voleva dire troppo alla Hyuuga, era più esperta del suo compagno di disavventure, e arrivare ad una soluzione le avrebbe fatto comprendere meglio cosa i suoi occhi erano in grado di fare, i binari permettono di viaggiare tra due punti, ma una strada sterrata in un deserto non è che una traccia in cui si può vagare a piacere.


    CITAZIONE
    Pinello: ascolta la tua ombra credi in lei narutoooooooo... no. non naruto :look:
    ma in soldoni devi imparare la parte di manipolazione, spiegaci come ci arrivi i tuoi tentativi i tuoi fallimenti.
    Fillarmonica: aiutalo. a te sta usare tutte le conoscenze del byakugan per tenere lontane le ombre e dare il tempo ad alinamaru di sbagliare
  11. .

    Fuori da Pachaland


    - XII -




    Niente poteva resistere alla potenza del demone, neanche un tempio capace di rigenerarsi a quella velocità, e nel tempo di una poderosa carica i due poterono stringere tra le mani la loro preziosa reliquia senza rinunciare alla sua preziosa protezione.

    Bene!
    Rapidi all’uscita ora!


    Ma il tempo che riuscirono a guadagnare con quell’azione così rapida servì a poco, le iscrizioni non si rivelarono facili da tradurre, ma in realtà fu la traduzione a creare problemi ai due.

    Bisogna essere… cosa?

    Un sorriso impaurito solcò il viso di Raizen, venendo poco dopo schiacciato dalla furia che si faceva strada dalle sopracciglia.

    BISOGNA CHE COSA?

    I capelli presero ad alzarsi mentre si dividevano in nove ciocche ben precise, era una trasformazione differente da quella in demone che aveva mostrato prima, ma nessuno sarebbe stato in grado di capire cosa fosse realmente, un jinchurichi perfetto poteva accedere a capacità che esulavano da quelle di un ninja la cui forza derivava unicamente da se stesso e non da una creatura millenaria.
    Inaspettatamente i due si risvegliarono all’esterno della piramide, ma la Montagna non disse nulla, per gran parte di quello scambio di battute venne totalmente ignorato da lui che si limitò ad aspettare il suo turno in silenzio, con un sorriso serafico sulle labbra, quasi scolpito nella sua immutabilità.
    Quando il rosso tuttavia gli strinse la mano trovò nella risposta dell’Hokage una forza leggermente sproporzionata: lo stava cercando di intrappolare, ma non era certo in quella calorosa cortesia il problema di Hoshi: il piede destro era infatti già partito verso l’orgoglio di Suna.
    Se la società definiva una donna pericolosa per i suoi attacchi alle parti basse maschili del tutto inaspettate era anche vero che non sapeva quanto un uomo, bastardo a sufficienza da dimenticare la sofferenza che era in grado di causare, poteva essere meticoloso e letale nel medesimo campo: l’uomo sapeva dove colpire e come.
    Raizen lo sapeva.
    Il collo del piede si sarebbe infatti infilato tra le gambe nel tentativo di fare da divisorio tra una noce e l’altra, strizzando i sensibili frutti oltre che sul piede di Raizen, tra questo e il corpo stesso di Hoshi, ma la tecnica raffinata in anni di pianificazione aveva, oltre a quella particolare posizione un secondo segreto: la punta del piede.
    Colpire la viriltà non era infatti sufficiente, era necessario colpire l’orgoglio, e solamente il Dolore Millenario Inferiore poteva farlo: la micidiale tecnica consisteva infatti nel contrarre le dita in modo di farle impattare con l’entrata posteriore.

    Dolore millenario: salto della sponda.

    Quella micidiale tecnica aveva un nome così singolare perché generalmente la potenza generata sollevava l’avversario da terra, costringendolo a rinunciare alla sua eteresessualità ormai del tutto impossibile da godere in mancanza degli organi addetti al mantenimento dei caratteri distintivi, ma Hoshi era un amico, e Raizen fu clemente, sarebbe solo dovuto tornare a Suna a gambe larghe.

    STAI ATTENTO!
    QUI CI FOTTONO!
    ATTENZIONE!
    NON TI DENUDARE!
    MA NO!
    NOOOO!
    Pachaland qui, pachaland la!
    E per poco non ci toccava cambiare residenza e campare per l'eternità con capre cieche e pelati di merda!
    Un maledetto esperto di fuuinjutsu incastrato da un Fuuinjutsu!
    Ma ti pare!
    E non bastasse manco ha fatto una trasformazione per nascondere sto ingravida straccione!


    Dopo quello sfogo esplosivo Raizen sorrise, infliggere quel dolore, o tentare di farlo sarebbe stato sufficiente a calmarlo, facendolo addirittura sorridere, ma prima di riprendere a parlare avrebbe atteso che il dolore scolorisse leggermente permettendo ad Hoshi di riacquistare coscienza di se e riprendere a percepire con tutti i sensi.

    Ma siamo vivi.
    E abbiamo recuperato qualcosa di importante.
    Mi raccomando, attento a come la sfrutti, è una buona occasione, il rischio di perderla è parecchio alto.
    Devi però sapere una cosa.


    Raizen.
    No.
    È ben oltre l’essere contro natura.


    Lo so, ma penso sia realmente l’unico modo, inoltre c’è la possibilità di riunirli successivamente, no?

    C’è, ma è doloroso per entrambi.
    E non so quando possa essere stabile Una parte di lui, è già di suo tra i più irrequieti tra di noi.
    È famoso per non dare il minimo riposo ai suoi contenitori dopotutto.
    Non è mai stato un tozzo di pane, ma non è colpa sua.


    Penso che sia l’unica soluzione.

    Uscito dal suo mondo interiore il jinchuriki avrebbe proseguito il discorso.

    Ma ti prego di non essere irresponsabile, per il bene di chi dovrà subirlo.
    Questa è una parte del potere di Shukkaku, e non sappiamo quanto sia grande, in base alla sua grandezza, creare un jinchuriki, può portare a due risultati.
    Un successo, che consenta a questa parte di ricostituirsi in qualcosa di simile ad un clone, oppure un successo parziale e temporaneo, in cui il jinchuriki avrà momentaneamente poteri simili ai miei, ma del tutto incapace di ricaricarli morirà quando questi si esauriranno, similarmente a quando viene estratto il demone.
    Ma anche il primo caso non è totalmente sicuro, non sappiamo di QUALE parte stiamo parlando, potrebbe essere la migliore, o la peggiore, potrebbe essere benissimo anche un qualcosa creato con un unico scopo e che quindi non possiede i requisiti per essere sfruttato similarmente ad un demone.
    Ci sono parecchi “forse” probabilmente troppi considerando cosa hai per le mani.
    Senza contare che, se il demone ha deciso di lasciarlo indietro può esserci più di un motivo, ricorda che parliamo di creature di chakra e desiderio.
    Desiderio di vita e indipendenza.
    Questo vuol dire tutto e niente.
    Ma tra tutte una cosa è certa: vita e indipendenza su una creatura sfruttata come una batteria assumono significati differenti e spesso contaminati.


    Certo, non sapeva che di li a qualche mese avrebbe creato una macchina potenzialmente in grado di aiutare Hoshi, ma anche qualche mese dopo non avrebbe avuto la certezza del funzionamento di quella tecnologia.

    Inoltre.
    Per quanto il nostro rapporto vada oltre i nostri villaggi di appartenenza, Hoshi.


    Si calò su di lui se fosse ancora per terra piegato dal dolore, con un tono al contempo preoccupato e amichevole.

    Ma io sono comunque il leader politico del mio, e non posso evitare di pensare come tale.
    Suna in possesso di un terzo demone è una fonte di squilibrio.
    Sappiamo che originariamente il demone in suo possesso era addirittura in mano a Kiri.
    Non stiamo parlando di quei ridicoli sassi che avete, o degli scarabocchi otesi.
    È un demone.
    E fate parte dell’accademia.
    Più di una volta ti ho sentito parlare di amicizie e alleanze, se manterrai fede alle tue parole e ai pensieri che mi hai esternato non ci saranno problemi.
    Sono l’Hokage, Hoshi, aiutarti a recuperare un terzo demone potrebbe portarmi il rispetto del tuo villaggio, ma agli occhi del mio, a meno di un inaspettato ritorno che onestamente non immagino nemmeno, no.
    Tantomeno rafforzerebbe la mia posizione verso Kiri e Oto.
    Sarà destino trovandomi come un cuscino a separare tutti gli stati dell’accademia, ma attualmente è ciò che sono, e non posso, ne voglio perdere questo vantaggio, devo restare il più possibile neutrale.


    Gli offrì la mano per rialzarsi se ce ne fosse stato bisogno.

    Basta lagnarsi via!

    Avrebbe minimizzato.

    Se vuoi proseguire per questa strada coinvolgi l’accademia, sarà la cosa migliore.
    E forse riusciremo a trasformarla in qualcosa di utile anziché un cumulo di mattoni e qualche foglio di cartastraccia firmato con un paio di strisciate di merda.


    Gli strinse la mano, questa volta sinceramente.

    Sei una delle poche persone che può farlo, metterei sicuramente il piede in fallo nonostante questo sia guidato dal dio della giustizia in persona... io sono una presenza da temere, le mie azioni sono temibili e a prescindere da quali esse siano sono esclusivamente a mio vantaggio.
    Tu no.
    Non sfruttare il modo in cui il mondo ti vede potrebbe essere un errore veramente madornale.


    Accennò ad un sorriso.


    Edited by F e n i x - 3/12/2018, 23:36
  12. .

    Il Tocco dell'Hokage


    - XI -




    La distruzione portata da Hoshi risuonò in maniera particolare nel mondo in miniatura che era la piramide, più che il colossale botto infatti furono i suoi effetti ad essere ben percepibili: l’equilibrio di tutto quel mondo era stato infranto ed ora il sunese stava volando giù dal palazzo reale come una cometa.
    Raizen guardò verso il missile umano, speranzoso che non fosse proprio il suo Hoshi, nudo come un verme, a precipitare… e invece era lui.

    Ma che cazzo...

    Iniziò a fare qualche passo a destra e qualcuno a manca per calibrare al meglio il punto in cui avrebbe dovuto afferrare il sunese.

    Voleva essere kage, KAGE!
    Ma chi lo fa Kage un tizio nudo che precipita DA UN CAZZO DI PALAZZO!


    Riuscì a posizionarsi e si stava preparando a raccogliere le forze per afferrare l’hoshicadente quando questo decise di fare per conto suo evocando una sfera di vento che ne avrebbe attutito la caduta evitandogli di trasformarsi in una macchia grumosa di marmellata al suolo.

    Non avrei saputo fare di meglio, davvero.
    Complimenti.


    Ma Hoshi era giunto con una marea di informazioni e Raizen non riuscì a spendersi in ulteriori commenti, venendo travolto dal resoconto del Rosso.

    Oh, non mi dire, credevo che fare amicizia con dei tipi che abitano in una piramide gigante che ti attraversa il deserto con poteri mistici non potesse mai portarti a creare casini.

    L’ironia era così pesante che il tempio dei pacha si era incrinato, ma i suoi poteri rigeneranti erano comunque strabilianti e riuscirono a mettere una pezza a quell’impatto altrimenti debilitante.
    Hoshi intanto continuava a raccontare fino al punto in cui sbarellò totalmente e il colosso fu costretto ad afferrarlo per le spalle e scuoterlo con forza.

    Si ma calmo!
    Calmo!
    CALMOOOOOOO!
    AHHHHHH SONO CALVIIIIIIIII!


    Per un momento si era fatto coinvolgere, ma una schicchera interiore da parte del demone lo riportò in sé.

    No, basta.
    Ho notizie pure io.
    Il tempio.
    La reliquia presente al suo interno è il chakra dello Shukkaku, al dire dei pacha è quello che tiene attiva la trappola, ma la barriera che lo protegge è roba tosta, e la volpe dice che potrebbe darci rogne.
    Non vorrei che fosse in grado di creare dei contraccolpi.
    Inoltre pur lasciandolo intatto non sappiamo se sia nella natura della reliquia restare nella sua forma o disperdersi al disperdersi della barriera, vorrei fossimo pronti a contenerla, potremmo dover fare un tiro alla fune per tenerci il suo chakra, dovrei poterlo fare, ma vorrei che fosse l’ultima possibilità, non è qualcosa di certo.
    Anche se forse liberarci del suo potere potrebbe rilasciare il sigillo che ci tiene qui, quindi è probabile che dovremmo comunque intraprendere questa strada, ma intanto, proviamo con le altre.


    Avrebbe quindi osservato il tempio, non era troppo grande, e se la barriera era solo dura, e quindi piccola, potevano provare ad aggirare il problema.

    Non so di preciso cosa la barriera protegga, è questo il problema.
    Ma proviamo ad aggirarlo totalmente, stare qui a pensare come distruggere la barriera ci farà solo perdere tempo, e ne abbiamo poco, per cui...
    Proviamo a portarci tutto appresso!
    Reliquia, piedistallo ed eventuale barriera!
    Te occupati del terreno, a Suna mi sembra abbiate qualche tecnica apposita.


    Quando sentì Hoshi parlare di tirare si stava già allontanando per prendere la rincorsa, forse il rosso non aveva ben inquadrato Raizen che poteva essere si ragionevole, ma aveva comunque dei metodi che si confacevano alla sua imponente figura, qualcuno li avrebbe definiti “drastici”, altri “indelicati” lui amava definirsi pratico.

    Tirare?
    Pfth… te pensa al terreno, del resto mi occupo io.
    Se rompo qualcosa stai pronto a sigillarla.


    Il chakra del demone aumentò rapidamente le sue dimensioni mentre Hoshi iniziava il conto alla rovescia, dotando l’Hokage di artigli, pelliccia e una massa svariate volte più grande di quella originale, che tuttavia questa volta non avrebbe giocato a suo favore, rischiava infatti di distruggere anche la reliquia e non era una buona idea, ragione per la quale si rimpicciolìPadronanza Dimensionale
    Arte: L’utilizzatore se attiva la "Trasformazione in Demone" sarà in grado di rimpicciolire le proprie dimensioni a quelle originali senza disattivare la tecnica e acquisendo forma umana se desiderato. Può tornare alle dimensioni Demoniache mediante Slot Azione.
    (Consumo: Basso per turno)
    [Da genin in su]
    poco prima dell'impatto, in modo da riuscire a concentrarsi esclusivamente sull'altare. Quel tempio difficilmente avrebbe assaggiato qualcosa di più devastante della carica del nove code. [Slot Tecnica 1, 2, 3]Demone
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può ricoprirsi con la struttura del demone, incrementando le proprie dimensioni a 40 Unità. L'utilizzatore ha un miglioramento del colpo senz'armi e della difesa naturale pari a 10 per livello di Tecnica Speciale. Può utilizzare le code come arti aggiuntivi per attaccare o difendersi, ogni coda è lunga 15 Unità. La potenza massima del colpo senz'armi è pari a 20 per livello della tecnica speciale. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica avanzato. Se attivato al IV livello, si attiva automaticamente la Furia del Demone.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso ogni 5 di potenza / Mantenimento: Metà dell'attivazione)
    [Richiede Chakra del Demone IV]
    [Da jonin in su]

    +
    Potenza Disumana
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare notevolmente la propria forza, fino a tre volte tanto, per effettuare una singola azione. Tale azione non può avere finalità direttamente offensive nei confronti di avversari o nemici, ma può vantare di una potenza unica: sarà possibile - ad esempio - estrarre le radici degli alberi, abbattere muri o vegetali, spostare un grosso masso.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Medioalto)
    [Da chunin in su]

    +
    Manipolazione della Natura
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare l'efficacia delle proprie armi, protezioni o colpi senz'arma. Può scegliere 1 potenziamento tra i seguenti.
    Potenza contro armi e oggetti x3
    Non cambia la potenza delle armi per il calcolo dei danni alle persone.
    Tipo: Ninjutsu - Katon/Raiton/Suiton/Fuuton/Doton
    (Consumo: Basso ogni colpo )
    [Richiede Impronta di Chakra]
    [Da chunin in su]

    +
    Movenze del Demone
    Speciale: L’utilizzatore se trasformato in demone avrà contro gli oggetti e le strutture danni raddoppiati. Il moltiplicatore massimo considerando altre abilità è pari a 5, superato tale valore altre conoscenze non daranno bonus. Non aumenta in nessun caso i danni contro le persone.
    (Consumo: Basso a Colpo)
    [Da genin in su]

    +
    Ninjutsu Inarrestabile
    Tecnica focalizzata concentrazione
    Forza nera +6 x3
    Potenza Tecnica 70 x2 (contro strutture)
    il risultato va moltiplicato x3

    Se la reliquia avesse resistito a quel misto di ingegno e potenza Raizen non si sarebbe arrabbiato come Hoshi, anzi, si sarebbe meravigliato.

    Beh, devo ammettere che non me lo aspettavo, quella carica sarebbe stata in grado di radere al suolo le mura di tutti i villaggi una dietro l’altra.

    Si sarebbe voltato verso di lui per riorganizzare l’attacco, vedendo che preparava la protesi.

    No no, lascia stare, non è pane per quell’eccellente pezzo di tecnologia.
    Qui ci vuole chakra, a tonnellate.
    Se fosse simile ad un oggetto sarebbe già stato sbriciolato dalla mia carica.
    A te piacciono i disegnetti no?
    Si dai, quelle robe da prede, i Fuuinjutsu, ce ne sta uno che ho visto spesso, da una bordata discreta ai ninjutsu, prima o poi devo impararlo, ma un esperto come te di sicuro lo conosce già.
    Me ne servono due, li metterò sopra a due tecniche diverse, se la barriera non cede nemmeno ora non so cosa potrebbe farla cedere.


    Parlava intanto che con le mani teneva il sigillo per la creazione di due cloni.

    Mettili pure su di loro, alcune cose le faccio meglio con i cloni, se hai modo puoi anche scrivergli qualche tua tecnica, scegli un attivazione che la faccia attivare insieme agli altri sigilli.

    Una volta tracciati i due sigilli i cloni avrebbero iniziato a caricare le tecniche, ma una volta ultimato il processo solo nell’arto di uno dei due si sarebbe condensata una massiccia corrente d’aria percorsa da minacciosissime scariche elettriche, pareva che un clone avesse usato un qualche tipo di abilità per passare la propria tecnica all’altro.

    Caaaaazzo, era da un pezzo che non mettevo su una roba simile.
    Io un passo indietro lo faccio.


    Il clone si sarebbe quindi lanciato contro la reliquia, cercando di infrangerne la barriera con quel giavellotto di potere [Slot Tecnica 2 e 3]Hinto
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Bue, Coniglio, Tigre, Bue (4)
    L'utilizzatore può rivestire una mano o un'arma di chakra elettrico dalle alte capacità penetranti. Distrugge qualsiasi protezione con durezza pari o inferiore a 4. La potenza è pari a 90. Necessita di uno slot azione di caricamento in cui la mano o l’arma non può essere adoperata.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Consumo: Elevato)
    [Da jonin in su]

    + impronta elettricità
    + Nin inarrestabili

    Taglio Inverso
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Tigre, Serpente, Cane (3)
    L'utilizzatore è in grado di creare un vuoto attorno ad un arto o ad un'arma dal raggio di 50 cm. La zona ricoperta avrà potenza pari a 90 e attirerà a se oggetti di dimensioni massime pari a medie entro 1 metro, con forza pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Se l’oggetto eccede tali dimensioni sarà l’arto a venire attratto.
    Tipo: Ninjutsu - Fuuton
    (Consumo: Elevato)
    [Da jonin in su]

    + impronta vento
    + Nin inarrestabili

    Arte dei Cloni: Unichakra
    Abile: L'utilizzatore creerà cloni in grado di poter attaccare sfruttando tecniche caricate da altri cloni presenti entro 9 metri, sarà necessario per i cloni mantenere il contatto visivo. Eventuali AdO possono essere eseguite su uno o sull'altro clone indifferentemente. Il consumo verrà diviso tra i due cloni.
    [Da chunin in su]

    potenza 220 + sigilli ed eventuale tecnica di hoshi
    che era il suo braccio, nessuno sapeva quanto forte poteva essere quella barriera, ma ciò che Hoshi e Raizen furono in grado di scaricare addosso ad essa non erano di certo briciole.

    Eh, menomale direi.

    Avrebbe annuito il colosso se la reliquia fosse finalmente stata liberata, per poi seguire Hoshi verso il punto corrispondente all’uscita secondo lui.
    In caso contrario, aveva un ultima teoria da applicare.

    Un ultima idea la ho, ma è poco più di un pensiero e non so quanto regge.
    Qui dentro c’è il chakra di Shukkaku no?
    E a quanto pare è stato il demone a sigillarli qui dentro di sua spontanea volontà, impegnando addirittura una parte di se, ciò significa che le sue intenzioni potevano essere anche quelle di lasciare un monito ad eventuali visitatori esterni, per la precisione portatori di biju come lo sono io, gli unici in grado di comprendere cosa realmente voglia dire un simile ammontare di potere.
    Quindi, se questo sigillo regge è perché a farlo reggere ci sta il chakra di un demone, e se il chakra di un demone fosse la chiave?
    Nel senso, i suoi simili possono percepirne le intenzioni, quindi sapere che ciò che ha sigillato è bene che resti tale, ma fare una cosa del tutto a senso unico sarebbe da sprovveduti, no?
    Magari proprio ai suoi simili, ed a chi è in grado di controllarlo, ha lasciato la possibilità di agire ed effettuare un eventuale rilascio.
    Potrebbe essere questo il momento del tiro alla fune, se così fosse tieniti pronto a seguire le mie indicazioni.


    A quel punto avrebbe creato una coda di chakra per poi tentare di poggiarla alla reliquia, se non fosse accaduto nulla con qualche dubbio si sarebbero diretti all’uscita.

    Avessi avuto dei problemi col tuo pistolotto a quest’ora staresti ancora cercando di convincere quei pelati a fare amicizia.
    Diamoci una mossa, non voglio restare qui dentro un secondo di più.


    L’unica strada da provare restava quella di Hoshi a quel punto.
  13. .

    La Fragile Alleanza


    - I -




    Solo, in tenebre così dense da essere inespugnabili, riusciva a vedere esclusivamente se stesso, chiaro e definito come se quell’oscurità non riuscisse a toccarlo, come se volesse lasciarlo lucido e cosciente della sua situazione.
    Non c’era altro li attorno se non quel continuo, fastidioso ed inquietante alito di vento che gli si insinuava nelle orecchie, intraducibile per lui, era come un mantice dalla pelle logora e scricchiolante ed andava avanti da che chiudeva gli occhi fino a quando qualcosa, forse un suono lo rilanciava nella realtà.
    Sogni sereni, qualcosa che il cervello di Raizen si premurava da parecchio tempo di evitargli, tanto che il suo corpo iniziava a risentirne, decorandogli il contorno occhi con occhiaie sempre più pesanti.
    Quando si tirò su dal letto la testa pesava come un macigno, e sfregare gli occhi non la rendeva affatto più leggera, ogni giorno passava qualche secondo in più, sul bordo del letto a riflettere, di fatto sul nulla, si appesantiva solamente il fardello che si portava appresso, probabilmente il suo era uno strano rituale che più che riflettere gli permetteva di mettersi ogni preoccupazione sulle spalle così da trasportarla facilmente durante la giornata.
    La casa dell’Hokage in quel periodo era diventata un tempio del silenzio, l’ordine era stranamente così preciso da far apparire la sua casa quasi disabitata, neppure a volersi concentrare si poteva udire uno scricchiolio da un mobile, o un vestito che si assestava cercando di recuperare una condizione di equilibrio, persino la luce, causa anche la stagione, entrava lieve, quasi chiedendo il permesso.
    Davanti allo specchio sempre una faccia diversa, qualche volta quella di Shiro, qualche volta quella della troia Uchiha, qualche volta del Daimyo, a volte quella di Sho.
    Ogni mattino si sbiancava le nocche a furia di stringerle sul lavello, ma il viso peggiore di tutti era proprio il suo.
    Il viso del Daimyo era la perdita dell’unica persona che sapeva aver realmente creduto in lui senza alcuna riserva, Shiro e l’Uchiha erano vendetta, Sho rimorso ma il suo volto… il suo era sconfitta, inadeguatezza, il suo era tutto meno che accettazione.
    Poi però faceva colazione, e qualche fantasma si faceva più leggero, mentre svuotava il piatto si accorgeva che per quanto si arrovellasse l’illuminazione non gli sarebbe giunta da dentro, o dal rielaborare qualche ricordo, tutto si alleggeriva, meno la consapevolezza di esser lui ad avere il dovere di trovare quella soluzione.

    O quantomeno di avere un minimo di talento nell’usare le mie mani per difendere il prossimo.

    Lasciò cadere la forchetta nella ciotola e si alzò.
    Niente avrebbe rilasciato quell’illusione, niente avrebbe mai potuto infrangere quel vetro anti-biju che Shiro aveva messo tra lui e il resto del mondo.
    Solo quel fastidioso respiro riusciva a passare qualsiasi barriera torturandolo la notte.
    Ed era un giorno libero.
    Si fermò sulla soglia della cucina a guardare l’appartamento vuoto, silenzioso.
    Di Hebiko gli restava solo la sensazione del suo viso tra le mani e niente più, forse qualche maglia in meno.
    Persino le modifiche strutturali di Febh erano state annullate, e questa volta le pagò persino di tasca, senza mandare la ricevuta a villa Yakushi, l’unica cosa che ne rimaneva era l’odore di tinta nuova.
    Aveva già indossato la tuta da allenamento quando la sua ombra si allungò innaturalmente fino a raggiungere il primo ripiano orizzontale, il basso tavolo posto tra i divani dell’appartamento, ma non ne venne sorpreso, c’era un unica persona che comunicava con lui a quel modo ed il fatto che dall’ombra si levò uno sbuffo di fumo che fece comparire una lettera non fece altro che confermargli che Jotaro aveva qualcosa da comunicargli.
    Non divorò la lettera, ma la lesse con attenzione.

    Ah.

    Leggere di una riunione dei kage sollevava più di un emozione in lui, era combattuto su quale far prevalere, ma di sicuro se Jotaro si era mosso era evidente che qualcuno avesse in qualche modo palesato il bisogno di quella riunione, gli sembrava strano che Itai non gli avesse minimamente paventato la possibilità, quindi lo escluse, restavano in ballo solamente Oto e Suna, ma per quanto ne sapeva il misterioso ninja aveva ben pochi contatti alla Sabbia.

    Fa il primo passo, interessante.

    Scelse di essere sorpreso, ma avrebbe deciso successivamente se essere orgoglioso di quell’evento, dopotutto non sapeva se quella richiesta arrivasse effettivamente dal neo Kokage Diogene Mikawa o se venisse da Suna, e se arrivasse da Diogene se fosse effettivamente stato spinto dagli avvisi di Raizen a mettere la testa sulle spalle e concentrare le sue energie al di fuori dell’accademia più che a far guerra ai suoi stessi alleati.
    Di contro a quella sorpresa però faceva sorridere la situazione nella quale quell’alleanza versava, Oto non era vista di buon occhio, ed il fatto che proprio Diogene ne fosse al comando affossava ulteriormente il parere che si poteva avere su di essa, per quanto ci si impegnasse infatti era complesso non vedere nella sua figura un eccesso di patriottismo che non faceva sicuramente bene a quell’alleanza.
    Ma se c’era un modo per tranquillizzare le acque e permettere all’alleanza di veder chiari i propri obbiettivi era proprio quella riunione.
    A quanto pareva quel giorno si sarebbe comunque dovuto recare a lavoro.

    Grazie Kami.

    Non sarebbe rimasto solo con i suoi pensieri.
    In ufficio avrebbe fatto contattare Oda Saitama, chiedendo con urgenza la sua presenza, sapeva che non era occupato in alcuna missione quindi non avrebbe dovuto avere troppi problemi.
    Era inizialmente indeciso, in realtà, chi tra lui e Kunihiro convocare, ma riflettendo i temi da trattare e le informazioni da condividere e soprattutto con chi dialogare, si disse che Oda era meglio, aveva mente più fredda e meno sibillina del neo anbu, e l’aver toccato con mano la potenza delle armi di Iwa, in caso fosse stato necessario, avrebbe permesso un resoconto più puntuale rispetto a quello di un rapporto.

    Ciao Oda, scusa la fretta.
    Siediti, o se ti serve da bere serviti.


    Indicò un piccolo mobile che pareva assolvere alla funzione di mini bar, una comodità a cui Raizen non riusciva a rinunciare durante il lavoro.

    È arrivata una missiva.

    Gli porse la lettera, dopo aver rilasciato il sigillo, di modo che anche il chunin potesse leggerla.

    Lascia perdere il fatto che Jotaro si perda in descrizioni assurde pur di non usare i giorni dell’anno come tutte le persone normodotate del mondo, ma insomma, capirai che l’evento è epocale.

    Lasciatogli il tempo di leggere le poche righe avrebbe continuato a parlare.

    Sei tu la mia persona fidata.

    Poche, inequivocabili parole.

    Partiremo tra tre giorni.
    Fatti trovare fuori dall’amministrazione, porta qualcosa di adeguato.


    Richiesta che fatta da Raizen includeva ben più che dei semplici vestiti da cerimonia.
    Lui dal suo canto avrebbe evocato Kubomi, consegnandogli un piccolo rotolo, dandogli istruzioni di mettere al suo interno due oggetti particolari.
    Il giorno precedente alla partenza l’avrebbe passato decidendo come voleva presentarsi a quell’incontro, e nessun kimono riusciva ad allinearsi con l’idea che pensava un Hokage dovesse dare e se stesso.

    Ma se ne andassero a fanculo, loro, la pomposità, la portanza e i loro modi da falsi nobili.
    Siamo tutti cani randagi, mettersi addosso della stoffa ben tagliata ci renderà solamente dei cani ben vestiti.


    Ragione per la quale si limito a scegliere esclusivamente in base alla comodità dell’abito. Qualche sarto legato alla tradizione avrebbe ringraziato quella decisione.
    La mattina successiva, con il necessario stipato in dei rotoli, avrebbe atteso Oda davanti all’amministrazione.
    Al suo arrivo l’avrebbe salutato con un cenno della testa.

    Oda, i tuoi sigilli di comunicazione.
    Ne vorrei uno su un mio anbu e uno che faccia comunicare noi due, ci servirà poter scambiare informazioni senza aprire bocca.
    Kunihiro, uno dei tuoi sigilli di dislocazione remota.


    Nessuno al villaggio sapeva della loro partenza, esclusivamente Kunihiro ne sarebbe stato informato l’unico a cui l’informazione sarebbe potuta servire e risultare effettivamente utile.
    Ultimati i sigilli sarebbe stato il suo momento, certo, ora qualcuno si sarebbe accorto che l’Hokage si sarebbe allontanato dal villaggio, ma sapere la ragione sarebbe risultato parecchio difficile, il Re dell’Ovest non passava inosservato dopotutto.

    Hibachi.

    Salutò il drago battendo con la mano sulle sue scaglie coriacee.

    Raizen.

    Neanche un battito di ciglia che sarebbe comparso in groppa al rettile seduto con le gambe in posa meditativa.

    Bene, facciamolo.
    Oda.


    Quando il chunin si fosse sistemato il drago avrebbe preso rapidamente quota alla volta del paese del ferro.

    Sono stato indeciso fino all’ultimo, Oda.

    Interloquì senza preavviso.

    Questa riunione è probabilmente una delle più grandi pagliacciate che l’accademia organizzi da quando è nata.
    Lo schema è sempre il solito, vengono tutti a scambiare le informazioni a stringere alleanze, patti ma fuori dall’edificio restano sempre quattro villaggi separati l’uno dall’altro, in grado di nascondere persino il metodo per la creazione di un artefatto o equipaggiamento.
    Pensa, non so nemmeno quanto sia preciso il circolo di informazioni tra di noi.
    Il nostro orgoglio ci fa sempre dire che i panni sporchi si lavano al villaggio, ma gli unici a trarre vantaggi da questo comportamento sono i nostri nemici.
    Credo che l’unica cosa che mi muova verso questa riunione sia la curiosità.


    Non del tutto in realtà, ma non era certo sua intenzione sposarsi il Saitama, per cui gli evitò le sfumature del suo animo, tralasciando che portava con se importanti notizie, ma quella era la sua parte ligia al dovere che imbattibile dava sempre il suo contributo alle azioni della Montagna.
    Giunti a destinazione si sorprese leggermente, non si aspettava certamente danze, fiori o chissà quali luculliani banchetti, ma il triste palazzo era forse leggermente eccessivamente freddo.
    Alzò gli occhi per guardare la struttura dal basso, pensando che rispecchiasse fedelmente lo spirito della nazione del ferro.

    Grazie Hibachi.
    Vi farò avere notizie di questo incontro a conclusione, se le premesse verranno rispettate sarà importante sapere anche per voi.


    Non indossava ancora la sua uniforme da Hokage, aveva preferito viaggiare con abiti civili, e se qualcuno avesse voluto verificarne l’identità già quello sarebbe stato sufficiente a mettere un timbro sull’identità di Raizen Ikigami.
    Fece un inchino di cortesia al messo che li avrebbe accompagnati alle loro stanze, entrare in quella struttura gli appesantì terribilmente le spalle, ed il simbolo del fuoco davanti alla sua stanza non fu da meno.

    Sono certo che è stato Jotaro a cucinare.

    Disse mentre osservava il misero pasto, del tutto incapace di alleggerirgli la testa dai mille pensieri che l’affollavano, ma il peggio non era ancora arrivato, ed Oda poteva ben percepire che più di una volta Raizen avrebbe guardato all’unico piccolo rotolo che aveva portato con se come bagaglio, qualcosa di piccolo che di certo non meritava tutte le attenzioni che gli sguardi saettanti dell’Hokage gli dedicavano.
    Fu solo dopo una delle docce più lunghe della sua vita che il chunin capì cosa conteneva il piccolo rotolo: il vestito da cerimonia di Raizen.
    Ma contrariamente a ciò che ci si poteva aspettare, ogni parte del kimono indossata dalla Montagna ne rendeva più salde le fondamenta, liberando il suo animo dalle incertezze, il rosso, dopotutto, era il suo colore.
    Allo scoccare della mezzanotte la Prima Fiamma del Paese del Fuoco era pronta ad unirsi agli altri Kage nella riunione più importante che l’accademia ricordasse.


    Non avrebbe proferito parola, chiudendosi in un austero silenzio sin dal momento in cui avesse varcato la porta della propria stanza fino alla stanza della riunione, difficile dire se assorto nei propri pensieri, o concentrato o semplicemente teso.
    La prima parola quella volta non spettava di sicuro alla Foglia, Kiri, Oto e Suna, tutti e tre i villaggi avevano intere montagne ad ostacolare un reale dialogo, Raizen avrebbe taciuto fino a quando quelle montagne non si fossero appianate o per appianarle egli stesso.
    Alla richiesta di mostrare il proprio cappello, lo strano copricapo da sempre ritenuto ridicolo, lo sollevò dalla testa, posandolo davanti a se quasi fosse un cimelio, col kanji rivolto verso il moderatore di quel difficile evento.
    La riunione delle Ombre poteva definirsi aperta.
  14. .

    L'animo della Vendetta







    Lo spettro si oppose senza problemi all’azione di sbilanciamento, dopotutto era ben saldo sulle sue gambe, ma non potè evitare altrettanto bene la proiezione astrale di Oda, facendosi derubare della sua coscienza, ironicamente.
    Nel mondo interiore dello spettro ci si poteva aspettare di tutto, non era il primo ad essere visitato da Oda e sapeva che non si potevano fare previsioni di ciò che avrebbe potuto trovare li dentro, se un tempo era un luogo, qualcosa costruito dai ricordi, ora era totalmente in rovina.
    Era possibile tra le macerie fluttuanti distinguere un quartiere, quello Yamanaka, e tra le varie case che andavano disgregandosi a causa degli eventi che agitavano quell’anima, una si manteneva intatta pur essendo sventrata.
    Al suo interno era presente un uomo, piangeva le lacrime di chi non ha mai conosciuto disperazione più grande, tenendo tra le mani quella che poteva essere la sua famiglia, urlava verso il nulla e come era ovvio che fosse nulla otteneva come risposta.

    Perché ho cercato così tanto?
    Perché!
    Perché!
    Perché!
    Perché Perché Perché Perché!!!


    Quell’unica parola rimbombava ovunque li dentro, e quando Oda avesse deciso di recarsi alla sua fonte avrebbe visto che l’uomo in lacrime aveva il suo stesso simbolo rovente nella fronte.
    Sembrava che fossero ricordi, quelli che alimentavano l’ira dello spettro, un senso di colpa insolvibile.

    Perchè sei un essere umano.
    Uno di quelli ostinati.



    Quella che si avvicinò all’uomo, senza alcun dubbio uno Yamanaka, era una presenza che Oda avrebbe avuto il presentimento esser molto simile a Karikitori, la cosa strana era che quel ricordo era così vivido, reale, nonostante si disgregasse che se il Chunin avesse provato a sondare le capacità di quell’ombra avrebbe potuto sapere.
    E non gli sarebbe piaciuto scoprirlo.
    Era simile a Karikitori, certo, ma a dividerli c’era un abisso così vasto che al suo interno qualsiasi punto di riferimento diventava inutile, almeno fino a quando l’abisso non si fosse accorto che Oda guardava dentro di lui.

    Maledetto Terzo Occhio.



    L’ira non riuscì a incrinare il tono di voce serafico di quella presenza ma qualcosa avrebbe cercato di spingere via il giovane Yamanaka, crescendo di intensità fino a quando non l’avesse sollevato di peso.

    Tu… tu sei il fastidioso ragazzo!
    SEI VENUTO FINO A QUI!
    ODAAAAAAAA!


    L’uomo, che fino ad un momento prima piangeva i suoi cari si sarebbe alzato, trasformandosi rapidamente nell’abominio presente all’esterno, falciando via la presenza e dirigendosi verso il corpo spirituale del chunin.
    Sarebbe stato chiaro che quel terzo occhio in qualche modo aveva permesso ai due di condividere più dei ricordi, quello che Oda aveva davanti era un utilizzatore esperto a sufficienza da controllarlo mediante esso, sfruttando quella condivisione in chissà quale modo: il terzo occhio era in grado di connettere attraverso il tempo, attraverso i ricordi.
    Ma per quanto quel suo predecessore fosse diventato bravo forse non lo era a sufficienza per contrastare ciò che derivava da un simile potere che aveva evidentemente radici ben più oscure di quelle del solo clan che aveva imparato a sfruttarlo.
    Era chiara anche un altra cosa però da quei ricordi, lo Yamanaka sconosciuto era animato dalla vendetta ed il loro poteva essere un nemico comune.
    L’azione di Youkai però avrebbe fornito un aiuto inatteso, quella creatura spirituale veniva infatti letteralmente lacerata dagli attacchi del piccolo spettro, e questa volta non potè ignorarli, ritrovandosi inchinato davanti ad Oda, stremato, ma ancora furente.
    C’era ancora qualcosa da fare.
    All’esterno le azioni di Youkai non vennero interrotte, ma lo spettro a cui tentava di arrivare pareva ormai essere svanito, totalmente assorbito da quella presenza così malvagia.

    Era un anima Youkai.
    Tu lo sai cosa succede quando si assorbe un anima.
    Soprattutto se lo si fa con l’intenzione di assoggettarla totalmente.


    Lo sapeva, ed il fatto di distinguere solamente due anime gliene diede conferma: lo spettro non si era limitato ad assorbirli, li aveva integrati.

    Direi che questo è il momento giusto per andare.
    Qualcuno vorrà sicuramente essere informato di ciò che è successo qui.


    La falce di Karikitori infilzò l’aria, letteralmente, aprendovi uno squarcio che si sarebbe richiuso alle spalle, la sua dipartita era senza senso, almeno fino a che Oda non avesse riportato ciò che era successo dentro al suo antenato.
  15. .

    Due Clan




    Le notizie brutte non erano facili da dare, lo sapeva bene Raizen Ikigami che aveva dovuto darne fin troppe, purtroppo per lui, e si sapeva, le brutte notizie arrivavano sempre ad ora tarda, quel giorno all’una del mattino.
    Davanti ai due si sentiva quasi a disagio, in parte colpevole, anche se come sarebbe stato ovvio successivamente non poteva avere la minima colpa, nessuno poteva.
    Nonostante l’ora tarda l’Hokage era ben presente, e sembrava che l’essere sveglio a quell’ora non nuocesse minimamente alle sue capacità, pareva esserci abituato.

    In questi casi qualsiasi parola è sempre di troppo, non indugerò oltre quindi...

    Alinamaru forse poteva venir colto del tutto alla sprovvista, dopotutto era stato buttato giù dal letto in tutta fretta e con poche spiegazioni, Murasaki però durante il tragitto per l’amministrazione aveva visto che il clan era in tumulto, anche se dovendosi recare al palazzo non aveva avuto tempo di interagire con nessuno.

    Più o meno un ora fa, Tomoe Hyuuga, intenta nello studio di un particolare manoscritto pare si sia imbattuta in qualcosa di estremamente pericoloso.
    Non sappiamo ancora se per curiosità o per reale intenzione o semplicemente per errore, ma un fuuinjutsu, la cui attivazione è impostata sulla lettura della suddetta pagina, è stato attivato.
    Un fuuinjutsu potente.


    Inspirò.
    A quel punto era chiara la ragione per la quale il clan fosse in tumulto e perché non fosse riuscita a vedere Genji tra gli altri esponenti.
    Anche le corde più forti del ninja più potente possono rivelarsi punti deboli.

    Ha risvegliato forzatamente il Byakugan, e dalle sue azioni sembra che l’abbia privata della ragione, i primi ad entrare in contatto con lei sono stati Zenko e Ryobe Nara.
    Sono entrambi deceduti.


    Strinse le labbra.

    Mi dispiace.

    Avrebbe proseguito solo dopo qualche secondo di silenzio.

    Non sarà semplice, ma… Murasaki, sei qui perché è di tua sorella che si tratta, se qualcuno può far combattere la sua volontà sei tu.
    Alinamaru, il clan ha espressamente chiesto di te.
    Recatevi al bosco dei Nara, troverete li il vostro obiettivo.


    Guardò entrambi, ciò che mostrava il suo sguardo tagliente andava oltre la fiducia e l’incoraggiamento, era certezza.

    Buona fortuna.

    Mai come in quella notte il bosco dei nara sarebbe sembrato tetro, non era una notte di luna piena, ma la luce del satellite era sufficiente da far stagliare le affilate dita dei rami spogli di foglie contro il cielo sereno.
    Fatta eccezione per l’aria pesante tutto sembrava normale, fino a quando una manciata di rami non si sarebbe mossa, portandosi con un guizzo davanti ai due.
    Diventò subito ovvio che era uno dei cervi che popolavano il bosco.

    Non potete entrare.

    Un esemplare di modeste dimensioni, ma dal portamento fiero, nonostante stesse di fatto impedendo ai due di portare a compimento il loro dovere.

    Non per ora almeno.
    Un Nara dentro al bosco secolare è imbattibile.
    Ma tu non sei un Nara, saresti solo una preda.


    Se i due si fossero mostrati frettolosi il cervo avrebbe riconfermato la sua posizione.

    Non occorre entrare, l’umana è tra le corna del primo, non fuggirà.
    Ma di questo passo morirà.


    Erano ad un vicolo cieco, cosa potevano fare?
    Dar battaglia al cervo, anche da ciò che sapeva lo svogliato Alinamaru, era inutile, seppure avessero avuto le forze per sottomettere quello che sembrava un discreto maschio alfa la foresta pullulava di esemplari forti quanto e più di lui.
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