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  1. .

    A caccia di Infami

    Nel Freddo o nei Sogni?



    La riunione era conclusa, ma con il Puntaspilli eravamo ancora davanti al Mizukage, in cerca di informazioni più chiare sulla questione del Biondino Infame in quel di Azumaido.
    Le prime risposte di Elmo-san non furono molto rassicuranti: Solo lo Sciamano Strambo ha accettato aiuto da parte nostra?, mi chiesi stupito nel sentire le prime parole del Kage.

    La discussione, poi, oscillò più fra il genin della Mano Grigia ed Elmo-san stesso, con riferimenti alle abilità del Biondino Infame che mi fecero ripensare ad un altro infame, decisamente più basso, che sapeva egualmente usare cadaveri, ridandogli parte della loro personalità, occasionalmente, malgrado gli spiedi piantati nel corpo.
    Quella riflessione, però, fu interrotta dalla proposta del genin: usare su di se la "siringa" del Fantasmino Infame, per trovarlo.

    Un attimo!, mi intromisi, Tanto di cappello per il coraggio, ma provare da solo ad entrare in contatto con il Biondino Infame nel suo terreno potrebbe essere poco saggio., sottolineai, Se posso suggerire: il non tanto fantasma controlla le creature nel Freddo, o almeno era questa l'idea che ci eravamo fatti durante la storia con quel Shimo, giusto?
    Io sono entrato in contatto con il Freddo e con le creature nello stesso più di una volta, forse, sarebbe più saggio provare ad individuarlo in due: lui tramite i chiodi e quella siringa ed io usando la spada del buffone.
    , continuai, estraendo l'arma del Reietto nella sua custodia nella sinistra.
    Sollevai, poi, nella destra, la Bakekujira, il mio tirapugni: L'ultima volta, qui era rimasta una traccia del Freddo, l'ho usata per aiutare il suo allievo, Mizukage-sama, a controllare ciò che lo stava divorando.
    Forse, ad Azumaido, provando a mettere in contatto queste due armi, potrei trovare una traccia e fra ciò che vedrei io e quello che vedrebbe il Pu... ehm la Mano Grigia, potremmo restringere le ricerche.
    , proposi ai due presenti.

    Avevo dato la mia disponibilità ad impedire che questo Infame usasse i Kamui come oggetti, valeva quando l'ho detto ad Azumaido, tanto quanto vale adesso, Mizukage-sama., fu l'unica cosa che aggiunsi, riponendo la Bakekujira alla cinta e posando l'arma di Momin su una delle sedie rimaste dalla riunione da poco conclusa.
  2. .

    Genjutsu Pericolose

    2° Post



    Il genin nel sentire il suo grado quasi si congelò, abbassando lo sguardo e non proferendo più parola: forse non si aspettava di essere l'unico di quel rango nella missione e questo gli stava causando qualche preoccupazione, oppure semplicemente il fatto che lei fosse di Konoha lo turbava.
    Il chunin kiriano invece era più loquace, tranquillizzandola sul fatto che non ci sarebbero stati problemi di collaborazione; nel sentirlo la kunoichi accennò un sorriso, lieta di come, almeno a parole, entrambi sembrassero avere l'intenzione di collaborare al meglio Ho avuto modo di combattere al fianco di Yato quando era ancora un genin, ha talento. Credo ora sia passato di grado, ma è da diverso tempo che non ho modo di incontrarlo. Spero allora proceda tutto per il meglio anche Youshi la studiò attentamente, per poi cominciare a elencare le sue peculiarità. Lo stesso fece Hideo, e la kunoichi capì dopo le sue spiegazioni come il falco non fosse una evocazione ma qualcosa di diverso, una abilità che ancora lei non aveva mai visto, ed avrebbe colto quell'occasione anche per studiarla: non capiva bene come funzionasse, ma sembrava molto utile.
    Quanto entrambi ebbero concluso, anche Kairi cominciò a descrivere le sue abilità Sono specializzata in genjutsu e ninjutsu, il corpo a corpo non è il mio punto di forza in attacco, ma possiedo ottimi riflessi ed è difficile prendermi alla sprovvista. Sono sensitiva, e credo che questo tipo di capacità possano essere utili in questo tipo di missione, inoltre posso evocare dei compagni lupo con buone abilità investigative considerate le abilità di tutti, sembravano abbastanza equilibrati fra di loro e se avessero collaborato, era convinta potessero essere un'ottima squadra in quella situazione.
    Sembra che abbiano fornito solo a te queste informazioni... disse pensierosa, chiedendosi per quale motivo l'accademia avesse deciso di lasciare più dettagli possibili al più basso in grado del team Vediamo se riusciremo ad ottenere qualcosa in più da questo signore indicò con un cenno di viso l'anziano che pregava In ogni caso, le nostre capacità sembrano piuttosto bilanciate e credo che organizzandoci bene, potremmo ottenere ottimi risultati

    [...]



    La sua percezione del chakra le fece velocemente capire come l'uomo si trovasse sotto l'effetto di una illusione, e pure piuttosto potente; l'albero invece sembrava semplicemente un vegetale, ma concentrandosi su esso notò come stesse quasi cercando di allontanarsi in quel posto. Un brivido le percorse la schiena, la missione si presentava fin da subito piuttosto pericolosa. E' sotto l'influsso di un potente genjutsu, il suo chakra si sta muovendo come se fosse infettato da qualcosa. Da sola non riuscirò a debellarne l'efficacia, mi servirà anche il vostro aiuto
    Hideo si mostrò fin da subito disponibile, se anche Youshi l'avesse fatto avrebbe unito le forze ai due kiriani e, sfruttando anche le sue capacità migliorate sul rilascio, né avrebbe poi eseguito uno di gruppo assieme a loro.

    Se invece il chunin non si fosse dimostrato disponibile avrebbe evitato anche di provare, in 2 non potevano riuscirci e voleva evitare di buttare chakra inutilmente proprio all'inizio della missione.

    Unendo le forze assieme ai suoi compagni di missione, Kairi avrebbe poi appoggiato la mano sul corpo del vecchio, eseguendo un [Rilascio] nel tentativo di liberare la sua mente. Se vi fossero riusciti, proprio mentre ascoltava le parole dell'anziano Kairi avrebbe sentito il richiamo nella sua mente, come se qualcosa la stesse chiamando verso il villaggio, e le parole dell'abitante le fecero capire senza troppi dubbi cosa stava succedendo Credo che un potente genjutsu colpisca chiunque entri nel villaggio, e penso sia collegato alle campane che sentiamo in lontananza. Dovremmo trovare il modo di non ascoltarle, preparando dei tappi magari e organizzandoci per comunicare tramite segni. Se anche solo uno di noi 3 cadesse in un genjutsu di tale potenza, gli altri 2 da soli non sarebbero in grado di liberarlo... la missione già in partenza si dimostrava molto complessa.
    Si rivolse poi all'uomo che aveva appena liberato Signor Suiboro, può descrivermi tutto quello che si ricorda? Cos'è questa messa di cui sta parlando, e chi la presiede? Gli altri abitanti del villaggio sono nella sua stessa situazione? Ogni quanto suonano quelle campane, ogni ora?
    Fece una pausa per permettere eventualmente all'uomo di rispondere ed ascoltò nel frattempo ciò che aveva scoperto Hideo, scuotendo la testa quando quest'ultimo gli domandò se conoscesse quel simbolo Mai visto prima... si rivolse poi nuovamente al vecchio, abbassandosi sulle ginocchia fino a guardarlo negli occhi con sguardo gentile e fare rassicurante Credo il suo villaggio sia sotto il controllo di una setta religiosa...qualsiasi cosa possa dirci potrà aiutarci a liberarlo. Chi è che organizza le messe? Sa il suo nome? Può descrivermelo? più informazioni l'uomo avesse dato al gruppo, più sarebbe stato facile per loro muoversi.

    Estraendo la sua katana avrebbe poi strappato alcuni lembi, quelli finali così da non distruggere il vestito, del suo mantello, tagliandoli in 6 strisce piccoli e sottili che avrebbe poi arrotolato, fino a formare dei piccoli tappi in stoffa delle dimensioni giuste per essere inseriti nell'orecchio. Ne diede due a entrambi gli shinobi Ecco, credo possano esserci utili. Non copriranno completamente il suono, ma forse attutirlo ci permetterà di subire meno l'influsso dell'illusione.
    Prese poi il filo di nylon, tagliandone un pezzo della giusta lunghezza e legando i due tappi ad esso, per poi appoggiare il piccolo lavoro di artigianato sul collo, dietro i capelli: in questo modo avrebbe potuto utilizzare i tappi velocemente nel caso in cui fosse stato necessario. Indossarli fin da subito poteva rendere difficile comunicare con i suoi compagni a gesti, visto la fitta nebbia...

    Annuì poi alla proposta di idea di rendersi il più anonimi possibili. Slegò il coprifronte della foglia che teneva legato al braccio, riponendolo nella borsa e occultò tutto ciò che poteva sotto il mantello. I capelli scuri e slegati avrebbero coperto anche le orecchie, rendendo quasi impossibile notare i tappi appoggiati nel retro del collo. Riposte poi alla domanda del chunin sulle sue capacità sensitive.
    Per poter cominciare a percepire effettivamente qualcosa devo essere almeno a 100 metri di distanza dal villaggio, e devo avere il tempo per potermi concentrare. Non è una cosa immediata, ma può fornirci in maniera sommaria la posizione dei nemici. Dovrà però essere uno di voi a gestire la ricerca delle trappole mentre ci muoveremo, tutta la mia attenzione sarà sul cercare fonti di chakra, potrei evocare uno dei miei lupi in aiuto ma non ci farebbe passare inosservati come vogliamo
    La mappa di Hideo fu estremamente utile per capire come fosse organizzato il villaggio, che sembrava una piccola fortezza più che un paese pacifico Sarà complesso entrare... sussurrò pensierosa: la nebbia poteva aiutarli nell'avvicinarsi, e forse anche le capacità di assassinio di Yoshi potevano risultare estremamente utili in quell'occasione. Guardò entrambi i kiriani Questo ambiente nebbioso dovrebbe essere il vostro pane, possedete qualche tecnica o capacità che può permettervi di muovermi meglio nella foschia? immaginava che, essendo Kiri costantemente avvolta dalla foschia, i 2 potessero sfruttare l'ambiente meglio di lei, che era più solita spostarsi in mezzo ai boschi limpidi.

    Quando il gruppo avesse deciso una strategia, Kairi avrebbe poi cominciato fin da subito a [concentrarsi] mentre si avvicinavano al villaggio, così da poter percepire subito eventuali presenze non appena fossero entrati nel raggio di azione della sua abilità.



  3. .

    una nuova alba

    III

    Ad anticipare le mie parole un unico cenno deciso d'assenso con il capo , il mio occhio cercò nuovamente il suo sguardo, volevo che comprendesse e cogliesse la mia totale sincerità: Riferisci al capo della Mano Grigia e a tutti i guardiani che non verrete mai più lasciati soli o indietro un attimo di silenzio ruppe le mie parole, dovevo essere chiaro nell'esprimere quanto ritenessi fondamentale avere un corpo di guardia non solo efficiente, ma anche orgoglioso e contento del proprio ruolo nella società che difendevano Tutte le Mani di Kiri si prodigano per il bene del villaggio e i suoi abitanti, il vostro è il compito più diretto per la salvaguardia della città e farò in modo che la vostra importanza venga riconosciuta. Non dubitare mai di queste mie parole, Hideo-san
    Ascoltai poi le parole del guardiano e un leggero sorriso comparì sul mio volto: non solo pensava che mi sarei candidato al ruolo di consigliere, cosa che non avrei certo fatto dato che l'intenzione era autoproclamarmi tale, ma lasciò anche intendere che avrebbe preferito l'aria stantia che si respirava in quel momento a Kiri piuttosto che, se necessario, qualche tafferuglio. La domanda, poi, venne posta con solennità, lasciando che il silenzio che la precedesse ne sottolineasse l'importanza per lui. Ed io di rimando lo osservai a lungo, studiandone il viso prima di domandare con voce estremamente calma: Immagino che tu conosca le vicende che portarono alla morte di Seinji Akuma corrucciai le sopracciglia e quindi mi corressi Sì, mi ricordo che l'avevo accennata al Robatayaki bistrò quando venne l'amministratore di Oto. Ma permettermi di raccontarti quanto ho avuto modo di leggere sui rapporti del capo stesso della Mano Nera, Akira Hozuki presi fiato e iniziai così a raccontare: A seguito dell'epidemia che colpì Kiri, Itai Nara andò a cercare una cura per la malattia che stava stroncando la nostra popolazione. Per fare fronte allo stato d'emergenza, durante la celebre settima riunione di Kiri, il fu Daymio nominò, l'allora noto alla cronaca, Asmodai Akuma come Kage reggente. Si dia il caso che il membro del clan Akuma non fosse altro che Senji stesso, riaccettato nel villaggio della Nebbia da Itai poiché gli aveva promesso un doppiogioco ai danni di alcuni nemici di Kiri... appoggiai la schiena su uno dei merli della mura portando le braccia al petto, il fatto che il nemico del villaggio in questione fosse il capoclan dei Mikawa nonché - ad ora - Kage di Oto e primo alleato di Kiri ritenni fosse un'informazione da non dare al genin, quindi proseguii: Akira era consapevole di ciò, probabilmente gli era stato confidato dal Itai stesso poiché controllasse il nukenin ritornato all'ovile feci una piccola pausa e ripresi Il capo della Mano Nera - Akira - non era a conoscenza solo della vera identità dell'Akuma, ma anche del germe della pazzia che l'Akuma covava in sé. Rifiutò, allora, l'ordine del neo mizukage di abbandonare al proprio destino l'ospedale del villaggio e tutte le persone che vi erano all'interno dall'assalto di Cantha e, insieme ad un chunin e ad un genin, lo affrontarono osservai il genin per assicurarmi che assimilasse il mio racconto Ora quello che accadde nella testa dell'Akuma è difficile da spiegare, vuoi che si sentisse in qualche modo tradito, vuoi che quel germe di cui ti dicevo prese il controllo, ma quello che scelse di fare fu di unirsi all'opera distruttrice della Zanna e tentò di radere al suolo il villaggio. Fortunatamente quei tre shinobi della Nebbia ebbero la meglio e riuscirono ad eliminarlo, come sai Decisi di glissare, poi, sulle altre informazioni in mio possesso: come l'infiltrazione della Zanna nel palazzo del Daymio, probabile spiegazione del perché venne presa quell'assurda idea di eleggere l'Akuma. Anche durante quel temibile assalto alla città di Kiri, il ninja più potente del villaggio decise come prima cosa - costretto dalle circostanze - di eliminare il marcio nella Nebbia e poi poté, insieme al resto degli shinobi, scacciare l'invasore feci una pausa alzando le spalle e lasciando perdere il mio sguardo tra i flussi della nebbia Mi chiedi cosa sono disposto a fare o come sono disposto a farlo per assicurarmi che Kiri venga tolta da questo torpore e abbia degli shinobi in grado di reggerla fino al ritorno del Mizukage... di scatto spostai lo sguardo verso di lui e molto lentamente gli dissi: Sono disposto a tutto. Perché questo villaggio e i suoi abitanti sono tutto per me.
    Mi tolsi dal merlo su cui mi ero appoggiato e mossi qualche passo, spostando le mani giunte dietro la schiena La vera domanda è cosa sarà necessario fare, per far sì che ciò avvenga. E dubito fortemente che eventi tanto estremi siano necessari lo guardai facendo un'espressione che avrebbe fatto intendere al genin che ritenessi tutto ciò ovvio: Mi auguro che i due attuali consiglieri, sempre che siano presenti nel palazzo (cosa che dubito dato che mi giunge notizia che è da un po' che non si fanno vedere), sappiano assumersi le loro responsabilità e facciano un passo indietro. Poiché non vado lì portando unicamente la mia opinione ma, con quella della Mano Nera, la fiducia dei ninja della Mano Rossa e, se sei ancora disposto, quella della Mano Grigia mi grattai la guancia e quindi proseguii: Credi che l'Akuma sia stato nominato consigliere perché Kensei-sama si fidava di lui o lo riteneva adeguato a quel ruolo? sorrisi scuotendo evidentemente la testa Juudaime ha eletto consigliere Etsuko-san perché lo voleva al suo fianco per poterlo osservare e controllare. Il motivo? Sai chi fu il capo della Mano Bianca che, durante un'operazione chirurgica, ri-impiantò il Magan a Seinji e l'aiuto a scappare da Kiri per poi raggiungerlo poco dopo?
    Etsuko Akuma.
    lasciai che le mie parole venissero processate dal genin, quindi aggiunsi Le mie rivelazioni possono sembrarti assurde, ma sono documentate e potrei fartele avere se non dovessi credere alle mie parole passai le labbra sui denti e guardai serenamente il ragazzo.

    Respirai profondamente e conclusi: Spero, in questo modo, di aver dato risposta alle tue domande. Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli, Hideo-san. Kiri è questo, questa la sua natura

  4. .

    Un grido nel Freddo


    Capitolo Unico


    Atto IV
    Prima riunione nell'Apocalisse. †



    Così, a vederli da fuori, gli shinobi impegnati sulla nave di Samoru potevano essere scambiati per degli scappati di casa. Ma la cosa non era vera - o almeno, lo era solo in parte.
    Dissoltosi il jutsu del capitano, il serpente batté in ritirata ma il Guerriero Dorato iniziò a cadere precipitosamente verso l'acqua da una discreta altezza, con poche possibilità di sopravvivenza. Fudoh, ancora una volta, si dimostrò il più reattivo e sfruttando la sua capacità innata derivata dal rinnegan, schizzò in alto saltando e poi assicurò l'umidiccio e puzzolente Samoru in una presa salda attraverso il chakra. Quando l'evento mi fu raccontato sorrisi sotto l'elmo nel notare come, ancora una volta, per molti aspetti, io e Fudoh fossimo affini nelle capacità: entrambi capaci di giganteschi salti, chi per doti naturali, chi per doti meccaniche, eravamo anche comunemente in grado di gestire il campo di battaglia attraverso grandi spostamenti d'aria. In ogni caso, il vertice della Mano Bianca riuscì ad attutire il danno da caduta ed evocare una sua creatura, Tong, una tartaruga dalle dimensioni invidiabili, rivaleggiante persino con la Hakushaku in forma di stormo. L'evocazione si mosse sull'acqua, prendendo prima Fudoh e caricando poi addirittura la nave su di sé, sempre con l'aiuto dello Shinra Tensei del suo evocatore.
    Contemporaneamente, sulla nave, gli altri tre facevano quel che potevano. L'altro ninja coi poteri derivanti dal Rinnegan ebbe un'idea interessante, per quanto strana. Pensò di utilizzare un suo Mondo per scovare correnti fredde al di sotto della nave, pensando al clima gelido che infestava perennemente Azumaido. Tuttavia, per fare ciò aveva bisogno dell'aiuto del Detective del Deserto che prima, però, penso bene di sfruttare al massimo il poco che aveva a disposizione. Accanto a loro vi era Yasuke che, intelligentemente, si mise ad osservare il cielo e la presenza di qualche volatile. Fudoh, forse per un innato terrore primordiale, aveva totalmente scacciato dalla sua testa quel pensiero. Il Genin della Sabbia poté scorgere alcuni gabbiani volare verso nord-est ma la mancanza di un saldo riferimento di terra, quello stormo avrebbe potuto mandarli completamente fuori rotta; allo stesso modo, Shinichi si rese conto di come la visibilità fosse ancora troppo scarsa per scorgere lontano abbastanza da distinguere qualcosa. Quanto alla sua ricerca nelle stanze del capitano, la cosa non andò certamente come preventivato. Aprendo il cassetto accanto al timone della nave, il Sunese trovò due uova, di cui una rotta e putrescente, un limone e, accanto, alcune bottiglie di vino mezze vuote - decisamente non mezze piene.
    Nel frattempo, Fudoh, ora non più eccessivamente impegnato in azioni mirabolanti, poté notare come Samoru avesse perso anche tutte le protesi che gli avevo fornito per le operazioni di quel tipo. Forse la trasformazione nel Colosso Dorato ripristinava anche gli arti mancanti e quindi rendeva più complesso mantenere un corpo meccanico funzionante. A differenza mia, dopotutto, lui era vivo perché il suo corpo era in grado di funzionare nonostante le ferite. Quindi, anche se fossero riusciti a fargli riprendere conoscenza, difficilmente, senza un braccio ed una gamba, sarebbe riuscito a manovrare la nave. Ma quel problema era risolto, data la presenza di Tong.
    Uscito dalla cabina del Capitano, Shinichi ascoltò le parole di Fudoh e le indicazioni di non calpestare la zona in cui aveva modificato la gravità per non venir spazzati via dalla nave e pensò bene di utilizzarla per avere una visuale diversa e maggiore dell'ambiente. Purtroppo però, anche quella soluzione fu soltanto in parte ottimale: se fosse riuscito a saltare davvero in alto avrebbe potuto provare a vedere sopra le nuvole ma la spinta dello Shinra Tensei di Fudoh non era così potente, quindi poté solo vedere le cose ... da un altro punto di vista, con scarso successo.
    Con Hideo, infine, si apprestarono a testare le correnti gelide. Quando Shitto fu immerso nell'acqua, al di là della terrificante sensazione di freddo che lo assalì, si rese conto di essere in un punto di estrema profondità del mare dove tutt'intorno l'oscurità era la regnante assoluta e niente, o quasi era visibile. Tuttavia riuscì quasi immediatamente a sentire una corrente particolarmente gelida provenire da est: e mentre si direzionava verso quella corrente, il gigantesco serpente di poco prima gli apparve davanti, osservandolo con occhi impauriti. Non era ostile, probabilmente non lo era mai stato. Lo vide girarsi e muoversi nella stessa direzione della corrente. Se ne stava andando o stava forse suggerendogli di seguirlo?
    Fudoh, invece, provò a curare tanto Samoru quanto Tong con le sue mani, cercando di ristabilire il legame col Freddo che dimorava in Azumaido, similmente a quanto fatto con Gyoza, che poi divenne una sua creatura d'evocazione, rinata sotto il segno delle Tartarughe della Valle del Guscio. La concentrazione fu tanta e l'aura di misticismo intorno a lui crebbe fino anche, addirittura, a sollevare le singole gocce di urina presenti nelle vesti del Capitano, asciugandolo e condensandole in una sfera vorticante davanti ai suoi occhi. Anche loro, dopotutto, erano grandemente intrise del chakra sciamanico del migliore amico del capitano. Ma Fudoh, per il momento, aveva solo una grande affinità a quegli elementi: non era mai riuscito a svilupparla appieno, quanto soltanto a carezzarla ed incanalarla per caso. Ed infatti, nuovamente, il Freddo che aveva sentito durante il tentativo di salvataggio di Gyoza lo avvolse, quasi congelandogli, nuovamente, il tantien: ma prima che potesse davvero raggiungere quella dimensione parallela, una voce familiare e nota lo bloccò e lo spinse via, riportandolo coi piedi per terra e facendogli cadere la sfera di urina che, inconsciamente, stava controllando, addosso. NO! YOOOSH! VIA DAL FREDDO O MUSIBI TI LEGHERÀ A LUI! Dopo quelle parole, però, quasi senza rendersene conto, le mani composero i cinque sigilli della tecnica del richiamo. Peccato, però, che davanti a lui non apparve alcuna creatura del suo contratto ma ... Pen Gin.

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    Munkeke, dobbiamo colpire Samuiyoake quando tenta di uscire dalla nev- si guardò intorno. Tu sei di Kiri. Deve avermi evocato Akira. Dov'è quell'incapace? Non era chiaro come Fudoh fosse riuscito ad evocare una creatura con cui non era legato attraverso il contratto, potevano essere fatte soltanto supposizioni ma almeno, forse, il loro principale problema era risolto. Avevano un abitante di Azumaido con loro, trovare la strada per raggiungere la terra, a quel punto, era diventato molto più semplice.
    In compenso, l'interrogazione mentale che Shinichi tentò su Samoru non diede alcun risultato ma non per colpa di incapacità intrinseche del Sunese ma per via di un potente jutsu con cui il Capitano aveva spezzato la sua anima, la sua coscienza e, di fatto, la sua sanità mentale. Alla mente del giovane sarebbero arrivate alcune immagini sconnesse: avrebbe visto alcuni ninja della Nebbia di alto grado, la precedente Mizukage Tsunade, due Giganti Dorati, diversi da quello che avevano visto in precedenza, un tempio e la morte di un giovane ragazzo. L'unica cosa, forse, per lui più riconoscibile era la tecnica speciale appartenente del Clan Shinretsu che uno di quei ninja di alto rango utilizzava.
    Pen Gin non avrebbe sentito discussioni o motivi: li avrebbe condotti ad Azumaido ad una sola condizione, quella di tornare a combattere là dove già qualcuno stava cercando di impostare una battaglia apparentemente impossibile: da Minarai e Youshi. Sarebbe stato molto taciturno e imbronciato ma, forse, sarebbe stato disposto al dialogo, se qualcuno si fosse rivolto a lui come lui voleva. [Note]La vostra parte continua sotto, insieme a quella di Youshi e Yato. Tuttavia arrivate al termine di questo loro round.

    Prima che mi dedicassi a sgominare i tafferugli nel Tuskur di Munkeke, Minarai mi pose una saggia domanda sugli usi e i costumi degli sciamani della zona. Per quanto riguarda i Kamui, l'unico ad aver avuto a che fare più attivamente con uno di questi è Youshi. Lui ha avuto il piacere di lottare al fianco del Leopardo delle Nevi, il Kamui cui è devoluto il villaggio di una delle due persone da cui state andando, l'Alta Sciamana Yusica. Sono creature fiere, potenti e quasi divine, quindi ti direi di trattarle col rispetto che meritano. Per quanto riguarda i loro interessi, invece, la questione è più complicata: come ti ho detto, Azumaido è una terra che sta riscoprendo una nuova giovinezza e molte delle divinità che un tempo venivano venerate dai Tuskur che i secoli hanno cancellato ora stanno lentamente ripalesandosi con piccole e grandi azioni miracolose. Quale sia la loro volontà ultima è difficile saperlo perché le informazioni sul loro conto sono andate sparendo esattamente come i loro culti. Coloro che possono darvi maggiori informazioni a riguardo sono proprio i due sciamani da cui vi porterà la Hakushaku. Munkeke è un tipo piuttosto eccentrico mentre Yusica una donna molto simile a me, per certi versi. Non commettete l'errore di sottovalutarli o di mancar loro di rispetto.
    Giunti sul posto, Youshi e Minarai studiarono nuovamente un piano e si divisero per provare a metterlo in pratica. La strategia di Youshi richiese più tempo del previsto, lasciando che Minarai agisse da solo contro quella tempesta di neve che stava imperversando, animata, evidentemente, da qualcuno capace di manifestare un'enorme quantità di chakra. Le difese del mio Allievo di Spada furono perfette, degni prodotti di un instancabile e preciso allenamento nella zona Clan Kenkichi: i suoi sensi, sempre all'erta e la sua visuale ampliata dall'utilizzo dei cloni, gli permisero di frapporre una strenua resistenza agli assalti automatizzati del jutsu. Non c'erano stati inneschi, se ne sarebbe accorto, e quindi l'intuizione del fatto che quei proiettili gelati fossero una componente propria di quella hyoton doveva rivelarsi esatta. Il suo focus, la sua concentrazione, poi, lo portarono a muoversi coscienziosamente all'interno della prima porzione di tempesta, alimentato da un fuoco interiore, da una volontà che avrebbe sovrastato ogni ostacolo. Quando poi si trovò davanti al vero muro che lo separava dalla riuscita di quella traversata tassante ed impegnativa, Yato diede fondo alle sue conoscenze e si appese ai miei insegnamenti: lasciò che l'odio lo travolgesse, lasciò che il fiume delle sue emozioni scorresse indomo nel suo corpo ma lo incanalò, sapientemente, e lo concentrò sul filo della sua lama che tagliò e squarciò la barriera, anche se solo per un istante, permettendogli di passare incolume, anche grazie alla spinta fisica del suo clone. Quando fu dall'altra parte, un rumore di ghiaccio che si solidificava rapidamente lo colse alle spalle. Se si fosse voltato avrebbe visto le mani del suo clone ligneo gelarsi oltre la barriera e, dopo un solo istante, cadere a terra, recise. Al di là di quel muro di chakra, però, sebbene l'aere fosse grigiastro e candido come la neve su cui metteva i piedi, di tempeste sembrava che non ci fosse l'ombra: la barriera era probabilmente un jutsu di occultamento e difesa e il fatto che fosse ben visibile nella radura dove si trovava insieme a Youshi era forse dovuto al fatto che il tempo climatico era cambiato alcuni minuti prima del loro arrivo, in modo netto, quasi come se qualcuno fosse intervenuto direttamente. Col placarsi della tempesta, anche la finta tempesta all'interno della stessa era divenuta visibile, smascherando l'occultamento perfetto. Ma quei pensieri poterono balenargli in testa solo per pochi secondi: due figure, una decisamente appariscente, vestita con gli abiti del teatro tradizionale Kabuki e una donna dagli strani capelli rosa, iniziarono a correre verso di lui, gridandogli. Kensei ... ?! Kensei-kun?! ATTENTO ALLA NEVE! YOOSH! Samuiyoake attacca sotto ed attraverso di essa! Ed infatti, in un istante, un artiglio di pura neve, grande forse il doppio dello stesso Yato si levò a pochi passi da lui, tentando di colpirlo con i propri artigli all'altezza del petto. Era tuttavia troppo veloce perché potesse fare qualcosa: il costrutto di chakra lo avrebbe colpito senza rimedio, probabilmente ferendolo in modo irreversibile. Chi lo manovrava aveva capacità ben al di sopra dell'ordinario. [Note]Energia Nera. Quando il fendente fu praticamente giunto a destinazione, una colonna di acqua si alzò davanti al mio Allievo, arrestando il colpo ed infrangendosi verso la calotta superiore di quella barriera ancora in corso. Prima che potesse tirare un sospiro di sollievo, tuttavia, non un costrutto ma una vera e propria creatura, una volpe, per l'esaltezza, emerse dalla neve, cercando di azzannarlo al collo.

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    Era maestosa, bellissima e con occhi carichi di violenza e rabbia. Minarai avrebbe visto nuovamente la vita esaurirsi davanti ai suoi occhi ma questa volta, col dovuto anticipo, il tizio vestito strano scattò verso la creatura, pronto a sferrare un poderoso pugno carico di chakra. Gli occhi del senju non lo avrebbero ingannato: quel pugno era tutto fuorché normale! L'arto, infatti, era ricoperto da un denso strato di chakra che sembrava avere le sembianze di un candido lupo! All'impatto, infatti, si sentì un violento ululato e sulle carni della volpe comparve una verita a forma di morso. YOOOSH! Gridò Munkeke, mentre Samuiyoake veniva sparato oltre dieci metri lontano e, immediatamente si rinfilava sotto la neve, preparando un nuovo assalto. Chiunque tu sia, ti sei infilato in qualcosa evidentemente più grande di te. Dov'è Kensei? Disse Yusica, ora abbastanza vicina a Yato. Il nostro avversario non è altri che Samuiyoake, il Kamui detto "Saggio del Freddo". È diventato meschino, troppo fiero della sua intelligenza, troppo viziato dagli umani che ne hanno coltivato l'orgoglio. Ma sembra che ci sia altro: agisce in modo bestiale, quasi corrotto, e ci è complesso comunicare con lui. Non riusciamo a capire da cosa sia causato questo stato. Repun Kamui mi suggerisce che Samuiyoake non ha mai avuto questi atteggiamenti così aggressivi YOOSH. Per quanto gli umani lo avessero cambiato, non è mai stato visto combattere con questa violenza. Munkeke poi guardò intorno, cercando di capire da che lato avrebbe colpito il kamui: poi portò un dito davanti alla bocca, come a voler chiedere silenzio. yoosssssssh. . Samuiyoake sarebbe tornato ad attaccare ancora ed ancora. Stava a loro trovare un buon piano per neutralizzarlo. [Note]Yato in questo post deve fare un po' di strategia. Non può difendersi dagli attacchi del kamui che è fisicamente troppo più prestante di lui. Puoi sfruttare come preferisci Munkeke e Yusica, le cui TS sono piuttosto evidenti: il primo è un Eremita del Freddo, con tecniche derivate basate sulle Taijutsu e sull'evocare l'essenza di determinati kamui. Puoi scegliere qualsiasi tipo di creatura e inventarti tecniche derivate dall'eremita con questo tema purché siano coerenti all'evocazione ed allo stile "fisico" di Munkeke, quindi pensa a creature che vivono in climi freddi (nel senso, non prendermi una giraffa o un leone, ecco).
    Yusica ha la Manipolazione dell'Acqua e del Ghiaccio, che è più affine ai senju da questo punto di vista MA non può manipolare la neve della zona, perché intrisa del chakra del Kamui. Ha accesso a tutte le suiton e hyoton di lista. Anche qui, puoi inventarti derivate ed usi fantasiosi della TS. Considera che Yusica ha una riserva di chakra spropositata.

    Yato, ovviamente, deve avere un qualche ruolo nella strategia, più o meno centrale, a tua scelta.

    Samuiyoake fa tre attacchi per volta, due dei quali possono essere direttamente parati da Munkeke e Yusica. Il terzo necessita di un qualche sotterfugio artistico o di una qualche difesa "duratura" da parte dei due sciamani. Dopo ogni attacco, la Volpe si rinfila sotto la neve.

    Nel frattempo, i due sunesi ed i due Kiriani sarebbero giunti nella costa lì vicino. Forza, non abbiamo tempo da perdere, Yusica e Munkeke ci aspettano! In marcia! Gridò Pen Gin che, salendo sulla guardia circolare della sua katana, iniziò a navigare sulla neve come se stesse muovendosi in barca. Il Pinguino spadaccino era veloce quindi sarebbe stato necessario, per tutti tranne Fudoh, impiegare una buona dose di chakra per stargli al passo o trovare un modo alternativo per andargli dietro.
    Una volta giunti sul posto, Youshi sarebbe riuscito a scorgerli in arrivo e, tutti insieme, avrebbero dovuto trovare un modo per oltrepassare la barriera. Forse era ancora disponibile qualche clone di Minarai e questi avrebbe potuto dargli indicazioni su come l'originale aveva sconfitto quel piccolo indovinello. Certo, l'Allievo aveva anche attinto a conoscenze che per la maggior parte di loro erano precluse: ma tentare non sarebbe nuociuto. [Note]Guardate le specifiche della barriera nel mio post precedente, il funzionamento non cambia. Interagite tra di voi ché mi pare che ognuno abbia un pezzettino del puzzle. ;)

    Dall'altra parte dell'isola, invece, accadevano cose ben diverse. L'Araldo del Freddo fronteggiava una sorta di parroco, un uomo dai candidi abiti e dai canuti capelli che gli parlava con voce salda e sguardo fermo. Era certo delle sue parole e del suo credo, era sicuro di ciò che teneva in mano in quel suo libro ché anche la consapevolezza dell'essere davanti all'incarnazione di qualcosa di più alto, di sovrumano, di quasi divino, non lo impensieriva neanche. C'era da domandarsi chi fosse quell'uomo e perché agisse in quel modo. Ma il Principe non era avvezzo a quei giochi di palazzo, in un certo senso, e si accontentava di meno. Il suo obiettivo, al momento era solo vivere, sperimentare ciò che provano gli uomini, vedere che significa avere un corpo, percepire il mondo intorno a te attraverso qualcosa che te ne separa inevitabilmente, cosa voleva dire esperire senza però mai essere un tutt'uno con ciò che veniva esperito. Era una situazione completamente diversa da quella cui era abituato, una sensazione tanto distante da essere quasi fastidiosa per lui, almeno in quell'iniziale momento: lui che tanto aveva bramato il poter osservare attraverso occhi, il poter odorare attraverso il naso, il poter sentire attraverso le orecchie, ora si sentiva spaesato nella consapevolezza che il suo Freddo, il luogo dove l'Inverno era tutto e tutto era l'Inverno, era un posto lontano e irraggiungibile.
    Ma poi un piccolo guizzo umano: orgoglio o consapevolezza. Cercando in se stesso trovò parte della scintilla che lo aveva creato, parte del Freddo così distante e mossa l'acqua, creò il ghiaccio, diede la vita e fece fioccare la neve. Cercò di mostrare il suo punto di vista alla folla astante, al Prete del Gelo che gli stava dinnanzi e, come ogni prete, predicava, anche davanti al Figlio della sua divinità. Samui parlò, Samui mise chiaramente sul piatto l'arroganza dell'uomo e la folla tacque. Tacque lunghi istanti, fin quando, alle sue spalle, un gigantesco fuoco venne appiccato. Abbiamo confidato del messia sbagliato. Abbiamo affidato le nostre speranze a qualcuno che non è disposto ad aiutarci. Siamo peccatori e per questo dobbiamo morire! Abbiamo profanato la nostra terra ... siamo peccatori. Abbiamo perso la via ... La folla gridava indistinta parole di sconforto. Il Prete, scuotendo la testa, si girò, mescolandosi tra la folla e, in un attimo scomparendo. Se ne stava forse andando? Ma Samui non ebbe modo di pensare a quel che stava accadendo perché subito la situazione degenerò. Alla folla si unirono altri uomini provenienti dal luogo in cui era stato appiccato l'incendio e scoppiò una violenta rissa. Sullo sfondo, un villaggio, un piccolo villaggio di capanne, abitato da uomini, donne, bambini, un villaggio innocente, veniva arso al suolo.
    Ma poi qualcosa cadde dal cielo, come dal nulla, atterrando con un sonoro rumore metallico ed un'esplosione di fulmini saettanti intorno a lui. Alcuni tra la folla fecero passi indietro, quasi come se avessero riconosciuto colui che era arrivato. Altri invece vi si gettarono contro con quello che avevano in mano: forconi, torce, le sole mani nude.
    E vennero annientati. Tutti. Tutti coloro che provarono a fermarmi, a mettersi tra me e il tentativo di salvare il villaggio di Munkeke ed Hotene assaggiarono il filo della mia lama. Dopo pochissimi minuti la folla era dispersa ma intorno al villaggio c'erano solo cadaveri mutilati, teste mozzate, interiora riversate sulla candida neve: sangue ovunque che riluceva alla mesta rifrazione dell'opaca luce nelle fredde nuvole foriere di gelo. Fu mentre comandavo ad alcuni di loro di cercare di spegnere l'incendio con qualunque mezzo che lo vidi, che vidi l'Araldo dell'Apocalisse. Se ne stava immobile, lì davanti, a fissare. Forse cercava di capire. I suoi occhi, vitrei ma non vuoto, mi osservavano. Mi avvicinai. Chi sei tu ... Chiesi. ...e cosa vuoi? Ma non era il momento delle chiacchiere. Avevamo un incendio da spengere. Non abbiamo tempo per le lunghe presentazioni, a quelle penseremo dopo. Aiutami a spengere l'incendio. In qualunque modo tu possa fare, basta che tu lo faccia. Eravamo pochi, avevamo bisogno di tutte le braccia che potevano, e volevano, dare una mano. [Note]Avevo iniziato il post con un'intenzione ma poi mentre lo scrivevo ho virato totalmente.

    Proviamo ad iniziare ad usare la seconda TS, che dici? Primo slot: animazione dei Kamui e fantasia. Usa entrambe le ts per creare un po' di uomini/creature di Azumaido che aiutino in qualche modo ad estinguere l'incendio che ormai è divampato, oltre che, ovviamente, se vuoi, qualche TA. Manipoli l'acqua, quindi non sarà troppo difficile ma mettiamoci un po' di fantasia e giustifichiamo la cosa. Ovviamente, sii autoconclusivo.
    Al prossimo post vediamo di provare ad utilizzare qualche altra cosa della TS. Dopotutto il tuo PG vuole provare le emozioni degli uomini, no? Per fortuna che lì vicino c'è Kensei che di emozioni se ne intende. Solo quelle brutte, certo, ma meglio di nulla. :ghu:






    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.
    Simboli della Psiche attivi: 1
    Potenza Simbolo: +160.



    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku

  5. .

    Where everything ended


    A last fly



    Il post tratta e descrive temi delicati come la depressione ed il suicidio, che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni.



    Non ho più bisogno di lui.
    Tutto ciò che mi rimaneva era Jukyu. Tutto ciò che potevo fare ancora nella mia vita, era per lei. Solo per lei. Ma lei aveva deciso di rifuggire da me. Quei lunghi mesi di separazione non avevano placato la rabbia ma l'avevano inasprita al punto da rasentare l'odio. Lo comprendevo da quelle poche, semplici parole che aveva scritto con quella fredda decisione su quella carta che tenevo tra le dita.
    Mi accorsi che, sebbene la mia vista fosse perfettamente funzionante, una nera nebbia stringeva ai lati del mio campo visivo, riducendo tutto ciò che potevo vedere ad un puntino bianco. Era lì, lontano, potevo vedere la via davanti a me, ma era remota, irraggiungibile ed io non avevo più forze.
    Mi accorsi di essere cieco. Cieco di fronte alla speranza, incapace di comprendere che forse qualcosa che potevo fare c'era, che la vita sarebbe continuata, che avrei potuto riappacificarmi con Jukyu. Jukyu, la mia bambina, ancora troppo inesperta per stare al mondo totalmente sola, in balia di chi avrebbe potuto manipolarla, sfruttarla, ferirla. Ma non avevo forze, non avevo forze per tornare a Kiri, affrontare i Kiriani che avevo abbandonato, per affrontare lei ora che sapevo quanto mi odiasse.
    No, era più facile fare altro. Era più facile dormire, lasciarsi andare nel caldo abbraccio eterno di una morte rapida, dimenticare tutti quei problemi che mi affliggevano e spedirli nell'oblio garantitomi della morte, che tutto distruggeva, azzerava e cancellava, lasciando ai vivi il problema di affrontare le conseguenze dei gesti di chi aveva deciso di abbandonare il mondo.
    Sì, una strada semplice. Semplice da raggiungere, semplice da percorrere. Lo aveva fatto Ayame, con fredda decisione dettata dalla disperazione. Lei, sempre così buona, gentile, che non avrebbe fatto male ad una mosca aveva trovato in sé la determinazione assassina di compiere quel gesto estremo. Il suicidio era un atto violento. Non era semplicemente porre fine alla vite di sé stessi, dove l'ostacolo principale era l'ignoto oltre la morte, la spinta contraria all'atto determinata dall'istinto di autoconservazione. Il suicidio era omicidio di sé stessi, era l'atto violento supremo, il freddo delitto che richiedeva premeditazione, sangue freddo e la consapevolezza che peggio di quello non si sarebbe mai stati in grado di fare. Ayame non aveva mai ucciso nessuno in vita sua, ma io avevo ucciso molte persone. Garyuuka aveva preso un numero non noto di vite con il suo filo micidiale, così come le mie stesse mani. Io ero già un assassino. Io sapevo già uccidere. Sarebbe stato solo un altro, ennesimo omicidio.
    No, non era vero. Non ero un assassino. Itai Nara probabilmente non aveva mai ucciso in maniera premeditata, ma solo in una lotta, dove l'altro vuole uccidere te con feroce convinzione. Quello sarebbe stato diverso, persino per me. Però avevo ucciso, conoscevo il peso della responsabilità di porre fine ad un'altra vita umana, sarebbe stato semplice. Mi sarebbe bastato poco, ad Ayame era bastato un kunai e stare zitta. Nel freddo buio di una stanza, di notte, nessuno avrebbe pensato di salvarmi.
    Nessuno poteva salvarmi.
    Nessuno.

    La voce di Raizen giunse remota. La nebbia attorno ai miei occhi si diradò per farmi rendere conto che Raizen ci aveva teletrasportati lontani, sulla sommità del monte dei Kage. Sopra i capelli di quale Kage eravamo? Non importava veramente saperlo. Era una futile curiosità che non avrebbe modificato i miei pensieri.
    Il fondo. Una memoria riaffiorò dalla mente. Il ricordo di me che mi catapultavo a Konoha, raggiungendo un Raizen ferito, privato di Kurama da un nemico estremamente potente, distrutto nel fisico e nella mente. All'epoca gli avevo detto qualcosa, ma non ricordavo cosa. Che fossero quelle le parole che avevo pronunciato per cercare di aiutarlo?
    Sì, era vero, continuare a pensare ai propri fallimenti sarebbe stata una zavorra per chiunque. Il problema che Raizen non vedeva era che la sua empatia non arrivava a comprendere la vastità del nero che mi si era aperto dentro. Fragilmente avevo cercato di ricucire i pazzi infranti della mia anima usando per colla la speranza di tornare da mia figlia, ma quando quella stessa speranza era stata infranta la voragine che avevo dentro si era allargata al punto da essere insostenibile.
    Lui continuò a parlare e le parole giunsero, ma non giunsero allo stesso tempo. L'ottundimento mentale che provavo mi impediva di comprenderle a pieno, di saggiare fino in fondo le giuste implicazioni delle stesse e lo scenario di speranza che mi prospettava. Lui aveva ragione, qualcosa di salvabile nella mia vita c'era. Jukyu poteva odiarmi, ma nonostante tutto sarebbe rimasta mia figlia, ed io suo padre. Avrei potuto ricostruire quel rapporto, tornare da lei, ed essere la famiglia che eravamo realmente. Sarebbe stato stupendo se fossi riuscito a concentrarmi anche solo cinque secondi su quelle parole, ad interiorizzarle, ma farle mie e tirarne fuori un pensiero coerente, ma tutto ciò che purtroppo Raizen ottenere fu un duro silenzio apatico. Non avevo nemmeno più la forza per piangere. No, le lacrime non servivano. La disperazione era finita. In me si era svegliato il pensiero sopito che aveva accompagnato la morte di Ayame, la fredda e nera compagna con la quale combattevo da anni e che marciava silenziosa al mio fianco avvolta in un manto nero, armata di falce, sempre puntata alla mia gola. Uno shinigami mi attendeva ed era la sola determinazione che provavo.
    Sarebbe accaduto.
    Sarebbe accaduto perché nulla mi avrebbe potuto fermare. Nulla avrebbe potuto salvarmi.

    Parte della mia coscienza fu sparata da Raizen nella dimensione condivisa di Chomei, senza preavviso. Erano anni che non scendevo nella parte della mia mente attraverso cui comunicavo con il Bijuu, ed era diversa da quella che ricordavo. Il cielo era sparito, ma non vi era nemmeno terra. Chomei non era tornato ad essere Kaku, fortunatamente, tuttavia era sbagliato. Forse persino Kurama avrebbe provato disagio in quel momento, rendendosi conto che c'era qualcosa che non andava in me. Era tutto nero, non c'era luce. Non si poteva vedere nulla, nemmeno le proprie mani e Raizen mi avrebbe perduto di vista, salvo poi rivedermi, per un istante, quando una luce abbagliante contemporaneo ad un urlo atroce avrebbe illuminato la scena per una frazione di secondo. Un altro urlo, altra luce. Erano urla femminili, infantili. Poi, un tuono, così forte, da far tremare i denti dei presenti. Un nuovo lampo, un nuovo tuono, altre urla. Urla, luce, tuoni. E poi, pioggia. Pioggia torrenziale, gelata, ostile.
    Chomei non era da alcuna parte. O meglio, era , da qualche parte, solo che Raizen non poteva vederlo, né comprendere cosa stesse accadendo. Altra luce. Se Raizen avesse visto attorno si sarebbe accorto che ai limiti di quella scena, ovunque, sia sotto, che sopra, che tutto attorno c'erano fitte nubi spesse, una coltre possente, che bloccava la visuale di qualsiasi cosa ci fosse attorno. Ed erano vicine. Non c'era traccia della vastità del mondo interiore di Chomei, un cielo infinito e privo di nubi, con un sole caldo ad illuminare tutto e forti venti che ululavano senza sosta. Una sfera, un centinaio di metri di diametro, e lì dentro, solo noi due.
    Parlai allora, per la prima volta, cercando di sovrastare col tono della voce i tuoni che si stavano facendo sempre più presenti.
    Non c'è più Chomei, Raizen. Si nasconde, per paura di ciò che provo. Per paura di tornare ad essere Kaku.Quella era una sonora sciocchezza, ma non potevo comprenderlo nel mio stato alterato. Erano state vendetta ed odio a trasformare Chomei in Kaku, ma io non odiavo nessuno, se non me stesso e non desideravo vendetta. Volevo solo pace, la fine di quel dolore così profondo e vasto da essere indescrivibile, come trovarsi in un cratere così da grande da confonderlo per una larga vallata.
    Poi ancora tuoni. Lampi. Urla. E pioggia.
    Pioggia senza fine.

    Nessuno dei due perse consapevolezza all'esterno. La vista mi si schiarì abbastanza da farmi rendere conto di dove mi trovassi, farmi rendere conto che ero vicino ad un precipizio fisico, oltre che figurativo. Non pronunciai una parola. Chissà, forse lui si era distratto nel tentativo di entrare nel mio mondo interno. Aveva solo poggiato una mano sulla mia spalla. Niente di più che quello.
    Povero Raizen. Pensai che forse si sarebbe potuto sentire in colpa per ciò che sarebbe successo. Avrei voluto dirgli che quella non sarebbe stata colpa sua, che la decisione era presa e che sarebbe andata in quel modo in ogni scenario possibile. Sarebbe cambiato solo il mondo in cui avrei deciso di porre fine a quell'inutile, tormentata esistenza.
    Richiamai tutto il chakra che potei, quasi fino a farmi dolere le gambe, bruciando i muscoli fino a bloccarli. Che importanza aveva ormai, il dolore? Quello era l'atto finale. Il posto dove tutto finiva.
    Preservare il mio corpo dagli abusi del mio chakra non aveva importanza alcuna, e persino senza Chomei scattai, un unico balzo, quanto bastava per librarmi nel vuoto e poi, soggetto all'ineluttabile gravità, tirato verso il basso, diretto verso una caduta da cui nessuno poteva sopravvivere [Statistiche salto]Velocità: 775 + Medioalto + Sovraimpasto + OverCAP->1000. La connessione con il mondo interno si sarebbe interrotta all'improvviso e forse quell'attimo di disorientamento sarebbe stato abbastanza.
    Ed eccola lì, la fine della storia di Itai Nara. Nel posto in cui tutto era iniziato. Una fine ingloriosa, forse non all'altezza delle vette della propria vita, ma certamente bassa ed infima quanto i peggiori dei suoi fallimenti.

    Kiete yuku
    no mo uragare no
    hotoke kana

    Prati morenti
    Il sottobosco gela
    è la mia ora

    (Gokei)







    Edited by -Max - 6/10/2021, 20:37
  6. .

    Un grido nel Freddo


    Capitolo Due


    Atto I
    Linee di potere tra i ghiacci †



    Una tempesta di neve tormenta le lande dei Tuskur: luci terrificanti dipingono ad intermittenza il cielo dell'isola gemella di Genosha con un azzurro intenso, stemperato dal colore pallido del grigiore donato dal clima polare. Il vento risuona per ogni centimetro del gelido panorama di Azumaido come il grido disperato di un bambino appena venuto al mondo; ruggiti, stridii, bramiti, latrati, guaiti ed un intenso, melodico ed estenuante canto cetaceo s'insinuano in ogni anfratto di nebbia e neve, echeggiando tra le canute sponde di laghi e villaggi, oltre che sulla imbiancate cime montane e arboree.
    Era la fine del mondo - almeno per le tradizioni di Azumaido. Leggevo con ansia la lettera scritta di comune accordo tra Munkeke, Yusica e Ekashi, l'Alto Sciamano del rinato Tuskur di Kotetsu Sakura mentre perfino Kyofu, il Messaggero delle Grotte del Silenzio, mi aveva raggiunto spontaneamente dalle coste della Gelida Gemella per comunicarmi il messaggio apocalittico. I Nobili si sono radunati. Disse Kyofu, con una certa ansia, tradendo non poca tensione. Temono possa trattarsi di un Re d'Ombra ... Amano sta cercando di fomentare i pochi fuori dai Giochi di Potere per una rivolta: dice che da quando la Baronessa detiene l'Equilibrio, avendo utilizzato lei, Minarai e l'attuale Kazekage per eliminare Reika, i vertici si siano rammolliti, dando la possibilità agli imperfetti umani, incapaci della Divina Danza Notturna, di dettare legge su di loro. Sorridevo sotto l'Elmo, ripensando a come Amano, nonostante il nostro patto ed il suo ruolo all'interno del contratto, si comportasse esattamente come mi aspettavo che facesse, pur non opponendosi direttamente e senza potersi esimere dall'agire sotto mio comando, se fosse venuto il momento. Io e Akayoru ... ehm ... volevo dire, la Hakushaku crediamo che non sia possibile si tratti di Demoni Ombra. Du-Rui, l'Emissario della Notte, il chirottero corazzato che vigila sull'Abisso dei Demoni Ombra, dici che la situazione è stabile da mesi. Annuii. Conosco Amano. Non dubito delle parole tue e di Du-Rui. C'è però qualcosa che non siamo in grado di considerare, Kyofu. Almeno, non noi. Ci serve qualcuno di più ... vecchio. Ed autoctono. Il pipistrello portò il suo braccio artigliato al mento. Stai pensando a Yukitsubasa? Sì. Dissi io, semplicemente. Ma sai anche che si tratta di poco più di leggende. Richiusi la lettera dei due Alti Sciamani. Come lo era Yukihyō agli occhi di Hotene e del suo villaggio ... ed alla stregua della Tsumetai Mokushiroku di cui mi avvisano in questa epistola Yusica, Munkeke ed Ekashi. Pensavo che Byakuei ti avesse insegnato qualcosa sulle profezie. Mi alzai, controllando se avessi a portata di mano ogni oggetto del mio equipaggiamento, compresi i nuovi tonici Accademici. Ma queste non sono profezie, Kyofu: sono leggende. Anche tu eri una leggenda quando venni per la prima volta nelle tue gelide lande a cercare La Voce del Terrore, epiteto erroneamente attribuito, forse per un qualche scolio nei testi tràditi, alla Yakusoku quando invece è il tuo nome di Messaggero tra i Kyuketsu Komori.
    Kyofu abbassò lo sguardo. Temo solo per la tua incolumità, Kensei. Non devi. Neanche la fine del mondo può fermarmi. Dissi, con un leggero tono megalomaniaco. Ora va' a convocare qualche mio fido. Di' che la Spirito Indomito II li aspetta al porto. Il chirottero annuì con un breve cenno della testa prima di lasciare la stanza dalla finestra che avevo appena spalancato. In lontananza, oltre il mare, lampi illuminavano il cielo. D'un tratto un rombo terribile colmò ogni distanza, facendo tremare perfino le mura delle case di Kiri mentre un gigantesco fulmine si diramava dall'oscurità delle nubi fino a terra. Una gigantesca luce gettò sul mondo e nell'aere del Paese dell'Acqua una mastodontica ombra: quella di una balena volante.

    [...]


    Nel silenzio di una grotta sommersa da secoli di neve, gelo e solitudine, un lungo oggetto appuntito, nero, vibrante di chakra, toccò uno specifico pezzo di ghiaccio; compreso tra due colonne di pietra, il pezzo di ghiaccio in questione si incrinò, andando a delineare con lo stesso una linea discontinua, spigolosa che, nella sua disarmonia, rassembrava i contorni di una sagoma umana. Il Ventisettesimo giorno, durante la ventisettesima notte, sul finire della terza parte del quarantunesimo anno dell'alleanza, le anime dimentiche saluteranno il figlio, nato dall'attesa, dalla bramosia, dall'immobile osservanza. Il rumore di pagine sfogliate, prima ancora di una giovane voce, ruppe il silenzio in quel luogo imprecisato di Azumaido.

    Che possa vivere il Freddo e con esso il suo araldo! Viva Repun! L'uomo si tagliò la fronte, poggiando poi la testa insanguinata alla lastra di ghiaccio scheggiata. Viva Yukihyō! L'uomo conficcò il palmo della mano destra nell'oggetto che aveva incrinato il ghiaccio, forandosi l'estremità. Viva Yukitsubasa! . Sbuffò forte alcuni istanti, come a volersi rincuorare, cercando coraggio. Viva Hierai Portò il mignolo sinistro alla bocca e lo morse con forza fino a staccarselo per poi sputarlo a terra, davanti ai suoi piedi. AAAAAAAAARGH Ansimò ancora, con le lacrime agli occhi. Viva ... Musibi ... col l'estremità monca della mano che non ospitava più il mignolo, l'uomo disegnò un cerchio insanguinato sul ghiaccio. Viva ... Samuiyoake! La testa si mosse per orizzontale, unendo con una striscia insanguinata il cerchio appena disegnato con la chiazza di sangue impressa dalla mano ferita. Nasci dal nulla eterno del Freddo e transita per il corpo ed il sangue dei mortali fino ... alla pienezza del tutto. L'uomo si diede un forte colpo di reni, staccando la mano perforata e cadendo di schiena al pavimento. Nel giro di pochi istanti sarebbe morto dissanguato. Che la neve mi sia lieve. Disse, prima che un nuovo rombo terrificante otturasse le orecchie di tutti i presenti. Poi, un fulmine gigantesco colpì la grotta in cui si trovava, facendo crollare quel piccolo anfratto sotterraneo e sommergendo l'ambiente di neve.



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.


    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku



    OT | Questa è una mini-news GdR per Kiriani o personaggi che hanno motivo di essere a Kiri. La giocata ha un preciso e limitato numero di post e sarà principalmente descrittiva. Sono possibili scontri di varia entità e su scala variabile che dipendono esclusivamente dalla situazione e non dal grado o dall'energia dei players quindi ... occhio. Sono incentivati e premiati scontri pvp, se coerenti. La giocata ha un tempo di posting prestabilito che NON verrà prolungato corrispondente ad una settimana. Have a nice role. :^) | OT
  7. .
    La stanza, repositorio dei disegni delle quattro kunoichi, era rimasta abbandonata per anni.
    Ogni angolo era invaso da ragnatele.
    Shinodari osservò il locale con una sfumatura di disappunto, ma non si scoraggiò.
    Spolverò e rimise a posto le cornici sulle pareti, ripulì il pavimento fino a rendere le assi di legno splendenti.
    Purtroppo la maggior parte delle opere era andata perduta.
    Che fare?
    Tornò tempo dopo con un paio di porta pergamene.
    Ne estrasse il contenuto ed inserì le tele nelle cornici.
    Un granello di sabbia...
    Era pur sempre un primo passo.
    Non sapeva se sarebbe riuscita a ridare colore a quel luogo desolato, ma poteva provarci.




    Shinodari e Shaina, FF X-2
    2014



    Hiris Majenta, jedi consolare
    2017

    Eh si, sono partita con disegni arcaici.
  8. .

    L'Ombra del Sangue


    I




    Sono passati 4 giorni da quando ho detto a mio nonno della volontà di diventare un ninja. Potrei tranquillamente classificarli come i 4 peggiori giorni vissuti fino ad ora. Non mi era mai capitato di vedere mio nonno così. La mattina esce di casa senza salutarmi e senza insistere perchè io lo segua a pescare per rincasarsi poi alla sera tarda. Pensandoci, è quello che ho sempre sperato in tutti questi anni, ma ora non ne sono così felice. A stento mi parla e se lo fa è soltanto per rispondere con dei monosillabi a delle mie domande. Ma alla fine non ho bisogno di lui, a breve inizierò la mia carriera da ninja e non dovrò pensare più a nessuno se non a me stesso.

    Da quando mio nonno non mi costringe ad andare al lago, le mie giornate sono sempre vuote. Provo a riempirle con una camminata intorno al quartiere, ma questa camminata dura poco e finisco per ritrovarmi sempre sul percorso che porta esattamente a quel dannato lago. Ormai è una maledizione, ti odio. Avrei dovuto vivere una vita diversa dissi ad alta voce mentre ripercorrevo quella strada. Volevo autoconvincermi che la colpa fosse di mio nonno o della morte dei miei genitori, ma sapevo che non potevo additare a loro tutto questo.

    Tra un pensiero e l'altro la passeggiata continuava fino a quando non arrivai esattamente in riva al lago. Non ero troppo distante dal posto preferito di mio nonno, ma sapevo che li non poteva comunque vedermi. Ero tranquillo, inclinai leggermente la testa per guardarmi riflesso nell'acqua. Tu ormai mi conosci. Sai esattamente tutto quello che so io. Anzi, sono convinto che in questo momento mio nonno ti sta raccontando chissà quante altre cose.
    Appena finita la frase la mia espressione sul volto cambiò. Mi pervase un senso di odio. Preso il primo sasso da terra, lo lanciai dritto verso l'acqua per interrompere la visione di me stesso. Fanculo continuai irritato.

    Dopo quel piccolo attacco d'ira mi rimisi sulla strada del ritorno. Ormai il tramonto stava lasciando spazio al crepuscolo e non volevo tornare a casa più tardi di mio nonno. Per tutta la strada del ritorno non pensai a molto. Il mio unico pensiero fu al giorno successivo, sperando a una qualche novità. Ormai mancava poco a casa mia, l'oscurità avvolgeva tutto l'ambiente circostante e una leggera foschia sembrava presagire l'arrivo di una fitta nebbia.
    Mancava una decina di metri prima della porta di casa quando iniziai a sentire qualcuno chiamarmi Ti... ti prego Kaido... Aiutaam. Un brivido mi attraversò tutta la schiena. Mi girai di scatto e l'immagine che mi si presentò davanti mi lasciò senza parole. A terra a pochi metri da me c'era mio nonno, ricoperto di sangue con una mano verso di me per chiedermi aiuto. In quel momento non riuscivo a trovare la lucidità di reagire. La mia pelle diventò di un bianco cadaverico e iniziai a sudare freddo.

    No..No..Nonno! Cosa è successo? balbettai faticosamente.

    In quel momento non sapevo cosa fare, volevo raggiungere mio nonno ma la visione di tutto quel sangue mi lasciava interdetto. Le gambe diventarono pesantissime e non riuscivo a fare nulla per quanto avessi voluto aiutarlo. Lui continuava ad avvicinarsi verso di me porgiando la sua mano e chiedendomi aiuto e io continuavo a rimanere li, immobile, come ad aspettare che qualcuno prendesse in mano la mia vita, senza far nulla ancora una volta. In quell'istante mi sentii una formica. Realizzai di non essere abbastanza forte nemmeno per aiutare mio nonno, e probabilmente la via del ninja non era adatta a uno come me. Ma neanche il tempo di finire questo pensiero che il corpo di mio nonno si trasformò in un mucchio di corvi gracchianti. In quell'istante non riuscivo a capire più nulla, mi sembrava di vivere un brutto incubo quando sentii sussurare all'orecchio Da questa parte, Kaido Okada.
    Mi girai nuovamente di scatto, un volto mai visto prima mi guardo con un espressione assetata di sangue. Aveva dei lunghi capelli bianchi raccolti dietro e un occhio coperto da quello che era il coprifonte del villaggio di Kiri.

    Un ninja? pensai. Ma non feci nemmeno in tempo a realizzare che mi passò tra i pensieri un'immagine raccapricciante. Lui e il suo macabro sorriso mentre mi trafigge il suo kunai sul petto. Ogni colpo del kunai era preceduto da un suo Sei debole. Urlato sempre più forte e divertito da quel momento.

    Più restavo li fermo e più capivo che la mia morte era vicina. Non so cosa volesse questo ninja da me, ma ho capito che si sarebbe divertito a farmi soffrire. Purtroppo non ero in grado di muovermi. La paura non si era ancora liberata di me, mi teneva li, stretta tra le sue braccia. Non aveva tutti i torti a darmi del debole, lo sapevo anche io e questa consapevolezza di me stesso mi ha sempre dato fastidio.

    Più passavano i secondi e più le immagini diventavano raccapriccianti. Prima continuavo a vedere il mio corpo pieno dei suoi kunai trafitti. Poi mi passò per la mente l'immagine di lui mentre mi taglia i singoli arti, lentamente per farmi soffire. Avevo ormai capito che star qua significava andare incontro al dolore.

    Co..cosa vuoi da me? gli chiesi con una voce tremante. Il ninja non rispose e due secondi dopo sentì un durissimo colpo al collo. Probabilmente il colpo mi era stato inflitto da un suo compagno, ma non ci capii molto. Quel colpo fu talmente forte che mi fece appannare la vista prima di farmi svenire completamente.

  9. .

    Intrecci del Fato


    Epilogo


    Atto IX
    Oscure Macchinazioni


    [Hideo]

    Le parole del suo avversario in punto di morte suonarono come una ammaliante bugia: la cieca e profonda fedeltà verso il villaggio faceva propendere Hideo nel non credere a quanto stesse sentendo ma il fatto che non avesse modo di verificare le accuse dell'uomo instillava in lui un dubbio profondo, sincero, cui opponeva tutto se stesso per non credere. Ma, ripensandoci e riacquisendo la calma e la freddezza tipica dei ninja della Nebbia, il giovane controllore di Mondi realizzò che c'era un modo per levarsi ogni incertezza, per mandar via le nubi del dubbio dalla sua offuscata mente. Doveva soltanto tornare da Yusica e da me, il suo Kage ed esporre i dubbi che attanagliavano i suoi pensieri. L'avrebbe fatto in un modo piuttosto curioso, senza dubbio.
    Infatti, contrariamente da quanto io e l'Alta Sciamana ci aspettassimo, Hideo si presentò ... duplice, se così possiamo dire. Quando bussò alla porta, esausto e tremendamente spossato, non ci aspettavamo di vedere che fosse accompagnato. Il dono che aveva dato al villaggio gli aveva permesso non solo di tornare ma anche di garantire per l'uomo che l'accompagnava. In altre circostanze e con altri meriti, infatti, sarebbe stato praticamente impossibile, anche dimostrando in svariati modi che si trattasse in realtà di un'estensione di se stesso, riuscire a portare un altro straniero all'interno del Villaggio, per quanto si sarebbe potuto impegnare nell'assumersi le responsabilità delle azioni del suo doppio.
    Yusica, infatti, guardò leggermente di sbieco Hideo, con sguardo severo e crucciato ma non evidentemente ostile, lasciando poi che il ragazzo spiegasse la questione e guadagnasse un posto a sedere extra per quella propaggine di sé che si era portato dietro. Io, nel frattempo, mi ero adoperato nel creare alcuni tonici che potessero rinvigorire i miei ninja una volta questi fossero tornati. Avevo anche un'altra questione in sospeso che esternai non appena vidi la Pantera prendere posto. Yusica, puoi far iniziare a scaldare la fucina? Porsi poi un bicchiere contenente un liquido azzurrino al giovane, mentre la Sciamana, senza muoversi, faceva giungere sulle gambe di Hideo una porzione di citatap, una zuppa locale a base di interiora di svariati animali. Nonostante la zuppa fumasse e quindi fosse realmente bollente, la tazza in cui era contenuta, quando si posò sulle gambe del giovane, risultò stranamente fredda.
    Fu a quel punto, a suo agio e pronto a rifocillarsi, che giovane kiriano espose i suoi dubbi. Lo shinobi a cui apparteneva questo corpo mi ha parlato di qualcosa di cui non ero al corrente, un jutsu così potente da tener intrappolati all'interno di Kotetsu Sakura tutti i suoi abitanti, una tortura infinita, noi della nebbia abbiamo liberato quel luogo..allora perchè questo ninja pensava che volessimo ricreare quel jutsu e riprendere la tortura in quel luogo? Il mio sguardo si posò su di lui, giungendo severo ed inespressivo da dietro le fessure dell'elmo. Tacqui alcuni istanti, fissandolo, prima di rispondere a quella domanda. Quell'uomo ti ha raccontato verità e falsità mescolate, creando una visione distorta di qualcosa di nobile. Quanto ti ha detto sul passato del Ciliegio d'Acciaio, infatti, è vero. È merito dei tuoi compaesani, Youshi Tokugawa, Fudoh e Ryuu Mizukiyo, se Kotetsu Sakura è stata liberata da quell'eterno jutsu d'agonia che ti è stato descritto. È falso, invece, il fatto che si stia lavorando per perpetrare quella tecnica proibita. Feci una pausa. Non
    è solo falso, è una vera e propria follia. Quanto Kiri e Azumaido stanno facendo è semplicemente restituire alla gente di questo luogo le sue tradizioni.
    L'Alta Sciamana mi interruppe, a questo punto, cercando di far capire anche il motivo per cui Azumaido - in particolar modo il suo Villaggio e quello di Munkeke - stesse collaborando a tale progetto. Questa terra, infatti, un tempo era abitata tanto dagli uomini quanto dai Kamui del Freddo. I più importanti tra loro, sotto la guida saggia e infallibile di Repun Kamui, la Balena Volante, donavano la loro benedizione ai singoli villaggi, facendo vivere gli uomini in una prosperità ed una forza oggi inimmaginabile. Quei tempi sono lungamente dimenticati e dei sei Kamui guardiani si è quasi perso notizie. Alcuni villaggi, negli anni, sono arrivati perfino a negare l'esistenza dei Kamui che non fossero quelli protettori del loro tuskur. Ognuno percepisce i propri vicini come estranei, come stranieri, come barbari che venerano altre divinità quando, invece, il Freddo è onnipresente e onnicomprensivo, abbraccia tutti allo stesso modo ... soltanto con forme ed emissari diversi. Se, curiosamente, Hideo avesse chiesto, ad uno dei partecipanti della missione che a Kiri risultava denominata Il Tempio del Gelo, qualcosa a riguardo, non gli sarebbe stato negato il racconto, infatti, di Ipokash e di come credesse che Yukihyō Kamui, il Kamui Leopardo delle Nevi protettore del villaggio di Yusica, non fosse altro che una leggenda.
    Le curiosità del ragazzo su quel luogo, però, non si arrestarono ma anzi, esponendole, disse qualcosa che avrebbe evidentemente turbato Yusica. Sul volto della donna, infatti, comparve una sincera e profonda espressione di sgomento. Lord Mizukage, cosa ne sarà di Kotetsu Sakura e di Azumaido, quali saranno i piani per il futuro di questo posto? E Momin sicuramente centra qualcosa con questo! ne sono più che sicuro! chi è quel ragazzo? Momin?! Che c'entra quell'abominio?! Kensei, cosa significa tutto questo?! La donna voltava lo sguardo spasmodicamente tra me e il genin. Portai la mano metallica alla porzione inferiore dell'elmo, quella che interessava il mio mento, incuriosito. Non ne ho idea, Yusica. Momin, da quanto sappiamo, è stato sconfitto dai miei Chunin. Dove hai sentito quel nome? Avrei discusso la questione con Hideo in un secondo momento. Mi apprestai però a rispondere alla prima parte della domanda ed a tranquillizzare la donna. Kotetsu Sakura verrà ripristinato come villaggio: presto verrà ripopolato e godrà di nuova vita. Come ti dicevo prima, fa parte della volontà di richiamare i Kamui su queste terre. Mi avvicinai a Yusica, ponendole sulla spalla la mia mano di carne. Siamo qui per garantire che qualsiasi problema venga risolto. Non ero capace di provare emozioni positive, quindi quel gesto parve e venne percepito sicuramente come qualcosa di freddo e distaccato. Ed io non fallisco mai.

    [Sekiro]

    L'infido sunese illusionista calcolò male le tempistiche delle sue difese, al punto da venir preso in controtempo proprio mentre cercava di rendersi difficilmente affrontabile, ovvero cercando di mettere una discreta distanza tra lui e il taijutsaro.
    La calotta polare creatasi con la bomba gelo venne efficacemente distrutta ma quando provò ad allontanarsi, il Lupo ebbe tutto il tempo per calcolare la traiettoria di quel movimento ed agire d'anticipo: quando il sunese scattò all'indietro per disingaggiare, infatti, il neo-kenkichi lanciò la sua bomba gelo alcuni metri dietro l'uomo cosicché, quando balzò per allontanarsi, si ritrovasse esattamente nel punto in cui il secondo ordigno kiriano lo minacciava. [Note]Non sono ancora persuaso dalla dinamica di questo AdO ma lo do per buono: ti rammento però che l'Ado interrompe le azioni a metà, quindi, nel caso di un allontanamento di x metri, interrompe l'azione dell'avversario a x/2 metri.
    Ti abbono lo slot azione che ti sarebbe necessario per raggiungerlo, dopotutto avevi ancora lo SMG, anche se sei azzoppato.
    Con uno scatto fulmineo, poi, lo Shinobi d'Ashina chiuse le distanze e, con la Lama Kenkichi rinfoderata, si esibì in un poderoso calcio alla bocca dello stomaco del suo avversario che poco poté fare per schivarlo data sia la velocità del colpo, sia la sua praticamente impossibilità di muoversi.
    Il volto si contorse in una smorfia di dolore annaspante aria mentre l'uomo portava le braccia al petto come a cercare di stimolarsi a mano la respirazione. Con una esternazione di pietà che sicuramente non mi sarei aspettato, Sekiro tuonò, vincitore, una proposta che il ninja non esitò a cogliere al balzo, vedendo la possibilità di non lasciare le penne in quella gelida radura. Dovettero passare però alcuni istanti prima che l'uomo tornasse capace di respirare normalmente e parlare. Dimmi chi sei e cosa fai qui ad Azumanido. Se quello che udiranno le mie orecchie mi soddisferà, potrei anche lasciarti andare… I-I-Io sono solo un archeologo privo delle inibizioni morali dei miei colleghi. Disse candidamente. Mi guadagno da vivere come posso ... tutto qua. Non c'era chissà quale elevato motivo dietro le sue azioni di brigantaggio. Ma se, per una volta, volessi interessarmi a cosa è giusto ... bhè, sicuramente raderei al suolo quel posto. Le anime della gente che ha patito al Ciliegio d'Acciaio ancora gridano di dolore, quasi come se tutto quello che avessero passato ancora non sia terminato. La notte si sentono grida di tormento e risate nefaste rompere il silenzio che le immobili stelle gettano sulla terra. C'era del rammarico nelle sue parole. Sai quello che si dice su quel posto no? Un potente ninja aveva costretto i suoi abitanti a centinaia di anni d'agonia, immobilizzati nel tempo, incapaci di morire, perennemente costretti a provare la paura, il terrore della realizzazione di star per morire ... ma senza mai realmente morire. Si scosse il brivido di dosso. A me di queste cose non è mai fregato niente però ... quindi, se vuoi che me ne vada, lo farò. Me ne andrò e non metterò mai più piede in questa isola maledetta. Lascerò tutto quello che ho preso, te lo giuro ma, per favore ... non uccidermi! L'uomo portò le mani sopra la testa, abbassando il capo, mostrandosi definitivamente sconfitto. Eheheh, un potere immenso ed una fantasia altrettanto grande quella di questo shinobi che ha maledetto questo posto. Tuonò l'oscuro drago d'odio e rancore che abitava Sekiro. Ma anche il potere dell'agonia eterna non è niente in confronto a quanto possiamo fare insieme, Lupo. Una risata gutturale e mefitica attraversò la mente del ninja di Ashina. Ma non c'è tempo da perdere con queste nullità. Forza, uccidilo e torniamo ad occuparci delle cose più importanti. Il comando di Kutsu sarebbe stato chiaro e non avrebbe gradito insubordinazioni. Il suo controllo sulle membra del giovane, però, era ancora acerbo e non sarebbe riuscito a fare alcunché se non arrabbiarsi ed inveire se Sekiro non lo avesse ascoltato.
    Qualsiasi fosse stata la scelta finale, comunque, era davvero tempo di rimettersi sui propri passi e tornare da me ed il suo compagno.

    [Insieme]

    Tornato al tuskur di Yusica, Sekiro sarebbe stato indirizzato in un luogo diverso dalla casa della Sciamana da un villico lì presente che aveva ricevuto istruzioni in merito. Si trattava di una casupola di pietra a pianta quadrata, molto semplice e discretamente piccola, dal cui comignolo, di dimensioni piuttosto maggiorate rispetto a quelle ordinarie, usciva una gran quantità di fumo. Avrebbe notato, avvicinandosi all'edificio, che tutt'intorno ad esso c'era molta meno neve di quanta ce ne fosse intorno alle altre abitazioni. Non appena fosse entrato avrebbe immediatamente capito il motivo: era la fucina del villaggio ed il calore immane che proveniva da quell'edificio lo rendeva quasi un miraggio rispetto al panorama dell'isola gemella di Genosha. Yusica subito si mosse per portare al giovane la bevanda azzurrina che avevo preparato anche ad Hideo e la solita tazza di citatap caldo, questa volta però non sfruttando i suoi poteri, dato l'ambiente circostante. Se sei qui vuol dire che hai completato la tua missione. Dissi, chino sul banco da lavoro, senza voltarmi, oscurando completamente alla vista del giovane ciò su cui stavo mettendo le mani. Raccontami quanto è accaduto. Domandai, mentre ancora gli davo le spalle. Hai incontrato anche tu Momin, per caso? Domandò Yusica, ignara di quanto avrebbe scatenato nella mente del Kenkichi. Sì, perché Sekiro avrebbe nuovamente sentito il Drago Nero d'Ashina gridare d'odio e rancore, aggrappandosi alla sua anima e trascinandolo nel suo mondo interiore a forza. QUEL MALEDETTO BIONDINO! Gridò il drago gigantesco, digrignando i denti. L'INFAME CHE HA UCCISO IL RYUUKISHI DI MIA MADRE. Ovvero l'uomo cui somigliava lo pseudo-Demone della Prova che lo aveva attaccato qualche ora prima. Lui e quei suoi mondi ... i suoi mille corpi. Per venire riammesso nel clan ... tsk. Quella la giustificazione che disse a Etsuya mentre stava morendo. Essere riammesso nel clan di cui non era capace neanche di usare la tecnica segreta! Kutsu era ignaro del reale motivo per cui Momin volesse venire riammesso dopo che gli furono assegnate l'Elmo e la Spada del Paria ma forse, con una buona dose di intuizione e con qualche informazioni in più sui dettagli, avrebbe potuto intuirlo. Il Kenkichi rinnegato aveva pianificato la sua vendetta: essere riammesso nel clan era il primo passo per poter mettere in moto le sue barbariche tecniche proibite e annichilire e violentare per l'eternità coloro che lo avevano deriso ed esiliato.
    Ma, girandomi e mostrandogli i due oggetti che avevo in mano, la sua mente venne nuovamente ritratta verso il mondo reale, strappandola dalle grinfie dell'oscuro drago. Abbiamo bisogno di un medico per un innesto corretto e completo, ma per il momento ho effettuato una modifica che ti permetterà di utilizzare la protesi il tanto necessario per prenderci confidenza finché non torniamo a Kiri. Nella mano destra vi era un piccolo marchingegno sferico, sulla cui superficie erano presenti alcuni piccoli uncini avvitanti; nella mano sinistra vi era, invece, un semplice braccio meccanico, spartano per caratteristiche ma facilmente occultabile, se desiderato. Giunti a Kiri, dove ho tutti gli attrezzi necessari, potrò modificarlo come preferisci. Potrò anche aggiungere degli speciali meccanismi, se lo riterrai opportuno. Dissi, attendendo che lo Shinobi recuperasse gli oggetti. [Note]Siccome sto facendo adesso la giocata per i meccanismi, mi sembrava carino dare l'input per parlare della cosa del braccio-rampino in un'altra giocata. Inoltre, in questo modo, possiamo dire che l'arto fatto qui era soltanto "di prova", come ho fatto nel post, e poi sostituirlo con uno completo e ad immagino di quello che preferisci in futuro. Quell'oggetto che vedi insieme alla protesi è un sistema d'ancoraggio dell'arto. Sostituisce l'articolazione della spalla, quindi necessita di una complessa operazione per essere inserito, ma permette movimenti altrimenti impossibili dell'arto. Per uno spadaccino è un vantaggio discreto. Commentai mostrando come il mio braccio sinistro non avesse problemi a ruotare di 360° sul proprio asse e di muoversi dietro la mia schiena come se si stesse muovendo davanti a me. [Equipaggiamenti]Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale [Vario]
    Questo sistema consiste in una base ancorata all'osso con un perno inserito nell'osso stesso per garantire stabilità. Può sostituire totalmente un'articolazione. Al centro della base è presente una concavità semiferica che permette l'ancoraggio di Arti Artificiali compatibili. Ogni sistema di ancoraggio può ospitare un solo Arto Artificiale.Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 15)
    [Da studente in su]

    Arto Artificiale Kiriano Base [Potenziamento]
    Si tratta di un vero e proprio arto metallico che l'utilizzatore dovrà sostituire rispetto ad un arto che ha perso o decide di amputarsi. Sarà completamente utilizzabile per effettuare tecniche avanzate e potrà impastare chakra. Tale arto può essere utilizzato come alloggio per ospitare armi, protezioni o altri oggetti di pari dimensioni, a discrezione dell'utilizzatore e pagandone il costo. Questo arto artificiale è richiede un "Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale" per funzionare. Rispetto al "Sistema di Ancoraggio" l'arto artificiale può muoversi su tutti e tre gli assi liberamente con un'ampiezza massima di 180° consentendo movimenti anche non normalmente possibili da un'articolazione normale.Tipo: Supporto - Contusione
    Dimensione: Media
    (Potenza: 15 | Durezza: 3 | Crediti: 80)
    [Da genin in su]
    Misi poi una mano nella tasca interna dell'armatura, estraendo un piccolo rotolo di carta simile ad una caramella. Questo, invece, è per te, Hideo. Mi avvicinai al giovane, porgendo l'oggetto che poi si sarebbe rivelato un tonico di mia creazione. [Equipaggiamento]Tonico Sensibilizzante Minimo [Tonico]
    Ingerendo questo tonico l’utilizzatore accentua tutti i suoi sensi, ottenendo +1,5 alla Percezione per 2 round. Dose Massima: 1 al giorno.
    Tipo: Tonico – Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Potenza: 1 – Durezza: 1 – Crediti: 30
    [Da chunin in su]
    Non era niente di eccezionale ma, provvidenzialmente, per le capacità che aveva sviluppato quel giorno, poteva rivelarsi davvero qualcosa di prodigioso. Il vostro lavoro qui, oggi, è terminato. Avete onorato Kiri e, di questo, ne sono contento. Ci vediamo tra due giorni in Amministrazione. Ho alcune cose da comunicarvi. Poi, rivolgendomi a Sekiro. In quell'occasione mi dovrai dire se avrai intenzione di sottoporti all'operazione per l'inserimento del sistema d'ancoraggio. Avremo anche il medico che si occuperà di tale evento in Amministrazione con noi.
    Uscendo, avrebbero trovato Kakuresata e Kyofu pronti a scortarli, in volo, a Kiri. Io avevo ancora alcune questioni da svolgere con Yusica ad Azumaido, ma, soprattutto, avevo qualcosa da recuperare a Kotetsu Sakura.

    [Alcuni giorni prima]


    Cosa sei disposto a fare per me perché io condivida con te i miei segreti? Col volto improvvisamente serio, Momin avanzò questa semplice domanda. Tutto il necessario. Risposi io. Il ragazzo, allora, tornò a ridere con quei suoi occhi sempre a metà tra l'allucinato ed il disperato. Allora ho solo due richieste, per tua fortuna. Si avvicinò con le mani dietro alla schiena. La prima, la più semplice: voglio un allievo! Tanta arte, tanta intelligenza non possono essere solo da monito per gli altri. Devo avere qualcuno che sia in grado di replicare le mie imprese ed aiutarmi a crearne di nuove ... o meglio, di più grandi! Annuii leggermente. Ti farò trovare la persona giusta al momento giusto. Commentai. Bene, bene ... la seconda ha a che fare anche con la tua richiesta. Sai, in gioventù, quando iniziai a creare il mio capolavoro a Kotetsu Sakura, mentre mi igegnavo per comprendere come poter fare per soggiogare tutti quei poveri cretini, dovetti rientrare nelle grazie dei membri del Clan andando ad uccidere un uomo in terre lontane. Un Kenkichi che aveva disertato o che si era allontanato dalla vita di Clan, non ho capito ma non è neanche importante. Parlava della cosa come se stesse parlando dei più schifosi organismi che la terra avesse partorito e la cosa mi disturbava non poco. E fu durante quell'evento che incontrai quel tizio coi capelli verdi... come si chiamava ... Tenson Korin. Oh, sì, lui, proprio lui! Mi disse che aveva avuto una visione sul sottoscritto. Mi disse che anche io, in qualche modo, avrei raggiunto una forma di immortalità impura, niente a che vedere con il Siero Benedetto di cui si riempiva tanto la bocca e che aveva lasciato a Etsuya, l'uomo che mi fu ordinato di uccidere. Iniziò a camminarmi intorno, divertito. A me, come sai della vita eterna e di tutte queste menate da supercattivi dei fumetti non mi interessa niente. Io voglio che viva in eterno solo la bellezza, l'arte, la perfezione! Il mondo deve essere il solo spettatore di opere ineguagliabili, pure, sublimi! Emisi un suono gutturale, simile ad un ringhio dimostrando come stessi perdendo la pazienza. Non sono qui per ascoltare nuovamente la storia della tua vita, Momin. Dimmi solo quello che devo sapere e come fare ad ottenerlo. L'uomo tornò a ridacchiare soddisfatto. Va bene, va bene, non c'è bisogno di scaldarsi tanto! Fece una linguaccia piuttosto infantile. Alla fine l'immortalità l'ho raggiunta davvero e con un metodo piuttosto semplice: ho diviso la mia anima e l'ho racchiusa in alcuni oggetti. Finché non verranno distrutti tutti, nel giro di alcuni giorni, se anche un singolo oggetto dovesse essere spezzato, briciato, fuso o qualsiasi altra cosa si proverà a fargli, esso verrà a riformarsi. Ho racchiuso 技術 Gijutsu, la porzione della mi anima che riguarda le mie capacità, nel primo Ricevitore di Chakra che ho mai brandito. Più simile ad una siringa che ad un reale ricevitore, avrebbe indirizzato anche parte dei miei studi futuri sul corpo umano. Ho racchiuso Haji, la parte della mia anima che rimembra la vita da rinnegato nell'Elsa della spada del Paria, la spada di scherno che quelli come te affidavano ai membri del clan che non riuscivano a sviluppare le abilità di sangue. Ho racchiuso 横たわる Yokotawaru, all'interno dei ninnoli votivi delle divinità Kenkichi, cosicché non potessi mai dimenticare l'arte che ho sempre ripudiato. Ho sigillato 復讐 Fukushū all'interno del mio Elmo, cosicché il volto che mi era stato affidato diventasse poi il volto che i posteri non avrebbero mai più potuto scordare. Ed infine, ho nascosto 知識 Chishiki all'interno di questo tomo. Compiendo i sigilli necessari alla tecnica del richiamo e toccando un sigillo che aveva sotto l'orecchio sinistro, Momin evocò un pesante e grosso tomo che mi porse. È qui che ho appuntato e custodito i segreti di questa conoscenza d'immortalità da me ideata. Me lo porse ed io feci per raggiungerlo ma, quando stavo per afferrarlo, lo fece nuovamente scomparire, pareggiandolo. Avrai i miei segreti solo quando io avrò le mie richieste, Kensei. Ora va'.
    E con quelle parole che riecheggiavano nella mia testa mi svegliai sulla fredda terra del tempio della appena riscoperta Kotetsu Sakura. L'Elmo di Momin, che avevo indossato pochi istanti prima, era al mio fianco, sul pavimento, davanti alla grossa stele di cui mi aveva raccontato il Tokugawa. Mi alzai, guardandomi intorno alcuni istanti e pensando al da farsi. Raccolsi infine l'Elmo e, a passi tardi e lenti, mi incamminai verso la superficie. Sapevo cosa dovevo fare.





    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

  10. .
    [Continua da qui: Link]

    Robatayaki Bistro


    III

    Ero un infante quando mia madre se ne era andata, i ricordi dell'ultima volta che avevo ricevuto un abbraccio risalivano al mio quinto anno di vita. Per questo, cercando di far emergere dal mio inconscio momenti di gioia con lei, nella mia mente visualizzavo solo immagini confuse, ma tutte accumunate da un unico elemento: il candore. Non per i suoi abiti, scuri come la tradizione del clan voleva, né per i suoi capelli corvini, ma per quel sorriso splendido e la luce, che nei pochi ricordi che avevo di lei, inghiottiva ogni elemento che ci circondava ponendo quei momenti in un luogo ultraterreno e atemporale.
    Questo momento di reminiscenze fu come un fiume in piena nella mia mente, da quando il severo nonno Ossuri aveva avviato il mio addestramento, non avevo mai avuto modo di ripensare a Hikari. I primi sporadici tentativi di chiedere di lei, gli inevitabili lamenti di un infante che non vede più la madre, vennero ogni volta stroncati sul nascere: il fine dell'addestramento - oltre alla preparazione fisica - contemplava una ferrea educazione sentimentale. Le emozioni, infatti, erano debolezze dell'animo, ostacoli che andavano limitati per rendermi una fredda arma nelle mani di Kiri, la fedele ombra del Mizukage al suo servizio - se mi fossi dimostrato degno - e ninja capace di ogni azione senza la tedia del rimorso. Per raggiungere questo obiettivo, mi venne fatto dimenticare - per lontananza, per ignoranza - ogni emozione o sentimento, strinsi un legame stretto e profondo, già da piccolo, con la morte. Mio nonno, Ossuri-sama, si rese conto del suo successo quando mi trovò sull'altalena, sporco del sangue dei nostri tre cani esanimi riversi a terra ai miei piedi. Fu felice nel vedere tale scena, mi premiò riducendo il carico d'addestramento il giorno successivo, quando si rese conto che non vi era una lacrima a solcare il viso ma solo uno sguardo freddo e un sorriso violento mentre studiavo il sangue tingermi le mani.

    Quel tuffo nel passato mi distrasse da ciò che stava accadendo attorno a me, quando me ne resi conto socchiusi l'occhio maledicendomi della mia leggerezza e stupidità. Fortunatamente Hideo-san aveva preso l'iniziativa conducendo i nostri passi verso un ristorante, il Robatayaki Bistro, un locale per kiriani - privo di inutili abbellimenti usati per attirare clienti stranieri - famoso nell'isola per la sua ottima cucina e i modi semplici con cui avveniva il servizio.
    Muovendomi con leggerezza tra i tavoli vuoti ne indicai uno in cui ci saremmo potuti sedere, si trovava in fondo al ristorante ad uno degli angoli dello stesso. Avrei, con il palmo aperto della mano invitato il nostro ospite a sedersi togliendo la sedia da sotto al tavolo, io mi sarei invece accomodato sulla panca lungo il muro, lasciandomi dunque vedere l'entrata, che sarebbe stata alle spalle di Febh-sama, e tutto il locale.

    Decisi di ingannare l'attesa con qualche domanda al nostro ospite, l'occasione di condividere un pasto con un ninja celebre come lui - sebbene fosse un'esperienza, diversa per la sua formalità, già avvenuta proprio con il Kage di Oto - era una situazione più unica che rara. Accomodai il mantello in modo che il mio braccio destro fosse libero di muoversi, mentre il sinistro rimanesse coperto dallo stesso, non mi piaceva - infatti - mostrare i segni della Bakekujira agli sconosciuti o ai ninja di grado inferiore del mio villaggio Febh-sama, durante una missione - tempo addietro - ho avuto modo di parlare con una sua collega: Hebiko-san dissi con tono leggero sistemando le bacchette sul tavolo Mi ha parlato molto bene di lei aggiunsi, omettendo in realtà come si fosse soffermata sulla sua estrosità e poco senso del lavoro Come sta? Non ho più avuto modo di vederla da allora. Volevo chiederle anche una curiosità, se mi permette domandai implicitamente lasciando che la piega delle labbra prima resasi sorriso tornasse a rendere il viso serio Quando mi disse di essere l'erede di Orochimaru, beh, ho avuto un sussulto. Posso chiederle se è la verità? Sa, lì per lì, ho pensato che fosse un po' una mitomane, non lo nascondo. Non vorrei sembrarle offensivo, ovviamente, è solo mera curiosità Conclusi accennando un sorriso, mentre Jinka usciva dalla cucina muovendosi verso di noi.
    Cosa ci consigli di assaggiare, Hideo-san?


    Perdonate il pippone introspettivo iniziale, ma era un'ottima occasione per dare un po' più di spessore a Youshi
  11. .

    Gocce di sangue
    e petali di Ciliegio


    Capitolo Uno


    Atto IV
    Assenze. †



    [Sekiro]

    Fu peculiare ascoltare la storia della vita di quel ragazzo: ebbi più volte una certa sensazione di deja vù, quasi come se stessi sentendo un racconto già sentito - se non, per certi versi, addirittura già vissuto. Eppure narrava di vicende passate vissute in luoghi lontani di cui le mie orecchie non avevano neanche mai sentito il nome. Lo osservavo mentre parlava, serio, distante; il ricordo di quegli eventi era ancora ben impresso nella sua testa e gli obblighi che aveva contratto non potevano abbandonarlo.
    La neve scendeva lenta, posandosi sulle membra metalliche del mio corpo, sull'elmo, sulle mie spalle. Il mio corpo era diviso dal calore della viva pelle, dove presente, e l'assenza assoluta di percezioni dell'acciaio. Ebbi un altro deja vù, ricordando le parole di Meika e pensando che, probabilmente, avrei dovuto ripeterle io stesso a quello shinobi, se la missione fosse risultata compiuta. Il ninja che m'accompagnava poi rallentò, con le sue parole che lentamente s'affievolivano, facendo a mia volta rallentare il mio passo. Del sangue gli scorreva dalla mano, mentre, col capo chino, si inchinava, facendo ammenda delle sue colpe. Andiamo. Dissi soltanto, senza né assolverlo né condannando, mantenendo la serafica distanza che il dubbio e l'autorità mi imponevano.
    E col termine della sua storia di draghi, sangue e tutorati militari, terminò anche il nostro viaggio.
    Scendemmo nel tempio, con Sekiro che seguiva i miei passi sicuri e collaudati nella profonda oscurità della prima sezione del tempio, illuminata soltanto dai primi raggi del mattino che filtravano dalle fessure tra i massi che componevano il tempio, rimbalzando e rilucendo sui candidi petali di neve che il vento ed il cielo ci donavano. Il ragazzo ascoltò con curiosità le mie parole, muovendosi con religioso rispetto in quel tempio sacro. Gli spiegai cos'era quel luogo, a cosa serviva, probabilmente, e perché, in un certo senso, ci trovavamo lì. Lui tacque, pur senza togliermi lo sguardo di dosso, interessato, magnetizzato dal potere attrattivo delle mie parole che, alle sue orecchie, suonavano come un pallido, distante, sfocato ricordo, qualcosa di simile ad una ninna nanna, ad una melodia rilassante che lo riportava là, ai tempi in assoluto più lontani dal momento in cui si trovava: ai tempi in cui il suo legame col suo sangue non era dimentico. E fu allora che percepii la Yakusoku parlare, parlare al giovane monco che avevo dinnanzi: ma la voce non fosse quella che ero solito udire. Era straniera, estranea, migrante, parlava con un accento oscuro, un dialetto di cui non conoscevo le cadenze. Sekiro, anche, parve sentirla e s'emozionò, catturato dall'apparente illusione della voce d'un morto che echeggiava dal passato in quei freddi ma vivi lidi del tempio. Miko-sama, siete proprio voi? Chiese, dopo aver rovistato tra i rottami d'armi, essersi chinato, ed essersi soffermato su di una elegante katana, prendendola. Sembrava che riuscisse a percepire chiaramente che la voce che sentivamo provenisse da quel ferro vuoto, vacuo, corrotto. Uno shinobi ha il compito di uccidere, senza abbandonare la pietà. Continuò, rialzandosi, prima di interpellarmi direttamente. Mizukage, Signore, cosa sta succedendo? Ha sentito anche lei tutto questo? Mi chiese, tra l'impaurito e l'estasiato, tra il preoccupato e lo stupito. Sei stato chiamato dalla parte di te che è Acciaio e Sangue. Dissi, mentre la spada ancora lo puntava. L'arma a quel punto s'abbassò, senza tuttavia ritrarsi. E se questo è accaduto vuol dire che, in qualche modo, tu sei un Kenkichi. Fai parte del Clan ed hai le capacità e la predisposizione necessaria per apprendere la nostra tecnica segreta. Mentre dicevo tale parole, provavo a comunicare con la Promessa ma senza risultato. Sembrava che il Figlio fosse restio a parlarmi, alla stregua di quanto successe al Lucchetto. In quell'occasione, la spada del fondatore rifiutava la mia udienza perché non voleva affrontare l'atrocità della storia che era stata costretta a scrivere. Questa volta, però, non percepivo la volontà di evasione alle mie domande: la spada non stava rispondendo nello stesso modo in cui un sordo non risponde ad una domanda. E la cosa mi turbava molto. Nonostante questo, alzai le braccia, lasciando che la Yakusoku levitasse in aria tra me e Sekiro. Chiudi gli occhi e lascia che ti guidi. Dissi, mentre, insieme, iniziammo a meditare. Non ci volle che un istante prima che il giovane kenkichi ritrovato realizzasse di essere nel mio mondo interiore. [Abilità]Carne e Sangue, Acciaio e Sangue
    Speciale: L'utilizzatore, meditando per cinque minuti, entra in comunione con la Yakusoku, scendendo nel suo mondo interiore per comunicare con essa. Se presenti una o più armi Kenkichi, altri utilizzatori della Tecnica Speciale consenzienti o membri del Clan Mikawa consenzienti, può accoglierli nel mondo interiore. Ciò che avviene nel mondo interiore è illusorio e non ha alcuna ripercussione nel mondo reale, anche il tempo scorre diversamente, dato che un round reale corrisponde a dieci round illusori.[Da jonin in su]
    Piccoli rumori di gocce d'acqua che cadevano e s'univano ad altra acqua avrebbero fatto capire al genin che la sua mente non era più nello stesso luogo del suo corpo. Il freddo di Azumaido era stato sostituito dall'umida oppressione che il mio mondo interiore generava, simulacro di odio e rabbia qual era. Un lieve strato d'acqua giaceva su tutto il pavimento. Aprii gli occhi un istante prima del Lupo, voltandomi a destra ed a sinistra in cerca della maschera d'osso e sangue della Promessa senza tuttavia trovarla. Questo non era normale. Al contempo notai, alle spalle di Sekiro, ancora meditante, un uomo. [Note]È l'anima della tua spada che hai fatto parlare prima. Te la lascio descrivere anche fisicamente, se vuoi. Randagio, sono qui. Disse l'uomo, chiamando Sekiro. Ne hai fatta di strada. Continuò, per poi ascoltare eventuali esternazioni del genin, al termine delle quali avrei preso parola. Devi sapere, Sekiro, che l'Anima di un Kenkichi è divisa in due parti: Carne e Sangue e Acciaio e Sangue. La Carne rappresenta il corpo in cui essa è rinchiusa durante la vita terrena. L'Acciaio invece è il corpo che assume alla sua morte. Nessun Kenkichi può dirsi tale se manca di una delle due. Tu, fino ad ora, mancavi d'Acciaio e Sangue. Indicai il fianco del ragazzo dove adesso non v'era più alcuna spada - in quel luogo non potevi portare oggetti con te. I Kenkichi, alla morte, si sottopongono al Giuramento dell'Acciaio, il rituale segreto di Clan che lega l'Anima del Kenkichi all'acciaio, rendendolo Acciaio e Sangue. In questo modo nascono le Lame Insanguinate, come guida e lume dei Kenkichi più giovani, legandosi in modo simbiontico a loro, divenendo un pezzo stesso della loro Anima, e completando la natura di Acciaio e Sangue e Carne e Sangue dei Kenkichi. Feci una pausa ma prima che potessi proseguire dei rumori di passi sull'acqua mi interruppero. Mi voltai per osservare chi stesse giungendo. Una figura esile, magra, emaciata si stava avvicinando, sopraggiungendo dalle mie spalle. Pareva avere qualcosa che gli vorticava intorno, qualcosa di grande e ... pericoloso, mefitico. Man mano che chiudeva le distanze i caratteri della sua figura si facevano più chiari: vestiva solo un hakama nero lungo, logoro ed insanguinato che gli giungeva sotto i piedi, senza però essergli d'intralcio. Il suo busto, nudo, presentava innumerevoli ferite e cicatrici, talune sanguinanti, talune ben rimarginate ma doppie e spesse. Il suo volto era indistinguibile, come oscurato da una patina d'ombra che ne teneva segreti i tratti somatici. I capelli, legati a crocchia sopra la testa in una acconciatura simile a quella di Sekiro stesso, gli scendevano lerci e spauriti sulle spalle. Nella destra aveva quella che percepivo chiaramente essere una Lama Insanguinata. Sekiro. Disse, con voce grave e cavernosa. Dimostrati degno o muori. Rimasi accigliato, senza capire quanto stesse accadendo. I Demoni della Prova - cioè quegli esseri che dovevano testare il legame tra il venturo Kenkichi e l'anima che si sarebbe unita a lui - erano solitamente veri e propri demoni, con volto infernale ed incapacità nel parlare. Questo, invece, sembrava essere un vero e proprio uomo o, per lo meno, ciò che di esso rimaneva.
    Capii che qualcosa non andava quando ormai era troppo vicino: ciò che sembrava vorticargli terribilmente attorno, infatti, si rivelò essere un gigantesco drago rosso, d'un rosso profondo ed intenso come il sangue.

    M-m-maestro? Balbettò l'anima che accompagnava Sekiro, in un singhiozzo balbuziente carico di paura e sorpresa. In un attimo, al fianco del Kenkichi comparve la spada che poco prima aveva raccolto nel tempio ad Azumaido. Era perfettamente utilizzabile, affilata e totalmente bilanciata. Del suo maestro, dell'anima che lo aveva scelto, però, non v'era più traccia. Sono qui, Randagio. Disse, parlando dal suo fianco. Se quello è davvero chi credo che sia e quella è Chikushou Shoujo ... ma non finì la frase che il ninja lo assaltò: un fendente rapidissimo, troppo rapido perché egli potesse effettivamente fare qualcosa - ma avrebbe potuto deviarlo, con una buona dose d'impegno ed abilità - lo colpì, facendolo sanguinare al braccio. Ma una piccola sensazione di forza e ristoro lo sopraggiunse. Attingi ai poteri di Clan, Sekiro. Donami un po' del tuo sangue e della tua energia perché io possa mostrarti i segreti del nostro potere! Disse l'uomo parlando direttamente nella testa del suo allievo, mentre il Lupo avrebbe potuto, dopo quell'attacco, scorgere una piccola finestra per provare a contrattaccare! [Note]In questo post vediamo di comprendere come si usano due delle 4 abilità della TS: Resistenza Sanguinaria e Tributo di Sangue.
    Il primo colpo di questo ninja misterioso è autoconclusivo perché serve ai fini di Resistenza Sanguinaria. Infatti, essa si attiva automaticamente al primo colpo subito e rimane attiva finché non ne subisci un altro. Ti dà tacche extra e gratis in resistenza, cosa che non è affatto male! Non ti preoccupare per l'eventuale calcolo dei danni: siamo in un mondo illusorio, al massimo vai in coma ma non muori. ;)
    Tributo di Sangue, invece, serve per potenziare la spada: Ogni 1/4 di basso impiegato potenza di 5 la spada. Al liv.I il potenziamento massimo è +10. Inoltre, ogni volta che usi tributo di sangue, per lo slot in cui lo usi (sia azione che tecnica! Tributo di sangue e tutti i potenziamenti similari concessi dalle ts si possono applicare su qualsiasi tipo di colpo, purché congruente), guadagni 1 tacca in velocità. Se diminuisci di 10 la potenza del colpo che stai eseguendo, puoi trasformare il danno in uno Status, cioè un DnT Medio, in questo caso un Sanguinamento (rinunciando a 10 di potenza (1 leggera) guadagni la possibilità di fare fino ad un danno medio (3 leggere) in 3 round (1 leggera a round). Non male direi!) Ricorda che i sanguinamenti ed altri status di questo tipo si applicano solo se il colpo colpisce un punto che può sanguinare (se colpisci un'armatura, per esempio, non puoi applicare sanguinamento).

    Ultime due cose: considera come se già avessi la caratteristica dei portatori attiva (quindi +3 tacche a Forza fisse). La Spada ha potenza 30. Buon post!

    Quell'uomo avrebbe senza dubbio massacrato Sekiro, se non fossi intervenuto. Richiamai a me la Yakusoku che tuttavia non comparve al mio fianco: stufo di essere bistrattato in quel modo, decisi comunque di intervenire, muovendomi a passi rapidi e funerei verso quell'essere. Non appena però stavo per compiere un secondo passo, una tetra mano nera avvolta in un altrettato scuro mantello mi fermò, impedendomi di proseguire. La sua maschera color avorio si stagliò davanti al mio elmo. [Immagine]Il Demone della Prova ha iniziato il suo combattimento e, come sai, nessuno può intervenire, pena la recisione del legame di Acciaio e Sangue e Carne e Sangue nel nuovo Kenkichi. La Promessa annuì, come a voler farmi intendere che fosse tutto a posto. Ma io avevo un terribile presentimento.

    [Hideo]

    Il lungo viaggio nella neve insieme all'Alta Sciamana proseguiva tranquillo per Hideo, che tuttavia era ancora tormentato dai dubbi che la mattina antecedente alla sua attuale missionelo avevano costretto a rivolgersi ad una figura spiritica del villaggio - per sua fortuna o sfortuna, dipendentemente dai punti di vista, non si era rivolto al grande sciamano Sanjuro. Così, esposto ciò che lo crucciava a Yusica, essa rispose, guardando l'orizzonte, come se stesse riflettendo sulle parole stesse che stava per pronunciare. Qui ad Azumaido crediamo che quando ci appare qualcuno in sogno è perché sentiamo degli obblighi nei suoi confronti, specialmente se la vediamo in difficoltà. Parlava chiaramente e con tono scandito la sciamana, come se stesse spiegando qualcosa a qualcuno che non aveva mai sentito argomenti simili. I sogni, inoltre, sono diretta intercessione dei Kamui. Il Freddo è sì il luogo d'origine dei Kamui ma è anche il luogo in cui noi sciamani entriamo in meditazione quando cerchiamo risposte per i nostri tuskur. Il Freddo, dunque, è come un edificio la cui chiave è stata smarrita dalla maggior parte delle persone. Solo in pochi riescono ad accedervi ma questo non significa che sia un luogo altro rispetto a quello di questo mondo. Può essere che i Kamui ti abbiano sussurrato qualcosa all'orecchio quando sei giunto su quest'isola la prima volta e il suo inconscio ti presenti tale sussurro come sogno ricorrente. Si voltò verso il ragazzo, poi, con aria severa ma aggraziata. Spero che questo possa dare qualche risposta alle tue domande.
    L'incontro con Momin invece seguì chiaramente i binari che il giovane biondo voleva dare alla discussione. Parlava con forza ed autorità, nonostante apparisse poco più che adolescente e sembrava non voler dare adito ad Hideo di uscire dal percorso che voleva che il dialogo seguisse: non era suo interesse farsi commiserare né cercare aiuto. Era sua volontà quella di apparire misterioso e fascinoso, come il grillo parlante - che è anche emblema del raziocinio! - di cui si narra in una storia per bambini occidentale. Sapeva quali corde tirare col giovane Hideo, quasi come se lo conoscesse, quasi come se, in qualche modo, sapesse quali erano le sue inclinazioni. Ed infatti il ninja seguì perfettamente ogni parola del reietto redivivo, ammaliato dall'idea del potere.
    Il particolare spiedo che gli era stato regalato venne abilmente sintonizzato con la propria impronta di chakra, permettendo a quell'oggetto di interagire solo ed esclusivamente con lui. La fase successiva si rivelò invece più complessa, straniante e dolorosa. La forza abbandonò per alcuni istanti il corpo di Hideo quando provò ad inserire sottopelle il suo spiedo ma la sua volontà e la sua resilienza non gli permisero di piegarsi all'atroce sofferenza che quel primo, inedito gesto gli portò e, dopo qualche istante, anche lui, come Momin, riuscì ad ergersi, munito delle sue prime protuberanze metalliche sul volto. Alla domanda sul perché avesse scelto lui ed avesse scelto proprio quel momento per insegnare a qualcuno la sua tecnica, Momin rispose con una scrollata di spalle. Sei l'unico che mi è parso affidabile e poi me ne sto per andare da qui: se non la insegno a qualcuno, non la insegnerò mai a nessun altro! Disse, con parole forse criptiche, mentre sul suo viso si dipingeva un sorriso per certi aspetti sinistro.
    Hideo, la Pantera, a quel punto si congedò, dirigendosi, come Momin gli aveva chiesto, a caccia di un qualche animale che lo aiutasse poi nella loro gara. La ricerca del genin si concluse quando trovò un'aquila: scelta peculiare quella di affidarsi ad un animale di quel tipo. Non era grande o grosso, non era spaventoso, non poteva contare di una estrema forza: tuttavia aveva delle caratteristiche incredibili. Era veloce, possedeva una vista eccezionale, ed i suoi colpi di becco gli permettevano di perforare qualsiasi tipo di carne - anche quella umana, se fosse stato necessario. La cattura di quell'animale avvenne in modo scaltro e capace, dimostrando l'ottima capacità strategia che Hideo era in grado di mettere in campo. Mossisi all'unisono, una volta che il processo di mondificazione nei confronti dell'acquila si era concluso, i due si rimisero sui passi precedentemente percorsi per tornare là dove Momin gli aveva dato appuntamento. Tuttavia il giovane biondo non era più lì ad attenderlo. A terra, giacevano, ancora vivi, per quanto orrendo ed improbabile potesse sembrare, inchiodati per gli arti al terreno attraverso degli spiedi di dimensioni molto grandi, sia il lupo che la lepre che in precedenza aveva visto manovrare da Momin. I due animali erano stati sventrati e le loro viscere erano sparse sulla neve di modo che il sangue e le interiora formassero una serie di ideogrammi recanti un chiaro messaggio. Da oggi sarai il mio allievo, che tu lo voglia o no. Ci rivedremo presto, Hideo. Poco dopo aver letto il messaggio, i due animali avrebbero iniziato a divincolarsi, evidentemente in preda ad un dolore atroce ed inimmaginabile, prima che i loro occhi divenissero bianchi e vitrei ed il loro corpo smettesse di tormentarsi.
    Cosa avrebbe fatto a quel punto? Gli restava ancora da cacciare un animale per entrare nel tuskur di Yusica, ponendo che non volesse consegnare l'aquila che aveva appena catturato dato che essa, adesso, era una vera e propria estensione del suo corpo. Era dunque nuovamente al punto d'inizio. Una domanda sarebbe sorta nella sua testa: che fare ora? Ma il fato non gli avrebbe dato tempo di rispondere. Un tremore avrebbe innanzitutto anticipato quello che gli occhi del giovane avrebbero visto, sia attraverso i propri che attraverso quelli del falco. Probabilmente attirato dall'odore del sangue, un gigantesco orso bianco si stava muovendo a grande velocità verso di lui: lo aveva puntato. Aveva davanti a sé la sua preda, c'era da capire se sarebbe riuscito a sopravvivere a quell'incontro. Un orso sarebbe stato un incredibile omaggio per il villaggio di Yusica. Doveva darsi da fare: dopotutto, erano due contro uno! [Note]Perdona il post corto e praticamente identico al precedente ma capirai a fine giocata il perché non ho fatto evolvere ora la trama. Come succede per Insider, prendiamo confidenza un po' con le meccaniche della TS. Quello che segue sarà per te un vero e proprio round di combattimento, quindi picchia 'sto orso!

    Nel post dovranno essere presenti le seguenti cose:

    - Un piccolo dataspoiler dove gli assegni le 5 abilità, le 3 tecniche avanzate, le 3 competenze (puoi dargli i controlli del chakra, se vuoi) e i 500 crediti equipaggiamento. Ricorda che le abilità sono condivise quindi puoi assegnargli solo roba che hai te in scheda.
    - Utilizzo di alcune delle abilità assegnate al Mondo attraverso il mondo stesso (se vuoi fargli lanciare gli spiedi della ts, puoi dire che lo fa sbattendo le ali, ad esempio).
    - Utilizzo di Disturbo di Chakra.

    Ovviamente questo non sarà il tuo mondo definitivo ma è soltanto un escamotage iniziale per darti modo di provare la TS prima di conquistarti il tuo personalissimo mondo. :)






    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

  12. .

    Gocce di sangue
    e petali di Ciliegio


    Capitolo Uno


    Atto III
    Strade diverse, segreti comuni. †



    I due genin ebbero un'idea comune quando dovettero fronteggiare il pericolo dell'improvviso cambio gravitazionale dovuto alla particolare situazione in cui lo Spirito Indomito II si ritrovò, evidente segnale che le molte avventure insieme li avessero portati a sviluppare una sorta di sesto senso comune, quasi un linguaggio istintivo che gli permetteva di comunicare senza un reale scambio di informazioni. Una fondamentale caratteristica che io e Youshi cercavamo di creare col progetto della Nuova Nebbia di Sangue e che, in alcuni casi come questo, sembrava dare ottimi frutti.
    Il viaggio con il vecchio Samoru, comunque, si concluse nel migliore dei modi, pur generando una serie di domande - completamente lecite - nella mente dei giovani genin di Kiri sulla mia capacità di scegliere le persone cui affidarmi. Non avrei reagito bene, se mi avessero posto quelle domande, ma non sarebbe stato complesso per loro, una volta tornati a Kiri, scoprire il motivo per cui Samoru godeva di tanta fama ai più alti piani dell'Amministrazione del Villaggio: fu un fedele uomo di Tsunade, la Mizukage che precedette Shiltar Kaguya, e servì Kiri ed i suoi uomini per molto tempo. Ebbe un ruolo chiave anche quando Cantha attaccò Kiri durante la famigerata Settima Riunione, quella che vide anche morire Seinji Akuma per mano dei suoi stessi compaesani. Il suo tempestivo intervento riuscì a contenere i già disastrosi danni che il Villaggio Segreto subì in quell'occasione. [Note]Se non avete letto quella giocata, dateci un occhio, anche solo sommario, alla parte finale per vedere di cosa parlo!
    Ci conto! Vedi di non perdere altri arti in qualunque sia la tua avventura qui. E se li perdi, per favore, non iniziare ad indossare maschere strane. Gridò Samoru al Lupo, facendo giungere fino alla sua posizione la sua terribile fiatella alcolica. Fiatella che non risparmiò neanche la Pantera, la quale, tuttavia, ricevette quasi uno sbuffo di cortesia come risposta. Ma Samoru era così: totalmente inconsistente ed apparentemente privo della più basilare delle nozioni di vita associata.
    Ricongiunti tutti insieme e sottopostici ai classici formalismi iniziali, ci mettemmo subito in viaggio separandoci poi dopo alcuni chilometri.

    [Yusica e Hideo]
    La Sciamana si chinò benevola ad ascoltare le parole del giovane ninja il quale le parlava contrito e pensieroso. Benché Yusica fosse certamente diversa dal sottoscritto, il suo volto non faceva trasparire calore ed affetto, piuttosto serietà e morigeratezza. Le rughe che giacevano sul suo viso, infatti, le donavano un'aura di austerità quasi regale, ammantando la sua figura di fascino ed eleganza. Nonostante questo, tuttavia, la donna non sembrava un distaccato simulacro di rigida marzialità quanto, invece, una illuminata saggia. Certo, Hideo, dimmi pure. Cercherò di aiutarti come posso, anche se sono convinta che le mie parole ti risulteranno piuttosto estranee e di difficile comprensione. Gli Sciamani che trovi a Kiri venerano divinità diverse e profetizzano in modi diversi. Il suo sguardo continuava a guardare l'orizzonte, quasi come se i suoi occhi stessero cercando qualcosa che il cielo volesse nasconderle.
    Quando i dubbi del Genin furono fugati, l'Alta Sciamana passò a dare indicazioni piuttosto chiare sul da farsi al giovane. Tra poco giungeremo al mio tuskur, al mio villaggio. Tuttavia non potrai entrare, almeno non finché io non annuncerò il tuo arrivo. A quel punto, il popolo dovrà scegliere se accettarti o meno. Per far sì che questo processo sia più facile, ti direi di portare qualcosa in offerta al tuskur. La donna fece una pausa, soffermandosi a pensare. Dovevano rendere quel processo abbastanza veloce, quindi pensò all'alternativa più semplice da proporre alla Pantera. Potresti cacciare qualche animale. Cibo e pelli sono sempre utili in questo posto, come ben puoi immaginare. Disse allora, alzando l'indice destro verso il cielo. Sì, credo che questa sia l'idea migliore. E mentre terminava questa frase, all'orizzonte, il kiriano poté notare un insediamento nella neve.

    Ben visibili anche da quella distanza, le case col tetto a spiovente reggenti la pesante neve perenne del luogo si stagliavano sullo sfondo, in contrasto col loro color del legno, disegnando un profilo chiaro e quasi estraniante rispetto all'ambiente: sarebbe stato lecito, infatti, aspettarsi un luogo primitivo, con capanne in legno come abitazioni, poco avanzato tecnologicamente. Invece il villaggio di Yusica pareva godere di vere e proprie casupole, evidentemente riscaldate col fuoco per via dei sinistri ed affascinanti giochi di luce che si potevano scorgere dalle piccole finestre anche dalla loro posizione. Ti consiglierei di andare nel bosco a nord-ovest da qui. È parte del cammino che dovremmo fare col tuo Kage ed il tuo comapgno per raggiungere Kotetsu Sakura in ogni caso, almeno così ti ambienti con un po' di anticipo rispetto ai tuoi compagni. E quindi Yusica si sarebbe congedata, camminando da sola verso il suo villaggio, abbandonando, almeno inizialmente il giovane alle intemperie del luogo.
    Camminando verso il bosco indicato, Hideo si sarebbe scontrato con la difficoltà di percorrere la neve senza camminare nella scia di Yusica. Grossi ed alti passi andavano intrapresi per potersi muovere con una certa facilità in quell'ambiente, sprecando dunque un buon quantitativo di risorse anche per un ninja come lui. Inoltre la fauna in quel luogo non era certamente vivissima: pochi animali potevano vivere nella rigidità di quei climi. D'un tratto, però, con la coda dell'occhio, mentre si faceva strada nella neve, il kiriano poté scorgere chiaramente una piccola macchia marroncina saltellare alla sua destra: era una lepre che, agile e scattante, zompettava arzilla in quell'ambiente ostile. Se la Pantera avesse provato a colpirla dalla distanza o seguirla, l'animale sarebbe immediatamente saltato sull'attenti, schivando il colpo ed iniziando a muoversi più velocemente. Non sarebbe stato un problema, per la Pantera, starle dietro ma riuscire a cacciarla con precisione e senza comprometterne l'integrità della pelle o delle carni sarebbe stato tutto un altro paio di maniche. Ad un certo punto però la lepre si sarebbe fermata, dando ad Hideo la finestra giusta per colpirla.
    Ma qualcosa lo avrebbe anticipato: un grosso lupo dal manto grigiastro, maestoso ed affascinante, sarebbe saltato da un piccolo cespuglio lì vicino, silenziosissimo e letale, ed avrebbe afferrato con le sue fauci la piccola lepre, saltando poi un'altra volta nel verde da cui era fuoriuscito. Non sarebbe stato difficile per Hideo, tuttavia, notare come quel lupo avesse qualcosa di particolare: lungo tutto il muso, incastonati nella carne, presentava come dei piccoli oggetti metallici. Sembrava, comunque, che quell'animale non lo avesse notato. E forse poteva seguirlo da debita distanza. Se anche l'avesse perso di vista, comunque, in ogni caso, non sarebbe stato difficile recuperare le sue tracce, dato che quel bosco era molto poco trafficato da esseri umani e dunque le impronte della fauna sulla neve rimanevano fresche molto a lungo. Il canide si sarebbe inoltrato molto nel bosco, giungendo vicinissimo ai siti di scavo del villaggio di cui io e Yusica avevamo parlato, Il Ciliegio d'Acciaio. D'un tratto, poi, il lupo si sarebbe fermato, voltandosi verso un albero e lasciando cadere a terra il leprotto, ancora vivo e nient'affatto ferito da quell'azione del lupo. E tu chi saresti? Una mano spuntò da dietro l'albero, allungandosi verso la lepre, riuscendo poi ad afferrarla prendendola da sotto la pancia. L'animale iniziò a respirare affannosamente ed a divincolarsi, evidentemente impaurito. Alla mano, poi, seguì il corpo ed il volto del misterioso "uomo".

    Un bambino biondo, forse all'inizio dell'adolescenza, con strette e lunghe orecchie a punta, se ne stava lì, davanti al ninja, senza scarpe, con piedi e mani gonfi e viola ed il viso emaciato. Sul viso erano presenti alcuni oggetti metallici non dissimili da quelli che anche il Lupo lì presente possedeva. Erano forse ore che quel bambino se ne stava al freddo e non sarebbe stato difficile per la Pantera comprendere che aveva bisogno di un qualche aiuto. Io sono Momin. Ti va di giocare con me? Disse, mentre portava un dito sul naso, estraendo un piccolo spiedo esattamente là dove sembrava possedere quelle strane protuberanze metalliche. Senza attendere la risposta del ninja, il giovane conficcò quello spiedo nel collo della piccola lepre. Lo spiedo penetrò in profondità fino a venir completamente assorbito dal corpo di quell'animale ed alcuni istanti dopo anche essa parve possedere le protuberanze metalliche del lupo e del bambino. A quel punto Momin posò a terra la lepre che, insieme a lui stesso ed al lupo, iniziò a muoversi in direzione di Hideo. Possiamo cacciare insieme se ti va! E se vuoi posso insegnarti il metodo che uso io e che non mi espone ad alcun tipo di pericolo, che dici? Il bambino sorrise, estranedo uno spiedo dal lupo e porgendoglielo. Prima di tutto, devi imparare a controllare questo oggetto. Si chiama Ricevitore di Chakra. È come se fosse una piccola antenna. Ti permette di sintonizzarti col chakra dell'animale o dell'esere umano in cui lo innesti, controllandolo! Diventerà quasi come se fosse una parte di te: sentirai con le sue orecchie, odorerai col suo naso, vedrai con i suoi occhi e percepirai col suo tatto! Non solo, ti muoverai anche col suo corpo, se vorrai. E mentre diceva quelle parole, sia il lupo che la lepre iniziarono a girare intorno su se stessi, disegnando dei cerchi sulla neve. Concentrando del chakra in quell'oggetto sarai in grado di sintonizzarlo, per così dire, col tuo tantien e far sì che lo spiedo risponda soltanto ai tuoi comandi ed a quelli di nessun altro. Prova, forza! Poi se non ti piace puoi anche lasciare stare, te lo prometto. Il bambino sorrise nuovamente nel suo volto violaceo. Aveva un aspetto vagamente triste, come se si rammaricasse di qualcosa. Sai, sono giorni che sono qui fuori da solo. Ho perso tutto. La mia famiglia è stata uccisa dai saccheggiatori a Kotetsu Sakura. È così tanto tempo che non incontro nessuno che sono disposto anche ad insegnarti questa mia arte ninja segreta perché tu non te ne vada e passi un po' di tempo con me ... solo un po' di tempo, per favore, non ti chiedo altro. Sto cercando di controllare questi animali per raggiungere piano piano il porto e da lì trovare un modo per salvarmi. Sono troppo debole per muovermi da qui e questo mi sembra il modo migliore. Se Hideo avesse provato ad accennare alla possibilità di portarlo ad un villaggio vicino o ad una qualunque altra forma di aiuto, Momin si sarebbe indispettito, aggrottando le sopracciglia e guardandolo storto. Non ho bisogno di aiuto! Non lo voglio! L'ultima volta che mi sono fidato di qualcuno i miei genitori sono morti. Ti chiedo solo di giocare un po' con me. Nient'altro. Per favore!
    Se avesse accettato l'offerta del bambino, Hideo avrebbe dovuto dapprima concentrarsi per risintonizzare il suo ricevitore. A quel punto, poi, Momin avrebbe esordito: Perfetto! Ora però devi metterti nelle condizioni di crearne altri: per farlo dovrei infilare il primo spiedo nel tuo corpo. Dopo di che sarai in grado di estrarli da dove più preferisci, proprio come faccio io! E così dicendo indicò il suo naso. Forza e coraggio, non farà male, te lo prometto. Aggiunse il biondo, sempre contento ed allegro come se finalmente gli fosse concesso qualcosa che tanto desiderava. [Note]Voglio una bella parte di ruolato qui eh! Descrivi sia le emozioni e le sensazioni del "risintonizzare" il ricevitore, sia quello che succede quando ti conficchi lo spiedo in corpo. ;)
    Guarda che carino! Disse, una volta che Hideo ebbe terminato il processo. Ora dobbiamo metterci nelle condizioni di poter cacciare! Per prima cosa dovrai esplorare direttamente i dintorni per trovare un primo animale da comandare. Io ho scelto un lupo e con questo ho catturato una lepre. Tu potrai fare qualcosa di simile. Una volta che avrai il tuo primo animale comandato torna qui e diamo il via alla vera e propria caccia, va bene? Momin era a dir poco euforico all'idea di giocare col suo compagno. Ora stava a lui riuscire nell'impresa richiestagli. [Note]Altra parte di ruolato stretto: descrivi questa fase iniziale dove trovi un animale a tua scelta per poter cacciare. Sii autoconclusivo, non è importante la parte "regolamentosa" in questa sede, ci serve solo come intermezzo per arrivare alla parte "finale" che sarà quella totalmente personalizzata sulle tue preferenze (ci sentiamo in privato su discord per accordarci a riguardo. ;) ). Dopo di che, attraverso Momin, vedremo un po' di specifiche della TS volta per volta, post per post. Ok?

    [Kensei & Sekiro]
    Camminavo a passi lenti ed in religioso silenzio. Il mio rito di rimettermi sul medesimo percorso che avevo compiuto la prima volta che ero giunto ad Azumaido ogni volta che mi ripresentavo sull'isola aveva assunto i toni di una vera e propria funzione religiosa. E pensare che ancora non ero nato quando queste vicende divennero storia. Ma fu qui che fui battezzato, fu qui che il germe dell'Inquisitore di Kiri fu piantato e, con esso, la consapevolezza della necessità che il passato ed il debole morisse perché il futuro ed il forte nascesse. Non sapevo se Sekiro avrebbe provato ad interrompere quel silenzio, sapevo soltanto che la Yakusoku non riusciva a rimanere composta nella sua ferrea natura. Vibrava, si dimenava, mi chiedeva consiglio ma non lo esigeva, lasciando che percepissi il suo turbamento nel mio mondo interiore ma senza che questa mi richiamasse direttamente nell'umida oscurità del nulla in cui ormai quella frazione di sé abitava. Sapevo che l'Okami veniva da una terra lontana che non avevo mai sentito direttamente nominare e che le sue tradizioni e credenze fossero quasi estranee a quelle del nostro continente. Mi domandavo, quindi, perché la Yakusoku vedesse e percepisse in lui una radice insanguinata; mi domandavo come fosse possibile che i Kenkichi fossero giunti in quelle terre dimenticate, come avessero fatto, a quel punto, a troncare di netto i rapporti e la storia che li avevano preceduti. Mi domandavo, insomma, di chi fosse il lascito Sekiro. E non sarebbe stato affatto difficile per il genin scorgere quei miei pensieri nella pesantezza dell'aria che ospitava la mia figura, nell'insopportabile e plumbea sensazione di oppressione che accompagnava i miei passi. Poi, d'un tratto, quell'incantesimo fu spezzato. Raccontami di te, Sekiro. Raccontami del tuo passato e di ... Ashina. È questo il nome del posto da cui provieni, giusto? [Note]Cerchiamo un modo per collegare la storia del tuo pg con quella di Clan, che dici? Inoltre direi che quando te la senti, potresti fare un topic di ambientazione su Ashina visto quanto è presente in ogni singolo post del tuo pg, anche per legarla un po' al mondo del gdr e per renderti la vita più facile.
    Alcuni minuti dopo, arrivammo: il piccolo santuario Kenkichi che gli antenati avevano lasciato sull'isola principale del Paese del Mare, era una minuta struttura in pietra che si ergeva isolata su una piana innevata. I simboli del clan erano più che evidenti sotto lo strato di ghiaccio e la porta di ingresso, una lastra di roccia ricoperta di metallo che non aveva alcuna maniglia né appiglio per l'apertura. Per di qua. Dissi, toccando semplicemente e spingendo quell'enorme ammasso di pietra, neve e ghiaccio, facendolo così scivolare liberamente, fluido, quasi come se fosse aperta e manutenuta regolarmente. Anche l'aria che proveniva dall'interno non aveva affatto l'odore di un ambiente chiuso da giorni, se non settimane ma anzi, sembrava fresco e odoroso. Lo stretto corridoio di scalini ripidi che si apriva dinnanzi a quella porta ci avrebbe presto portato in una stanza rettangolare, più lunga che larga, che dalla prima volta in cui ero entrato, però, non era tuttavia stata cambiata. Al muro una sequela di torce poste molto in alto, alimentate forse da un fuoco creato col chakra che pareva essere perenne, avrebbe illuminato la stanza, mostrando qualcosa che Sekiro, forse, non si sarebbe aspettato di vedere.
    Le cassepanche in pietra che giacevano alla base di ogni lato di quel grande rettangolo erano state spaccate e graffiate. Le rastrelliere al muro, che un tempo dovevano ospitare numerose spade, erano divelte e decine e decine di spade giacevano al suolo, alcune spezzate, altre in terribili condizioni, quasi fossero state cosparse di acido, altre ancora apparentemente intatte ma forse... vuote.

    Quando venni qui per la prima volta non compresi ciò che vidi. Dissi, mentre camminavo in quella sorta di cimitero portandomi verso la parete più lontana rispetto all'ingresso. Con una mano andai a cercare un piccolo filatterio all'interno della mia armatura e, con forza, lo scagliai verso il muro. Le schegge di quella piccola ampolla di vetro schizzarono in ogni direzione, cozzando contro le mura, il pavimento, la mia effige d'acciaio. Il sangui, invece, si mosse sul muro, a ritroso, come se delineasse un movimento inverso rispetto a quello di aspirazione, tornando a comporre la frase che in principio avevo letto. Ho preso queste anime. Le ho riportate alla Spada del Primo. Non c'è Profanazione. Le meritevoli diverranno uno. Dissi, leggendo la nuova scritta apparsa sul muro. Mi voltai poi verso Sekiro. Questa tomba non è stata profanata. Questa tomba fu il frutto di tradizioni perse e dimenticate. Fu il frutto della Diaspora, della morte del primo figlio di Kenkichi Mikawa e della secondogenita del fondatore, Midorinaka Kenkichi. Portai una mano alla Promessa, estraendola e lasciando che drenasse la mia energia vitale e, in contemporanea, mentre prendeva forma, ne portai la punta alla gola del giovane Sekiro ad una velocità così elevata che il ragazzo non avrebbe potuto fare niente per schivarla. Concentrati. Cerca un legame con quello che resta in questo luogo. Se anche la tua storia fa parte di ciò che è stato dimenticato con la Diaspora qui potrai ritrovare le tue radici. Cerca il pezzo di te che è Acciaio e Sangue. Alle mie spalle apparve l'immagine traslucida della Yakusoku scrutante il Lupo che, in quel momento, era piuttosto una pecorella che il Pastore doveva riportare al suo ovile. [Note]Ti spiegherò nel dettaglio le dinamiche e la storia del Clan Kenkichi durante la giocata ma, ovviamente, dobbiamo riuscire a collegarla al tuo bg.
    Dunque facciamo come segue: in questo post dovrai percepire e descrivere sia l'anima che albergherà nella tua spada sia la "forma" della spada che avrai a ts appresa.
    Considera che l'anima all'interno della spada è quella che, di fatto, dà i poteri ai Kenkichi e che può essere praticamente tutto quello che vuoi purché tu sia in grado di giustificarne la precedente appartenenza al clan (bambino-adulto-vecchio o anche animale se legato in qualche modo ai Kenkichi. I Pipistrelli lo sono da bg ma puoi espandere la cosa come vuoi, ovviamente).
    Per quanto riguarda la forma della spada, usa pure un "prestavolto" (cioè un'immagine di una spada da un qualche manga o quel che preferisci). Agli attuali fini della giocata, la spada la troverai in questa stanza a terra tra le carcasse delle altre spade, nella condizione che preferisci purché sia inutilizzabile. Ovviamente la renderemo utilizzabile con la giocata stessa. Unica nota a riguardo: ricorda che al liv. I l'arma di clan può essere unicamente una spada: uccidendo un pg o png o attraverso un equip leggendario è possibile scindere la spada in due o dargli forme diverse (per esempio rendendola una zambato, per dirne una).
    Se hai bisogno di qualche altro dettaglio o se ti vuoi accordare per un eventuale trama da infilare in questa giocata, scrivimi in privato su discord.





    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.




    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

  13. .


    L'Avventura del Carbonchio Azzurro


    ~V~



    L'Unione fa la Forza



    L'ubriaco si rivelò più disponibile di quanto il Lupo potesse sperare. Aiutato ad alzarsi dallo spoglio suolo su cui era accasciato, l'uomo si mostrò interamente nella sua nudità. Il ninja di Ashina rimase interdetto per un attimo, ma poi condusse il malcapitato alla taverna senza aggiungere altro.
    Lì, l'oste si affrettò a servire i due strani individui, che erano ormai l'oggetto degli sguardi di tutti i clienti e, con le bevande calde, egli portò anche una grossa pelliccia con cui coprire Naosuke, dopo aver discretamente insistito con i due sul fatto che se ne andassero al più presto dal locale. Naosuke. Questo il nome con cui il nudo uomo, segnato da bruciature su un po' tutto il corpo, dichiarò di essere chiamato. Egli proseguì raccontando come fosse finito in quella patetica quanto triste situazione. Essenzialmente, “Dansei Otoko” lo aveva ridicolizzato nella stessa taverna in cui ora si trovavano per il suo mestiere, l'attore, e, in risposta, in una rivalsa di onore, Naosuke lo aveva sfidato a duello. Solo che, così facendo, aveva finito per perderlo definitivamente, l'onore. Era stato infatti proprio “Dansei Otoko” a ridurlo in quello stato, il quale poi era tornato nella taverna con i vestiti di Naosuke ed una pietra azzurra per assestare il colpo di grazia alla sua immagine pubblica.

    Quindi “questo” Dansei Otoko è un fumatore. A quanto pare è molto sadico e non si fa scrupoli ad umiliare le persone. È tornato qui dopo aver sfidato Naosuke con vestiti da kabuki e aveva una pietra azzurra. Sì... deve essere lui il nostro obiettivo...

    Grazie, Naosuke. Non sai quanto mi sei stato utile.

    Il Lupo si affrettò a finire il suo tè, lasciò qualche spiccio sul tavolo per pagare le consumazioni e poi, gettando una rapida occhiata imbarazzata al suo compagno di bevuta, fece cadere sul tavolo un'altra manciata di monete.

    Sono per te. Compra qualcosa per coprirti. Dovrebbero bastare anche per pagarti il viaggio per lasciare quest'isola. Non ti meritano. Addio.

    […]



    Il Mizukage concordò con i due genin al suo servizio. Era assai probabile che il “loro” Dansei Otoko fosse il ricettatore. Dopo aver dato una strigliata con annessa lezione di comportamento alla Pantera, il capovillaggio spiegò che il loro assalitore non fosse altro che un'oca, ovvero un'evocazione inviata lì da qualcuno che aveva cercato di fermarli. Era proprio così: l'oca che si erano portati appresso fin dalla taverna era un servitore dello stesso qualcuno che tramava nell'ombra. Di fatti, appena rischiarati da questa nuova rivelazione, l'animale, dopo aver starnazzato, improvvisamente scappò via.

    Prendetela.

    L'ordine fu preciso e richiedeva un'azione immediata. Il Lupo e la Pantera si misero subito all'inseguimento dell'oca, ma questa schivò senza problemi gli assalti dei due shinobi.
    Intervenne quindi il Mizukage che conficcò al suolo una spada. Da questo punto il terreno iniziò a spaccarsi sino ad arrivare nei pressi di un albero, sradicarlo e farlo cadere addosso al pennuto in fuga. Tutto inutile.

    Provate a mettere a frutto quanto avete imparato prima: usate la vostra nuova abilità contro il terreno per raggiungere qualcosa che non potete toccare direttamente. Sfogate il vostro chakra in modo copioso ed abbondante, inondate il terreno come se voleste farvi strada dentro di esso coi vostri stessi pugni. Spandete la potenza tutt'intorno, pensate di creare una corona di crepe per il vostro colpo. Forza!

    Il Mizukage suggeriva di usare ancora una volta il Chakra Distruttivo per risolvere la situazione. Un'occhiata alla Pantera e la strategia era già stata ideata: avrebbero combinato alcune tra le mosse che più li avevano messi in difficoltà durante il loro combattimento a Genosha in nome della Nebbia di Sangue. Iniziò la Pantera che, poggiando le mani a terra, trasferì al suolo una violenta scarica di elettricità in direzione dell'oca. L'Omicidio Elettromagnetico. Se la ricordava bene il Lupo quella tecnica: avvolto dalle tenebre, si era visto arrivare incontro, veloce e spietato, un pericoloso fulmine terrestre che era riuscito ad evitare quasi per miracolo. Stavolta la tecnica in questione era rivolta contro il loro comune obiettivo, ma lo scopo non era danneggiare l'animale, quanto invece spaventarlo e cercare di spingerlo verso una fitta zona boschiva costituita da alberi dalle chiome innevate.
    Una volta che l'oca fosse scappata verso il luogo dove era stata programmata l'imboscata, la Pantera dagli occhi rossi diede un ultimo cenno di intesa al ninja di Ashina e, correndo veloce come il felino dal manto nero da cui prendeva il nome, si diresse verso il tronco maggiormente ricoperto dalla neve.

    Ho capito.

    Il Lupo non poteva lasciare da solo il compagno. Doveva supportarlo in qualche modo. Così, lo shinobi da un braccio solo, mantenendosi ad una certa distanza, per non attirare troppo l'attenzione dell'animale, che probabilmente era invece focalizzata su Nishimura, cominciò subito l'inseguimento. Proprio prima che quelle zampe palmate arrivassero sotto l'albero innevato prescelto dalla Pantera, il Lupo tirò fuori un fumogenoFumogeno [Bomba]
    Piccoli esplosivi che creano una nube di fumo che si dirada dopo 1 round, se utilizzato in un ambiente aperto, dopo 3 post, se in un ambiente chiuso. Zone fortemente areate diminuiranno l'efficacia dell'esplosivo. Concede Occultamento Parziale entro 4,5 metri dal punto d' impatto.
    Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 30)
    [Da genin in su]
    e lo gettò verso l'oca in modo che il fumo potesse coprirle la visuale e facilitarne la cattura. Subito dopo la Pantera colpì l'arbusto con un potente calcio. Da questo, secondo i loro piani, sarebbero dovute cadere delle pesanti masse di neve proprio sopra il pennuto in fuga accecato dal fumo.

    Ora Lupo!

    Se fosse andato tutto liscio, l'Ōkami non se lo sarebbe fatto ripetere. Avrebbe percorso il più velocemente possibile i metri che lo separavano dall'animale, idealmente intrappolato nella neve, e avrebbe sbattuto il palmo nel terreno coperto dalla brina, a circa mezzo metro dall'oca, incanalando nella mano il particolare tipo di chakra di cui aveva appena preso dimestichezza d'uso e che aveva sfruttato per rompere la prigione di ghiaccio che prima lo aveva colto di sorpresa [Nota]Distruzione ad Area (Base)
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi corpo a corpo: il colpo si propagherà per alcuni centimetri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto, aumentando la possibilità di distruggere strutture solide, ma senza effetti notevoli contro avversari.
    (Mantenimento: ¼ Basso a colpo)
    [Da genin in su]
    . In quel modo si sarebbe dovuta formare una fossa, di circa mezzo metro di raggio e di qualche decina di centimetri di profondità, all'interno della quale il volatile, ancora avvolto dalla bianca coltre, sarebbe dovuto cadere. Infine, il Lupo avrebbe terminato l'agguato gettando una bomba geloBomba Gelo [Bomba]
    Si tratta di ordigno congelante dalle ridotte dimensioni. Può ghiacciare e creare una prigione di ghiaccio di mezzo metro dal punto d' impatto. La prigione causa Intralcio Grave e si rompe se subite complessivamente 3 leggere.
    Tipo: Speciale - Immobilizzo/Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 30)
    [Da genin in su]
    all'interno della fossa in modo che, stavolta, sarebbe stato lui a bloccare il suo bersaglio in una prigione di ghiaccio che avrebbe letteralmente creato una sorta di freddo coperchio lucente al di sopra del buco nel terreno.

  14. .


    Albatros Cinereo


    ~IV~



    Elastic Poem




    Il Ghepardo dall'alto fissava.
    Il Ghepardo dall'alto parlava. E spiegava.
    Una molla. Maggiore la sua compressione, più devastante il rilascio.
    Il limite, tuttavia, superato non deve essere, pena la deformazione permanente
    E la perdita, per sempre, di usufruire ancor di quell'energia intrappolata.
    Queste le basi, che l'esperto ed agile ninja esplicava ai compagni suoi,
    Ancor cuccioli spauriti ed immersi nel fango della vita
    E nell'altro fango, più concreto e pericoloso, che li bloccava al pavimento della nave
    Facendoli restare indifesi e alla mercé
    Di color che nel buio tramaron l'assalto al venditor di morte rinchiuso sottocoperta.
    La Pantera, coraggioso ragazzo dagli occhi rossi, ora compagno ma, una volta,
    Nemico mortale sotto la neve perenne e insanguinata,
    Per un fugace momento diresse il suo sguardo indagatore nella direzione del Lupo.
    Lo shinobi da un braccio solo ricambiò, cercando di trasmettergli coi suoi occhi la fiducia:
    La fiducia che se erano sopravvissuti a Genosha, potevano superare anche questo.
    Diventare una molla.
    Per farlo però, era necessario isolarsi dal mondo.
    Lasciar fuori da sé tutto il superfluo, l'inutile, il fastidioso, il distraente.
    Calma!
    Il chakra: poteva sentirlo scorrere negli interstizi tra i suoi muscoli,
    Insinuarsi tra i legamenti, perfondere le articolazioni.
    Buio.
    Gli occhi si chiusero. Per raggiungere ciò che è sconosciuto, doveva far sparire ciò che era conosciuto.
    Quello stesso chakra che fluiva nel suo apparato locomotore, iniziò ad espandersi, a gonfiarsi
    E a comprimere, dall'interno, muscoli, tendini, ossa e nervi...
    Un dolore, di tipo neuropatico, come scossa elettrica improvvisa si diffuse.
    Dalle gambe esso risalì impetuoso lungo quella colonna portante fatta di vertebre.
    Un altro ostacolo al suo percorso. Ma un ostacolo rende solo più dolce la ricompensa finale.
    Strinse i denti.
    Proprio come la molla: essa perde elasticità, se superato il limite di deformabilità.
    Così, convinto il ninja era: se fosse riuscito a superar lo confine estremo del dolor,
    Che quel nuovo tipo di chakra provocava,
    Immaginava già che le sofferenze sue sciolte come sale in acqua si sarebbero.
    Ed il trucco funzionò.
    E mentre le fitte e gli spasmi passavano, muscoli e tendini venivan schiacciati sempre più,
    Molto più di quanto il normal corpo umano potrebbe,
    Accumulando energia potenziale pronta ad esser rilasciata,
    Come placche tettoniche in procinto di slittare l'un sull'altra,
    Provocando un terremoto devastatore.
    Un ulterior dubbio giungeva infine.
    Quanta la compressione sufficiente per un balzo felino, eseguito da lui, che era invece un canide?
    Quando fermarsi, prima di rendere i muscoli poltiglia inutilizzabile?
    Le ginocchia sue ad angolo retto si piegarono ed il baricentro basso si fece.
    Quel chakra anormale si fece strada verso le piante dei piedi
    Ed un cuscinetto repulsivo prese il posto dell'adesivo.
    Librava. Letteralmente librava a pochi centimetri dal terreno lo shinobi detto Lupo.
    Ma nessuno lo avrebbe visto, data la melma intrappolante in cui i calli immersi erano.
    Uno, due, tre!
    Salto!
    Avrebbe funzionato?

    Del risultato delle azioni su descritte
    Colui che scrive tali strofe al corrente non può ancor esserne,
    Ma speriam di aver dato idea,
    Con questi versi simili a molle,
    Che ora si restringono, ed ora si allargano,
    A sommo di minuscole biche,
    Dell'elasticità
    E del potere del particolar chakra che ne sfrutta il principio.


    [Nota]Etsuko, se tu la butti sullo scientifico, io la butto sul poetico. XD


  15. .

    Una Nave di Kiriani


    Per salvare Meika e...



    Vi dirò, ad un certo punto la riunione su quella nave, per quanto ci fosse un argomento veramente importante da discutere, cioé come salvare Meika-dono, scivolò verso il grottesco, quando i due più alti in grado nella missione iniziarono ad interagire fra loro non curandosi di noi.
    O meglio, non sono sicuro che non si curarono di noi, mi spiego meglio? Sì, mi spiego meglio.

    Elmo-san estrasse quel suo osso che in realtà era una sorta di spada dalla lama rossa, l'avevo già vista ai tempi dell'Abete, quindi la cosa non mi stupì particolarmente, mi sorprese di più il suo agitare la lama in aria per generare una sorta di disegno e poi affondarsi la suddetta arma nello stomaco, per fare altri sigilli attorno ad Akira. Ero quasi tentato di voltarmi verso Aka-come-si-chiama e Hideo, per dirgli che non è un buon modo di usare la spada. In fondo erano i più giovani lì in mezzo ed il loro capo villaggio si stava aprendo le viscere con una spada, meglio spiegargli che non era un esempio da imitare.
    Lo Spadaccino invece? Disse che tutto quel casino di sangue, frattaglie e disegni non gli serviva.
    In quel momento mi sembrava quasi che si stessero, in un modo tutto loro, scambiando i ruoli: Elmo-san che faceva le spacconate, aprendosi l'addome con la spada e disegnandoci simboli ed altri jutsu, mentre Akira-san tutto serio ed irritato.
    Certo, poi c'erano le cose più normali, come il primo che comunque trasudava ira (non è che quel giorno sembrasse più felice del solito sotto il suo elmo metallico) e l'altro che si prendeva il diritto di risolvere tutto da solo, ma sto divagando.

    Dov'ero rimasto? Sì, giusto, il viaggio in nave: avevamo due giorni, ci eravamo presentati in modo un pò sintetico, non proprio il modo migliore di iniziare una collaborazione di gruppo.
    In compenso fu Elmo-san a dirci parecchie cose: in primis che avremmo speso un giorno a cercare nuove informazioni nelle terre vicine alla Bruma, precisamente nel Paese del Lupo, il ché mi lasciò un pò perplesso per tutta la questione del dare due giorni allo Spadaccino prima che iniziasse a distruggere tutto in cerca di Meika-dono.
    Mizukage-san, chiedo scusa, ma, per quanto sia il primo a preferire avere informazioni, anziché attaccare alla cieca, occupare una giornata intera in questo Paese del Lupo, non potrebbe portare Spadaccino-san a distruggere un pò tutto e mettere a rischio la vita di Meika-dono?, poi mi fermai un attimo, Ed ovviamente anche di... uhm... sì, dell'altro prigioniero., non riuscivo proprio a ricordarmi che andavamo a salvare anche un altro tipo.
    Chissà chi era, sono sicuro me lo avessero spiegato.

    In ogni caso, ovviamente, siccome sarebbe stato brutto, dopo aver mostrato spada e sangue, non mostrare anche i suoi pipistrelli giganti, Elmo-san evocò lo stormo che chiamava "Baronessa" e per una volta capii come mai: prendevano forma di una donna tutti quei pipistrelli!
    Chissà perché non glielo aveva mai fatto fare prima davanti a me e Youshi-san. Credo.
    Dopo le ultime indicazioni avremmo avuto un pò di tempo per prepararci per la missione e riposare finché la "Baronessa" non ci avesse trasportati tutti in questa terra del Lupo.
    Durante quelle ore, ad un tratto, mi ritrovai sul ponte della nave assieme a Youshi-san ed Etsuko-san.
    O meglio, ero lì sopra che mi gustavo un pò d'aria fresca, quando me li trovai entrambi nelle vicinanze ed il Tokugawa ci rivolse un commento sul mare tranquillo, ammetto di essere rimasto sorpreso quando lo sentii, forse ero un pò con la testa per aria, ma più sorpreso fu nel sentire la risposta dell'Akuma di lì a poco.
    Credo fosse la prima volta che quel Etsuko mi parlava direttamente e spontaneamente, sapete?
    Fu la successiva domanda, però, la parte su cui mi aggiunsi alla discussione: Spero vivamente di riuscire a trovare Meika-dono ancora in vita, era da tanto che volevo fare qualcosa per salvarla! Quando sono partito con El... con il Mizukage-san in cerca di quelle strane tartarughe con la Kappa che Meika-dono evocava, per quanto stremato, ero desideroso di andare a soccorrerla, non appena tornammo a Kiri. Da più di un anno, credo, Meika-dono è prigioniera di questi tizi, come ninja non so se sia possibile, ma come medico la mia speranza è che abbiano avuto rispetto della sua vita e che possa ancora essere possibile salvarla., ammisi, onestamente preoccupato, prima di guardare gli altri due e ricordarmi: Sì, ovviamente anche l'altro... che non ho ancora capito chi sia, voi lo sapete? Ce lo hanno spiegato, credo, ma proprio non mi ricordo. Voi lo conoscete?, chiesi, speranzoso che almeno Youshi-san, con cui avevo condiviso diverse disavventure e, in fondo, sapeva bene che per taluni particolari non era sempre il più attento del circondario, mi potesse rispondere.

    Ah! Se ve lo steste chiedendo, una volta nel Paese del Lupo avrei provato a trovare qualche informazioni dirigendomi verso l'ospedale, se ce ne fossero stati nella cittadina. [Nota Privata]Fudoh va da solo, così poi chi di dovere può quest-masterare la mia parte ^^'


    Nelle Terre oltre il Mare


    Fra Cielo e Lupo



    [Paese del Lupo: al seguito del Mizukage]

    Il Mizukage aveva fornito ad ognuno dei suoi shinobi un tonico extra da lui prodotto e nello stesso tempo il suo braccio destro (o più correttamente la sua "Mano Sinistra") avrebbe prodotto un veleno per l'altro Kenkichi presente sulla nave, o almeno l'unico altro che aveva risvegliato le abilità del clan di Kensei. [Nota sui Tonici]Come già detto con Tezzu: avete diritto ad uno solo dei due tonici proposti da Tezzu, siccome sono da jonin e qui siete tutti genin/chunin.
    Fudoh di suo si dimenticherà di metterlo in tasca ^^'


    Il Paese del Lupo, probabilmente, non era ben noto, almeno nella sua politica e nelle sue strutture interne al di là del Mare Kaizoku: di fatto gli shinobi non trovarono delle grandissime cittadine, non sulla costa almeno, i villaggi erano leggermente un pò più nell'interno, ad un'ora buona di strada dalla spiaggia dove gli shinobi sarebbero atterrati.
    Questo fu certo un bene per la strategia del Juudaime, che così poté trasportare i suoi sei ninja, e se stesso, mediante le incredibili capacità dello stormo di pipistrelli, senza che qualcuno li individuasse.
    La prima cittadina dove arrivarono era una cittadina mercantile, con un discreto centro abitato e diversi punti d'incontro dove poter ottenere maggiori informazioni delle zone circostanti.
    Non sarebbe stato difficile seguire le strategie accennate in precedenza: c'era un singolo, ma gigantesco, mercato dove trovare informazioni in larga, almeno un paio di locande e vicoli ricchi di malviventi ed ubriaconi, oltre ad una piccola biblioteca nell'area centrale del villaggio.
    Trovare mappe simili a quelle che Akira aveva individuato nel Paese del Cielo, sarebbe stato facile ed immediato, ma non il resto, purtroppo per loro.

    Non c'erano, in primis, degli insediamenti di shinobi, non c'era nessuno con dei coprifronte in quella cittadina, ma c'erano degli individui, tanto uomini quanto donne, con vistose armature [Lupo 1] ed alcuni persino a cavallo [Lupo 2], niente però che facesse pensare ad uno shinobi nella percezione e nel modo in cui li conoscevano i ninja dei territori accademici, forse il "Lupo" che si trovava fra loro avrebbe potuto riconoscere qualcosa di quei modi, ma non era di certo i costumi delle terre di cui era originario. [Nota QM]In buona sostanza, non vedete dei ninja nel senso classico del nostro gdr, ho optato di ispirarmi ad altro per la gente di queste terre, quindi niente coprifronte ^^'

    Nella zona del mercato avrebbero scoperto, forse con un pò di difficoltà, che il Paese del Lupo viveva una sorta di embargo dalle terre del Miele e del Cielo, che erano alleate con la Bruma.
    Non sarebbe stato possibile scoprire, mediante semplici chiacchiere, i motivi politici dietro a tale embargo, ma forse con metodi più originali qualcosa avrebbero potuto scoprire?
    In compenso, mappa alla mano, non sarebbe stato impossibile scoprire che il Porto Commerciale era l'isola più vicina al Paese del Miele, quindi quella più a sud di tutte.

    Nella biblioteca cittadina, invece, sarebbe stato facile scoprire i nomi delle varie isole che costituivano l'Arcipelago della Bruma, oltre a qualche ulteriore informazione storica che avrebbe poi coinciso con quelle già note a Kensei sulle origini della gente della Bruma da una terra distante, molto più ad Oriente.
    C'erano anche alcuni dettagli sui membri del villaggio della Bruma che quasi un decennio prima avevano stretto accordi commerciali con quelle terre continentali dell'Estremo Oriente: Murbella Cifu, Zuko Senshoku e Jiin Ukuwaru.
    Non c'erano foto, o ritratti, ma si parlava di una donna di incredibile bellezza, ai tempi ancora ventenne, un uomo dal volto nascosto e vestito con uno strano abito talare ed un individuo massiccio e con una strana arma al seguito, una sorta di gigantesca spada cilindrica, a quel che descriveva l'articolo di giornale trovato in biblioteca.

    Nelle locande, invece, sarebbe stato possibile scoprire molto di ciò che, ben più a Nord, anche lo shinobi degli Hozuki aveva saputo sulla Grande Mano della Bruma.
    Oltre all'isola più a sud, il "Pollice" e punto commerciale, c'erano le Isole del Clan Ukuwaru, un clan affiliato alla Bruma che, però, viveva in quel piccolo arcipelago interno all'arcipelago stesso, divisi in tanti sottoclan. L'Indice della "Mano".
    Il "Medio" era anche detto il "Primo Scoglio", lì c'era sempre un regimento armato di ninja che controllava le navi della flotta lungo tutto il perimetro, la prima barriera militare, per così dire, delle difese della Bruma.
    C'era poi l'isola prigione, Shin'En, l'Abisso, dove la Bruma rilegava tutti i suoi criminali, l'Anulare della "Grande Mano".
    Infine l'isola sacra di Arohihori, la divinità maggiore cui erano consacrati gli abitanti di quelle terre. Il "Mignolo" della "Grande Mano".
    Al centro il "Palmo", l'isola centrale, con due porti, uno che dava verso il Primo Scoglio e l'altro verso l'isola portuale e quella sacra.
    Un'altra cosa che avrebbero potuto scoprire era la presenza di diverse navi con un simbolo che ricordava vagamente quello della Nebbia, ma aveva una quinta "onda" centrale, le navi della Bruma, che viaggiavano nei mari dove si erano introdotti: c'erano degli accordi con il Miele ed il Cielo, che concedevano una buona elasticità di movimento alle navi mercantili ed il grosso del potere marittimo alla Bruma, ma non al Lupo che, come avrebbero potuto intuire, anche senza domande dirette, erano molto più continentali ed avevano una pressoché nulla presenza marittima.

    Investigare nei vicoli fra disperati e criminali? Avrebbe portato Kensei, e chiunque altro lo avesse seguito, a scoprire di alcuni disperati che dicevano di aver fatto persino i pirati prima di rintanarsi in quelle terre e che avrebbero raccontato della battaglia di oltre un anno prima per mare, come l'avevano sentita: l'apparizione di due grossi draghi rossi in cielo, nelle vicinanze dell'arcipelago Ukuwaru, inseguiti da navi del continente quelle dalle "vele cremisi", come li avevano chiamati lì, però scacciate per prime dalla flotta della Bruma, che poi si sarebbe lanciata in una lunga battaglia contro i due draghi ed un gigantesco altro mostro apparso in loro soccorso dal nulla.
    Battaglia che durò finché non arrivò la grande nave Ammiraglia della Flotta, direttamente dal "Palmo": un gigantesco vassello con un kraken su sfondo porpora sulla vela maestra.
    Qui ci sarebbero stati mirabolanti racconti su come alcuni kraken erano proprio sorti dal mare, in battaglia contro i due draghi, addirittura facendone sparire uno, mentre anche l'altro essere mostruoso, una specie di falena con sette code a detta di qualcuno, sarebbe stata abbattuta.
    Alla fine, la nave Ammiraglia avrebbe catturato un drago ed un duo di ninja continentali.

    Queste sarebbero state tutte le informazioni che avrebbero scoperto facilmente, con minimo impegno nell'estorcerle, ma niente di più sarebbe stato possibile capire, a meno di speciali investigazioni. [DA LEGGERE]Tradotto: di base, a seconda di dove andate, scoprite alcune di queste cose.
    Se volete informazioni in più, giocate e proponete come scoprirle, risponderò io dicendovi cos'altro potete apprendere al prossimo post.


    [Paese del Cielo: Akira l'Impaziente]

    Dopo le prime informazioni acquisite nella sua unica giornata nella città portuale dei territori del Cielo, Akira Hozuki decise quella notte stessa, di muoversi ed andare ad attaccare una, seppur piccola, imbarcazione della Bruma.
    Nelle stesse ultime ore prima che l'altro gruppo si muovesse verso il Paese del Lupo, ecco che il jonin dalle molte spade abbandonò il Paese del Cielo e colpì in mare aperto.
    La nave che l'Hozuki aveva preso di mira non era di certo l'Ammiraglia della Bruma, era semplicemente un piccolo vascello vedetta utilizzato nei pressi dell'arcipelago Ukuwaru: questo in particolare si trovava a circa una quindicina di chilometri dalla più vicina delle piccole isole del mini arcipelago che costituiva il cosiddetto "Indice".
    L'albero maestro del vascello fu spaccato a metà, alcuni dei marinai per l'impatto dell'albero sul ponte finirono in mare, ma altri rimasero lì, fermi e pronti allo scontro, quando videro quel ninja dai cappelli azzurri presentarsi fra di loro.
    Sul ponte c'erano cinque individui, Akira non avrebbe visto nessun coprifronte fra di loro, forse perché per mare, con la bandiera della Bruma che sventolava a mezz'aria non ce n'era bisogno? O chissà per quale altro motivo.
    Davvero? Prima rispondiamo e poi moriamo? Ammetto che l'entrata mi è piaciuta, quindi, forza, fai una domanda, te la concediamo, ma solo quella., disse d'improvviso uno dei cinque, mentre guardava i suoi compagni e sorrideva, con una sciabola per le mani. [Bruma Marine 1]

    Avrebbero riso gli altri quattro, mentre Akira, forse avrebbe potuto notare che non c'era nessuno di visibile in acqua, a meno di avere delle doti da sensitivo di qualche genere, o di poter vedere in profondità in acqua non avrebbe percepito niente, complice anche la distanza a cui si sarebbero trovati i quattro che aveva buttato fuori dalla nave.
    A meno di quelle due capacità, nel pieno della notte, lo shinobi non avrebbe potuto avvertire ciò che furtivamente stava accadendo sott'acqua.
    Avrebbe avuto il tempo per una domanda e gli avrebbero anche risposto, proporzionalmente al quesito posto, poi, però, sarebbe cominciato il finimondo.
    Quattro grossi tentacoli sarebbero spuntati con sostenuta velocità da sott'acqua, puntando a bloccarlo, due da destra e due da sinistra, intrappolandolo, se possibile, in una presa la cui viscosità avrebbe dato delle difficoltà persino al corpo liquido di Akira. [Attacco Doppio + Presa ev.]Cucciolo di Kraken: Vel = Viola +4, Forza = Viola +6.
    Se blocca l'avversario la natura vischiosa di fatto dà un bonus come se si usasse il chakra adesivo per mantenere la stretta, ignorando i bonus di Corpo Liquido per sfuggire, eventualmente.

    Ma non sarebbe stato l'unico attacco, infatti, mentre i tentacoli tentavano di bloccarlo, l'uomo con la sciabola avrebbe fatto un salto acrobatico effettuando il più classico dei fendenti. [Taglio dell'Aria]Taglio dell'Aria
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore sarà in grado di effettuare un attacco a distanza con un'arma [Mischia]; la Velocità è pari a quella dell'utilizzatore. Il raggio d'azione di un singolo colpo verrà incrementato da un fascio luminoso di potenza pari all'arma. Gli effetti e status che l'arma può causare sono estesi al Taglio dell'Aria.Tipo: Taijutsu -
    Sottotipo: Mossa
    (Consumo: Mediobasso)
    [Raggio Massimo: 1,5 metri per Grado]
    [Da genin in su]

    Pot = 40 + 10, Vel = Nera


    Non sarebbe finita lì: due individui dal volto celato, mentre i tentacoli si lanciavano contro Akira, si trovavano, infatti, sugli stessi, sostenendosi forse con il chakra adesivo e dagli stessi sarebbero corsi addosso al ninja Kiriano, qualsiasi fosse stata la sua strategia, cercando di colpirlo con dei getti di qualcosa, di fatto creando una grossa nube attorno allo shinobi che se l'avesse ispirata, avrebbe scoperto di avere a che fare con un veleno. [Attacco Doppio 2]Veleno Ukuwaru - Indebolimento Base[Veleno]
    La somministrazione di 1 dose causa la riduzione del Cap di 2 tacche in una statistica primaria per 2 round. Ulteriori dosi azzerano il contatore dei round passati.Tipo: Supporto - Variabile
    Dimensione: Minuscola
    [Da genin in su]

    Area: Grossa nube (combinazione di 2) a semicerchio con raggio di 10 metri puntata su Akira, totale 2 dosi


    E se quella minaccia sarebbe arrivata dalla sua sinistra, sui tentacoli, il fendente sarebbe sopraggiunto da destra, poco dopo i tentacoli stessi, ecco che frontalmente, al suolo sarebbero state gettate due sferette identiche, per natura, alle bombe gelo kiriane che, forse, il ninja stesso già conosceva, ovviamente in funzione di come il jonin si fosse mosso per difendersi da tutti gli attacchi precedenti. [Attacco doppio 3]Bomba Gelo [Bomba]
    Si tratta di ordigno congelante dalle ridotte dimensioni. Può ghiacciare e creare una prigione di ghiaccio di mezzo metro dal punto d' impatto. La prigione causa Intralcio Grave e si rompe se subite complessivamente 3 leggere.Tipo: Speciale - Immobilizzo/Supporto
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 30)
    [Da genin in su]

    Essendo due, si crea una prigione di ghiaccio di un metro con relativo intralcio grave


    E chissà, in tutto quel caos, forse, Akira si sarebbe anche reso conto che dei cinque che aveva visto appena presentatosi, due erano ancora fermi nelle retrovie.
18 replies since 3/8/2020
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